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LE LEGGENDE E LA STORIA DEL FAR WEST – I Tesori del Gilcrease Museum
Introduzione
La storia del West, la parte epica e drammatica della storia degli Stati Uniti, appassiona e continua ad affascinare ogni generazione. Si manifesta in quasi ogni forma d’arte: la scultura , la pittura, la letteratura e i fumetti, il cinema, la televisione e perfino i cartoni animati, la musica e la lirica. La parola West indica le zone degli Stati Uniti all’ovest del Mississippi, in particolare nel periodo della occupazione progressiva e sanguinosa degli americani bianchi che è durata quasi per tutto Ottocento. Più precisamente, si distingue l’epoca storica dal momento in cui fu tracciato l’Oregon Trail – la prima via per attraversare i territori indiani verso l’ovest – fino alla fine delle guerre indiane americane.
Ma il West è anche un ideale perchè è una terra di confine dove tutto è ancora da scoprire e da costruire, dove ancora non è arrivata la legge e la gente può essere libera. Rappresenta il percorso di una conquista che è stata raggiunta con fatica e un poco alla volta, nonostante la natura e l’ambiente non sempre favorevoli; quindi, una conquista procurata attraverso la forza di volontà e quella delle armi. Un luogo sia reale sia fantastico dove gli eventi che si succedono alimentano un dialogo continuo fra la realtà e la leggenda.
La leggenda della frontiera americana è stata celebrata e resa famosa dall'arte del genere Western, un movimento artistico che evoca le qualità poetiche ed eroiche che pervadono la storia della nazione americana, per esaltare l’unicità dell’epopea che l’ha generata.
Questo costante dualismo fra leggenda e storia è il filo conduttore della mostra, basato interamente sulle collezioni del Gilcrease Museum di Tulsa in Oklahoma, uno dei più importanti degli Stati Uniti – e quindi del mondo – per la sua grandezza, la sua richezza artistica e la sua documentazione della civiltà nativa americana e dei suoi rapporti con la cultura occidentale.
Il museo si incentra sulle opere che il suo fondatore, Thomas Gilcrease, aveva accumulato durante la vita, il risultato di acquisti e di donazioni che ora ammonta a oltre 10.000 opere d’arte, compresi quadri, disegni e sculture di grandi maestri americani come Russell, Sharp, Remington, Moran, Catlin, Couse, Bierstadt, Blumenschein, ecc. Le opere conservate nel museo vanno dall’antichità fino al nostro tempo; i reperti archeologici hanno 17.000 anni e c’è una notevole collezione antropologica che illustra i costumi e le tradizioni dei nativi. La biblioteca del museo contiene circa 100.000 documenti, fra cui manoscritti, libri, foto, stampe e mappe.
La storia e i luoghi famosi dell’West americano, gli indiani, la loro cultura e il loro vivere in sintonia con la natura, l’uomo bianco con il suo coraggio impavido e la sua aspirazione a sfide sempre nuove, sono i temi delle varie sezioni di un percorso espositivo che combina in parallelo, le opere d’arte, i reperti archeologici, gli oggetti etnografici.
I LUOGHI E I PAESAGGI DEL WEST
Verrà raccontata la storia dei luoghi e dei paesaggi del vecchio West americano che da secoli, con le catene montuose, le vaste pianure, le vallate meravigliose e i fiumi impetuosi, affascinano i visitatori e gli artisti in tutto il mondo.
Questi sono proprio i siti in cui l’epopea del West si svolse; quel mondo lontano, visto come la nuova Terra Promessa e conservato nel corso dei secoli per affidarsi ai nuovi abitanti.
Il paesaggio assume il carattere epico che unisce la descrizione della realtà con l’impegno emotivo. L’uomo conquista il paesaggio che da secoli attendeva di essere descritto e attraversato.
Così è nato il genere Western, con esso, il concetto della pittura antropologica e giornalistica in cui le opere documentano una terra ancora selvaggia, pericolosa e battuta dagli indiani.
Artisti come Moran, Bierstadt, Russell, Remington, Leigh ed Audubon – per nominare solo alcuni di quelli che si troveranno in mostra – con i loro quadri riescono a fermare il tempo, per immortalare i paesaggi suggestivi e gli scorci di luoghi selvatici e remoti.
Le opere rendono immortali le scene della vita naturale, gli episodi dalla vita dei popoli nativi e dei pionieri, dei soldati, dei cowboy e degli avventurieri, come testimoni preziosi di un mondo che non esiste più
Questi luoghi selvatici, incontaminati e quindi inospitali, sono esaltati nei quadri come una caratteristica distintiva del paesaggio americano, in combinazione con la vasta qualità grandiosa degli scenari naturali che erano popolati da cavalli e sopratutto dai bisonti americani, sui quali erano basate l’economia e la sopravvivenza delle tribù dei nomadi nativi.
