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Caravaggio occupa un posto di primo piano tra i pittori che hanno provocato una rivoluzione, una rottura nelle teorie e tecniche artistiche del suo tempo. Il suo destino particolare - una gloria precoce, una fine prematura, solitaria e miserabile - contrappone, come avviene nelle sue grandi tele, ombre e luci; il crudo realismo nell'interpretazione degli episodi religiosi, e la forza del gusto tenebroso hanno suscitato, quando il pittore era ancora vivo, aspre critiche e grandi entusiasmi. Si è così formata un'immagine leggendaria e romanticamente semplificata dell'artista, tramandata di generazione in generazione per tre secoli. Soltanto ai nostri giorni, con la rivoluzione del barocco, le ricerche degli storici italiani e stranieri - primi fra tutti Hermann Voss, Lionello Venturi, Roberto Longhi, René Jullian - hanno sensibilmente modificato il giudizio sull'opera del pittore. Per quanto riguarda la biografia, gli storici dell'arte hanno corretto o precisato molti punti essenziali della sua vita. Di natura violenta, impulsiva, girovago impenitente, provocatore di risse, sempre pronto a metter mano alla spada: i documenti conservati negli archivi non ci lasciano alcun dubbio in merito alla sua indole. Ebbe influenti protettori e amici fedeli che non poterono però evitare le tragiche vicende degli ultimi anni della sua vita.
La vita
Se l'ultimo periodo della vita di Caravaggio è conosciuto, poco si sa degli anni della formazione. Nato a Caravaggio, appartiene a una famiglia stimata e abbastanza agiata: suo padre è architetto e intendente del marchese di Caravaggio. La sua vocazione deve essersi manifestata molto presto, poiché già nel 1584 entra come allievo nella bottega del pittore bergamasco Simone Peterzano, allievo di Tiziano. Dodici anni dopo ripara a Roma, dove lavora presso Giuseppe Cesari (il cavalier d'Arpino [1568-1610]), pittore specializzato nelle composizioni di fiori e frutta, nonché pittore di temi religiosi. Si avvale di alcuni protettori, come per esempio il cardinale Del Monte, che lo alloggia nel suo palazzo e gli commissiona nature morte. Ma gli episodi della vita dell'artista durante questi primi anni romani rimangono oscuri. Nel 1597 gli viene chiesto di dipingere alcune tele per la cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi (Vocazione e martirio di San Matteo, San Matteo e l'angelo) che lo rendono celebre e contestato. Di quest'ultima opera dovrà fornire una nuova versione, poiché era stata giudicata volgarmente irriverente. Da allora e fino al 1606, la storia di Caravaggio è costellata da vari avvenimenti che si sovrappongono. Da un lato realizza numerose opere di notevole importanza che sottolineano la fecondità e la potenza creativa: tra il 1600 e il 1601 Caravaggio dipinge la Crocifissione di San Pietro e la Conversione di San Paolo (Santa Maria del Popolo, Roma); nel 1604 la Madonna dei pellegrini o di Loreto (Sant'Agostino, Roma); nel 1605, la Morte della Vergine (museo del Louvre, Parigi), rifiutata dai religiosi di Santa Maria della Scala e acquistata invece dal duca di Mantova, su consiglio del giovane Rubens. Sin dal 1604, nel Libro della pittura, Karel Van Mander include Caravaggio tra i pittori celebri. Ma nello stesso tempo, a partire dal 1603, si succedono senza interruzione denunce alla polizia, risse, processi: nel 1605 Caravaggio si rifugia a Genova, dopo aver ferito un cancelliere in tribunale. Nel maggio del 1606, un duello si conclude tragicamente: l’artista, ferito, uccide il suo avversario ed è costretto a fuggire, prima a Palestrina e poi nell’Italia meridionale. Comincia allora una vita da fuggiasco, in cui si alternano successi e sventure. Nel 1607 si reca a Napoli dove esegue per chiese e conventi alcuni capolavori: la Flagellazione di Cristo (San Domenico Maggiore, Napoli), le Sette opere di misericordia. A Malta, ove giunge all'inizio del I608, il ritratto del gran maestro Alof de Wignacourt (Louare) gli vale altre ordinazioni, in particolare il grande «notturno» della Decollazione di san Giovanni Battista(duomo di La Valletta). Caravaggio è accolto nell'ordine dei Cavalieri, ma notizie provenienti da Roma. riguardanti i motivi del suo esilio, provocano un'inchiesta e quindi la fuga del pittore... In autunno si reca in Sicilia. dove, spostandosi da una città all’altra lascia numerosi esempi del suo genio: il Seppellimento di Santa Lucia, eseguito a Siracusa per l’omonima chiesa; la Resurrezione di Lazzaroe l’Adorazione dei pastori oggi esposte al museo di Messina; una Natività (oratorio di San Lorenzo a Palermo). Ritornato a Napoli nell’ottobre del 1609, è aggredito e gravemente ferito. Nel contempo i suoi protettori romani si adoperano per ottenergli la grazia. Ancora convalescente si imbarca nel luglio del 1610 per lo Stato pontificio. Arrestato per errore alla frontiera di Porto Ercole e liberato due giorni dopo, vaga lungo le spiagge alla vana ricerca della barca che lo aveva trasportato lì. Colpito dalla febbre, si spegne in una locanda, in solitudine, qualche giorno prima che fosse annunciata l’approvazione della domanda di grazia.
