I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
Premessa
Cos’è l’oratorio?
Questa potrebbe sembrare una domanda stupida, ma in realtà la risposta non è affatto univoca. Per qualcuno l’oratorio è il luogo dove poter intrattenere i ragazzi con i più tradizionali giochi, “l’importante è che non stiano per strada”; per qualcun altro è il luogo dove si fa catechesi e si celebra qualche liturgia, “perché oratorio significa luogo dove si prega”; per altri ancora … “è qualcosa di più complesso”. In effetti l’oratorio non può ridursi né a sala giochi, né ad aula di catechismo, ma evidentemente è qualcosa di più. Che cosa? Sicuramente un ambiente educativo. Può sembrare un’espressione riduttiva, ma queste due parole esprimono l’essenza dell’oratorio.
L'oratorio è un ambiente educativo voluto e inventato Don Bosco. Egli desiderava una casa che accogliesse, che evangelizzasse e che educasse alla vita nei suoi più vari aspetti: dalla cultura al teatro, dalla musica allo sport e al tempo libero. Spazi aperti, luoghi di ritrovo e di svago, chiesa, scuola, teatri, ma soprattutto...giovani, tanti giovani. Sono i giovani, infatti che animano l'oratorio e lo dimensionano secondo la loro allegria. Quando vennero a presentare a don Bosco il locale che egli stava cercando per poter realizzare il suo primo oratorio, i proprietari erano convinti che lui volesse fare “un laboratorio per i suoi ragazzi”. Lui subito ne corresse la frase: “Non un laboratorio, ma un ORATORIO! ”
Così nacque il primo oratorio della storia moderna. Personalmente dico che questo scambio involontario di nomi fu in un certo senso “azzeccato”, perché gli oratori di oggi si avvicinano molto all’idea di essere dei “laboratori” di proposte, che fanno bene alla vita di fede e alla crescita di un ragazzo. Attraverso la proposta di varie esperienze, l’oratorio diventa veramente quel “laboratorio” dove vengono messi insieme gli ingredienti per la crescita globale di un ragazzo. Una persona per crescere ha bisogno di spazi, di tempi e di esperienze; ha bisogno di persone coetanee con cui misurarsi, e adulti da cui prendere spunto; ha bisogno di mettersi alla prova, di accorgersi delle sue potenzialità.
La Soluzione Vincente
Don Bosco riusciva a creare un ambiente cristiano proprio perché educando si metteva Dio al primo posto, proprio perché gli animatori erano cristiani sul serio e tutti erano convinti che la Comunione frequente e la Confessione fossero elementi essenziali per una vita di grazia.
Era poi anche un ambiente gioioso, in quanto compresero che la santità consiste nello stare molto allegri e nell’esatto adempimento dei propri doveri.
«Io voglio insegnarvi un metodo di vita cristiano che sia nello stesso tempo allegro e contento, additandovi quali siano i veri divertimenti e i veri piaceri, così che possiate piacere a Dio e dire con il profeta Davide:
“Servite il Signore nella gioia”»
Una missione giovane, con i giovani e per i giovani, un itinerario simpatico e allegro alla scoperta di ciò che vale… questo è Oratorio !!!
Per oratorio s’intende quel luogo educativo ecclesiale che accoglie e cura la formazione dei ragazzi, degli adolescenti e dei giovani, offrendo loro opportunità e spazi necessari per una crescita umana e cristiana. Così come dice Don Bosco, ”bisogna aiutare i ragazzi a crescere come onesti cittadini e buoni cristiani”
L’oratorio esige:
• Un ambiente che consente l’aggregazione, facilita l’incontro, esprime la vitalità giovanile;
• Un progetto educativo, con diversificate proposte atte ad aggregare i giovani, in rapporto alla loro diversa situazione di vita e di fede;
• Una responsabilità educativa aperta ed accogliente di una comunità cristiana, che si esprime in un gruppo di adulti e giovani credenti, che, insieme con il loro sacerdote, si fanno carico della conduzione e della concretizzazione delle proposte.
L’oratorio non è solo un ambiente destinato ai giovani ma costruito da loro con l’aiuto degli educatori. I giovani, perciò, non parteciperanno alla vita dell’oratorio in modo marginale, ma ne esprimeranno il volto più genuino, diventando così primi soggetti della vita dell’oratorio.
