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I MEZZI DI COMUNICAZIONE IERI..
LA MODULAZIONE
Sistema di radiotrasmissione nel quale l'onda del segnale da trasmettere (Onda Modulante) viene associata a un onda portante che ha caratteristiche proprie più adatte alla trasmissione, per creare una terza onda (Onda Modulata). Facendo un excursus temporale, possiamo dire che i primi tipi di modulazione (Modulazione Storica) furono tre (utilizzavano portante e modulante analogica):
• di frequenza ( FM, Frequency Modulation );
• di ampiezza (AM, Amplitudude Modulation);
• di fase ( PM, Phase Modulation);
Essi consistono nel trattamento dell'onda portante in modo che, instante per instante, la sua frequenza, la sua ampiezza o la sua fase, rispettivamente, varino in misura proporzionale alle relative variazioni del segnale da trasportare. La banda di frequenze, vale a dire l'intervallo entro cui varia la frequenza dell'onda portante modulata, è diversa a seconda del tipo di modulazione. La modulazione permette di adattare segnali diversi a uno stesso canale e di rendere la trasmissione più efficiente, con effetti di interferenza e attenuazione ridotti. Prima della ricezione, il segnale viene sottoposto all'operazione inversa a quella di modulazione, detta demodulazione.
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MODULAZIONE AM
La modulazione di ampiezza è stata la prima modulazione impiegata nelle trasmissioni via etere da Guglielmo Marconi agli inizi del secolo, in quanto la più facile da concepire e da realizzare, sia nella fase di trasmissione che di ricezione, specialmente in quei tempi, quando l'elettronica ancora non disponeva di apparecchiature specifiche.
La modulazione di ampiezza consiste nel far variare l'ampiezza del segnale portante in maniera proporzionale a l'ampiezza della modulante. Il sistema AM fù il primo sistema di modulazione impiegato nel campo della radiofonia per trasmissioni a breve e grande distanza. Può Essere utilizzato per la trasmissione di segnali audio , nella telefonia a corrente portante e nella trasmissione di immagine fisse via cavo. |
La modulazione di ampiezza produce onde la cui ampiezza è massima nei punti in cui la modulante presente i picchi positivi , minima in corrispondenza dei picchi negativi.
Spettro del segnale AM
Abbiamo fino ad ora considerato rappresentazioni dei segnali in funzione di tempo come cioè si osserverebbero sull’oscilloscopio.
Se invece si inserisce il segnale modulato in ampiezza in un analizzatore di spettro si può osservare la rappresentazione del segnale AM in funzione della frequenza. In altri termini si possono rappresentare le varie componenti in alta frequenza che costituiscono il segnale modulato, posizionando sull’asse delle frequenze e tenendo conto delle rispettive ampiezze. Si ottiene in questo modo il cosiddetto «spettro» del segnale. Quindi una rappresentazione ampiezza/frequenza indica la distribuzione delle varie componenti, che costituiscono il segnale, in funzione della frequenza, determinando così la banda occupata (larghezza) e la sua allocazione nell’intera gamma delle frequenze (in questo caso AM).
Si può rappresentare lo spettro del segnale AM sviluppando la formula:
Ricordando che:
e sostituendo:
il primo termine rappresenta la portante, mentre i due rimanenti rappresentano due coponenti sinusoidali di ampiezza mVp/2 e frequenza data dalla somma(fp+fm) e differenza (fp-fm) dei due segnali rispettivamente.
Queste tre componenti sinusoidali rappresentano lo spettro del segnale modulato:
Le due componenti di frequenza fp+fm e fp-fm sono disposte simmetricamente rispetto alla frequenza della portante (fp), distanti da essa di fm, e prendono il nome di banda laterale superiore (BLS) e banda laterale inferiore (BLI).
La banda di frequenza (Bf) del segnale modulato può essere determinata osservando lo spettro (Bf=(fp+fm)-(fp-fm)=2fm).
Pertanto l’intero segnale modulato in ampiezza, che contiene il segnale d’informazione, è contenuto in una banda passante pari a 2fm ed è centrato alla frequenza della portante. Questo significa che in ogni banda laterale è contenuto l’intero segnale d’informazione e quindi trasmettendo il segnale AM si trasmette una doppia informazione.
Lo spettro di un segnale AM è quindi formato dalla portante più due componenti detti bande laterali. Il segnale ha un basso rendimento perché la maggior parte della potenza è associata alla portante che non contiene l'informazione da trasmettere. Per aumentare il rendimento di modulazione si utilizzano due tecniche denominate DSB (Double Side Band) e SSB ( Single Side Band). La DSB consiste nel sopprimere la portante e trasmettere solo le bande laterali mentre nella SSB si trasmette una sola banda laterale (o la superiore USB, o la inferiore LSB). Con la tecnica SSB si ottiene una riduzione della larghezza del canale di trasmissione ma le tecniche presentano lo svantaggio in una maggiore complessità dei circuiti ricevitori. Il sistema di trasmissione in AM è particolarmente soggetto a effetti di distorsione, interferenza e rumore, che non possono essere eliminati in fase di demodulazione: diversi disturbi elettrici, prodotti ad esempio dai temporali e dai sistemi di accensione delle auto, generando radiosegnali modulati in ampiezza che i ricevitori AM riproducono sotto forma di Rumore.
