Aggettivi

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Aggettivi

AGGETTIVI.

L’italiano comprende diverse sottoclassi di aggettivi che suddividiamo in due gruppi :
-    qualificativi (aggettivi qualificativi, aggettivi possessivi)

  • determinativi (aggettivi dimostrativi, aggettivi numerali, aggettivi indefiniti, aggettivi interrogativi e esclamativi).

Questi ultimi per le caratteristiche distribuzionali e funzionali sono collocati dalla grammatica attuale nella classe degli Specificatori 

 

FUNZIONI.

L’aggettivo qualificativo ha
funzione attributiva quando è riferito  direttamente a un nome che modifica e descrive (La nostra è una scuola moderna e accogliente);
funzione predicativa quando si lega al nome attraverso il verbo (la scuola è fatiscente).

La posizione dell’aggettivo differenzia la funzione: un aggettivo qualificativo preposto al nome descrive il referente del nome ed ha funzione attributiva descrittiva: Ho incontrato il vecchio zio di Valentina.
Se invece l’aggettivo è posposto, svolge una funzione attributiva restrittiva: Ho incontrato lo zio vecchio di Valentina.

L’aggettivo può assumere in italiano le funzioni del nome aggettivo sostantivato o nominalizzato:
il caldo di questa estate è stato straordinario, l’estetica è la scienza del bello, il napoletano è conosciuto nel mondo per le canzoni.

 

FLESSIONE DELL’AGGETTIVO.
La flessione della classe degli aggettivi variabili può essere descritta nella seguente tabella:
Singolare                                        Plurale
Maschile          -o                                                        -i
I  Classe      Femminile       -a                                                         -e

 

II  Classe     Maschile          -e                                                        -i
Femminile

III  Classe     Maschile          -a                                                        -i
Femminile                                                                  -e

 

In italiano è presente anche la classe degli aggettivi invariabili.
La classe degli aggettivi invariabili, oltre a pari e i composti dispari, impari, comprende tra gli altri aggettivi indicanti colori (rosa, blu, ocra), elementi di origine straniera (cantante rock) , elementi grammaticali (mina antiuomo), sigle con funzione aggettivale ( vini doc).
La classe degli aggettivi invariabili si è accresciuta nell’italiano contemporaneo anche per inclusione di termini stranieri entrati nell’italiano come invariabili (killer, western, snob).

CONCORDANZA DELL’ AGGETTIVO.
Tutti gli aggettivi (e anche i participi passati usati come aggettivi) in italiano hanno concordanza in genere e numero e posizione adiacente al nome a cui si riferiscono. La flessione dell’aggettivo ricalca quella del nome.

 

GRADI DELL’AGGETTIVO
In italiano sono codificate tre modalità funzionali di espressione della qualità marcate morfologicamente cioè
il grado positivo che esprime la qualità (Anna è bella);
il grado comparativo in cui la gradazione intensiva della qualità è messa a confronto con quella posseduta da un altro termine di paragone (Anna è più bella di Lucia) o con un’altra qualità posseduta dallo stesso soggetto (Lucia è più simpatica che bella) e si realizza con tecnica analitica ;
il grado superlativo in cui la gradazione intensiva è espressa in senso assoluto (Anna è bellissima) o relativo (Lucia è la più simpatica) e si realizza con aggiunta di avverbi o sinteticamente.

Sugli aggettivi qualificativi è dunque marcato anche il grado: il grado comparativo si realizza analiticamente con l’avverbio (più, meno) più premesso all’aggettivo; il superlativo relativo con i segnali di più, meno preceduti dall’articolo determinativo; il superlativo assoluto con l’aggiunta di avverbi (tanto, molto, assai) ma anche sinteticamente con il suffisso –issimo o con i prefissi arci, stra-, ulta, iper, con la reduplicazione dell’aggettivo stesso e in altri modi.

