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ESAMI STRUMENTALI
1) Elettrocardiogramma (registra l’attività elettrica del cuore a livello cutaneo. Si fa mettendo degli elettrodi agli arti che sono le derivazioni periferiche che sono D1 D2 D3 e AVR AVL AVF (AV=augmented voltaige) e poi le precordiali da V1 a V6)
Noi abbiamo:
Le indicazioni dell’ECG sono:
Ipertrofia (aumento dello spessore/dimensione delle cellule) e dilatazione (aumento delle dimensioni delle cavità cardiache)
Blocchi (es blocco atrio - ventricolare) e difetti di conduzione (es. blocco di branca)
Ischemia miocardica (es. infarto, angina)
Fattori metabolici (es. in condizioni di disturbi elettrolitici (es. ipopotassiemia / iperpotassiemia o ipo/ipercalcemia grave , si hanno alterazioni dell’ECG come difetti di conduzione avanzata fino ad arresto cardiaco) .
Anche la situazione ormonale può causare modificazioni dell’ECG come per es. l’ipertiroidismo che determina tachicardia sinusale , o può aumentare il rischio di fibrillazione atriale
Farmaci : possono causare modificazioni dell’ECG
Aritmie ovvero alterazioni del ritmo cardiaco
2) Ecocardiogramma/ Ecocardiografia esame fondamentale in ambito cardiologico. Infatti, è una tecnica di immagine che utilizza gli ultrasuoni dove si vanno a vedere tutti e tre i foglietti cardiaci cioè endocardio (comprese le valvole), miocardio e pericardio.
Esistono vari tipi di ecocardiografia:
- Ecocardiografia semplice
- Ecocardiografia doppler che serve a misurare i flussi
- Ecocardiografia da stress
- Ecocardiografia transesofagea
Partendo dall’interno verso l’esterno con l’ecocardiografia semplice si possono vedere:
La morfologia e il movimento delle valvole cardiache (es. stenosi e insufficienze valvolari) Inoltre attraverso i flussi l’ecocardiogramma ci consente di valutare il gradiente trans-valvolare indice di gravità della valvulopatia.
Con l’uso dell’ Eco-doppler (misurazione del flusso) si può misurare i flussi come quelli:
Nell’ Ecocardiografia da stress o ECO-STRESS si applica uno stress al miocardio :
L’ Ecografia trans-esofagea consiste nell’ingollare (ingoiare) un gastroscopio (endoscopio) in cima al quale c’è una sonda ecocardiografica . Questo perché il cuore adagiato sul diaframma e le porzioni degli atri sono a contatto posteriormente con l’esofago e quindi con questa sonda attraverso l’esofago si riesce ad avere informazioni riguardo le strutture che si vedono poco o male con l’ecografia tradizionale o transtoracica .
Le indicazioni sono :
3) Scintigrafia (SPECT) : tecnica che utilizza radioisotopi radioattivi e si usa soprattutto per la cardiopatia ischemia. Solitamente viene effettuata quella che si chiama scintigrafia miocardica di perfusione che studia come viene perfuso o irrorato dal sangue il miocardio)
4) NPETmeno importante in ambito cardiologico
5) RM cardiaca : importante soprattutto per le patologie a carico del pericardio (pericardite costrittiva) e per le patologie restrittive del miocardio (ovvero la riduzione delle cavità cardiache)
6) Cateterismo cardiaco e coronarografia(Seldinger)
è una tecniche angiografica (radiografia dei vasi) che richiede il mezzo di contrasto iodato , che viene iniettato nel cuore o vicino al cuore.
Quando si vuole andare a visualizzare la parte dx del cuore si introduce un catetere attraverso la vena Giugulare o Femorale da dove si arriva all’atrio dx , ventricolo dx, e arteria polmonare dove poi si inietta il MdC
Quando si vuole andare a visualizzare la parte sx del cuore si introduce un catetere attraverso l’arteria femorale (secondo seldinger) o brachiale (es solo in casi particolari come l’occlusione delle arterie illiache ) risalendo sotto guida fluoroscopica (con raggi X e seguendo il catetere radiopaco) l’aorta fino a giungere all’aorta ascendente o alle coronarie dove si inietta il mezzo di contrasto per effettuare la coronarografia.
Dopo aver iniettato il MdC si procede a scattare delle radiografie che mettono in evidenza le strutture opacizzate dal mezzo di contrasto (MdC)
Questa tecnica comunque non è solo una tecnica diagnostica (stenosi a cause di placche ateromatose, aneurismi) ma anche terapeutica (angioplastica e posizionamento di stent).
Le complicazioni iatrogene di questo esame sono: un aneurisma o pseudoaneurisma (finto aneurisma / estroflessione ) nel sito di introduzione del catetere , fistola artero-venosa.
INSUFFICIENZA CARDIACA
Anomalia di funzione cardiaca caratterizzata dalla incapacità del cuore a fornire (pompare) sangue ad un livello appropriato per le richieste metaboliche dei tessuti,(quindi insufficienza della parte sinistra del cuore) e/o dalla capacità di soddisfare le richieste metaboliche solo in presenza di un volume diastolico elevato (il cuore si deve riempire eccessivamente per riuscire a pompare in maniera adeguata).
Meccanismi di adattamento (fondamentali per capire cosa succede nell’insufficienza cardiaca e che si attivano in risposta all’incapacità del cuore a fornire un apporto sanguigno adeguato ai tessuti es. infarto del miocardio dove la funzionalità contrattile è ridotta a causa della morte di una parte del muscolo cardiaco
Tutto ciò però sta alla base dello sviluppo della dilatazione del cuore che rende inefficace questo meccanismo. Ecco perché la capacità di soddisfare le richieste avviene solo in presenza di un volume telediastolico elevato e quindi se questo viene a mancare con la dilatazione del cuore le richieste non sono più soddisfatte.
N.b. il precarico rappresenta il volume alla fine della diastole quindi il carico cuore prima della sistole. La risposta all’aumento del precarico (del volume) il cuore risponde con una dilatazione con o senza ipertrofia
Il postcarico rappresenta la resistenza (pressione) contro la quale il cuore deve pompare . La risposta all’aumento del postcarico (pressione) il cuore risponde con l’ipertrofia
Es. In un Emorragia per recisione di un arteria a causa della diminuzione della P.A. si attivano i barocettori a livello dell’arco aortico e del seno carotideo che portano all’Attivazione del SNS con rilascio di Adrenalina e noradrenalina. Gli ormoni adrenergici determinano aumento della frequenza cardiaca e Vasocostrizione a livello periferico (che sottopone il cuore ad un elevato lavoro).
La vasocostrizione a livello renale però riduce il flusso a livello renale determinando il rilascio di Renina da parte dell’apparato iuxtaglomerulare (che avverte la caduta di pressione) che rilasciata in circolo converte l’angiotensinogeno in angiotensina I. Il rilascio di ACE (Enzima convertitore dell’angiotensina che si trova sulle cellule endoteliali dei capillari polmonari) converte l’angiotensina I in angiotensina II (ATII). L’ATII determina un aumento delle resistenze periferiche (potenzia la vasocostrizione che determina l’aumento della pressione) e induce il rilascio di Aldosterone da parte della glomerulare del surrene (che favorisce il riassorbimento di Na+ e di acqua a livello del tubulo contorto distale renale).Tutto ciò determina un ipersodiemia (con aumento dell’osmolarità plasmatica)
A tutto ciò si aggiunge il rilascio di Vasopressina (ADH/antidiuretico) che si attiva a causa dell’elevata osmolarità plasmatica a causa del riassorbimento di Sodio e che stimola il riassorbimento di Acqua libera (diluendo il sangue e riducendo l’osmolarità quindi riducendo la sodiemia ) nei colletori renali riducendo il volume urinario e aumentando la P.A.
Quindi questi meccanismi aumentano la volemia e le resistenze periferiche per mantenere il flusso (la pressione di perfusione)
Questi meccanismi di compenso si attivano nell’insufficienza cardiaca non perché c’è un ipovolemia ma perché la periferia avverte comunque la riduzione dell’apporto sanguigno (infatti anche se c’è un adeguata volemia il cuore (come pompa) non riesce a mantenere un adeguata perfusione degli organi ).
