Glossario lessico bilancio d' impresa

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Glossario lessico bilancio d' impresa

 

IL LINGUAGGIO
DEL BILANCIO  D'IMPRESA
contributo lessicale all'applicazione degli IAS in Italia


INTRODUZIONE

Che cosa è lo IASC

Lo International Accounting Standards Committee (IASC) è un ente autonomo di diritto privato costituito allo scopo di conferire uniformità su scala mondiale ai principi contabili utilizzati dalle imprese e da altri soggetti giuridici ai fini della redazione e della presentazione dei bilanci (reporting). Creato nel 1973 in base a un accordo sottoscritto dagli organismi professionali dei commercialisti e ragionieri operanti in Australia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Messico, Olanda, Regno unito e Stati uniti d'America, il Comitato è stato allargato, a partire dal 1983, a tutti gli organismi professionali aderenti alla International Federation of Accountants (IFAC, Federazione internazionale dei commercialisti). Attualmente ne fanno parte centocinquantatre associazioni che in centododici paesi rappresentano complessivamente oltre due milioni di professionisti. Ai lavori dello IASC partecipano oggi altre organizzazioni aventi finalità diverse, e i principi contabili conosciuti con la sigla IAS (International Accounting Standards) sono stati adottati anche in molti paesi che non sono rappresentati in seno al Comitato. Oltre agli specialisti del settore, contribuiscono all'opera dello IASC anche associazioni imprenditoriali, responsabili della funzione finanziaria presso aziende pubbliche e private, analisti finanziari, borse valori, enti di regolamentazione dei mercati mobiliari, studi legali e aziende di credito.
Lo IASC collabora strettamente con organismi responsabili dell'eleborazione  dei principi contabili a livello nazionale, con enti di controllo e sorveglianza delle operazioni mobiliari nei singoli stati, organismi intergovernativi quali la Commissione europea, l'Ocse e l'Onu, nonché enti per la collaborazione allo sviluppo quali la Banca mondiale.
L'attività dello IASC è resa possibile dai contributi erogati dalle associazioni professionali e dalle altre organizzazioni rappresentate in consiglio direttivo, dalla IFAC, da imprese, da società finanziarie, bancarie e assicurative, da studi professionali e da altri soggetti organizzati. Lo IASC genera inoltre reddito grazie alla vendita al pubblico delle  proprie pubblicazioni.


L'uso dei Principi contabili internazionali

Gli IAS (International Accounting Standards, vedi nota 1) contribuiscono in modo rilevante al miglioramento, all'armonizzazione e alla convergenza dei criteri di redazione e presentazione dei bilanci di società in tutto il mondo. Sono infatti utilizzati:

a)       come base dei principi contabili nazionali di molti paesi;

b)      come punto di riferimento e confronto per molti paesi impegnati nella messa a punto di normative proprie (compresi i principali paesi industriali nonché un numero crescente di mercati emergenti, quali la Cina e diverse altre realtà geopolitiche in Asia, nell'Europa centrale e nell'area dell'ex Unione sovietica);

c)       da parte di quegli organismi normativi e di controllo delle borse valori che permettono o impongono alle società di capitali estere e nazionali di presentare bilanci redatti in conformità agli IAS;

d)      da parte di organismi sovranazionali come la Comunità europea, la quale ha annunciato il proposito di assumere gli IAS come orizzonte di riferimento per l'elaborazione di principi contabili idonei a soddisfare le esigenze dei mercati dei capitali;

e)       da parte di un numero crescente di imprese anche in paesi in cui non vige l'obbligo dell'osservanza degli IAS.

Nella realtà attuale, i documenti di bilancio redatti a beneficio degli azionisti e di altri soggetti interessati si attengono a principi e a procedure che variano anche in misura rilevante da un paese all'altro e persino all'interno di uno stesso paese. Di qui, il rischio costante di incompatibilità diffusa, che si traduce nei costi elevati a cui vanno incontro gli analisti finanziari e altri utilizzatori dei bilanci d'esercizio quando si vedono costretti a esaminare conti e prospetti predisposti secondo principi diversi, così da trovarsi ad affrontare rilevanti difficoltà interpretative. Ne può risultare compromessa persino l'efficacia della concorrenza tra i vari mercati mondiali finanziari, sui quali le singole società possono vedersi penalizzate in termini di costo del capitale proprio a causa di problemi sul piano interpretativo e analitico. Inoltre i bilanci perdono credibilità quando una società si trova costretta a pubblicare, per la medesima operazione, dati economici, finanziari e patrimoniali diversi a seconda del paese di riferimento. Sul piano internazionale tali diversità possono dar luogo:
•        a costi di predisposizione del bilancio molto più elevati del necessario, per esempio quando una multinazionale è costretta a redigere relazioni sulla gestione diverse a seconda del paese che interessa;
•        alla mancanza di un sistema uniforme di valutazione dell'andamento economico-finanziario di un'impresa operante in paesi diversi, quando sarebbe necessario che i bilanci da presentare all'estero siano coerenti con i criteri di valutazione applicati nel paese d'origine.

