Apparato osteoarticolare medicinali omeopatici

Apparato osteoarticolare medicinali omeopatici

 

 

 

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Apparato osteoarticolare medicinali omeopatici

Medicinali omeopatici

APPARATO
OSTEOARTICOLARE

Prontuario ad uso esclusivo della classe medica

 

Biopharmaceutici Srl

www.biopharmaceutici.it


PREFAZIONE

La medicina omeopatiica da oltre 200 anni contribuisce a risolvere determinate patologie ed affezioni di vario genere; è una terapia farmacologica in grado di stimolare i processi di autoguarigione  dell’organismo configurando come una terapia di stimolo e di regolazione. Le materie prime per i medicinali omeopatici sono di origine vegetale, minerale ed animale. Dall’estratto alcolico della sostanza di partenza, cioè la tintura madre, ha inizio la preparazione delle potenze omeopatiche. Il passaggio fondamentale di questa tecnica consiste nella dinamizzazione, processo durante il quale le diluizioni vengono sottoposte a succussione, cioè energiche agitazioni contro un corpo elastico. Le potenze decimali, hanno la loro denominazione da un rapporto di diluizione di 1:10. Diluendo 1 parte della tintura madre con 9 parti di alcool o soluzione fisiologica ed agitando energicamente si ottiene la prima diluizione decimale (D1). Una parte di questa diluizione D1 miscelata, nelle stesse condizioni di prima, con 9 parti di alcool formerà la seconda decimale (D2). Questa procedura viene ripetuta fino ad arrivare alle alte potenze. Nella pratica l’omeopatia segue diverse farmacopee per quanto riguarda i metodi di estrazione delle materie prime e di preparazione delle potenze omeopatiche. Le tinture madri, prodotte secondo i diversi paragrafi della farmacopea tedesce, presentano una concentrazione maggiore riferita alle quantità ponderali di pianta utilizzate, arrivando ad un titolo ( contenuto in medicamento) di 1/10, 1/3, 1/2. La prima potenza decimale di una tintura madre, avente quindi titolo di 1/3, si ottiene diluendo 3 parti di tintura madre con 7 parti di diluente o soluzione fisiologica. Questa tecnica permette di trasmettere il messaggio inizialmente solo di tipo “ponderale” e di ottenere nelle successive potenze infinitesimali un messaggio di tipo energetico. Nell’omeopatia complessistica, i complessi  sono composti da due o più provati medicinali omeopatici ( rimedi unitari) e vengono realizzati da medici terapeuti esperti in campo omeopatico, in base ad esperienze e criteri clinici maturati nel tempo. I medicinali omeopatici sottoforma di complessi, possiedono un vasto spettro di azione e pertanto possono essere utilizzati per una molteplicità di affezioni e disturbi.   

La scelta delle potenze dei complessi omeopatici è così ripartita :

  • Le basse potenze e l’organotropismo ( fino alla D6 / CH5 )  agiscono direttamente sull’organo o tessuto malato.
  • Le medie potenze e il tropismo di  funzione  (  D7- D12 /  CH6 – CH15 )  possiedono un’azione più profonda influenzando interi sistemi o complessi di organo. Essi vengono impiegati in caso di disturbi funzionali.
  • Le potenze elevate ed il tropismo di persona ( D13 – D200 / CH16 – CH1000 ) agiscono sull’intero individuo.

 

I medicinali omeopatici descritti in questo prontuario, derivano dalle materie prime vegetali, minerali e soprattutto,  di origine  animale. Inoltre  sono  caratterizzate da un  rapporto di  diluizione di 1:10 caratteristico delle potenze decimali, con tinture madri prodotte secondo i diversi paragrafi contemplati nella farmacopea tedesca.

 


APPARATO OSTEOARTICOLARE - Tabella  sinottica

Patologia

Medicinale omeopatico

Posologia

Artrosi
della mano e del piede
della spalla e del gomito
del rachide cervico dorsale
del rachide lombosacrale
dell’articolazione dell’anca
dell’articolazione del ginocchio

 

BH 23   + BH 202
BH 24  + BH 202
BH 200 + BH 204
BH 201 + BH 204
BH 402 + BH 202
BH 401 + BH 202

 

1-2 fiale + 1-2 fiale
1-2 fiale + 1-2 fiale
1-2 fiale + 1-2 fiale
1-2 fiale + 1-2 fiale
1-2 fiale + 1-2 fiale
1-2 fiale + 1-2 fiale
1-2 fiale + 1-2 fiale

Artriti

BH 202 + BH 203 + BH 204

1-2 fiale + 1-2 fiale

Cefalee da cervicoartrosi
muscolo-tensiva

BH 200 + BH 204
BH 200 + BH 219

1-2 fiale + 1-2 fiale
1-2 fiale + 1-2 fiale

Cervicoartrosi            ( vedi anche spondiloatrosi )

BH 200 + BH 204

1-2 fiale + 1-2 fiale

Colite  dell’adulto da lombocrualgia

BH 201 + (BH 204)

1-2 fiale + 1-2 fiale

Coxartrosi

BH 402 + BH 202

1-2 fiale + 1-2 fiale

Coxalgia
da lombocrualgia
da affaticamento o stress meccanici dell’articolazione
da periartrite omologa

 

BH 201
BH 202
BH 203 + BH 202

 

1-2 fiale
1-2 fiale
1-2 fiale + 1-2 fiale

Ernia discale del rachide cervicale e discopatie avanzate
discale del rachide lombare e discopatie avanzate

BH 200 + BH 22
BH 201 + BH 22

1-2 fiale + 1-2 fiale
1-2 fiale + 1-2 fiale

Faringite  dell’adulto da cervicoartrosi

BH 200 + (BH 225)

1-2 fiale + 1-2 fiale

Fibromialgia

BH 204 + BH 202 + BH 203

1-2 fiale + 1-2 fiale

Fratture

BH 202 + BH 204

1-2 fiale + 1-2 fiale

Gonartrosi

BH 401  + BH 202

1-2 fiale + 1-2 fiale

Gonalgia
da lombocrualgia
di origine traumatica
in stati infiammatori: borsiti, tendiniti, ecc.

 

BH 201
BH 202
BH 203                       

 

1-2 fiale al dì
1-2 fiale al dì
1-2 fiale al dì

Lacerazioni muscolo-tendinee e legamentose   

BH 21

1-2 fiale al dì

Lomboartrosi ( vedi anche spondiloartrosi )

BH 201 + BH 204

 

Osteoporosi

BH 204 + BH 214

2 fiale + 1 fiala

Periartriti scapolo-omerale
scapolo-omerale da cervicoartrosi
dell’anca
da lombocrualgia

BH 202 + BH 203
BH 202  + BH 200
BH 202 + BH 203
BH 202 + BH 201

1-2 fiale + 1-2 fiale
1-2 fiale + 1-2 fiale
1-2 fiale + 1-2 fiale
1-2 fiale + 1-2 fiale

Spondiloartrosi e discopatie cervico-dorsale
lombo-sacrale  

BH 200 + BH 22 + (BH 204)
BH 201 + BH 22 + (BH 204)

1-2 fiale + 1-2 fiale
1-2 fiale + 1-2 fiale

Tendiniti, tenosinoviti, borsiti

BH 202 + BH 203

1-2 fiale + 1-2 fiale

Traumi e conseguenze:
contusioni, distorsioni, ematomi e lussazioni 

 

BH 202

 

1-2 fiale al dì

                                                                                   

Nella fase acuta 2 fiale al giorno per via sublinguale ( 1-2 minuti sotto la lingua prima di deglutire )
Altrimenti, se non diversamente prescritto, 1-2 fiale al giorno.

 


Bioph                    BH 200 Symphytum -  Spigelia                                                                                  

Composizione

 

Disci intervertebrales cervicales suis DH 6 ; Disci intervertebrales dorsuales suis DH 6 ; Cartilago suis DH 6 ; Medulla ossis cervicales suis DH 6 ; Arteria vertebralis suis DH 6 ; Hypophyse suis DH8;  Nervus occipitalis suis DH 6 ; Gelsemium DH 6 ; Secale cornutum DH 6 ; Ferrum phosphoricum DH 6 ; Symphytum DH 12 ; Rhus tox DH 6 ; Cimicifuga DH 6 ; Cimicifuga DH 12;  Spigelia DH 6 ; Spigelia DH 12 ; Calcium phosphoricum DH 12 ; Aesculus DH 6.
                                                                                                                                                                                             
Secondo i canoni della medicina omeopatica, descritte dalle innumerevoli materie mediche esistenti, trova le seguenti applicazioni nelle citate osservazioni farmacologiche e cliniche: 

 

Disci intervertebrales cervicales suis e Disci intervertebrales dorsuales suis : Degenerazione  del disco intervertabrale ; Spondiloartrosi cervico dorsale ; Discopatia ; Ernia discale.

