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GUIDA ALLA GESTIONE DEI PROGETTI |
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2.1 Introduzione al Project Management
Partiamo da alcune semplici definizioni.
Che cos’è un Progetto?
Abbiamo già visto nel Capitolo I come Archibald definisce un “progetto”, ovvero uno “sforzo complesso, di durata significativa, relativo alla realizzazione di uno specifico ed unico output, la cui realizzazione comporta la realizzazione di una pluralità di compiti - di natura diversa ma tra essi interrelati – eseguiti da soggetti diversi, con obiettivi,schedulazione temporale e budget ben definiti” (Archibald, 1985).
Abbiamo, anche, analizzato le peculiarità della produzione per commessa, in particolare quella delle imprese edili.
Il Project Management Institute , nella sua principale pubblicazione, il PMBOK 4th Edition, definisce un progetto come “a temporary endeavour undertaken to create a unique product or service”, ovvero, un progetto “è uno sforzo temporaneo intrapreso per creare un prodotto, un servizio o un risultato con caratteristiche di unicità” .
Questa semplice definizione fotografa le caratteristiche di un progetto:
Il venir meno di una sola di queste caratteristiche mina la definizione stessa di progetto.
In sintesi
I progetti:
Il responsabile di un progetto è il Project Manager o Responsabile di Commessa o Capoprogetto.
Gli obiettivi di un progetto devono essere: Chiari, definiti, misurabili e raggiungibili.
Sembrano caratteristiche ovvie. Eppure gran parte dei fallimenti di progetti sono riconducibili al venire meno di una o più di queste caratteristiche.
I progetti non sono eventi continuativi: quando si entra nel campo della ripetitività cessano di essere progetti. Infatti, la fase di progettazione di un determinato prodotto, lo sviluppo e la sua industrializzazione sono senza dubbio dei progetti, sia se vengono gestite singolarmente come una moltitudine di progetti in serie, sia facenti parti di un unico grande progetto. Ma quando questo prodotto arriva sulla linea di produzione e questa è a ciclo continuo (ovvero non si produce per commessa, ma per lotti o in serie), allora cessa di essere di essere un progetto e si entra nel campo della produzione di massa. Diverso è se la produzione è “su commessa”. Ovvero, viene commissionato un singolo, specifico, oggetto (o pochi) da un cliente, es. una nave, degli aerei, delle auto particolari, una serie di edifici, un’autostrada, un ponte.
In questo caso la loro realizzazione riacquista la caratteristica di unicità. Dunque possono essere considerati dei progetti.
Che cos’è un Programma?
Per il PMBOK, un programma è “un gruppo di progetti correlati, gestiti in modo coordinato al fine di ottenere benefici e un controllo non possibili nella gestione individuale dei singoli progetti” , che possono comprendere anche attività ricorrenti
Si parla di Programma quando abbiamo una serie di progetti che per loro natura afferiscono allo stesso cliente o allo stesso prodotto, ma che vanno gestiti singolarmente, pur mantenendone un controllo e coordinamento complessivo.
Il responsabile di un Programma è il Program Manager, coadiuvato da una serie di Project Manager, responsabili dei singoli progetti del programma.
Facciamo qualche esempio:
Si possono fare tantissimi esempi. Non è possibile generalizzare nel Project Management. Pertanto l’organizzazione e la struttura di un Programma o di un Progetto, dipendono da molteplici fattori: l’organizzazione che li gestisce, il committente, lo sponsor, il prodotto o servizio creato, le normative, i finanziatori, le risorse disponibili, i rischi connessi.
Il responsabile di un Programma è il Program Manager, che sarà il coordinatore dei vari Project Manager responsabili dei singoli progetti.
Il Project Management Institute (PMI) (www.pmi.org) è l’organizzazione leader nel campo del Project Management. Il PMI è attivo nel supportare e stimolare la professione del Project Manager, definire gli standard professionali, condurre ricerche e promuove, inoltre, lo sviluppo professionale e delle carriere per mezzo di un portafoglio di certificazioni.
PMBOK 4th Edition – Cap. 1 – Introduzione – Parag. 1.2 – pag.4. Il Project Management Book of Knowledge (PMBOK) è una guida, pubblicata dal Project Management Institute (PMI), che ha lo scopo di documentare e standardizzare le pratiche comunemente accettate di project management. Il PMBOK è internazionalmente riconosciuta come standard IEEE.
