Apparato genitale maschile

Apparato genitale maschile

 

 

 

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Apparato genitale maschile

Generalità

 

L’apparato genitale maschile è rappresentato dalle gonadi, i testicoli, dalle vie spermatiche, da alcune ghiandole annesse e dagli organi genitali esterni.

 

 

Testicoli

I testicoli, o didimi, sono le gonadi maschili ed hanno la doppia funzione di produrre spermatozoi e di secernere ormoni sessuali maschili.

È un organo pari, di forma ellissoidale, leggermente appiattito in senso trasversale, situato al di sotto del pene, nella borsa scrotale, ed è appeso all’estremità inferiore del proprio funicolo spermatico; risulta estremamente mobile e in particolare la sua posizione è strettamente in rapporto con la contrazione o il rilasciamento del muscolo cremastere e della parete della borsa scrotale.

I due testicoli sono separati fra loro da un setto scrotale, e in genere il testicolo di sinistra si trova più in basso.

L’asse maggiore del testicolo è diretto infero-posteriormente con angolo di circa 45° e misura in lunghezza 4 cm, in larghezza 2,5 e in diametro anteroposteriore 3 cm mentre il peso si aggira sui 30 gr.

Il testicolo ha consistenza molle ed elastica, di colorito bianco-azzurrognolo, e presenta lungo tutta la faccia posterolaterale rapporto con l’epididimo, che vi aderisce intimamente posteriormente e separata da una fessura, seno dell’epididimo, lateralmente; in corrispondenza del margine posteriore si trova l’ilo del testicolo, che dà passaggio ai condottini efferenti, ai vasi sanguigni, linfatici e ai nervi.

Il polo superiore è occupato dalla testa dell’epididimo e può presentare una piccola sporgenza rotondeggiante, l’appendice del testicolo; nella parte inferiore il legamento scrotale lo fissa alla base dello scroto.

La superficie esterna del testicolo è quasi totalmente avvolta dalla tonaca vaginale propria, dipendenza del peritoneo, che è costituita da due foglietti, uno viscerale (epiorchio) e uno parietale (periorchio) che si continuano nel margine posteriore del testicolo (mesorchio); i due foglietti delimitano una cavità virtuale, la cavità vaginale, contenente una minima quantità di liquido sieroso (idrocele). A partire dal margine anteriore l’epiorchio riveste le due facce del testicolo aderendo intimamente all tonaca albuginea. Sulla faccia laterale si addentra nel seno dell’epididimo per poi rivestire l’epididimo stesso fino al suo margine mediale dove si riflette nel periorchio. Sulla faccia mediale invece l’epiorchio si porta sino al margine posteriore rivestendo parte del funicolo spermatico prima di riflettersi nel periorchio; in alto riveste la testa dell’epididimo e la faccia anteriore della prima parte del funicolo spermatico mentre in basso 0assa dal margine anteriore del testicolo alla faccia anteriore del legamento scrotale.

 

Vascolarizzazione:

  • Arterie: arteria genitale, ramo dell’aorta addominale, che giunge al margine posteriore del testicolo con il funicolo spermatico dando rami per il canale deferente e l’epididimo prima di penetrare nella tonaca albuginea a livello dell’ilo testicolare. Da qui penetrano nei setti mandando rami profondi che si distribuiscono ai lobuli.
  • Vene: testicolari profonde e superficiali si riuniscono a livello del margine posteriore del testicolo per poi portarsi in alto nel funicolo spermatico creando il plesso pampiniforme. Da questo si costituiscono le vene testicolari  destra, che sbocca direttamente nella cava inferiore, e sinistra che sbocca invece nella renale.
  • Linfatici: Originano da plessi che si trovano nei setti e nella tonaca albuginea ed emergono a livello del margine posteriore del testicolo sboccando nei linfonodi pre e paraaortici. I linfatici del periorchio sono tributari dei linfonodi inguinali.

 

Innervazione:


  • Ortosimpatica: dal plesso celiaco, arrivano al testicolo seguendo i vasi e qui formano un plesso testicolare con la componente parasimpatica.
  • Parasimpatica: dal plesso deferenziale.

 

Struttura: il testicolo è costituito da tre strutture:

