Materie plastiche caratteristiche proprietà e tipologie

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Materie plastiche caratteristiche proprietà e tipologie

Materie plastiche o resine sintetiche

Sono sostanze organiche ad alto peso molecolare che, benché caratterizzate da un’ampia varietà di caratteristiche, hanno in comune la proprietà di risultare plastiche: di essere cioè plasmabili e deformabili, con specifici procedimenti, in modo anche permanente e definitivo.
Possono distinguersi in:
termoplastiche, che hanno la proprietà di rammollirsi con l’aumentare della temperatura e di indurire di nuovo con il raffreddamento;
termoindurenti, che hanno la proprietà di trasformarsi in prodotti insolubili ed infusibili per effetto della temperatura e di idonei agenti chimici.
La produzione delle resine sintetiche si basa sul procedimento di polimerizzazione, che si dice di addizione quando le singole molecole di un composto detto monomero si uniscono a formare delle macromolecole di un composto più pesante detto polimero; e di condensazione, quando due o più molecole di composti diversi reagiscono a formarne una molto più grande. Con il primo procedimento si producono in genere resine termoplastiche, mentre col secondo resine termoindurenti. C’è un terzo procedimento intermedio detto poliaddizione, col quale si concatenano molecole di due sostanze differenti, purché fornite di radicali reattivi. In generale le resine ottenute con questo procedimento hanno caratteristiche intermedie alle prime due.

Alcune fra le più importanti resine sintetiche in uso nell’elettrotecnica.

                ACETATO DI CELLULOSA. Ottenuto per saponificazione del triacetato. Alle buone qualità meccaniche si aggiunge la sua trasparenza, per cui viene impiegato oltre che in elettrotecnica e in elettronica, anche per la produzione di una grande varietà di oggetti in molti altri campi.

                ACRILICHE (resine). Polimeri termoplastici degli esteri alchilici dell’acido acrilico. Rammolliscono a circa 80°C; resistono bene agli agenti chimici, esclusi gli alcali; buona resistenza all’acqua. La loro superficie resiste bene all’arco elettrico senza bruciare.

                ADIPRENE. Gomma uretanica, altamente resistente ai danni causati dall’ozono, dall’ossigeno, dall’olio, dall’acqua salata e dall’abrasione. Presenta facilità di stampaggio, per colata, e velocità di vulcanizzazione a caldo in pochi minuti. Usata come ulteriore protezione esterna.

                ANILICHE (resine). Prodotti che risultano dalla combinazione di formaldeide con anilina, e successiva condensazione. La loro termoplasticità varia molto a seconda del rapporto anilina/formaldeide. Difficili da stampare, rammolliscono a circa 150°C. Resistono bene agli alcali, alla benzina, agli oli e alla luce, ma sono attaccate dagli acidi. Resistività = 1 ÷ 1,5 MWcm; costante dielettrica = 3 ÷ 3,5; rigidità dielettrica = 30 ÷ 40 KV/mm; fattore di perdita = 0,005 ÷ 0,007

                ANTITRAK. Prodotto a base melamina e amianto. Buona resistenza meccanica, elettrica, al calore e all’arco elettrico; basso assorbimento d’acqua e stabilità dimensionale. Impiegato per lo stampaggio di custodie, piastre, cassette per interruttori, morsetti, separatori d’arco ecc.

                APIROLIO. O apiroil o askarel. Liquido sintetico costituito da una miscela di idrocarburi clorurati della serie aromatica. Incolore, irritante e odorante di cloro. Non è infiammabile ne presenta pericolo di esplosione. Energico solvente di resine e vernici (bakelite esclusa). Ha peso specifico molto più alto di quello dell’olio minerale (1,63 Kg/dm³), e una maggiore rigidità dielettrica. Largamente sfruttato per l’isolamento dei trasformatori e dei condensatori.