Per industrializzazione si intende quella fase del ciclo di vita che va dalla fine della progettazione all’avvio della produzione. In questa fase si realizzano i prototipi e si allestisce la linea di produzione.
PMBOK 4th Edition – Cap. 1 – Introduzione – Parag. 1.4.2 – pag.9
Che cos’è il Project Management?
Vediamo, a questo punto, di dare una definizione a quello che è l’oggetto principale di queste dispense, il Project Management:
Per il PMBOK, “è l’applicazione di conoscenze, capacità, strumenti e tecniche alle attività di progetto per soddisfarne i requisiti” .
Project Management (ISO 8402, 1990):
“Processo unico consistente in un insieme di attività coordinate con scadenze iniziali e finali, intraprese per ottenere un obiettivo conformemente a specifiche richieste, quali vincoli di
tempo, costo e risorse”.
Dunque il Project Management è tutto ciò che serve a supporto del progetto per il raggiungimento dei suoi obiettivi. Per questo sono stati definiti dei processi di project management, individuate delle metodologie e delle tecniche, che andremo ad analizzare nei vari capitoli di queste dispense.
Cos’è il ciclo di vita di un progetto?
Abbiamo più volte accennato al ciclo di vita di un progetto. Ogni progetto, per sua stessa definizione, è unico, e come tale va gestito, inoltre, va concepito e gestito secondo il suo particolare contesto operativo .
Per il PMBOK, il Ciclo di vita del progetto o Project Life Cycle è una “raccolta di fasi di progetto, generalmente in sequenza, il cui nome e numero sono determinati dalle esigenze di controllo dell’organizzazione o delle organizzazioni coinvolte nel progetto”
I progetti, dunque, possono essere suddivisi in fasi per garantire un più accurato controllo. Nel loro insieme queste fasi sono conosciute con il nome di ciclo di vita del progetto.
Tenendo sempre a mente che non esiste un modo univoco per strutturare un progetto, proviamo ad individuare le principali fasi di un progetto, che ritroviamo nella gran parte dei progetti, come suggerito dal PMBOK :
Facciamo qualche esempio di come si possono articolare le fasi di differenti prodotti.
Per la realizzazione di una strada:
Per un generico Progetto Edile:
Possiamo avere, anche, più fasi, per esempio, per la immissione di un nuovo prodotto sul mercato, abbiamo:
Osserviamo che:
Il primo riguarda le fasi in cui è diviso il progetto (se ce ne sono).
Il secondo è il raggruppamento naturale di evoluzione del prodotto in fasi. Generalmente:
Per cui potremmo avere un progetto per ciascuna di queste fasi, o uno solo per lo sviluppo.
Figura 2.3 -Esempio di ciclo di vita in un progetto edile
In ciascuna fase si possono reiterare una serie di processi tipici del project management:
Figura 2.4 – I processi nelle fasi
Ricapitolando:
Breve excursus sui processi di Project Management del PMBOK
Per meglio capire quanto detto nel paragrafo sul Ciclo di vita del progetto, vediamo come il PMBOK® descrive i processi di Project Management. Questi identifica 5 Gruppi di Processi (Avvio, Pianificazione, Esecuzione, Monitoraggio e Controllo, Chiusura), 9 Aree di Conoscenza (knowledge Area, sono la Gestione dell’Integrazione, dello Scopo, dei Tempi, dei Costi, dei Rischi, della Qualità, delle Risorse Umane, delle Communicazioni, degli Acquisti) in cui sono analizzati e dettagliati 42 processi che il Project Team potrà utilizzare nel corso della gestione dell’intero progetto.