          L'entità delle operazioni finanziarie transfrontaliere, della negoziazione in titoli e degli investimenti diretti all'estero è enorme, indipendentemente dalle dimensioni e dall'importanza economica dei singoli stati. Per sostenere le decisioni di finanziamento transnazionali, il mondo necessita dunque di un sistema unico e uniforme di principi di validità planetaria applicabili alla redazione e alla presentazione dei bilanci d'esercizio.

 

I problemi lessicali

Dilungarsi sul tema dell'inglese come lingua franca della scienza, della tecnica e soprattutto dell'economia e della finanza sarebbe superfluo. Basti dire che persino all'interno dalla CEE l'inglese era la lingua imperante nei rapporti anche giuridici in materia finanziaria già prima dell'ingresso del Regno unito nella Comunità.
Ai fini di questo glossario ragionato, un problema che a prima vista parrebbe complicare l'esposizione è quello della differenza tra inglese britannico (UK) e inglese statunitense (US). Ecco alcuni termini che divergono irrimediabilmente tra i due sistemi anglofoni:

 

US

UK

italiano

Common stock
Inventories

Treasury stock
Receivables
Reserve for doubtful accounts

Included in equity
Notes
Bills
Sales

Ordinary shares
Stocks

Own shares
Debtors
Provision for bad debts

Taken to reserves
Bills
Notes
Turnover

azioni ordinarie
(giacenze di) magazzino; rimanenze
azioni proprie
Crediti
Fondo svalutazione crediti
Imputato a riserva
Effetti
Effetti
Fatturato

Per fortuna il lessico degli IAS viene in nostro soccorso, essendo stato stabilito fin dal principio che la terminologia debba essere quella dell'uso britannico. Così, per esempio, se in molte parti del mondo è diffuso il termine americano capital lease per indicare un contratto di leasing finanziario, gli IAS conoscono esclusivamente l'espressione finance lease.
I problemi linguistici si attenuano inoltre nel senso che:
•        molti operatori sanno leggere più di una lingua;
•        molte grandi imprese forniscono i documenti in traduzione;
•        è sempre possibile ricorrere a traduttori professionisti (il cui tempo costa sempre meno di quello di un consulente esterno o di un responsabile finanziario interno).
La situazione si complica invece quando sono in gioco i paesi dell'area comune europea. Quasi tutte le grandi società con sede principale nel territorio dell'Unione forniscono i bilanci in versione inglese, ma quasi sempre in un inglese approssimativamente "medio-atlantico", cioè un americano con ritocchi di lingua madre (in parte resi necessari dai diversi sistemi giuridici). E si tratta quasi sempre di traduzioni inaffidabili o quanto meno fuorvianti.
Per quanto riguarda l'Italia, presso le imprese grandi e piccole, è diffusa (o, meglio, propagandata) l'illusoria convinzione di avere tra il personale interno "quelli che sanno l'inglese". Ancora più diffusa è la convinzione di poter fare a meno di sostenere i costi di un traduttore professionista. Il problema è aggravato dal fatto che sia "quelli che sanno l'inglese" all'interno dell'azienda, sia gli studi professionali di commercialisti, consulenti d'azienda e avvocati, si sentono costretti a dimostrare di "sapere l'inglese".
Si potrebbe anche sorvolare sulle nefandezze grammaticali (che pure contribuiscono a rendere illegibile il testo), ma non sono più tollerabili, con la diffusione degli IAS, gli svarioni terminologici, neppure quelli apparentemente giustificati dalla presenza di istituti giuridici privi di esatto riscontro in altri ordinamenti e dalla travolgente influenza della retorica burocratese. Per esempio: il cosiddetto trattamento di fine rapporto (TFR) ha un'identità propria, difficilmente riscontrabile in altri paesi. Eppure gli IAS offrono una dignitosa via d'uscita lessicale anche in questo caso. Lo IAS n. 19, "Employee Benefits" usa, tra gli altri, i seguenti termini definiti:
•        Employee benefits, per ogni forma di corrispettivo riconosciuto dall'impresa a fronte o a motivo dell'opera prestata dal personale dipendente (compresi, quindi, stipendi e salari);
•        Short term employee benefits, per quelle prestazioni economiche (non rientranti nella definizione di termination benefits né in quella di equity compensation benefits) che vengono interamente a scadenza per il pagamento entro i dodici mesi successivi al termine del periodo durante il quale il dipendente ha prestato la sua opera;
•        Post-employment benefits, per quelle prestazioni economiche che non rientrano nella definizione di termination benefits né in quella di equity compensation benefits e che sono dovute alla cessazione del rapporto di lavoro.
Esaminiamo l'espressione che, all'apparenza, si avvicinerebbe maggiormente  al concetto di "trattamento di fine rapporto", cioè i termination benefits. La spiegazione fornita dallo IASC ci distoglie subito da una simile analogia: "L'impresa deve iscrivere i termination benefits, tra le passività nello stato patrimoniale e tra gli oneri in conto economico, quando e solo quando l'impresa stessa è dimostrabilmente impegnata, alternativamente:
(a)     a estinguere il rapporto di lavoro con un dipendente o con un gruppo di dipendenti prima della normale data di pensionamento; oppure
(b)     a corrispondere l'indennità per estinzione anticipata del rapporto di lavoro in conseguenza di un'offerta fatta al fine di incentivare l'esodo volontario".
Tuttavia, nelle pieghe degli IAS, scopriamo un'altra espressione che si avvicina al nostro TFR: "retribuzione differita" (deferred employee remuneration). Ebbene, che cos'è il TFR se non una forma di retribuzione differita alla cessazione del rapporto di lavoro? Naturalmente sarà compito dell'estensore del bilancio in lingua inglese adattare coerentemente gli altri termini connessi al TFR.

