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PROVA DI AMMISSIONE AL TIROCINIO FORMATIVO ATTIVO PER LE CLASSI DI LINGUA STRANIERA NELLE SCUOLE DI I E II GRADO (INGLESE)
Anno Accademico 2011/2012
19. Only if he is ill, ..................... at home.
21. It is worth ..................... .
22. This is the first time ..................... .
23. He has ..................... .
Caliban: “You taught me language; and my profit on't Is, I know how to curse. The red plague rid you For learning me your language!”
Testo 1
Una copia della prima edizione dell'opera magna di Charles Darwin è stata appena battuta all’asta da Christie's a 114.560 euro. Cinquant’anni fa un privato l’aveva comprata a pochi euro. E ora il National Geographic si chiede quale potrà essere il futuro dell’umanità dal punto di vista evolutivo. Continuerà cioè, ad evolversi, come stanno facendo altre specie viventi sulla Terra o quel processo è terminato?
La risposta di vari scienziati ha portato a quattro scenari molto diversi gli uni dagli altri. Il primo vuole che l’evoluzione sia conclusa. Questa ipotesi è sostenuta da Ian Tattersall, antropologo del Museo di Storia Naturale di New York, che spiega: «Guardandoci alle spalle, vediamo un lungo cammino dell’evoluzione dell’uomo e questo potrebbe portarci a supporre che essa continuerà in futuro. Ma questa è un’ipotesi errata». Secondo Tattersall, infatti, la teoria dell’evoluzione suggerisce che le innovazioni genetiche possano avvenire solo là dove vi sono popolazioni isolate. Ne sono un esempio proprio le variazioni di specie dei fringuelli delle Galapagos, che hanno permesso a Darwin di formulare la sua teoria. Ma poiché l’uomo si è diffuso notevolmente su tutto il pianeta risulta assai difficile, secondo il ricercatore, che una variazione genetica possa diventare comune a tutta l’umanità. Dello stesso parere è anche Steve Jones, professore di genetica dell’Università College London, che esprime il suo pensiero in un lavoro che ha rivisto in chiave moderna la Teoria di Darwin.
Per Jones «la popolazione umana potrà diventare più omogenea rispetto ad oggi, ma la “macchina di Darwin” ha perso la sua forza». Secondo Jones, infatti, la “sopravvivenza del più forte” è un meccanismo che non interessa più l’umanità nel suo insieme. Non sarà più solo il più forte a sopravvivere, perché anche i deboli, grazie alla medicina, possono avere una vita lunga e trasmettere i propri geni ai “più forti”.
Per altri scienziati invece, l’evoluzione potrà lavorare sull’uomo ancora a lungo, tant’è che in una ricerca pubblicata recentemente su “Proceedings of the National Academy of Science”, si ipotizza, ad esempio, che le donne del futuro saranno più basse e robuste. Un team dell’Università di Yale, guidato da Stephen Stearns, ha scoperto che le donne attuali con tali caratteristiche, dovute a particolari cicli dell’ovulazione, tendono ad avere più figli rispetto a donne con caratteristiche fisiche diverse. E tali peculiarità vengono trasmesse ai figli che, dunque, dovrebbero aumentare di numero.
