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MANET(Parigi, 23 gennaio 1832 – Parigi, 30 aprile 1883)
Principale esponete tra i pittori di Batignolle, borghese viaggiatore, esempio di continuità tra passato e presente. È conosciuto come il padre dell'Impressionismo, sebbene egli stesso non abbia mai voluto essere identificato col gruppo degli Impressionisti, né partecipò mai alle loro esposizioni. Questo perché, per tutta la vita, preferì avere un riconoscimento ufficiale davanti allo Stato mediante l'ammissione al Salòn, e non "attraverso sotterfugi", come lui stesso affermò.
Dèjeuner sur l’herbe (1863 – Parigi)
Opera scandalo della produzione pittorica di Manet. Definita come una copia indecente del “Concerto Campestre” di Giorgine. Un insulto ala tradizione rinascimentale e un’offesa alla morale borghese del tempo. È invece la rappresentazione di una nuova realtà etica e artistica dove il nudo si intromette nel naturale corso degli eventi sconvolgendo la quotidianità.Colazione sull'erba è un dipinto ad olio su tela di cm 208 x 264 realizzato tra il 1862 ed il 1863.È conservato al Musée d'Orsay di Parigi.Il quadro venne esposto al Salon des Refusés nel 1863, dopo essere stato rifiutato al Salon ufficiale, provocando uno scandalo. L'accoglienza non fu, infatti, delle più miti: numerosi critici considerarono l'opera volgare, trattandosi di nudi femminili in libertà in compagnia di giovanotti borghesi. Ma non fu solo il soggetto a sollevare lo sdegno degli osservatori: anche la modernità nello stile, dal punto di vista cromatico e compositivo, venne aspramente criticata a Manet.Il quadro raffigura una colazione in un bosco, nei pressi di Argenteuil, dove scorre la Senna. In primo piano vi è una donna nuda che guarda verso il pittore, comodamente adagiata su un panno azzurro, probabilmente una parte delle vesti di cui si è liberata. La modella è Victorine Meurent, che posò anche per la figura di donna sullo sfondo, la quale è intenta a bagnarsi nel fiume. I due giovani in primo piano, vestiti elegantemente, sono Gustave Manet (fratello del pittore) e lo scultore olandese Ferdinand Leenhoff, amico di Manet. Nell'angolo in basso a sinistra, giacciono i vestiti delle donne e la colazione da cui l'opera prende il titolo.Nonostante l'impianto compositivo sia di matrice classica, l'utilizzo di abiti moderni gettò scandalo, perché sembrava spogliasse l'opera d'arte dei suoi contenuti elevati. Anche la differenza proporzionale tra la donna sullo sfondo e la barca ormeggiata alla destra venne considerata un'imperizia da parte del pittore: in realtà i morbidi contrasti cromatici e l'utilizzo della prospettiva aerea in chiave moderna inscrivono l'opera nei capolavori del XIX secolo.
Olympia (1863 – Parigi)
Secondo grande scandalo sulla falsa riga di Ingres, “Grande odalisca”, e Goya, “Maja desnuda”. Accusato di scarsa inventiva tematica, Manet si difende ammettendo l’esistenza di fonti culturali passate ma cariche di innovazioni mai vista prima. (Contrasto cromatico con distacco violento). Come aveva già fatto nella Colazione sull'erba, Manet reinterpretò un altro capolavoro dell'arte rinascimentale, la Venere di Urbino di Tiziano, in Olympia, un nudo che richiama anche le prime fotografie da studio. La donna raffigurata è magra, contro la moda del tempo che preferiva una donna "in carne", considerata più attraente. Olympia, raffigurata in una posa classica, scioccò anche per il modo in cui il soggetto sembra guardare negli occhi l'osservatore (sguardo di sfida), mentre la cameriera di colore porge un mazzo di fiori da un presunto corteggiatore. Ma il motivo principale per cui il dipinto fece scalpore, era la rappresentazione di una donna sul "posto di lavoro" in quanto prostituta (Olympia era infatti un nome molto diffuso tra le prostitute), aspetto sottolineato dal nastrino di raso nero al collo della donna, tipico delle prostitute del tempo. Anche se la mano sinistra copre il pube, il riferimento al pudore e alla tradizionale virtù femminile è ironico. Il pittore dipinge la donna di colore per creare uno spazio piu "normale" in quanto la presenza di una donna bianca,avrebbe conferito allo spazio una tonalità troppo "pulita,ideale",troppo chiara insomma. La figura in questione inoltre si può inscrivere in un triangolo simile a quello creato dalle piega del lenzuolo del letto sulla parte bassa a sinistra in cui l'olympia è l'asse che separa specularmente queste figure.
