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Turismo, ospitalità e tempo libero
Accompagnatore turistico
L’Accompagnatore turistico è colui che accompagna persone singole o gruppi di turisti durante lo svolgimento di un viaggio. E’ spesso chiamato anche Capogruppo.
L’Accompagnatore turistico ha il compito di assistere i visitatori durante lo svolgimento di un viaggio. Egli deve:
•informare i partecipanti, a livello generico, sulle località di transito e di destinazione;
•occuparsi di tutte le incombenze pratiche e burocratiche, come le formalità di frontiera e di dogana;
•provvedere alle sistemazioni alberghiere, alle prenotazioni dei ristoranti e a far rispettare il programma;
•gestire il fondo-cassa del gruppo ed occuparsi di tutti gli aspetti amministrativi;
•garantire sempre la sua presenza, facendo in modo che venga risolto qualsiasi tipo di inconveniente.
Nell’ambito di questa professione esistono delle vere e proprie specializzazioni:
•• l’Accompagnatore in outgoing, definito anche Tour manager, ha la responsabilità di condurre persone o gruppi all’estero, fuori dai confini nazionali;
•l’Accompagnatore in incoming, anche chiamato Tour leader, deve per qualche ora, giorno o settimana, all’interno del nostro Paese, diventare “Capogruppo” di comitive di turisti, sia italiani che stranieri ;
•l’Accompagnatore in daily tour si dedica alle escursioni giornaliere: i suoi compiti sono gli stessi di chi opera nell’incoming;
•il ‘Transferista’ svolge la sua attività di accoglienza durante i cosiddetti ‘transiti’, vale a dire assiste i passeggeri al momento dell’arrivo e dell’imbarco e durante gli eventuali brevi trasferimenti (per esempio da un aeroporto ad un altro).
Competenze
L’Accompagnatore turistico deve avere un’ottima conoscenza di almeno due lingue straniere e una buona cultura generale. Sa inoltre parlare con chiarezza e possiede un’inesauribile passione per viaggiare. Altre doti indispensabili sono la diplomazia, la capacità di mediazione ed un approccio positivo e solare verso gli altri. Sarà sua cura disporre, anche se in maniera non specialistica, di competenze storiche, artistiche e geografiche, relative ai luoghi da visitare, nonché di conoscenze delle principali procedure amministrative e burocratiche sia nazionali che internazionali.
Formazione
Alcuni diplomi di scuola media superiore e gli specifici corsi di laurea ad indirizzo turistico (vedi su http://offf.miur.it) costituiscono di per sé titolo abilitante allo svolgimento della professione. Con altri tipi di diploma è necessario seguire appositi corsi di formazione professionale, per poter sostenere un esame di abilitazione (regionale o provinciale), che consente di ottenere il cosiddetto patentino. Una volta superato l’esame di idoneità, si diventa Accompagnatore e ci si deve iscrivere ad un apposito albo regionale. L’esercizio della professione è subordinato anche al possesso di una licenza, annuale e rinnovabile, concessa dal comune di residenza. Tuttavia, oltre all’indispensabile abilitazione, l’Accompagnatore turistico dovrà senz’altro, prima di cominciare, aver effettuato molti viaggi per conto proprio - con modalità e destinazioni diverse - per acquisire quell’esperienza necessaria ad affrontare la sua futura attività.
Carriera
La carriera dell’Accompagnatore turistico è legata alla sua professionalità, alla sua eventuale specializzazione ed alle lingue straniere parlate. Dopo anni di esperienza, se non si desidera più viaggiare, una delle possibili opportunità professionali, superato lo specifico esame, è rappresentata dal ruolo di Direttore tecnico di agenzia di viaggi oppure, mettendo a frutto la propria esperienza, si può lavorare come Programmatore turistico.
Situazione di Lavoro
L’Accompagnatore presta la sua attività come lavoratore autonomo ed opera prevalentemente su incarico di tour operator, agenzie di viaggi ed enti di promozione turistica. Gli incarichi di lavoro possono essere abba- stanza variabili: da pochi giorni a svariate settimane. Le tariffe sono fissate a livello regionale e sono molto articolate. Il compenso base giornaliero varia, a seconda delle regioni, fra i 100 ed i 190 euro da integrare con numerosi supplementi: ad esempio nel Lazio è previsto un contributo di 30 euro giornalieri per le trasferte all’estero, di 10 euro per ogni ora supplementare alle 12 ore e del 20% in più per il lavoro nei giorni festivi. A queste cifre vanno aggiunte le mance, usualmente offerte all’Accompagnatore dal gruppo al termine del viaggio, che possono essere anche molto cospicue.
Tendenze Occupazionali
L’aumento del volume d’affari del comparto turistico di questi ultimi anni lo si deve sia alla crescente diffusione della “cultura del viaggio”, che sta prendendo piede anche fra persone non abituate a farlo, sia alla progressiva riduzione dei costi dei pacchetti turistici “tutto compreso”. È per questi motivi che l’Accompagnatore turistico è da considerarsi una professione con buone prospettive occupazionali. E’ una professione con un’alta presenza femminile nel ruolo incoming e nel transfert (anche oltre il 60%), ma meno diffusa fra le donne nell’outgoing.
Figure Professionali Prossime
Le figure professionali più vicine a quella dell’Accompagnatore sono la Guida turistica ed il Programmatore turistico.
Animatore turistico
L’Animatore organizza e gestisce, all’interno di una struttura turistica (villaggi, alberghi, camping, navi) il tempo libero degli ospiti, proponendo attività ricreative, ludiche, sportive e culturali, a cui i turisti possono iscriversi o partecipare saltuariamente.
Attualmente la figura dell’Animatore turistico non riveste solo un ruolo da intrattenitore, ma è spesso caratterizzata da una forte dimensione specialistica: egli è anche un Istruttore sportivo o una figura competente in ambito musicale o nello spettacolo. Le attività proposte dall’Animatore dipendono generalmente dal contesto in cui egli si trova ad operare (mare o montagna), dagli accordi presi con i referenti (società di animazione e Capo villaggio o Direttore di albergo) e dalla disponibilità di attrezzature e materiali. Le attività, oltre a quelle specialistiche, come i corsi di nuoto, di wind surf, di ginnastica in acqua, e così via, sono orientate soprattutto all’intrattenimento, con giochi per bambini, tornei e gare, e la sera con l’organizzazione di spettacoli o feste.
Competenze
Le specializzazioni più comuni richieste ad un Animatore di un villaggio turistico sono: Coreografo, Scenografo, Costumista, Tecnico luci e suoni, Musicista, Cantante, Disc jockey, Animatore di mini-club (attività con e per i bambini ), nonché Animatore di contatto, ossia orientato principalmente alle pubbliche relazioni. Sono anche richiesti Istruttori in attività come il fitness, il tennis, il nuoto, l’acqua-gym, il tiro con l’arco, la vela, il wind surf, lo sci, le immersioni subacquee e l’equitazione). E’gradita, anche se non indispensabile, la conoscenza delle lingue straniere. E’ necessario essere molto versatili, avere buona comunicativa e capacità di stabilire un immediato contatto con gli altri. Sarà privilegiato chi possiede un carattere solare, senso dell’umorismo, dinamismo, entusiasmo, creatività, disponibilità e capacità di improvvisazione.
Formazione
E’ preferibile avere almeno il diploma di scuola media superiore ed aver maturato qualche esperienza nel mondo dello spettacolo, della moda, della musica o dello sport. Tuttavia alcune regioni, come la Campania o il Veneto prevedono un vero e proprio esame di abilitazione professionale. Per diventare Animatore occorre inviare un curriculum ai tour operator o alle società di animazione specializzate e sostenere prove e colloqui per la valutazione delle proprie capacità, competenze e motivazioni personali. Le persone selezionate generalmente devono partecipare ad un breve corso di formazione, al termine del quale, se ritenuti idonei, si verrà chiamati per iniziare la professione. Questi corsi sono spesso organizzati gratuitamente dagli stessi tour operator all’interno delle proprie strutture. Altre agenzie o società di animazione, invece, organizzano corsi di formazione a pagamento per la qualifica di “Animatore”.
Carriera
La professione di Animatore è il primo gradino della carriera all’interno dei villaggi turistici. Dal profilo di Animatore generalmente si passa al ruolo di Capo animazione e, in qualche caso e dopo un certo numero di stagioni, di Capo villaggio. In seguito, quando si lascia – spesso per motivi anagrafici – il lavoro di Animatore, per utilizzare l’esperienza acquisita e rimanere nel campo, è frequente occuparsi di società di animazione che forniscono personale e servizi.
Situazione di Lavoro
L’Animatore turistico generalmente lavora per i tour operator o per le società di animazione presso i villaggi turistici o con i clienti degli alberghi, dei camping, dei residence e delle navi da crociera. Lavorare in questo ruolo significa adattarsi ad una giornata senza orari. La retribuzione media, con vitto e alloggio gratuiti, è di 350/500 euro al mese per un Animatore alle prime esperienze. Un Capo Animatore, invece, può arrivare a 1000/1200 euro al mese. Lo stipendio può in ogni caso variare secondo la qualifica e l’anzianità, ma in genere l’80% del personale è alla sua prima esperienza lavorativa, essendo una professione caratterizzata da un forte ricambio. E’ spesso considerato un lavoro stagionale o comunque provvisorio, anche perché è generalmente richiesta un’età media molto bassa, in quanto gli Animatori hanno generalmente fra i 18 ed i 30 anni.
Tendenze Occupazionali
E’ sicuramente un mestiere “giovane”, nato e sviluppato con la diffusione dei villaggi turistici che - dal 1991 al 2001 - sono passati da 384 a ben 690. L’espansione del mercato e la crescente diffusione del turismo organizzato fanno prevedere buone opportunità d’occupazione anche in settori ancora relativamente nuovi, come ad esempio i congressi o le serate aziendali, oltre alle opportunità di lavoro offerte da ristoranti, discoteche e locali notturni. Non esistono particolari difficoltà di accesso alla professione per le donne, anzi si registra una seppur lieve prevalenza femminile.
Figure Professionali Prossime
L’Animatore si avvicina alle figure di: Conduttore/presentatore, Disc jockey, Animatore di comunità, Animatore sociale e Operatore per l’infanzia.
Assistente bagnanti
L’Assistente bagnanti è la figura preposta all’assistenza e alla salvaguardia dell’incolumità dei bagnanti di una piscina o di uno stabilimento balneare. Per legge, qualsiasi specchio d’acqua aperto alla balneazione collettiva deve obbligatoriamente disporre di questa figura professionale.
Il compito principale di questa figura è quello di garantire la sicurezza dei bagnanti: egli infatti ne è responsabile sia sotto l’aspetto civile che penale. Sue funzioni specifiche sono:
•regolare le attività di balneazione, vigilando sul comportamento degli utenti;
•applicare e far rispettare le ordinanze della Capitaneria ed il regolamento dello stabilimento;
•promuovere ed educare ai temi dell’ambiente e della sicurezza balneare;
•prevenire gli incidenti in acqua con un’attenta sorveglianza;
•gestire un’eventuale emergenza mettendo in atto tecniche di salvataggio e di primo soccorso.
Competenze
E’ una professione che richiede, oltre ad una buona forma psicofisica, un’ottima conoscenza degli stili e delle tecniche di nuoto, un alto livello di responsabilità e la piena padronanza delle tecniche di primo soccorso. L’Assistente bagnanti deve essere costantemente vigile durante lo svolgimento della propria attività e deve avere la capacità di mostrare tutte le sue competenza e la sua determinazione nelle situazioni di emergenza. Deve inoltre convincere con l’esempio e l’autorevolezza, con simpatia e disponibilità, a rispettare accorgimenti utili alla sicurezza e ad evitare comportamenti pericolosi. Nelle località turistiche è opportuno che conosca una o più lingue straniere, come ad esempio l’inglese e il tedesco.
Formazione
Per esercitare la professione occorre essere in possesso di uno specifico brevetto di abilitazione che è valido in tutti i paesi della Comunità europea presso il litorale marittimo e le acque interne (piscine, fiumi e laghi). Il brevetto è rilasciato esclusivamente dalla Federazione italiana nuoto (sezione salvamento) e dalla Società nazionale di salvamento e scade dopo tre anni. Per conseguire il brevetto è necessario superare un esame teorico-pratico al termine di un corso di formazione obbligatorio. Per frequentare il corso è necessario avere un’età compresa tra i 16 ed i 55 anni, aver espletato l’obbligo scolastico e non aver riportato condanne penali. Bisogna inoltre superare un esame di idoneità medica ed una prova di nuoto, almeno a stile libero e a rana. L’esame per il brevetto di bagnino di salvataggio solo per piscine esclude le prove pratiche di voga e quelle teoriche sull’ordinanza balneare. Una volta l’anno viene effettuata una convalida del brevetto.
Carriera
Se si lavora in strutture di grandi dimensioni, una volta acquisita una certa esperienza ed anzianità di servizio, è possibile passare al ruolo di Capo assistente bagnanti.
Situazione di Lavoro
L’attività, a carattere stagionale, è svolta prevalentemente in forma autonoma, attraverso la chiamata diretta da parte del Direttore o del Titolare dello stabilimento balneare o della piscina. Non è raro che, nel periodo invernale, questa figura svolga altre attività. Il luogo di lavoro è generalmente la spiaggia di uno stabilimento balneare, oppure piscine, aperte o coperte, di alberghi o stabilimenti. L’orario di lavoro è generalmente organizzato su turni, per poter garantire degli ampi orari di apertura al pubblico. L’Assistente bagnanti può essere inquadrato al quinto livello del Contratto nazionale del settore del turismo e la sua retri- buzione è di circa 16 mila euro lordi annui e di circa 20 mila euro lordi per il Capo Assistente bagnanti.
