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La famiglia è una esperienza di vita multidimensionale che si muove su un registro temporale che è ascendente, collaterale e discendente ed è definita da un insieme di relazioni che presentano sempre componenti :
E’ quindi impossibile spiegare e comprendere la famiglia alla luce di teorie: la si può comprendere solo all’interno di specifici approcci conoscitivi
I diversi approcci (organicismo, funzionalismo, teoria del conflitto, struttural- funzionalismo, interazionismo simbolico, approccio dello scambio, ecc.) si possono inscrivere all’interno delle due grandi tradizioni sociologiche dell’olismo (macro) e dell’individualismo (micro) metodologico
TENDENZE DI CAMBIAMENTO DELLA FAMIGLIA (IN ITALIA: A PARTIRE DAGLI ANNI ’50)
-privatismo
-individualizzazione delle (prima) e nelle (successivamente) relazioni dentro la famiglia
-etica dell’autorealizzazione, dell’autodeterminazione, della negoziazione
-personalità di base formata attraverso processi di separazione/individualizzazione, piuttosto che legame/fusione
-spostamenti di confine tra pubblico e privato nelle relazioni familiari
ALCUNE PUNTUALIZZAZIONI
Cambiamenti della famiglia sintetizzati nel processo di nuclearizzazione e di depotenziamento funzionale
Se per nuclearizzazione si intende il passaggio, unilineare, dalla famiglia complessa (estesa o multipla) alla famiglia nucleare per effetto dei processi di urbanizzazione, industrializzazione e modernizzazione, la famiglia nucleare era presente anche nelle società tradizionali, con un peso percentuale non trascurabile.
Oggi, come nel passato, è riscontrabile la compresenza di una molteplicità di forme familiari
Se per nuclearizzazione si intende la diffusione di tale tipo di famiglia in tutti i gruppi sociali, si può sostenere che effettivamente con la modernità le diverse forme familiari si svincolano dai condizionamenti strutturali, che a seconda delle aree territoriali, delle classi sociali e dei rapporti di produzione favorivano alcune forme familiari come tipiche di specifici raggruppamenti sociali.
Le forme familiari del passato ‘covariavano’ fortemente con i ceti, le classi sociali di appartenenza
Oggi la famiglia nucleare è trasversale a tutte le classi sociali e presente in tutte le sub-aree territoriali.
Se nel passato le condizioni di vita erano tali da rendere più probabile una famiglia nucleare (rispetto ad un modello atteso di famiglia complesso), oggi la famiglia nucleare è tanto diffusa da essere divenuta sinonimo di famiglia
Se per nuclearizzazione si intende la nascita di una forma familiare caratterizzata da relazioni fortemente esclusive, ad elevato contenuto emotivo ed affettivo, tale forma familiare è il prodotto della modernità
Nell’analisi dei cambiamenti familiari, sia in prospettiva diacronica che sincronica, è bene sempre ricordare che ad analoghe strutture non corrispondono analoghe relazioni familiari e che, quindi, per avere un’idea effettiva del mutamento è necessario analizzare sia le strutture che le relazioni familiari
Se per depotenziamento funzionale si intende il passaggio da una famiglia unità di produzione e consumo ad una famiglia unità di solo consumo, è evidente che la famiglia contemporanea si è depotenziata, rispetto al passato.
E questo anche se nel passato alcune famiglie (in particolare le famiglie aristocratiche) non erano affatto unità di produzione e consumo (polifunzionali)
Ma se il concetto di ‘funzione’ che la famiglia svolge viene applicato al sistema di interscambio che connette la famiglia con la società di riferimento, appare evidente che la famiglia anche moderna continua a svolgere una funzione di mediazione, che ha connotazioni economiche, di socializzazione, di controllo interno, di influenza
LE NUOVE FORME FAMILIARI
Nel panorama della famiglia in Italia, sono etichettate come ‘nuove’ le seguenti tipologie familiari:
a)unipersonali (single) b)monogenitoriali c)famiglie lunghe
d)famiglie ricostituite (o ricomposte) e)famiglie di fatto (o matrimoni informali)
Epurato il “nuovo” alla luce della variabile ‘invecchiamento della popolazione’, che contribuisce ad alimentare in maniera significativa quasi la metà delle nuove forme familiari, e ricordando che tali strutture familiari esistevano anche nel passato, la novità di queste forme familiari dipende dalla diversità dei fattori che, oggi, portano, ad una loro diffusione: non più la vedovanza, ma la separazione/divorzio.
