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CICLI FRIGORIFERI
I cicli frigoriferi sono trasformazioni termodinamiche cicliche che avvengono in particolari macchine chiamate macchine inverse, in quanto in queste macchine il lavoro viene sfruttato invece di essere prodotto.
Una macchina inversa, detta anche macchina frigorifera, può essere schematizzata nel seguente modo:
Figura 1 : Schema a blocchi di una macchina frigorifera
Le macchine frigorifere possono essere utilizzate principalmente per due scopi differenti :
(2)
Poiché abbiamo considerato il ciclo come una successione di sistemi aperti si trova che:
(3)
(4)
Il calcolo dei coefficienti si riduce quindi al calcolo delle entalpie. Per il 1° Principio della termodinamica è possibile inoltre stabilire una relazione tra hf e COP:
(5)
Questo ci dice che la stessa macchina dal punto di vista termodinamico presenta un maggior rendimento se utilizzata come pompa di calore anziché come frigorifero.
Inoltre il rendimento può essere migliorato rallentando e accelerando la macchina frigorifera nei momenti opportuni, piuttosto che spegnendola e riaccendendola. Questo ultimo metodo può anzi arrecare gravi danni, in quanto se un impianto rimane spento per un periodo prolungato può accadere che dell’acqua si infiltri all’interno del compressore nonostante la presenza di valvole di sicurezza, provocando seri problemi al momento della riattivazione del sistema. E’ per questo motivo che la durata media dei frigoriferi, sempre accesi, si aggira intorno ai 20 anni, mentre i condizionatori dopo 4 o 5 anni di solito devono essere riparati.
ESEMPIO
Una macchina frigorifera utilizza come refrigerante il Freon F12, che fornisce il calore= 200000 frigorie/h. Conoscendo le due temperature Tev=5°C e Tcond=40°C, considerando la compressione isoentropica (s2=s1) e l’espansione isoentalpica (h4=h3), determinare il coefficiente di effetto utile frigorifero, il coefficiente di prestazione, il calore prodotto , il lavoro assorbito .
Qui sotto sono rappresentati i dati del problema e il diagramma p-h:
Trasformazione |
Pressione (BAR) |
Temperatura (°C) |
Entalpia specifica (KJ/Kg) |
1 |
3,6 |
5 |
353,6 |
2 |
9,6 |
50 |
371,1 |
3 |
9,6 |
40 |
238,5 |
4 |
3,6 |
5 |
238,5 |
Innanzi tutto occorre ricordare che la grandezza indica un rapporto fra energia e tempo, quindi ci viene richiesta la potenza meccanica assorbita dalla macchina, così come rappresenta la potenza termica erogata.
Calcoliamo il coefficiente di effetto utile frigorifero:
Per capire bene il valore di questo risultato dobbiamo confrontarlo con il coefficiente di una macchina frigorifera basata sul ciclo di Carnot inverso, per la quale il coefficiente risulta massimo. In questo caso scegliamo come temperature t1 e t2 i due valori 40°C e 5°C, per cui il coefficiente risulterà :
Confrontando i due valori notiamo che non c’è una grande differenza, quindi possiamo concludere che l’effetto utile frigorifero della nostra macchina è elevato .
Calcoliamo ora il COP :
COP = 6,6 + 1 = 7,6
Sapendo poi che e che otteniamo una relazione che più genericamente può essere scritta così :
Se adesso convertiamo le unità di misura otteniamo che: 200000 frig/h = 200000 Kcal/h, 1Kcal = 4187 J, 1 h = 3600 s , così sostituendo abbiamo :
MISCELE DI GAS PERFETTI
Iniziamo ricordando il Principio di Avogadro, che dice che una mole di gas a T=273,15 K, p=1 atm, occupa sempre un volume pari a 22,414 litri. Questa legge rimane valida anche per le miscele di gas perfetti, in quanto si ipotizza che una miscela composta da più gas perfetti rimanga essa stessa perfetta.
Sappiamo già che due gas perfetti differiscono solo per massa molare, quindi quello che ci interessa è ricavare il valore di alcuni parametri della miscela, come:
(massa molare media), (costante media della miscela), , (calori specifici medi). Queste sono tutte grandezze medie; esse vengono calcolate facendo una media pesata fra i coefficienti relativi ai singoli gas componenti. Un’altra notazione è questa: , inoltre le unità di misura sono Kg/Kmol per e KJ/KgK per gli altri parametri.