Tendenze Occupazionali
In alcune zone balneari è stata registrata una scarsa disponibilità numerica di questa figura, forse proprio perché si tratta di una professione con un alto livello di responsabilità, che richiede anche un’elevata formazione specifica. In questi ultimi anni, tuttavia, al vecchio metodo di assunzione per chiamata nominale diretta da parte di uno stabilimento balneare, si sta aprendo la strada a cooperative di servizi balneari che offrono personale e servizi di vario tipo anche in questo ambito. E’ un lavoro spesso svolto a livello stagionale, solo nei mesi estivi. Integrando il brevetto di Assistente bagnanti con quello di Istruttore di nuoto, sarà facilitato l’inserimento professionale anche nei mesi invernali, per esempio lavorando presso una piscina coperta. La figura professionale dell’Assistente bagnanti si connota come una professione prevalentemente maschile, nell’ordine del 85-90%, in particolare per il ruolo svolto presso gli stabilimenti balneari. E’ infatti frequente che questa figura, anche se erroneamente, venga utilizzata per assolvere incarichi e funzioni non di propria competenza, come ad esempio sistemare ombrelloni e lettini sull’arenile in concessione, che spesso richiedono una particolare forza muscolare e imponenza fisica. Nell’attività presso le piscine, c’è invece una sostanziale equità
Figure Professionali Prossime
I requisiti necessari e le tecniche acquisite per poter svolgere la professione di Assistente bagnanti portano a considerare affine la figura dell’Istruttore di nuoto, anche se, nella pratica, sono attività che vengono svolte con modalità differenti.
Barman
Il Barman è la figura che si occupa di preparare e servire bevande all’interno dei bar di alberghi, discoteche e locali notturni.
Il Barman svolge la sua attività a stretto contatto con la clientela, preparando e servendo le bevande. In particolare si occupa delle preparazione di cocktail e long drink, curando molto anche la presentazione. Ad inizio e fine giornata il Barman deve eseguire il controllo generale dei servizi di apertura e chiusura del bar e verificare la pulizia dei locali. Egli deve anche occuparsi di alcuni aspetti amministrativi come la conduzione del magazzino e l’effettuazione degli acquisti di sua competenza. Il profilo del Barman può essere molto specialistico e limitato alla gestione delle richieste legate al servizio bar, ma può anche svolgere compiti molto vari a seconda del tipo di locale in cui lavora. Negli alberghi di alta categoria, ad esempio, al Barman può essere assegnato un budget di fatturato, al quale si deve attenere per poi garantire che le vendite di bevande rientrino nella cifra stabilita in partenza. L’aspetto comunicativo/relazionale, che si esplica nella cura e nell’attenzione al cliente, è forse uno dei tratti più caratterizzanti di questa professione.
Competenze
Il Barman deve avere approfondite competenze in materia di classificazione delle bevande, di cui è tenuto a conoscere le diverse tipologie (aperitivi, birre, vini liquorosi, distillati, analcolici, liquori nazionali ed esteri, caffè, ecc.) e le relative modalità di servizio, che includono naturalmente le principali tecniche di miscelazione delle bevande stesse (preparazioni analcoliche, cocktail, long drink e così via). Oltre ad una discreta cultura di base, è necessaria la conoscenza fluente di almeno una lingua straniera, specialmente per lavorare in località turistiche. Il Barman deve anche avere spirito d’iniziativa nei confronti del cliente, predisposizione alla comunicazione ed alla cura della propria immagine. Saper effettuare le caratteristiche evoluzioni con bicchieri e bottiglie, che tanto connotano questo lavoro, certamente richiede destrezza e prontezza di riflessi.
Formazione
Generalmente è richiesto il diploma di un istituto professionale ad indirizzo alberghiero, l’attestato di un corso regionale di formazione professionale, oppure la frequenza di corsi di specializzazione organizzati dalle associazioni di categoria o da soggetti pubblici e privati. E’ comunque spesso richiesta una certa esperienza pratica maturata sul campo. Può inoltre essere molto utile, per questa figura, effettuare esperienze di formazione-lavoro in Italia o all’estero presso strutture di alto livello, sia per completare il proprio bagaglio professionale, che per acquisire sensibilità ed apertura mentale, oltre che per affinare le proprie competenze linguistiche.
Carriera
Quando le persone addette al servizio bar sono più di una, esiste una divisione gerarchica delle responsabilità e dei compiti. Il responsabile è il Primo Barman o Capo Barman, assistito dal Secondo Barman e da una squadra di persone più giovani, che svolgono mansioni più esecutive, come il riordino e la pulizia del bar. Un ulteriore avanzamento di carriera è possibile andando a lavorare in locali di standard più elevato oppure, acquisita la necessaria esperienza e con i mezzi economici a disposizione, aprire o gestire un proprio esercizio.
Situazione di Lavoro
Il Barman lavora all’interno del bar, o nella zona bar di discoteche, locali o piscine, dietro il bancone. I suoi strumenti di lavoro sono gli utensili ed i piccoli elettrodomestici a sua disposizione, di cui è direttamente responsabile. Nelle aziende più moderne il Barman utilizza anche il computer, verificando l’ammontare delle scorte, comunicando con il settore ricevimento o inserendo dati sulle vendite. La giornata di lavoro è spesso soggetta ad una certa discontinuità con un’alternanza di fasi di minore o maggiore afflusso di clientela. La retribuzione media di un Barman è di circa 18.500 euro lordi annui. La cifra riportata è solo indicativa, in quanto è necessario aggiungere le ore di straordinario, i premi mensili ed i compensi concordati per l’eventuale orario notturno.
Tendenze Occupazionali
La ricerca di alti standard qualitativi e le nuove esigenze della clientela hanno determinato dei cambiamenti per quanto riguarda il settore della ristorazione in generale, ma anche il servizio bar in particolare, che dovrà essere sempre più professionale ed accurato. E’ inoltre una professione sempre più amata dai giovani, sia come possibilità per un’occupazione stagionale, sia per il fascino esercitato soprattutto dal lavoro nelle discoteche e nei locali notturni. Per questi motivi c’è, da un lato, un forte turnover, soprattutto nelle zone molto turistiche e, dall’altro, una grande richiesta di personale specializzato, particolarmente dedito e fedele al proprio lavoro. La professione del Barman è sempre stata quasi totalmente maschile. Attualmente, soprattutto nelle discoteche e nei locali notturni, anche per la loro forte immagine di richiamo, si tende ad assumere molte ragazze.
Figure Professionali Prossime
La figura del Barman ha molti punti di contatto con il Cameriere e con il Maître, con cui condivide lo stesso percorso formativo.
Cameriere/Maitre
Il Cameriere è la figura di contatto fra azienda di ristorazione e cliente: riceve gli ospiti, presenta il menù, prende nota delle ordinazioni dei piatti, che successivamente provvede a servire, ed infine si occupa del conto. Il Maître, invece, lavora esclusivamente in ristoranti di alta categoria, dove si occupa dell’accoglienza del cliente, sovrintendendo ed organizzando il lavoro dei camerieri.
Il Cameriere ha il compito di allestire i tavoli secondo le scelte e le direttive del locale in cui lavora e, normalmente, è il responsabile del servizio di un certo numero di tavoli a lui assegnati. Una volta ricevuto il cliente, porge il menù, o elenca a voce i piatti del giorno, prende nota delle ordinazioni e, servite le bevande richieste, si reca nella sala cucina per trasmetterle. Appena pronte, serve in tavola le diverse portate ed infine predispone il conto e provvede alla riscossione del dovuto. Il Maître, invece, trova una sua collocazione esclusivamente in ristoranti di alta categoria, in cui siano garantiti qualità della cucina e raffinatezza del locale. Il suo primo compito è l’accoglienza del cliente, che viene accompagnato al tavolo a lui riservato. Il Maître ha poi l’incarico di gestire i tavoli e le prenotazioni, assistere la clientela, presentare il menù e la carta dei vini, e offrire un servizio di consulenza sulle portate. Egli verifica continuamente e dirige il servizio in sala, controllandone lo svolgimento, in modo tale che risulti sempre inappuntabile, efficace e sollecito. La gestione del personale di sala implica l’assegnazione di compiti a ciascun addetto, la definizione di norme di comportamento e di igiene e la programmazione dei turni di lavoro.
Competenze
Per le figure del Cameriere e del Maître sono necessarie sia competenze tecniche, che li mettano in grado di svolgere i servizi richiesti, sia conoscenze in campo gastronomico ed enologico. Specialmente per lavorare in località turistiche, dove la clientela è di tipo internazionale, è considerato requisito indispensabile la conoscenza delle principali lingue straniere. E’ anche necessario avere un aspetto curato e pulito, un carattere affabile e doti di cortesia e di auto-controllo, una buona memoria e capacità di resistenza a ritmi di lavoro, che possono essere anche molto intensi. Per quanto riguarda il Maître, si richiedono, oltre alle competenze già menzionate, anche spiccate capacità organizzative, indispensabili per la gestione della sala, ottime doti comunicative e relazionali, unite a stile ed eleganza.
Formazione
Il tradizionale percorso formativo del Cameriere prevede la frequenza degli istituti professionali per i servizi alberghieri e della ristorazione o dei relativi corsi regionali di formazione, per acquisire le conoscenze e le tecniche richieste. Gli IPSSAR forniscono, dopo il primo triennio, la qualifica professionale di Operatore dei servizi di ristorazione di sala/bar e, dopo il biennio di specializzazione post-qualifica, il diploma di scuola media superiore ad indirizzo alberghiero, particolarmente adatto per svolgere il ruolo di Maître. La formazione di base deve essere necessariamente integrata da uno o più stage di perfezionamento.
Carriera
Al termine del percorso scolastico, o comunque dopo un periodo come apprendista, generalmente si inizia la professione come aiuto Cameriere, passando successivamente al ruolo di Cameriere ed eventualmente Maître. Per ricoprire il ruolo di Maître sono necessari alcuni anni di esperienza in locali di alta categoria.
Situazione di Lavoro
Il Cameriere può essere assunto come lavoratore dipendente o può svolgere la professione a livello stagionale, oppure “a prestazione”. Il Maître ha invece sempre un inquadramento da lavoratore dipendente. L’autonomia professionale del Cameriere, nello svolgimento del suo lavoro, al contrario del Maître, non è molto elevata, trattandosi di un’attività di tipo prevalentemente esecutivo. L’orario può variare molto secondo la tipologia del locale, l’ubicazione ed il periodo dell’anno. Quest’aspetto professionale, legato all’orario ed ai tempi di lavo- ro, può essere considerato poco allettante: il Cameriere lavora maggiormente proprio quando gli altri si riposano o si divertono (la sera, durante i fine settimana, le festività o in estate). Per quanto riguarda le retribuzioni, un Cameriere con esperienza inquadrato al 4°livello del CCNL
delle aziende della ristorazione (Chef de rang), guadagna circa 18.500 euro lordi annui. Per il Maître (3° livello) la retribuzione annua lorda è di circa 20.000 euro. Le cifre indicate non comprendono le ore di straordinario, i premi mensili, le mance ed altri incentivi.
Tendenze Occupazionali
Le prospettive occupazionali sono positive in particolare per il personale esperto, di alta qualificazione, particolarmente portato all’ospitalità e alla ristorazione e dedito a questo tipo di lavoro. Tuttavia l’introduzione di criteri logistici più razionali e l’ausilio di semplici tecnologie sono fattori che tendono a far diminuire l’esigenza di personale di sala. Queste due professioni sono svolte in pari misura sia da uomini che da donne.
Figure Professionali Prossime
I profili del Cameriere e del Maître non trovano analogie nette con altre figure professionali, anche se hanno molti punti di contatto con il Barman.
Cuoco/Chef
Il Cuoco è la figura addetta alla preparazione ed alla cottura dei cibi di un’impresa di ristorazione. Lo Chef è il responsabile del coordinamento di tutte le attività che si svolgono nelle cucine ed ha il compito di sovrintendere ed organizzare il lavoro dei Cuochi, degli aiuto Cuochi e degli inservienti delle cucine.
Tutti i compiti principali del Cuoco sono relativi al processo di produzione dei pasti. Egli deve infatti definire le ricette e compilare, insieme allo Chef o al Responsabile dei servizi di ristorazione ed al Maître, la carta ed i menù che potranno variare su base giornaliera, settimanale o stagionale. Il Cuoco esegue i piatti più complessi, valutando costantemente i tempi di lavoro, in relazione alle richieste provenienti dalla sala. Egli ha in sostanza la funzione di garantire la qualità dei menù e dei singoli piatti, sia in termini di preparazione che di presentazione, anche scegliendo personalmente le materie prime da utilizzare. Lo Chef, invece, per quanto riguarda il suo profilo di coordinatore, assegna compiti e mansioni agli addetti che lavorano in cucina e sovrintende alle prestazioni del personale a lui sottoposto. Istruisce il personale di sala per quanto riguarda il menù, il piatto del giorno e la varie ricette e controlla l’uscita delle vivande. Spesso esegue elaborazioni culinarie particolari e gli è comunque riservata la preparazione di alcune specialità.
Competenze
Il Cuoco deve conoscere:
•le materie prime e l’iter produttivo dei cibi nei suoi tempi e metodi;
•le relative tecniche di preparazione, cottura e conservazione;
•le modalità di confezione dei pasti nel rispetto delle norme igieniche e le loro caratteristiche merceologiche;
•le strutture e gli impianti, sia di cottura che di distribuzione;
•le attrezzature tecniche;
•la scienza dell’alimentazione, l’enogastronomia e la dietetica;
•la cucina tradizionale, nazionale ed internazionale.
E’ infine necessario possedere buone capacità di degustazione di cibi e bevande, manualità, gusto estetico e, in alcuni casi, fantasia e creatività. Per quanto riguarda lo Chef, si richiedono doti personali e professionali che consentano di associare creatività e fantasia a capacità organizzative e produttive. Oltre alle competenze descritte per il profilo del Cuoco, lo Chef deve anche possedere conoscenze amministrative e deve essere in grado di gestire le risorse umane.