I Gruppi di Processi
I processi di gestione dei progetti possono essere raggruppati in 5 Gruppi di Processi (Process Groups):
Figura 2.5 – I Gruppi di processi
Esempio: Il Gruppo di Processi “Pianificazione” comprende i processi di:
Figura 2.6
PMBOK 4th Edition – Cap. 1 – Introduzione – Parag. 1.3 – pag.6
Archibald – Project Management. Cap. 2.11
PMBOK 4th Edition – Cap. 2 – Ciclo di vita e organizzazione del progetto – Parag. 2.1.1 – pag.19
PMBOK 4th Edition – Cap. 3 – Project Management Processes for a Project – Parag. 3.3 – pag.44
Le Knowledge area
Il PMBOK individua, oltre ai Gruppi di Processo (Avvio, Pianificazione, Esecuzione, Monitoraggio e Controllo, Chiusura), delle cosiddette “Knowledge area” (Aree di Conoscenza) del Project Management che, per specifici argomenti, (es. integrazione, scopo, tempo, costo, qualità, risorse umane, rischi, acquisti, comunicazione) descrivono metodi e tecniche della gestione dei progetti in base ai processi stessi che la compongono.
Riprendendo l’esempio precedente, l’Area di Conoscenza della Gestione dei Tempi (Time Management) include i processi che afferiscono al fattore “tempo”, ovvero:
Le 9 Aree di Conoscenza (knowledge area) sono:
Dunque i Gruppi di Processi organizzano i processi per fasi (più o meno in serie); le Aree di Conoscenza, organizzano gli stessi processi per tipologia di argomento (Tempi, Costi, Rischi….).
Il PMBOK è più una guida che una metodologia da seguire pedissequamente. Spetterà, poi, al Project Manager decidere se e quali processi applicare.L’intersezione delle KA con i Gruppi di processi definisce una matrice.
Figura 2.7
Ogni elemento della matrice, se presente, è definito da uno o più processi. La tabella seguente illustra la relazione tra Gruppi di Processi e Aree di Conoscenza.
Area identificata del Project Management definita dai rispettivi requisiti di conoscenza e descritta in termini di processi, pratiche, input, output, strumenti e tecniche componenti (PMBOK 4th Edition, pag. 419)
2.2 Un modello semplificato di pianificazione e controllo di un progetto
I processi e le interazioni mostrate nelle paragrafo precedente, sono generalmente accettati come validi in gran parte delle organizzazioni e il più delle volte i processi presenti sono effettivamente eseguiti nei progetti.
In ogni caso, non tutti i processi individuati sono necessari a tutti i progetto, e non tutte le interrelazioni sono sempre e comunque attivabili e condivisibili.
Solo nei grandi progetti abbiamo una distinzione netta tra fasi, gruppi di processi e processi, così come descritto nel PMBOK.
In queste dispense, abbiamo voluto, nell’ambito delle metodologie generali per la gestione dei progetti, considerare un modello semplificato. Uno strumento pratico che possa essere concettualmente applicato a qualunque tipologia di “progetto”.
Ciclo di vita semplificato di gestione di un progetto
Il Ciclo di vita del modello di Gestione di un progetto, semplificato, comprende le seguenti fasi:
Ciascuna fase sarà caratterizzata da uno o più processi.
Nel modello di studio applicheremo i processi di project management relativi a queste 6 fasi. Valuteremo la gestione di uno specifico progetto reale (se pur semplificato per esigenze didattiche) dove analizzeremo l’impatto dei processi sulle attività di progetto.
Tralasceremo, tuttavia, alcuni processi legati alla fase di esecuzione del progetto, così come quelli di gestione degli approvvigionamenti, della qualità, delle risorse umane e delle comunicazioni. Altri processi secondari di project management saranno inglobati all’interno delle 6 fasi individuate, pur senza darne una dettagliata descrizione.
La gestione dei costi di progetto è un processo generalmente incluso nella fase, più generale, di pianificazione dei progetti, ed è strettamente legato alla stima delle risorse e dei tempi.
Nel nostro modello, abbiamo ritenuto opportuno scindere questo processo, inserendolo in un’apposita fase, la Gestione dei Costi, per più di un motivo:
Da notare che l’estensione temporale della fase di Gestione dei Costi eccede quella strettamente legata alla fasi di pianificazione stessa, per la ragione che comprende la definizione del budget e degli investimenti, prima, e la consuntivazione e analisi degli scostamenti, dopo.
Questa fase è comunque parallela a quelle della pianificazione dei tempi e delle risorse. Nonché all’analisi dei rischi.