                ARALDITE. Nome commerciale di una resina epossidica termoindurente. Molto usata per colata nell’isolamento di trasformatori a secco ed altre macchine elettriche. Ottima resistenza meccanica, alla temperatura, agli agenti atmosferici, all’arco elettrico e alle correnti superficiali. Autoestinguente. Ha basse perdite dielettriche e proprietà praticamente invariate tra - 60 e + 150°C.

                BAKELITE. Resina fenolica artificiale termoindurente ottenuta per la prima volta nel 1907 dal chimico belga Baekeland. Nel processo di fabbricazione si ha in tre stati intermedi: bakelite “A” (o resolo), ottenuta per riscaldamento del prodotto a meno di 100°C, liquida e vischiosa, solubile in vari solventi (idrato di sodio, alcool, acetone ecc.), serve da base per la preparazione degli stati successivi. Bakelite “B” (o resitolo), materiale intermedio, resinoso, insolubile nei solventi organici ed infusibile, rigonfia in acetone e rammollisce senza fondere al calore. Ottenuta riscaldando a lungo il resolo sopra i 100°C. Bakelite “C” (o resite). Ottenuta riscaldando il resitolo in autoclave tra 160 e 180°C sotto pressione tra 150 e 250 Kg/cm². Materiale duro e non più plastico neanche a caldo, resistente agli acidi e gli alcali, all’olio e ai solventi. Buona resistenza meccanica e al calore fino a circa 150°C, a 300°C carbonizza senza fiamma con molta difficoltà. Allo stato puro è trasparente e leggermente giallina, ma può venire colorata durante la produzione. Peso specifico = 1,34 ÷ 1,38 Kg/dm³; costante dielettrica = 5 ÷ 7; resistività specifica = 10÷ 10 MWcm; rigidità dielettrica = 10 ÷ 14 KV/mm; fattore di perdita (tag. d) a 1000 KHz = 0,001÷ 0,0025. Viene usata per la produzione di lastre, fogli, tubi, barre, contenitori ecc. sia da sola che inglobata con riempitivi di varia natura che ne aumentano le caratteristiche (carta o mica, tele, tessuti, fili o fibre sia naturali che artificiali), usati come isolanti  e come dielettrici nell’industria elettronica ed elettrotecnica.

                BAKELIZZATI (carta cartone o tela). Si tratta di materiali di supporto impregnati a caldo con resina. Materiale ha le stesse caratteristiche chimiche della resina singola, ma maggiore resistenza meccanica. La carta bakelizzata non va usata a temperature elevate perché perde le sue qualità dielettriche. Costante dielettrica = 4,5 ÷ 6; resistività = 10 ÷ 10 MWcm; rigidità dielettrica = 5 ÷ 15 KV/mm; fattore di perdita a 1000 KHz = 0,028 ÷ 0,09.

                BUNA. Gomma sintetica ottenuta trattando il butadiene con nitrile acrilico o con stirolo, in presenza di sodio metallico come catalizzatore. Da qui il nome: BUtadiene più NAtrum. Si presenta come un lattice simile alla gomma naturale.

                BUTILE. Vedi butilica.

                BUTILICA (gomma). Gomma ottenuta da una mescola vulcanizzata a base di elastomero sintetico di tipo butilico, a sua volta derivato dalle distillazioni del petrolio. Resiste all’invecchiamento termico molto meglio della gomma naturale. Si può usare fino a circa 85°C e con tensioni anche di 20 ÷ 25 KV. Offre grande resistenza all’umidità, alla luce, all’ozono e all’effetto corona. Resistività media 11 × 10MWcm; costante dielettrica = 4,5; tag. d minore di 0,04. Utilizzata per il rivestimento di cavi anche per alta tensione.

                CARBAMIDICHE (resine). Sinonimo di resine ureiche.

                CELLULOIDE. Nitrato di cellulosa, ottenuto trattando la cellulosa con una miscela di acido solforico (50 ÷ 60%), acido nitrico (20 ÷ 30%), e acqua (15 ÷ 20%). È la prima resina sintetica realizzata.