  • Tonaca albuginea: è una membrana resistente ed inestensibile dello spessore di 0,5-1 mm che avvolge tutto il testicolo ricoperta esternamente dall’epiorchio costituito da epitelio pavimentoso semplice. L’albuginea è formata da fasci collagene fittamente intrecciati tra di loro con esternamente alcuni fasci muscolari ed internamente altri elastici. Dalla sua faccia profonda, riccamente vascolarizzata, si staccano poi setti fibrosi che si addentrano nel parenchima testicolare convergendo al livello del margine posteriore dove si riuniscono in un corpo fibroso denominato mediastino o corpo di Highmoro corrispondente all’ilo del testicolo. Il testicolo viene così diviso dai setti in circa 300 logge di forma piramidale con base esterna.
  • Parenchima: di consistenza molle e colorito giallastro riempie le logge che lo dividono in lobuli. Ogni lobulo è formato da 1-4 tubuli seminiferi contorti, ciascuno dei quali, con andamento estremamente sinuoso, sbocca nella rete testis in prossimità della quale il loro decorso si fa rettilineo dandogli il nome di tubuli retti. Ciascun tubulo è lungo dai 30 ai 70 cm e ha diametro di 70-280 μm, sono frequenti anastomosi tra tubuli dello stesso lobulo o di lobuli diversi mediante le discontinuità dei setti. La parete dei tubuli è costituita da un epitelio pluristratificato di tipo germinativo in cui si possono distinguere due tipi cellulari:
    • Cellule di sostegno (di Sertoli): molto alte e si estendono quindi per tutta l’estensione dell’epitelio dalla lamina basale al lume del tubulo. Il nucleo è situato in posizione basale e contiene un nucleolo, il RE è abbastanza sviluppato mentre il Golgi è molto riccamente rappresentato, è inoltre presente nel citosol un grosso corpo cristalloide di significato ancora ignoto. La funzione di queste cellule è quella di elementi di sostegno nei confronti degli elementi germinali circostanti con cui stabiliscono sviluppati quadri di chiusura, secernono inoltre, sotto azione dell’FSH ipofisario, una proteina capace di legare androgeni che aumenta la concentrazione locala di testosterone trasportandolo alle cellule germinali facorendo la spermatogenesi. Le cellule di Sertoli riducono inoltre il testosterone nella sua forma più attiva e sono in grado di secernere inibina, ormone che agisce a feedback negativo su ipotalamo e ipofisi bloccando la produzione di ormoni gonadotropi. I complessi giunzionali tra le cellule di Sertoli consentono di dividere, nell’ambito dell’epitelio germinativo, due compartimenti: uno basale contentente gli spermatogoni e uno apicale dove invece si trovano le cellule già entrate in meiosi, spermatociti e spermatidi; queste sono isolate dal nutrimento proveniente dalla lamina basale dal complesso giunzionale tra le cellule di sostegno (barriera ematotesticolare).
    • Cellule germinali: disposte in 4-8 file rappresentano le varie tappe maturative attraverso le quali gli spermatogoni presenti lungo la lamina basale, risalgono verso il lume del tubulo maturando sino a diventare spermatidi che vengono rilasciati nel lume tubulare assumendo il nome di spermatozoi.

La lamina propria dei tubuli, separata dall’epitelio dalla lamina basale, è costituita da cellule appiattite disposte in 4-5 strati separati da sostanza intercellulare ricca di fibre collagene. All’interno del loro citoplasma presentano degli elementi contraenti, i miofibroblasti, ad attività condizionata da ormoni che consente la progressione degli spermatozoi all’interno dei tubuli fino alla rete testis.

  • Stroma: costituito da scarso connettivo lasso che occupa lo spazio tra i tubuli seminiferi continuando con la loro lamina propria. In esso sono presenti elementi ad attività endocrina detti cellule interstiziali di Leydig che nel loro insieme costituiscono la ghiandola interstiziale del testicolo. Queste cellule sono abbastanza voluminose e si trovano isolate o in piccoli gruppi, hanno nucleo grande con uno o più nucleoli, citoplasma ricco di granuli di pigmento e sostanze cristalline, REL e Golgi molto sviluppati e molti mitocondri. La loro funzione è quella di secernere ormoni sessuali maschili sotto regolazione del sistema ipotalamoipofisario per mezzo degli ormoni gonadotropi ed in particolare l’LH. Gli ormoni prodotti, di cui il più importante è il testosterone, derivano dal colesterolo per azione di enzimi del REL e dei mitocondri; una volta rilasciati negli interstizi entrano nei vasi sanguigni e linfatici ed in parte attraversano direttamente la lamina basale dei tubuli legati a proteine di trasporto. La loro funzione è quella di favorire la spermatogenesi e mantenere i caratteri sessuali secondari maschili; oltre questo possono determinare l’ossificazione delle cartilagini delle ossa lunghe e stimolare la sintesi proteica.

 

 

Vie Spermatiche

 

Tubuli Retti e Rete Testis


 

Le vie spermatiche iniziano con i tubuli retti che si trovano all’interno del testicolo e fanno immediatamente seguito ai segmenti terminali dei tubuli seminali emergendo all’apice dei lobuli testicolari. Hanno diametro di 20-90 micron e dopo breve decorso rettilineo si anastomizzano tra loro formando la rete testis. Da questa prendono infine origine  10-15 condottini efferenti che emergono dall’ilo testicolare formando la testa dell’epididimo.

 

Vascolarizzazione e innervazione: come i testicoli.

 

Struttura: sono costituiti da un sistema canalicolare scavato nel tessuto fibroso del mediastino testicolare e contenente gli spermatozoi. I canalicoli sono rivestiti da un epitelio cubico semplice che continua poi in quello dei tubuli contorti.

 

Epididimo

 

L’epididimo è un organo pari, a forma di virgola, che si trova addossato al margine posteriore del testicolo, e rappresenta un serbatoio per gli spermatozoi, che al suo interno procedono nella loro maturazione.

Ciascun epididimo è formato da una testa, la parte più voluminosa e che si trova addossata al margine superiore del testicolo a cui può essere connessa da un piccolo corpicciolo detto appendice dell’epididimo, un corpo, a forma di cilindro che si trova addossato al margine posteriore del testicolo e che in corrispondenza della parte bassa tende a spostarsi lateralmente traendo rapporto posteriormente con i vasi testicolari e con il canale deferente, e una coda, che riposa sulla parte posteriore del testicolo, collegata anche al fondo della borsa scrotale, e che si incurva in alto continuando con la parte testicolare del condotto deferente.