  • Cartilago suis e Medulla Ossis suis :  Degenerazione della cartilagine articolare e processo reattivo del sottostante tessuto osseo e midollare ( sclerosi e neoformazione ); Osteocondrosi vertebrale; Artrosi deformante; Osteofitosi.
  • Arteria vertebralis suis : Utile nei disturbi circolatori conseguenti alle deformità cervicoartrosiche che possono causare compressioni dell’arteria vertebrale ( sindrome di Liev-Barré, vertigini, acufeni, cefalee).
  • Hypophyse suis : Artrosi; Poliartrite cronica evolutiva.
  • Thymus suis : Alterazioni immunitarie nelle patologie croniche degenerative; Alterazione della crescita dell’apparato di sostegno.
  • Grande nervo occipitale : Irritazione del ramo posteriore del 2° nervo cervicale con nevralgia ( cervicalgia ) della regione corrispondente ( occipitale ).
  • Gelsemium : Cefalea occipito-frontale con sensazione di laccio serrato intorno agli occhi;  Volto arrossato e palpebre pesanti; Emicrania preceduta da disturbi visivi ( cefalea ed emicrania di origine vascolare ); Vertigini.
  • Secale cornutum : Crampi dolorosi degli arti; Parestesie  e torpore delle estremità; Vasocostrizione ed obliterazione dei vasi arteriosi ( malattia di Raynaud, arteriti, sclerosi cerebrale, gangrena ).
  • Ferrum phosphoricum :  Stati infiammatori acuti con congestione locale; Dolore reumatico della spalla e del braccio destro che aggravano durante la notte ( sindrome spalla-braccio ); Cefalea congestizia martellante che migliora con applicazioni di acqua fredda.
  • Symphytum : Traumatologia della colonna vertebrale. Nella genesi della cervicoartrosi sono in causa fattori meccanici, microtraumi ripetuti, l’usura statica ( cervicoartrosi delle ricamatrice, del tranviere, del disegnatore, ecc. ) e la senilità. Il rimedio agisce nei traumatismi e nelle patologie degenerative della colonna vertebrale; Nelle cefalee occipitali che si irradiano verso il vertice e la regione frontale, Lesioni dei legamenti ( legamento giallo e longitudinale posteriore ) e delle strutture fibrose ( anello fibroso che avvolge ed è parte integrante del disco intervertebrale ), quest’ultimo subisce, per la perdita di elasticità, lacerazioni nei punti di connessioni con i margini vertebrali, provocando una loro reazione sotto forma di osteofiti. Inoltre l’eziopatogenesi dell’ernia discale comprende un processo degenerativo e/o lacerativo dell’anello fibroso con fuoriuscita, di conseguenza, del nucleo polposo. Tutto questo può fare comprendere la validità del rimedio in circostanze simili. Symphytum risulta, inoltre, molto utile nelle lombalgie da eccessi sessuali.
  • Rhus tox : Reumatismo subacuto e cronico; Agisce sul tessuto connettivo fibroso dei muscoli, tendini e strutture periarticolari; Torcicollo artritico ( artrosi cervicale ); Cefalea con stordimento; Nevralgie occipitali, branchiali ed intercostali; Interessamento dell’articolazione scapolo-omerale ( tessuto periarticolare ); Tutti i sintomi sono peggiorati dal freddo umido, dal riposo e dall’affaticamento muscolare, migliorano col caldo asciutto ed il movimento.
  • Cimicifuga : Cefalea intensa occipitale che si estende fino al vertice; Cervicalgie; Dorso-lombalgie; Nevralgia sopraorbitaria destra; Tensioni e contratture muscolari; Reumatismo muscolare ed articolare riferito alle piccole articolazioni del rachide ( articolazioni interapofisarie ). La comparsa di cervicalgie è spesso causata dall’impegno di queste articolazioni, dovuto alla riduzione della fisiologica lordosi lombare. Il dolore si accentua con i movimenti passivi ed attivi del collo e l’adozione di posture incongrue ( durante il sonno per l’inclinazione laterale e la flessione prolungata in particolari attività lavorative ). Sensibilità al tatto delle apofisi spinose delle prime tre vertebre dorsali.
  • Spigelia : Cefalea occipitale che si irradia alla regione sopraorbitaria sinistra seguendo la curva solare ( intensa fino a mezzogiorno, attenuandosi verso sera ); Disturbi reumatici con dolori lancinanti oppure costrittivi precordiali che si irradiano alla spalla ed al braccio sinistro; Nevralgia del trigemino con lacrimazione, quasi sempre riferita al lato sinistro, interessa: orbita, zigomi, mascellare superiore, orecchie e denti. Tutti i sintomi sono aggravati dal freddo umido, dal movimento ( scosse ), dal fumo di tabacco e dal tatto.
  • Calcium phosphoricum :  Algie reumatiche e disturbi dolorosi puntiformi sensibili al freddo umido ed al cambiamento climatico; Torcicollo cronico; Cefalee degli studenti; Rachitismo; Tendenza alla scoliosi e cifosi; Favorisce la formazione del callo osseo in caso di fratture.
  • Aesculus : Cefalea di tipo congestizio con testa pesante e dolori oculari; Cefalea occipitale; Vertigini; Branchialgie; Parestesie.

 

Posologia

Se non diversamente prescritto:
1 a 2 fiale al giorno per via sublinguale* o perlinguale**, lontano dai pasti ( mezz’ora prima di colazione, oppure 2 ore dopo). Terapia di mantenimento 2 fiale a giorni alterni oppure 1 fiala al giorno.


Bioph                    BH 201 – Symphytum Ledum                                                                                    

 

 

Composizione

 

Disci intervertebrales lumbales suis DH 6 ; Cartilago suis DH 6 ; Medulla ossis lumbales suis DH6 ; Nervus ischiadicus suis DH 6 ; Plexus sacro lumbales suis DH 6 ; Hypophyse suis DH 8 ; Thymus suis DH 8 ; Symphytum DH 12 ; Symphytum DH 30 ; Colocynthis DH 6 ; Gnaphalium polycephalum DH 6 ; Secale cornutum DH 6 ; Ledum DH 6 ; Rhus tox DH 6 ; Magnesium phosphoricum DH 8 ; Aesculus DH 6 ; Aesculus DH 12.

Secondo i canoni della medicina omeopatica, descritte dalle innumerevoli materie mediche esistenti, trova le seguenti applicazioni nelle citate osservazioni farmacologiche e cliniche: 

Osservazioni Farmacologiche e Cliniche

 