                CLOROPRENE (clorobutadiene) detto anche Neoprene. Peso specifico a 20°C = 0,958 Kg/dm³.

                ELASTOMERI. Materiali che a temperatura ambiente possono essere stirati anche al doppio della lunghezza originale, ma tornano alla forma originale appena cessata la trazione. Elastomero è sinonimo di gomma, naturale o artificiale.

                EPOSSIDICHE (resine) o etossiniche. Resine, termoindurenti allo stadio finale, ottenute per policondensazione della epicloridrina con poliossidrilici fenolici. Da qui il nome: EPIcloridrina più OSSIdrili. Hanno basso ritiro e non hanno tensioni interne, si lavorano per semplice colata e aderiscono perfettamente ai metalli e a molte altre resine sintetiche. Si usano per l’isolamento di trasformatori ed avvolgimenti di altre macchine elettriche. Resistenza specifica = 10 Wcm; costante dielettrica = 3,6 a 1MHz e a 20°C; rigidità dielettrica = 35 ÷ 40 KV/mm; tag. d = 0,05 a 100°C e 800 Hz, e 0,026 a 1 MHz e 20°C.

                ESTERGUM. Sostanza ottenuta combinando una resina di natura acida, come la colofonia, con un alcool o dei fenoli.
                ETOSSINICHE (resine) Vedi epossidiche.

                FENOLICHE. Resine termoindurenti ottenute per condensazione di fenoli e aldeidi (tra queste anche la bakelite). Notevole importanza rivestono i riempitivi, che possono variarne ampiamente le caratteristiche meccaniche ed elettriche. Resistività specifica = 10÷ 10 Wcm; costante dielettrica = 6 ÷ 8 a 50 Hz e 5 ÷ 6 a 10 KHz; rigidità dielettrica = 6 ÷ 14 KV/mm; tag. d = 0,003 ÷ 0,015 a 50 Hz; e 0,025 ÷ 0,035 a 100 MHz. Materiale relativamente economico, viene impiegato in elettrotecnica ed elettronica per la costruzione di contenitori e parti di strumenti, radio, televisioni, materiali d’installazione, isolanti ecc.

                FENOPLASTI. Materiali temoindurenti a base di resine fenoliche.

                FURANICHE (resine). Ottenute per condensazione o polimerizzazione di derivati del furano, più precisamente del furfurolo e dell’alcool furfurilico. Dal furfurolo trattato con fenoli o con urea derivano le resine fenolfurfuroliche, caratterizzate da buona resistenza al calore, buone proprietà elettriche e inattività chimica. Dall’alcool furfurilico si ottengono sostanze flessibili, facilmente aderenti alle superfici metalliche, resistenti agli acidi e agli alcali e dotate di buone qualità elettriche, ma rigonfiano sotto l’azione dei solventi. Di prezzo elevato, trovano scarsa applicazione nel campo elettrotecnico.

                GALALITE (dal greco gala = latte e liqoz = pietra). Resina sintetica derivata dalla condensazione della caseina con la formaldeide. Resistente all’olio, all’alcool e agli acidi deboli, non brucia ed è leggermente igroscopica. Discreto isolante, non è molto usata perché fragile e piuttosto cara. Peso specifico = 1,3 ÷ 1,4 Kg/dm³; resistività specifica = 10Wcm; rigidità dielettrica = 2,2 ÷ 2,8 KV/mm.

                HALOWAX. Cera sintetica ottenuta trattando la naftalina fusa con cloro. Resiste al fuoco, agli alcali e agli acidi, ma non agli ossidanti energici. Non è igroscopica e non attacca i metalli. Solubile nei solventi organici e, se fusa, nell’olio. Usata per l’impregnazione di cavi elettrici e la fabbricazione di condensatori. Fonde a circa 90°C. Peso specifico = 1,5 ÷ 1,57 Kg/dm³ a 20°C; resistività = 10 MWcm; costante dielettrica = 3 ÷ 5; rigidità dielettrica = 12 ÷ 15 KV/mm.

