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MASACCIO: LA VITA E LA FORMAZIONE ARTISTICA
Masaccio, insieme a Brunelleschi e Donatello, fu il fondatore del Rinascimento.
Il suo nome di battesimo era Tommaso di Ser Giovanni di Mone Cassai, ma passò alla storia conosciuto come Masaccio.
FORMAZIONE
Nel 1401 Masaccio Nacque a San Giovanni Valdarno (Arezzo) e la sua formazione artistica e culturale avvenne a Firenze, dove la famiglia si trasferì, dopo al morte del padre, già forse nel 1417.
Questa città u molto importante per la formazione dell’artstia, infatti l’ambiente fiorentino del tempo era pieno di stimoli artistici di ogni tipo.
L’artista frequentò la bottega dell’artista Masolino, che, essendo più anziano di lui, era ancora legato alla tradizione gotico-bizantina.
OPERE
SANT’ANNA METTERZA
Sant'Anna Metterza, è un dipinto a tempera su tavola databile al 1424-1425 e conservato alla Galleria degli Uffizi di Firenze.
Questo dipinto venne commissionato per la Chiesa fiorentina di Sant’Amborgio dai Bonamici, una ricca famiglia di tessitori
ARTISTI
Questa tavola testimonia la collaborazione tra Masaccio e Masolino. È facilmente identificabile il contributo che Masolino diede all’opera per lo sfondo oro, caratteristica della tradizione bizantina.
ANALISI DESCRITTIVA
Il dipinto rappresenta la Madonna in trono con il bambino e Sant’Anna, messa come terzo personaggio(da cui l’appellativo “metterza”), circondati da cinque angeli.
ANALISI COMPOSITIVA E COLLABORAZIONE TRA
MASACCIO E MASOLINO
Il gruppo centrale della Madonna col Bambino, eseguito da Masaccio, si distacca nettamente dal resto del dipinto che è opera di Masolino.
Questa differenziazione è sottolineata dal trono cubico in cui s’inseriscono le due figure più importanti.
DIFFERENZE
Le figure di Masolino rimangono più appiattite rispetto a quelle di Masaccio che raggiungono invece una piena tridimensionalità e sono caratterizzati anche da un attento studio degli effetti della luce, che mettono in evidenza le pieghe del vestito della Madonna.
ESEMPI
Si può ad esempio notare che la mano sinistra di Sant’Anna tesa in avanti a protezione del bambino, risulta priva di un braccio al quale congiungersi realisticamente. Inoltre non risulta ancora sufficientemente approfondito lo studio anatomico, infatti manca la rappresentazione della gamba sinistra, della quale non si riesce a percepire neanche l’esatta collocazione.
sembra attaccata al vestito, per l’assenza di volume;
Al contrario la tridimensionalità dell’immagine del bimbo Gesù è sottolineata dal movimento del braccio, che egli porta alla bocca.
CACCIATA DI ADAMO ED EVA DAL PARADISO TERRESTRE
La Cacciata dal Paradiso Terrestre venne dipinta dal Masaccio nel 1425 per la cappella Brancacci in Santa Maria del Carmine a Firenze(si trova nel transetto destro della chiesa).
ANALISI COMPOSITIVA
Masaccio raffigura i due personaggi con volumetrie massicce, modellandone realisticamente i corpi con grande uso di chiaroscuro.
ANALISI INTERPRETATIVA
Vengono rappresentati Adamo ed Eva, nel momento in cui sono cacciati dall’Angelo di Dio dal Giardino dell’Ede, in seguito all’episodio del peccato originale, in cui i due aveva disobbedito a Dio, mangiando la mela che Dio aveva proibito loro.
ESPRESSIVITÁ
La grande espressività vuole esprimere il dolore e il rimpianto dei due personaggi:
- Adamo à trattiene l’urlo e le lacrime, coprendosi con le mani la testa ripiegata in avanti.
Inoltre ella si copre gli attributi femminili con le mani: questo gesto è tratto dall’episodio della Bibbia. I due, usciti dalla dimensione divina del paradiso, entrano in quella umana e per questo provano il nuovo sentimento della vergogna e del pudore, mai provato prima.
Il brano da cui la raffigurazione prende ispirazione è quello della Genesi à Gen 3,9-13
La drammaticità della scena non è temperata da alcun altro elemento, infatti il paesaggio del mondo al di fuori dell’Eden si riduce a delle rocce isolate.
PAGAMENTO DEL TRIBUTO
La scena del Pagamento del tributo di Masaccio è considerata una delle più alte espressioni dell'arte di Masaccio, databile al 1425 ed eseguita in 32 "giornate".
ANALISI INTERPRETATIVA
L’episodio raffigurato narra la scena di Gesù che, circondato dagli Apostoli, viene fermato all'ingresso della città di Cafarnao da un gabelliere che gli chiede un tributo; allora egli indica a Pietro un lago dove sulla riva troverà un pesce che nella gola ha una moneta d'argento, che l’Apostolo porgerà poi al gabelliere.