  • Disci intervertebrales lumbales suis : Degenerazione del disco intervertebrale ; Spondiloartrosi lombare ; Discopatia ( restringimento del disco ) ; Ernia discale.
  • Cartilago suis e Medulla ossis lumbales suis : Degenerazione della cartilagine articolare e processo reattivo del sottostante tessuto osseo e midollare ( sclerosi e neoformazione ) ; Ostecondrosi vertebrale ; Artrosi deformante ; Osteofitosi.
  • Nervus ischiaticus suis e Plexus sacro lumbales suis : Irritazione e conseguenze di compressioni (ernie) sulle radici nervose con sofferenza cronica di queste ultime ( disturbi sensitivi, motori e riflessi ) ; Sciatalgia ; Algie lombosacrali.
  • Hypophyse suis : Artrosi ; Poliartrite cronica evolutiva.
  • Thymus suis : Alterazioni immunitarie nelle patologie croniche degenerative ; Alterazioni della crescita dell'apparato di sostegno.
  • Symphytum Traumatologia della colonna vertebrale. Nella genesi della lomboartrosi sono in causa fattori meccanici, dovuti a forti sollecitazioni ripetitive che causano la cosiddetta “  usura dinamica “, ( lomboartrosi del camionista,  trattorista, zappatore ecc. ) . Il rimedio agisce nei traumatismi e nelle patologie degenerative della colonna vertebrale ; Lesioni dei legamenti ( legamento giallo e longitudinale posteriore ) e delle strutture fibrose ( anello fibroso che avvolge ed é parte integrante del disco intervertebrale ), quest'ultimo subisce, per la perdita di elasticità, lacerazioni nei punti di connessione con i margini vertebrali, provocando una loro reazione sotto forma di osteofiti. Inoltre l'eziopatogenesi dell'ernia discale comprende un processo degenerativo e/o lacerativo dell'anello fibroso con fuoriuscita, di conseguenza, del nucleo polposo. Tutto questo può fare comprendere la validità del rimedio in circostanze simili. Symphytum risulta, inoltre, molto utile nelle lombalgie da eccessi sessuali.
  • Colocynthis : il rimedio risulta particolarmente efficace nei disturbi dolorosi sia nevralgici che spasmodici ; Nevralgie intercostali ; Sciatalgia ; Crualgia ; Lombalgia ; Crampi dolorosi degli arti.
  • Gnaphalium polycephalum : Radicoliti della regione lombo-sacrale e parestesie delle estremità inferiori ; Sciatalgie con dolori che si irradiano fino alle dita dei piedi ; Crampi dei polpacci e dei piedi. Tutti i sintomi peggiorano stando distesi e migliorano in posizione seduta.
  • Secale cornutum : Crampi dolorosi degli arti ; Parestesie e torpore delle estremità ; Vasocostrizione ed obliterazione dei vasi arteriosi ( malattia di Raynaud, arteriti, sclerosi cerebrale, gangrena ).
  • Ledum : Reumatismo muscolare ed articolare ; Infiammazione delle piccole articolazioni  (articolazioni sinoviali, apofisarie, costovertebrali) e del tessuto fibroso periarticolare ; Lombalgia ; Tensione dolorosa muscolare, specialmente dopo essere stati seduti per lungo tempo ; Disturbi dolorosi osteoarticolari, che cambiano, radicalmente, di sede migrando dal basso ( piedi ) verso l'alto; Sensibilità dolorosa della pianta dei piedi ( dolgono durante la deambulazione ) ; Prurito intenso dei piedi e delle caviglie.
  • Rhus tox : Reumatismo subacuto e cronico ; Il rimedio agisce  sul tessuto connettivo fibroso dei muscoli, tendini e strutture periarticolari ; Sciatalgia ; Lombalgia ; Indolenzimento con rigidità al risveglio e neccessità continua di cambiare posizione ; Interessamento delle grosse articolazioni (sacro-illiache, anca, ginocchio e spalla). Tutti i sintomi sono peggiorati dal freddo umido, dal riposo e l'affaticamento muscolare, migliorano, invece, col caldo asciutto ed il movimento.
  • Magnesium Phosphoricum : Il rimedio influisce sull'eccitabilità neuromuscolare ed é utile per spasmi e coliche di ogni genere ; Agisce, inoltre, sul tessuto muscolare sia liscio che striato (tensione e crampi dei muscoli scheletrici ) e sui nervi periferici ( nevralgie intercostali, sciatalgia, crualgia ).
  • Aesculus : Disturbi dolorosi riferiti alla regione lombo-sacrale, con sensazione di pienezza e dolore anale dopo avere evacuato ; Sacralgie e disturbi delle articolazioni sacro-illiache, aggravati dal chinarsi ed alzarsi dalla posizione seduta ; Congestione portale ; Emorroidi ; Costipazione atonica.

Posologia

Se non diversamente prescritto:
1 a 2 fiale al giorno per via sublinguale* o perlinguale**, lontano dai pasti ( mezz’ora prima di colazione, oppure 2 ore dopo). Terapia di mantenimento 2 fiale a giorni alterni oppure 1 fiala al giorno.

 

 


Bioph                     BH 202 – Arnica                                                                                                                                

Composizione

 

Symphytum DH 4 ; Arnica montana DH 4 ; Bellis perennis DH 4 ; Hypericum perforatum DH 4 ; Calendula officinalis DH 4 ; Echinacea angustifolia DH 4 ; Myristica sebifera DH 4 ; Millefolium DH 4 ; Hamamelis DH 4 ; Ruta DH 4 ; Calcium sulfuricum DH 6 ; Apis mellifica DH 4.

 

 

Secondo i canoni della medicina omeopatica, descritte dalle innumerevoli materie mediche esistenti, trova le seguenti applicazioni nelle citate osservazioni farmacologiche e cliniche: 

 

  • Symphytum  : Traumi ossei; traumatologia della colonna vertebrale; fratture; danni al periostio; imperfetta formazione del callo osseo nelle fratture;  ricalcificante ; distorsioni;  periostiti.
  • Arnica montana : Trauma fisico e psichico ( alte diluizioni ) ; Sforzi muscolari ; traumi chiusi tra cui  ematomi , ecchimosi o petecchie ,  contusioni , distorsioni , lussazioni , schiacciamenti , diatesi emorragica ,  mialgie e debolezza muscolare;  esiti operatori o da parto.
  • Bellis perennis : Azione anti traumatica con elettività nei confronti delle ghiandole mammarie, muscoli addominali , della regione pelvica   e degli  arti inferiori, tumori di origine traumatica delle ghiandole mammarie, anche preventivamente completato con il Conium.Congestioni venose post-traumatiche con elettività dei muscoli addominali e delle ghiandole mammarie e della pelvi ( utero ), degli arti inferiori ( varici dolorose ).
  • Hypericum perforatum : Traumi del tessuto  nervoso accidentali o chirurgiche  (  estrazioni dentarie , schiacciamento, puntura lombale ); traumi dei nervi periferici, trauma cranico e del rachide, ferite da oggetti appuntiti ( Ledum ).
  • Calendula officinalis : Azione antinfiammatoria; analgesica e cicatrizzante ; eritemi, ferite che tendono a infettarsi, favorisce il  tessuto di granulazione.
  • Echinacea angustifolia : Aumento delle difese mesenchimali;  attivazione degli istiociti, azione stimolante  sui fibroblasti;  processi infiammatori e settici; infezioni cutanee e sottocutanee.
  • Miristica sebifera : Azione fortemente  inibente i processi infiammatori; velocizza tutti i processi suppurativi sia  acuti che subacuti,  lenti e dolorosi ; considerata da tempo “ il bisturi omeopatico “.
  • Millefolium : Danni ai capillari;  emorragie rosso chiare causate da ferite o altri danni ai capillari ; diatesi emorragica; azione emostatica riconducibile alla costrizione dei precapillari.
  • Hamamelis : Traumi del tessuto venoso ; emorragie passive di sangue  venoso nero;  congestione venosa ; ritardo della coagulazione con tendenza alle emorragie ( epistassi, ematemesi, ematuria ); metrorragie dopo uno shock;  emorroidi bluastre con perdita abbondante di sangue nero.  
  • Ruta : Traumi alle aponeurosi; formazione di noduli sui tessuti fibrosi tendinei,  aponeurotici e cartilaginei ; conseguenze da sforzo oculare e surmenage muscolare.
  • Calcium sulfuricum : Rimedio molto vicino all’Hepar Sulfuris con effetto sui processi suppurativi ancora più profondo. Fenomeni infiammatori con tendenza suppurativa ed ulcerativa su tutti i tessuti con predilezione per la cute, le mucose e del tessuto linfatico ( congestione linfoghiandolare e/o tonsillare con tendenza suppurativa )
  • Apis mellifica : Infiammazione con edema cutaneo e delle mucose; infiammazione essudativa delle sierose e delle sinovie; edema infiammatorio acuto della cute, delle mucose e del tessuto sottocutaneo.

 

 

Posologia

Se non diversamente prescritto:
1 a 2 fiale al giorno per via sublinguale* o perlinguale**, lontano dai pasti ( mezz’ora prima di colazione, oppure 2 ore dopo). Terapia di mantenimento 2 fiale a giorni alterni oppure 1 fiala al giorno.

 

Bioph                     BH 203 – Bryonia Guajacum                                                                                                           

 

Composizione

 

Cartilago suis DH 8 ; Synovia suis DH 8 ; Glandula Suprarenalis suis DH 12 ; Glandula Suprarenalis suis DH 30 ; Bryonia Dioica DH 4 ; Calcium Carbonicum DH 8 ; Calcium Fluoratum DH 8 ; Calcium Phosphoricum DH 8 ; Calcium Hypophosphoricum DH 8 ; Lithium Carbonicum DH6 ; Acidum Benzoicum DH 4 ; Guajacum DH 4 ; Ammonium Phosphoricum DH 6 ; Ruta DH 4 ; Spirea Ulmaria DH 4 ; Icthyolum DH 4.