                HYPALON. Gomma sintetica costituita da polietilene clorosolfonato. Ha caratteristiche superiori a quelle del neoprene. Resiste agli agenti atmosferici, alla luce solare e all’ozono. Sopporta radiazioni g fino a 10r senza alterarsi. Non igroscopica ed autoestinguente. Adatta per cavi a bassa tensione fino a 600 V, anche interrati, all’aperto e all’umidità. Resistività = 10 MWcm; rigidità dielettrica = 20 KV/mm; costante dielettrica = 8 ÷ 10.

                IPERTROLITUL. Composto organico del gruppo delle resine polistiroliche. Solido, trasparente, non igroscopico, insolubile negli oli minerali. Rammollisce a 70°C, si può impiegare fino a 50°.
Si usa in radiotecnica e per la fabbricazione di cavi coassiali. Tag. d = 0,002.

                ISOBUTILENE. Idrocarburo gassoso alla temperatura normale, che polimerizza facilmente a - 80°C. Si ricava dall’alcool isobutilico. Usato per la produzione polisobutilene.

                MELAMMINICHE (resine). Ottenute per condensazione di melammina con formaldeide. Con aggiunta di riempitivi (fibre vegetali, animali o minerali, caolino, amianto ecc.) si prestano allo stampaggio di componenti per elettrotecnica. Costano più delle ureiche e delle bakelitiche. Resine melamminiche butilate si prestano alla preparazione di vernici isolanti. Peso specifico = 1,6 ÷ 2 Kg/dm³; resistività = 10 MWcm; costante dielettrica = 7 ÷ 8; rigidità dielettrica = 13 ÷ 16 KV/mm; tag. d = 0,02 ÷ 0,4.

                METACRILICHE (resine). Polimeri derivati dall’acido metacrilico. Il più diffuso è il polimetilmetacrilicato. È un prodotto termoplastico con alte specifiche ottiche quali: elevatissima trasparenza e assenza di colore, che lo rendono simile al vetro senza averne la fragilità. Impiegate in ottica. Molto usate per stampaggio ed estrusione, ma anche come vernici, impregnanti e isolanti per cavi flessibili. Peso specifico = 1,18 Kg/dm³; resistenza alla trazione = 5,5 ÷ 7,5 Kg/mm²; calore specifico = 0,35 Cal/Kg °C; rigidità dielettrica = 17 KV/mm; resistività = 10 Wcm; costante dielettrica 2,5 ÷ 2,9; tag. d = 0,017.

                MYLAR. Film di poliestere, usato per avvolgimento di trasformatori, motori o condensatori, o come isolante nei cavi.Resiste agli oli, ai grassi ed alla maggior parte degli acidi e degli alcali. Resistenza alla trazione = 17,6 KG/mm²; allungamento a rottura = 100%; punto di fusione = 260 ÷ 265°C; temperatura di esercizio = -60 ÷ 150°C; coefficiente di dilatazione = 8,35 × 10°C; resistività = 10 Wcm; costante dielettrica = 3,25; rigidità dielettrica a 25°C e a 60 Hz = 7 KV/mm; tag. d = 0,0021.

                NEOPRENE. Gomma artificiale ottenuta per polimerizzazione del cloroprene, a sua volta ottenuto per reazione dell’acetilene col cloro. Offre grande resilienza, non propaga la fiamma, resiste all’acqua, agli oli, ai grassi, agli acidi e agli alcali, all’ozono, all’effetto corona e alla luce solare. Non invecchia rapidamente. Usata per la protezione di cavi e cordoni flessibili, in mescola con plastificanti, ossidanti e vulcanizzanti. Rigidità dielettrica = 11,8 KV/mm.