Nel diagramma di flusso seguente è illustrato il modello semplificato di Gestione del Progetto che andremo a descrivere:
Nei paragrafi successivi, per ciascuna fase, analizzeremo i principali processi, in cui saranno individuati:
Inoltre approfondiremo la teoria con:
2.3 Avvio del progetto
PMBOK 4th Ed. Reference |
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Knowledge Area: |
Project Integration Management |
Processi: |
4.1 |
La fase di Avvio è il primo passo per la realizzazione di un progetto.
Questa fase è costituita da un unico processo: 1.0 Avvio del Progetto.
Figura 1 – Fase 1 – Avvio del Progetto
Descrizione: “Avviare un progetto” consiste nell’esecuzione di tutte le attività necessarie a lanciare ufficialmente il progetto.
In questo processo vengono formalizzate le caratteristiche del prodotto o servizio che andranno a costituire l’oggetto del progetto stesso.
Il processo, sebbene non generalizzabile, si può schematizzare nelle seguenti attività:
A valle di questo atto formale, il Project Manager incaricato, indirà un “kick off meeting”, che è la prima riunione ufficiale del progetto e sancisce l’inizio di tutte le attività operative (vedasi riquadro).
Il diagramma di flusso del processo 1.0 Avvio del Progetto:
Progetto vs. Prodotto
Abbiamo visto cos’è un Progetto. Distinguiamo il progetto dal prodotto, che è il possibile output, fisico, del primo. I “Prodotti” sono cose tangibili che vengono prodotte dal progetto.
Per questo motivo occorre non fare confusione tra i Processi di Gestione del Progetto vs. i Progetti di Gestione del Prodotto:
• Processi di Project Management: descrivono, organizzano e completano il lavoro del progetto.
Sono generalizzabili e applicabili al più dei progetti. La Gestione del progetto, abbiamo visto, sono tutte quelle attività di project management connesse con il governo del progetto, che prescindono dal prodotto stesso. Assicura il corretto flusso di progetto durante la sua evoluzione
• Processi orientati al prodotto: specificano e creano il prodotto del progetto. Sono specifici della particolare tipologia del progetto. Questi processi sono generalmente definiti dal ciclo di vita di progetto e dipendono dall’area di applicazione.
I processi di Project Management e i processi orientati al prodotto si sovrappongono ed interagiscono durante il progetto.
Chi: In genere è la Direzione Aziendale a gestire questo processo, servendosi del supporto di esperti interni e/o esterni all’azienda.
Nella fase di Avvio, non sono ancora stati individuati il Responsabile di Commessa (il Project Manager) e il team di progetto. Pur tuttavia, il supporto di coloro i quali saranno chiamati a gestire il progetto è di fondamentale importanza per una corretta e attendibile definizione degli output di questo processo.
Input: Input a questo processo sono tutte le informazioni utili alla direzione aziendale e/o al futuro Responsabile di commessa (Project Manager) per iniziare a definire scopo, attività, tempi e costi preliminari di progetto.
Gli input posso variare a seconda del tipo di progetto e/o del settore in cui si sta lavorando:
Output: I principali output di questo processo sono:
Gli output sono tutti preliminari e saranno oggetto di dettagliata ed esaustiva integrazione e revisione in fase di Pianificazione.
Ciò che è determinante al fine di una ottimale formalizzazione del progetto è la corretta individuazione dei requisiti generali del prodotto o servizio che si andrà a realizzare, delle richieste e delle specifiche del committente.
Questo è particolarmente vero quando si sta partecipando ad una gara di appalto. La non corretta comprensione dei requisiti o errori di valutazione possono compromettere il risultato di progetto in termini di tempi, costi e qualità.
Molto spesso questa fase viene ingiustamente sottovalutata o ridotta ai minimi termini, ridimensionando l’impegno e le risorse impegnate, con gravi rischi per il progetto. Una non corretta stima iniziale del progetto, talvolta, conduce alla sua chiusura o a un grave ritardo o perdita economica.
2.3.1 Il Project Charter
Il principale output del processo di Avvio è il Project Charter, che, sebbene il più delle volte è realizzato solo parzialmente o superficialmente, è il documento che sancisce l’inizio ufficiale di un progetto. In taluni settori, come spesso accade nell’edile, può essere sostituito da altri documenti ufficiali richiesti dal committente, per esempio la Documentazione di Gara.