Nell’italiano contemporaneo il suffisso –issimo si aggiunge anche a nomi (finalissima, affarissimo, poltronissima) e a participi passati con valore verbale (è stato applauditissimo, è gettonatissimo) .
In espansione anche l’uso di prefissi  del tipo –mega, super-, maxi-, mini- (supersconto, megaingorgo, maxitaglia, miniriforma ).

Alcuni aggettivi hanno forme di radice diversa nei vari gradi, sul modello del corrispondente latino (comparativi e superlativi organici) a cui affiancano le forme regolari preferite nel parlato:
Buono/migliore/ottimo//più buono/buonissimo, grande/maggiore/massimo//più grande/grandissimo) .

 Alcune forme latine di comparativi e superlativi organici sono sopravvissute come “fossili” nell’italiano:

COMPARATIVO                       SUPERLATIVO
Anteriore                                     --
Citeriore                                       --
Esteriore                                     estremo
Inferiore                                     infimo
Interiore                                     intimo
Posteriore                                   postremo, postumo
Superiore                                    supremo, sommo
Ulteriore                                    ultimo

Nell’uso contemporaneo molti di questi aggettivi hanno perso del tutto o in parte i tratti semantici del comparativo di maggioranza e del superlativo e sono trattati con forme  comparative  e superlative non organiche : Ha raccontato i suoi sentimenti più intimi.

1.3.3 SPECIFICATORI.

La classe degli specificatori comprende gli articoli e le sottoclassi di aggettivi determinativi
( aggettivi dimostrativi, aggettivi indefiniti, aggettivi interrogativi e esclamativi, aggettivi numerali).
Gli specificatori danno al nome un contributo semantico di definitezza e di quantificazione. Gli elementi di questa classe si collocano prevalentemente prima del nome; l’articolo in italiano precede sempre il nome:
I ragazzi studiano, alcuni ragazzi studiano, questi ragazzi studiano, quanti ragazzi studiano?

 Gli specificatori hanno in linea di massima una distribuzione complementare, cioè si escludono a vicenda: in italiano non è data una frase del tipo *i questi ragazzi studiano.
Gli aggettivi possessivi che precedono il nome in italiano sono invece accompagnati dall’articolo determinativo o indeterminativo:
il mio cane abbaia spesso, una tua amica ha telefonato.
In altre lingue (ad es. inglese, francese, tedesco)   non possono aggregarsi articoli e possessivi .

SPECIFICATORI: ARTICOLO.

Gli articoli sono forme non autonome: infatti non occorrono senza il nome.
In altre lingue una funzione analoga può essere svolta da desinenze o affissi.
Gli articoli italiani si dividono nella serie dei determinativi e degli indeterminativi, cioè segnalano rispetto al nome che precedono una referenza noto/ignoto perché appartenente o meno alle conoscenze condivise da parlante e ascoltatore:
 il giornalaio all’angolo ha riviste inglesi, il Presidente degli Stati Uniti ha rilasciato importanti dichiarazioni, il mare è salato, oggi c’è un mare bellissimo

 oppure perché presente/assente nel contesto scritto e/o parlato precedente o immediatamente successivo:
Ho letto un libro di poesia e un libro di storia. Il libro di storia è interessante.

L’articolo determinativo ha spesso una funzione anaforica di ripresa, cioè di riferimento a un elemento menzionato nel discorso (un’automobile ha tamponato un camion e mentre il camion non ha subito danni, l’auto si è distrutta ) o una funzione cataforica di anticipazione (la signora che parla è la madre di Giovanni).

Gli articoli determinativi italiani presentano forme distinte per maschile e femminile, singolare e plurale; hanno quindi in casi di ambiguità anche una funzione di determinazione di genere e numero: la lama / il lama, la città  /le città.

L’articolo indeterminativo in italiano ha solo il singolare; al plurale si usano gli indefiniti alcuni/alcune, certi/certe e più frequentemente il partitivo dei-degli/delle, accettato nell’uso anche prima di preposizione (vado con degli amici)

 

FORME  DELL’ARTICOLO.