                NIBREN. Cera cloronaftalinica simile allo Halovax.

                NOVOLACCA. Resina fenolaldeidica, base per prodotti da stampaggio.

                NYLON. Poliammide termoindurente ottenuto condensando la esametilendiamina con acido adipico, ricavato dal fenolo. Non è infiammabile ed è più resistente della seta naturale. Solubile in fenolo, creosoto ed acido formico. Insolubile invece negli altri solventi. Inattaccabile agli acidi e agli alcali deboli, non risente dell’invecchiamento. Usato come isolante al posto della seta e nella smaltatura dei fili. Peso specifico = 1,05 ÷ 1,25 Kg/dm³; punto di fusione circa = 230°C; costante dielettrica = 3,7; resistività specifica = 10 ÷ 10 MWcm; rigidità dielettrica = 20 KV/mm; fattore di perdita = 0,01 ÷ 0,025.

                PLEXIGLAS. Una resina metacrilica, trasparente ed incolore, spesso usata al posto del vetro in illuminotecnica. Costante dielettrica = 2,7; fattore di perdita = 0,014 a 1000 KHz.

                POLIACRILONITRILE. Resina termoplastica ad alto punto di rammollimento ed insolubile nei comuni solventi organici. Ricavata per polimerizzazione dell’acrilonitrile, a sua volta ottenuto per reazione dell’acetilene con l’acido cianidrico. Difficile da stampare, viene usato in miscela con altri polimeri o in copolimerizzazione con altri monomeri.

                POLIAMMIDI. Prodotti di condensazione di una diammina e di un acido basico, aventi come capostipide il Nylon. Sono resine termoplastiche indifferenti ai comuni solventi, all’olio, ai grassi e agli acidi diluiti. Non resistono all’azione degli acidi forti e dei fenoli. Sono ininfiammabili e autoestinguenti. Caratteristiche medie: peso specifico 1,13 ÷ 1,15 Kg/dm³; temperatura di fusione = 160°C; temperatura di esercizio = 100 ÷ 130°C; resistenza alla trazione = 5 Kg/mm²; allungamento alla rottura circa = 200%; costante dielettrica = 4,1; tag d = 0,014; resistività = 4,6 ÷ 6 × 10 Wcm; rigidità dielettrica = 13 ÷ 16 KV/mm.

                POLICLOROPRENE. Vedi “Neoprene”.

                POLIESTERI o resine poliestere. Prodotti ricavabili da acidi polibasici e alcoli polivalenti. Possono essere termoplastici o termoindurenti a seconda del processo di fabbricazione. Poco igroscopici, sono resistenti alla fiamma, alla corrosione, agli oli, ai grassi, ai comuni solventi e alla luce. Possono essere facilmente stampati o applicati allo stato pastoso. Densità = 2,1 Kg/dm³; resistività = 10 MWcm; costante dielettrica = 3 ÷ 6; rigidità dielettrica = 20 ÷ 35 KV/mm; tag. d = 0,009 ÷ 0,01.

                POLIETILENE o POLITENE. Prodotto termoplastico solido, ottenuto per diretta polimerizzazione dell’etilene. Resiste agli acidi (escluso il solforico e il nitrico), ai grassi, agli oli ed ai comuni solventi. Tenace e flessibile, impermeabile all’acqua, risente però l’azione della luce e del calore sopra i 60°C. Può usarsi fino a 25°C sotto zero. Peso specifico = 0,92 Kg/dm³, resistenza alla trazione = 1,45 Kg/mm²; tem. di rammollimento = 97°C; allungamento a rottura = 400%; costante dielettrica (praticamente invariabile con la frequenza o la temperatura) = 2,15 ÷ 2,30; tag. d = 0,0003 (tra 60 e 10 Hz); resistività = 10 Wcm; rigidità dielettrica = 40 KV/mm. Usato come isolante in nastri, fogli, corde, o come rivestimento continuo, guaina ecc. anche per cavi subacquei.

