Courbet vita opere biografia

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Courbet vita opere biografia

Il 1848 rappresenta, per tutta l'Europa, l'anno delle grandi e sanguinose sommosse popolari. I moti di Parigi ne costituiscono uno degli esempi più drammaticamente emblematici. Molte delle manifestazioni parigine del '48 vengono sanguinosamente represse. In questo contesto complessivo di grandi fermenti politici e sociali anche l'ARTE attraversa una sorta di CRISI di identità. Di fronte ai nuovi fatti accaduti, al sangue versato sulle barricate del '48, alle condizioni di vita misere e depravate dei ceti popolari più bassi, l'artista non sembra potersi più nascondere fuggendo nel mondo incantato della mitologia o dello storicismo romantici. In pittura non si vuole più ingannare proponendo soggetti falsi o inconsistenti, ma si cerca di documentare la realtà nel modo più distaccato possibile, quasi analitico. In FRANCIA, in modo particolare, il REALISMO si sviluppa come metodo scientifico per indagare la realtà, spiegandone le contraddizioni e le miserie senza esserne però coinvolti emotivamente. Il primo ed unico FINE DELL'ARTISTA, infatti, sarà quello di annotare minuziosamente le caratteristiche del mondo che lo circonda, astenendosi il più possibile da qualsiasi giudizio di tipo soggettivo.
Il CAPOSTIPITE indiscusso del REALISMO PITTORICO FRANCESE è Jean-Désiré-Gustave-COURBET. Naque il 1819 a Ornans da una famiglia contadina benestante, conduce i primi studi presso il piccolo seminario della cittadina natale. Principalmente studia e frequenta il Louvre dove copia, studia i pittori fiamminghi e anche quelli che appartengono alla cultura tonale, cioè i veneziani. Per fare ciò si trasferisce a Parigi. Nel 1870 viene nominato delegato per le belle arti a Parigi. Courbet si considera un ANTI-ACCADEMICO, significa che vuole cancellare tutta l’arte classica poichè la ritiene non adeguata ai tempi. L'artista abbandona qualsiasi riferimento storicistico concentrandosi sui piccoli fenomeni del quotidiano, registrati con l'impersonale distacco di un osservatore oggettivo e ribadendo che il proprio scopo è quello di fare “dell'arte viva” esaltando “l'eroismo della realtà”. Realismo è un linguaggio degli intellettuali perché è molto complesso, e c'è bisogno di conoscenza acuta e profonda della realtà.
LO SPACCAPIETRE

Prodotto nel 1855.
Questo dipinto fu rifiutato al salon e quindi Courbet decide di metterlo nel PADIGLIONE DEL REALISMO, un padiglione creato dall'artista stesso che serviva ad accogliere i suoi dipinti respinti dalla giuria. Courbet rappresenta un manovale intento a frantumare dei sassi per ricavarne ciottoli di dimensioni inferiori. Il soggetto è molto diverso da quelli ai quali ci aveva abituato la pittura accademica del tempo,trattandosi, come scriveva lo stesso artista, di una “pittura senza storia”. È un tema SOCIALE perché mette in risalto le condizioni di miseria in cui vivevano i lavoratori. Ecco allora i pantaloni strappati, le toppe sulle maniche della camicia, il panciotto strappato sotto l'ascella,i calzini bucati al tallone e il pasto misero. A sinistra, sotto un cespuglio, vi sono anche una pentola e mezzo filone di pane, evidente accenno a quello che sarà il povero pasto dello spaccapietre. Nel libro, posto all'uscita del padiglione del realismo, luogo nel quale era contenuto il dipinto, un critico d'arte scrisse “si prega il signor Courbet di gentilmente rammentare la camicia e di lavare i piedi ai suoi spaccapietre”
L’ATELIER DEL PITTORE

 Realizza questo dipinto per presentarlo al salon di Parigi, però viene rifiutato dalla giuria, quindi l'artista ritira l’opera e lo presenta, lo stesso anno, nel Padiglione del Realismo.  La scena è ambientata in uno studio, nello studio dell’artista. Questo studio era un punto di incontro per letterati, amici e sostenitori del Realismo. Al centro è presente un autoritratto, è l’artista stesso e sta dipingendo un paesaggio di Ornans con un cielo estremamente realistico e anti convenzionale. Questo paesaggio è osservato da un bambino che sembra uscito dal paesaggio stesso. Questo bambino rappresenta La Verità e questo perchè l'artista vuol dirci che questa è semplice e innocente. A fianco al bambino vi è una modella nuda che stringe sul petto un drappo bianco. Dietro alla tela c’è un manichino che sembra il Cristo o un San Sebastiano, questa figura è simbolo della disprezzata arte accademica. Vi è un teschio che è appoggiato su una copia del giornale parigino che si chiama “giournal de debats”. A sinistra sono rappresentate le classi sociali che vivono ai margini della società: operai,saltimbanchi e balordi. Hanno tutti la testa mestamente reclinata e l'atteggiamento pensoso. Nei loro volti senza sorriso si legge il pesante fardello della vita e dei suoi dolori. A destra sono invece i sogni e le allegorie. Tra queste l'amore, la filosofia e la letteratura, alle quali Courbet ha imprestato i volti di vari amici e conoscenti. Quello seduto in primo piano a sinistra è un bracconiere e fissa lo sguardo su un cappello piumato e fissa anche la mandola, uno strumento musicale. Inoltre, è rappresentato un pugnale buttato a terra. Questa NATURA MORTA simboleggia un ROMANTICISMO SUPERATO. A fianco del bracconiere c’è una donna irlandese che allatta il bambino e questa rappresenta la MISERIA, alludendo alla CRISI ECONOMICA che aveva colpito l’Irlanda a metà del 19 secolo. All’estrema sinistra quello con la barba appare un rabbino, mentre sullo sfondo c’è un mercante che offre una stoffa a un benestante seduto, quel benestante è il nonno dell’artista che faceva il viticoltore. Dietro al nonno è dipinto un pagliaccio con cappello a due punte. Poi, vi è un prete cattolico,un operaio con le braccia incrociate, un becchino e una prostituta. A destra ci sono gli intellettuali, la nobiltà e Baudelaire sta leggendo seduto sul tavolo, vicino a lui  una coppia di eleganti collezionisti che sono in visita allo studio. Sotto i piedi di questi signori è raffigurato un bambino che disegna, è il simbolo dell’approccio ingenuo e non condizionato dalle convenzioni scolastiche al problema della figurazione. Quello che è seduto sullo sgabello è uno scrittore che si chiama Champfleury che segue con attenzione il pennello di Courbet. In fondo vi è un filosofo anarchico, Proudhon è stato colui che ha influenzato il pensiero rivoluzionario dell’artista. Courbet dà una lettura realistica della nuova società che sta nascendo. È un’OPERA che vuole RAPPRESENTARE e CONDANNARE tutti i GENERI RADICATI DALL'ACCADEMIA: paesaggio, natura morta, ritratto,nudo. È un’opera grande perché è un quadro di DENUNCIA. Colori cupi, luce diffusa dà un senso di MISTERO.

Fonte: http://www.cli06.altervista.org/110114_ParrellaRealismoCourbet.doc

Sito web da visitare: http://www.cli06.altervista.org

Autore del testo: Parrella

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