Le forme dell’articolo italiano sono rappresentate nella seguente tabella:

DETERMINATIVO     INDETERMINATIVO
Maschile    Femminile  Maschile      Femminile
Singolare   il, lo, (l’)    la, (l’)         un, uno         una, (un’)
Plurale       gli, i            le                

 Le forme dell’articolo determinativo maschile singolare lo e il, e i plurali gli e i come gli indeterminativi un e uno sono in distribuzione complementare e si adoperano:
lo, gli, uno: davanti a vocale e semivocale- con obbligo di elisione (l’oro,l’uomo) e con la        variante non elisa un (un oro, un uomo)-,
davanti a nomi inizianti per /s/+ consonante o gruppi consonantici ( ma non  formati da occlusiva +/r/),
davanti a s palatale (lo sci, uno sceicco),
davanti a n palatale e a z sorda e sonora (gli gnocchi, lo zero, uno zio), 
davanti a x (lo xenofobo),
davanti a ps, -e ai più rari pt, ct, mn, ft- (lo psichiatra),
davanti a pn in cui nell’uso contemporaneo si alternano con il/i (gli pneumatici/ i pneumatici).
il, i 

 

L’articolo indeterminativo precede un nome a referenza indeterminata, cioè ritenuta dall’emittente ignota o non identificabile dall’ascoltatore:
Uno studente ha già preso in prestito il libro, Gino ha bisogno di un televisore .

L’articolo indeterminativo italiano è solo al  singolare e non si usa con i nomi di massa; al plurale e con i nomi di massa si usano con funzioni analoghe gli indefiniti alcuni/alcune, certo/certe e soprattutto l’articolo partitivo dei - degli/delle, in uso oggi anche con preposizioni :
si vede in giro certa gente, alcune situazioni sono critiche, servono dei soldi, ci sono delle novità.

Articolo zero è la definizione data all’assenza di specificatori prima di un nome comune, usato perlopiù con funzione specificativa (Laura è avvocato), in molte forme idiomatiche (andare in barca, montare a cavallo) nei costrutti indicanti materiale o modo (di stoffa, di ferro, con forza, in silenzio).  

 

 SPECIFICATORI: AGGETTIVI DIMOSTRATIVI.

Gli aggettivi dimostrativi danno informazioni sulla posizione nello spazio o nel tempo o nel testo dell’elemento a cui il nome fa riferimento sia in situazioni concrete che figurate, astratte.
I tre dimostrativi fondamentali sono
Questo      = vicinanza a chi parla
Codesto    =  vicinanza a chi ascolta
Quello       =  lontananza da entrambi.

Nell’italiano contemporaneo codesto  è  sostituito da questo e quello nel parlato e nello scritto; è arcaico anche l’uso di questi, quegli e quei come forme maschili singolari riferite a persone e ciò come pronome con valore di neutro è sostituito da quello .
Hanno valore simile ai dimostrativi gli aggettivi successivo, seguente, precedente, antecedente, scorso, prossimo, passato, futuro, presente, attuale, inferiore, superiore, posteriore, anteriore.
Gli aggettivi dimostrativi soprattutto nel parlato hanno una funzione deittica, cioè un riferimento a un elemento del contesto (pigliate quello specchio attaccato a quel muro).

 Nell’italiano contemporaneo parlato il valore del dimostrativo è spesso rinforzato da un avverbio : questo qui , quello là, quelli lì.

I dimostrativi nello scritto e nel parlato  servono anche per richiamare qualcuno o qualcosa di cui si è parlato in precedenza (funzione anaforica: prendi la mia macchina, con quella viaggi comodamente) o per anticipare ciò che si dirà in seguito (funzione cataforica : Tutto quello che posso dire è inutile).

 

 

 SPECIFICATORI: AGGETTIVI NUMERALI.