 

Vascolarizzazione:

  • Arterie: provengono dall’arteria testicolare e dall’arteria deferenziale che si anastomizzano a livello della coda dell’epididimo.
  • Vene: quelle della testa scaricano nel plesso pampiniforme anteriore e quelle della coda e del corpo in quello posteriore.
  • Linfatici: si portano con quelli testicolari ai linfonodi pre e paraaortici.

 

Innervazione:

  • Dal plesso testicolare seguendo i vasi di cui poi rimangono satelliti.

 

Struttura: l’epididimo è rivestito da un sottile involucro connettivale, la tonaca albuginea dell’epididimo, che in corrispondenza della testa invia dei setti che dividono l’organo in 10-15 lobuli posti longitudinalmente l’uno all’altro. Ciascun lobulo, detto anche cono vascoloso, è formato da un condottino efferente, lungo 10-12 cm e di 0,2-0,3 cm di diametro, che emerge dalla rete testis e, dopo un breve tratto rettilineo, si avvolge su se stesso più volte. Il condottino che ha costituito il cono vascoloso più alto si spinge in basso decorrendo lungo la superficie dorsale dell’epididimo e ricevendo, lungo il suo decorso, lo sbocco dei condottini dei lobuli sottostanti. Si viene così a formare un unico dotto, il condotto dell’epididimo, che giunge alla coda dell’organo. Questo condotto ha una lunghezza di 4-6 m e decorso molto irregolare nella testa e nel corpo dove descrive delle spirali in cui si infiltra la tonaca albuginea mentre nella porzione terminale della coda è più regolare prima di ripiegare bruscamene e continuare nel canale deferente. I condottini efferenti ed il condotto dell’epididimo presentano strutture diverse:

  • Condottini efferenti: presentano una superficie interna molto irregolare per la presenza di sottili creste formate dall’epitelio. Questo è cilindrico semplice ed in corrispondenza delle creste si fa più alto dove si  possono presentare anche cellule basali di forma poliedrica; la superficie apicale si presenta, nel 30-50% dei casi, ciliata ed in questo caso le cellule hanno citosol più scuro delle altre che invece presentano microvilli adibiti al riassorbimento di circa il 90% del fluido testicolare. La lamina propria, connettivale densa, contiene piccoli fasci di fibrocellule muscolari lisce ed elastiche disposte circolarmente.
  • Condotto dell’epididimo: presenta lume regolare contenente una gran quantità di spermatozoi che qui vengono immagazzinati e completano la loro maturazione. La tonaca mucosa, mantenuta in configurazione ottimale dall’azione di ormoni androgeni, è costituita da uno strato superficiale di cellule cilindriche strettamente giunte tra di loro, con stereociglia e grosso nucleo; e uno profondo di cellule poliedriche a funzione di rimpiazzo. Le cellule cilindriche, grazie all’esteso Golgi, operano sullo sperma un’azione di assorbimento e di secrezione di enzimi ed ormoni. La tonaca muscolare è costituita da fascetti circolari ed è di spessore maggiore verso la coda, la prima parte ha contrazioni peristaltiche continue mentre l’ultima si contrae, molto intensamente, solo in caso di eiaculazione. La tonaca avventizia, di derivazione albuginea, è sottile e fibrosa.

Canali Deferenti

 

I canali, o dotti, deferenti iniziano in corrispondenza della coda dell’epididimo e terminano, dopo aver attraversato il canale inguinale, alla base della prostata, riunendosi con la vescichetta seminale omolaterale per formare il condotto eiaculatore.

Il canale deferente ha una forma regolarmente cilindrica, lunghezza di circa 40 cm, calibro di 2-3 mm, e una consistenza piuttosto dura grazie alla spessa tonaca muscolare di cui è fornito. La superficie esterna risulta liscia e regolare ad eccezzione della parte fusiforme terminale, ampolla deferenziale, i cui appare mammellonata.

Seguendo il suo decorso si può dividere in quattro parti:

 

  • Parte testicolare: origina dalla coda dell’epididimo con un decorso iniziale tortuoso che si fa però ben presto, all’altezza del limite tra testa e corpo dell’epididimo, rettilineo e più distante da quest’ultimo entrando a far parte del funicolo spermatico.
  • Parte funicolare: rappresenta la porzione in cui il dotto deferente decorre all’interno del funicolo spermatico dove occupa una posizione posteriore rispetto ai vasi e ai nervi. Raggiunge così l’orifizio sottocutaneo del canale inguinale entrandovi e lasciando la sacca scrotale.
  • Parte inguinale: la porzione in cui attravesa, con decorso obliquo dall’interno all’esterno e dal basso verso l’alto, il canale inguinale. A livello dell’orifizio addominale di quest’ultimo, il dotto, abbandona le formazioni del funicolo spermatico e decorre nella cavità addominale nel connettivo sottoperitoneale.
  • Parte addominopelvica: uscendo dall’orifizio addominale il dotto descrive una curva a concavità mediale abbracciando i vasi iliaci esterni. Percorre quindi la parete laterale della piccola pelvi diretto in basso, indietro e medialmente costeggiando la faccia laterale della vescica. Giunto a livello della faccia posteriore di quest’ultima incrocia dal davanti l’uretere dirigendosi verso la base della prostata convergendo verso il deferente controlaterale e avendo a lato la vescichetta seminale omoleterale. Quest’ultima parte, ampolla deferenziale, delimita con quella controlaterale il trigono interseminale. Si riunisce quindi, ad angolo acuto, con la vescichetta omolaterale costituendo il dotto eiaculatore.