L’attivazione di questi meccanismi nell’insufficienza cardiaca non fa altro che peggiorare la situazione,infatti il trattamento dell’insufficienza cardiaca è molto basato sulla riduzione di questi (diuretici; inibitori del sistema renina – angiotensina- aldosterone ; inibitori del simpatico, ecc)
Gli effetti dell’insufficienza cardiaca sono principalmente due:
-Effetti anterogradi
-Effetti retrogradi
Effetti anterogradi (cioe verso l’avanti)
Gli effetti sono la ridotta gittata cardiaca ed il ridotto volume arterioso efficace,cioè quello percepito dai recettori di pressione.
Come nello shok emorragico esistono dei meccanismi di compenso che ripristinano il volume plasmatico efficace,qui i recettori percepiscono un volume ed una pressione minore dovuto al fatto che la pompa non funziona in maniera adeguata e non perchè vi e meno sangue in circolo,ecco perche volume arterioso efficace.
Questo determina gli stessi sistemi vasoattivi che sono attivati durante la deplessione di volume e che sono:
-il sistema renina-angiotensina-aldosterone,
-il sistema nervoso simpatico,
-la secrezione non osmotica dell’ormone antidiuretico
(tutte e tre hanno l’effetto di trattenere liquidi e di determinare vasocostrizione soprattutto nei distretti non nobili(cute,muscoli..),questo comporta la vasocostrizione, la ritenzione di acqua e di sodio a livello renale e l’aumento del volume plasmatici.
Effetti retrogradi
Aumento della pressione a livello dell’atrio sinistro;ora poiché quest’ultimo non è separato dalle vene polmonari dalla presenza di una valvola e quindi l’aumento di pressione si ripercuoterà alle vene polmonari ed ai capillari polmonari,provocando un aumento della pressione idrostatica dei capillari,determinando la formazione di edema, a livello,prima dell’interstizio polmonare e poi dell’alveolo polmonare.
Ma poiché il volume plasmatico è aumentato, la formazione di edema sarà anche a livello periferico,poiché il fatto che ci sia un eccesso di acqua e di sodio farà si che i meccanismi idrostatici permettano la fuoriuscita di questo liquido nell’interstizio come risposta fisiopatologica, (senza che c’è ne fosse bisogno).
L’assorbimento di acqua e di sodio si avrà nel rene tramite il sistema renina-angiotensina-aldosterone,poiché l’angiotensina determina la secrezione di aldosterone,il quale determina la vasocostrizione dell’arteriola afferente ed efferente al glomerulo renale,determina,con l’effetto del mineralcorticoide l’assorbimento di sodio a livello del tubulo contorto distale,mentre il sistema nervoso simpatico determina un riassorbimento di acqua a livello del tubulo prossimale e la ADH determina un riassorbimento dell’acqua libera a livello del collettore
Ci sono alcune situazioni nelle quali si possono avere più o meno le stesse situazioni dell’insufficienza cardiaca,ma non siamo in presenza dell’insufficienza cardiaca e sono infatti bisogna distinguere IC diversa da:
Risposta ventricolare con ipertrofia all’insufficienza cardiaca
Concentrica (senza dilatazione)
Eccentrica (con dilatazione)
Es.: Una risposta ventricolare (sinistra)con ipertrofia di tipo concentrico è l’ipertensione arteriosa,cioè il cuore che si trova a pompare contro una maggiore resistenza,quindi succede che aumenta la pressione sistolica,questo comporta l’aggiunta in parallelo di miofibrille muscolari e quindi l’aumento dello spessore ventricolare,ma la cavità è rimasta pressoché uguale,(per questo si parla di ipertrofia concentrica);
altro esempio:stenosi della valvola aortica.
Viceversa il sovraccarico di volume determina un’ ipertrofia di tipo eccentrica (quando il ventricolo si trova a lavorare con un eccesso di volume alla fine della diastole,fa sì che aumenta la pressione alla fine della diastole stessa(ad esempio quando si ha un vizio valvolare mitralico).
Messaggio da portare a casa:esistono due tipi di risposta ventricolare:
-la risposta dal sovraccarico di pressione(ipertensione)con ipertrofia concentrica(cioè senza dilatazione della cavità)
-la risposta al sovraccarico di volume(insufficienza mitralica)con ipertrofia eccentrica(con dilatazione)
Cause di IC:
Funzione ventricolare depressa:(vuol dire che il cuore si contrae meno)
Ostacolo al riempimento ventricolare a causa di:
Fattori precipitanti: (cioè i fattori che richiedono un maggiore impegno da parte del cuore)
Forme di insufficienza cardiaca:
-Ad alta gittata o a bassa gittata(a bassa gittata ad es. si verifica dopo un infarto del miocardio, ad alta gittata ove primitivamente aumenta la gittata cardiaca,per es. nelle malattie metaboliche,nell’ipertiroidismo,nella fistola artero venosa,per cui il cuore lavora di più,ma non quanto basta per mantenere un’adeguata per fusione; quindi lavora con un alta gittata ,ma non riesce a mantenere un buon apporto di ematico ai tessuti .
-Acuta o cronica(acuta è l’infarto o un’aritmia, la cronica ad es. su un cuore ipertrofico che ha già avuto due ima)
-Insufficienza del cuore sinistro o destro(quando si parla di scompenso cardiaco si intende sempre lo scompenso cardiaco sx che poi si trasmette alle sezioni dx del cuore e diventa uno scompenso globale di cuore, ma quando l’insufficienza interessa primitivamente il cuore dx si parla di cuore polmonare
-Anterograda o retrograda(anterograda il fatto che i tessuti siano meno perfusi, retrograda riguarda l’accumulo di liquidi a monte e si vedrà il turgore delle giugulari e l’EPA.)
Manifestazioni cliniche:
-Dispnea (ortopnea) la dispnea è un sintomo retrogrado,perché dipende dal fatto che aumenta la pressione nei capillari polmonari, il pz è costretto a tenere il torace sollevato per ridurre il sovraccarico a livello polmonare.(cioè c’è una trasmissione della pressione)
-Dispnea parossistica notturna , cioè improvvisa,si ha durante la notte perchè con il decubito supino si ha un riassorbimento degli edemi.
-Astenia , è un classico esempio di insufficenza anterograda, in cui i muscoli vengono meno perfusi e quindi il soggetto si sente più stanco
-Sintomi digestivi, (dispepsia)anche questo è un esempio di insufficenza sia anterograda perchè deriva da una ridotta perfusione a carico dell’intestino tenue sia retrograda,dovuta al fatto che quando c’è uno scompenso del ventricolo di dx si ha la ripercussione dell’aumentata pressione al livello del circolo periferico e quindi a livello della vena cava dando il quadro di fegato da stasi.(può dare ittero).
-Sintomi cerebrali (difficoltà di concentrazione) anche questa causa è legata ad una insufficenza anterograda
Segni clinici:
-Quadro polmonare:auscultando il paziente si sente la presenza di edema sia interstiziale che alveolare,che si manifestano con la presenza di rumori umidi
-Edemi periferici o declivi, si localizza:in posizione eretta alle gambe;in posizione sdraiata nella zona sacrale per la ritenzione di sodio e acqua.
-Idrotorace e ascite: liquido trasudatizio che interessa le sierose
-Fegato da stasi
-Cachessia: dimagrimento di muscoli e massa grassa che deriva dalla dispnea dai sintomi digestivi e dal ridotto flusso a livello muscolare
Diagnosi:
-ECG: escludono aritmie, ci può aiutare a fare diagnosi di cardiopatia ischemica che è una causa di scompenso, ci può dire se c’è un sovraccarico ventricolare(che ci riconduce a ipertensione o vizi valvolari), però la diagnosi non si può fare solo con questo.
-Ecocardiogramma: è un esame fondamentale e ci da informazioni sulla contrattilità misurando la frazione di eiezione (cioè,quanto del contenuto del ventricolo viene espulso durante la sistole)
-Rx torace: ci fa vedere l’ombra cardiaca,cioè se il cuore si è più o meno ingrandito e quali sezioni si sono ingrandite.