MUTAMENTI DELLE RELAZIONI FAMILIARI
(Relazioni di autorità e di gender)
Prima fase (dal XVII secolo in poi):
Indicatori:
Non è più la famiglia che determina il matrimonio, ma è il matrimonio che determina la famiglia
Matrimonio come sodalizio, famiglia come “impresa” di vita della coppia coniugale
Seconda fase (dalla seconda guerra mondiale in poi):
Indicatori:
Matrimonio come esperienza di vita, famiglia come fase di un corso di vita individuale fortemente de-istituzionalizzato
Configurazione delle famiglie in Italia |
Distribuzione % |
a) Famiglie senza nucleo |
21.52 |
a.1. persone sole |
20,14 |
a.2. persone con altri |
1,38 |
b) Coppie |
70,72 |
b.1. coppie coniugate con figli |
50.78 |
b.2. coppie non coniugate con figli |
0.45 |
b.3. coppie coniugate senza figli |
19,04 |
b.4. coppie non coniugate senza figli |
0.45 |
c) Genitori soli |
7.76 |
c.1. padre solo con figli |
1.32 |
-celibe |
O.03 |
-separato di fatto |
0.27 |
-separato legalmente |
0.10 |
-divorziato |
0.07 |
-vedovo |
0.85 |
c.2. madre sola con figli |
6.44 |
-nubile |
0.40 |
-separata di fatto |
0.80 |
-separata legalmente |
0.54 |
-divorziata |
0.34 |
-vedova |
4.36 |
Totale |
100.0 |
(Fonte: Istat, Indagine Multiscopo, 1989-90) |
Tipologia della famiglia in Italia Distribuzione % |
1988 |
1990 |
1993- |
a) Famiglie senza nuclei |
20.7 |
21.7 |
22.9 |
- una sola persona |
19.3 |
20.3 |
21.1 |
b) Famiglie con un nucleo |
78.0 |
77.2 |
75.8 |
b.1. un nucleo senza altre persone |
74.1 |
73.5 |
72.0 |
- coppie senza figli |
17.8 |
17.9 |
18.7 |
- coppie con figli |
49.4 |
48.5 |
45.7 |
- un solo genitore con figli |
6.9 |
7.1 |
7.6 |
b.2. un nucleo con altre persone |
4.0 |
3.7 |
3.8 |
- coppie senza figli |
0.9 |
0.9 |
1.0 |
- coppie con figli |
2.7 |
2.4 |
2.3 |
- un solo genitore con figli |
0.4 |
0.4 |
0.5 |
c) Famiglie con due o più nuclei |
1.2 |
1.0 |
1.3 |
Totale |
100.0 |
100.0 |
100.0 |
(Fonte: Istat, Indagini multiscopo, anni vari) |
Tipologia della famiglia in Italia Distribuzione % per ripartizione geografica |
Nord- Ovest |
Nord- Est |
Centro |
Sud |
Isole |
Italia |
a) Famiglie senza nuclei |
26.1 |
22.8 |
24.3 |
18.6 |
21.0 |
22.9 |
- una sola persona |
24.3 |
20.5 |
23.0 |
16.8 |
19.5 |
21.1 |
b) Famiglie con un nucleo |
73.3 |
75.6 |
73.4 |
80.0 |
78.1 |
75.8 |
b.1. un nucleo senza altre persone |
70.1 |
70.2 |
68.6 |
76.7 |
76.3 |
72.0 |
- coppie senza figli |
20.2 |
20.4 |
19.0 |
15.8 |
17.2 |
18.7 |
- coppie con figli |
41.5 |
42.4 |
42.0 |
53.9 |
52.1 |
45.7 |
- un solo genitore con figli |
8.4 |
7.4 |
7.6 |
7.0 |
7.0 |
7.6 |
b.2. un nucleo con altre persone |
3.2 |
5.4 |
4.8 |
3.3 |
1.8 |
3.8 |
- coppie senza figli |
0.9 |
1.6 |
1.3 |
0.7 |
0.3 |
1.0 |
- coppie con figli |
1.9 |
3.2 |
3.1 |
1.8 |
1.2 |
2.3 |
- un solo genitore con figli |
0.4 |
0.6 |
0.4 |
0.8 |
0.3 |
0.5 |
c) Famiglie con due o più nuclei |
0.6 |
1.6 |
2.3 |
1.4 |
0.9 |
1.3 |
Totale |
100.0 |
100.0 |
100.0 |
100.0 |
100.0 |
100.0 |
(Fonte: Istat, Indagine multiscopo,1993-94) |
Coppie con figli per numero di figli |
Distribuzione % |
1 |
43.8 |
2 |
42.5 |
3 |
11.0 |
4e più |
2.7 |
Totale |
100.0 |
(Fonte: Istat, Indagine multiscopo,1993-94) |
Coppie con figli per ripartizione geografica (per 100 coppie con figli della stessa zona) |
||||
Ripartizione geografica |
1 figlio |
2 figli |
3 figli |
4 figli e più |
Nord-Ovest |
53.1 |
38.7 |
6.6 |
1.5 |
Nord-Est |
50.3 |
40.6 |
7.5 |
1.7 |
Centro |
47.8 |
44.5 |
6.6. |
1.3 |
Sud |
30.6 |
44.8 |
19.1 |
5.5. |
Isole |
36.2 |
45.1 |
15.2 |
3.5 |
(Fonte, Istat, Indagine multiscopo,1993-94) |
FORZE E MEZZI DI PRODUZIONE, RAPPORTI DI PRODUZIONE, MODO DI PRODUZIONE
