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Verga:
(la Prefazione come chiave di lettura de I Malavoglia)
Premessa:
Zola e il romanzo sperimentale:
“In una parola, dobbiamo operare sui caratteri, sulle passioni, sui fatti umani e sociali come il fisico e il chimico operano sui corpi inanimati e come il fisiologo opera sugli organismi viventi”
Il Verismo:
L’approdo al Verismo di Verga
La prefazione a I Malavoglia:
“[…] Esso almeno avrà il merito di essere brevissimo, e di esser storico - un documento umano, come dicono oggi - interessante forse per te, e per tutti coloro che studiano nel gran libro del cuore. Io te lo ripeterò così come l'ho raccolto pei viottoli dei campi, press'a poco colle medesime parole semplici e pittoresche della narrazione popolare, e tu veramente preferirai di trovarti faccia a faccia col fatto nudo e schietto, senza stare a cercarlo fra le linee del libro, attraverso la lente dello scrittore. Il semplice fatto umano farà pensare sempre; avrà sempre l'efficacia dell'essere stato, delle lagrime vere, delle febbri e delle sensazioni che sono passate per la carne”.
Perché “impersonale”: perché lo scrittore non interviene mai in prima persona
Perché “regredito”? Perché racconta regredendo alla condizione mentale, culturale e ideologica, psicologica e linguistica dei suoi personaggi. E’ un narratore popolare, mimetico
Verga racconta la storia filtrandola attraverso i modi di pensare e di esprimersi degli abitanti di Aci Trezza.
A narrare le vicende del romanzo è il coro degli abitanti di Aci Trezza
Cfr Lettera al Farina: prefazione alla novella L’amante di Gramigna:
“[…] che la mano dell'artista rimarrà assolutamente invisibile, allora avrà l'impronta dell'avvenimento reale, l'opera d'arte sembrerà essersi fatta da sé, aver maturato ed esser sòrta spontanea, come un fatto naturale, senza serbare alcun punto di contatto con l’autore, alcuna macchia del peccato d'origine”.
“probabilmente”: anche nella scienza si procede per congetture
“…irrequietudini… perturbazione…”: rimandano a una tendenza al giudizio (vs. “studio sincero e spassionato”)
Nonostante tutto, il giudizio morale negativo del Verga è stato pronunciato. Verga non riesce a realizzare pienamente il canone dell’impersonalità
(secondo capoverso della prefazione a I Malavoglia)
Nel ciclo dei Vinti (desunto da Zola) Verga si propone di studiare il desiderio di progresso
colto in una progressione scientifica (da realtà sociali più semplici a realtà umane più complesse)
(l’unico ad essere consapevole del suo “essere vinto”)
“Nei Malavoglia non è ancora che la lotta pei bisogni materiali. Soddisfatti questi, la ricerca diviene avidità di ricchezze, e si incarnerà in un tipo borghese, Mastro-don Gesualdo, incorniciato nel quadro ancora ristretto di una piccola città di provincia, ma del quale i colori cominceranno ad essere più vivaci, e il disegno a farsi più ampio e variato. Poi diventerà vanità aristocratica nella Duchessa di Leyra; e ambizione nell'Onorevole Scipioni, per arrivare all'Uomo di lusso, il quale riunisce tutte coteste bramosie, tutte coteste vanità, tutte coteste ambizioni, per comprenderle e soffrirne, se le sente nel sangue, e ne è consunto”.
Vinti = sono coloro che vengono travolti dal cammino incessante e febbrile dell’umanità per raggiungere la conquista del progresso ( = benessere economico + avanzamento sociale)
Contenuto de I Malavoglia:
La concezione del progresso in Verga:
In Verga vi è una concezione pessimistica del progresso. (concezione antiprogressista)
“Il cammino fatale, incessante, spesso faticoso e febbrile che segue l'umanità per raggiungere la conquista del progresso, è grandioso nel suo risultato, visto nell'insieme, da lontano”.
“Solo l'osservatore, travolto anch'esso dalla fiumana, guardandosi attorno, ha il diritto di interessarsi ai deboli che restano per via, ai fiacchi che si lasciano sorpassare dall'onda per finire più presto, ai vinti che levano le braccia disperate, e piegano il capo sotto il piede brutale dei sopravvegnenti, i vincitori d'oggi, affrettati anch'essi, avidi anch'essi d'arrivare, e che saranno sorpassati domani”.
Gesualdo è un vinto sul piano economico e su quello degli affetti. Per la roba rinuncia a Diodata e nella roba non ha l’affetto della moglie e della figlia
Roba: febbre di guadagno, mito negativo e corruttore, forza disumanizzante, entra nel mondo campagnolo e ribalta i principi morali dei personaggi. Vivere per la roba significa, per Verga, vuoto e solitudine
(Cfr. Novelle rusticane, La roba)
Lotta: termine darwiniano che Verga eredita dal Positivismo
Coi colori adatti: introduce il problema della lingua
Il suo è un “italiano colorato” che reca l’impronta del dialetto siciliano e della struttura sintattica del parlato popolare
NB: Quando Verga passerà al Mastro-don Gesualdo, l’indagine psicologica si farà più raffinata e comparirà il monologo interiore
Intertestualità: Renzo e Lucia ne I promessi sposi parlano come i borghesi dell’Ottocento: è mai possibile?
La scelta linguistica e stilistica (canone dell’impersonalità, narratore = coro degli abitanti di Aci Trezza) spiega anche il fiasco editoriale de I Malavoglia.
L’incipit del romanzo sorprende e spiazza il lettore. Le località, i riferimenti spaziali non sono descritti e contestualizzati, ma citati come se il lettore fosse un abitante del luogo.
Il lettore è conservatore: preferisce il narratore che “spiega”, il narratore onnisciente (Manzoni). All’inizio de I Malavoglia, il lettore fa una gran confusione. E’ infatti un romanzo corale
Intertestualità:
Aci Trezza: estraneità al mondo e alla storia, vita rituale, mondo alternativo, valori positivi (= sentimenti miti e semplici che tengono legati gli abitanti a loro paese come l’ostrica allo scoglio)
NATURA = innocenza, “i campi”, valori positivi, eroi positivi, sentimenti generosi (cfr Jeli il pastore)
STORIA = mondo, vita sociale, logica economica, sfruttamento crudele (cfr Rosso malpelo), roba come forza disumanizzante (cfr. La roba)
Nella raccolta di novelle Per le vie, il motivo della roba è inserito in un ambiente cittadino. La roba diviene la forza corruttrice degli umili nella città (Milano). A farne le spese sono soprattutto le figlie del popolo. Cinismo e disumanizzazione indotti dal progresso borghese
Fonte: https://laeterza.files.wordpress.com/2011/01/verga-appunti.doc
Sito web da visitare: https://laeterza.files.wordpress.com/
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