RITRATTO
Emblematico è nel gruppo degli apostoli la figura a destra, vestita di color vinaccia, che appare molto ben definita nei lineamenti, che secondo alcuni potrebbe trattarsi dell'autoritratto di Masaccio, mentre altri lo indicano come possibile ritratto del committente Felice Brancacci.
ANALISI DESCRITTIVA E COMPOSITIVA
La scena è suddivisa in 3 sequenze temporali, infatti si può notare che alcuni personaggi(il Gabelliere, San Pietro,…) sono ripetuti più volte.
PRIMA SCENA
Il gruppo centrale mostra Gesù, al centro, che indica a Pietro la riva del lago, attorniati dai dodici apostoli, mentre davanti a loro, di spalle, il gabelliere manifesta chiaramente la sua richiesta di denaro allungando la mano aperta e indicando con l'altra la porta cittadina.
SECONDA SCENA: ESPRESSIVITÁ
A sinistra della raffigurazione Pietro è piegato espressivamente a raccogliere la moneta dal pesce dopo aver appoggiato la toga a terra (notare la disposizione così realistica e espressiva delle gambe dell'apostolo).
TERZA SCENA
A destra infine si vede Pietro che consegna, con una certa solennità, la moneta al gabelliere.
ANALISI COMPOSITIVA
PROSPETTIVA
Nonostante in un unico spazio siano rappresentati i tre momenti della vicenda, Masaccio riesce a creare uno spazio reale unificato da una prospettiva unica.
La prospettiva è caratterizzata in particolare da:
La prospettiva è quindi unica ed ha il punto di fuga dietro la testa di Cristo.
LUCE
Un altro importante elemento unificante è costituito dalla luce, la cui fonte è a destra, affinché potesse sembrare proveniente dalla finestra che era posta a lato dell’opera.
La luce permette un maggior realismo e volume, grazie all’effetto del chiaro-scuro.
REALISMO
Si può notare un grande realismo nella scena, sia nei volti dei personaggi, sia nel paesaggio raffigurato in secondo piano.
ESPRESSIVITA
L’artista sottolinea le espressioni meravigliate degli apostoli, rimarcando l’espressività dei volti.
I personaggi infatti sono meravigliati del fatto che il gabelliere non esiti a far pagare il tributo perfino a Gesù. Sono ancora più sorpresi, inoltre, quando odono la richiesta di Gesù a Pietro, che obbedisce solo grazie alla sua grande fede.
VOLTI
I volti sono rappresentati con grande dignità d è evidente che lo scopo di Masaccio non era sottolineare la bellezza estetica dei personaggi, bensì quella morale.
TRINITÁ
La Trinità è un affresco conservato nella terza campata della navata sinistra della basilica di Santa Maria Novella a Firenze e databile al 1426-1428.
Si tratta dell'ultima opera conosciuta dell'artista, prima della morte avvenuta a soli 27 anni.
ANALISI INTERPRETATIVA E DESCRITTIVA
Al centro della scienza è raffigurato Dio Padre che sorregge Gesù crocifisso e tra i due viene interposta la colomba, simbolo dello Spirito Santo. Dunque viene rappresentata tutta la Trinità.
I personaggi santi sono inseriti all’interno di un’architettura costituita da un’arcata classica, con una volta a tutto sesto e una copertura a cassettoni.
ANALISI COMPOSITIVA
DUE PROSPETTIVE
La scena è il risultato di due costruzioni prospettiche sovrapposte:
-una per l'architettura, disegnata con un punto di vista dal basso ,
-una per le figure, sono impostate su un punto di vista più rialzato.
Questo secondo punto di vista prospettico corrisponde all'altezza dei committetti, che alludono al tempo attuale e alla vita.
Le figure sacre sono in un livello un po' più alto, perchè appartengono alla sfera del divino, ma rientrano nella stessa prospettiva.
SCHEMA PIRAMIDALE
Lo schema della composizione è piramidale e culmina con la figura di Dio Padre.
Tutti i personaggi si inseriscono in questo schema geometrico e seguono proporzioni perfette.
ASSENZA GERARCHIA FORMALE
Non è presente la gerarchia formale, infatti, nonostante si dispongono secondo un ordine gerarchico, i personaggi sacri non sono più grandi, ma hanno le stesse dimensioni di quelli umani, rappresentati dai committenti.
DIVERSI GRADI DELL’ESSERE
Nell’affresco sono presenti i diversi gradi dell'essere: si passa dalla morte (lo scheletro sul sarcofago in basso) all'uomo (i due committenti rappresentati al di fuori della struttura architettonica. Uno di questi era Domenico di Lenzo) ai personaggi santi (Madonna e San Giovanni), a Cristo, a Dio Padre, che è opposto alla morte.
SCHELETRO
Alla base è collocato un altare marmoreo, sotto il quale si trova uno scheletro giacente con la scritta "Io fu già quel che voi sete: e quel chi son voi ancor sarete". La scritta allude simbolicamente alla transitorietà delle cose terrene.
Fonte: http://www.clp08.altervista.org/110110_ChelliMasaccio.doc
Sito web da visitare: http://www.clp08.altervista.org
Autore del testo: Chelli
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