Cosa vuol dire animare?
ANIMARE VUOL DIRE
mettersi a servizio dei ragazzi per aiutarli a crescere,
servire gli altri perché sono più importanti di me.
Così si sviluppa, si perfeziona e si mette in pratica quella grande capacità che è dentro ciascuno di noi e che ci apre alla bellezza della vita: la capacità di amare. Ciò significa avere due importanti caratteristiche: - avere raggiunto un certo grado di maturità, o almeno impegnarsi per raggiungerla; -stare con i ragazzi, conoscerli il più possibile e amarli per poterli capire.
Siamo tutti uguali?
Tra tutti i ragazzi che vogliono essere animatori ci sarà sicuramente chi è più favorito dalla propria indole e riuscirà con più facilità a fare l'animatore e chi, invece, si dovrà impegnare molto; ci sarà chi è più abile con i ragazzi delle medie e chi con i bambini delle elementari; chi è bravo ad organizzare e chi a realizzare;…
Questa è la ricchezza di essere un gruppo numeroso di animatori: possedere una varietà di qualità e di doni da investire per riuscire meglio a coinvolgere tutti i ragazzi e a promuovere valori ed ideali.
Queste qualità sono diverse per ognuno di noi, sono tutte molto importanti, ma difficilmente una singola persona le possiede tutte. Solo mettendosi insieme, come nelle migliori squadre, si riesce a completarsi a vicenda e a superare gli inevitabili limiti che ognuno di noi, singolarmente, possiede.
Tutti possono essere animatori?
L’animatore è solo chi è disposto a percorrere determinate strade. Se qualcuno non lo è, si autoesclude dal gruppo degli animatori e anche se vi rimanesse diventerebbe un peso negativo per tutti.
Tutti possono essere animatori e tutti possono non esserlo, dipende dalla propria responsabilità.
E’ una scelta personale!!!
L’animazione, questa illustre sconosciuta
Perché è importante il gioco in oratorio
Il gioco non è solo un modo per riempire la domenica pomeriggio o i momenti liberi.
Il gioco è un’attività fondamentale, indispensabile per la crescita e lo sviluppo di ogni ragazzo.
• Nel gioco il ragazzo prende coscienza del proprio corpo, dei propri limiti e delle proprie possibilità, anche le più nascoste.
• In un clima di trasparenza il ragazzo “tira fuori” la sua vera personalità, ciò che veramente è (“nel gioco si conoscono i ragazzi”, diceva Don Bosco), libera tutte le sue passioni.
• Attraverso il gioco costruisce rapporti con coetanei, impara a stare con gli altri, assume liberamente un ruolo di rispetto nei confronti del gruppo di cui fa parte.
Il gioco è educazione.
• Per il ragazzo il gioco è vita: come vive il gioco così si atteggia di fronte alla vita (occorre allora insegnargli a giocare bene).
• Attraverso il gioco il ragazzo fa suoi i grandi ideali della vita: la lealtà, la generosità, l’onestà, ecc.
• Attraverso il gioco il ragazzo accresce lo spirito di sacrificio, lo spirito di squadra, il gusto dell’impegno, la capacità di iniziativa, l’assunzione del rischio.
• Il gioco favorisce lo sviluppo della fantasia, della creatività, dell’espressone, della comunicazione del ragazzo.
• Il gioco consente al ragazzo di imparare a stare con gli altri, rispettando delle regole.
Il gioco nelle varie età
Per l’evoluzione del ragazzo il gioco assume valenze diverse a seconda del periodo che sta vivendo.
Indicativamente i vari passaggi della crescita sono questi:
5-6 anni = imita le azioni dei grandi, gioca più “accanto” agli altri che “con” loro, compete, assume ruoli, capisce di dover giocare bene e senza liti;
6-7 anni = imita macchine, animali, quindi l’imitazione entra nel regno della fantasia, magari sotto l’influsso dei mezzi audiovisivi;
7-9 anni = collauda nel gioco le esperienze di vita sociale: bisogno di qualificarsi dentro il gruppo, difendere i suoi diritti, senso di rispetto, è solidale con il gruppo. Accetta le prime regole, il suo ruolo. Scopre che può imporre ai più piccoli e deboli la sua autorità e i suoi giochi, lancia sfide di abilità. Contemporaneamente ammira i più grandi e più forti, cerca di qualificarsi davanti a loro.