                POLIETILENGLICOLE (tereftalato di). Resina poliestere satura. Resiste agli acidi (esclusi solforico e nitrico) e all’acqua. Carico di rottura = 14 ÷ 18 Kg/mm²; allungamento alla ruttura = 60 ÷ 80%; temperatura di fusione = 250°C; temperatura di esercizio = - 60 ÷ 150°C; costante dielettrica = 3,3 ÷ 3,7; tag. d = 0.003 ÷ 0,018 (variabile con la frequenza e con la temperatura); resistività = 10 Wcm a 25°C e 10 Wcm a 150°C.

                POLIPROPILENE. Polimero del propilene, molto affine al polietilene. Molto usato nella produzione di elettrodomestici, oggetti casalinghi e contenitori per gli usi più svariati. Le sue proprietà elettriche e meccaniche sono molto simili a quelle del polietilene. Peso specifico = 0,90 Kg/dm³; temperatura di rammollimento = 150°C; temperatura di fusione = 176°C; carico di rottura = 3 ÷ 3,5 Kg/mm²; allungamento alla rottura = 400%; costante dielettrica = 2,2 ÷ 2,5; resistività = 10 Wcm. Nome commerciale più conosciuto: Moplen (polipropilene della Montecatini Edison).

                POLISOBUTILENE. Si ottiene polimerizzando a bassa temperatura l’isobutilene, di cui risulta un polimero. Le sue proprietà meccaniche migliorano con l’aumentare del peso molecolare. La resina con più basso peso molecolare si presenta come un olio viscoso, con peso specifico compreso tra 0,83 e 0,91 Kg/dm³; usata per la produzione di adesivi per nastri isolanti, come dielettrico nella costruzione di trasformatori e condensatori. Quella con peso molecolare medio è semisolida e di consistenza simile alla gomma, con peso specifico superiore a 0,92 Kg/dm³. Resistività = 10 Wcm; rigidità dielettrica = 23 KV/mm; costante dielettrica a 1000 Hz = 2,32; tag. d = 0,0007.

                POLISTIROLO (o polistirene). Resina termoplastica ottenuta per polimerizzazione dello stirolo. Rigido, incolore e trasparente, rammolisce con riscaldamento. Brucia a temperature superiori a 345°C. Conserva le sue proprietà meccaniche ed elettriche anche a bassissima temperatura. Peso specifico = 1,05 ÷ 1,06 Kg/dm³; resistenza alla trazione = 4,5 ÷ 5 Kg/cm²; allungamento alla rottura molto basso e compreso tra 1 ÷ 1,5%; altissimo indice di rifrazione, oscillante intorno a 1,59; bassissimo coefficiente di conducibilità termica = 2×10 Cal cm/cm² sec °C; costante dielettrica a 1 MHz = 2,4 ÷ 2,5; resistività = 10 ÷ 10 Wcm; tag. d = 0,0002 ÷ 0,0005 a 1 MHz.

                POLITETRAFLUOROETILENE (meglio conosciuto come Teflon). Si ottiene per polimerizzazione del tetrafluoroetilene. Cristallino alla temperatura ordinaria, ha caratteristiche che variano notevolmente con il peso molecolare. Le caratteristiche medie sono: peso specifico 2,1 ÷ 2,3 Kg/dm³; punto di fusione = 327°C; resistenza alla trazione = 1,5 ÷ 2,8 Kg/mm²; allungamento alla rottura = 200 ÷ 400%; costante dielettrica fino a 10 Hz = 2,1 (a -50°C) e 1,81 (a + 314°C); resistività a 25°C = 10 Wcm; rigidità dielettrica fino a 250°C = 15 ÷ 20 KV/mm; tag. d = 0,0005. Resistente agli agenti chimici più aggressivi, insolubile nei più comuni solventi anche a temperatura elevata.