Formazione
Il percorso formativo consigliato per la figura del Cuoco prevede la frequenza dei relativi corsi regionali di qualificazione professionale come Addetto alla preparazione pasti, generalmente di durata biennale, oppure l’iscrizione all’istituto professionale per i servizi alberghieri e della ristorazione. Gli IPSSAR sono articolati in un primo triennio, che si conclude con un esame per ottenere la qualifica professionale di Operatore dei servizi di ristorazione di cucina. Una volta superato quest’esame, è già possibile l’inserimento nel mondo del lavoro come apprendista o aiuto Cuoco, oppure si può proseguire gli studi con il biennio post-qualifica, che si conclude con l’esame di maturità, per diventare Tecnico dei servizi di ristorazione, ossia Cuoco. Se si è interessati a lavorare per aziende di catering ad alto livello o di ristorazione collettiva (mense aziendali e/o ospedaliere), una possibilità è quella di laurearsi in Tecnologie alimentari per la ristorazione.
Carriera
Il Cuoco e lo Chef rappresentano due profili ben distinti, anche se fanno parte di un unico percorso professionale: per giungere a ricoprire il ruolo di Chef sono necessari alcuni anni di esperienza nel settore, spesso a partire dal livello di aiuto Cuoco. Molti cuochi, dopo un certo numero di anni di esperienza, passano alla gestione diretta di un esercizio o avviano una propria attività di ristorazione.
Situazione di Lavoro
Il Cuoco di norma lavora come dipendente o come gestore di un’impresa di ristorazione. I ritmi di lavoro sono generalmente molto intensi durante i giorni festivi e pre-festivi, soprattutto nelle ore serali e nei periodi di alta stagione per le aziende ubicate in luoghi di villeggiatura. Il Cuoco è inquadrato al 2° livello e, come tale, ha una retribuzione a partire da 20.000 euro lordi annui circa. Nella sua retribuzione finale, tuttavia, incidono molto anche gli eventuali compensi aggiuntivi stabiliti dalla contrattazione individuale. Uno Chef ai vertici della carriera è una figura esclusiva, che può pattuire compensi anche molto elevati.
Tendenze Occupazionali
In relazione all’andamento positivo del mercato della ristorazione ed al costante aumento dei consumi dei pasti fuori casa, sia la professione del Cuoco che quella dello Chef possono contare su buoni spazi di crescita. Il Cuoco in particolare è sicuramente una delle figure indispensabili del settore, non soggetta - né adesso né in futuro - ad un’eventuale sostituzione tecnologica. In linea generale, la presenza dei maschi è leggermente superiore a quella delle femmine, anche se non tale da indicare una netta prevalenza di genere.
Figure Professionali Prossime
La figura professionale più vicina a quelle del Cuoco e dello Chef è il Responsabile dei servizi di ristorazione, chiamato anche Food and beverage manager.
Direttore d'albergo
Il Direttore d’albergo è la figura al vertice dell’impresa alberghiera: è il responsabile dell’organizzazione, della gestione e del coordinamento di tutta la struttura per quanto riguarda le risorse economiche, i servizi e il personale.
In alberghi di medie e grandi dimensioni, di catene alberghiere o di alta categoria, il Direttore d’albergo svolge un ruolo imprenditoriale (General manager) e, all’interno dell’impresa, le sue funzioni e le responsabilità sono maggiormente suddivise. In particolare, egli sovrintende e coordina tutta l’attività dell’impresa alberghiera, occupandosi in primo luogo dell’elaborazione delle strategie aziendali, delle politiche finanziarie, di gestione e di marketing, nonché dei piani di sviluppo dell’azienda, tenendo conto delle risorse a disposizione e della mission del gruppo. Il Direttore si occupa inoltre di tutti gli adempimenti burocratici ed amministrativi che la struttura impone, verificando costantemente il budget, la contabilità ed i risultati economici raggiunti. È anche il responsabile della gestione delle risorse umane. Negli alberghi di piccole dimensioni o in quelli a conduzione familiare, generalmente pochi addetti ricoprono contemporaneamente più ruoli ed è normalmente il titolare la figura che si occupa di tutte le esigenze di coordinamento, proprie di una struttura ricettiva.
Competenze
Un buon Direttore d’albergo deve conoscere bene, dal punto di vista economico e legislativo, il settore turistico-alberghiero e le tecniche di gestione e organizzazione relative al budgeting (bilancio preventivo), al front/back office (gestione ricevimento e prenotazioni) ed al pricing (gestione tariffe ai diversi tipi di clienti in alta, bassa e media stagione). È poi indispensabile la conoscenza approfondita, scritta e parlata, di almeno due lingue straniere e la capacità di utilizzo dei più aggiornati programmi informatici per le imprese alberghiere. Chi vuole intraprendere questa professione, deve possedere ottime capacità organizzative e manageriali e buone competenze nella gestione del personale. Completano il quadro uno spiccato spirito d’iniziativa ed un carattere dinamico ed intraprendente. Lo stile, la personalità e la professionalità del Direttore devono integrarsi e completarsi con l’immagine dell’albergo che dirige.
Formazione
Per accedere a questa professione è indispensabile una formazione medio-alta, costituita almeno da un diploma di scuola media superiore in ambito turistico, se non da una laurea, integrata dalla frequenza di corsi di formazione specifici. Per acquisire maggiori competenze e diventare Hotel manager in alberghi di alta categoria, può essere infatti un ottimo lasciapassare conseguire la laurea triennale in economia e gestione dei servizi turistici, oppure la laurea in economia e tecnica del turismo o in scienze del turismo.
Carriera
Generalmente si arriva a ricoprire il ruolo di Direttore dopo aver svolto altri lavori nell’ambito della struttura alberghiera. Si può iniziare come Addetto o come Responsabile dei servizi di ricevimento, per poi diventare, nel corso degli anni, Assistente alla direzione, Vicedirettore ed infine Direttore. Dopo aver acquisito sufficienti esperienze professionali, è possibile progredire nella carriera con il passaggio a strutture di sempre maggiore prestigio o diventando Responsabile di una catena alberghiera.
Situazione di Lavoro
Il Direttore d’albergo svolge la sua attività presso un ufficio a lui riservato, situato normalmente vicino al banco del ricevimento. La sua retribuzione può variare molto secondo la tipologia dell’albergo, l’anzianità e l’esperienza acquisita. Il livello inferiore di partenza è di circa 22/24 mila euro lordi annui. Tuttavia è frequente una contrattazione individuale in caso di comprovata esperienza o di strutture alberghiere particolarmente grandi o di alta categoria: in questi casi è possibile arrivare a 50/70 mila euro lordi annui. Esiste anche la possibilità di essere inquadrati come Dirigenti: in questo caso la retribuzione media può salire fino a 200.000 euro lordi all’anno e comprendere un regime contributivo legato ai risultati ottenuti.
Tendenze Occupazionali
La nuova tendenza verso una crescita qualitativa della ricettività alberghiera, che si sta verificando oggi in Italia, impone un conseguente miglioramento degli standard di qualità, non solo dei servizi ma anche della professionalità degli operatori del settore. Inoltre, il progressivo abbandono degli alberghi a gestione familiare e la diffusione delle grandi catene alberghiere, fanno sì che la domanda di qualificati Direttori d’albergo, neo-diplomati o di comprovata esperienza, sia destinata ad avere nei prossimi anni un sostenuto sviluppo. Come per molte posizioni di livello dirigenziale, la stragrande maggioranza dei Direttori d’albergo sono maschi, con una stima che si aggira intorno alll’85-90%.
Figure Professionali Prossime
La figura professionale più vicina al Direttore d'albergo è senz'altro il Responsabile dei servizi di ricevimento.
Direttore di stabilimento balneare
Il Direttore di stabilimento balneare è il responsabile dell’organizzazione e della gestione di un’impresa balneare. A partire dagli adempimenti burocratici ed amministrativi, sovrintende a tutte le attività dello stabilimento, definendo strategie ed obiettivi da raggiungere.
In linea generale, il Direttore di stabilimento è un vero e proprio manager che investe dei capitali, inventa, produce ed organizza i servizi di cui usufruiscono i clienti. Verifica che non si determinino disservizi che possano nuocere al buon funzionamento della struttura ed eventualmente interviene al riguardo, attraverso modifiche dei prezzi, variazioni dell’offerta, ristrutturazioni e così via. E’ la figura posta al vertice della struttura, anche se a sua volta può dipendere dal titolare, qualora le due figure non coincidano. I suoi compiti riguardano la supervisione dei servizi, la verifica costante del budget e la gestione delle risorse umane. Egli è infatti il responsabile della pianificazione e dell’organizzazione del lavoro di tutto il personale che lavora all’interno della sua struttura: Assistente bagnanti, Responsabile servizi a mare, Addetti alla reception, ai servizi e alla ristorazione, Animatori e Personale amministrativo. Il Direttore ha infine il compito di pianificare e decidere i prezzi al pubblico, in accordo con la proprietà, anche sulla base delle spese aziendali complessive e della qualità dei servizi offerti, nonché di curare l’amministrazione e la contabilità dell’impresa.
Competenze
Il Direttore di stabilimento deve avere specifiche competenze in ambito manageriale e nel settore del marketing. Egli deve avere delle buone basi di economia, di tecnica di bilancio, di contabilità aziendale ed una buona conoscenza della normativa di riferimento. Deve inoltre conoscere bene il mercato, il funzionamento dell’azienda, nonché la sua diretta concorrenza. Specialmente per lavorare in località turistiche, in cui la clientela è di tipo internazionale, sarà necessaria la conoscenza di almeno una lingua straniera. Il tipo di professione è inoltre caratterizzato dall’interazione, costante e continua, con altri soggetti: è quindi necessario saper gestire il personale, trattare con i clienti e saper lavorare in team.
Formazione
Non esiste un percorso formativo codificato per questa figura professionale tuttavia, dovendo possedere competenze sia di tipo tecnico-specialistico che di taglio imprenditoriale e manageriale, la formazione di base sarà costituita almeno da un diploma di scuola media superiore.
Carriera
Se il Direttore di stabilimento non è anche il titolare della struttura, dopo aver maturato una buona esperienza e disponendo di adeguate risorse economiche può pensare di acquistarla o di gestirla.
Situazione di Lavoro
Il luogo di lavoro è l’area dello stabilimento balneare e quindi anche la parte di spiaggia che ricade nella propria concessione, con tutte le sue strutture accessorie (cabine, bar, ristorante, reception, parcheggio, punto di accoglienza, ecc.). Generalmente opera con un elevato livello di autonomia, incontrando limiti solo nel caso in cui la figura del Direttore di stabilimento e del titolare dell’impresa balneare non coincidano. L’attività è svolta prevalentemente in forma autonoma e raramente in maniera continuativa. Nel periodo invernale, o comunque fuori stagione, il Direttore di stabilimento coordina i lavori di manutenzione della struttura, ma non è infrequente il caso che svolga anche altre attività lavorative. Se il Direttore di stabilimento è anche il titolare, i suoi guadagni sono proporzionali al reddito d’impresa. In caso contrario, la sua retribuzione è di circa 22/24mila euro lordi annui, anche se va ricordato che la stagione balneare difficilmente dura più di quattro-cinque mesi l’anno, per cui facilmente verrà concordata una retribuzione stagionale.
Tendenze Occupazionali
Il Direttore di stabilimento è una figura che prevedibilmente assumerà una sempre maggiore caratterizzazione ed acquisirà sempre più importanza, basti pensare all’evidente trasformazione, in alcune parti d’Italia, degli stabilimenti balneari in veri e propri piccoli villaggi vacanze, con un’offerta differenziata di una molteplicità di servizi. Sotto questo profilo, al Direttore di stabilimento è richiesta una crescente capacità di essere un imprenditore dinamico, sempre alla ricerca di nuovi servizi e di elementi di attrazione ed in grado di assecondare o, meglio ancora, di anticipare gusti, tendenze e bisogni dell’utenza. Il Direttore di stabilimento balneare è una figura manageriale complessa con un ruolo dirigenziale; inoltre è una professione che frequentemente necessita anche di forza muscolare ed abilità manuali per poter far fronte ad eventuali piccole necessità organizzative: per tali motivi in questa professione gli uomini sono per circa l’85-90% più numerosi delle donne.
Figure Professionali Prossime
lI Direttore di stabilimento balneare ha caratteristiche affini alle altre figure di direttore di imprese di pubblici esercizi, in particolare per quanto riguarda il rapporto con il pubblico, gli aspetti organizzativi, di gestione delle risorse umane e di coordinamento.
Direttore tecnico di agenzia di viaggio
Il Direttore tecnico d’agenzia è la figura che si trova al vertice dell’agenzia di viaggi e si occupa di tutti gli aspetti direttivi, gestionali ed amministrativi all’interno dell’azienda.
Il suo livello di responsabilità e di impegno possono variare molto: egli può svolgere sia compiti manageriali che funzioni operative. Questo significa che nella pratica la sua attività può cambiare a seconda della dimensione, della tipologia e della specializzazione dell’impresa per cui lavora. Il Direttore tecnico deve saper:
•definire gli obiettivi aziendali;
•elaborare quindi le strategie aziendali e le politiche finanziarie, gestionali e di marketing;
•pianificare, gestire e promuovere la vendita dei servizi offerti.
Dal punto di vista economico-amministrativo, il Direttore tecnico deve garantire il fatturato, verificando costantemente la contabilità aziendale e la politica dei prezzi. Ogni agenzia deve avere, per legge, un Direttore tecnico a capo dell’impresa. In agenzie di grandi dimensioni, il Direttore tecnico svolge esclusivamente compiti di carattere direttivo-manageriale; in agenzie più piccole può svolgere anche mansioni di tipo esecutivo.