Note al glossario:
Le definizioni sono quelle offerte dallo IASC-IASB e dal SIC.
IASC = International Accounting Standards Committee.
IASB = International Accounting Standards Board, l'organo esecutivo dello IASC. A partire dal 1° aprile 2002, questo è l'acronimo adottato in luogo di IASC in tutti i documenti ufficiali riferibili agli IAS. La sigla IAS è stata sostituita, a sua volta, da IFRS (International Financial Reporting Standards). Nel glossario, per semplificare la lettura, si farà riferimento rispettivamente a IASC e a IAS, sigle già ampiamente conosciute in Italia.
SIC = Standing Interpretations Committee (Comitato permanente per le interpretazioni, organo operativo dello IASC).
TB = terminologia di bilancio.
TL = terminologia di leasing.
UK = uso britannico.
US = uso statunitense.
I termini in neretto sono i termini inglesi definiti nel glossario.
I termini in corsivo sono termini italiani che compaiono in una o più definizioni.
Le sottolineature sono usate esclusivamente per aggiungere enfasi al testo.
Nei casi di IAS non ancora recepiti nella prassi lessicale italiana, la traduzione offerta è quella letterale più vicina all'originale, ma è sempre accompagnata da un chiarimento.
In molti casi l'uso dei termini esatti degli IAS non è tassativo. Ciò che importa è che la sostanza sia rispettata anche sul piano terminologico. (Per esempio: in UK è prassi usare annual accounts invece di financial statements, così come, per indicare l'assemblea dei soci si usa general meeting in luogo di shareholders' meeting). Per ciò che riguarda l'Europa continentale, è consigliabile usare sistematicamente il lessico corrente nel Regno unito.

[ESEMPI DI TERMINI CONTENUTI NEL GLOSSARIO]

 

 

Asset

In genere corrisponde all'italiano "cespite" e, quindi, il pl. assets indica l'attivo dello stato patrimoniale. Nella TL è il bene ceduto o ricevuto in leasing. In quest'ultimo senso è spesso sostituito da property quando ci si riferisce al leasing immobiliare. Risponde alla seguente definizione SIC: "risorsa controllata dall'impresa in conseguenza di eventi passati e da cui si prevede che all'impresa derivino benefici economici futuri".

Disclosure

Informazione integrativa. Al plurale, disclosures, indica essenzialmente l'informativa contenuta nella Nota integrativa.