 

 

Secondo i canoni della medicina omeopatica, descritte dalle innumerevoli materie mediche esistenti, trova le seguenti applicazioni nelle citate osservazioni farmacologiche e cliniche: 

 

E' un valido preparato per le affezioni Infiammatorie e Degenerative ; ha azione nell' Atrofia muscolare, Astenia, Tenosinovite e Sinovite.
Il preparato agisce, prevalentemente, in base all'azione dei seguenti rimedi :

  • Cartilago suis : Affezioni della cartilagine, Artrosi ed Artrite deformante.
  • Bryonia : Processi infiammatori delle membrane sierose ; Articolazioni calde, rosse e dolenti ; Dolori acuti che obbligano all'immobilità ; Poliartrite reumatica acuta e cronica ; Reumatismo muscolare.
  • Calcium carbonicum : Artrite con degenerazione articolare ; Coxite ; tendenza all' Osteomalacia.
  • Calcium fluoratum : Indurimento dei muscoli e fasce muscolari ; debolezza del tessuto connettivo ; Lombalgie ed affezioni del rachide lombare ; Esostosi.
  • Calcium fosforicum e Calcium hypophosphoricum : Dolori ossei ; cattivo sviluppo osseo ; ritardo della formazione del callo osseo e conseguente ossificazione della frattura.
  • Acidum benzoicum : Tenosinovite ; Mialgie ; Diatesi urica ; Reumatismo articolare specialmente in riferimento alle articolazioni dei polsi , delle dita dei piedi, delle ginocchia e delle spalle.
  • Guajacum : Disturbi reumatici con dolori acuti riferiti a tutte le articolazioni ed ai muscoli scheletrici  Affezioni articolari gottose ; Periartrite scapolomerale sinistra.
  • Lithyum carbonicum : Affezioni reumatiche e gottose ; Disturbi dolorosi gravi riferiti alle articolazioni delle mani, delle dita dei piedi e delle grandi articolazioni ( anche ginocchia e spalle ) ; Rigidità ; Astenia ; Paresi.
  • Ammonium phosphoricum : Reumatismo muscolare ed articolare ; Artrite ed artrosi deformante.
  • Ruta : Reumatismo articolare riferito ai polsi ; Conseguenza di traumi.
  • Spiraea Ulmaria : Reumatismo articolare e muscolare migrante ; Dolori muscolari ed articolari acuti con forte sudorazione ; Epicondilite ; Edemi reumatici. La Spiraea Ulmaria viene considerata " l' Acido Salicilico vegetale dell' Omeopatia ".
  • Ichtyolum : Artrite cronica deformante ; Reumatismo articolare e muscolare cronico.

 

Posologia:

Se non diversamente prescritto :
1 a 2 fiale al giorno per via sublinguale* o perlinguale**, lontano dai pasti ( mezz’ora prima di colazione, oppure 2 ore dopo). Terapia di mantenimento 2 fiale a giorni alterni oppure 1 fiala al giorno.


Bioph                     BH 204– Calcium Fluoratum                                                                                           

 

Composizione

Os total suis DH 8 ; Glandula Parathyroidea suis DH 8 ; Glandula Parathyroidea suis DH 12 ; Calcium Phosphoricum DH 8 ; Calcium Fluoratum DH 8 ; Symphytum DH 6 ; Silicea DH8 ; Equisetum Arvense DH 4.

Secondo i canoni della medicina omeopatica, descritte dalle innumerevoli materie mediche esistenti, trova le seguenti applicazioni nelle citate osservazioni farmacologiche e cliniche: 

 

Il preparato agisce, prevalentemente, in base all'azione dei seguenti rimedi :

  • Os total suis – Glandula parathytoidea suis : Alterazioni del metabolismo del calcio ; Osteoporosi ; Osteomalacia ; Osteocondrosi ; Consolidazione di frattura.
  • Calcium phosphoricum : ( Fosfato di calcio ) E’ il sale più abbondante nell’organismo. E’ la sostanza biochimica strutturale rinforzante che costituisce principalmente le ossa, pur trovandosi in tutte le altre cellule. Agisce sulle membrane cellulari e partecipa alla produzione delle proteine. E’ utile in tutte le patologie ossee e dentarie, favorisce la formazione del callo osseo in caso di fratture. Utile negli adolescenti con cifosi e scoliosi ; nei bambini per ridurre i disturbi  dolorosi durante lo sviluppo riferiti ai muscoli della schiena e del collo e nella tendenza al rachitismo; nei neonati gracili con fontanelle lente a chiudersi.
  • Calcium Fluoratum : Si trova nelle ossa, nello smalto dei denti e nelle cellule dell’epidermide, soprattutto dove sono presenti i tessuti elastici . Proprietà fondamentali del rimedio sono : durezza dell’osso e resistenza della fibra elastica. Il deficit di questo comporta perdita di elasticità dei tessuti, debolezza del tessuto connettivo, dei legamenti e delle fibre elastiche, da cui deriva una iperlassità legamentosa con tendenza alle distorsioni, lussazioni, ed indurimento delle fasce muscolari con lombalgie croniche. Se la perdita di elasticità riguarda l’anello fibroso che avvolge ed è parte integrante del disco intervertebrale, causerà delle lacerazioni al primo ( l’anello fibroso ) con conseguente  fuoriuscita del nucleo polposo. Questo nell’etiopatogenesi dell’ernia discale.
  • Symphytum : (Consolida maggiore – Symphytum officinale L./Borraginacee )Utilizzato contro le fratture e traumatismi ossei, lesioni del periostio, dei legamenti tendinei ed articolari. Symphytum favorisce, come il calcium phosphoricum, la formazione del callo osseo in caso di frattura, avendo un’azione ricalcificante.  Traumatologia della colonna vertebrale. Nella genesi dei processi artrosici sono in causa fattori meccanici, microtraumi ripetuti, l’usura statica ( cervicoartrosi)  e “l’usura dinamica” ( lomboartrosi ). Il rimedio agisce nei traumatismi e nelle patologie degenerative della colonna vertebrale; nelle cefalee occipitali che si irradiano verso il vertice e la regione frontale, lesioni dei legamenti ( legamento giallo e longitudinale posteriore ) e delle strutture fibrose ( anello fibroso che avvolge ed è parte integrante del disco intervertebrale ), quest’ultimo subisce, per la perdita di elasticità, lacerazioni nei punti di connessioni con i margini vertebrali, provocando una loro reazione sotto forma di osteofiti. Inoltre l’eziopatogenesi dell’ernia discale comprende un processo degenerativo e/o lacerativo dell’anello fibroso con fuoriuscita, di conseguenza, del nucleo polposo.

Utilizzato contro le fratture e  traumatismi ossei, lesioni del periostio, dei legamenti tendinei ed articolari. Symphytum favorisce come il calcium phosphoricum la formazione del callo osseo in  caso di frattura avendo un’azione ricalcificante .

  • Silicea : E’ un elemento essenziale nei tessuti connettivi dell’organismo e derivati . E’ fondamentale per la formazione delle ossa . Silicea aumenta la resistenza e la robustezza meccanica dei tessuti ossei.  Proprietà fondamentali del rimedio sono : durezza e resistenza. E’ il cemento tessutale, il suo disturbo metabolico sbocca in una demineralizzazione tessutale.  Il silice, componente principale della silicea, è il secondo elemento dopo l’ossigeno della crosta terrestre . Silicea ha una particolare importanza nel metabolismo del calcio. Insieme ad altre sostanze, l’acido silicico, partecipa all’assimilazione di calcio dal cibo, stimola la formazione del collagene ( proteina strutturale ) .
  • Equisetum arvense :  Dato l’elevato contenuto di acido silicico, l’azione principale è a carico del tessuto connettivo.

 

Posologia

Se non diversamente prescritto:
1 a 2 fiale al giorno per via sublinguale* o perlinguale**, lontano dai pasti ( mezz’ora prima di colazione, oppure 2 ore dopo). Terapia di mantenimento 2 fiale a giorni alterni oppure 1 fiala al giorno.


Medicinali omeopatici costituiti dai soli estratti d’organo, di origine suina, singoli o complessi

 

L’organoterapia diluita e dinamizzata è un metodo terapeutico che cura l’organo ammalato attraverso la somministrazione del suo omologo dilutito e dinamizzato.
L’organo sano diluito e dinamizzato agisce sul suo omologo umano per riequilibrarne la funzione alterata, pertanto le componenti facente parte l’apparato di sostegno fibro-muscolare e scheletrico intervengono nel contrastare i processi degenerativi corrispettivi. 
La cartilagine è attiva su tutte le cartilagini articolari così come la vertebra, il sacro, il coccige sui corrispettivi nei processi degenerativi artrosici ; il nervo sciatico sarà invece adatto in tutte le algie lombo sacrali o nelle sciatalgie ; il disco intervertebrale, in particolare, interviene nei processi degenerativi, nelle discopatie e spondiloartrosi ;  contrastando la debolezza del disco,  nelle sue parti
( anello fibroso e nucleo polposo ), può intervenire nelle protusioni multiple del nucleo polposo fino ad arrivare alle ernie conclamate con risultati interessanti.

Secondo i canoni della medicina omeopatica, l’organo terapia diluita e dinamizzata di cui, gli estratti d’organo  sotto  elencati, sono attivi nei confronti dei processi degenerativi in riferimento alle componenti utilizzate.