Criteri clinici principali alla base della diagnosi di scompenso cardiaco(cioè che sono più specifici)
Dispnea parossistica notturna
Turgore delle giugulari(che si tendono a vedere quando il pz è sdraiato o in decubito semiortpnoico cioè a 45 gradi
Rumori umidi (rantoli) al torace che sono segni di edema interstiziale o alveolare
Cardiomegalia (cuore grosso)
Edema polmonare acuto
Ritmo di galoppo: presenza all’auscultazione del terzo e quarto tono(normalmente se ne sentono due).Il terzo determinato dal riempimento ventricolare rapido,quindi il fatto che aumenti la pressione a livello dell’atrio e quando si apre la mitrale immediatamente il ventricolo si dilata per ricevere il sangue e determina questo tono, e il quarto è la sìstole striale
Aumento della pressione venosa centrale(>16 cmH2O)
Reflusso epato-giugulare
Criteri Minori (meno specifici)
Edemi declivi
Tosse notturna
Dispnea da sforzo
Epatomegalia
Versamento pleurico
Tachicardia (120 bpm)
MAJOR OR MINOR
Perdita di peso 4.5 kg in 5 giorni di terapia.
Trattamento:
Prevenzione
Misure igieniche e dietetiche
Diuretici (riducendo il volume plasmatici,migliorano i sintomi,soprattutto quelli respiratori) Si usano i tiazidici,i diuretici dell’ansa, e risparmiatori di potassio
ACE inibitori: inibisce il sistema renina-angiotensina-aldosterone ottenendo un miglioramento della per fusione a livello renale,riduce la secrezione di aldosterone e quindi il riassorbimento di acqua e sodio ed interrompe il rimodellamento ventricolare a causa dell’interruzione degli effetti dell’angiotensina
Risparmiatori di potassio
Antagonisti del recettore I dell’angiotensina
Beta bloccanti: con effetto inotropo negativo, effetti benefici sul consumo di O2 a livello ventricolare sul rimodellamento,e non fa avere tachicardie).
Digitale: inotropo positivo,cioè stimola la contrattilità cardiaca (finestra terapeutica molto stretta).
Terapia delle aritmie
IPERTENSIONE ARTERIOSA
Definizione:
Si definisce ipertensione arteriosa una pressione stabilmente superiore a 140/90 mmHg. Essa è tipicamente classificata come lieve, moderata o grave in base al livello della pressione. L’ipertensione sistolica isolata corrisponde a una pressione sistolica pari o superiore a 140 mmHg, associata a una pressione diastolica inferiore a 90 mmHg.
L’eziologia è sconosciuta in oltre il 90% dei casi; si parla perciò di ipertensione essenziale, primaria o idiopatica. Nel 6-8% dei pazienti vi è invece una causa nota di ipertensione e si parla quindi di ipertensione secondaria.
Categoria |
Pressione sistolica (mmHg) |
Pressione diastolica, (mmHg) |
|
Ottimale |
<120 |
<80 |
|
Normale |
<130 |
<85 |
|
Normale /Alta |
130-139 |
85-89 |
|
Ipertensione |
|
|
|
Stage 1 (lieve) |
140-159 |
90-99 |
|
Stage 2 (moderata) |
160-179 |
100-109 |
|
Stage 3 (severa) |
180-209 |
110-119 |
Misurazione della pressione arteriosa:
con sfigmomanometro
cruenta
monitoraggio ambulatoriale
Esami di laboratorio e strumentali
Ipertensione essenziale
Fattori ambientali
Sensibilità ai livelli di sodio
Renina
Apporto di calcio
Resistenza all’insulina
Fattori che modificano il decorso:
Ipertensione secondaria
Ipertensione renale
Ipertensione nefrovascolare
Ipertensione endocrina
1) Iperaldosteronismo primario → è in genere dovuto alla presenza di un adenoma surrenalico secernente aldosterone o di un’iperplasia surrenalica bilaterale. Deve essere sospettato in caso di ipopotassiemia in un paziente iperteso non sottoposto a terapia con diuretici
2) S. di Cushing
3) Feocromocitoma → E’ un raro tumore di cellule cromaffini, secernete noradrenalina e/o adrenalina, spesso localizzato nella midollare surrenale, ma talvolta nei glangli simpatici dell’addome e del torace. Si manifesta con l’ipertensione arteriosa parossistica o stabile in età giovanile o media. La diagnosi si effettua dosando l’elevata escrezione urinaria di catecolamine o dei loro metabolici
4)Acromegalia
5)Ipercalcemia
Effetti dell’ipertensione
Cuore
Aumento del post-carico → ipertrofia concentrica
Successiva dilatazione → segni di insufficienza cardiaca
Coronaropatia a sviluppo più rapido + ipertrofia → cardiopatia ischemica.
ECG → segni di ipertrofia ventricolare e atriale
Ecocardiogramma
Sistema nervoso centrale
Alterazioni retiniche
Riduzione del calibro arteriolare
Incroci arterovenosi
Essudati
Emorragie
Edema della papilla
Arteriolosclerosi
Sintomi cerebrali
Infarto cerebrale
Emorragia intracerebrale
Encefalopatia ipertensiva
Rene
Nefroangiosclerosi
Benigna
Maligna
Farmaci utilizzati
Diuretici
Tiazidici
D’ansa
Risparmiatori di potassio
Anti-adrenergici
Centrali
a-bloccanti
b-bloccanti
a/b bloccanti
Vasodilatatori
ACE inibitori
Antagonisti dei recettori dell’angiotensina
Calcio-antagonisti
CARDIOPATIA ISCHEMICA
L’aterosclerosi è una patologia che colpisce le arterie elastiche caratterizzata dalla formazione di placche ateromatose nell’intima costituite da collageno e materiale lipidico. Tra le molecole che prevalgono abbiamo il colesterolo, gli esteri del colesterolo e i trigliceridi. Questi lipidi sono associati a grandi quantità di collageno e cellule muscolari lisce che si accumulano all’interno dei macrofagi , nelle cellule muscolari lisce e in parte in ambiente extracellulare.
Le tappe dell’aterogenesi prevedono: il danno endoteliale, l’infiltrazione dell’intima del vaso di lioproteine modificate dovute agli alti livelli ematici di LDL, aggregazione piastrinica, passaggio di monociti all’interno dell’intima, sviluppo di uno stato infiammatorio con produzione di citochine e fattori di crescita, migrazione dalla media di cellule muscolari lisce, iperplasia e differenziazione in fibroblasti delle cellule muscolari lisce, formazione di una cappa fibrosa, possibile danno al rivestimento fibroso da parte di enzimi litici e infiammatori con indebolimento della placca ateromasica. La rottura della placca comporta l’infiltrazione di ulteriori lipoproteine plasmatiche o ingrandimento della stessa oppure la formazione di trombi e/o emboli ,che predispongono all’insorgenza di gravi danni ischemici.
L’ateroma infatti determina una riduzione del lume delle arterie e quindi un definito afflusso di sangue arterioso all’organo irrorato da queste arterie. Nel caso della cardiopatia ischemica (in cui sono colpite le coronarie) è il miocardio, cioè il muscolo cardiaco ad essere interessato dalla riduzione del flusso ematico. L’aterosclerosi dei vasi pre-cerebrali (carotidi), che portano il sangue al cervello,è la condizione che determina l’insorgenza di ictus. L’aterosclerosi delle arterie periferiche (femorali , illiache, poplitea) degli arti inferiori determinerà l’ arteriopatia obliterante degli arti inferiori, quindi l’ateroma è una lesione che si manifesta su molti distretti arteriosi, il cui quadro clinico dipende da quale distretto verrà irrorato(spesso è colpita anche l’aorta addominale). Il motivo è che si determina una stenosi, un restringimento, o anche un occlusione, dell’arteria, che comporta il ridotto o assente apporto di sangue arterioso al tessuto, quindi un ischemia (basso apporto di ossigeno e nutrienti).
L’aterosclerosi è una patologia strettamente correlata ai fattori di rischio e distinti in Modificabili e non modificabili (Si tratta di una distinzione obsoleta,vecchia, perché nel corso degli anni tendono ad esserci sempre più farmaci che sono d’ausilio, anche per quei fattori che di fatto non si ritenevano modificabili farmacologicamente.)