L'opera
Recentemente, l'evoluzione della carriera clamorosa e tormentata del pittore è stata definita con maggior precisione. Le grandi opere romane si inquadrano tra il periodo giovanile, ricco e contrastato, e il periodo del profondo rinnovamento artistico, interrotto dalla sua morte improvvisa. Il primo periodo romano è dominato dall'influenza del realismo popolare e dal luminismo lombardo-veneto della seconda metà del XVI secolo (Peterzano, i Campi, Lattanzio, Gambara, ecc.) Caravaggio dimostra la padronanza perfetta della tecnica realista. Giovanni Pietro Bellori ha scritto: «Per lui non vi è nulla di meglio che seguire la natura: non vi è tratto che non sia eseguito direttamente secondo un modello vivente». Nature morte di fiori e frutta, pittura di genere (suonatori di liuto, indovine, musicisti, bevitori e bari e quel Bacco sensuale e melodico esposto agli Uffizi), soggetti sacri su sfondi paesaggistici (Riposo nella fuga in Egitto, esposto a Roma nella galleria Doria Pamphili), pongono in evidenza la genialità dell'artista, la cui ambizione non supera però il «ritratto» di personaggi. A partire dalle opere realizzate per San Luigi dei Francesi, si rivelano intendimenti più elevati, con la creazione di un nuovo stile. La composizione semplice e potente, la volgarità grandiosa degli atteggiamenti e dell'espressione, l'ardita interpretazione realistica degli episodi religiosi (il corpo gonfio di Maria, simile a quello di un corpo annegato, rappresentato nell'opera la Morte della Vergine, i piedi sporchi dei pellegrini, in primo piano nel dipinto la Madonna di Loreto), l'incisività dell'illuminazione artificiale, che sottolinea violentemente i rilievi, i colori vivaci (i rossi) sugli sfondi scuri, sono i mezzi tecnici caratteristici dell'arte caravaggesca, che affermano il genio innovatore di un artista pienamente cosciente delle proprie possibilità. Ma la pittura degli anni successivi si fa sempre più incerta, sfuggente, misteriosa: il fremito della luce, proveniente da fonti moltiplicate, la disposizione dei personaggi, il vuoto inquietante dei grandi spazi pieni d'ombre (Decollazione di san Giovanni Battista) creano un'atmosfera poetica e quasi fantastica, nuova e ossessiva. Se Caravaggio fosse vissuto più a lungo, sarebbe divenuto un altro Rembrandt? Sembra che l'interpretazione di Caravaggio e della sua collocazione storica abbiano compiuto sensibili progressi. Parlare di realismo e di tenebrismo non è più sufficiente per definire questo grande e geniale pittore. Infatti i brani di vita popolare e gli effetti dei suoi «notturni» sono caratteristici di tutta la pittura della fine del XVI secolo, e in particolare dell’Italia del Nord, nell'opera di artisti di primo piano quali Bassano e perfino Tintoretto. L'originalità di Caravaggio consiste nell'uso della luce per affermare la pienezza delle forme e dei volumi, ma anche per drammatizzare i personaggi più umili. Soprattutto questo aspetto eroico ha colpito l'attenzione degli storici dell'arte contemporanei: quest'arte plastica, espressiva, diretta, che esprime un sentimento semplice e profondo della vita umana, rispondente alle aspirazioni della Controriforma. Tale arte non è necessariamente iconoclastica: l'influenza di Michelangelo è spesso percettibile nella pittura del suo giovane omonimo. E la reazione umanista dei Carracci contro gli artifici del manierismo è più affine, che non contraria, al caravaggismo.
La fortuna
L'enorme successo ottenuto da questa pittura dimostra che corrispondeva alle esigenze e agli ideali del tempo. Il caravaggismo si manifesta come un fenomeno internazionale fin dal suo primo apparire, e si diffonde in tutta Europa grazie agli artisti girovaghi che transitano da Roma. Questa corrente artistica annovera in Italia diverse personalità, tra le quali vanno ricordate, tra il 1600 e il 1610, le figure di Bartolomeo Manfredi (1580 c.a - 1624), Carlo Saraceni (1585 c.a - 1620), Giovanni Battista Caracciolo (1570 ca - 1637) che contribuisce a diffondere il nuovo stile a Napoli, Orazio Borgianni (1578 - 1616) che lo introduce in Spagna. Seguaci del caravaggismo saranno anche artisti olandesi e fiamminghi come Karel Van Mander (1548 - 1606) e alcuni pittori francesi, come Jean De Boullongne, detto Valentin. Con la successiva generazione e durante i primi due terzi del secolo, cioè attorno al 1630, il caravaggismo si diffonde in tutta Europa; ma anche i pittori che, come i fratelli Carducho (di origine italiana), a causa della loro formazione accademica, considerano questa corrente pittorica come l’opera dell’anticristo della pittura, devono pur riconoscere il valore universale del suo insegnamento. La scuola pittorica ispano-italiana di Napoli, guidata da Ribera, la scuola di Siviglia con Zurbarán, quella della Linguadoca di Tolosa rappresentata da Nicolas Tournier (prima del 1600 - dopo il 1660), la scuola della Lorena con Georges de La Tour, il gruppo olandese di Utrecht con Gerard Van Honthorst (1590 - 1656) ed Hendrik Terbrugghen (1588 - 1629) sono i maggiori interpreti del caravaggismo: poche rivoluzioni pittoriche hanno avuto una tanto grande risonanza. |