Competenze
All’interno di un’agenzia di viaggi, il Direttore è la figura che deve possedere le maggiori competenze e capacità in campo tecnico-professionale. Egli deve avere una perfetta conoscenza, scritta e parlata, di almeno due lingue straniere. Oltre ad una buona cultura generale, il Direttore tecnico deve disporre di capacità organizzative, decisionali e manageriali, insieme ad una spiccata flessibilità ed intraprendenza. Il tipo di professione è anche caratterizzato dall’interazione, costante e continua, con altri soggetti (tour operator, compagnie di trasporti, addetti di compagnie turistiche, altre agenzie di viaggi e così via). Sono quindi necessarie buone capacità relazionali e spiccate doti di comunicazione. Per gestire e motivare il personale, il Direttore tecnico deve infine conoscere l’organizzazione del lavoro, la gestione delle risorse umane ed avere basi di psicologia del lavoro.
Formazione
Per esercitare questa professione è obbligatorio sostenere un esame per ottenere l’abilitazione, (valida in tutta Italia) e la conseguente iscrizione all’Albo della regione o delle regioni prescelte. L’esame di abilitazione, svolto a livello regionale o provinciale, che può essere sostenuto in più zone contemporaneamente, prevede alcuni requisiti: la maggiore età, il possesso di un diploma di scuola secondaria superiore di durata quinquennale, la padronanza di due lingue straniere e la conoscenza dell’amministrazione e dell’organizzazione delle agenzie di viaggi, nonché di alcune materie come tecnica, legislazione e geografia turistica. Tuttavia, data la complessità dei compiti da svolgere, può essere utile conseguire la laurea triennale in economia e gestione dei servizi turistici, oppure la laurea quadriennale in economia e tecnica del turismo (vedi su http://offf.miur.it). In alcune regioni, come ad esempio il Veneto, per sostenere l’esame, è anche necessario aver già lavorato presso un’agenzia di viaggi.
Carriera
Il Direttore tecnico è la figura di vertice dell’agenzia e come tale non può progredire ulteriormente nella carriera anche se, acquisita esperienza e professionalità, può passare a dirigere agenzie sempre più grandi o, disponendo di adeguate possibilità economiche, può aprire una propria agenzia di viaggi.
Situazione di Lavoro
Il Direttore tecnico deve garantire una presenza pressoché continua presso l’agenzia di viaggi e turismo, data la complessità dei compiti e le numerose responsabilità da assolvere. Nello svolgimento del suo lavoro ha un elevatissimo livello di autonomia. Questa figura ha l’obbligo di prestare la propria opera professionale alle dipendenze di una sola agenzia, ad eccezione delle agenzie con più filiali. Generalmente lavora con contratti a tempo indeterminato: come dipendente la sua retribuzione iniziale è di circa 22.000 euro lordi annui, che può esser integrata da eventuali compensi aggiuntivi, come i premi-produzione. Se invece tale professione viene svolta dal proprietario, è difficile valutare la sua retribuzione, in quanto strettamente legata ai risultati economici conseguiti.
Tendenze Occupazionali
Il mercato delle agenzie turistiche è in fase di grande espansione numerica e di trasformazione strutturale. Tenendo presente che ad ogni agenzia corrisponde necessariamente almeno un Direttore tecnico, la domanda di questo professionista continua ad essere costante, soprattutto per le pressanti esigenze di una sempre maggiore specializzazione, attualmente richiesta alle agenzie di viaggi. Le prospettive di crescita di questa figura sono maggiori nel ruolo di dipendente o di gestore in franchising. Come spesso si verifica per molte posizioni di livello dirigenziale, si stima una presenza maschile molto elevata in questo ruolo, superiore a quella femminile.
Figure Professionali Prossime
Questa figura appartiene alla categoria degli ‘Agenti di viaggio’. La necessità di dover acquisire un’abilitazione, fa sì che il Direttore tecnico d’agenzia sia una professionalità che non ammette facilmente inserimenti in altri ruoli.
Guida alpina
La Guida alpina è colui che accompagna singole persone o gruppi in escursioni su sentieri ed in montagna, in arrampicate su roccia e ghiaccio ed in ascensioni sci-alpinistiche.
Si definisce Guida alpina anche l’Istruttore di tecniche alpinistiche e di sci alpinismo con l’esclusione delle discipline di competenza dei Maestri di sci (tecniche su pista di discesa e di fondo). La Guida alpina ha anche il compito di consigliare i migliori itinerari in relazione al grado di difficoltà dei percorsi, al livello di abilità delle persone coinvolte, alle condizioni meteorologiche, nonché al tempo a disposizione per effettuare l’escursione. Se necessario, in caso di incidenti, è chiamato a partecipare alle spedizioni di soccorso di alpinisti in difficoltà. Solo le Guide alpine abilitate possono istituire Scuole di alpinismo o di sci alpinismo. Unica deroga in ambito non professionale è per il Club Alpino Italiano (CAI), che conserva la facoltà di organizzare scuole di alpinismo, di sci alpinismo e di formare i relativi istruttori.
Competenze
La Guida alpina deve essere sia tecnicamente che fisicamente molto preparata ed esperta di arrampicata su roccia, neve e ghiaccio, di sci alpinismo e fuori pista. E’ indispensabile disporre di un articolato curriculum alpinistico e sci-alpinistico, precedente l’inizio dell’attività professionale. Quest’attività deve essere realizzata per un periodo di almeno 3 anni anche non consecutivi e comprendere un certo numero di ascensioni di alpinismo e di arrampicate sportive di alto livello. La Guida alpina deve inoltre disporre di ampie conoscenze di meteorologia, nivologia (la scienza che studia le caratteristiche della neve), topografia e orientamento, geomorfologia, zoologia, botanica e cultura alpina. La conoscenza di una o più lingue sarà utile per accompagnare gruppi stranieri. Uno spiccato senso di responsabilità, grande agilità ed un forte autocontrollo sono ulteriori requisiti necessari allo svolgimento della professione.
Formazione
Per poter frequentare i corsi specifici che danno diritto a sostenere gli esami di abilitazione alla professione, è necessario avere, oltre ad un diploma di scuola dell’obbligo, un certificato di idoneità psico-fisica, sostenere alcune prove tecnico-pratiche (di alpinismo su roccia e ghiaccio, di sci alpinismo e di soccorso alpino) e disporre di un articolato curriculum di attività alpinistiche e sci-alpinistiche. I corsi, ripartiti in diversi periodi dell’anno, sono organizzati su base regionale a cadenza biennale. La prima tappa è come Aspirante Guida: il corso dura 2 anni e bisogna avere almeno 18 anni compiuti. Una volta divenuto Aspirante Guida alpina abilitata, è necessario effettuare almeno 2 anni di praticantato, anche se è già possibile accompagnare persone o gruppi, sia in escursioni di montagna che in ascensioni su roccia, ghiaccio e in gite sci-alpinistiche, anche se con alcune limitazioni. Il titolo è riconosciuto in tutta l’Unione Europea e in molti altri Paesi. Dopo questa fase di apprendistato obbligatorio, è possibile frequentare un altro corso di formazione della durata di 1 anno, per conseguire anche il grado di Guida alpina/Maestro d’alpinismo (età minima 21 anni) e l’iscrizione all’Albo.
Carriera
E’ un lavoro che raramente ha un carattere stabile, in quanto spesso viene svolto solo per alcuni periodi da giovani che vivono in località montane o da appassionati di alpinismo che hanno un’altra attività principale. Raggiunta una buona notorietà in questo campo, è possibile costituire un’associazione o una piccola società di servizi che offra Guide esperte in diversi tipi di itinerari alpini.
Situazione di Lavoro
Normalmente la Guida alpina lavora a contratto per quegli enti pubblici e privati che gestiscono parchi, riserve naturali e rifugi di montagna. L’esercizio dell’attività può avvenire in forma individuale o associata, come socio del CAI o di associazioni e cooperative. Il rapporto di lavoro è generalmente di carattere autonomo, con contratti che terminano con la stagione turistica. La durata delle escursioni può variare molto (da qualche ora a diversi gironi), secondo la scelta degli itinerari, dell’abilità del gruppo, della stagione e delle condizioni meteorologiche. Le tariffe per le prestazioni professionali delle Guide alpine - Maestri di alpinismo e degli Aspiranti Guida, sono stabilite a livello regionale. Per una giornata escursionistica la tariffa è di circa 190 euro, di circa 210 euro per una giornata alpinistica e di 240 euro per una giornata con attività in fune.
Tendenze Occupazionali
La Guida alpina è oggi riconosciuta come l’unica figura competente a garantire una corretta frequentazione della montagna. Queste attività, che una volta erano riservate a pochi appassionati fanno parte, oggi, dell’offerta che qualunque zona di turismo montano offre ai suoi villeggianti. Per tali motivi, le prospettive occupazionali di questa figura sono senza dubbio positive. E’ una professione svolta in pratica solo da uomini per gli sforzi fisici, l’allenamento e l’elevata forza muscolare richiesti.
Figure Professionali Prossime
Le figure più vicine alla Guida alpina sono il Maestro di sci, e, per alcuni aspetti, la Guida naturalistica e la Guida Speleologica.
Guida naturalistica
La Guida naturalistica accompagna gruppi di persone alla scoperta degli ambienti naturali: è anche chiamata Guida naturalistico-ambientale, Accompagnatore naturalistico o Guida ambientale escursionistica.
Guida naturalistica
La Guida naturalistica accompagna gruppi di persone alla scoperta degli ambienti naturali: è anche chiamata Guida naturalistico-ambientale, Accompagnatore naturalistico o Guida ambientale escursionistica.
Il compito principale di una Guida naturalistica è quello di guidare, seguendo percorsi prestabiliti, singole persone o gruppi in zone particolarmente interessanti dal punto di vista naturalistico. Questa figura svolge infatti la sua attività in parchi nazionali e regionali, riserve naturali, oasi ecologiche, orti botanici, escludendo percorsi di particolare difficoltà. Durante l’escursione, la Guida informa e descrive, in termini scientifici gli ambienti naturali visitati. Le Guide naturalistiche sono infatti esperte del territorio dal punto di vista ambientale, culturale ed antropologico, nonché ottimi conoscitori della flora e della fauna. Oltre ad organizzare ed effettuare praticamente le escursioni, la Guida svolge sia attività di ricerca e manutenzione all’interno di una determinata area, sia una cospicua attività didattica con le scuole.
Competenze
Le competenze richieste sono principalmente quelle legate alle discipline previste dall’esame (regionale o provinciale) obbligatorio per svolgere questa professione, come botanica, geologia e zoologia, nonché materie come legislazione turistica, cartografia, meteorologia e tecniche di primo soccorso. E’ inoltre richiesta un’approfondita preparazione specifica sugli itinerari turistici del proprio territorio. La Guida naturalistica deve anche conoscere una o più lingue straniere e possedere buone capacità comunicative, didattiche e relazionali, oltre a spirito d’osservazione, simpatia e capacità di catturare l’attenzione. Una buona Guida deve infine conoscere la mentalità e le diverse esigenze delle varie tipologie di turisti.
Formazione
Per sostenere l’esame regionale o provinciale - obbligatorio per esercitare la professione - ed ottenere il cosiddetto patentino, cioè l’attestato di idoneità, è necessario aver conseguito un diploma di istruzione secondaria superiore. Molto spesso, comunque, chi decide di ottenere l’abilitazione è uno studente universitario o un laureato in discipline ambientali come Scienze naturali, Geologia o Agraria. L’esame di idoneità è diverso in ogni regione, ma generalmente è strutturato in scritti e orali e uno o più esami di lingua. Il candidato deve anche preparare una lezione che dimostri la propria attitudine didattica. Una volta ottenuta l’abilitazione, si diventa Guida naturalistica e ci si dovrà iscrivere negli appositi elenchi regionali, rinnovando annualmente la licenza. L’abilitazione è valida per tutto il territorio regionale.
Carriera
La Guida naturalistica può essere chiamata a svolgere lezioni o seminari presso scuole ed altre istituzioni. Parallelamente a quest’attività, la Guida può anche essere incaricata di progettare o proporre nuovi itinerari naturalistici, fornire consulenze per interventi di carattere ambientale o realizzare percorsi didattici.
Situazione di Lavoro
La Guida naturalistica generalmente presta servizio come lavoratore autonomo per enti pubblici, agenzie turistiche o associazioni cooperative e non, che gestiscono parchi e riserve naturali. La Guida non necessita di particolari attrezzature se non cartine topografiche, depliant, dispense e schede informative. L’attività non prevede orari fissi, poiché gli impegni dipendono dalle richieste e dall’affluenza dei clienti. Nel periodo invernale, in cui normalmente c’è meno domanda, le guide naturalistiche svolgono altri lavori, generalmente nello stesso ambito professionale. I compensi per le singole attività possono variare da regione a regione, ma anche dalle scelte delle singole guide, che indicano dei prezzi minimi e massimi a prestazione. In media per accompagnare singole persone o gruppi in escursioni di mezza giornata (fino a 3-4 ore) la tariffa è di circa 100 euro e di circa 200 euro per gite che impegnano tutto il giorno (fino a 6 ore). Sono inoltre previste una serie di maggiorazioni in caso di utilizzo di una seconda lingua straniera (+25%), per lavorare in giornate festive o in orario serale (+20/30%), o per servizi che richiedono una specifica preparazione. Alle cifre indicate vanno aggiunte le eventuali mance offerte al termine della prestazione.
Tendenze Occupazionali
Le Guide naturalistiche assolvono ad un’importante funzione dal punto di vista dello svago, della didattica e della divulgazione. Ciò significa che le loro prospettive d’impiego appaiono interessanti, sia per la domanda espressa dagli operatori commerciali, sia per quella promossa dagli enti di gestione di parchi e riserve naturali, società e consorzi di servizi turistici. In generale, la crescente attenzione verso i beni ambientali ed il diffuso interesse verso la natura stanno incrementando la richiesta e la diffusione di questa figura professionale abilitata. La professione di Guida naturalistica è svolta indifferentemente sia da uomini che da donne.