Fattori di rischio per aterosclerosi:
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Altri fattori di rischio aterogeno sono:
1) Diabete mellito
Tutte e due i tipi di diabete determinano un aumento del rischio cardiovascolare anche se la patogenesi è diversa. In quello di tipo 2 le alterazioni glicemiche sono associate spesso alle altre componenti della sindrome metabolica,quindi oltre alla glicemia alta il soggetto sarà anche iperteso, dislipidemico quindi il rischio è maggiore nel diabete di tipo 2 nasce dalla presenza di più fattori di rischio.
2) Omocisteinemia ovvero elevati livelli di omocisteina, che deriva dal metabolismo degli aminoacidi (i livelli di omocisteinemia sono determinati geneticamente e modificabili con la somministrazione di folati)
3) Elevati livelli di lipoproteina a piccolo,Lp(a).
n.b. Alcuni fattori di rischio sono modificabili farmacologicamente e soprattutto c’è stata una attenzione a ruolo della ipercolesterolemia negli ultimi anni, che si può modificare con “le statine” che sono inibitori dell’idrossi metil glutaril coenzima A redattasi (enzima intermedio della sintesi del colesterolo) che sono farmaci che riducono la sintesi di colesterolo a livelli epatico.
Questi farmaci rappresentano la prima o la seconda voce in Europa Occidentale e in Italia per quanto riguarda la spesa sanitaria.
Il rischio cardiovascolare si può quantificare grazie alle carte del rischio cardiovascolare (sotto riportate). Il ministero della salute ne ha elaborate delle altre,perché queste sono elaborate in base allo studio di Franningam (uno studio fatto negli Stati Uniti nei quali è stata seguita una popolazione in maniera prospettica, cioè seguita nel corso degli anni, e si è visto quanti eventi cardiovascolari sviluppavano negli anni, e da li si è passati a calcolare i fattori di rischio). Naturalmente bisogna normalizzare queste carte del rischio con quelle che sono le nostre abitudini alimentari, ecc.
E’ importante il concetto della carta del rischio cardiovascolare.
La carte cardiovascolare è divisa in uomini e donne. Poi in uomini/donne con diabete e senza diabete fumatore o non fumatore.
Immaginiamo di avere davanti un uomo senza diabete che fuma e che ha 50 anni con colesterolemia tra 200 e 250 e con una pressione max di 160( iperteso). A secondo del colore delle caselle aumenta il rischio di sviluppare un evento cardiovascolare maggiore(infarto,ictus) nei 10anni successivi. E si passa da meno del 5% (es. donna di 30 anni che non fuma con colesterolemia normale), fino al 30% e più di rischio cardiovascolare in un uomo di 70 anni e che ha i fattori di rischio .
Queste carte sono state elaborate perché in base al rischio cardiovascolare presunto il ministero della salute ammette la prescrivibilità di certi farmaci, soprattutto quelli per la colesterolemia. Quindi, il rischio cardiovascolare non è il colesterolo o la pressione, ma un insieme di fattori. Anche se qui sono schematizzati, molti conferiscono un rischio in maniera continua. Ovvero avere 122 di pressione è peggio di avere 121,oppure avere 124 di LDL è peggio di avere 123. Allora si calcola un rischio cardiovascolare complessivo che serve per il discorso della prescrivibilità, ma anche per valutare il rischio cardiovascolare globale. Il paziente che arriva al PS con dolore toracico, che ha 60 anni, diabetico, non fuma ma che magari ha familiarità per cardiopatia, viene trattato per la pressione alta, allora questo dolore tenderà a orientarci più per una cardiopatia ischemica rispetto una giovane donna che non fuma bene,sta bene, e che sviene magari per un attacco di panico.
CARDIOPATIA ISCHEMICA
Ischemia: Carenza di ossigeno e di nutrienti attribuibile a ridotta perfusione ematica, che crea uno squilibrio tra domanda e offerta
Le determinanti dell’ischemia non sono solo quanto sangue arriva, ma anche quant’è la richiesta di sangue da parte del tessuto. (Es. L’aumento del post carico determina ipertrofia concentrica e quindi il cuore ipertrofico non può essere considerato un cuore sano perchè la parete è ispessita e ha bisogno di più ossigeno, questo è un classico esempio di aumento della domanda. Quindi se per es. c’è una stenosi dell’arteria coronaria, a parità di stenosi il ventricolo più spesso sarà più a rischio di ischemia rispetto al ventricolo normale.
N.B. Nella maggior parte dei casi la cardiopatia ischemica interessa in ventricolo di sx perché ha uno spessore maggiore e più facilmente può trovarsi in una situazione di ridotta ossigenazione.
Fattori patogenetici (che possono causare ischemia):
Alcune alterazioni a carico della placca possono modificare ancora di più lo sbilancio tra domanda e offerta (di ossigeno e nutrienti) e che sono:
Fissurazioni, emorragie, trombosi: Non tutte le placche sono uguali. Infatti nella placca (localizzata all’interno dell’intima) all’interna dell’intima ci sono macrofagi (le schiumose), cellule muscolare liscie(che poi si differenziano in fibroblasti) che migrano dalla media nella placca, e formazione di nuovi vasi che entrano all’interno della placca (angiogenesi). Questa placca può andare incontro ad un emorragia al suo interno se uno di questi vasi neoformati si rompe. In questo caso la placca nel giro di minuti ridurrà il flusso invece che dell’ 80% del 99%.
Inoltre la placca è ricoperta da endotelio e se ad un certo punto la placca va incontro ad una fissurazione (si rompe), oppure si ulcera, si crea una specie di cratere dove non ci sono più le cellule endoteliali. Tutto ciò determina la formazione un trombo piastrinico, cioè un aggregato di piastrine che successivamente attiva la coagulazione, con la formazione di fibrina. Quindi si forma un vero proprio trombo in pochi minuti. Quindi questo processo immediatamente può chiudere il vaso (la coronaria).
Effetti dell’ischemia:
Gli effetti dell’ischemia valgono per tutti i tessuti e chiaramente anche per il miocardio, con la differenza che il miocardio ha delle caratteristiche di attività elettricità che altri tessuti non hanno, quindi non hanno il problema della propagazione del’impulso elettrico.
Quadri clinici
La cardiopatia ischemica è un insieme di situazioni cliniche caratterizzate nel loro insieme da carenza di ossigeno e nutrienti attribuiti a ridotta perfusione ematica.
Dal punto di vista clinico quello che si può verificare è diverso a seconda di una serie di situazioni, e si può avere:
La cardiomiopatia ischemica va distinta dalla cosiddetta cardiomiopatia dilatativa primaria quella situazione in cui c’è una degenerazione non ischemica del muscolo cardiaco.
INFARTO MIOCARDIO
L’infarto è la necrosi di una regione di tessuto miocardio, che colpisce nella maggior parte dei casi il ventricolo sinistro.
Fisiopatologia
Formazione di un trombo su una arteria coronaria sede di danno vascolare :
Infatti l’infarto è dovuto, anche qui, nella maggior parte dei casi, ad un trombo in un arteria coronaria sede di un danno vascolare (placca aterosclerotica). Esistono casi molto poco frequenti nei quali il semplice spasmo coronarico ha determinato una trombosi, ma nella maggior parte dei casi ci troviamo davanti ad una situazione in cui uno spasmo chiude la coronaria, il sangue per un breve periodo non passa, le piastrine formano un trombo e quando lo spasmo viene a cessare il trombo blocca il flusso; quindi nella maggior parte dei casi l’arteria (coronaria) è primitivamente interessata da una placca aterosclerosotica
Le ragioni per cui si forma un trombo sono dovuti a :
1.fattori locali come la placca aterosclerotica, la fissurazione, l’emorragia, lo spasmo
2.fattori pro-trombotici: infatti a parità di danno vascolare, a parità cioè di chiusura dell’arteria, il soggetto che ha una diatesi (predisposizione), una tendenza protrombotica (cioè a coagulare di più), sarà maggiormente a rischio. Quindi ad esempio, molto banalmente, a soggetti che hanno una poliglobulia (es il soggetto anziano che fuma, ha la BPCO in cui si ha la poliglobulia reattiva) avremo un aumento della viscosità ematica e quindi chiaramente la formazione di trombosi è facilitata….oppure ci possono essere delle cause genetiche: alterazioni dei geni a livello del fattore quinto, del fattore secondo della coagulazione, la presenza ad esempio del fattore secondo alterato o della mutazione Laiden del fattore quinto ( più importante per le trombosi venose).
