I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
Anno Accademico 2014/2015
A) 1462
B) 1497
C) 1500
D) 1389
A) 1555
B) 1505
C) 1460
D) 1592
A) 1878
B) 1876
C) 1836
D) 1877
A) 1912
B) 1900
C) 1908
D) 1919
A) 1908
B) 1905
C) 1912
D) 1920
È la paura di restare indietro. Sepolti nel ritardo di un paese senza finestre sul mondo. Guardando i figli crescere con il magro bagaglio dell’inglese 'scolastico', e vederli arrancare nell’universo multilingue che li circonda, popolato ormai di addestratissimi baby poliglotti. Così chi può corre ai ripari: asili trilingue per i più piccoli, scuole internazionali fin
5 dall’infanzia e licei anche statali che garantiscano, almeno, la doppia maturità. È l’altra faccia del declino dell’istruzione pubblica, erosa e devastata da anni di tagli: come già avviene in Inghilterra o negli Stati Uniti, le famiglie che possono pagare rette alte o altissime, o che scelgono di indebitarsi, cercano per i propri figli percorsi di studio alternativi, internazionali. Perché se l’avvenire è altrove, meglio prepararsi fin da piccoli a
10 navigarci dentro. Ormai è una corsa. Anche se i costi possono variare dai seimila euro delle scuole francesi e tedesche, ai ventimila euro l’anno dei campus americani e inglesi.
Alla Deutsche Schule di Roma, grande e razionale edificio immerso in ettari di verde e con una piscina olimpionica interna, il 54% degli allievi è italiano. E le iscrizioni, dal 2010, quando già la crisi era alle porte, aumentano di anno in anno. Al liceo
15 Chateaubriand, storico istituto francese che ha il privilegio di sorgere tra i giardini di villa Borghese, il 60% degli studenti arriva da italianissime famiglie della Capitale. Alla 'Deledda international school' di Genova, unico centro italiano a partecipazione pubblica che segue i programmi dell’Ibo, ossia l’International Baccalaureat, diploma che apre le porte di tutte le università del mondo, hanno raddoppiato le sezioni per poter accogliere
20 sempre più studenti, nonostante la rigidissima selezione in entrata. Lunghe liste d’attesa anche al famoso 'Collegio del mondo unito' di Duino, vicino a Trieste, ambitissimo liceo multilingue a cui si accede democraticamente con borse di studio. E al Saint Stephen’s, una tra le più radicate scuole angloamericane nel nostro paese, la quota di allievi non stranieri ha superato il 36% delle iscrizioni.
25 Numeri ancora marginali, numeri che raccontano però un'Italia che cambia, e dove per la prima volta si profilano scuole di serie A e scuole di serie B. Ma dove a fare la differenza non sono più i ricchi collegi (spesso religiosi) scelti per censo e per appartenenza, e non di rado diplomifici, ma quelle realtà che garantiscano percorsi internazionali.
Un approccio diverso alla cultura, più veloce, più scientifico. Anche più ludico a volte.
30 Sarina Gosio, vicepreside del 'Deledda international school', parla con entusiasmo della selezionatissima scuola in cui insegna, voluta dal comune di Genova, riconosciuta sede del Baccellierato Internazionale, unico liceo italiano che dura quattro anni e non cinque. "La richiesta è sempre più alta, ma noi scegliamo soltanto gli studenti più motivati. È un percorso radicalmente diverso rispetto a quello italiano, si svolge completamente in
35 inglese e credo che la nostra forza sia quella non solo di offrire una maturità 'globale' ma di insegnare a studiare così come avviene nel resto del mondo".
L’offerta multilingue oggi in Italia rimane soprattutto privata, sebbene in diversi licei statali, pur tra mille difficoltà, si stia cercano di moltiplicare le opportunità. Dalla doppia maturità (francese italiana, spagnola italiana) alle certificazioni Cambridge per l’inglese,
40 dai corsi di cinese a quelli di tedesco.
Isole però nel declino collettivo, come spiega Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli. E proprio nel volume sulla 'Valutazione nella scuola' da poco pubblicato, i ricercatori della Fondazione si soffermano sull’esodo dagli istituti pubblici, da parte delle famiglie più 'avvertite'. "Sappiamo che è sufficiente che alcuni degli studenti migliori
45 fuggano dalle 'normali' scuole statali per andare a frequentare scuole selezionate, statali o private, perché si inneschi una reazione a catena, in cui le scuole d’élite raccolgono un numero crescente di talenti e risorse mentre il resto entra in una fase di declino accelerato. Difficile non pensare alla fuga da quelle con un’alta percentuale di stranieri. O al successo di iscrizioni alle private internazionali".
50 Ragiona infatti Andrea Gavosto: "Non abbiamo ancora i dati quantitativi di questo abbandono, ma è evidente che nel decadimento della scuola pubblica molte famiglie si stanno attrezzando. Ed è preoccupante, è la prima crepa profonda che può portare l’Italia ad una situazione come quella inglese o americana, dove nel pubblico restano soltanto le fasce più povere e difficili della popolazione". Per questo, spiega Gavosto, sarebbe utile e
55 necessario che la scuola si aprisse alla valutazione, ad un rapporto trasparente con le famiglie.
"I licei pubblici erano un tempo i luoghi di elezione in cui si creava la classe dirigente: oggi le eccellenze ci sono ancora, ma mancano la formazione scientifica, le lingue, un approccio più moderno e globale. Il boom delle private internazionali ci dice proprio questo: i genitori cercano una istruzione globale per i propri figli e sono disposti a qualunque sacrificio. E il
60 rischio di declino della scuola pubblica - conclude Gavosto - è ormai evidentissimo".
[Maria Novella De Luca, La Repubblica, 6 maggio 2014]
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