 

Vascolarizzazione:

  • Arterie: dall’arteria deferenziale che accompagna il dotto deferente durante il suo tragitto. All’ampolla vanno anche rami delle arterie retali superiori e medie e le arterie vescicali inferiori.
  • Vene: si scaricano nel plesso pampiniforme e in quello terminale in quello vescicoprostatico.
  • Linfatici: tributari dei linfonodi iliaci esterni (tratti funicolari e inguinale) ed interni (tratto addominopelvico.

 

Innervazione:

  • Dal plesso deferenziale.

 

Struttura: il canale deferente ha parete molto lunga in relazione all’ampiezza del lume; essa è formata da:

  • Tonaca mucosa: di colorito giallastro, si solleva in pieghe all’interno del lume che scompaiono in distensione  tranne che nella zona ampollare dove sono presenti pieghe anastomizzate permanenti. L’epitelio, che continua quello dell’epididimo, risulta costituito da uno strato di cellule cilindriche superficiali ed uno di cellule poliedriche basali. Tra le cellule cilindriche, con le stesse caratteristiche di quelle del condotto dell’epididimo, sono intercalate cellule ricche di mitocondri con la probabile funzione di acidificare il liquido seminale. Andando verso la parte inguinale le cellule si fanno più basse, scompare lo strato basale e a livello dell’ampolla l’epitelio cilindrico perde anche le stereociglia. La lamina propria è molto spessa è costituita da connettivo denso e fibre elastiche.
  • Tonaca muscolare: molto sviluppata, ha uno spessore di oltre 1 mm, è costituita da fasci di fibrocellule muscolari lisce disposti in uno strato longitudinale esterno, uno circolare medio e uno longitudinale interno; sono presenti numerose terminazioni nervose.
  • Tonaca avventizia: ricca di vasi, è costituita da connettivo denso con abbondanti fibre elastiche e qualche fascetto muscolare longitudinale.

 

Funicolo Spermatico

 

Il funicolo spermatico può essere considerato come il peduncolo del testicolo e risulta formato da un insieme di organi  tenuti insieme da connettivo lasso. Appare come un cordone di consistenza molle, del diametro di circa 1 cm e della lunghezza di circa 14 cm, che si estende dal margine posteriore del testicolo alla cavità addominale del canale inguinale,


dove si risolve nelle varie formazioni che lo costituiscono, può per questo essere distinto in una parte scrotale ed in una inguinale.

Il funicolo spermatico è costituito da:

 

  • Canale deferente e vasi omonimi: che occupano una posizione profonda e posteriore.
  • Arteria testicolare: occupa una posizione profonda e anteriore.
  • Arteria spermatica esterna: in posizione superficiale irrora gli involucri del funicolo.
  • Vene testicolari: raccolgono anche le vene dell’epididimo e costituiscono all’interno del funicolo due grossi plessi, anteriore e posteriore, che anastomizzandosi creano il plesso pampiniforme. Il plesso posteriore sbocca poi nella vena epigastrica, da tutte e due i lati, mentre quello anteriore sbocca a destra nella cava inferiore ed a sinistra nella renale.
  • Vasi linfatici dei testicoli: seguendo l’arteria testicolare si portano ai linfonodi pre e paraaortici.
  • Nervi: rappresentati dal genitofemorale, dal ramo genitale del ramo ileoinguinale e dal plesso testicolare.
  • Legamento vaginale: un’esile cordoncino fibroso.
  • Paradidimo: un organo rudimentale e incostante, costituito da alcuni tubuli avvolti su se stessi.
  • Muscolo cremastere interno: costituito da un gruppo di vascetti disposti intorno al canale deferente ed alle vene.

 

Tutte queste strutture sono rivestite esternamente e tenute insieme da tre tonache:

 

  • Fascia cremasterica o tonaca spermatica esterna: è una sottile lamina connettivale che riveste il funicolo dall’orifizio sottocutaneo del canale inguinale alla sua porzione scrotale.
  • Muscolo cremastere o tonaca eritroide: costituito da fibre striate che si staccano dai muscoli obliquo interno e trasverso dell’addome che rivestono il funicolo nel canale inguinale e, giunte nelle vicinanze del testicolo, si dipartono a ventaglio formando un sacco attorno al testicolo stesso.
  • Tonaca vaginale comuna o tonaca spermatica esterna: costituita da una sottile lamina connettivale elastica che riveste il funicolo per tutta la sua lunghezza.

 

Condotti Eiaculatori

 

I condotti eiaculatori, della lunghezza di circa 2 cm, originano dalla confluenza dell’ampolla del canale deferente con la vescichetta seminale corrispondente e, dirgendosi in basso, in avanti e medialmente; attraversano, per la maggior parte del loro tragitto, il parenchima della prostata, terminando nell’uretra prostatica mediande un piccolo orifizio situato sul  collicolo seminale.

Hanno la forma di coni tronchi molto allungati, iniziando con un diametro iniziale più ampio (seno eiaculatorio) di quello terminale. L’ultimo tratto appare comunque leggermante dilatato (ampolla).