GLI INDIANI
Questa sezione racconta la storia dei popoli nativi americani con le loro tradizioni e i loro modi di vivere, incentrati sui rapporti spirituali, sul rispetto degli elementi della terra e del cielo, e sui valori culturali.
Quando i primi coloni europei arrivarono in America del nord, questi popoli erano circa un milione di individui divisi in centenaia di tribù e quasi 300 famiglie linguistiche.
Le condizioni di vita erano più aspre per le tribù sparpagliate nei deserti occidentali dove la principale fonte di alimento consisteva nelle radici e nei tuberi, mentre le tribù indiane più orientali erano dediti alla pesca del salmone e alla caccia, anche se il numero maggiore di tribù si trovava nelle Grandi Pianure.
Gli indiani nomadi, invece, cacciavano il cervo, l’antilope e sopratutto il bisonte, negli spazi sconfinati delle praterie. Gli indiani delle praterie ricavavano dal bisonte praticamente tutto il necessario per vivere: l’alimentazione e il vestiario, gli attrezzi e perfino la copertura del tepee.
La mostra racconterà lo stile di vita, i costumi, le abitudini e i riti dei popoli nativi tramite una selezione di opere da una ricchissima collezione etnografica che documenta il vasto arco di tempo dal 13000 a.c. fino ad oggi. La collezione comprende ceramica e utensileria, armi e feticci, stoffe e suppellettili da arredamento; include ancora acconciature di penne, abiti in pelle tinti con pigmenti naturali e decorati da una lavorazione fine con perline e altre materie ed infine oggetti utilizzati a scopo rituale.
Un ampio spazio sarà dedicato in mostra all’approfondimento di argomenti particolari come, per esempio, la svolta decisiva segnata dall’introduzione del cavallo che trasformò radicalmente lo stile di vita degli indiani da una vita sedentaria – caratterizzata dall’abitudine di costruire città-presidio – ad una nomade, e dal coltivatore al cacciatore, nonchè ad altri aspetti come alcune tecniche di lavorazione e di costruzione.
Si richiamerà l’attenzione sulle opere di importanti rappresentanti dell’arte del genere Western come Joseph Henry Sharp, un vero e proprio pittore-antropologo, i cui ritratti e le collezioni etnografiche hanno contributo alla ricostruzione della storia dei popoli nativi.
GLI EROI DELLA CONQUISTA DEL WEST
Una sezione della mostra documenta la storia di coloro che, nel bene o nel male, tracciarono una strada verso le terre inospitabili di un’America sconosciuta. La stessa America in cui i nativi vivevano secondo le tradizioni tramandate di padre in figlio.
Nella fantasia collettiva, l’eroe di queste storie ambientate nei luoghi più suggestivi dell’America, dal Messico al Canada, è un cowboy vagante che cavalca di paese in paese con tutta la propria roba: i vestiti che indossa, la rivoltella e il cavallo. La rivalità fra i buoni e i cattivi è una caratteristica fondamentale dell’epica del West e i racconti parlano dell’avanzata dei bianchi verso l’ovest e dei loro complessi rapporti con gli indiani.
La società del West era governata dai codici d’onore piuttosto che dalla legge; la reputazione dell’individuo era basata o sulla violenza o sulla generosità e l’arrivo della legge e del progresso frequentemente fu visto come un evento sia inevitabile sia negativo.
Le fasi fondamentali della storia di questa conquista furono: la realizzazione dell’Oregon Trail, la prima pista per attraversare i territori indiani, la scoperta dell’oro in California e la conseguente corsa all’oro che attirò migliaia di cacciatori di tesoro. Ma, sopratutto, la conquista fu segnata dai rapporti con i nativi, dalla confisca dei territori che appartenevano alle tribù indiane, dalle guerre e dai trattati che non furono mai rispettati, ed infine dalla creazioni delle riserve.
La visione leggendaria del Wild West assunse una maggior risonanza al di là dell’America, grazie al Wild West Show, lo spettacolo con cui Buffalo Bill girò il mondo dal 1883 in poi. Ne fecero parte fra gli altri, Sitting Bull, Calamity Jane, Annie Oakley, Belle Star e l’esploratore Frank North. Il Gilcrease Museum vanta una collezione ampia di oggetti originali appartenuti a Buffalo Bill, e alle numerose celebrità, che calcavano le scene con suggestive rappresentazioni.
La storia di questi eventi viene rappresentata in mostra attraverso i quadri sul genere Western, gli eleganti bronzi di Remington, e gli oggetti originali, quali le armi, i vestiti, i cappelli, le selle e gli oggetti di uso quotidiano.
La storia si chiude con l’approfondimento di figure leggendarie come lo sceriffo e i banditi, i cowboy e i pionieri, i generali e i capi indiani, personaggi mitici come Sitting Bull, Geronimo, Buffalo Bill e tanti altri.
Fonte: http://193.42.139.27/art_exhibitions/public/uploads/LE%20LEGGENDE.doc
Sito web da visitare: http://193.42.139.27
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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