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L’uomo primitivo viveva di caccia e di raccolta dei frutti spontanei. Egli viveva un rapporto con l’ambiente di tipo religioso e panteistico. Per questo motivo le prime rappresentazioni dell’uomo sono scene di caccia, forse per non offendere l’animale-dio, che andava ad uccidere o forse per augurarsi una buona caccia.
Quando l’uomo primitivo fece le grandi scoperte dell’allevamento del bestiame e dell’agricoltura, dovette rapportarsi con il cambio della stagioni e divenne vitale per lui conoscere il periodo adatto per la semina. E così l’uomo costruì i primi monumenti con lo scopo di interpretare le stagioni e gli uomini con maggior prestigio presso molte popolazioni erano i sacerdoti, che sapevano interpretare il volere degli dei e che sapevano leggere il cielo. Le conoscenze dell’uomo preistorico sull’astronomia erano notevoli: Numerosi sono gli allineamenti di pietre, che identificano il luogo di nascita del sole agli equinozi e tra questi il più famoso è Stonohenge in Inghilterra, che risale al 2000 a.C..
La vita in Egitto era regolata sul sole (RA) e sul Nilo. Era di primaria importanza conoscere l’inizio delle esondazioni del Nilo, che depositava sulle terre allagate il limo, fertilizzandole. L’Universo per gli egizi è una scatola rettangolare, orientata come il Nilo da Nord a Sud, con al centro l’Egitto e con il cielo piatto e sostenuto da quattro colonne.
Il calendario aveva tre stagioni: innondazione, inverno ed estate e l’anno era diviso in dodici mesi di trenta giorni ognuno. I 5 giorni mancanti erano aggiunti alla fine come festivi.
La Mesopotamia fu la culla dell’astrologia, perché i sacerdoti interpretando i segni, potevano dominare il tempo e gli influssi degli astri..
Il mondo aveva la forma di scatola chiusa con la terra nel fondo e al centro un montagna innevata, da cui sorgeva il fiume Eufrate.
I popoli mesopotamici elaborarono un calendario basato sul ciclo lunare di dodici mesi e di 354 giorni. Quando veniva accumulato un ritardo di trenta giorni, veniva aggiunto un mese in più. Correlata alle fasi lunari era la settimana, i cui giorni venivano designati con il nome del sole, della luna e dei cinque pianeti conosciuti.
Con gli Ebrei la nascita del mondo ha una nuova notazione: la creazione non più opera del caos, avviene per opera della parola di Dio. Il mondo è positivo, perché è immagine di Dio, e così anche l’uomo. Dal punto di vista religioso era molto importante santificare le feste e identificare l’inizio del novilunio e così era necessario un calendario molto preciso. Il calendario è sia solare, sia lunare.
Il popolo greco eccelse nella filosofia, nelle scienze nella matematica e nell’ordinamento civile.
Per i greci non basta osservare ciò che accade nella realtà circostante e nell’universo e poi descrivere i fenomeni, ma occorre spiegare, perché avvengono questi fenomeni e risalire alle cause, che li hanno prodotti. Tra i molti filosofi greci che cercarono la causa degli eventi (tra cui Talete, Anassimandro e Anassimene) particolarmente importante è la figura di Pitagora, che sosteneva che l’essenza ultima delle cose è il NUMERO. I numeri sono visti come ripetizione e gioco di elementi fondamentali, che disponendosi in mondi diversi, danno origine a tutte le cose esistenti al mondo.
Ci sono dieci corpi celesti sferici perfetti: nove visibili (terra, sole, luna, i cinque pianeti e la volta delle stelle fisse) e uno invisibile o anti-terra. Tutto deve avere un movimento circolare e uniforme. I cinque pianeti non sono più gli erranti, ma si muovono in circolo.
Eudosso di Cnido concepì un sistema complesso di sfere omocentriche, con al centro la terra. Ogni sfera trascinava la sfera più interna.
Per Aristotele tutto l’universo si muove verso un dio, che è il motore immobile, che attira verso di se e muove il mondo, pur rimanendo immobile.