Vascolarizzazione ed Innervazione: come la prostata. Struttura: la sottile parete dei dotti eiaculatori è formata da:

  • Tonaca mucosa: giallastra, si alza in pieghe che invadono il lume e scompaiono in condizione di riempimento. È formata da un epitelio cilindrico semplice che si stratifica all’apice delle pieghe; la lamina propria, sottile, è ricca  di fibre elastiche.
  • Tonaca muscolare: costituita da esili fascetti lisci che decorrono in varia direzione intercalati da fibre elastiche e collagene.
  • Tonaca avventizia: connettivale, si trova solo nella parte iniziale e poi continua con la capsula della prostata.

 

 

Ghiandole Annesse alle Vie Spermatiche

 

Vescichette Seminali

 

Le vescichette seminali possono essere considerate come un diverticolo a fondo cieco dei rispettivi canali deferenziali, e sono due organi ghiandolari, delle dimensioni di 6x2x1 cm e 3-6 ml di capacità, situati nella piccola pelvi fra la base della


vescica e il retto: a causa del loro rapporto con il retto possono essere palpate con l’esplorazione rettale. Essendo tipici organi bersaglio degli ormoni androgeni, risultano molto piccole nel bambino e atrofizzate nel vecchio.

Hanno vorma di cono, appiatito in senso anteroposteriore, con superficie mammellonata e con la base rivolta indietro ed all’esterno e l’apice che si unisce al rispettivo canale deferente. Anteriormente sono applicate alla base vescicale mediante la vascia vescicale ed incrociate dall’uretere. Posteriormente sono invece in rapporto con l’intestino retto da cui sono separate dalla faccia rettovescicale e, più in alto con il cavo rettovescicale di Douglas. Medialmente risultano invece a stretto  contatto con il corrispettivo dotto deferente a cui sono unite mediante tessuto fibroso denso, lateralmente invece traggono rapporti con il plesso venoso prostatico.

 

Vascolarizzazione:

  • Arterie: vescicolodeferenziali, vescicali inferiori, rettali superiori e medie.
  • Vene: scaricano al plesso vescicoprostatico.
  • Linfatici: tributari dei linfonodi ipogastrici.

 

Innervazione:

  • Derivano dal plesso ipogastrico e giungono alle vescichette seminali seguendo i vasi arteriosi.

 

Struttura: ogni vescichetta è formata da un dotto a fondo cieco, lungo 10-15 cm, più volte ripiegato su se stesso e fornito di numerosi diverticoli ampollari e tubulari che si va ad aprire nell’ampolla deferenziale. Il lume anfrattuoso che si viene così a formare risulta pieno di una sostanza giallastra, vischiosa, debolmente basica e ricca di proteine ed altre sostanze. Tale sostanza, secreta dall’epitelio della vescichetta sotto stimolo degli ormoni sessuali, si riversa durante l’eiaculazione nei dotti eiaculatori costituendo la parte principale del liquido seminale che mantiene la motilità e da nutrimento agli spermatozoi. La loro parete è formata da:

  • Tonaca mucosa: giallastra, si presenta reticolata per la presenza di numerose pieghe, è costituita da un epitelio di rivestimento cilindrico semplice con cellule basali di rimpiazzo intercalate. Le cellule cilindriche, dette principali o secernenti, hanno RER e Golgi molto sviluppati e un citosol ricco di vacuoli contenenti una sostanza opaca e giallognola che viene esocitata. La lamina propria è sottile e ricca di fibre elastiche.
  • Tonaca muscolare: abbastanza spessa è formata da uno strato interno circolare ed uno esterno longitudinale; sono molto presenti anche terminazioni nervose con piccole formazioni gangliari.
  • Tonaca avventizia: formata da connettivo ricco di fibre elastiche che invia sottili sepimenti all’interno dell’organo.

 

Prostata

 

La prostata è un organo ghiandolare pari, a forma di castagna, di colorito rossastro e consistenza dura, ha dimensioni 3x4x2, con base superiore ed apice inferiore, è situata tra la base della vescica ed il diaframma urogenitale, dietro la sinfisi pubica e davanti all’ampollaa rettale. Nel bambino è in genere molto piccola e si sviluppa molto verso i 20 anni; nella vecchiaia può andare incontro a ipertrofia, comprimendo l’uretra prostatica e causando problemi alla minzione.

Vi si considerano una faccia superiore, di forma triangolare ad angoli smussati, con base posteriore che risulta incisa nel mezzo dando alla faccia una forma di cuore, anteriormente presenta il punto di penetrazione dell’uretra mentre posteriormente è scavata nell’ilo della prostata, in cui si inseriscono i due dotti eiaculatori. Si ha poi una faccia anteriore convessa ed una posteriore, obliqua in basso ed in avanti, segnata da un lieve solco verticale che divide la prostata in lobo destro e lobo sinistro; l’apice, tronco, circonda l’uretra nel suo punto di uscita dalla prostata. La prostata è contenuta in un involucro fibroso che prende il nome di loggia prostatica.

Lateralmente la prostata è in rapporto con il muscolo elevatore dell’ano ed il plesso venoso vescicoprostatico; anteriormente è invece coperta dal muscolo sfintere striato dell’uretra e corrisponde alla faccia posteriore della sinfisi pubica, cui è unita  da due fasci fibromuscolari (legamenti puboprostatici). Superiormente invece la base della prostata aderisce anteriormente alla vescica mentre posteriormente è in rapporto con le ampolle deferenziali, dietro è in rapporto con l’ampolla rettale ed inferiormente con il diaframma urogenitale.