Anche secondo Geoffrey Miller, uno psicologo evoluzionista, c’è ancora spazio per un uomo diverso da quello odierno. «Oggi si tende sempre più a scegliere un compagno di vita che ha successo dal punto di vista economico, una selezione naturale che tende a dare spazio alle persone più intelligenti». Una terza ipotesi vuole che l’evoluzione dell’uomo non sarà più legata a fattori biologici, ma a quelli tecnologici. Il futuro vedrà una selezione “innaturale” e non più naturale. Secondo Nick Bostrom, direttore del Future of Humanity Institute dell’Università di Oxford, l’evoluzione darwiniana viaggia su un binario troppo lento rispetto a quanto sta accadendo all’umanità, che sarà sempre più oggetto di clonazioni, di variazioni genetiche artificiali, di nanotecnologie. Questa visione del futuro dell’uomo vede un futuro di supersoldati e di atleti, al cui confronto quelli di oggi sono nulla, e addirittura viene evocata l’immortalità, in quanto, scannerizzando il cervello umano atomo per atomo, sarà possibile trasferire la sua struttura e quindi anche la mente ad un computer che potrà vivere in “eterno”. La quarta possibilità, infine, vede l’uomo in evoluzione quando si troverà isolato su lontani pianeti che saranno stati colonizzati. Là, secondo John Hawks, antropologo all’Università Wisconsin-Madison, l’uomo si troverà così isolato che ciò gli permetterà di evolversi per adattarsi ai nuovi mondi. Ma forse non lo potrà raccontare a nessuno.
Luigi Bignami, L’uomo del futuro? Col cervello-computer, in «la Repubblica», 29 novembre 2009.
Per alcuni studiosi la macchina di Darwin ha perso la sua forza perché:
Testo 2
13 luglio
No, non mi inganno! Leggo nei suoi occhi neri un sincero interesse per me e per la mia sorte. Sì, io sento e in questo so di potermi fidare del mio cuore, che essa - oh, come oserò, come potrò esprimere tutto il paradiso che c'è in queste parole? - che essa mi ama!
Mi ama! - E che enorme valore ho acquistato io per me stesso, come - a te posso dirlo, tu sei in grado di comprendere queste cose - come io adoro me stesso, da quando essa mi ama!
Chissà se questa è presunzione oppure sentimento della realtà? - Io non conosco nessun uomo del quale possa avere paura per il posto che occupo nel cuore di Lotte. Eppure - quando essa parla del suo fidanzato, e parla di lui con tanto calore, con tanto amore, - allora mi sento come uno il quale è stato privato di tutte le sue cariche e i suoi onori e al quale è stata spezzata la spada.
16 luglio
Ah, che fuoco mi corre per tutte le vene quando inavvertitamente il mio dito sfiora il suo, quando i nostri piedi si incontrano sotto la tavola! lo mi tiro indietro come se fossi scottato, e una forza misteriosa torna a spingermi avanti - provo una vertigine che mi oscura tutti i sensi. - Oh! e la sua innocenza, la sua anima spensierata non sentono quanto mi torturano queste piccole intimità. E se parlando essa mette addirittura una mano sulla mia e nel calore del discorso mi si avvicina tanto che l'alito celeste della sua bocca raggiunge le mie labbra - credo di precipitare come colpito dal fulmine. - E, Guglielmo! se mai osassi pensare che questo cielo, questa fiducia! - Tu mi comprendi. No, il mio cuore non è così corrotto! È debole! Troppo debole! - E non è anche questo una specie di peccato?
Essa mi è sacra. Tutti i desideri tacciono in sua presenza. Io non so quello che provo quando sono assieme a lei; è come se l'anima mi penetrasse in tutti i nervi. - Sa una canzone, che suona sulla spinetta con la penetrazione di un angelo, così limpida e spirituale! È la sua canzone preferita e ha la forza di guarirmi di ogni pena, di ogni turbamento, di ogni capriccio, solo se ne suona le prime note.
Tutto quello che è stato detto della forza magica della musica antica, mi sembra verosimile quando quel semplice canto s'impossessa di me. E come sa iniziarlo a proposito, spesso proprio nel momento in cui io vorrei spararmi un colpo di pistola nella testa! Il turbamento e la tenebra dell'anima mia si dissipano e io respiro di nuovo più libero.
