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In base alla delimitazione della Convenzione delle Alpi, circa 13 milioni di persone vivono sul territorio di 191.000 kmq dell’arco alpino. Ne fanno parte 8 stati (Italia, Principato di Monaco, Francia, Svizzera, Liechtestein, Germania, Austria, Slovenia), circa 100 regioni e 6.200 comuni.
Il "Rapporto sullo stato delle Alpi", redatto periodicamente dalla Commissione internazionale per la protezione delle Alpi (Cipra, Ong promotrice della Convenzione delle Alpi) riferisce che "… nelle
Alpi Sud occidentali, vale a dire Piemonte, Liguria e Alpi francesi meridionali, si osserva uno
spopolamento generalizzato". Contrariamente alle Alpi orientali (Baviera, Austria e Alto Adige)
dove si registra un incremento della popolazione distribuito capillarmente su tutto il territorio.
L’andamento demografico 1870- 1990 indica che sul totale dei comuni alpini il 47% ha avuto un incremento del 136%, il 10% è invariato e il 43% registra una diminuzione del 44%.
L’arco alpino è un’area geografica e antropica su cui convergono tre grandi ceppi linguistici:
quello latino, quello germanico e quello slavo. Più del 40% della popolazione alpina è di lingua
tedesca, il 35% di lingua italiana, il 20% di lingua francese e il 5% di lingua slovena. Ma nelle
Alpi, oltre alle lingue ufficiali, si contano centinaia di lingue minori e di dialetti.
Nelle Alpi la superficie agricola utilizzata ammonta a circa 4,5 milioni di ettari, vi si allevano 6,5 milioni di capi di bestiame (oltre la metà bovini), e gli occupati in agricoltura sono circa il 5% della popolazione attiva.
Il 32% delle aziende agricole è gestito come attività principale e il 68% dei titolari di aziende agricole ha più di 45 anni di età.
Rispetto alle regioni alpine di lingua tedesca, in Italia è ancora piuttosto raro che le aziende agricole compensino il loro reddito con attività di tipo turistico.
Le foreste ricoprono più del 40% del territorio alpino e, oltre a essere uno degli elementi più
caratterizzanti del paesaggio, svolgono una serie di funzioni essenziali per l’uomo, ad esempio
quella di protezione dalle calamità naturali. Più di 1/5 dei boschi delle Alpi costituisce barriere
naturali indispensabili per salvaguardare i centri abitati e le vie di comunicazione.
Le foreste montane non svolgono soltanto una funzione protettiva. Basti pensare a quanto
influiscono sul paesaggio e sulla cultura alpina e a quanto siano importanti per la conservazione
della biodiversità, per non parlare poi del valore economico del legname.
Nelle Alpi ci sono oltre tre miliardi di alberi che corrisponde a circa 270 piante per ciascun abitante, distribuiti su di una superficie di circa 7.5 milioni di ettari (l’80-90% dei quali costituisce la superficie forestale utilizzabile mentre il rimanente 10-20% sono foreste inaccessibili, arbustaie o boschi di scarso valore). La superficie delle residue foreste che possono essere definite vergini all’interno delle Alpi è limitata a poche centinaia di ettari.
Per l’Europa centrale le Alpi costituiscono una vera e propria fabbrica di corrente elettrica,
soprattutto quella necessaria a coprire i picchi di consumo. Lo sfruttamento intensivo dell’energia idroelettrica è tale che ormai solo il 10% dei corsi d’acqua alpini conserva condizioni di naturalità. Buona parte del fabbisogno energetico delle regioni alpine, come del resto di tutti i paesi europei, è ancora coperto dall’importazione di fonti energetiche fossili e, benché proprio le Alpi siano predestinate per natura a produrre energia sfruttando fonti più ecologiche come il sole o il legno, questo potenziale continua a essere largamente inutilizzato. Il risparmio energetico e la produzione di energia sfruttando la biomassa legnosa costituiscono dei grandi potenziali finora poco sfruttati per il territorio alpino.
Le Alpi sono poi interessate da una vasta rete di elettrodotti e metanodotti per il trasporto di
elettricità e prodotti petroliferi. Per gli elettrodotti, considerando solo quelli ad alta tensione (220
kV e 380 kV) esiste una rete di circa 2700 chilometri che attraversa in lungo e in largo l’arco
alpino. I prodotti petroliferi, consumati e trasformati in Europa e provenienti da altri continenti o
dai porti dove vengono scaricate le petroliere, attraversano l’arco alpino tramite 1500 chilometri di
oleodotti e metanodotti.
In tutto l’arco alpino, il suolo in generale e le superfici utilizzabili in particolare costituiscono una
delle risorse più limitate e preziose. Lo spazio disponibile per le attività antropiche e gli
insediamenti è condizionato da fattori topografici e spesso non supera il 10-20% della superficie
totale del territorio.
Fonte: www.cipra.org/it
Fonte: http://www.regione.piemonte.it/notizie/piemonteinforma/archivio/scenari/2007/settembre/dwd/scheda.doc
Sito web da visitare: http://www.regione.piemonte.it
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