Figure Professionali Prossime
La Guida naturalistica si avvicina per alcuni aspetti alla Guida alpina e alla Guida speleologica.
Guida speleologica
La Guida speleologica è il professionista che accompagna i visitatori interessati ad esplorare grotte e cavità naturali aperte al pubblico, assicurando loro la necessaria assistenza tecnica e fornendo informazioni sull’ambiente naturale e sulle sue caratteristiche.
La Guida speleologica può svolgere un’attività di accompagnamento di taglio strettamente turistico, portando scolaresche o gruppi di visitatori nelle grotte aperte al pubblico, svolgendo un ruolo molto simile a quello della Guida naturalistica. In tal caso fornisce informazioni, fa notare particolari aspetti dell’ambiente circostante, dà spiegazioni circa i principali fenomeni naturali che si incontrano in grotta e sugli aspetti geologici e naturalistici dell’ambiente. I partecipanti sono normalmente gruppi di turisti che percorrono, in modo relativamente agevole, le parti delle cavità naturali “aperte al pubblico”. La Guida speleologica può però essere richiesta anche per accompagnare persone nelle parti delle grotte non attrezzate per le consuete visite guidate. Si tratta in questo caso di escursioni di tipo più esplorativo, nelle quali, oltre a dare informazioni e spiegazioni, la Guida speleologica deve curare gli aspetti più tecnici come l’uso di strumenti (caschi, corde, scale, lampade ecc.) e la definizione del percorso. Altre attività delle Guide speleologiche, anche se meno frequenti, sono:
•l’esplorazione di nuove parti di grotte;
•l’effettuazione di rilievi cartografici;
•l’ideazione di nuovi percorsi di visita.
Competenze
Fra le competenze richieste per svolgere questa professione rientrano sicuramente la speleogenesi (la scienza che studia la formazione delle grotte), l’ecologia, la geologia, la mineralogia, la topografia, l’orientamento, nonché la chimica e la fisica, almeno per quanto riguarda i fenomeni relativi al mondo sotterraneo. E’ inoltre necessario conoscere le principali tecniche di discesa e di esplorazione. Sono anche indispensabili una perfetta forma psicofisica, senso di responsabilità, agilità ed un forte autocontrollo.
Formazione
Il percorso formativo prevede un diploma di scuola media superiore e possibilmente studi universitari in Geologia o in Scienze naturali (vedi su http://offf.miur.it). Per accedere alla professione è neces- sario frequentare dei corsi di formazione specifici per speleologi, organizzati generalmente dalla Società speleologica italiana (Ssi) o dal Club Alpino Italiano (Cai), per apprendere le tecniche di orientamento, di esplorazione in grotta e di discesa. I corsi si concludono con un esame comprensivo di una prova tecnico-attitudinale che, se superato, dà diritto ad iscriversi nell’apposito Albo regionale.
Carriera
La Guida speleologica che abbia particolari esperienze e conoscenze del settore, può anche dedicarsi - ad integrazione della sua occupazione principale - ad attività editoriali, collaborando con pubblicazioni specializzate. Con una comprovata preparazione tecnica ed atletica, sono invece possibili sbocchi come Istruttore di speleologia, alpinismo e come Accompagnatore in attività di trekking, orientamento e sopravvivenza.
Situazione di Lavoro
Normalmente la Guida speleologica lavora a contratto per quegli enti pubblici o privati che gestiscono le grotte di richiamo turistico o comunque aperte al pubblico. In determinate zone, dove il turismo speleologico ha una certa consistenza, può anche essere assunto stabilmente. L’esercizio dell’attività può anche avvenire in forma associata, diventando socio di una cooperativa o di un’associazione di speleologi: in tal caso si viene contattati, di volta in volta, da persone singole o da gruppi che desiderano compiere escursioni. E’ anche frequente, tuttavia, che l’attività di Guida speleologica sia svolta saltuariamente, da semplici appassionati del settore. L’ambiente di lavoro è ovviamente costituito perlopiù dalle cavità sotterranee, ma spesso vengono organizzate anche attività informative e divulgative presso scuole, enti o associazioni. La parte più consistente del lavoro viene esercitata in grotta: è quindi molto importante possedere l’attrezzatura adatta, che normalmente consiste in corde, per permettere o facilitare la discesa e la risalita, scale, cinture di sicurezza e le speciali lampade per illuminare l’ambiente. La durata delle escursioni può variare secondo la scelta degli itinerari e dell’abilità del gruppo, ma generalmente una visita può durare al massimo 2-3 ore, mentre un’escursione esplorativa può essere anche di 24 ore.
Tendenze Occupazionali
La Guida speleologica si rivolge ad un mercato di nicchia e le sue possibilità di impiego sono legate alla valorizzazione turistica delle grotte. E’ una professione svolta in pratica solo da uomini, probabilmente anche a causa degli estremi sforzi fisici richiesti, che necessitano anche di un costante allenamento psico-fisico ed di un’elevata forza muscolare.
Figure Professionali Prossime
La Guida Speleologica si avvicina, per alcuni aspetti, alla figura della Guida naturalistica e a quella della Guida alpina.
Guida turistica
La Guida turistica accompagna, per professione, persone singole o gruppi nella visita a monumenti, gallerie d’arte, musei, scavi archeologici, ville, parchi e così via, illustrandone le caratteristiche salienti.
La Guida turistica deve:
•saper costruire un programma turistico ovvero mettere a punto l’itinerario e programmare i tempi di vista;
•accogliere i turisti nell’orario e nel luogo d’incontro stabiliti e accompagnarli nell’itinerario concordato:
•illustrare le caratteristiche e gli elementi d’interesse, anche dal punto di vista storico, artistico e monumentale della mèta turistica (monumento, museo o città d’arte).
Secondo la provenienza dei turisti, la Guida può parlare in italiano o in una lingua straniera: in questo caso si parla più propriamente di Guida interprete ed ovviamente il livello di conoscenza della lingua straniera dovrà essere ottimo.
Competenze
Le competenze richieste sono principalmente quelle legate alle discipline previste dall’esame, regionale o provinciale, obbligatorio per svolgere questa professione: storia, storia dell’arte antica, medievale e moderna, archeologia, architettura, urbanistica, legislazione turistica. E’ inoltre richiesta un’approfondita preparazione specifica degli itinerari turistici sui quali si intende lavorare, oltre alla conoscenza di una o più lingue straniere. La Guida dovrà possedere buone capacità comunicative e relazionali, oltre ad un certo grado di simpatia, bella presenza e capacità di catturare l’attenzione. La Guida conosce inoltre la mentalità e le diverse esigenze delle varie tipologie di turisti, a tutti i livelli di utenza, e possiede buone capacità di leadership, dovendo spesso gestire gruppi di persone anche molto numerosi.
Formazione
Per sostenere l’esame che rilascia l’attestato di idoneità - il cosiddetto patentino - è necessario aver conseguito almeno un diploma di istruzione secondaria superiore. Il possesso di una laurea, per esempio in Lettere con indirizzo in Storia dell’arte, o in una classe delle lauree in Scienze del turismo per i beni culturali è chiaramente una carta in più per sostenere l’esame di abilitazione (vedi su http://offf.miur.it). E’comunque opportuno partecipare ad appositi corsi di formazione, spesso organizzati a livello regionale, che in alcuni casi sono obbligatori per l’accesso all’esame. Una volta superato l’esame di idoneità, ci si dovrà iscrivere nel relativo albo professionale, rinnovando annualmente la licenza. La Guida potrà quindi iniziare la sua attività limitatamente all’ambito territoriale della provincia, in cui ha sostenuto l’esame.
Carriera
Dopo alcuni anni di attività, chi vuole intraprendere un’attività più stabile, o comunque meno faticosa, generalmente aspira a diventare Direttore tecnico di agenzia o Programmatore turistico. Potranno crearsi ulteriori sbocchi professionali anche nelle attività dell’incoming turistico.
Situazione di Lavoro
L’ambiente di lavoro di una Guida turistica è abbastanza variabile, anche a seconda del tipo di territorio su cui va ad operare. E’ un lavoro spesso faticoso perché richiede di parlare a voce alta, in piedi, per periodi di tempo anche molto lunghi. La Guida svolge la sua attività - come lavoratore autonomo - per agenzie di viaggi, tour operator, musei, gallerie, associazioni culturali o istituzioni pubbliche e private. I compensi sono definiti da un tariffario regionale, ma sono poi le singole Guide che indicano i prezzi minimi e massimi delle loro prestazioni. La tariffa base media è di circa 60 euro per mezza giornata di lavoro con un gruppo fino a 5 persone e di circa 85 euro con un gruppo fino a 20 persone. Tali compensi si inten- dono raddoppiati se si lavora tutto il giorno. Sono inoltre previste alcune maggiorazioni in caso di utilizzo di una seconda lingua straniera (+25%), per lavorare in giornate festive o in orario serale (+15%) e così via. Alle cifre indicate vanno aggiunte le eventuali mance offerte.
Tendenze Occupazionali
Non tutte le regioni bandiscono regolarmente gli esami di abilitazione professionale, ma soprattutto è un lavoro spesso esercitato solo per alcuni periodi. La figura della Guida è volta a soddisfare le motivazioni culturali del turismo, che rappresentano il fattore di attrazione più rilevante (e più al riparo dalla concorrenza) del nostro Paese. Pertanto, per questa figura, difficilmente si potranno registrare crisi di mercato. Inoltre l’aumentato interesse per il patrimonio culturale nazionale e per eventi di carattere temporaneo (che in molti casi ammettono l’accesso solo partecipando ad una visita guidata), amplia notevolmente la domanda di Guide. Parlare correntemente una lingua straniera, magari diversa dall’inglese, può significare, in molte zone archeologiche o nelle città d’arte, un lavoro stabile e ben retribuito. Questa professione è svolta soprattutto dalle donne, che rappresentano circa l’85-90% sul totale delle Guide turistiche italiane.
Figure Professionali Prossime
La figura professionale che più si avvicina alla Guida turistica è l’Accompagnatore turistico, le cui competenze tuttavia riguardano soprattutto aspetti di tipo logistico.
Operatore agrituristico
L'Operatore agrituristico è colui che conduce e gestisce un agriturismo, cioè un'azienda agricola che offre anche servizi ricettivi e ristorativi.
Svolgere un'attività agrituristica vuol dire attrezzare la propria azienda agricola con alloggi per dare ospitalità all'interno delle proprie strutture o in spazi aperti per i campeggiatori, offrire servizio di ristorazione, degustazione o vendita di prodotti derivanti dal proprio lavoro ed organizzare attività collaterali per i clienti. L'Operatore agrituristico è principalmente un imprenditore agricolo: i suoi compiti tradizionali sono quelli riguardanti la coltivazione di prodotti e l'allevamento di animali. Parallelamente deve coordinare tutta l'attività dell'azienda agrituristica, occupandosi degli aspetti amministrativi, di gestione e dei piani di sviluppo dell'impresa, tenendo anche conto delle risorse a disposizione. Dovrà inoltre gestire le prenotazioni, accogliere gli ospiti, assegnare le stanze o i tavoli e curare particolarmente l'ospitalità ed i rapporti con i clienti. A seconda del tipo di agriturismo, dovrà occuparsi della preparazione dei pasti e di organizzare le eventuali attività didattiche, ricreative o sportive.
Competenze
Chi vuole intraprendere questa professione deve avere competenze in campo agricolo, ma anche nel settore turistico-alberghiero, nonché conoscenze delle tecniche di gestione ed organizzazione dei diversi settori ricettivi. Egli possiede inoltre specifiche conoscenze di economia, di bilancio, di contabilità e di marketing ed è in grado di analizzare il mercato e la concorrenza. Conosce bene una o due lingue straniere e sa utilizzare i programmi informatici per i servizi di ricevimento. Completano il profilo ottime capacità organizzative e manageriali, uno spiccato spirito d'iniziativa ed un carattere dinamico ed intraprendente.
Formazione
Per accedere a questa professione, oltre alla formazione in campo agricolo, è opportuno avere almeno un diploma di scuola media superiore. Per conseguire il certificato di abilitazione all'esercizio dell'attività agrituristica, le regioni organizzano corsi di preparazione, che consentono la successiva iscrizione all'albo dei soggetti idonei allo svolgimento dell'attività. In alcune regioni non è necessaria la frequenza dei corsi per gli aspiranti operatori agrituristici già in possesso di un diploma di istruzione secondaria superiore o di una laurea triennale, che offra conoscenze equivalenti a quelle fornite dal corso stesso. Per esercitare l'attività agrituristica occorre inoltre il rilascio di un'autorizzazione comunale, previa verifica della complementarietà dell'agriturismo rispetto all'attività agricola.
Carriera
L'Operatore agrituristico è prima di tutto un agricoltore che decide di investire nella sua azienda, ampliando l'attività imprenditoriale. La dimensione tipica dell'agriturismo è la conduzione a livello familiare, anche perché è la stessa legge che consente l'esercizio della professione esclusivamente ad imprenditori agricoli e ai loro familiari, con la possibilità di ricorrere a personale esterno solo per effettuare servizi complementari.
Situazione di Lavoro
L'attività si svolge all'interno dell'azienda, nella fattoria o sui campi, nei locali adibiti alla ricezione e alla ristorazione, negli spazi comuni che generalmente occupano la quasi totalità dell¿area aziendale. L'Operatore agrituristico si rapporta in primo luogo con gli altri componenti della famiglia coinvolti nell'attività, nonché con eventuali coadiutori e salariati agricoli. L'Operatore agrituristico esercita la professione con un discreto livello di autonomia, condizionato unicamente dalle limitazioni imposte dalla legge nazionale e regionale. La sua retribuzione è di difficile definizione poiché si tratta di un'attività imprenditoriale: una stima di settore indica un giro d'affari medio per azienda di circa 54 mila euro lordi annui.