Element

Componente patrimoniale, economica o finanziaria del bilancio di impresa

Liability

Passività, debito. Termine definito come: "obbligazione attualmente gravante sull'impresa a seguito di eventi passati e il cui regolamento produrrà prevedibilmente l'alienazione da parte dell'impresa di risorse che generano utilità economica". Al plurale, liabilities, indica il passivo dello stato patrimoniale

Minimum lease payments

Pagamenti minimi contrattuali (nel leasing). La definizione SIC precisa che si tratta di: "pagamenti che all'utilizzatore è fatto o può essere fatto obbligo di effettuare durante il periodo di locazione (esclusi i costi per oneri accessori e imposte a carico del concedente, ma a questi rimborsabili) unitamente a:
(a)   nel caso dell'utilizzatore, eventuali importi garantiti dallo stesso o da un soggetto a lui collegato; ovvero
(b)   nel caso del concedente, l'eventuale valore residuo a lui garantito:
(i)      dall'utilizzatore;
(ii)     da un soggetto collegato all'utilizzatore; oppure
(iii)    da un soggetto terzo autonomo in grado di far fronte alla garanzia.
Tuttavia, se a favore dell'utilizzatore è prevista un'opzione di acquisto (riscatto) a un prezzo che si prevede sufficientemente inferiore al valore di mercato alla data in cui l'opzione si rende esercitabile, in misura tale da far ritenere motivatamente certo l'esercizio dell'opzione stessa, nei pagamenti minimi contrattuali  rientrano i canoni periodici minimi dovuti nel periodo di locazione nonché il pagamento da effettuare per l'esercizio dell'opzione.

Notes to the financial statements

Nota integrativa. Nei bilanci dei paesi anglofoni si trova anche "Notes on…" oppure (soprattutto US) "Footnotes".

Property

(Beni) immobili (terreni e fabbricati). Insieme con plant ed equipment rappresentano le immobilizzazioni materiali (tangible.fixed assets).

Property, plant and equipment

Beni materiali (immobili, impianti e macchinari) che:
(a)   sono detenuti dall'impresa per essere utilizzati nella produzione o nella fornitura di beni o di servizi o anche soltanto a fini amministrativi; e di cui
(b)   si prevede l'utilizzo nell'arco di più esercizi.

Recognition

E' il "riconoscimento" (iscrizione) in bilancio. Il SIC offre la seguente definizione: "il procedimento con il quale si inserisce nello stato patrimoniale o nel conto economico una voce che risponde alla definizione di componente (element) in quanto soddisfa i seguenti criteri:
(a)   è probabile che il beneficio economico futuro connesso al componente contribuisca all'attività d'impresa o ne derivi;
(b)   il componente ha un costo o un valore quantificabili in modo affidabile".
Il termine equivale dunque a iscrizione. Il suo contrario è derecognition.

Residual value

Anche semplicemente "residual". Valore residuo, cioè "l'importo netto che l'impresa prevede di introitare su un bene al termine della vita utile, dopo aver detratto i prevedibili costi di alienazione".

Segment

Settore. Lo IAS 14 così definisce i segment:
"•     business segment (settore aziendale) è una componente ben distinguibile dell'impresa avente ad oggetto la fornitura di un determinato prodotto o servizio ovvero di un determinato gruppo di prodotti o servizi tra loro affini e che è esposta a rischi e a benefici che sono diversi da quelli di altri settori aziendali;
•      geographical segment (unità geografica) è una componente ben distinguibile dell'impresa avente ad oggetto la fornitura di prodotti o di servizi nell'ambito di una particolare realtà economica e che è esposta a rischi e a benefici che sono diversi da quelli di unità aziendali operanti in altre realtà economiche;
•      reportable segment (ramo d'azienda, lett. "settore da indicare in bilancio") è un settore aziendale o un'unità geografica identificabile in base alle precedenti definizioni e di cui è obbligatoria l'informativa settoriale in Nota integrativa ai sensi dal punto 9 dello IAS 14 (Informazioni settoriali di bilancio)".

    Dal 1° 2001 la sigla IASC è stata sostituita da IASB (International Accounting Standards Board) in tutti i documenti ufficiali riferibili agli IAS. La sigla IAS è stata sostituita a sua volta da IFRS (International Financial Reporting Standards, Principi internazionali per la redazione dei bilanci d'impresa). Nel glossario sono state conservate però le due sigle originarie, più diffusamente note in Italia.

    Quanto agli USA, la commissione di controllo delle borse richiede ancora l'applicazione dei GAAP (Generally Accepted Accounting Principles) che, sil piano lessicale, comportano notevoli differenze rispetto alla terminologia IAS. La SEC ha comunque annunciato l'intenzione di accogliere anche gli IAS come principi ai quali sarà possibile attenersi nella presentazione dei bilanci ai fini dell'ammissione alle quotazioni negli USA.

 

Fonte: https://home.zhaw.ch/rih/glossari%20E-I/glossari%20E-I%20economico-finanziario/Lessico%20bilancio%20d'impresa.doc

Sito web da visitare: https://home.zhaw.ch/

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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