Monet che dipinge sulla sua barca (1874 – Monaco di Baviera)
Esempio di pittura en plein air, non privilegiata dall’artista, che ritrae il pittore, collega e amico di Manet, mentre dipingeva sulla sua barca-studio al fianco della moglie Camille, sulla Senna nei pressi di Argenteuil,è un dipinto ad olio su tela di cm 80 x 98 realizzato nel 1874. L'amicizia fra i pittori nel periodo dell'impressionismo è un elemento importante del successo di questa corrente artistica. Nei pressi di Argenteuil, un piccolo borgo lungo la Senna, Manet osserva il suo amico Monet che si sta allontanando nella sua barca che per qualche ora sarà il suo studio di pittura in plein air. L'acqua del fiume Manet la dipinge con i colori freschi e le pennellate leggere che caratterizzano i dipinti di Monet.È questo uno dei non molti dipinti all'aperto di Manet che preferiva dipingere nel suo studio a differenza degli impressionisti con cui il pittore simpatizzava ma con i quali non volle mai essere confuso.Il quadro è conosciuto anche con il nome Monet che dipinge nel suo atelier, allusione ironica all'importanza attribuita dagli impressionisti alla pittura all'aperto, a contatto con la natura.
Il bar alle Folies-Bergère (1881 – Londra)
È un Manet moderno che dipinge questo quadro, esposto al Salon con enorme successo. L’artista ha reso la transitorietà della nostra vita con pennellate veloci di colori illuminanti, capaci di cogliere il lato epico della pittura. Viene rappresentata una realtà quotidiana colta sul momento ampliata dalla presenza di uno specchio che riflette, filtrando, quello che l’occhio del pittore non poteva vedere. Viene ripresa una scena del quotidiano. Gioco di riflessi dato dallo specchio, che crea un effetto di grande luminosità. Non c'è il chiaroscuro, come del resto non c'è in molte opere impressioniste, le ombre sono date dal colore. Le persone riflesse sullo specchio sono create con l'uso sapiente di utilizzare pennelate veloci che ripropongono esattamente l'ambiente della sala. La fonte di luce che inonda il dipinto è data dai lampadari della sala.
L’evasione di Rochefort (1881 – Zurigo)
Manet non si limitò solo a dipingere momenti di vita quotidiana, ma dimostrò un interesse specifico per gli eventi contemporanei. Qui è rappresentata la fuga di Rochefort, sostenitore della Comune di Parigi riuscito a fuggire con un gruppo di compagni in una barca a remi.
Il pifferaio(1866 – Parigi)
Il pifferaio (in francese Le Joueur de fifre) è un dipinto ad olio su tela di cm 168 x 98. Il soggetto è ispirato alla figura del pifferaio della banda della Guardia Imperiale: alcuni notano una certa somiglianza dei tratti del viso con il figlio del pittore, Léon.Il tema del quadro, così come la postura del personaggio, s'ispirano esplicitamente ai ritratti di nani e buffoni precedentemente realizzati da Diego Velázquez. La composizione, invece, richiama le stampe giapponesi, per la sua semplicità e per il netto risalto della figura sullo sfondo uniforme.Il rifiuto del Pifferaio al Salon di Parigi del 1866 sarà l'occasione per il giovane autore Émile Zola di pubblicare un articolo che fece molto scalpore su L'Événement, nel quale prendeva le difese del quadro. L'anno successivo, Zola arrivò perfino a consacrare uno studio critico e biografico molto dettagliato a Édouard Manet, al fine di permettere la "difesa ed illustrazione" della sua pittura, che qualificava come "solida e forte" e l'associava - forse a torto - al Naturalismo.
Fonte: http://unitiresistiamo.altervista.org/Manet.doc
Sito web da visitare: http://unitiresistiamo.altervista.org
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