Tendenze Occupazionali
Attualmente c'è nel settore agrituristico un'alta concentrazione dell'offerta, una forte concorrenza e prezzi elevati soprattutto nei periodi di alta stagione. L'entusiasmo iniziale per questo tipo di soggiorno sta lasciando spazio ad una nuova consapevolezza da parte dei clienti, che privilegiano non solo prezzi più contenuti, ma anche una più attenta valutazione del rapporto qualità-prezzo, un miglioramento degli standard qualitativi dei servizi e della professionalità degli operatori. Data questa situazione, la domanda di qualificati Operatori di agriturismo, soprattutto in zone ancora poco servite, non improvvisati ma professionali, sembra sia destinata ad avere nei prossimi anni un sostenuto sviluppo. Oltre il 66% delle aziende agrituristiche è gestito da uomini ed il restante 33,7% da donne. Trattandosi in prevalenza di aziende a conduzione familiare, vi è spesso un forte coinvolgimento di tutti i membri della famiglia.
Figure Professionali Prossime
Rimanendo all'interno del settore dell'ospitalità, le figure professionali più vicine sono senz'altro il Direttore d'albergo ed il Responsabile dei servizi ricevimento.
Operatore congressuale
L’Operatore congressuale è il professionista che organizza una manifestazione congressuale chiavi in mano. Si deve infatti occupare di tutta l’attività di ideazione ed organizzazione di congressi, convegni o simposi, dal primo approccio con il committente alla realizzazione effettiva dell’evento.
La prima fase del lavoro riguarda l’ideazione e la progettazione generale di un “pacchetto congresso” formulato in accordo con il committente. Si tratta di definire:
•le linee-guida di ciò che si vuole veder realizzato;
•i contenuti da veicolare;
•l’immagine che si vuol far scaturire dall’evento.
L’Operatore congressuale espone al committente una serie di proposte alternative e, dopo le necessarie verifiche, viene definito un programma di massima e formulato un budget preventivo. Una volta fatta la scelta del progetto e concordato l’aspetto finanziario:
•si contattano gli sponsor, gli ospiti ed i relatori della manifestazione;
•si promuove il convegno e si predispongono i servizi per la stampa;
•si scelgono ed organizzano i servizi di accoglienza, stipulando apposite convenzioni con alberghi, bar e ristoranti e pianificando i servizi di trasporto.
Insieme alla realizzazione dell’evento, che necessita di un’accurata regia, l’Operatore congressuale dovrà anche:
•organizzare pranzi, cene o momenti turistico-culturali da effettuare nelle pause del congresso o al termine dello stesso;
•chiudere i rapporti con i fornitori;
•predisporre il bilancio finale;
•coordinare l’attività di stesura, eventuale traduzione, pubblicazione ed invio degli atti congressuali.
Competenze
L’Operatore congressuale dovrà:
•avere buone competenze in ambito amministrativo, contabile e nel settore turistico;
•saper utilizzare le tecnologie audiovisive per individuare quelle più idonee in ogni circostanza;
•conoscere le tecniche di pubbliche relazioni e di comunicazione;
•saper gestire i rapporti interpersonali ed il lavoro dei propri collaboratori;
•possedere un’ottima conoscenza scritta e parlata delle lingue straniere (in particolare dell’inglese);
•saper usare il computer, internet e la posta elettronica;
•possedere uno spirito imprenditoriale, capacità organizzative e decisionali;,
•avere attitudine a risolvere i problemi e ad impartire e far rispettare le direttive;
•disporre di flessibilità e di autocontrollo.
Nel caso si lavori per una società specializzata, ad esempio nel settore medico-farmaceutico, sarà auspicabile una specializzazione nel campo.
Formazione
E’ una professione particolarmente adatta a coloro che possiedano una laurea in Economia e gestione dei servizi turistici oppure in Economia e tecnica del turismo o in Scienze turistiche (vedi su http://offf.miur.it). Tuttavia, non esistendo titoli di studio specifici richiesti, sarà sufficiente anche un diploma di scuola media superiore. In particolare il diploma di maturità di Tecnico dei servizi turistici, rilasciato dagli Istituti professionali di Stato per i servizi alberghieri e della ristorazione, prevede un settore di specializzazione proprio nell’ambito dei servizi congressuali. E’ in ogni caso consigliata la frequenza di appositi corsi di formazione, così come è opportuno svolgere periodi di tirocinio presso società di servizi congressuali.
Carriera
Se si lavora in proprio, è difficile iniziare l’attività professionale direttamente come Organizzatore di congressi; è invece più frequente iniziare la carriera nella segreteria di uno staff o comunque svolgendo ruoli intermedi in questo settore. Solo dopo aver acquisito una certa esperienza sul campo, sarà possibile iniziare a svolgere incarichi di livello sempre più elevato ed eventualmente - disponendo di adeguate possibilità economiche, di un proprio ufficio attrezzato e di risorse umane - sarà possibile l’esercizio dell’attività in forma autonoma.
Situazione di Lavoro
E’ una professione molto dinamica, in quanto solo alcune fasi di lavoro si svolgono presso il proprio ufficio, mentre altre prevedono contatti con l’esterno e frequenti spostamenti. L’Operatore congressuale può lavorare, come dipendente o socio, all’interno di una società di organizzazione di congressi oppure può svolgere l’attività come libero professionista. Il compenso economico di questa figura è stabilito di volta in volta e dipende dalla complessità del servizio erogato. Se l’Operatore congressuale è dipendente, può essere inquadrato come dirigente.
Tendenze Occupazionali
Il settore del turismo congressuale è ancora relativamente nuovo ed in forte espansione, anche se in Italia ci si sta orientando soprattutto sul mercato interno, con attività di dimensioni e durata ridotti rispetto a quello che accade all’estero. Le prospettive occupazionali dell’Operatore congressuale sono tuttavia molto positive, soprattutto per chi intenda specializzarsi in un particolare settore. Possiamo affermare che la presenza femminile in questo campo è piuttosto consistente e superiore a quella maschile.
Figure Professionali Prossime
Strettamente collegata a questa professione è quella del Meeting planner, ossia di colui che si occupa del settore congressuale all’interno di un’azienda.
Operatore di agenzia di viaggio
L’Operatore di agenzia è l’addetto che si occupa dei clienti dell’agenzia di viaggi e di tutta l’attività di front office: dalla prenotazione di un biglietto ferroviario alla vendita di un pacchetto di viaggio completo.
Il principale compito dell’Operatore di agenzia consiste nel dare informazioni ai clienti, in negozio o al telefono, offrendo consulenza ed assistenza nella scelta e nell’acquisto dei prodotti. Tuttavia, nelle agenzie più grandi, alcuni Operatori hanno l’esclusivo compito di effettuare le attività più comuni, come le pre- notazioni o i biglietti ferroviari ed aerei, mentre altri banconisti sono concentrati nelle operazioni di ven- dita d’altro tipo (pacchetti tutto compreso, tour da catalogo, oppure itinerari costruiti su richiesta del cliente). I compiti dipendono anche dal tipo di agenzia in cui si lavora: alcune sono specializzate solo in determinati settori, o aree geografiche, altre non offrono il servizio di biglietteria e così via.
Competenze
Per offrire il proprio servizio, l’Operatore d’agenzia deve conoscere tutti i principali programmi e pacchetti di viaggio per ogni destinazione turistica, mantenendosi sempre aggiornato, e deve saper analizzare e mettere a confronto il rapporto qualità-prezzo delle diverse offerte. Egli sa scegliere i prodotti più affidabili e redditizi, conosce le tecniche di costruzione tariffaria, sa consultare orari, tariffe e piani di volo, è in grado sia di risolvere eventuali inconvenienti relativi all’organizzazione di un viaggio, sia di gestire, nell’ambito delle sue competenze, la contabilità, la fatturazione e il rendiconto. E’ importante saper usare il computer e conoscere i software specifici, parlare le lingue ed avere una buona cultura turistica e geografica di base. Non sempre il cliente ha le idee chiare su ciò che vuole fare e dove vuole andare: servono quindi intuito, capacità di comprensione e di ascolto. E’ inoltre importante possedere un buon back-ground di viaggi personalmente effettuati, una spiccata capacità di vendita e doti quali precisione, pazienza e cortesia.
Formazione
Per accedere a questa professione è necessario un diploma di scuola secondaria superiore, ad esempio il diploma di Perito turistico, rilasciato dagli istituti tecnici per il turismo o il diploma di Tecnico dei servizi turistici, rilasciato dagli istituti professionali. L’esperienza sul campo, l’eventuale frequenza di corsi di formazione professionale o un periodo di affiancamento a personale già esperto, consentono di sviluppare le conoscenze e le abilità necessarie alla gestione dei sistemi di prenotazione ed emissione automatica dei biglietti.
Carriera
L’Operatore d’agenzia costituisce generalmente il primo gradino della carriera all’interno delle agenzie turistiche. Con una preparazione adeguata ed una buona esperienza professionale, nel corso di alcuni anni si può aspirare ad un posto di Promoter turistico o di Direttore tecnico di agenzia, dopo aver superato il relativo esame di abilitazione.
Situazione di Lavoro
L’Operatore o banconista è un dipendente dell’agenzia e svolge il suo lavoro all’interno dell’esercizio commerciale, di solito presso il banco dell’agenzia. I suoi principali strumenti di lavoro sono computer, fax, telefono, cataloghi, depliant, tariffari, orari dei mezzi di trasporto, guide turistiche. Oltre che con i clienti, ha contatti con gli addetti di linee aeree, altre agenzie turistiche, compagnie di trasporti, colleghi dell’agenzia. L’orario di lavoro non sempre coincide con gli orari di apertura al pubblico, in quanto una parte dell’attività viene usualmente svolta ad uffici chiusi. Nei periodi di scarsa affluenza dei clienti, questa figura segue il normale orario di lavoro, mentre nei periodi di alta stagione o in prossimità delle festività è frequente il ricorso a straordinari. Questo professionista, inquadrato inizialmente al IV livello del CCNL
del turismo, può percepire una retribuzione minima di partenza pari a 15/16 mila euro lordi annui, a cui vanno aggiunti i premi di produzione o eventuali incentivi concordati con la proprietà.
Tendenze Occupazionali
Le aspettative di crescita per questa figura professionale, prevalentemente femminile, sono significative, sia in termini quantitativi che qualitativi, soprattutto per il personale altamente specializzato. Maggiori opportunità occupazionali sono dunque offerte a chi, oltre a vantare la partecipazione a stages presso una o più agenzie di viaggi, ha solide competenze tecnico-professionali (come l’attività di costruzione tariffaria e di biglietteria), una buona conoscenza del computer e degli specifici programmi informatici, la padronanza di almeno una lingua straniera e la capacità di navigazione su internet. E’ infatti necessario tener presente l’accresciuta concorrenza del cosiddetto turismo on-line, che tuttavia si sta rivelando come un fenomeno alternativo, ma non sostitutivo, della distribuzione tramite agenzie.
Figure Professionali Prossime
L’Operatore d’agenzia ha due caratteristiche: da un lato è un addetto di sportello, dall’altro deve conosce- re e saper utilizzare al meglio i programmi specifici della sua professione: appartiene quindi alla numero- sa categoria dei front office che agiscono anche in campo finanziario e assicurativo.
Programmatore turistico
Il Programmatore turistico è colui che, per conto di agenzie e tour operator, svolge il lavoro di ideazione, realizzazione e collaudo di nuovi prodotti turistici, ossia di “pacchetti di viaggio”.
Il Programmatore generalmente lavora per tour operator o per grandi agenzie di viaggi. Si specializza in determinate aree geografiche o nella realizzazione di specifiche tipologie di prodotto. Per poter progettare un viaggio egli deve essere in grado di:
•conoscere l’andamento del mercato e della concorrenza;
•definire i costi di investimento per l’impresa;
•ricercare le soluzioni tecniche più opportune per la costruzione del prodotto
•cercare di interpretare le esigenze dei clienti.
Una volta effettuate le scelte di massima dell’area geografica e dell’itinerario, il Programmatore ha il delicato compito di relazionarsi con il corrispondente del luogo, ossia con colui che gli fornirà tutte le informazioni necessarie, su cui basare la costruzione del viaggio. Dopo aver calcolato i singoli costi, formulate le varie ipotesi, contattato i fornitori ed effettuato almeno un sopralluogo sul campo, viene prodotto il pacchetto definitivo.
Competenze
Per svolgere questa professione è indispensabile avere:
•una buona padronanza di almeno due lingue straniere;
•un’ottima conoscenza della geografia turistica;
•una spiccata capacità organizzativa e di pianificazione;
•spirito d’avventura ed essere un provetto viaggiatore.
Il Programmatore turistico deve essere in grado di calcolare le tariffe ed i costi delle singole componenti del viaggio e deve saper valutare il rapporto qualità/prezzo, per scegliere le soluzioni più idonee ad ogni tipo di viaggio. Sono richieste quindi buone competenze nel settore amministrativo, in particolare nella contabilità e nella gestione delle imprese turistiche. Il Programmatore deve inoltre conoscere molto bene l’andamento del mercato, le offerte della concorrenza, il marketing turistico e le tecniche pubblicitarie. Aiuta molto nella professione avere un carat- tere intraprendente, spirito d’iniziativa e intuito, nonché essere un bravo negoziatore.