 

Bioph                 BH 401 – Cartilago Genus                                              

 

 

Composizione

 

Cartilago genus suis DH6 / DH8 / DH12; Medullos suis DH6 / DH8 ; Articulus genus suis DH6 / DH8 ; Ligamen articulus genus suis DH6 ; Menisco genus suis DH6.

La formulazione del complesso  è attivo sull’intera articolazione del ginocchio,  nella prevenzione e/o trattamento dei processi degenerativo artrosici dell’omologa articolazione e nelle lesioni traumatiche dei legamenti e del menisco.

 

Posologia

Se non diversamente prescritto:
1 a 2 fiale al giorno per via sublinguale* o perlinguale**, lontano dai pasti ( mezz’ora prima di colazione, oppure 2 ore dopo). Terapia di mantenimento 2 fiale a giorni alterni oppure 1 fiala al giorno.

 

 

Bioph                 BH 402 – Cartilago Coxae                                                                 

 

 

Composizione

Cartilago coxo femorale suis DH6 / DH8 / DH12; Medullos suis DH6 / DH8; Articulus coxae suis DH6 / DH8; Arteria femoris DH6.

 

La formulazione del complesso  è attiva sull’intera articolazione dell’anca, nella prevenzione e/o trattamento dei processi degenerativo artrosici  dell’articolazione coxo-femorale.

 

Posologia

Se non diversamente prescritto:
1 a 2 fiale al giorno per via sublinguale* o perlinguale**, lontano dai pasti ( mezz’ora prima di colazione, oppure 2 ore dopo). Terapia di mantenimento 2 fiale a giorni alterni oppure 1 fiala al giorno.

 


Bioph               BH 21

 

Composizione

Musculus suis DH 12; Tendo suis DH 12.

La formulazione del complesso  è attiva nei confronti dei processi degenerativi e traumatici muscolari e tendinei ( lacerazione e strappi tendinei ed insufficienza muscolare ).

 

Se non diversamente prescritto:
1 a 2 fiale al giorno per via sublinguale* o perlinguale**, lontano dai pasti ( mezz’ora prima di colazione, oppure 2 ore dopo). Terapia di mantenimento 2 fiale a giorni alterni oppure 1 fiala al giorno.

Bioph               BH 22

 

Composizione

Os suis DH 12 ; Discus intervertebralis  suis DH 12 ;  Vertebra suis, Sacro suis, Coggice suis ;  Nervus ischiaticus suis .

 

Discus intervertebralis suis : Processi degenerativi del disco intervertebrale; discopatie; spondiloartrosi ; protusioni ed ernie discali.
Vertebra, sacro, coccige suis : Processi degenerativi artrosici dei corrispettivi.
Nervus ischiaticus suis : Sofferenza  della radice nervosa del nervo sciatico per compressione meccanica  ( discopatie ,ernie) ; Algie lombo sacrali e sciatalgie.

Se non diversamente prescritto:
1 a 2 fiale al giorno per via sublinguale* o perlinguale**, lontano dai pasti ( mezz’ora prima di colazione, oppure 2 ore dopo). Terapia di mantenimento 2 fiale a giorni alterni oppure 1 fiala al giorno.

 

Bioph               BH 23

Composizione

 

Cartilago suis DH 12.

La formulazione del complesso  è attiva nei confronti dei processi degenerativi delle cartilagini, artrosi delle piccole e grandi articolazioni.

 

Se non diversamente prescritto:
1 a 2 fiale al giorno per via sublinguale* o perlinguale**, lontano dai pasti ( mezz’ora prima di colazione, oppure 2 ore dopo). Terapia di mantenimento 2 fiale a giorni alterni oppure 1 fiala al giorno.

 

Bioph               BH 24

Composizione

 

Cartilago articularis suis DH 12; Medulla articularis suis DH 12; Ligamentum articularis suis DH 12 ; Meniscus suis DH 12.

La formulazione del complesso  è attiva nei confronti dei processi  degenerativo artrosici delle grosse articolazioni (anca, ginocchio, spalla e gomito ) e lesioni traumatiche dei legamenti e del menisco.

 

Se non diversamente prescritto:
1 a 2 fiale al giorno per via sublinguale* o perlinguale**, lontano dai pasti ( mezz’ora prima di colazione, oppure 2 ore dopo). Terapia di mantenimento 2 fiale a giorni alterni oppure 1 fiala al giorno.

 

Sublinguale * = Trattenere il liquido sotto la lingua prima di deglutire, almeno 1 minuto.

Perlinguale ** = Trattenere il liquido in bocca, almeno 1 minuto, prima di deglutire.


L’ artrosi

 

L’artrosi ( osteoartrosi ) è un’artropatia cronica ad impronta evolutiva, caratterizzata dalla progressiva degenenazione della cartilagine articolare e da modificazioni ossee di tipo reattivo-produttivo ( osteosclerosi sub-condrale, neoapposizione ossea ) .

L’artrosi viene distinta in primaria e secondaria ( traumi, squilibri meccanici, alterazioni endocrine o metaboliche ecc ). Dolore e limitazione funzionale sono l’espressioni più caratteristiche dell’artrosi ( dolori da immobilità, da carico, da mobilizzazione attiva o passiva ). In linea generale il dolore e la limitazione funzionale tendono ad attenuarsi con il riposo e durante la notte ( a differenza di quanto si osserva nell’artrite reumatoide ).

Il ristringimento dell’interlinea articolare e l’ostesclerosi sub-condrale sono le espressioni radiologiche più precoci. Negli stadi più evoluti, specie a livello delle articolazioni portanti, il profondo rimaneggiamento osseo determina alterazioni irreverersibili del profilo dei capi articolari ( eburneizzazione  ossea, ostefitosi e progressiva riduzione della rima articolare fino alla sua scomparsa ). A livello dell’anca e del ginocchio è frequente, negli stadi più evoluti,il riscontro di zone di osteorarefazione a margini ben definiti con aspetti di tipo cistico ( geoidi ).

 

Artrosi della mano      

 

Un segno distintivo e patognomonico dell’artrosi in generale, e della mano in particolare, è rappresentata da   tumefazioni di consistenza cartilaginea ed ossea delle interfalengee distali e sono  i “noduli di Heberden“;  questi si presentano sempre  multipli, spesso simmetrici, ed  interessano più spesso l’indice, il medio, e successivamente sono interessate anche le altre dita della mano.
I noduli di Bouchard sono di aspetto analogo, ma compaiono a livelli delle interfalangee prossimali.
La rizoartrosi è un’artrosi trapezio-metacarpale,  consiste in una deformazione della radice  del  pollice, si accompagna a dolore locale ed a compromissione funzionale dello stesso  e  porta ad un aspetto della mano detto “mano quadrata artrosica “.

Trattamento terapeutico

 

BH 23 Cartilago suis La cartilagine è attiva su tutte le cartilagini articolari nei processi degenerativo artrosici secondo i canoni della medicina omeopatica; poiché  l’organo sano agisce sul suo omologo intervenendo nel contrastare i processi degenerativi corrispettivi.

BH 202 Arnica  Processi infiammatori; usura  dinamica e microtraumatica delle articolazioni della mano ( articolazioni intermetacarpiche, metacarpo-falangee, articolazioni interfalangee )


Artrosi del piede

 

L’articolazione più spesso colpita, nell’artrosi del piede, è la prima articolazione metatarso-falangea dell’alluce. Essa è più frequente nelle donne per la maggiore frequenza di alluce valgo, per l’appiattimento dell’arco anteriore del piede e per l’uso di  scarpe con tacchi alti.

 

Trattamento terapeutico

 

BH 23 Cartilago suis La cartilagine è attiva su tutte le cartilagini articolari nei processi degenerativo artrosici secondo i canoni della medicina omeopatica; poiché  l’organo sano agisce sul suo omologo intervenendo nel contrastare i processi degenerativi corrispettivi.

BH 202 Arnica  Processi infiammatori; usura  dinamica e microtraumatica delle articolazioni del piede ( articolazioni intermetatarsiche, metatarso-falangee, articolazioni interfalangee )

Artrosi della spalla

 

Tra le  cause più frequenti  di questa artrosi troviamo,  “l’usura dinamica“ (braccianti, agricoltori, muratori ecc.),  “l’usura statica“ ( parrucchieri, sarte, ricamatrici ecc.), e  le periartrite scapolo-omerali.
Può presentarsi  come capsulite retraente responsabile del quadro clinico della spalla bloccata e con  lesioni infiammatorie di tendini e borse sierose. Radiologicamente possono comparire un  restringimento dello spazio articolare,  osteoporosi della testa omerale diffusa o tigrata, una sclerosi dell’osso sub-condrale,  formazioni osteofitiche e, nei casi più gravi, delle deformità all’articolazione.