Comunque vanno sempre visti i due aspetti: fornitura di sangue e richiesta di sangue, e se c’è un alterazione dell’arteria coronaria e quanto c’è la tendenza alla trombosi.
Fattori che influenzano il danno miocardio: ( gli effetti NON sono sempre gli stessi ma dipenderanno da):
Presentazione clinica (come si presenta l’infarto; segni e sintomi)
Ci sono dei Fattori precipitanti una forte emozione, uno sforzo, un episodio che comporti un aumento di coagulabilità del sangue, come per esempio un episodio che attraverso le proteine di fase acuta aumenta il fibrinogeno e rende più coagulabile il sangue.
Classicamente l’infarto si presenta con:
1) Dolore:
Sede: il dolore classicamente è toracico che si dice retrosternale o precordiale (la regione del precordio è quella davanti al cuore) però la sede non è sempre la stessa ed inoltre non tutti i dolori precordiali sono dovuti all’infarto,
Il dolore a volte può essere più localizzato, oppure, soprattutto negli infarti che si localizzano a livello della parete anteriore o della parete posteriore del cuore, il dolore può localizzarsi a livello epigastrico (Spesso oggetto errori diagnostici :La famosa indigestione si poi rivelata essere un infarto), quindi il dolore epigastrico va sempre guardato con un certo sospetto, e magari clinicamente possono avere importanza i fattori di rischio.
Caratteristiche : Il tipo del dolore dell’infarto come dell’angina è costrittivo, cioè che stringe all’interno del petto. Oppure un dolore gravativo cioè che preme, come un mattone sul petto. Tutte queste cose vanno viste sempre non in maniera standard perché il paziente può riferire per esempio un dolore trafittivo, come degli spilli o dei coltelli a livello sottomammario (tipologie di dolore atipiche per l’ischemia, in quanto sono più tipiche di dolore intercostale o muscolare).Comunque sia le caratteristiche del dolore vanno sempre sondate.
Irradiazione(ovvero dove il dolore si irradia rispetto alla sede di origine). Il dolore dal precordio si irradia alla mandibola, al giugulo, alla spalla sopratutto di sinistra, al braccio, al polso,talvolta posteriormente. Il dolore posteriore può essere legato ad altri eventi, per esempio una dissezione dell’aorta(cioè la creazione di un falso lume). L’irradiazione va raccolta tra i dati che il paziente ci riferisce.
Segni neurovegetativi Sono dovuti al dolore di tipo viscerale che evoca una risposta di tipo vagale che comporta nausea, vomito, e una risposta neurovegetativa non di tipo vagale ma più legata al simpatico come pallore, sudorazione fredda, tachicardia (che possono essere dovuti anche alla paura). Tutti questi segni devono essere registrati in fase di anamnesi.
Esiste inoltre:
2) L’IMA senza dolore (tipico dei soggetti diabetici). Questo perché uno delle complicanze diabetiche è la neuropatia, soprattutto di tipo sensitivo, che può interessare le fibre afferenti di tipo vegetativo e quindi non dare dolore o darlo in maniera diversa.
L’infarto si può presentare senza dolore anche in un non diabetico infatti bisogna tenere presente che si può presentare sia in maniera asintomatica, ma con degli equivalenti, cioè con delle manifestazioni sintomatologiche che ci fanno pensare all’infarto come:
-Dispnea perché la contrattilità del miocardio se c’è ischemia è ridotta ,quindi il cuore sarà interessato da una sorta di insufficienza ventricolare, e la dispnea fa parte della manifestazione retrograde dell’insufficienze. Ci può essere dispnea fino ad edema polmonare.
-Ipotensione fino a Sincope: tutto ciò dovuto alla riduzione della contrattilità,che determina la riduzione della gittata cardiaca che determina ipotensione. Inoltre se arriva poco sangue al cervello, si può avere anche una sincope ( perdita di coscienza dovuta al ridotto apporto di sangue in maniera generalizzata a tutto il SNC).
-Astenia: sintomo aspecifico
-Tachicardia o bradicardia: legati sia ai disturbi neurovegetativi che alla comparsa dei disturbi del ritmo o della conduzione. In particolare si ha tachicardia quando prevale il tono simpatico, Bradicardia quando prevale il tono vagale
Decorso e diagnosi
Acuto (<7 gg)
In evoluzione (7-28 gg)
Guarito (>28 gg)
Per quanto riguarda il decorso, questa distinzione tra infarto acuto,in evoluzione,guarito è una distinzione storica, cioè di quando l’infarto seguiva il suo corso e poi si stava a vedere cosa succedeva. Oggi fortunatamente si può incidere sulla storia naturale dell’infarto con una serie di procedure terapeutiche tra le quali la rivascolarizzazione precoce del miocardio è una delle più importanti.
ECG rappresenta una delle indagini fondamentali per la diagnosi
Infarto Sub endocardico Infarto transmurale
Bisogna distinguere 2 forme anatomiche di infarto che si traducono in diverse forme cliniche elettrocardiografiche. Cioè infarto con onda Q e infarto senza onda Q (nel disegno l’infarto è la parte blu scura a livello ventricolare sx).Quando l’infarto, (cioè la parte blu scura),interessa tutto lo spessore del ventricolo quindi si parla di infarto transmurale. Quando invece l’infarto interessa solo la parte a contatto con la cavità cardiaca ed è detto sub-endocardico, cioè sotto l’endocardio(la parte interna del cuore è limitata dall’endocardio).
Quando facciamo un elettrocardiogramma a 12 derivazioni, ci sono le 6 periferiche che comprendono le derivazioni D1,D2,D3,e le derivazioni a voltaggio aumentato cioè AVR,AVL,AVF (e queste sei sono le periferiche) e le sei precordiali che vanno da V1 a V6.
Ogni derivazione vede il cuore da un angolatura diversa.
Per capire le alterazioni dell’infarto bisogna conoscere come nasce l’onda dell’elettrocardiogramma. Es. nell’elettrodo precordiale se immaginiamo di avere un infarto della parete laterale lo individueremo grazie all’elettrodo V6 che guarda la parete laterale. (Bisogna ricordare la depolarizzazione ventricolare ovvero il tratto QRS va dal setto verso la parete libere dei ventricoli e dall’interno e dall’esterno. Quindi l’elettrodo vede arrivare la depolarizzazione verso di se e la legge come un onda positiva.
Quando c’è un infarto trans-murale questo elettrodo non vede più arrivare l’onda perché il ventricolo è morto (necrotico) vede un onda che si allontana nella parete opposta, (è come se ci fosse un buco elettricamente nel cuore). Questo determina il fatto che invece di vedere un onda R, (un onda positiva), si vede un onda negativa, che viene detta onda Q di necrosi, perché deriva dal fatto che il ventricolo è necrotico.
Quindi nell’infarto trans-murale c’è l’onda Q, e infatti viene detto infarto Q, e inoltre ; mentre nell’infarto sub-endocardico non c’è l’onda Q, infatti è detto infarto non Q.
In un infarto anteriore trans-murale,(quindi letto da un elettrodo V1, V2 precordiale) la prima cosa che compare è un sopraslivellamento del tratto ST, che si chiama corrente di lesione e compare un onda Q. Col passare dei giorni il tratto ST tende a tornare alla base, l’onda Q si approfonda e compare l’inversione dell’onda T e queste sono le caratteristiche elettrocardiografiche dell’infarto con onda Q o transmurale.
Se l’infarto è inferiore sarà visto da altre derivazioni come AVF, perché l’elettrodo è posizionato a livello dei piedi e quindi vedrà la parete inferiore del cuore, perché il cuore è anteriormente adagiato allo sterno e inferiormente adagiato al diaframma.
Quindi nella diagnosi dell’infarto è sicuramente importante l’elettrocardiogramma.