Formazione
Per accedere a questa professione è necessario un diploma di scuola media superiore, ad esempio il diploma di Perito turistico, rilasciato dagli istituti tecnici per il turismo o il diploma di Tecnico dei servizi turistici, rilasciato dagli istituti professionali. L’obiettivo di questi istituti è l’inserimento nel settore della produzione, della commercializzazione e della realizzazione di servizi turistici. Oltre al diploma, sarà comunque necessario frequentare appositi corsi di specializzazione e maturare un’adeguata esperienza sul campo. E’ infatti abbastanza difficile essere assunti in un’azienda con questa qualifica come primo impiego. L’alto livello culturale richiesto facilita quindi l’inserimento di coloro che abbiano conseguito una laurea, ad esempio, in economia e gestione dei servizi turistici (vedi su http://offf.miur.it).
Carriera
La carriera del Programmatore turistico inizia dopo diversi anni di gavetta presso un’agenzia o un tour operator lavorando, per esempio, come Operatore di agenzia. Maturata una buona esperienza nel ruolo, le ulteriori possibilità di crescita sono rappresentate dal mettersi in proprio, lavorando come consulente per le agenzie di viaggi o i tour operator, specializzandosi in un determinato settore oppure diventando Direttore tecnico d’agenzia.
Situazione di Lavoro
Il Programmatore turistico può lavorare all’interno di tour operator o presso le grandi agenzie di viaggi, che realizzano in proprio pacchetti turistici. L’attività si svolge prevalentemente all’interno degli uffici, utilizzando quotidianamente computer, fax, telefono, internet e posta elettronica. La sua attività lo porta ad avere frequenti contatti all’esterno dell’azienda, con i fornitori di servizi, con le compagnie di trasporti, con le agenzie turistiche, oltre a svolgere frequenti sopralluoghi. Se il Programmatore è inserito nell’organigramma di un grande tour operator, la sua retribuzione può variare tra i 25.000 ed i 40.000 euro lordi annui, a cui vanno aggiunte le indennità di funzione. Se invece è inquadrato in un’agenzia di medie dimensioni, percepirà una retribuzione di circa 20.000 euro lordi annui ed oltre all’attività di Programmatore svolgerà anche attività di front office.
Tendenze Occupazionali
La figura del Programmatore turistico, anche se non è presente in tutte le agenzie di viaggi, ma solo in quelle di medie e grandi dimensioni, è sempre prevista nell’organigramma dei tour operator che nel nostro Paese sono oltre 200. In un contesto, come quello attuale, di ricerca di nuove formule commerciali, di nuove destinazioni e di pacchetti turistici sempre più articolati, è una figura professionale destinata ad espandersi ed a trovare nuovi spazi di crescita. La professione di Programmatore turistico è svolta indistintamente sia da uomini che da donne, senza una netta prevalenza di genere.
Figure Professionali Prossime
Il Programmatore turistico è una figura intermedia tra il Product manager e il Project manager. Rispetto alle sue competenze, è considerato affine al Direttore tecnico di agenzia.
Promoter turistico
Il Promoter turistico è colui che si occupa, per conto dei tour operator, della vendita alle agenzie di viaggi dettaglianti dei prodotti turistici, in particolare dei pacchetti di viaggio preconfezionati.
Il Promoter svolge attività di informazione e di promozione dell’immagine e dei prodotti dell’azienda che rappresenta. Il suo compito principale consiste nel recarsi presso i potenziali acquirenti (le agenzie dettaglianti), per illustrare e proporre i pacchetti di viaggio, le tariffe, i nuovi prodotti, gli sconti, le campagne promozionali e così via. È in pratica la figura di collegamento fra tour operator e agenzie di viaggi: il suo compito è stimolare il più possibile l’acquisto dei prodotti turistici. Il Promoter svolge anche un’importante funzione informativa nei confronti dell’azienda per cui lavora. Nel suo contatto continuo con le agenzie dettaglianti, infatti, verifica le modalità di presentazione più efficaci o semplicemente i pacchetti di viaggio più richiesti, comunicandole poi ai responsabili del settore marketing.
Competenze
Il Promoter turistico deve avere un’accurata conoscenza tecnica dei prodotti e dei servizi proposti per poterli presentare adeguatamente. Egli deve saper interpretare le esigenze dei clienti e conoscere i punti di forza e di debolezza delle proprie offerte. Di conseguenza, deve avere approfondite conoscenze di marketing turistico, di merchandising e di tecniche di promozione delle vendite. Essendo una professione legata alla vendita, per svolgere con successo questa attività, è senz’altro utile avere buone competenze comunicative. Quando si tratta di dover descrivere e presentare un prodotto o un servizio, è infatti indispensabile possedere una discreta capacità dialettica. Il Promoter deve inoltre possedere ottime capacità relazionali, in particolare per stabilire e saper mantenere buoni rapporti con le agenzie clienti. Una bella presenza, temperamento spiccato, intraprendenza e carisma aiutano l’attività di vendita.
Formazione
Per un Promoter può essere un buon punto di partenza conseguire il diploma di Perito turistico, rilasciato dagli istituti tecnici per il turismo, o il diploma di Tecnico dei servizi turistici rilasciato dagli istituti professionali per il turismo. In via generale, per diventare Promoter occorre inviare un curriculum ai tour operator. Se si viene contattati, è necessario sostenere prove e colloqui per la valutazione delle proprie capacità, competenze e motivazioni personali. Le persone selezionate dovranno quindi partecipare a dei corsi di formazione, al termine dei quali, se ritenuti idonei, si può intraprendere l’attività.
Carriera
Dopo aver acquisito sufficienti esperienze professionali ed aver maturato una certa anzianità di servizio, è possibile un avanzamento di carriera all’interno della propria azienda, diventando Capo area, oppure passando ad esercitare in aziende di dimensioni maggiori. In alternativa è possibile, rimanendo nell’area del marketing e delle vendite, cambiare settore di attività.
Situazione di Lavoro
Il Promoter svolge un lavoro molto dinamico che viene esercitato sia recandosi periodicamente presso le varie sedi delle agenzie clienti, sia rimanendo nel proprio ufficio e avviando contatti per la ricerca di nuova clientela. Saltuariamente partecipa anche a fiere, esposizioni e corsi di formazione per il necessario aggiornamento. Un Promoter turistico di provata esperienza, regolarmente assunto, viene nor malmente inquadrato al terzo livello del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i dipendenti delle aziende turistiche (agenzie di viaggi, ecc), con una retribuzione che può partire da un minimo di circa 17/19 mila euro lordi annui. Come per tutte le figure commerciali, egli può ottenere degli incentivi economici in rapporto alle vendite effettuate. Se presta la sua attività come lavoratore autonomo, invece, i compensi saranno rigorosamente proporzionali alle vendite.
Tendenze Occupazionali
Attualmente coesistono tendenze di segno opposto che caratterizzano le prospettive occupazionali dei Promoter turistici. Da un lato l’ampliamento dell’operatività delle reti di agenzia porterà ad aumentare il numero di agenzie “autonome”, dotate di un articolato portafoglio di propri prodotti. Nel contempo, però, queste stesse agenzie dovranno anche essere in grado di commercializzare tutta la gamma di servizi offerti sul mercato ed in questo senso la figura del Promoter è sicuramente di primo piano. E’ tuttavia necessario tener anche presente l’accresciuta concorrenza del turismo on-line, che può portare ad una progressiva, ulteriore riduzione degli spazi per questa figura. In futuro è prevedibile che il Promoter perderà la sua connotazione di venditore “porta a porta”, per acquisire quella più evoluta di “negoziatore commerciale” a livello di rete. La professione di Promoter turistico, come per molte attività legate alla vendita, registra una discreta prevalenza maschile.
Figure Professionali Prossime
Il Promoter si avvicina a tutte le figure dell’area marketing, come ad esempio il Responsabile marketing e il Responsabile delle vendite.
Responsabile servizi alloggio
Il Responsabile dei servizi di alloggio è la figura che coordina tutte le operazioni di pulizia e di riordino di una struttura alberghiera, a partire dalle camere fino agli spazi comuni.
Il Responsabile dei servizi di alloggio, anche chiamato Housekeeper o Prima Governante, organizza il lavoro “ai piani”. In pratica deve coordinare il personale di servizio incaricato delle pulizie e controllare che tutte le fasi delle diverse operazioni di pulizia, sistemazione e riordino vengano effettuate scrupolosamente. Per svolgere la sua attività con efficienza, egli deve avere frequenti contatti con il Responsabile al ricevimento, al fine di conoscere gli spostamenti, le partenze e gli arrivi degli ospiti e le loro eventuali esigenze specifiche. Dopo aver verificato la situazione delle camere, egli provvede alla ripartizione del lavoro di pulizia, ai cambi di biancheria e di accessori. Il Responsabile dei servizi di alloggio si occupa anche della gestione del magazzino, in particolare della dotazione della biancheria e degli asciugamani, attraverso un contatto costante con il settore lavanderia. La Prima Governante interviene anche per tutto ciò che riguarda l’arredamento e gli accessori ed è inoltre responsabile della piccola manutenzione degli impianti e delle attrezzature, nel caso in cui l’albergo non disponga di un addetto con tali mansioni.
Competenze
Il Responsabile dei servizi di alloggio deve, in primo luogo, avere una perfetta conoscenza della struttura alberghiera e del suo livello dimensionale. Fin dal suo primo ingresso in azienda, deve memorizzare tutte le caratteristiche delle camere, la loro localizzazione e le loro dotazioni, per poter svolgere i suoi compiti con efficienza ed efficacia. Egli deve conoscere perfettamente i metodi ed i tempi per la pulizia, il riordino e la manutenzione degli alloggi. Si richiede inoltre una grande capacità organizzativa, indispensabile per la gestione del lavoro, unita ad una buona attitudine ad impartire direttive, per conquistare un ruolo di leadership. Egli è responsabile di tutto il personale ai piani, per il quale predispone turni ed orari di lavoro, ma deve altresì coordinarsi con la direzione alberghiera, sia per la gestione degli arrivi, sia per eventuali interventi di pulizia straordinaria. E’ preferibile infine una conoscenza dell’inglese parlato per poter rispondere alle eventuali richieste dei clienti dell’albergo.
Formazione
Il percorso formativo tradizionale del Responsabile dei servizi di alloggio prevede che venga conseguita almeno la qualifica triennale, o meglio ancora il diploma, fornito da un istituto professionale per i servizi alberghieri e della ristorazione (IPSSAR). Inoltre, effettuare periodi di formazione/lavoro anche all’estero, è sicuramente di grande utilità per un accesso immediato nel settore, che richiede soprattutto una preparazione tecnico-pratica, da acquisire con l’esperienza sul campo. È per questo che, per svolgere questo ruolo in alberghi di grandi dimensioni o di alta categoria, è necessario integrare il diploma di maturità con uno o più stage presso qualificate strutture turistico-alberghiere.
Carriera
Per giungere ai massimi livelli di responsabilità, è necessario poter vantare un buon numero di anni di esperienza nel settore: spesso si parte dal ruolo di Addetto ai piani per poter arrivare a dirigere i servizi di alloggio dell’intero albergo.
Situazione di Lavoro
Il Responsabile dei servizi di alloggio esercita la sua attività all’interno dell’albergo, nei cosiddetti piani camere, lavorando a stretto contatto con gli Addetti ai piani e con il Responsabile del ricevimento. Normalmente non ha rapporti con i fornitori, al di là di quelli necessari per il mantenimento delle dotazioni e delle attrezzature di cui è direttamente responsabile. Se è il Responsabile unico della funzione, esercita il suo lavoro in ampia autonomia, con il solo limite del conformarsi ai piani strategici predisposti dalla direzione; altrimenti, a livelli meno direttivi, si atterrà alle regole di esercizio e di conduzione dell’albergo. Questa figura è inquadrata al II° livello del CCNL del Settore Turismo, con una retribuzione di circa 19/20 mila euro lordi annui, a cui possono aggiungersi eventuali premi aziendali o aumenti, dovuti all’esperienza e alla categoria dell’impresa ricettiva.
Tendenze Occupazionali
In un quadro di ricerca di efficienza e di razionalizzazione dei costi di esercizio, si può prevedere che le funzioni, le competenze e le capacità organizzative del Responsabile dei servizi di alloggio diventino un fattore competitivo decisivo, poiché - a parità di risorse umane - può offrire un servizio migliore anche con l’ausilio delle nuove tecnologie informatiche. Pertanto si può prevedere che la domanda di questa figura avrà nel tempo un buon andamento di crescita, soprattutto per coloro che abbiano spiccate doti organizzative e capacità di gestione del personale. Quella del Responsabile dei servizi di alloggio è una professione prevalentemente femminile, come molti lavori basati sulla pulizia ed sul riordino di locali.
Figure Professionali Prossime
Essendo una figura a cui si richiede di saper gestire il personale e di organizzare il lavoro degli altri, per questi aspetti si avvicina in parte al Responsabile dei servizi ricevimento.
Responsabile servizi ricevimento
Il Responsabile dei servizi di ricevimento è la figura-chiave dell’ambito ricettivo: accoglie il cliente al suo arrivo, lo assiste durante tutto il soggiorno e ne gestisce la partenza.
Il Responsabile dei servizi di ricevimento si deve occupare delle prenotazione delle camere, verificandone la disponibilità e procedendo alla loro assegnazione all’arrivo dei clienti. E’ il punto di riferimento della struttura: ha quindi il compito di gestire le comunicazioni per il cliente e di rispondere alle informazioni su richiesta dell’ospite. Insieme alle attività di registrazione clienti e di tipo organizzativo-gestionale, egli svolge anche compiti amministrativi e contabili, nonché funzioni di vigilanza e controllo. Il Responsabile al ricevimento coordina dunque le attività di tutto il reparto di ricevimento e di portineria, pianificando le presenze dei collaboratori in base alle richieste di prenotazione ricevute e impartendo loro le diverse disposizioni. Se la struttura nella quale svolge il suo lavoro dispone di sale per convegni e congressi, si occupa anche del servizio prenotazioni di questi spazi.