Le varie forme di periartrite della spalla possono essere accompagnate da una sindrome spalla-mano.

Trattamento terapeutico

BH 21 Musculus suis; Tendo suis (nelle lacerazioni muscolo-tendinee e legamentose)

BH 23 Cartilago suis ( processi degenerativi della cartilagine )

BH 202 Arnica  ( esiti traumatici e stati infiammatori )

 


La periatrite della spalla

PERIARTRITE DELLA SPALLA

Borsiti

Acute (microcristallina)
subacute

Tendinite dei Rotatori

Tendinite calcifica
Rottura della cuffia dei rotatori
Sindrome da impegno sottoacromiale

Tendinite del capo lungo del bicipite

 

Capsulite adesiva

 

Con il termine periatrite della spalla si intende  non un’unica malattia, ma una serie di affezioni che colpiscono alcune strutture anatomiche della spalla. Nella tabella 20 sono elencate le singoli affezioni alle quali intendiamo riferirci con il termine generico di “periartrite della spalla“

Le varie forme di periartrite della spalla possono essere accompagnate da una sindrome spalla-mano.

Etiopatogenesi

L’ipotesi più accreditata è quella che si tratti di un processo degenerativo dei tendini casusato da traumi unici o piccoli traumi ripetitivi professionali che comportano una immobilizzazione prolungata; l’età del soggetto; le cervicobrachialgie e conseguentemente una riduzione dell’attività motoria, così da determinare un rallentamento del microcircolo predisponente il processo periartritico. 

 

Sintomatologia

Il dolore è localizzato al moncone della spalla e  può irradiarsi in alto, verso la colonna cervicale o in basso, verso l’inserzione del deltoide fino alla mano. Caratteristico è il segno dell’arco doloroso, dovuto all’impegno del tendine del sopraspinoso nella strettura costituita dall’acromion e dalla grande tuberosità; durante il movimento di abduzione ed adduzione del braccio, momento in cui il tendine è impegnato in detta strettura, si provoca dolore  (figura 21).Altro segno è quello del dolore  provocato dai movimenti contro resistenza, facendo compiere questi movimenti, opponendo resistenza da parte dell’esaminatore, si provocherà dolore.
La limitazione funzionale è prevalentemente su base antalgica; solo nel caso della capsulite retrattile è legata alla retrazione capsulare. La funzione articolare può essere esplorata facendo compiere dei singoli movimenti, ad esempio toccarsi la nuca, (richiede abduzione ed extra rotazione della spalla) ( fig. 22 ) e toccarsi le apofisi dorsali con la punta del pollice (abduzione ed intrarotazione della spalla)


Indagine radiologica

L’indagine radiologica può  evidenziare alcune  calcificazioni dei tendini,  per lo più localizzate al livello del sopraspinoso, proiettate al di sopra della grande tuberosità, nello spazio tra queste e l’acromion  oppure può evidenziare  segni indiretti di una rottura della cuffia dei rotatori, come la risalita della testa omerale verso l’acromion. 

 

 

Trattamento terapeutico

 

BH 202 Arnica  ( esiti traumatici per traumi ripetitivi o trauma unico; processi degenerativo infiammatori )

BH 203 Bryonia Guajacum  ( stati  infiammatori dei tessuti periarticolari : capsulite, borsiti e tendiniti )

BH 200 Symphytum Spigelia ( periartriti scapolo-omerale da cervicoartrosi )


La cervicoartrosi

E’ una delle affezioni più spesso diagnosticata. Tra le cause più frequenti della cervicoartrosi troviamo l’usura “statica“, causata dalle posture incongrue e prolungate del collo ( ricamatrici, dattilografi , orologiai ecc.). La riduzione della fisiologica lordosi cervicale costituisce una delle condizioni, che più spesso si associano con la comparsa di cervicalgie. Queste sono l’espressioni più caratteristiche dell’impegno delle articolazioni interapofisarie. L’espressività clinica della cervicoartrosi varia in rapporto alla topografia dell’impegno articolare e dal vario coinvolgimento delle strutture muscolari, discali, vascolari e nervose. L’interessamento delle strutture vascolari con la  compressione dell’arteria vertebrale e l’irritazione del nervo simpatico cervicale, induce spesso alla corriva diagnosi di  “sindrome di Barré-Lieou“, caratterizzata da cefalea occipito-cervicale, irradiata verso le regione mastoidee e temporo-orbitali, che si accentua con la tosse ed i movimenti del capo; si associa a vari disturbi ( vertigini, disturbi visivi, cefalea, anisocoria, sudorazione, disfonia, disfagia); sono frequenti le manifestazioni ansiose e ansioso-depressivo.  La faringite cronica dell’adulto, può essere conseguenza di fenomeni congestizi da alterazioni del flusso dell’arteria vertebrale molestata, all’interno del suo canale dai processi osteoartrosici.  Anche le manifestazioni neurologiche non sono eccezionali, sino a quadri di mielopatia clinicamente rilevanti. 
Le sindromi cervicali superiori si accompagnano a cefalee, e  nevralgie craniali ; quelle inferiori a cervico brachialgie.
Le dorsalgie sono molto frequenti, prediligono il sesso femminile, e sono spesso associate o causate da  particolari lavori (sarte, dattilografe ecc.) per le relative posizioni obbligate, per lo più benigne e spesso dovute a cifosi e cifoscoliosi.   

Trattamento terapeutico

 

BH 200 Symphytum Spigelia ( cervicoartrosi; cefalee; parestesie; sindrome spalla-braccio; torcicollo artritico; colpo di frusta; periatriti da cervicoartrosi e sindrome del tunnel carpale da cervicoartrosi )

 

BH 204 Calcium Fluoratum ( perdita di elasticità dei tessuti con debolezza e rigidità delle fasce muscolari del collo e del trapezio; processi degenerativo-artrosici del rachide cervicale; osteoporosi; cifosi e scoliosi)

BH 22 Osso totale suis    ( processi degenerativi del disco intervertebrale; discopatie; protusioni e tendenza alle ernie discali )

 

La coxartrosi

 

Contende il primato di frequenza alla gonartrosi in campo di varianti topografiche dell’artrosi. La displasia congenita dell’anca costituisce la più frequente condizione predisponente. La coxartrosi può essere inoltre secondaria a turbe statiche ( varismo o valgismo del ginocchio, dismetria degli arti inferiori, asimmetria del bacino, scoliosi di notevole entità ); traumi; reumoartropatie; pregresse artriti infettive, coxopatie dell’infanzia o della adolescenza.

 

 

Trattamento terapeutico

BH 202 Arnica  ( usura da fattori meccanici e  microtraumi ripetuti che portano a lesioni della cartilagine articolare, con conseguente artrosi.  La displasia congenita è la maggior responsabile delle artrosi dell’anca, ma, anche una minima differenza di lunghezza dei due arti può  provocare un maggior carico di usura con consecutivo sviluppo di artrosi )

BH 402 Cartilago Coxae ( trattamento dei processi degenerativo artrosici dell’articolazione coxo-femurale )

 

La gonartrosi

 

La localizzazione al ginocchio costituisce la variante topografica più frequente. Netta è la predilezione per il sesso femminile. La gonartrosi può interessare soprattutto o prevalentemente il compartimento femoro-rotuleo o l’emirima articolare mediale ( soggetti con genu varum ) o quella laterale ( soggetti con genu valgum ). L’emirima mediale del ginocchio è quella più spesso interessata dal processo artrosico ( maggiore frequenza del varismo rispetto al valgismo del ginocchio ). L’artrosi femoro-rotulea è spesso secondaria a fattori meccanici, legati ad un alterato rapporto della rotula con i condili femorali nei movimenti di flesso-estensione del ginocchio  ( dislocazione laterale della rotula, sublussazione, rotula alta ecc.).

 

Trattamento terapeutico

 

BH 202 Arnica  ( usura, per fattori  meccanici, aggravati dall’alterazione dell’asse di carico, cioè deviazioni in varo od in valgo del ginocchio; degenerazione cartilaginea e sindromi dolorose del ginocchio; traumi da caduta e versamento endoarticolare )

BH 401 Cartilago Genus  ( trattamento dei processi degenerativo artrosici dell’articolazione femoro-tibiale )

 

La lomboartrosi

 

Le cause più frequenti nella genesi delle lomboartrosi riguardano l’usura “dinamica“ ( lomboartrosi dello zappatore, muratore ecc.  ). Inoltre tra i fattori che condizionano più precocemente la comparsa della spondiloartrosi figurano le anomalie strutturali della colonna (scoliosi, riduzione od accentuazione della lordosi lombare ), l’obesità e le attività sportive e/o lavorative che determinano un sovraccarico funzionale della cerniera lombo-sacrale.  La lomboartrosi ha una frequenza radiologica assai elevata, oltre i 50 anni di età, al pari della cervicoartrosi. Al livello del rachide lombare le alterazioni si riscontrano sul tratto più mobile ( L4-S1 ) come per la cervicoartrosi ( C5-C7 ).