 

Vascolarizzazione:

  • Arterie: principalmente dalle vescicali inferiori che costituiscono una rete superficiale da cui si dipartono ramuscoli profondi
  • Vene: costituiscono due plessi ai lati della prostata (vescicoprostatici) che poi drenano alle vene iliache interne.
  • Linfatici: formano una rete periprostatica e poi si dirigono ai linfonodi ipogastrici e a quelli del promontorio.

Innervazione:

  • Derivano dal plesso ipogastrico costituendo un ricco plesso prostatico, nella capsula prostatica sono presenti anche terminazioni sensitive e corpuscoli di Pacini.

 

Struttura: è formata da un complesso di circa 30-50 ghiandole tubuloalveolari ramificate che si aprono mediante 15-30 dotti nell’uretra prostatica, prevalentemente nella sua parete posteriore intorno al collicolo seminale. Queste ghiandole, in base alla loro posizione, possono essere divise in un lobo anteriore, formato da piccole ghiandole situato al davanti dell’uretra; un lobo posteriore che si trova tra uretra e dotti eiaculatori e due lobi laterali, destro e sinistro. Ogni ghiandola ha forma conica con base esterna ed è separata dalle contigue da tralci connettivali emanati dalla capsula prostatica. L’epitelio che riveste i dotti escretori è inizialmente cilindrico pluristratificato ma si fa semplice avvicinandosi agli adenomeri dove continua con l’epitelio ghiandolare. Quest’ultimo è cilindrico semplice con cellule basali di rimpiazzo intercalate. Le cellule cilindriche hanno RER e Golgi ben sviluppati da cui migrano vescicole secretorie contenenti il succo prostatico, questo costituiscce il 15-30% del liquido seminale e appare lattescente, leggermente acido e ricco di enzimi e immunoglobuline; l’attività secretoria è regolata dagli ormoni sessuali maschili. Gli adenomeri ed i dotti sono immersi in un abbondante stroma fibroso ricco di fibre elastiche e muscolari lisce che determinano, contraendosi, lo svuotamento dell’organo durante l’eiaculazione.

 

Ghiandole Bulbouretrali

 

Le ghiandole bulbouretrali sono le più piccole formazioni ghiandolari annesse alle vie spermatiche; hanno forma sferoidale (1 cm di diametro) e sono situate ai lati del bulbo dell’uretra, nello spessore del diaframma urogenitale; la porzione bulbouretrale del muscolo sfintere striato dell’uretra le ricopre quasi completamente e ne determina, con la sua contrazione, la spremitura.

Il dotto escretore emerge dalla faccia inferiore di ciascuna ghiandola e si dirige in avanti e medialmente e sbocca nella parte inferiore dell’uretra cavernosa, al limite anteriore della fossa del bulbo.

 

Vascolarizzazione:

  • Arterie: ramo bulbouretrale dell’arteria pudenda.
  • Vene: scaricano al plesso pudendo interno.
  • Linfatici: drenano ai linfonodi iliaci interni.

 

Innervazione:

  • Dal plesso ipogastrico.

 

Struttura: tubuloalveolari composte, sono avvolte da una sottile fascia connettivale contenente fascetti muscolari lisci da cui si dipartono setti che suddividono in lobuli il parenchima. Ciascuno di essi contiene numerosi lobuli ghiandolari i cui dotti si vanno poi a riunire nel dotto principale. Il secreto, mocoso, viene immesso nell’uretra immediatamente prima dell’eiaculazione dove svolge un’attività lubrificante.

 

 

Pene

Il pene, o verga o asta virile è l’organo maschile della copulazione, resa possibile dalle sue capacità erettili; si trova nel perineo anteriore, davanti alla borsa scrotale, è costituita da tre formazioni allungate, il corpo spongioso dell’uretra e i due corpi cavernosi ed è percorso per tutta la sua lunghezza dall’uretra peniena.

Risulta costituito da tre parti:

 

  • La radice: o porzione fissa, situata profondamente nel perineo anteriore, contenuta nella loggia peniena, è diretta in alto ed in avanti ed è costituita dalle porzioni iniziali dei due corpi cavernosi e di quello spongioso dell’uretra  fissati alle due branche ischiopubiche ed al diaframma urogenitale.
  • Il corpo: o parte mobile, completamente rivestito da cute ha allo stato di flaccidità lunghezza media di 10 cm, diametro di 9 cm e pende verticalmente verso il basso tra le due cosce appoggiato alla sacca scrotale, si forma così un angolo di 60° tra il corpo e la radice (angolo del pene). In erezione, il pene, modifica dimensioni e  consistenza,

sollevandosi dallo scroto, avvicinandosi all’addome e prendendo così la direzione della radice annullando l’angolo del pene. Nella faccia inferiore del pene è presente una sporgenza longitudinale determinata dall’uretra.