10-12 anni = tempo del gioco sociale, diminuisce l’egocentrismo; raggiunge una coscienza sempre più chiara di sé, delle sue doti e possibilità, ma si abitua a tenere conto degli altri. Nei grandi giochi collettivi rispetta le regole con piena coscienza e si qualifica fra i compagni per il valore fisico, intellettuale e morale.
12-14 anni = è capace di giochi di squadra con sacrificio proprio e scambi con gli altri, ha spirito di gruppo; è sensibile al richiamo dell’avventura e dell’eroe, è un modo per proiettarsi nel mondo adulto che ora lo attrae.
Cala l’interesse per molti giochi ed aumenta quello per lo sport, per gli hobbies che prefigurano lavori e attività da adulti. Le ragazze si indirizzano in genere verso giochi di intelligenza, di immaginazione, di esercizio verbale, piuttosto che in giochi più movimentati e violenti.
Identikit dell’animatore
Quali sono le caratteristiche, le qualità che un animatore dovrebbe possedere (o cercare di conquistare)?
Abbiamo cercato di rispondere a questa domanda, ecco cosa è emerso.
Responsabilità: l'essere coscienti che altri dipendono da noi ci impegna a fare attenzione al comportamento, alle parole, alle scelte nostre e degli altri. I genitori ci affidano i loro figli e si fidano di noi. Non deludiamoli!
Coerenza: i ragazzi ci osservano sempre. Si trovano disorientati se noi non siamo costanti negli atteggiamenti perché non riusciamo ad essere credibili. Non possiamo pretendere che essi facciano quello che non riusciamo a fare noi.
Spirito di servizio: non stiamo dimostrando la nostra "bravura", ma dobbiamo servire in modo gratuito e generoso i ragazzi e la comunità. Al centro non siamo noi, ma gli altri.
Entusiasmo: è l'ingrediente indispensabile perché il nostro servizio abbia effetto. In ogni momento (gioco, attività, impegno, preghiera,...) cerchiamo di esprimere la voglia di fare in pienezza e al meglio.
Voler bene: il nostro modo di fare deve esprimere sempre un atteggiamento di apertura verso tutti, anche verso i meno simpatici. Essere animatore è desiderare di stare con i ragazzi e voler loro bene.
Essere di esempio: i ragazzi hanno bisogno di persone da poter imitare, hanno bisogno di leader; anche a questo servono gli animatori. Attenzione, allora, a come ci muoviamo, a come parliamo!
Dobbiamo essere i primi ad accogliere e vivere le varie esperienze!
Umiltà: non crediamoci già arrivati. Forse è più quello che impariamo dai ragazzi di quello che possiamo offrire. Inoltre dobbiamo saper accogliere volentieri quello che i più esperti ci dicono, sia in positivo che in negativo. C’è sempre bisogno di imparare.
Conoscenza: dobbiamo conoscere almeno un poco, anche a livello teorico, i ritmi, le esigenze, i problemi specifici dell'età dei ragazzi. Questo ci favorisce nell'aiutare, nel valorizzare e correggere i singoli individui.
Unità tra animatori: in ogni situazione è importante essere di esempio ai ragazzi e dimostrare la bellezza e il valore dell'unità. Non è facile. Ma bisogna aiutarsi!
Ascoltare: l'animatore deve capire quando fare i suoi interventi rispettando i piccoli e lenti passi che compie il ragazzo. Non bisogna dargli la pappa pronta né abbandonarlo a se stesso.
Pregare: sembra strano, ma fare l'animatore significa anche pregare per i ragazzi. Provare per credere!
Pazienza: l’animatore deve essere paziente, cercare sempre di mantenere la calma e il controllo in tutte le situazioni.
Saper programmare: un buon animatore improvvisa il meno possibile. Bisogna essere preparati, altrimenti il fiasco è dietro l’angolo.
Perseveranza: bisogna tenere duro, soprattutto quando svolgere il proprio servizio costa fatica. Mollare proprio nei momenti difficili non aiuta certo a crescere! E poi, ricordate sempre: non siete soli!