N.b.Ricordare 1le alterazione del tratto ST (sottoslivellato=ischemia subendocardica), (sopraslivellato ischemia transmurale).2 la presenza dell’onda Q (infarto transmurale) o senza onda Q(che è un infarto sub endocardio) 3l’inversione dell’onda T.
Esami di laboratorio (Sono la conferma o possono fare diagnosi d’infarto)
-CPK (CPK-MB) enzima contenuto nel tessuto muscolare e che non si trova solo a livello del cuore, ma anche dei muscoli scheletrici. Il CPK esiste in tre isoforme
-MM=quella del muscolo
-BB=quella del cervello
-MB=specifico del cuore
Quando ci si riferisce agli enzimi cardiaci, si fa riferimento al CPK-MB. Infatti i vari enzimi escono dal tessuto miocardio a seguito del danno vengono liberati in circolo dalle cellule miocardiche
-Troponine cardiache (TnI e TnT) enzimi più sensibili. Si dosano principalmente la troponina I, e la troponina T anche queste si elevano a seguito di infarto
-Mioglobina non è specifica del muscolo cardiaco ma anch’essa in caso di infarto è liberata in circolo
- LDH anche questo enzima è marcatore di necrosi
-Leucocitosi
Tecniche di immagine: Ecocardiografia che ci consente di vedere l’ipocinesia o l’acinesia(mancanza di movimento dovuta all’infarto). L’ecocardiogramma è importante quando per esempio il soggetto ha un elettrocardiogramma poco leggibile, ha dolore e la troponina,è dubbia. In questi casi si fa l’ecocardiogamma e se vedo un area acinetica posso concludere per un infarto. L’ecocardiografia quindi è la tecnica di immagine più importante.
Oggi si tendono ad identificare le sindromi coronariche acute
Modernamente bisognerebbe parlare di sindrome coronariche acute. Sono delle situazioni nelle quali nel contesto di una patologia coronaria come la sindrome coronarica acuta è una situazione dove c’è stato un evento acuto a livello delle coronarie che può dare quadri clinici diversi.
Quindi esiste la situazione classica dell’infarto con onda Q trans-murale ,dove vi è l’elevazione del tratto ST, però possiamo avere anche l’infarto non Q,cioè l’infarto dove la Q non si vede che può esistere in due forme: sia con elevazione del tratto ST che senza elevazione del tratto ST.
Raramente possiamo avere un infarto con onda Q senza elevazione del tratto ST (tipico invece dell’Angina instabile).
L’infarto fa parte delle sindrome coronariche acute( che sono un insieme di alterazioni dove vi è: infarto con onda Q, infarto senza onda Q e angina instabile).
Trattamento
In passato dove non era disponibile l’angioplastica primaria si usava la trombolisi sistemica. Ovvero i trombolitici venivano infusi per via endovenosa quindi per via sistemica. Il problema ,era che questi farmaci non avano solo alle coronarie ma sistemicamente, per cui ad esempio uno dei rischi principali era il sanguinamento a livello intracranico(emorragia cerebrale)
Complicanze dell’infarto:
Se questo poi avviene in un cuore che già non ha una funzionalità particolarmente efficiente ecco che allora si capisce come la disfunzione ventricolare e l’insufficienza cardiaca acuta possano essere facilmente una complicanza dell'infarto;
Lo schok-cardiogeno è una di quelle complicanze che viene gestita in terapia intensiva con una serie di accorgimenti, tra i quali ci può essere l’uso di ionotropi positivi (farmaci che aumentano la contrattilità) oppure particolari mezzi come il contrapulsatore Aortico (con il quale si posiziona a livello del primo tratto dell’aorta uno strumento che aumenta la pressione a valle, cioè verso l’aorta, e consente di dare un’aiuto in termini pressori per mantenere la perfusione dei tessuti quando il ventricolo sinistro non è in grado di mantenerla.
N.b. Queste due complicanze dipendono semplicemente dalla perdita di massa miocardica
Inoltre ci sono forme particolari di insufficienza cardiaca acuta come:
Seguirà quindi sicuramente una diminuzione della gittata cardiaca, ma soprattutto il sangue si riversa nel pericardio dando il quadro di un emo-pericardio e quindi un quadro di tamponamento cardiaco dove la presenza di liquido, in questo caso di sangue, all’interno del pericardio impedisce il riempimento, soprattutto degli Atri, perchè avendo una parete più sottile vengano collassati prima e questo ovviamento peggiora ancor di più il quadro dell’insufficienza ventricolare.
Questo è un quadro che ha un’altissima mortalità e che può essere corretto in via Cardio-Chirurgico, quindi si deve drenare il sangue per evitare il tamponamento
Nel corso dell’infarto l’insufficenza mitralica può verificarsi in maniera acuta per due ragioni:
Altre complicanze sono:
Extrasistoli sia atriale che ventricolare
Tachicardia Ventricolare e Fibrillazione Ventricolare (mettono più a rischio la vita)
Bradicardia (se predomina il tono vagale)
Tachicardia sinusale (per un ipertonia del simapatico )
Fibrillazione atriale (un tipo di aritmia sopraventrilare)
Disturbi di conduzione (esempio la comparsa in maniera acuta di un blocco di branca, sx, oppure blocco atrio ventricolare)
Le più comuni cause sono quelle di tipo infettivo, soprattutto quelle a carattere virale, esistono però delle pericarditi tubercolari che anno però un andamento più cronico e danno costrizione; le pericarditi associate a delle malattie chiamate del collagene cioè malattie che entrano nell’ambito reumatologico come ad esempio il lupus eritematoso sistemico o altre patologie di questo tipo; ci sono poi delle pericarditi post-pericardiotomiche che sono quelle che si associano ad un intervento sul cuore, ovviamente chi deve eseguire un intervento cardio-chirurgico deve tagliare il pericardio e il pericardio avrà una pericardite.
Però un trombo dentro la struttura cardiaca che si muove almeno 60/70 volte al minuto è a rischio di staccarsi e di dare un’embolia di tipo sistemico.
Questa però non è l’unica ragione per cui l’infartuato può avere manifestazione trombo-emboliche; Nelle prime ore il paziente stà a letto immobile e anche con farmaci anticoagulanti aumenta il rischio di formazioni trombotiche;
Anche le aritmie che lo mettono a rischio come ad esempio la fibrillazione atriale,dove l’atrio invece di contrarsi ciclicamente fa una strana curva ed è come se fosse immobile, così allora all’interno dell’atrio e nello specifico all’interno delle auricole (porzioni dell’atrio più anfrattuose) si possono formare dei coaguli i quali possono uscire andando nel circolo sistemico, formando delle embolie sistemiche (nell’ECG l’onda P non c’è più e ci sono delle onde F a dente di sega)
Inoltre un’altra cosa veramente importante Post-infarto, (una delle ragioni che predispone all’insufficienza cardiaca) è il problema del rimodellamento cardiaco:
Il ventricolo, dal punto di vista funzionale, è una sorta di tronco a cono evoluto in una maniera idonea da dare una miglior funzione dal punto di vista di pompa; Dal momento in cui c’è stato l’infarto questa struttura viene ad essere alterata perché una parte del tronco del cono non è più contrattile, infatti si forma la cicatrice.
Tutto ciò determina un alterazione della contrazione, che fa si che il ventricolo in alcune parti tenderà ad ipertrofizzarsi, stimolato da un tentativo di compenso(sistema renina- Angiotensina-Aldosterone) .