Ciò che vogliamo sottolineare, in questo paragrafo, è la necessità di strutturare un documento formale, che contenga tutte le informazioni disponibili, allo stato attuale del progetto, che consenta di assegnare in modo chiaro e definito il Responsabile di Progetto/commessa, e definire gli obiettivi strategici aziendali relativamente al progetto.
Descrizione: Per il PMBOK “sviluppare il Project Charter è il processo di sviluppo di un documento che autorizza formalmente un progetto o una fase e che documenta i requisiti iniziali che soddisfano le esigenze e le aspettative” .
Il Project Charter è, dunque, il documento iniziale di una progetto che:
Anche per il Project charter non esiste una regola fissa. Dipende dal tipo di progetto, dall’organizzazione, dal management, dai vari stakeholder.
In alcune organizzazioni e alcuni progetti non è detto che sia necessario, ed è sostituito da altri documenti formali. Per esempio nel caso di una gara di appalto.
A valle della approvazione del Project Charter, il progetto può partire con la fase di pianificazione.
Chi: Il Project Charter viene emesso dal Project Sponsor, di concerto con la Direzione Aziendale. E’ buona norma che il Project Manager, in questa fase, sia già individuato e contribuisca fattivamente alla sua realizzazione.
Se il progetto è un progetto esterno (esempio costruzione di un edificio) allora è il Project Manager che realizza il documento e lo sottopone per approvazione alla Direzione Aziendale.
Il Project charter deve essere firmato dallo sponsor e dai principali stakeholder del progetto per accettazione.
Input: tutti i documenti a disposizione dell’azienda al fine di inquadrare il progetto sono input.
E’ molto importante che l’azienda si doti di un modello di project charter in modo tale che tutti i progetti possano essere avviati con analoga documentazione e informazione.
Output: Il project charter. E’ un documento cartaceo o elettronico.
Di seguito è inserito un esempio di un project Charter.
Kick off meeting
Abbiamo accennato al kick off meeting come ultimo step del processo di Avvio.
Non in tutti i progetti questo meeting ha luogo nelle primissima fase del progetto. Talvolta si decide di porlo in una fase più avanzata della pianificazione o comunque prima dell’inizio della Fase di Esecuzione del Progetto. Anche in questo caso è fortemente dipendente dal tipo di progetto e dal settore.
E' una riunione organizzata e gestita dal Project Manager, a cui partecipano i responsabili delle varie aree aziendali coinvolte nel progetto, allo scopo di allineare tutti i principali attori, sugli obiettivi, procedure, piani e per far partire il processo di costruzione del team di progetto.
Tipicamente, è una sorta di workshop, più che un meeting formale, che può durare anche più di un giorno e includere diverse attività, come la condivisione del project Charter o del business plan, un primo brainstorming sui vincoli e della struttura organizzativa di progetto…etc.
PROJECT CHARTER - Esempio
Progetto: |
Codice progetto: |
Data: |
Revisione: |
Cliente: |
Sponsor: |
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Descrive gli obiettivi del progetto e le ragioni per i quali si è deciso di lanciare il progetto. Devono essere chiari, definiti, misurabili e raggiungibili, al fine di consentire al Project Manager e al team di individuare se e quando il risultato di progetto è stato raggiunto. |
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Fornisce una lista di “alto livello” di quello che deve essere fatto per raggiungere gli obiettivi di progetto. Ciascun deliverable dovrebbe essere sufficientemente dettagliato così che il team di progetto abbia una chiara comprensione di ciò che dovrà essere pianificato, e in seguito, realizzato. |
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Definisce lo “scopo” del progetto (vedasi paragrafo sullo scopo). Definisce “cosa deve essere fatto”“In Scopo” definiamo tutto ciò che il progetto deve includere per raggiungere gli obiettivi (cosa include).“Fuori Scopo” è tutto ciò che non è parte del progetto e non dovrà essere realizzato dal team di progetto (cosa non include).