Come preparare un gioco
Ecco qui una serie di utili consigli su come scegliere e preparare un gioco per i ragazzi in oratorio:
• Preparare in precedenza il programma dettagliato dei giochi, in relazione al numero dei partecipanti, al luogo dove si effettueranno, alla finalità che ci si prefigge di raggiungere.
• Non arrivare mai all’ultimo momento e improvvisare il gioco: sarebbe un fiasco assicurato.
• Non lasciare scegliere il gioco ai ragazzi: sceglierebbero sempre e solo il calcio o altri pochi giochi.
• Pensa ai ragazzi a cui è diretto il gioco: età, temperamento, gruppo misto, numero, nervosismo, stanchezza…
• Pensa al luogo in cui si svolge il gioco: cortile, prato, bosco, spiaggia, …
• Pensa alla finalità del gioco: collaborare, sviluppare le capacità del singolo, partecipazione di tutti, interessi.
• È importante essere ben sicuri delle regole da comunicare ai partecipanti.
• Avere tutto il materiale ben disposto prima… non creare intervalli che distoglierebbero attenzione e clima, magari facendo costruire il materiale stesso ai ragazzi.
• Variare molto i giochi, avendo cura di non presentare giochi simili.
• E i giochi ad eliminazione? Quali soluzioni per coinvolgere gli eliminati?
Ma dove potete trovare gli spunti, le idee per proporre sempre qualcosa di originale e nuovo? Beh, sicuramente la vostra mente può essere un buon punto di partenza (i giochi si possono inventare). Ma anche altre fonti come i libri o Internet sono molto utili. L’importante è utilizzarle con intelligenza, non semplicemente scopiazzando tutto, ma adattando i giochi alle vostre esigenze. Ecco qui un paio di link che potranno esservi utili:
http://mio.discoremoto.virgilio.it/gruppopimco
http://www.igiochidielio.it
Come spiegare un gioco
Dopo aver preparato un gioco, che si fa? Ma lo si spiega, naturalmente!!! Ecco qualche utile dritta:
• Far sedere i ragazzi possibilmente vicino al luogo i cui si giocherà. In ogni caso, fare in modo che abbiano il sole alle spalle.
• Lanciare il titolo
• Iniziare la spiegazione seguendo questi passaggi:
o Evidenziare subito lo scopo del gioco
o Far vedere il campo di gioco e la disposizione delle squadre, dal vivo o utilizzando un cartellone
o Dire le regole partendo dalle più importanti
o Utilizzare il minor tempo possibile, per evitare di stancare o innervosire i ragazzi.
o Presentare in modo entusiasmante e con fantasia.
o Utilizzare solo parole semplici e facilmente comprensibili
o Badare di avere attenzione da parte di tutti, rivolgendosi a coloro che tendono a distrarsi.
o Lasciare la possibilità delle domande, ma solo dopo aver concluso la spiegazione.
o Indicare chiaramente il tempo di gioco (soprattutto se si tratta di un gioco a tempo).
o Fare sempre una prova al termine della quale si possono aggiungere delle regole accessorie per correggere eventuali errori.
Come dirigere un gioco
E dopo la spiegazione? Beh, è venuto finalmente il momento di giocare. Coraggio, allora, ecco qui qualche altro utile consiglio per come arbitrare (eh, già, serve anche quello).
Conoscere le regole del gioco
• devono essere poche e chiare;
• tutti gli animatori devono conoscere le stesse;
• fare attenzione a quei giochi che tutti sanno: spesso si conoscono con regole leggermente diverse;
• è utile immaginarsi prima lo svolgimento del gioco ipotizzando quali possano essere le situazioni che si potrebbero verificarsi e quali problemi insorgere.
Si lavora a squadra
• tutti gli animatori devono partecipare al gioco: come arbitri, come giocatori nelle squadre, assistendo i giocatori eliminati ...;
• bisogna organizzarsi e dividersi i ruoli (chi gioca, chi arbitra...);
• i diversi arbitri devono avere compiti specifici, precisi, semplici e chiari;
• uno solo è colui al quale spetta la decisione finale: gli altri collaborano con lui;
• gli animatori devono essere l'anima del gioco, fare in modo che si svolga nel clima e nello stile giusto e non rovinarlo con polemiche e comportamenti infantili.