 

Trattamento terapeutico

 

 

BH 201 Symphytum Ledum   ( lomboartrosi;  lombalgia ; sciatalgia con dolori crampiformi dei polpacci e dei piedi ; crualgia con dolori che si irradiano nella regione addominale ; radicoliti e parestesie delle estremità inferiori  )

 

BH 204 Calcium Fluoratum ( perdita di elasticità dei tessuti con debolezza e rigidità delle fasce muscolari lombari; processi degenerativo-artrosici del rachide lombosacrale; osteoporosi e scoliosi)

BH 22 Osso totale suis    ( processi degenerativi del disco intervertebrale; discopatie; protusioni e tendenza alle ernie discali )

 

Fisiopatalogia del tessuto connettivo

Definizione ed aspetti morfologici

Il tessuto connettivo  è uno dei quattro tessuti fondamentali dell’organismo, assieme a quello epiteliale, muscolare e nervoso. La sua principale caratteristica è quella di essere costituito, oltrechè da cellule, da una sostanza intercellulare che separa le cellule le une dalle altre. Questa sostanza intercellulare è a sua volta costituita da :

  • una sostanza fondamentale di natura polisaccaridica
  • una componente fibrosa costituita da fibre collagene, reticolari ed elastiche immerse nella sostanza fondamentale

Il tessuto connettivo è provvisto di vasi, di nervi ed è il vettore di essi ed altri tessuti. Esso si trova in tutte le parti dell’organismo e costituisce l’impalcatura ed il sostegno, infatti si trova:

  • nello strato sottostante a tutti gli epiteli di rivestimento ( derma della cute, lamina propria delle mucose )
  • avvolge gli organi come un involucro
  • penetra l’interno degli organi costituendo lo stroma
  • forma le fasce, le aponeurosi, i legamenti ed i tendini
  • rappresenta l’imbottitura dell’organismo come il tessuto sottocutaneo ed il grasso periviscerale
  • partecipa alla costituzione della parete degli organi cavi ( vasi sanguigni, tubo digerente, vie respiratorie, vie urninarie )
  • costituisce strutture altamente qualificate anche dal punto di vista funzionale ( scheletro, organi emopoietici )

Origine

Il tessuto connettivo prende origine dal mesenchima ( particolare tessuto embrionale ), derivato a sua volta dal terzo foglietto germinativo, ossia dal mesoblasto. In misura più modesta anche l’endoblasto e l’ectoblasto partecipano alla formazione del mesenchima.


Funzioni

  • Funzione meccanica

 Svolta soprattutto dal tessuto cartilagineo e da quello osseo

  • Funzione trofica

Funziona da intermediario degli scambi delle sostanze nutritizie e dei gas tra il sangue e le cellule, inoltre nel tessuto connettivo che decorrono i vasi sanguigni, si svolgono le reti capillari ed hanno inizio i vasi linfatici.

 

  • Funzione protettiva

Tessuto connettivo avvolge e protegge i singoli organi, e costutisce una barriera al progredire di processi patologici delimitandoli e possibilmente incapsulandoli.

  • Funzione rigenerativa

Il tessuto connettivo interviene nei processi riparativi e cicatriziali.

  • Funzioni di difesa

Il tessuto connettivo interviene sia con la sostanza intercellulare ( tumor, rubor, calor, dolor ) che con le sue cellule ( fagocitosi e produzione di anticorpi specifici ) nei processi infiammatori.

  • Funzione metabolica

Il tessuto connettivo partecipa all’immagazzinamento di sostanze nutritizie di riserva, come avviene nel caso delle cellule adipose

  •  Funzione di evoluzione in elementi endocrini

Cellule dello stroma ovarico ( capace di trasformarsi in cellule della teca interna del follicolo ooforo ), e cellule interstiziali del testicolo derivanti da cellule mesenchimali.
Le cellule endocrine derivanti da elementi connettivali, secernano sempre ormoni di tipo steroideo.

  • Funzione emopoietica

Il tessuto mieloide e quello linfoide, deputati alla produzione di cellule ematiche, riconoscono la comune origine mesenchimale

 

Cellule del tessuto connettivo

  • Fibroblasti

Cellule che producono la componente fibrosa ( fibre collagene ) e la componente amorfa della sostanza intercellulare.

  • Istiociti o macrofagi

Si ritiene provengano dai monociti del sangue immigrati nel tessuto connettivo. Essi hanno le seguenti funzioni :  spiccato potere fagocitario, capacità di movimenti ameboidi e granulopessia.

  • Plasmacellule

Svolgono un’ importante funzione nei processi immulologici elaborando le  immunoglobuline, inoltre si accumulano in sedi dove si svolgono i processi infiammatori cronici, formando insieme ai linfociti le cosiddette infiltrazioni parvicellulare.

  • Mastociti

Presenti nel connettivo lasso, sono numerosi lungo il percorso dei piccoli vasi. Contengono numerosi granuli ricchi di mucopolisaccaridi, acidi solforati ed eparina dotata di proprietà anticoagulante. Altra funzione dei mastociti è quella di elaborare istamina.


Approccio alla patologia del tessuto connettivo

Il tessuto connettivo è la sede ed il deposito delle tossine che pervengono da varie parti dell’organismo. Il drenaggio tossinico effettuato a questo livello è fondamentale nelle patologie connettivali. Un corretto funzionamento degli organi emuntori ( fegato, intestino, reni, polmoni) impedisce l’accumulo di tossine a livello dei vari tessuti connettivi, impedendo tutta una serie di sintomi e patologie correlate. Il tessuto connettivo è la sede stessa delle cellule immunocompetenti ed è spesso coinvolto in patologie di tipo immunitario; infatti la gran parte delle patologie connettivali sono patologie ad eziologia autoimmune.

Aspetti generali delle malattie reumatiche

Introduzione

Le sofferenze reumatiche  sono molto frequenti dovute per lo più ad un’alterazione della membrana sinoviale.
partecipa frequentemente ai fenomeni immunoallergici di svariata etiologia.
Un criterio fondamentale di suddivisione è tra le forme primarie, cioè malattie reumatiche in senso stretto e forme secondarie la cui sofferenza reumatica si sviluppa  nel corso di altre malattie.

Un’altra suddivisione fondamentale è tra reumatismi infiammatori, o reumatismi in senso stretto ( malattia reumatica, artrite reumatoide, reumatismi fibromiositici ), e degenerativi.

La scuola reumatologica italiana definisce come “reumatismi“ le forme infiammatorie ad impronta “disergico-iperergico“, allergiche o no. In questi reumatismi su base flogistica, disergico-iperergica, la maggiore importanza compete al “terreno“ più che all’etiologia. Attualmente i reumatismi infiammatori sembrano dovute a reazioni immunoflogistiche di solito protratte, innescate da una reazione immunologica, favorita da un terreno immunogeneticamente predisposto.
L’importanza del “terreno“ inteso come reattività immunologica vale per la malattia reumatica e per le connettiviti. Tabella 1 e Tabella 2

 

Artrite reumatoide
Etiopatogenesi
Qualunque sia l’agente patogeno scatenante o determinante  l’artrite reumatoide, si può supporre che insorga in soggetti geneticamente predisposti ( antigene HLA DR4 – DR3 – DR2 ), in seguito all’interazione con un antigene, ancora non ben determinato, in grado di innescare un processo di autoaggressione da parte del sistema immune. I meccanismi immunopatogenetici che sottendono alle manifestazioni anatomo-cliniche della malattia sono rappresentate prevalentemente da immunoreazioni patogene di tipo III ( secondo la classificazione di Coombs e Gill ), sostenute da complessi antigene-anticorpo precipitanti e fissanti il complemento ed appartenenti alla classe immunoglobulinica IgG e più raramente alla classe IgM.
Oltre a tali immunoreazioni, probabilmente giocano un ruolo importante le reazioni di tipo ritardato e reazioni di tipo VI ( reazioni citotossiche mediate da anticorpi e da cellule killer ).
Tra i vari meccanismi che intervengono nella patogenesi dell’artrite reumatoide acquista una particolare importanza il ruolo svolto dagli immunocomplessi ( costituiti da immunoglobuline aggregate IgG-IgG o IgG-IgM ) più FR e complemento, che si rilevano sia nel tessuto che nel liquido sinoviale.