Nella prospettiva marxiana l'insieme delle forze e dei mezzi di produzione, ossia delle condizioni materiali (risorse naturali disponibili) e tecniche (insieme delle cognizioni scientifiche e degli strumenti) che sono proprie di una società determinata in un dato momento storico, nonché i rapporti di produzione (proprietà dei mezzi di produzione, tipo di rapporti di lavoro interni all'organizzazione produttiva) e il modo di produzione, ossia l'insieme delle forze, dei mezzi e dei rapporti di produzione che caratterizza il sistema dominante di produzione di una data società (ad esempio l'agricoltura nelle società pre- industriali, l'industria nelle società capitalistiche sviluppate, ecc.), costituiscono la struttura portante o infrastruttura del sistema sociale.
Tale infrastruttura ha quindi una sua forma storica concreta, legata al grado di sviluppo delle forze di produzione e alle forme particolari assunte di volta in volta dall'organizzazione produttiva.
L'infrastruttura nella concezione marxiana viene considerata, in ultima analisi, come determinante le forme della sovrastruttura, ovvero l'insieme delle rappresentazioni (immagini del mondo, mito, religione, filosofia, ecc.) e dei sistemi normativi (leggi, istituzioni, apparati statali, politici e amministrativi, ecc.) presenti nel sistema sociale, e si riflette anche nei contenuti della coscienza individuale e collettiva (valori, motivazioni, percezioni del sé, dell'altro, ecc.).
Quando si presentano, ad esempio, nuove possibilità di produzione a causa dello sviluppo delle tecnologie di tipo industriale e del nuovo modo di produzione ad esse collegato (impiego delle macchine, concentrazione della mano d'opera nelle fabbriche, divisione del lavoro, accumulazione del capitale, nuove tecniche di produzione, ecc.), allora i vecchi rapporti di produzione basati sulla situazione precedente a tale sviluppo (ad esempio modo di produzione dominante di tipo agricolo o artigianale) debbono anche essi essere trasformati e mutano le diverse forme sovrastrutturali. Il cambiamento sociale viene quindi inteso come il risultato dell'esplodere delle contraddizioni createsi tra livello infrastrutturale e livello sovrastrutturale.
(ex F. Crespi, Le vie della sociologia, Il Mulino, Bologna, 1998, p.152)
STRUTTURA
(I caratteri della struttura sociale, intesi come insieme di azioni ‘concertate’ sono garantiti da una conformità motivata all’ordine legittimo)
Insieme di relazioni relativamente stabili, basate su mediazioni simboliche di tipo normativo, sulle quali si regge il sistema sociale come unità che persiste nel tempo
Il concetto di struttura è intimamente connesso con quello di totalità o di sistema, fino quasi a confondersi con essi
La struttura profonda può essere colta andando al di là dei contenuti manifesti delle norme sociali come delle esperienze coscienti del vissuto soggettivo, e attraverso la costruzione di modelli deduttivi astratti, analoghi a quelli di tipo matematico, a carattere a-storico o sincronico
Se l’attività inconscia dello spirito consiste nell’imporre forme a un contenuto e se queste forme sono fondamentalmente le stesse, per tutti gli individui, antichi e moderni, primitivi e civili – come dimostra in modo folgorante lo studio della funzione simbolica, quale si esprime nel linguaggio – occorre ed è sufficiente cogliere la struttura inconscia sottostante a ogni istituzione o a ogni usanza, per ottenere un principio di interpretazione valido per altre istituzioni e altre usanze
Dal momento che la struttura sottostante è una dimensione universale e invariante che s’impone ai singoli individui e si autoriproduce autonomamente ed in modo a- temporale, regolando l variazioni delle forme storiche contingenti, Lévi-Strauss non considera la storia come un processo evolutivo, ma come l’attualizzazione di modalità temporali delle leggi universali dell’attività inconscia dello spirito, ovvero di diverse possibilità di combinazione di relazioni strutturali costanti
Esempio: i diversi meccanismi concreti che fondano lo scambio esogamico possono essere considerati, secondo Lévi-Strauss, come casi particolari di una forma volta a instaurare e conservare la reciprocità: è tale forma che l‘analisi strutturale deve mettere in luce.