Non arbitrare da triglia bollita
• ci vuole fermezza e decisione;
• ci saranno situazioni impreviste che vanno affrontate senza tentennamenti e senza pensarci troppo;
• interrompere e far riprendere il gioco con un fischio forte e deciso;
• comunicare le proprie decisioni con voce forte ed in maniera semplice, così che tutti sentano e capiscano;
• non cambiare cento volte idea dopo che si è scelto.
Non avere la testa tra le nuvole
• attenzione massima al gioco;
• molte sono le tentazioni che possono distrarci: un amico/a con cui parlare, un pensiero per la testa…;
• la cosa che più distrae e fa sbagliare è la paura di aver precedentemente commesso un errore: bisogna continuare sereni come se non fosse successo nulla.
Non transigere
• si ha il dovere di essere giusti prima che clementi: i ragazzi sapranno apprezzare la nostra fermezza se sapremo condirla con una goccia di dolcezza;
• tutti i giocatori devono rispettare le regole;
• non vanno accettate scorrettezze, furbate, prese in giro, parolacce, grossolanità …;
• riprendere i giocatori senza umiliarli davanti ai compagni
• pretendere obbedienza e rispetto dagli altri arbitri, animatori e giocatori.
Non arrabbiarsi mai
• mantenere la calma ed il controllo (non è facile perché i ragazzi conoscono 1000 modi per farla perdere);
• intervenire con eleganza e con pazienza, pronti a rispiegare le regole qualora non fossero state capite da tutte ed incoraggiando a rispettarle;
• non arrabbiarsi per le critiche (non riuscirete mai a fare contenti tutti!) ma rispondere con tranquillità, sdrammatizzando con una battuta e sorridendo.
F.B.L. (ossia "far ballare l’occhio")
• occorre avere un occhio sveglio, capace di avere davanti tutta la zona di gioco;
• scegli una posizione che ti permetta di vedere bene e di vedere tutto;
• segui il più possibile il gioco ma senza essere di intralcio alla azione.
Sempre con te
• un fischietto ... da usare bene ed il minimo indispensabile
• un orologio ... per sapere quando si fa tardi;
• quello che serve per il gioco... e che ha il potere straordinario di non trovarsi o di venire dimenticato proprio quando serve.
Non si ha sempre ragione
• la fine della partita è il momento giusto per ammettere gli errori commessi e per dare le giuste spiegazioni;
• è inutile ed addirittura controproducente intestardirsi nel non riconoscere uno sbaglio.
Tutti devono giocare
• ogni ragazzo non deve essere solo spettatore ma attore protagonista;
• coinvolgere ogni giocatore nel vivo del gioco in modo che partecipi attivamente e si diverta;
• complimentarsi ed incoraggiare, cercando di avere una parola buona per ognuno.
E concludiamo con qualche consiglio generale sui giochi:
• Interrompete il gioco prima che i ragazzi si stanchino di giocarci. Può sembrare “crudele”, ma la cosa migliore è fermarsi quando ancora l’entusiasmo sembra alto tra i fanciulli/e.
• Il gioco non deve esaltare i vincitori, non siamo ad una competizione sportiva.
• Se vi capita di essere inseriti in qualche squadra per giocare, non dimenticate, siete animatori: quindi metteteci impegno, ma senza perdere di vista che l’importante non è vincere, ma che tutti si divertano.
• Cercate sempre di ragionare con i ragazzi, imporre subito un gioco può essere il modo più sbagliato per incominciare.
• Pensate sempre a come coinvolgere gli eliminati dal gioco.
Riassumendo…
Non esiste una regola data una volta per tutte per creare un buon gioco. Spesso si parte da un idea che ti viene all’improvviso, da un tema particolare o da un esigenza. Ci sono però alcuni ottimi consigli che devi cercare di tenere sempre a mente!
Preparazione
Stesura del Testo di Gioco
Presentazione e Spiegazione del Gioco
Arbitraggio e Svolgimento del Gioco
Conclusione del Gioco
Fonte: http://solidarietafamiglia.csvaq.it/wp-content/uploads/2013/05/Dispensa-CorsoAnimatori.doc
Sito web da visitare: http://solidarietafamiglia.csvaq.it/
Autore del testo: A.De Sanctis
Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.
I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco
www.riassuntini.com dove ritrovare l'informazione quando questa serve