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4. MILESTONE |
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Identifica le milestone del progetto, includendo le date di pagamento del cliente. |
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5. ASSUNZIONI, VINCOLI & DIPENDENZE |
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Identifica i vincoli e le ipotesi (“assumption”, fattori potenziali di rischio che hanno impatto sul progetto e potrebbero rendere difficile la sua realizzazione) che stanno alla base della definizione dello “scopo” del progetto e per la successiva fase di pianificazione. L’obiettivo di questo paragrafo è la definizione dei confine dei tre principali vincoli del project management (scopo, tempi e costi) che dovranno essere gestiti. |
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6. TEMPISTICA PRELIMINARE |
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Descrive a grandi linee le principali date di inizio, esecuzione e la fine attesa del progetto. |
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7. PRINCIPALI RISORSE & LIMITI DI COSTO PRELIMINARE |
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Si effettua una stima di massima delle risorse umane ed economiche del progetto. |
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8. DOCUMENTI DI RIFERIMENTO & ALLEGATI |
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Deve essere allegato ogni documento utile per la definizione dello scopo, deliverable – es. Capitolato di gara, RFQ, RFP, offerte dei fornitori, Gantt preliminare, etc.
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9. STRUTTURA ORGANIZZATIVA DI PROGETTO |
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Identifica:
In questa fase siamo piuttosto ad una individuazione di risorse “desiderate” che dovranno essere definite nella fase di pianificazione. |
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Funzione |
Nome |
Ruolo |
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9. AUTORIZZAZIONE |
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Approvato da: |
Responsabile Aziendale / Sponsor / Amministratore |
Date |
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Approvato da: |
Project Manager |
Date
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A valle di ogni capitolo di teoria di Project Management, andremo ad applicare la metodologia individuata con pratici esempi che si riferisco ad un progetto reale, che per uso didattico sarà comunque semplificato.
Nella seguente sezione, sotto il cappello “Case study”, viene affrontato il caso di una impresa di costruzioni analizzando, attraverso un esempio di progetto completo, tutti gli aspetti che tale impresa deve affrontare per pianificare, eseguire e controllare un proprio progetto.
Il progetto scelto è quello per la realizzazione di un complesso di edifici universitari.
Ipotizzeremo di essere il Project Manager dell’azienda 321Progetti, al quale verrà affidato il progetto.
Requisiti di progetto forniti dal committente:
Sulla base delle informazioni ricevute la 321Progetti realizza il Project Charter:
PROJECT CHARTER
Progetto: Nuova Facoltà di Ingegneria |
Codice progetto: NFI10 |
Data: 10 Gennaio 2010 |
Revisione: 0 |
Cliente: Università di Napoli |
Sponsor: Amministratore Delegato 321Progetti |
1. OBIETTIVI |
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Il progetto è perfettamente allineato alla mission della 321Progetti:
Obiettivi principali:
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2. PRINCIPALI DELIVERABLE |
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I principali deliverable richiesti dal progetto sono:
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3. DEFINIZIONE DELLO SCOPO |
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In “Scopo” Consideriamo “in scopo” la realizzazione nei tempi e nei costi preventivati di tutti i deliverable elencati nella sezione “deliverable”, così come richiesto dal committente. Fuori “Scopo” è tutto ciò non espressamente richiesto dal cliente |
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4. MILESTONE |
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Di seguito le principali milestone di progetto identificate:
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5. ASSUNZIONI, VINCOLI & DIPENDENZE |
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Assunzioni:
Vincoli:
Dipendenze:
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6. TEMPISTICA PRELIMINARE |
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7. PRINCIPALI RISORSE & LIMITI DI COSTO PRELIMINARE |
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Stima di massima delle risorse umane ed economiche del progetto. Il progetto dovrà evidenziare un margine economico del progetto pari ad almeno il 20% del ricavo complessivo. |
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8. DOCUMENTI DI RIFERIMENTO & ALLEGATI |
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Capitolato di progetto,RFP consulenze esterne;RFQ dei fornitori esterni,Gantt preliminare. |
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9. STRUTTURA ORGANIZZATIVA DI PROGETTO |
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Project Manager (Capo Commessa)del progetto è nominato l’ing. Mario Rossi |
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Funzione |
Nome |
Ruolo |
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Direzione Tecnica |
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Direttore tecnico |
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Direzione Amministrativa |
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Responsabile Amministrativo |
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Direzione Qualità e Sicurezza |
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Responsabile Qualità |
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Direzione Acquisti |
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Responsabile Acquisti |
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9. AUTORIZZAZIONE |
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Approvato da: |
Responsabile Amministratore |
Date |
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Approvato da: |
Project Manager |
Date |
2.4 Realizzazione del Project Management Plan
PMBOK 4th Ed. Reference |
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Knowledge Area: |
Project Integration Management |
Processi: |
4.2 |
Poniamo la nostra attenzione, ora, su un processo molto importante: la Realizzazione del Project Management Plan o Piano di Project Management. Questo processo consente di individuare, definire preparare tutti i piani del progetto.