Competenze
Il Responsabile al ricevimento deve possedere una perfetta conoscenza della tecnica alberghiera, in particolare dal punto di vista gestionale, amministrativo e contabile e buone capacità organizzative, di programmazione e di coordinamento. Per svolgere questa professione, risulta inoltre indispensabile la conoscenza approfondita di almeno due lingue straniere e l’uso dei più aggiornati supporti informatici. Egli deve anche disporre di una buona proprietà di linguaggio, di ottime capacità comunicative, unite a doti di gentilezza e cortesia. Insieme alla predisposizione verso i contatti umani, è inoltre utile possedere doti di empatia per comprendere stati d’animo e caratteristiche delle persone.
Formazione
Il percorso formativo tradizionale del Responsabile al ricevimento prevede la frequenza di un istituto professionale di stato per i servizi alberghieri e della ristorazione. Gli IPSSAR sono articolati in un primo triennio che si conclude con un esame di qualificazione professionale per gli Operatori dei servizi di ricevimento e in un secondo biennio di specializzazione post-qualifica, che termina con un esame di maturità per i Tecnici dei servizi turistici. È questa la figura preparata ad assolvere funzioni di dirigenza nell’ambito delle imprese turistiche o ad assumere in proprio l’esercizio. Per completare il proprio bagaglio professionale, acquisire sensibilità ed apertura mentale ed affinare le proprie conoscenze linguistiche, può essere molto utile, per il futuro Responsabile, effettuare esperienze di formazione-lavoro in Italia o all’estero, presso strutture di alta categoria.
Carriera
Dopo aver acquisito sufficienti esperienze sul campo, è possibile crescere professionalmente con il passaggio a strutture di sempre maggior prestigio. Poiché il ricevimento rappresenta il primo gradino della carriera della direzione alberghiera, dopo un’opportuna formazione, è possibile diventare Direttore d’albergo.
Situazione di Lavoro
Il Responsabile alla reception lavora nella hall dell’albergo, presso il bancone della portineria. In strutture di grandi dimensioni o di alta categoria, l’unità che gestisce il servizio di reception può essere composta da uno staff di molte persone. In questo caso il Responsabile coordina il lavoro di tutti gli addetti al ricevimento e gode di un’ampia autonomia. In strutture medio-piccole, invece, è frequente che le funzioni di Responsabile al ricevimento e di Direttore siano svolte da un unico soggetto. Questa figura svolge la sua attività esclusivamente come lavoratore dipendente e la sua retribuzione, come primo livello nell’ambito del CCNL del Turismo, parte da un minimo di 20.000 euro lordi annui all’inizio della carriera e può arrivare a circa 30.000. Tale cifra è comunque solo indicativa, in quanto in genere la retribuzione è integrata da contratti interni o da premi di produzione concordati con il proprietario della struttura ed è inoltre destinata a salire con la crescita professionale e con le dimensioni dell’azienda.
Tendenze Occupazionali
L’aumento della domanda nel turismo e la tendenziale riduzione della durata media dei soggiorni sono entrambi fattori che favoriscono la crescita regolare del fabbisogno di questa figura, che è positivamente condizionata anche dal tasso di ricambio della clientela. Di contro, per una parte importante del sistema alberghiero, la spinta competitiva si concentra sull’efficienza e sulla riduzione dei costi per il personale. In questo contesto è proprio la funzione del ricevimento quella che meglio si presta all’introduzione di nuove tecnologie, che sostituiscano progressivamente l’intervento umano. Per esempio in centro Europa esistono da diversi anni molti esempi di catene alberghiere a basso costo, sempre più diffuse, in cui i servizi di ricevimento sono interamente automatizzati. La professione del Responsabile al ricevimento ha una connotazione prevalentemente femminile, nell’ordine del 70-80%.
Figure Professionali Prossime
Le figure professionali più vicine al Responsabile dei servizi di ricevimento sono il Vicedirettore ed il Direttore d'albergo.
Responsabile servizi ristorazione
Il Responsabile dei servizi di ristorazione (anche chiamato Food and beverage manager) è colui che si occupa dell’organizzazione, della gestione e del coordinamento di tutta l’attività connessa appunto alla ristorazione per quanto riguarda le risorse economiche, i servizi ed il personale. Egli è inoltre il Responsabile del servizio di fornitura di banchetti, ricevimenti e colazioni di lavoro ( Banketing manager).
Il Responsabile dei servizi di ristorazione è una figura che riveste un ruolo-chiave nel settore eno-gastronomico e, più in generale, nel comparto della ristorazione. Egli ha il compito di definire ed ottimizzare l’uso degli spazi, valutare il flusso degli ordini e delle merci a disposizione, verificando costantemente le compatibilità in termini di qualità, quantità, prezzi ed efficienza del servizio. Prima ancora di occuparsi della cucina, deve infatti selezionare i fornitori, verificarne l’affidabilità, organizzare i reparti, gestire gli acquisti e sorvegliare i livelli del magazzino. Nel settore cucina questa figura ha due funzioni fondamentali:
•verificare la compatibilità economica dei pasti, stabilendo i livelli qualitativi e la porzionatura dei cibi, permettendo così appropriati controlli sui costi e sulle quantità;
•coordinare la cucina ed il servizio in sala.
Nel ruolo di Banketing manager, effettuati i sopralluoghi, cura e supervisiona gli allestimenti, i menu e quant’altro per gli eventi previsti. Inoltre, insieme al Cuoco, è responsabile sia dell’igiene dell’intera struttura dove avviene la preparazione dei cibi, sia dell’applicazione delle norme di sicurezza, sovrintendendo ai periodici controlli. Il Food & beverage manager si occupa infine di tutti gli aspetti amministrativi, economici e finanziari del settore ristorazione, d’intesa con la proprietà.
Competenze
Il Responsabile dei servizi di ristorazione, oltre ad avere un’ottima preparazione eno-gastronomica, deve avere competenze sia nel mercato della ristorazione, sia nella gestione e manutenzione degli impianti, oltre che sulle relative norme di igiene e sicurezza. In ambito amministrativo, deve avere conoscenze di tipo contabile per la definizione e la gestione dei budget ed il controllo dei costi. Egli deve avere anche un’ottima preparazione informatica, per poter utilizzare i programmi di gestione, appositamente elaborati per il settore della ristorazione. Capacità manageriali, organizzative, gestionali e relazionali completano il profilo della figura.
Formazione
Il percorso formativo tradizionale di questa figura prevede il conseguimento del diploma di maturità come Tecnico dei servizi di ristorazione presso un IPSSAR. Una volta ottenuto il diploma, è utile effettuare esperienze di formazione-lavoro, presso strutture di alto livello, per completare il proprio bagaglio professionale. Un’alternativa è una laurea in Scienze dei consumi alimentari e della ristorazione o in Tecnologie alimentari per la ristorazione o in Scienze e cultura della gastronomia e della ristorazione (vedi su http://offf.miur.it). Se si è interessati a lavorare per aziende di catering o della ristorazione collettiva, un’altra possibilità è l’Università di Scienze gastronomiche, strutturata in un triennio di formazione specifica e un biennio di specializzazione in Scienze della comunicazione alimentare e gastronomica.
Carriera
Dopo qualche anno di esperienza professionale è possibile progredire nella carriera con il passaggio ad aziende di dimensioni maggiori o più rinomate. Disponendo di adeguate possibilità economiche e di risorse umane collaudate, sarà possibile l’esercizio dell’attività in forma autonoma, in particolare se si lavora nel segmento banchetti e ricevimenti.
Situazione di Lavoro
Il Responsabile dei servizi di ristorazione svolge la sua attività all’interno dell’impresa per cui lavora, ma non in un luogo fisso: si sposta continuamente fra cucine, sala ristorante, magazzino alimentare e settore amministrativo o anche all’esterno, nel suo ruolo di Banketing manager. Come F&BM lavora soprattutto in qualità di dipendente con funzioni dirigenziali e di responsabilità, mentre come BM è più spesso un piccolo imprenditore. La caratteristica principale del suo lavoro è la sua spiccata autonomia e la continua interazione con altro personale (fornitori, Chef, Maître, Barman, Addetti al settore amministrativo e così via). La sua retribuzione annua lorda parte da circa 25.000 euro, a cui vanno aggiunti eventuali incentivi concordati.
Tendenze Occupazionali
Le prospettive occupazionali di questa figura sono positive, in particolare per il personale più esperto e qualificato. La domanda di questo tipo di servizi è infatti in costante crescita, sia per quanto riguarda la ristorazione collettiva (self-service, mense aziendali, ecc.), sia per il catering, che esige ottime capacità organizzative. Di conseguenza, si prevede una richiesta piuttosto sostenuta di figure che abbiano le prerogative per lavorare in uno di questi due ambiti professionali. Come per molte posizioni di livello dirigenziale, si stima che l’85-90% di persone che lavorano in questo ruolo siano maschi.
Figure Professionali Prossime
Le professioni sicuramente più vicine al Responsabile dei servizi di ristorazione sono quelle del Cuoco e dello Chef.
Sommelier
Il Sommelier lavora per ristoranti di alta categoria e per enoteche di elevato standard qualitativo con il compito di gestire la cantina e di assistere la clientela, degustando e facendo assaggiare i vini prescelti.
Il Sommelier si occupa principalmente della selezione e dell’acquisto di vini, spumanti e liquori e della stesura periodica della carta dei vini, anche in relazione ai menù offerti. Per quanto riguarda il rapporto con la clientela, il Sommelier, dopo aver presentato la lista, ha il compito di descrivere, consigliare e servire i vini, che possono accompagnare i diversi piatti ordinati. Una volta scelta ed aperta la bottiglia, il Sommelier si occupa di eseguirne il controllo olfattivo, di degustarne qualche goccia per poi procedere a far assaggiare il vino ad uno degli ospiti e quindi a servirlo. I compiti di carattere più organizzativo riguardano la gestione della cantina: insieme al Responsabile dei servizi di ristorazione o con il Direttore del ristorante pianifica e seleziona infatti l’acquisto dei vini, degli spumanti e degli champagne, secondo il budget, lo stile ed il tipo di cucina del locale.
Competenze
Il Sommelier deve conoscere le tecniche di coltivazione, vinificazione e conservazione dei vini ed avere un quadro completo dell’enologia nazionale ed internazionale. Egli è tenuto poi a conoscere le tecniche di degustazione, di servizio e di presentazione, sapendo utilizzare con destrezza gli strumenti della professione (cavatappi, tastevin, caraffe). Il Sommelier dispone anche di buone competenze gastronomiche, per offrire un corretto abbinamento fra piatti e vini, conosce le norme del galateo ed è in grado di organizzare e gestire autonomamente una cantina. Oltre ad una buona culturale generale, è necessaria una discreta conoscenza delle lingue straniere, o almeno del francese. Completano il quadro una naturale eleganza, una buona sensibilità olfattiva, capacità di degustazione, destrezza, manualità, classe e gusto estetico.
Formazione
Non esiste un albo professionale né un percorso di studi codificato per poter esercitare questa professione. Tuttavia, per apprendere le necessarie conoscenze teoriche e per sviluppare le capacità di degustazione, è necessario seguire degli specifici corsi di qualificazione professionale. I corsi giuridicamente riconosciuti sono quelli organizzati dall’AIS (Associazione Italiana Sommelier) e dalla FISAR (Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori). Per partecipare ai corsi, al termine dei quali viene rilasciato un attestato di partecipazione, non occorre un titolo di studio specifico.
Carriera
Le opportunità di carriera per il Sommelier sono legate alla possibilità di trovare più di una collaborazione in ristoranti o in cantine affermate, oppure aprendo una propria attività. L’assunzione di compiti e responsabilità dirigenziali può permettergli di diventare Wine manager presso grandi aziende di ristorazione o catene alberghiere. Ad integrazione della sua occupazione principale egli si può anche dedicare ad attività editoriali in riviste specializzate o alla formazione degli aspiranti Sommelier.
Situazione di Lavoro
Il Sommelier esercita la propria attività come lavoratore autonomo o, più raramente, come dipendente nei ristoranti e nelle enoteche. Il lavoro è svolto principalmente nella sala ristorante e nella relativa cantina. Se lavora in un’enoteca o in un wine bar, l’orario è quello dell’esercizio commerciale; se invece il Sommelier presta servizio in un ristorante, la sua presenza sarà richiesta soprattutto la sera e nei giorni festivi. E’ da tenere presente che l’attività di Sommelier viene molto spesso esercitata part-time e che fre- quentemente sono gli stessi proprietari o i gestori dei ristoranti che diventano Sommelier, desiderando affinare le proprie capacità di servizio. Il Sommelier, se lavoratore dipendente, ha una retribuzione lorda annua di circa 35/40 mila euro, ma molto spesso lavora solo a prestazione: i compensi, in questo caso, possono variare notevolmente, anche in relazione all’esperienza professionale.
Tendenze Occupazionali
Negli ultimi anni il vino, da comune bevanda assunta durante i pasti, si è trasformato in un prodotto “da degustare”, fattore che ha generato un espandersi di locali dove bere vino, come enoteche o wine bar. Inoltre, anche se sta diminuendo il consumo di vino a livello quantitativo, sono notevolmente cresciute la consapevolezza e le esigenze dei consumatori. Nei ristoranti di alto standard qualitativo sembra pertanto ormai imprescindibile il ricorso ad un servizio professionale specifico, ma anche in ristoranti di medio livello la figura del Cameriere, del Maître o dello stesso proprietario non sono ormai più in grado di fornire competenze adeguate in campo enologico. Si può perciò ritenere che il Sommelier possa diventare una figura essenziale nell’organico di molti ristoranti. Il Sommelier è una professione svolta quasi esclusivamente da uomini.
Figure Professionali Prossime
La professione che più si avvicina a quella del Sommelier è il Maître e, soltanto per alcuni aspetti, anche quella del Barman.
Fonte: http://www.ebiten.it/doc/apprendistato/15%20-%20PROFILI%20TURISMO.DOC
Sito web da visitare: http://www.ebiten.it
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