In realtà questo peggiora solo la situazione del ventricolo
Infatti un’elemento importante della terapia del post-infarto è l’utilizzo degli inibitori del sistema Renina-Angiotensina-Aldosterone soprattutto dei così detti Ace-inibitori gli inibitori dell’enzimi di conversione e questo perché l’angiotensina2 è uno degli stimoli maggiori alla iperplasia e alla ipertrofia delle cellule del miocardio ed è uno dei maggiori determinanti di questo rimodellamento cardiaco del post-infarto quindi se si interrompe questo tipo di evento si migliora la funzionalità cardiaca quindi chiunque ha un’insufficienza cardiaca post-ischemia, almeno che non vi siano delle controindicazioni assolute, assume un farmaco della categoria di quelli cha agiscono sul sistema Renina-Angiotensina-Aldosterone come gli Ace-inibitori o i così detti sartanici , cioè gli inibitori del recettori dell’angiotensina2 come ad esempio il losartan che è il capostipite
L’angiotensina è un enzima, con una serie di azioni come quella di stimolare la vasocostrizione vascolare a livello delle arteriole, e quindi di aumentare la pressione; di stimolare la secrezione di aldosterone a livello della corticale del surrene; di dare un’aumentata contrazione a livello dell’arteriola efferente del glomerulo renale quindi di aumentare la pressione di filtrazione; un'altra delle azione è quella di stimolare soprattutto la ipertrofia dei miocardiociti e anche in parte iperplasia (“ipertrofia= aumento dimensioni della cellula; iperplasia= aumento numero delle cellule”), quindi quest’ultimo quadro siccome abbiamo visto che l’ipertrofia miocardia non è una risposta favorevole, contribuisce al problema di questo fantomatico rimodellamento miocardio.
ANGINA PECTORIS
E’ un altro quadro della cardiopatia ischemica, e si distingue classicamente in Angina stabile e Angina instabile;
L’ Angina “stabile” è una Sindrome clinica caratterizzata da episodi di ischemia miocardica transitoria (riduzione di sangue,ossigeno e nutrienti tale da non causare una necrosi)
I sintomi prevalenti sono:
Dolore o disturbo retrosternale (senso di oppressione, di mattone sul petto, dolore costrittivo)
Della Durata <10 min
In cui c’è Irradiazione simile a quella dell’infarto
Dove il Fattore scatenante è lo sforzo, l’attività fisica, lo stress emotivo, il decubito)
Es ipotizziamo che nella coronaria c’è una placca ateromatosa che determina una stenosi critica dell’85%, il flusso del sangue è del solo 15%, quindi finchè questa persona è a riposo tutto bene, ma a seguito di uno sforzo, il muscolo cardiaco aumenta la richiesta di sangue e di ossigeno dalle coronarie che però sono occluse parzialmente e quindi si presenta la sintomatologia dell’Angina Stabile che scompare se la persona ritorna a riposo.
Viene detta stabile perché il flusso non è sufficiente a dare il nutrimento al miocardio tale da preservarne le funzioni in condizione di aumentata richiesta di ossigeno come per esempio uno sforzo, ma non solo durante uno sforzo, i fattori scatenanti possono essere altri: lo stress emotivo;una bella abbuffata,dove successivamente al pastone il sangue arriverà in maniera maggiore a livello del circolo splacnico, quello addominale e quindi anche questo è una sorta di sforzo dal punto di vista fisiopatologico; il decubito, dove il soggetto che si sdraia dopo una giornata determina un aumentato lavoro a carico del cuore e questo può essere lo stimolo sufficiente a determinare la sintomatologia anginosa;
Ci possono essere “Equivalenti” anginosi ovvero delle sintomatologie che sono estrazione di ischemie transitoria del miocardio ma che non si manifestano con il dolore ma ad esempio con dispnea, capogiri, che possono in alcuni casi essere segni che il miocardio è ipoperfuso.
Diagnosi
Importante perché il dolore toracico soprattutto transitorio è un sintomo molto frequente ma le cause sono tantissime e chiaramente fare una diagnosi di angina pectoris è importante anche perché questi sono soggetti a rischio di aggravamento e possono essere trattati in una serie di maniere per limitarne poi le conseguenze.
1) ECG che può essere:
-Normale a riposo (questo non vuol dire che il paziente non ha una cardiopatia ischemica ma bisogna fare in questo caso ECG da sforzo)
Ci possono essere i Segni di pregresso IMA o di ischemia cronica
Ci possoAlterazioni del tratto ST-T
Possono comparire Alterazioni in corso di dolore
-ECG da sforzo (sicuramente più significativo in cui vengono riscontrate la maggior parte delle alterazioni e in cui soggetto viene messo su un tapiluran o su una bicicletta detta ciclo ergometro ) in cui può comparire un sottoslivellamento del tratto ST.
Certe volte l’ECG da sforzo, può essere difficile da interpretare oppure lo sforzo può non essere fatto in maniera adeguata es. soggetto che ha un artrosi del ginocchio e quindi non può pedalare o non può camminare velocemente;e allora ci sono altri esami sotto riportati
ECG normale
ECG Anginoso con sottoslivellamento ST
2)Scintigrafia miocardia(soprattutto di perfusione) da sforzo o stress per la quale con un tracciante radioattivo, generalmente il tallio, si vede in che modo il cuore viene perfuso, (come arriva il sangue al miocardio), La scintigrafia viene fatta di base e dopo uno sforzo, qualora fosse possibile, oppure dopo uno stress farmacologico, che è la somministrazione di un farmaco che aumenta la richiesta di lavoro cardiaco e in un certo senso simula una condizione di sforzo (applicabile sia alla scintigrafia miocardia sia all’Ecocardiogramma da stress in risposta al dipiridamolo o alla dobutamina)
3)Ecocardiografia da stress o Eco Stress (es. dipiridamolo o dobutamina) ecografia al cuore sfruttando gli ultrasuoni
4)ECG Holter importante in quelle situazioni o di ischemia silente o di situazioni nelle quali magari il soggetto riferisce dei sintomi strani, tipo: “ronzio delle orecchie, mal di testa ”.. in cui si vede un sottoslivellamento del tratto ST
5)Coronarografia può essere sia diagnostica (identificazione di una stenosi), sia terapeutica (Angioplastica con posizionamento di uno stent nel soggetto con stenosi critica). Infatti l’angioplastica non si fa solo nell’infarto, anzi è nata come una terapia dell’ischemia stabile e poi è divenuta l’angioplastica primaria d’urgenza.
Trattamento
Rimozione condizioni favorenti o aggravanti (per es. se il soggetto ha un’anemia chiaramente è più facile che si abbiano delle complicanze di tipo ischemico)
Modificazioni dello stile di vita (evitare sforzi, emozioni intense, ecc)
Trattamento dei fattori di rischio (controllo della P.A. ,controllo del diabete, assumere farmaci ipocolesterolizzanti perché diminuisce il rischio di recidiva(prevenzione secondaria))
Nitrati (vasodilatatori, quindi anche con efetto anti ipertesivo)
Beta-bloccanti
Calcio antagonisti
Farmaci antipiastrinici (antiaggreganti come l’aspirina per impedire la formazione di trombi)
Angina instabile
Può essere:
L’angina instabile è un tipo di patologia che rientra nelle sindromi coronariche acute e che quindi in molti casi sarà gestita in una maniera più simile a quella dell’infarto e non a quella del paziente ambulatoriale
Meccanismi di insorgenza dell’angina instabile:
Trombo non-occludente (es. una stenosi che occlude il 95% del flusso)
Spasmo coronarico
Vasocostrizione della microcircolazione
Restenosi dopo PTCA(Angioplastica): è un quadro che può presentarsi soprattutto nelle vecchie angioplastiche dove gli stent provocavano la formazione di trombi
Aumento della richiesta di ossigeno : se aumenta la richiesta di O2 (es.nella tachicardia) è ovvio che se c’è per es.una stenosi delle coronarie il flusso non riuscirà a supportare l’aumentata richiesta
Un’altra forma di Angina è:
Angina “variante” o di Prinzmetal a differenza dell’angina classica è caratterizzata sovraslivellamento del tratto ST e quindi si confonde con le altre situazioni di sindrome coronarica acuta come ad esempio l’infarto.
FATTORI DI RISCHIO PER L’ANGINA
ARTERIOPATIE PERIFERICHE
Patologie ischemiche, che interessano i tronchi iliaco-femorali e le arterie più distali.
A. Forme acute
La forma acuta è caratterizzata dal fatto che un’arteria, potenzialmente sana viene a trovarsi occlusa improvvisamente o in molto breve tempo, quindi ci troveremo di fronte ad un soggetto dove non ci sarà il tempo perché si creino dei circoli collaterali che ci consentono di bypassare questa ostruzione e quindi è una situazione che richiede un’emergenza medico-chirurga perché se non si riabilita il circolo a carico di questa arteria il tratto a valle va in contro a necrosi e quindi bisognerà procedere all’amputazione dell’arto
La clinica delle forme acute è abbastanza semplice, infatti si avrà: dolore,arto freddo, pallore dell’arto con eventuale cianosi periferica, e tutto ciò si documenta con l’assenza del polso a livello dell’arto inferiore (a livello femorale,popliteo, pedidio anteriore (sul dorso del piede), oppure a livello tibiale posteriore (al di sotto del malleolo mediale))
Bisognerà quindi fare un’intervento di radiologia interventistica con il quale si fa o una trombolisi regionale , o la rimozione dell’embolo /coagulo oppure una rimozione chirurgica.