In questa prospettiva, le regole matrimoniali ed i sistemi di parentela possono essere considerati come una forma particolare di linguaggio, ossia come un
insieme di ‘operazioni’ destinate ad assicurare tra gli individui e gli uomini un certo tipo di comunicazione.
(Fonte, F. Crespi, Le vie della sociologia, Il Mulino, Bologna)
TERMINI E CONCETTI DELLO STRUTTURAL FUNZIONALISMO
L’agire è condizionato dai valori e dai modelli sociali propri del contesto in cui l’agire si sviluppa
Ogni sistema di azione (insieme di azioni e interazioni, condizioni oggettive o forme simboliche) può essere analizzato come unità
A partire dalle quattro categorie esterno-interno, scopi-mezzi, Parsons individua quattro imperativi o prerequisiti funzionali di ogni sistema di azione:
a)adattamento: insieme dei rapporti tra il sistema e l’ambiente esterno (ambiente naturale-rapporti con altri sistemi).
Trarre le risorse necessarie al sistema per la sua sopravvivenza e nella produzione di oggetti e attività che possono essere scambiati. Controllo e modifica delle condizioni esterne dell’ambiente
b)conseguimento degli scopi: ha il compito di indirizzare il sistema, nei rapporti con l’esterno, verso i suoi scopi, selezionandoli tra i molti possibili e ordinandoli tra di loro in modo che non turbino l’integrazione del sistema stesso
c)mantenimento delle strutture latenti: è la funzione che assicura i valori, i significati e le motivazioni necessarie per orientare l’azione in maniera adeguata alle esigenze del sistema. Garantisce la stabilità dei valori, significati, motivazioni attraverso norme e modelli di comportamento istituzionalizzati. Comprende i meccanismi fondamentali di socializzazione
d)integrazione: tale funzione permette di equilibrare reciprocamente i diversi elementi del sistema e i sotto-sistemi presenti in essi, armonizzandoli in maniera coerente tra di loro e controllando le spinte che possono turbare l’unità del sistema stesso
Tale modello di azione è integrato dalle modalità fondamentali di ogni tipo di agire, a seconda dei criteri di valori prevalenti che lo orientano
Poiché risorse e possibilità sono sempre ‘finite’, scarse, ogni attore deve distribuire le proprie azioni, che sono sempre significative per lui e per gli altri, tra diversi tipi di aspettative e diverse opportunità.
E’ necessario scegliere tra una serie di opportunità (variabili strutturali o pattern variables):
-realizzazione/attribuzione
-affettività/neutralità
-specificità/diffusione
Le variabili strutturali, combinandosi diversamente tra loro, danno origine ad una complessa tipologia delle varie forme di azione e dei diversi tipi di aspettative
(Fonte: F. Crespi, Le vie della sociologia, Il Mulino, Bologna)
Insieme di ruoli coordinati e orientati ad uno scopo = istituzione
Insieme di istituzioni coordinate ed orientate ad uno scopo = sistema sociale
STRUTTURA E RELAZIONI FAMILIARI
Interazione tipizzata= ruolo (comportamento atteso da una persona in base alla posizione che occupa; comportamento che ci si aspetta una persona metta in atto per il fatto che occupa una particolare posizione sociale)
Struttura familiare = insieme dei ruoli che interagiscono all’interno di una unità di coabitazione
Ruoli-base: madre-moglie, padre-marito, figlio, figlia
Modo di stare insieme e di interagire: componenti affettive, psicologiche, di autorità e potere, solidaristiche dei diversi ruoli in un sistema di interdipendenza
Le strutture familiari sono definite a partire dai ruoli: famiglia unipersonale, di coppia, nucleare estesa, complessa, multipla, senza nucleo, con un nucleo, con due o più nuclei, aggregato semplice, etc.