                POLIURETANI. Prodotti ottenuti per poliaddizione di isocianati con composti contenenti nella loro molecola idrogeno reattivo.

                POLIVINILE (cloruro di) o PVC. Ottenuto per polimerizzazione del cloruro di vinile. Rammollisce verso gli 85°C, e a bassa temperatura diventa fragile. Assume caratteristiche molto variabili a seconda del processo di lavorazione e dei plastificanti introdotti. Le proprietà medie sono: peso specifico = 1,4 ÷ 1,5 Kg/dm³; resistività = 10 ÷ 10 Wcm; costante dielettrica = 2,8 ÷ 3,5; rigidità dielettrica = 20 ÷ 35 KV/mm; tag. d = 0,01 ÷ 0,06, sconsigliato perciò nell’uso in alta frequenza. Usato nella costruzione di cavi o tubi o nella fabbricazione di nastri isolanti.

                RESINOIDI. Resine termoindurenti usate come impregnanti o per fabbricare tubi isolanti. Ne fanno parte la RESITE o BAKELITE C; il RESITOLO o BAKELITE B; il RESOLO o BACHELITE A.

                SILICONI. Sostanze derivate dal tetracloruro di silicio ed aventi generalmente composizione chimica simile a quella degli idrocarburi. Basilari caratteristiche dei siliconi sono: resistenza e stabilità al calore tra -40 e +350°C, anigroscopicità, resistenza ad un gran numero di agenti chimici e atmosferici, insolubilità nei solventi organici. Le proprietà elettriche sono le seguenti: resistività = 10 ÷ 10 Wcm; rigidità dielettrica = 30 ÷ 40 KV/mm; tag. d = 0,0015 ÷ 0,010; costante dielettrica = 3 ÷ 4. Ampiamente impiegati nell’industria elettromeccanica per la loro elevata resistenza alla temperatura e ai solventi e per il loro alto potere isolante.

                SILOPRENE (o gomma siliconica). Elastomero ai siliconi che conserva le sue buone proprietà tra -90 e + 250°C. buona resistenza all’arco elettrico, all’effetto corona, agli agenti atmosferici, all’ozono e all’ossigeno. Peso specifico = 1,4 Kg/dm³; resistività = 2 × 10 ÷ 10; costante dielettrica = 3,7 ÷ 4,5; tag. d = 0,005 ÷ 0,09.

                TIOUREICHE. Derivano dalla condensazione della tiourea con la formaldeide.

                TRIACETATO DI CELLULOSA. Estere acetico della cellulosa, ottenuta facendola reagire con anidride acetica. Anigroscopica, trasparente, con alto punto di fusione, non risente dell’invecchiamento ed è autoestinguente. Non molto resistente agli acidi e alle basi forti. Usata nell’utensileria e nella produzione di elettrodomestici. Peso specifico = 1,6 Kg/dm³; temperatura di fusione = 300°C; resistenza alla trazione = 5 Kg/mm²; allungamento alla rottura = 40%; resistività = 10 Wcm; rigidità dielettrica = 22 KV/mm.

                UREICHE (resine). Prodotti termoindurenti derivati dalla reazione dell’urea con la formaldeide, hanno proprietà simili a quelle delle resine fenoliche. Resistono bene al calore, agli oli, ai grassi, agli acidi e alle basi deboli. Non si prestano a funzionare al di sopra dei 75°C e sono igroscopiche. Peso specifico = 1,4 ÷ 1,5 Kg/dm³; resistività = 1012  Wcm; rigidità dielettrica = 15 ÷ 20 KV/mm; costante dielettrica = 5 ÷ 8; tag. d = 0,02 ÷ 0,05. Molto usate nello stampaggio di particolari e contenitori per l’elettrotecnica, e nell’industria degli elettrodomestici.  

 

Fonte: http://www.faidateoffgrid.org/download/file.php?id=532

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