B. Forme croniche
Sono più frequenti e che si individuano con l’Arteriopatia obliterante degli arti inferiori (AOP)
AOP
La Lesione anatomo-patologica è l’aterosclerosi che interessa solitamente l’iliaca, la femorale, la tibiale,ecc. e varie arterie del circolo periferico.
Fisiopatologia delle arteriopatie periferiche:
Siccome c’è una stenosi (a causa della placca aterosclerotica che protrude nel lume vascolare) c’è incapacità a regolare l’afflusso di sangue alla periferia prima in condizioni di sforzo e poi anche a riposo. Quindi abbiamo un’Ischemia determinata da una placca ateromatosa dove il fattore di rischio principale è sicuramente il fumo.
Talvolta si può realizzare quel quadro detto sindrome di Lerisce che è un ostruzione dell’aorta a livello delle biforcazione delle iliache comuni dove possono comparire dei disturbi della sfera sessuale con disfunzione erettile e impotenza nell’uomo, perché possono essere interessate anche le arterie che irrorano gli organi pelvici.
Stadi della malattia (Classificazione secondo Fontaine)
IIa: Autonomia di marcia prima del dolore >200m
IIb: Autonomia di marcia prima del dolore<200m
Esame Obbiettivo (E.O.):
Diagnosi:
Terapia:
VALVULOPATIE
Sono un alterazione delle valvole cardiache. Le valvulopatie che interessano il cuore di sinistra possono essere Aortiche e Mitraliche;
N.b. La valvola aortica è messa fra il ventricolo sx e l’Aorta mentre la mitrale separa l’atrio SX dal ventricolo di Sx.
Esistono due tipi di valvulopatia:
a)la Stenosi quando c’è un alterazione dell’ apertura della valvola.
b)l’Insufficienza quando c’è un alterazione della chiusura della valvola.
Queste due alterazioni possono coesistere e in questo caso si parla di steno-insufficienza della valvola
VALVULOPATIE AORTICHE
Stenosi Aortica : compare quando l’orifizio della valvola è ristretto e quindi il sangue dal ventricolo di sinistra passa all’aorta con più difficoltà. Quindi abbiamo un alterazione dell’apertura della valvola aortica durante la sistole ventricolare
Le Cause sono:
Si poteva essere una pericardite, miocardite (un’infiammazione del miocardio) ma la cosa che poi alla fine lasciava i danni più importanti era l’endocardite dove le valvole, di pertinenza dell’endocardio, venivano ad essere alterate e soprattutto dopo diversi episodi di infezione streptococcica e di febbre reumatica queste valvole andavano in contro ad una alterazione che ne comportava la perdita della struttura e della funzione.
Oggi, in Italia per lo meno, per le condizioni di vita nettamente migliorate fortunatamente il Reumatismo Articolare Acuto è molto calato nella sua incidenza tanto che molti dei soggetti che vediamo in età giovanile con delle valvulopatie reumatiche sono soggetti immigrati e che magari hanno avuto delle storie in età giovanile o pediatriche più problematiche; Quindi oggi la causa non è più la malattia remautica.
Fisiopatologia
Gradiente pressorio (differenza di pressione) tra ventricolo e aorta che determina un aumento del post-carico . Quest’aumento di pressione sarà a favore del ventricolo a causa della stenosi e quindi il ventricolo deve durante la sistole superare un ostacolo maggiore (pressione maggiore) rispetto a quello che avviene fisiologicamente, e questo comporta l’ipertrofia del ventricolo. Quindi abbiamo un quadro più marcato ma simile a quello che avviene nell’ipertensione arteriosa.
I Segni clinici sono:
Durante l’ascultazione il fatto che la valvola sia ristretta o che sia insufficiente comporta la formazione di un flusso turbolento che genera i così detti soffi cardiaci che molto spesso sono causati da dei disturbi di tipo valvolare.
Terapia
Insufficienza Aortica: Compare quando durante la diastole, quando a causa dell’insufficienza la valvola aortica, è alterata nella chiusura e non chiudendosi correttamente, parte del sangue che è nell’Aorta e che deve andare verso il circolo sistemico quindi verso la periferia (mentre il ventricolo si deve riempire del sangue che viene dall’atrio di sinistra), invece di andare verso il circolo sistemico ritornerà nel ventricolo di sinistra
Le Cause sono:
1)Intrinseche Valvolari (proprie della valvola) che possono essere:
Croniche
Malattia Reumatica
Valvola Mixomatosa (con forma alterata)
Valvola Aortica Bicuspide (anziché tricuspide e che ne causa un’alterazione della chiusura )
Acute
Endocardite dovuta a Batteri che colpiscono la valvola e determinano le vegetazioni, che sono delle specie di pallini al di sopra della valvola che la distruggono, (se ne perde dei pezzi), quindi determinando una perdita di funzione della valvola in maniera acuta con sintomatologia sarà più grave ed evidente.
2)Malattie dell’aorta ascendente perché se il primo tratto dell’aorta si dilata questa valvola dovrà coprire una zona più grande e non potrà chiudersi in maniera appropriata.
Forme Croniche:
Sindrome Marfan malattia congenita ed ereditaria nella quale si ha una debolezza dei tessuti connettivi
Idiopatica quindi sconosciute
Senile quindi associate all’invecchiamento
Luetica causate dalla sifilide terziaria
Da malattie del connettivo
Forme Acute
Dissezione aortica, situazione in cui si crea un falso lume e l’aorta tende a dilatarsi dando luogo all’insufficienza aortica
Trauma
Infiammatoria
Fisiopatologia
Sovraccarico di volume del Ventricolo Sinistro siccome il sangue ritorna al ventricolo durante la diastole si ha un sovraccarico di volume con il quadro dell’ ipertrofia con dilatazione o ipertrofia eccentrica
Segni clinici
Segni di insufficienza ventricolare Sinistra : Edema, dispnea,ecc
Terapia
Terapia chirurgica: sostituzione valvolare
VALVULOPATIE MITRALICHE
La Mitrale è posizionato tra l’atrio e il ventricolo di sinistra
La stenosi mitralica è una valvulopatia oggi meno frequente perché la causa più frequente è la malattia reumatica.
Oltre alle forme di steno-insufficienza esistono anche le doppie valvulopatie quando ad esempio si parla di valvulopatia mitro-aortica, (quando la valvola aortica e mitralica sono interessate), e ovviamente ci possono essere delle combinazioni del tipo di valvulopatia cioè ci può essere una stenosi mitralica associata a una steno-insufficienza aortica;
Stenosi Mitralica: In questo caso, siccome si ha un alterazione nell’apertura della valvola mitrale (durante la fase di diastole) dal punto di vista fisiopatologico, c’è un ostacolo al riempimento del ventricolo sinistro quindi il sangue tenderà a ristagnare nell’atrio di sinistra ostacolato nel passaggio al ventricolo di sinistra;
Cause
Fisiopatologia
Segni clinici
Terapia
Profilassi antibiotica:
Terapia sintomatica: es. diuretici per ridurre la congestione
Valvuloplastica percutanea: dove con un catetere si arriva alla valvola mitrale e si cerca di riaprire l’ostio valvolare che è chiuso e con dei gancettini si ricompone la valvola
Terapia chirurgica: sostituzione valvolare
Insufficienza Mitralica: Alterazione della chiusura della valvola mitralica durante la fase di sistole ventricolare.
Cause
Fisiopatologia
Segni clinici
Terapia
Terapia chirurgica: sostituzione valvolare
Fonte: http://www.filippolotti.it/pegaso/II%20ANNO/Cardiovascolare_UFFICIALE.doc
Sito web da visitare: http://www.filippolotti.it/pegaso/
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