Le relazioni familiari possono essere etichettate come forme familiari o modelli (se per modello si intende una costruzione semplificata o ideal-tipica, che rappresenta i caratteri fondamentali di un oggetto): es. la famiglia borghese, la famiglia proletaria, la famiglia simmetrica, la famiglia companionship (o cameratesca)
Nell’analisi dei cambiamenti familiari, sia in prospettiva diacronica che sincronica, è bene sempre ricordare che ad analoghe strutture non corrispondono
analoghe relazioni familiari e che, quindi, per avere un’idea effettiva del mutamento è necessario analizzare sia le strutture che le relazioni familiari
L’analisi dei soli cambiamenti strutturali, ha portato alla luce una situazione di forte stabilità e continuità nelle strutture familiari, che mostrano un’inerzia più che secolare
L’analisi dei mutamenti nelle relazioni familiari ha consentito di cogliere una discontinuità che, collocabile agli albori della modernità (più o meno nel XVII secolo), ha portato alla famiglia nucleare definita da E. Shorter non come struttura ma come stato spirituale.
MODELLO MATRIMONIALE
Matrimonio = meccanismo di regolazione dei rapporti tra i sessi e le generazioni
Il matrimonio può essere monogamico o poligamico, che a sua volta può assumere la forma della poliandria o della poliginia
Universalità del matrimonio, nel senso che ogni società, dalla più semplice alla più complessa, ha sempre sancito con rituali più o meno formalizzati, l’unione di un uomo con una donna, come ‘fatto’ dal quale scaturiscono specifici diritti e doveri specifici (peculiari di questo contratto-sodalizio) tra i coniugi ed i loro discendenti, ascendenti e collaterali
A seconda del tipo di contratto matrimoniale, a seconda delle regole che definiscono il matrimonio (chi sposare, come e quando; tipo di residenza – matrilocale, patrilocale, neolocale- etc.) si hanno diversi tipi di matrimonio e di famiglia
Dall’universalità del matrimonio deriva l’universalità della famiglia, intesa come struttura relazionale che nasce dall’unione normativamente sancita e riconosciuta di un uomo e una donna
In ogni società, all’interno del corpo sociale e dei diversi gruppi (anche parentali) è possibile individuare la coppia che si occupa della riproduzione biologica e culturale della specie
L’universalità della famiglia nulla ha a che fare con le forme storicamente rilevabili di famiglia. Molteplici sono le forme familiari: non si può parlare di una ‘forma’ (tipo) di famiglia universale, rilevabile in tutte le epoche storiche e in tutte le società umane.
Il matrimonio può essere concepito (definizione sociale, culturale, religiosa, filosofica, giuridica) come patto, sodalizio, paradigma delle relazioni sociali in quanto alleanza tra due estranei (S. Agostino, il diritto romano, Lèvi-Strauss), ovvero come strumento di controllo sociale (delle pulsioni sociali: S. Paolo)
Modello matrimoniale = insieme di regole scritte e non scritte che definiscono chi deve sposare chi, a quale età ed a quali condizioni
= residenza neolocale = famiglia nucleare
MODELLO DI FECONDITA’
Anche se il controllo della fecondità sembra un prodotto della modernità, la riproduzione della specie umana ha precocemente conosciuto forme di controllo (attraverso, ad esempio, la valvola del matrimonio)
Si parla di fecondità controllata vs la fecondità naturale quando quote statisticamente significative di donne entro una specifica società completano la loro fase riproduttiva (generano l’ultimo figlio) molto prima dell’inizio della menopausa
Modello di fecondità = insieme di regole, pratiche, usi e norme che definiscono l’età e la condizione (coniugata o meno) ottimale perché una donna generi il primo figlio, la distanza tra un figlio e l’altro, l’età per generare l’ultimo figlio
Modello di fecondità è dunque definito dall’età della madre al primo e all’ultimo figlio, dal numero di figli, dal suo stato civile
I modelli di fecondità, unitamente ai tassi di mortalità, giocano un ruolo centrale nelle transizioni demografiche, vale a dire nel passaggio da un regime demografico ad un altro.
NOTAZIONE GENERALE SULLE DINAMICHE DELLA POPOLAZIONE
Sino agli inizi del ‘900 la popolazione europea è cresciuta molto lentamente, ed ha conosciuto fasi alterne di crescita e calo.
E’ dalla seconda metà del 1700 che la popolazione inizia a crescere, per quanto lentamente
Fonte: http://www.univr.it/documenti/Avviso/all/all686964.pdf
Sito web da visitare: http://www.univr.it/
Autore del testo: Paola Di Nicola
Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.
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"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco
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