Gli aggettivi numerali vengono suddivisi in
- numerali cardinali, che indicano una quantità (uno, due, tre),
- ordinali , che indicano una posizione in un elenco ordinato (primo, secondo, terzo),
- moltiplicativi (duplice, triplice, triplo, quadruplo), che indicano di quante volte una quantità è  maggiore di un’altra (doppio),
- frazionari, che indicano di quante volte una quantità inferiore a un intero o a un insieme (mezzo, terzo, quarto).
In particolare i numerali cardinali condividono caratteri degli specificatori per la posizione precedente al nome e l’incompatibilità con gli articoli indeterminativi o indefiniti (sette ragazze ma non *alcune sette ragazze).
Nell’italiano contemporaneo la tendenza  è l’uso dei cardinali al posto degli ordinali, con perdita di genere e numero (TG2, Milano 2, L’Università Roma Tre, la puntata zero).

SPECIFICATORI: AGGETTIVI INDEFINITI.
Come aggettivi indefiniti si indicano aggettivi che denotano in maniera imprecisata per quantità e indentità il nome cui si riferiscono.
Possiamo distinguere 
- gli indefiniti con valore di quantificatori, che occorrono senza articolo
- gli indefiniti con valore identificativo, che occorrono con l’articolo.

Hanno valore di quantificatori gli indefiniti tutti, ciascuno, ogni, qualunque, qualsiasi in quanto si riferiscono a un elemento della totalità degli individui di una data classe.
Tutti, ciascuno, ogni si riferiscono alla totalità dei membri di un insieme, qualunque, qualsiasi si riferiscono a una possibilità nella totalità.

Hanno valore di quantificatori esistenziali gli indefiniti qualche, alcuni, diversi, certi,molti, troppi, pochi, parecchi, alquanti in quanto designano uno o più  individui della  classe.

Hanno valore di indefiniti di tipo negativo nessuno, alcunoche non quantificano nessun elemento nella classe di riferimento.

Hanno valore di indefiniti con valore identificativo medesimo, tale, simile, stesso che specificano il riferimento in termini di identità o differenza rispetto a un altro nome.

 
 SPECIFICATORI: AGGETTIVI INTERROGATIVI E ESCLAMATIVI.

Gli aggettivi interrogativi hanno la funzione di interrogare
- sulla quantità (quanto)
- sull’identità (che, che cosa, quale)
del nome a cui si riferiscono.
Questi aggettivi compaiono in frasi interrogative (che parole hai detto?),  possono essere usati anche in frasi esclamative (che parole hai detto!), e infine possono essere usati anche in frasi interrogative indirette o dubitative (mi chiedo che parole abbia detto, non so che parole dire).    

 SPECIFICATORI: AGGETTIVI POSSESSIVI.

Gli aggettivi possessivi indicano una relazione tra il nome e una delle persone indicate nel discorso. I possessivi italiani sono forme parallele e complementari rispetto ai pronomi personali: mio, tuo, suo, nostro, vostri, loro.
In italiano gli aggettivi possessivi sono identici ai pronomi possessivi, che sono sempre preceduti da articolo o preposizione articolata (dammi il mio, prendi il tuo).

 

  La relazione indicata può essere

  • di possesso (la mia borsa)
  • di coinvolgimento (le tue emozioni)
  • di parentela o affinità (suo padre, il loro parente)
  • di parte o tutto (la tua mano)
  • di legame affettivo o consuetudine (i miei amici, la mia palestra).

L’aggettivo possessivo è usato con l’articolo sia con i nomi a referenza determinata (il mio cane) sia con nomi a referenza indeterminata (un tuo parente).
L’aggettivo possessivo può avere valore sia soggettivo (il tuo amore per le piante = tu ami le piante) sia  oggettivo (per amor tuo = perché ti amo).
Proprio è un aggettivo possessivo che condivide in parte gli usi di suo, e si riferisce al soggetto della frase; proprio è usato  se il possessore è espresso da un indefinito (ognuno segue la propria strada) ed è obbligatorio con il si impersonale ( si organizza il proprio tempo libero)

 

Fonte: http://elearning.moodle2.unito.it/lingue/pluginfile.php/10354/mod_resource/content/1/grammatica%20e%20lessico%202005.doc

Sito web da visitare: http://elearning.moodle2.unito.it

Autore del testo: P.Bianchi C.Marello

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