I greci misurarono la distanza tra terra, sole e luna (Aristarco di Samo) e il raggio della terra, concepita come sfera (Eratostene)
Tolomeo scrisse il libro “Composizione matematica”, conosciuto come “Almagesto”, in cui espone sistematicamente tutte le conoscenze matematiche e astronomiche dell’epoca, spiegando tutti i fenomeni allora conosciuti, tra cui alcune irregolarità del movimento lunare e degli altri pianeti (utilizzando gli epicicli).
Gli arabi ritenevano l’astronomia una scienza fondamentale, perché attraverso essa si mostra l’organizzazione dell’universo e quindi il potere di Dio. E’ inoltre di somma importanza determinare l’inizio del Ramadan e la posizione della Mecca, verso cui il credente si prostra nella preghiera. I calcoli astronomici erano precisissimi.
Nel Medioevo cristiano Dio e gli angeli muovono l’Universo. La teoria tolemaica è accettata nel suo complesso. Con la nascita dell’università la teoria tolemaica viene però discussa, perché viene studiata la precessione degli equinozi e si cerca di spiegare la differenza di movimento tra il moto veloce del sole e della luna e il movimento lento delle costellazioni tra loro. Viene così aggiunta un’altra sfera e poi anche un cielo immobile l’Empireo. Comunque la terra è al centro non sostenuta da niente, se non da Dio, e tutto il resto è in moto perpetuo. Le sfere sono mantenute in moto dagli angeli o “beati motori”.
Durante il Rinascimento, Nicolò Copernico realizzò l'importante lavoro di un sistema eliocentrico (non fu il primo a proporre l'ipotesi di un sistema con al centro il Sole, ma di certo il primo ad argomentare in maniera scientifica la sua teoria). Copernico fu ispirato dall’osservazione dell’esplosione di una supernova, evento rarissimo, che però indicava che l’universo non era immutabile. Il suo lavoro fu difeso, sviluppato e corretto da Galileo Galilei e Keplero. Quest'ultimo fu il primo astronomo a fornire leggi che descrivessero correttamente i dettagli del movimento dei pianeti intorno al Sole, anche se non comprese le cause fisiche delle sue scoperte, la cui comprensione fu in seguito merito di Newton che elaborò i principi della meccanica celeste e la legge di gravitazione universale, che eliminava del tutto la distinzione tra i fenomeni terrestri e celesti. Ma fu Galileo Galilei che applicò per primo il metodo scientifico all’osservazione dei fenomeni celesti e grazie all’uso del cannocchiale egli potè vedere le lune di Giove, le evoluzioni della macchia rossa di Giove e altri fenomeni celesti, che non potevano essere spiegati con la teoria geocentrica.
Solo molto dopo si scoprì che le stelle sono oggetti molto lontani, e, con l'avvento della spettroscopia fu provato che esse erano sì, simili al Sole, ma differenti quanto a massa, temperatura e dimensioni. Con l'avvento della spettroscopia fu infatti possibile studiare la natura fisica degli astri, che portò all'astrofisica, ovvero alla fisica applicata allo studio dei corpi celesti.
L'esistenza della nostra galassia, la Via Lattea, e la comprensione che essa fosse un ammasso isolato di stelle rispetto al resto dell'Universo, fu provata solamente nel XX secolo, assieme alla scoperta dell'esistenza di altre galassie. Molto presto, grazie all'utilizzo della spettroscopia, ci si accorse che molti oggetti presentavano spettri spostati verso il rosso rispetto a quanto ci si attendeva. Questo era spiegabile solo con l'effetto Doppler, che fu interpretato come una differenza di moto negativa, ovvero di allontanamento rispetto al nostro pianeta. Venne formulata allora la teoria dell'espansione dell'Universo.
La cosmologia, una disciplina che ha larghi settori in comune con l'astronomia, ha fatto enormi passi in avanti nel nostro secolo, con il modello del Big Bang, supportato da prove sperimentali fornite dall'astronomia e dalla fisica, come l'esistenza e le proprietà della radiazione cosmica di fondo, la Legge di Hubble e lo studio dell'abbondanza cosmologica degli elementi chimici
Fonte: http://veneziani.altervista.org/Frisi_2008-2009/Comuni/Scienze/materiali/GLI%20ANTICHI%20ASTRONOMI.doc
Sito web da visitare: http://veneziani.altervista.org/
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