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MODULAZIONE FM
Inventata da Armstrong nel 1935, ma regolamentata solo nel 1961 in Europa all'interno delle radiodiffusioni stereofoniche, costituisce un considerevole miglioramento rispetto alla AM sia per immunità ai disturbi cui è invece molto soggetta la AM, che per numero di canali effettivamente disponibili, che per l'alta fedeltà delle trasmissioni. |
La modulazione di frequenza consiste nel far variare la frequenza della portante proporzionalmente al valore istantaneo del segnale modulante. L'ampiezza e la fase coincidono con quelle della portante. Lo spettro di un segnale FM modulato da un onda sinusoidale presenta infinite righe distanziate tra loro da multipli interi di ? (velocità angolare del segnale modulante).
Il principale vantaggio di questo sistema rispetto a quello a modulazione di ampiezza consiste nell'essere meno soggetto a scariche e interferenze. Un ricevitore FM non è sensibile a disturbi generati dai temporali , se è sintonizzato su un segnale d'intensità sufficiente: il rapporto segnale\disturbo è molto più alto in FM che in AM. Le stazioni radio FM, inoltre possono trasmettere in bande ad altissima frequenza(VHF), nelle quali l'interferenza in AM è spesso molto intensa. La portata di trasmissione su tali bande è piuttosto limitata per cui stazioni che operano sulla stessa frequenza possono trovarsi a poche centinaia di chilometri l'una dall'altra senza interferire reciprocamente. Poiché necessità di un'ampiezza di banda maggiore della modulazione di ampiezza, ma è meno sensibile alle interferenze, la modulazione di frequenza viene usata per trasmettere musica in stereofonia ad alta fedeltà, per il segnale audio delle trasmissione televisive e per la trasmissione via satellite.
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MODULAZIONE PM
Il sistema di modulazione di fase (PM) presenta caratteristiche molto simili a quelle della modulazione di frequenza; per questo, entrambe vengono spesso riunite sotto la denominazione comune di modulazioni angolari. La PM e la FM si distinguono fondamentalmente per le bande di frequenza del segnale modulato e per la maggiore stabilità della frequenza portante nella modulazione di fase rispetto a quella della modulazione di frequenza. Il sistema PM, che consiste nella variazione della fase dell'onda portante in base alla forma del segnale modulante da trasmettere, viene spesso impiegato in alcune fasi dell'amplificazioni nei sistemi in FM. Per quanto riguarda la potenza e lo spettro di frequenza del segnale PM valgono le stesse considerazioni fatte per la modulazione di frequenza.
Gli impieghi sono molto limitati, sia perché oggi si tende a preferire sempre le modulazioni digitali a quelle analogiche, sia essendo, come già detto, essendo molto simile a quella di frequenza, richiede però una larghezza di banda maggiore di questa, a parità di altre caratteristiche, ed inoltre presenta maggiori complicazioni circuitali, per cui è usata, di fatto, solo insieme alla modulazione di ampiezza nella modulazione del segnale cromatico televisivo.
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MODULAZIONE DIGITALE
Sebbene i tipi di modulazione, parlando in termini generali, non sono cambiati, sono sorte nuove tecniche a causa della necessità di trasmettere informazioni (e quindi segnali) in forma digitale.
Quelle che andremo a trattare sono tra le più semplici da realizzare e sono:
• La ASK, che si rifà al concetto di modulazione di ampiezza;
• La FSK, che si rifà alla modulazione di frequenza;
MODULAZIONE ASK ED OOK
Nella ASK il segnale digitale, che costituisce l’informazione da trasmettere, va a modulare una portante sinusoidale facendone variare l’ampiezza in modo tale da far corrispondere all’uno logico la portante stessa e, allo zero logico l’assenza della portante, come in figura.
Il codice di trasmissione utilizzato in questa tecnica può esser bipolare (1,-1), modulazione ASK, oppure può essere binario o unipolare(1,0), modulazione OOK (On Off Key). La seconda tecnica corrisponde all’immagine precedente ed è quella maggiormente utilizzata.
Il segnale della modulante, di tipo impulsivo, ha la seguente espressione:
Sm (t) = ΣBi · ret(t-nT)
In cui Bi rappresenta il codice binario 0 o 1 nel caso OOK, mentre ret(t-nT) è la funzione dell’impulso rettangolare con ampiezza unitaria e periodo T.
Il segnale della portante invece, essendo sinusoidale sarà espresso dalla seguente espressione:
Sp (t) = A · cosωp·t
Il segnale di uscita sarà quindi espresso dalla seguente espressione:
S-ASK = A ·ΣBi · ret(t-nT) · cosωp·t
Il quale assumerà i seguenti valori a seconda del valore di B:
se Bi = 1 allora S-ASK = A ·cosωp·t
se Bi = 0 allora S-ASK = 0
Si può vedere benissimo quindi che nel caso B assuma valore 1 viene riportata la portante sinusoidale mentre se assume valore 0 anche il segnale modulata sarà 0.
Questo tipo di modulazione, di facile realizzazione sia nei modulatori sia nei demodulatori, è stata usata sempre nelle telescriventi, per la trasmissione di codice morse e in qualche tipo di ponte radio a breve distanza.
Purtroppo è molto sensibile al rumore, per questo oggi è utilizzata poco, nonostante sia stata impiegata per prima.
MODULAZIONE FSK
La modulazione F.S.K consiste nel far variare la frequenza di un segnale sinusoidale (portante) in base al valore assunto dal segnale digitale (modulante) rappresentante i dati da trasmettere.
Questo tipo di modulazione è stata usata nei primi modem, V21 e V23 molto lenti rispetto a quelli odierni, ed è tuttora usata nei ponti radio e nelle trasmissioni fra cellulari del tipo GSM.
Fonte: http://www.itiscopernicofe.it/itis/didattic/matdid/5H/11%20-%20I%20MEZZI%20DI%20COMUNICAZIONE%20IERI.doc
Sito web da visitare: http://www.itiscopernicofe.it
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