La miscela che incontriamo più spesso è l’aria, i cui componenti principali sono ossigeno ed azoto. Supponiamo di avere una massa M1 di O2 e una massa M2 di N2, possiamo ricavare come esempio il valore dei coefficienti :
(1)
(2)
(3)
in cui M3 = M1 + M2 (4)
Queste formule possono essere estese al caso generale in cui la miscela sia composta da un numero N di gas perfetti, ed in questo caso verranno sommati al numeratore e al denominatore N contributi .
Supponiamo che in un problema sia scritto :
ES : L’aria è composta da 78% di N2 e 22% di O2...
Come dobbiamo interpretare questi valori ? Quando si danno le percentuali bisogna sempre specificare quale tipo stiamo considerando: nel caso precedente abbiamo una percentuale in volume, ma potremmo avere anche percentuali in pressione, massa, moli.
Da notare che le varie percentuali possono essere diverse, come accade per le % in moli (ni / ntot) e in massa (Mi / Mtot), in quanto i gas hanno una diversa massa molare. Consideriamo ora la legge dei gas perfetti pV=RT, questa può essere scritta anche in questo modo:
(5)
in cui rappresenta la densità del gas.
Rimane da studiare un ultimo caso, quello in cui nel mescolarsi un gas cambia le percentuali iniziali, ossia quando avviene il cosiddetto fenomeno di miscelazione. Questo è sempre un processo irreversibile, così non può essere disegnato sui diagrammi, si possono conoscere unicamente gli stati iniziali e finali e si troverà che
.
ESEMPIO
Uno scatolone adiabatico contiene O2 e N2 separati da un setto. Successivamente il setto viene rimosso e i due gas si mescolano producendo aria “sintetica”. Si chiede di determinare la variazione di entropia DS
Figura 9 : Il setto viene tolto e i gas si mescolano
I dati in nostro possesso sono :
O2 |
N2 |
V1=0,21 m³ |
V2=0,79 m³ |
T1=20°C |
T2=20°C |
P1=1 BAR |
P2=1 BAR |
Facendo considerazioni generali dovremmo trovare che pressione e temperatura siano sempre le stesse, vediamo cosa succede:
lo scatolone è adiabatico (Q=0), il lavoro è nullo (L=0) allora dal primo principio della termodinamica
DU= Q - L = 0 così si ottiene
U3 = U1 + U2 dove U3 indica l’energia interna dello stato finale.
Da questa ricaviamo che
M3Cv’t3 = M1Cv1t1 + M2Cv2t2 e sapendo che
M3 = M1 + M2 e che
si ottiene
t3 = t1 = t2 allora la temperatura non varia.
Controlliamo ora la pressione:
Dalla legge dei gas perfetti
p1V1 = M1R1T1
p2V2 = M2R2T2
p3V3 = M3R’T3 inoltre avendo
V3 = V1 + V2 e
si può concludere che
p3 = p1 = p2 allora anche la pressione non varia.
Il calcolo della variazione di entropia DS non è altrettanto semplice:
conoscendo
possiamo scrivere:
Troviamo ora il valore delle masse:
Calcoliamo adesso Cp1 e Cp2 :
partendo da
e Cp - Cv = R
posso scrivere
Cp = 1,4 Cv = 1,4 (Cp - R) Allora
Cp(1 - 1,4) = - 1,4 R così, essendo
KJ/KgK
KJ/KgK
trovo che
così
Con calcoli analoghi si ottiene :
Sostituendo tutti i valori ottenuti abbiamo :
Il Cp’ della miscela è ,così
Concludendo DS = 84,379 - 17,68 - 66,70 = 0 !!!
Perché si trova questo valore, dal momento che il processo è irreversibile ?
In questi casi la variazione di entropia va calcolata considerando un gas come se fosse da solo, come se gli altri gas non ci fossero.
Prendiamo ad esempio l’ossigeno: se all’inizio la sua pressione era P1 = 1 BAR e il suo volume era V1 = 0,21 m³ , alla fine il gas occuperà l’intero volume di 1 m³ con una pressione parziale Po2 = 0,21 BAR. Analogamente per l’azoto si trova una pressione parziale Pn2 = 0,79 BAR. Possiamo adesso calcolare l’entropia dei singoli gas nello stato finale, e questi contributi andranno poi sommati :
L’entropia totale dello stato finale risulta essere S3 » 260 J/K, quindi si troverà :
DS » 260 - 17,68 - 66,7 » 175,6
Fonte: http://pcfarina.eng.unipr.it/dispense99/pelizzi111128.doc
Sito web da visitare: http://pcfarina.eng.unipr.it
Autore del testo: Pelizzi
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