  • Il glande: che rappresenta l’estremità distale del pene, appare ingrossata e separata dal corpo da un restringimento, il collo del pene. Allo stato di flaccidità esso è completamente ricoperto da una plica cutanea, il prepuzio, che delimita una cavità virtuale col glande, la cavità prepuziale. Di colore roseo-violaceo ha forma di tronco di cono all’apice del quale si ha l’orifizio uretrale esterno, una fessura verticale lunga circa 7 mm. La base è tagliata nella parte inferiore mentre superiormente presenta un contorno accentuato che prende il nome di corona del glande, questa è delimitata dal corpo del pene da un solco, il solco balanoprepuziale o coronario o retroglandare in cui si può accumulare una sostanza caseosa, costituita da sebo e cellule epiteliali desquamate, che prende il nome di smegma. Sulla faccia anteriore è presente un solco che si estende dal meato uretrale esterno al solco balenoprepuziale che da attacco ad una plica cutanea, il frenulo del prepuzio, che impedisce che quest’ultimo si retragga. Il prepuzio è un manicotto cutaneo costituito da un foglietto esterno, diretta continuazione della cuta del corpo, che si riflette, a livello dell’orifizio prepuziale, nel foglietto interno che è in contatto, senza aderirvi, con il glande; durante l’erezione il prepuzio si ritrae fino a scomparire.

 

 

 

 

Il pene è mantenuto nella sua sede da un apparato sospensore costituito da:

 

  • Legamento fundiforme: dipendenza della linea alba, origina 5 cm al di sopra della sinfisi pubica e si porta sino alla faccia superiore del pene dove si sdoppia in due foglietti che lo avvolgono sino a quella inferiore dove si  ricompone per formare il setto scrotale.
  • Legamento sospensore: costituito da un robusto fascio fibroso esteso dalla sinfisi pubica sino alla fascia del pene, nel punto di unione dei due corpi cavernosi.

 

Vascolarizzazione:

  • Arterie: per le formazioni erettili sono date dalle arterie del pene (rami delle pudende interne) ognuna delle quali fornisce due arterie profonde, che decorrono lungo ciascun corpo cavernoso, un’arteria burbouretrale, per il bulbo dell’uretra ed un’arteria uretrale che percorre longitudinalmente il corpo dell’uretra. Agli involucri del pene sono invece destinate le arterie pudende esterne e le dorsali del pene.
  • Vene: formano un plesso superficiale ed uno profondo. Dal primo confluiscono nella vena dorsale superficiale, impari e mediana, situata nello strato sottodartoico e che giunta in prossimità della radice si anastomizza col la rete venosa della parete addominale terminando nella vena grande safena o in una delle femorali. Le vene profonde originano invece dai corpi cavernosi e sono tributarie della vena dorsale profonda, impari e mediana decorre nel solco dorsale coperta dalla fascia peniena raggiungendo il plesso pudendo dopo aver raccolto il sangue di glande, corpi cavernosi e corpo spongioso dell’uretra mediante rami perforanti; nelle vene profonde o centrali che originando dalla parte posteriore dei corpi cavernosi si gettano nelle vene pudende interne e nelle vene uretrali che dopo aver raccolto sangue dal corpo spongioso dell’uretra si gettano nel plesso pudendo.
  • Linfatici: quelli superficiali seguono il decorso dela vena dorsale superficiale e si gettano nei linfonodi inguinali superficiali, quelli profondi invece arrivano agli stessi linfonodi ma seguendo la vena dorsale profonda.

 

Innervazione:

  • Superficiale: nervo spermatico esterno e genitofemorale, perineale superficiale e dirsale del pene. Le terminazioni sensitive sono date da formazioni corpuscolate.
  • Profonda: per gli organi erettili proviene dal nervo pudendo e dai perineali profondi. Hanno anche un’innervazione simpatica, dal plesso ipogastrico, che svolge un’azione vasocostrittrice e una parasimpatica, ad azione vasodilatatrice, che deriva dal plesso sacrale.

 

Struttura: il pene è costituito da formazioni erettili, in grado di aumentare il proprio volume e consistenza in seguito ad un iperflusso sanguigno, avvolti da un complesso di involucri. Le formazioni erettili sono:

  • Corpi cavernosi del pene: pari e simmetrici, in stato di flaccidità sono lunghi 15-16 cm e di 1-1,5 cm di diametro. Originano dalla branca ischiopubica omolaterale apparendo tra loro separati, da qui proseguono in direzione anterosuperiore fino all’angolo sottopubico dove si mettono in contatto mediante le loro facce mediali, separati  solo dal setto del pube, ampiamente fenestrato. Dall’unione dei due corpi cavernosi si determinano due solchi di cui uno dorsale, appena acennato, che è occupato dalla vena dorsale del pene, e uno ventrale molto più profondo

che accoglie il corpo spongioso dell’uretra. Verso l’estremità distale i due corpi cavernosi si assottigliano terminando con un apice smusso ricoperto dal glande. Esternemente i corpi cavernosi sono rivestiti dalla tonaca albuginea che nella parte mediale si fonde con quella controlaterale a formare il setto del pene, è costituita da tessuto fibroso denso ricco di fibre elastiche e collagene che si dispongono in uno strato esterno longitudinale ed uno interno circolare. Internamente alla tonaca albuginea è contenuto il tessuto cavernoso o erettile che è formato da lacune sanguigne separate da trabecole tappezzate da endotelio. Questa spugna sanguigna riceve il sangue da particolari arteriole sinuose (elicine), contenute nelle trabecole, che si dilatano in erezione riversando il  sangue nelle cavernule che vengono poi drenate da venule che risultano, in erezione, occluse. Oltre alle arterie elicine sono presenti nelle trabecole anche arteriole a funzione nutritizia.