Guglielmo, che cos' è per il nostro cuore il mondo, senza l'amore? Lo stesso che una lanterna magica senza luce! Ma appena tu vi introduci la lampada, le più belle immagini compaiono sulla parete bianca! E se non fosse altro che questo, altro che fantasmi evanescenti, essi ci rendono tuttavia felici quando stiamo lì come tanti ragazzi e andiamo in estasi per le meravigliose apparizioni. Oggi non potevo andare da Lotte, un ricevimento al quale non potevo mancare me lo impediva. Cosa potevo fare? Ho mandato da lei il mio servitore solo per avere presso a me un uomo che oggi l'aveva avvicinata. Con che impazienza l'attendevo, con che gioia l'ho veduto entrare! Avrei voluto prendergli la testa fra le mani e baciarlo, se non me ne fossi vergognato.
Si racconta della pietra di Bologna che, se la si lascia al sole, ne assorbe i raggi e per un certo tempo splende nell'oscurità. Lo stesso mi pareva che fosse successo a quel giovane. Il sentimento che gli occhi di lei si erano posati sul suo volto, sulle sue guance, sui bottoni della giacca e sul bavero del soprabito, mi rendeva tutto lui sacro e inapprezzabile! In quel momento non avrei ceduto quel giovane per mille talleri. Mi sentivo così bene accanto a lui. - Dio ti guardi dal ridere di tutto questo. Guglielmo, che importa che siano fantasmi, se ci fanno star bene?
Oggi la vedrò! esclamo la mattina, quando mi sveglio, e pieno di allegria guardo il sole che splende; oggi la vedrò! E poi per tutto il giorno non ho altri desideri. Tutto, tutto scompare in questa attesa. [...]
30 agosto
Infelice! Non sei un pazzo? Non inganni te stesso? Dove ti può condurre questa passione folle, infinita? Non posso più pronunciare una preghiera che non sia diretta a lei; alla mia fantasia non compaiono altre immagini se non la sua, e vedo intorno a me nel mondo solamente ciò che è in rapporto con lei. E questo mi dà qualche ora di felicità - finché giunge il momento in cui devo strapparmi nuovamente da lei! Ah Guglielmo! a cosa mai mi spinge il mio cuore! - Quando sono rimasto vicino a lei due o tre ore e mi sono deliziato per la sua figura, il suo portamento, la celeste espressione delle sue parole e a poco a poco tutti i miei sensi si eccitano, mi viene buio davanti agli occhi, quasi non odo più e mi sento stringere alla gola come dalla mano di un assassino, allora il mio cuore con un battito impetuoso cerca di riportare l'aria ai miei sensi sconvolti e riesce solamente ad aumentarne il turbamento. - Guglielmo, io non so più se sono ancora al mondo! E - se talvolta la malinconia non prende il sopravvento e Lotte non mi permette il nobile conforto di calmare il mio affanno piangendo sulle sue mani - allora devo fuggire, devo andar via! e mi aggiro lungamente per i campi; è una
gioia per me arrampicarmi su per un monte scosceso, aprirmi un sentiero attraverso un bosco impervio, attraverso i rovi che mi feriscono, attraverso le spine che mi lacerano!
Allora mi sento un po' meglio! Solo un poco! E talvolta per la stanchezza e la sete mi getto a terra lungo la via, oppure nella notte profonda, quando la luna piena sta alta sopra il mio capo, mi siedo nel bosco solitario sopra il tronco ricurvo di un albero per riposare un poco i miei piedi feriti, e allora in una calma che deriva dallo sfinimento, in un crepuscolo di tutto me stesso mi assopisco! O Guglielmo! vivere in una cella solitaria, portare una tonaca di pelo e un cilizio sarebbero refrigeri verso i quali sospira la mia anima. Addio, non vedo altra fine di questa miseria che la tomba.
W. Goethe, I dolori del giovane Werther, trad. it., Einaudi, Torino 1962 (ed. originale 1774).
Si individui la caratteristica della figura femminile tratteggiata nel testo:
In tutti i quesiti proposti la soluzione è la prima risposta
Fonte: https://tfa.cineca.it/compiti/ A....pdf
Sito web da visitare: https://tfa.cineca.it/
Autore del testo: Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
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