Realizzare il Piano di Project Management
Facciamo subito una premessa: il Piano di Project Management non è un output dei processi di avvio. Il Project Management Plan (Piano di Project Management) è sviluppato durante tutta la fase della pianificazione. E la sua chiusura e approvazione deve coincidere con la fine della fase stessa.
Un progetto, infatti, non può passare alla fase di esecuzione se prima non c’è la formale approvazione del Piano di Project Management.
Tuttavia, fin dalla fase di avvio si incominciano ad individuare e definire i principali componenti del Piano di Project Management, in particolare i piani ausiliari e il Project Charter.
Descrizione
Il Piano di Project Management è il documento che consolida tutti i piani e le procedure utilizzati dal project manager.
Figura 2.8 – Il piano di project management
Il Piano di Project Management lo possiamo immaginare come un raccoglitore nel quale andranno a confluire tutti i piani di gestione ausiliari e le baseline di progetto.
I piani ausiliari del Piano di Project Management sono i piani che descrivono come verrà gestito il progetto nelle singole aree di conoscenza, ed identificano l’organizzazione, le metodologie, le procedure, gli strumenti e le tecniche da utilizzare per gestire i vari ambiti (costi, tempi, qualità, rischi, risorse umane, ecc…) e comprendono (a titolo indicativo):
La presenza o meno dei piani ausiliari è principalmente legata alla complessità del progetto, all’organizzazione che lo gestisce e alle leggi che possono imporre la realizzazione di determinati piani (esempio il piano di gestione della qualità o della sicurezza).
Su un progetto di piccole-medie dimensioni non sarà necessario definire tutti i piani ausiliari.
La pianificazione del progetto è, anch’essa, inserita nel Piano di Project Management e rappresenta, però, solo una delle componenti del piano. All’interno del Piano di Project Management sono presenti, infatti, oltre ai piani ausiliari, anche altri elementi, quali gli output della pianificazione (schedulazione, Gantt, budget, scopo, ecc…). Le “baseline” (il riferimento) delle prestazioni che andranno misurate sono la base rispetto alla quale verificare l’andamento del progetto:
Una baseline non dovrebbe essere mai modificata, a meno che non intervengano richieste da parte del committente, dal top management o eventi esterni che non erano stati presi in considerazione durante la pianificazione (Esempio una nuova legge o regolamento).
La modifica di una baseline è una questione delicata e di non poco conto. Questo perché le “baseline” sono il riferimento rispetto al quale il PM deve valutare l’avanzamento del progetto, e, in caso di scostamento, attuare gli opportuni interventi correttivi atti a riportare il progetto in linea con essa.
Il Project manager viene giudicato principalmente sul rispetto delle “baseline”, vale a dire sulla sua capacità di portare a termine il progetto così come era stato pianificato inizialmente.
Il Piano di Project Management è concordato con tutti coloro che sono coinvolti nel progetto (Direzione Aziendale, Struttura Operativa Aziendale, Clienti, Fornitori, Team di Progetto, ecc.), e formalmente approvato per la propria parte di competenza da ciascun stakeholder. Il piano è poi rivisto nel suo insieme e firmato dallo sponsor, dalla direzione aziendale e dal Project Manager. Diventa, così, il documento formale di riferimento utilizzato durante il progetto.
Per concludere, il Piano di Project Management è creato per rispondere a domande del tipo:
PMBOK 4th Edition – Glossario pag.444
Fonte: https://www.docenti.unina.it/downloadPub.do?tipoFile=md&id=114368
Sito web da visitare: https://www.docenti.unina.it
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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