  • Corpo spongioso dell’uretra: impari e mediano, di forma cilindrica, è lungo 12-16 cm ed è percorso per tutta la sua lunghezza dalla porzione spongiosa dell’uretra. Inizia nella loggia peniena tra le radici dei corpi cavernosi del pene con una porzione slargata, bulbo dell’uretra, che aderisce, mediante i muscoli bulbocavernosi, alla faccia inferiore del diaframma urogenitale. A livello dell’estremità distale si espande a formare il corpo cavernoso del glande. Anch’esso è rivestito da una tonaca albuginea che risulta più sottile di quella dei corpi cavernosi mentre il tessuto erettile ha le medesime caratteristiche.

Esternamente, in corrispondenza della parte libera del pene, i corpi cavernosi sono rivestiti da:

  • Cute: sottile e mobile sugli strati sottostanti; soprattutto nell’adulto risulta pigmentata in particolare in corrispondenza del rafe che percorre tutta la faccia inferiore lungo la linea mediana. Presenta peli rari e lunghi, soprattutto in vicinanza del pube, con annesse ghiandole sebacee; all’estremità distale si ripiega su se stessa formando il prepuzio passando poi a rivestirne anche la faccia interna dove presenta, soprattutto in corrispondenza del solco balanoprepuziale, le ghiandole di Tyson che producono lo smegma.
  • Sottocutaneo: si divide in due strati che continuano anche nel prepuzio:
    • Tonaca dartos: più superficiale continua con l’analogo strato scrotale, è caratterizzata per la presenza di fibrocellule muscolari lisce che aderiscono al derma.
    • Tonaca sottodartoico: più profondo, costituito da connettivo molto lasso e privo di adipe, rappresenta il piano di scivolamento della cute.
  • Fascia del pene: costituita da una sottile lamina connettivale ricca di fibre elastiche che aderisce abbastanza intimamente all’albuginea dei corpi cavernosi; posteriormente si connette con l’apparato sospensore del pene e con la fascia perineale superficiale mentre in avanti si arresta in corrispondenza del collo del pene.

 

 

Borsa Scrotale o Scroto

 

Lo scroto è un sacco, completamente rivestito di cute, situato sotto la sinfisi pubica, che pende fra la radice delle cosce dietro il corpo del pene, ed è internamente diviso da un setto scrotale che delimita due logge, ognuna delle quali contiene il rispettivo testicolo con l’epididimo e la parte iniziale del funicolo spermatico.

Presenta un’estremità inferiore, slargata e libera, che prende il nome di fondo ed una superiore, o radice, ristretta e adesa alla regione pubica.

Forma e consistenza sono varie, nel bambino è piccolo, globoso e consistente, nell’anziano è piriforme e flaccido; a causa di febbre o malattie può anche nel giovane assumere le caratteristiche che ha nell’anziano, mentre con il freddo tende a ritrarsi. Sulla superficie esterna si trova una sottile cresta longitudinale, il rafe, corrispettivo esterno del setto scrotale, che continua sulla faccia inferiore del pene e, nella parte posteriore, sul perineo fino all’orifizio anale. La faccia anteriore presenta, nel mezzo, una doccia in cui è accolto il pene in stato di flaccidità.

 

Vascolarizzazione:

  • Arterie: dalle pudende esterne e perineali superficiali, agli strati più interni arrivano anche le spermatiche esterne.
  • Vene: seguendo a ritroso le arterie scaricano alle grandi safene, alle femorali o alle pudende interne.
  • Linfatici: fanno capo ai linfonodi inguinali superficiali superomediali.

 

Innervazione:

  • Nervi scrotali anteriori, posteriori ed inferiori. La tonaca dartos ha innervazione parasimpatica e simpatica, mentre il cremastere è innervato da fibre motrici somatiche nel nervo spermetico esterno.

 

Struttura: dall’esterno all’interno è formato da:


  • Cute: sottile ed elastica, molto pigmentata nell’adulto e ricoperta da lunghi peli. Presenta numerose pliche trasversali, che originano dal rafe mediano, che aumentano quando lo scroto si contrae e diminuiscono quando si rilassa. L’epidermide è sottile, con uno strato granuloso e lucido poco sviluppati, e presenta numerosi granuli di melanina negli strati più basali. Il derma, ricco di fibre elastiche, si alza in papille e contiene follicoli piliferi e ghiandole sebacee e sudoripare; nello strato più profondo contiene alcune fibrocellule muscolari lisce.
  • Sottucutaneo: si divide in:
    • Tonaca dartos: superficiale è costituita da esili fascetti muscolari lisci e longitudinali, frammisti a fibre collagene ed elastiche. Continua in avanti con l’analoga del pene ed indietro con quella del perineo.
    • Tonaca sottodartoica: profonda, è costituita da connettivo fibroso lasso che rappresenta il piano di scorrimento della cute.
  • Fasce cremasterica, muscolo cramastere e tonaca vaginale comune: rappresentano la continuazione delle analoghe del funicolo spermatico.

Il setto scrotale infine è composto da tutti gli strati della parete scrotale eccetto la cute.

 

Fonte: http://hostweb3.ammin.uniss.it/documenti/Riassunti_Di_Anatomia.pdf

Sito web da visitare: http://hostweb3.ammin.uniss.it/

Autore del testo: L.Varia

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