L’origine di tali immunocomplessi è probabilmente locale, poichè è stato dimostrato che anche le cellule sinoviali, oltre alle plasmacellule infiltranti la membrana sinoviale, sono in grado di sintetizzare le immunoglobuline e FR.
Gli immunocomplessi attivano il complemento con formazione di prodotti ad attività chemiotattica prevalentemente sui leucociti polimorfonucleati neutrofili che fagocitando, a loro volta gli immunocomplessi libererebbero enzimi lisosomiali, responsabili del danno tissutale flogistico e  liberano inoltre prostaglandine  PGE2, PGF2alfa e leucotrieni  nonchè radicali liberi capaci di produrre gravi lesioni  a carico della membrana sinoviale e delle altre strutture articolari.
I complessi immuni e le proteine basiche leucocitarie inducono un aumento della permeabilità vasale attraverso la liberazione di istamina.
L’insieme di tali eventi contribuisce alla genesi ed al mantenimento del processo infiammatorio.
Le reazioni immunopatogene ( di tipo III ), responsabili del danno flogistico e delle lesioni distruttive e proliferative, sono probabilmente innescate da un antigene ignoto che, reagendo con i macrofagi determina da parte di quest’ultimi, la liberazione di interleuchina-1 che induce all’attivazione e proliferazione dei linfociti T e successiva produzione di interleuchina-2, la quale determina un subset di linfociti T che, a sua volta, attivano i linfociti B.
La risposta dei linfociti B ai suddetti stimoli e lo squilibrio tra attività T helper e l’attività T suppressor, a sfavore di quest’ultimi, conducono all’esaltata anticorpopoiesi.
Il macrofago è la cellula chiave nell’innesco di tale catena di eventi; infatti nel tessuto sinoviale reumatoide sono presenti numerose cellule macrofagiche.

 

Quadro clinico

  • Le articolazioni più colpite sono rappresentate dalle interfalangee prossimali, articolazioni metacarpo falangee delle mani, dai polsi e dalle articolazioni metatarso falangee ed interfalengee prossimali dei  piedi, dalle ginocchia, dai gomiti, dalle caviglie, dalle spalle, dalle anche, colonna cervicale e articolazioni temporo-mandibolari.
  • Rigidità mattutina
  • Aumento della temperatura locale
  • Limitaizone funzionale legata alla sinovite, all’idrarto e alla contrattura muscolare antalgica
  • Tumefazione causata dalla ipertrofia-iperplasia della sinoviale e dall’edema dei tessuti molli circostanti

 

L’evoluzione delle lesioni articolari può determinare deformità articolari, che assumono aspetti caratteristici che sono i seguenti :

  • Deviazione a colpo di vento, a livello delle mani
  • Deformazione a collo di cigno per iperestensione delle interfalangee prossimale e flessione delle interfalangee distali
  • Deformazione di en boutonnière ( ad asola ) per flessione delle interfalangee prossimali ed iperestensione delle interfalangee distali
  • A gobba di cammello a livello del polso con lussazione volare delle epifisi prossimali dei metacarpi sul carpo.
  • La deformazione ad artiglio della dita
  • A livello del rachide cervicale la sublussazione atlo-assiale 

 

Osteoporosi nell’artrite reumatoide

E’ secondaria al processo flogistico, all’immobilità, alla terapia cortinosica e alla mal nutrizione.

 

L’apparato muscolare

Può essere interessato in particolare riguardo ai muscoli contigui alle articolazioni colpiti dall’AR, che sono frequentemente ipotrofici, fenomeno dovuto al disuso legato all’immobilità.

 

Manifestazioni periarticolari

La flogosi reumatoide interessa tendini, guaine, borse sierose e legamenti. Tra le tenosinoviti ricordiamo l’interessamento dei tendini estensori e flessori  delle dita che possono accompagnarsi al dito a scatto e l’interessamento del canale carpale con l’irritazione del nervo mediano e conseguente sindrome del tunnel carpale.
Borsiti e cisti sono frequenti soprattutto nel ginocchio

 

Anatomia patologica

La struttura bersaglio in corso di AR è rappresentata dalla menbrana sinoviale delle articolazioni diartroidali, nonché, successivamente, altre strutture articolari. Gli aspetti anatomo-patologici fondamentali dell’AR sono costituiti dalla flogosi cronica sinoviale, dai noduli sottocutanei e dalle lesioni vasculitiche. L’ulteriore evoluzione della sinovite cronica è caratterizzata dalla proliferizione fibroblastica con  metaplasia fibrosa che può condurre alla anchilosi dei capi ossei. Le lesioni vasculitiche clinicamente evidenti sono presenti nelle forme gravi di malattia (AR maligna ) e sono rappresentate da endoarteriti obliteranti che interessano i vasi di medio e  piccolo calibro, in particolare le arteriole digitali ed i vasi nervorum,  possono presentarsi a livello di ogni altro organo ed apparato.

 

Esami ematochimici

Indici di flogosi

  • VES indice sensibile dell’entità e dell’evoluzione del processo infiammatorio. Come è noto la sedimentazione degli eritrociti dipende principalmente dalla concetrazione plasmatica del fibrinogeno ed in misura minore da quella della alfa 2 e gamma-globuline.
  • Proteina C reattiva ( PCR ) E’ una proteina sintetizzata nel fegato in grado di precipitare il polisaccaride C dello pneumococco che si osserva nel plasma in molte condizioni infiammatorie.  Il comportamneto della PCR sembra uno degli indici più fedeli e sensibili del grado di attività flogistica di un processo morboso potendo restare positiva anche dopo la normalizzazione della VES.  Il test per la sua semplicità di esecuzione, la rapidità e la sua sensibilità costituisce un dato prezioso per valutare l’andamento flogistico della malattia.
  • Mucoproteine Numerose glicoproteine possono aumentare nel plasma come conseguenza di processi infiammatori. Uno spiccato aumento delle mucoproteine plasmatiche rappresenta un dato caratteristico del reumatismo articolare acuto.
  • Fibrinogeno Un aumento del fibrinogeno plasmatico rappresenta un altro utile elemento per valutare l’entità di un processo infiammatorio. Valori molto elevati sono correlati all’intensità e alla diffusione del processo infiammatorio.
  • Elettroforesi delle proteine sieriche Nelle fasi iniziali di alcune malattie reumatiche infiammatorie  si osserva un aumento delle alfa 2 globuline, mentre negli stadi più tardivi è di frequente riscontro una ipergammaglobulinemia.

 

 

Esami di conferma diagnostica

  • Fattori reumatoidi (FR)

 

Si tratta di una famiglia di anticorpi antigammaglobuline diretti contro determinanti antigenici localizzati sul frammento Fc delle immunoglobuline IgG, tuttavia attuali test di laboratorio mettono in evidenza solo FR di tipo IgM. I FR sono presenti nel plasma in circa il 75% dei malati con artrite reumatoide. Si possono evidenziare inoltre anche nel siero di malati con connettiviti, in affezioni non di natura reumatica ( epatopatie, affezioni polmonari croniche, endocarditi ecc) e nei soggetti anziani. I test per i FR sono di importanza fondamentale per porre la disgnosi di artrite reumatoide. I due test più diffusamente utilizzati sono :
a) Test dell’agglutinazione del lattice ( RA-test )
b) Reazione di Waaler-Rose
Per una corretta interpretazione del dato di laboratorio è importante eseguire i due test contemporaneamente quando si voglia valutare la presenza del FR

  • Fattori antinucleari ( FAN )

 

La presenza di autoanticorpi diretti verso costituenti antigenici nucleari è caratteristica del Lupus Eritematoso Sistemico, anche se può osservarsi in altre malattie sistemiche del connettivo. Uno dei test di laboratorio per evidenziare gli anticorpi antinucleari è rappresentato dal fenomeno LE. Il test è positivo in circa l’80% die pazienti con Lupus, ma non è specifico poichè false positività si osservano nelle malattie allergiche, nell eleucemie e nella crioglobulinemia.

  • Anticorpi  antinucleari ( ANA )

 

Un’indagine più specifica e più utilizzata attualmente riguarda un secondo gruppo di anticorpi rivolti verso vari costituenti del nucleo, del DNA e dell’ RNA, del nucleolo, oltrechè di antigeni particolari ( Sm,Ro,Scl 70, ecc ) caratteristici di quadri clinici ben definiti.

 

  • Anticorpi  anti-DNA

Appartengono agli anticorpi antinucleari e sono diretti verso il DNA  cellulare.

  • Anticorpi  anti-ENA

 

Si tratta di anticorpi  diretti contro antigeni nucleari estraibili ( ENA : extractable nuclear antigen )

  • Anticorpi  antifosfolipidi

 

Negli ultimi anni sono stati individuati in pazienti affetti da numerose patologie autoimmuni, infettive, neoplastiche e talvolta anche in soggetti sani, anticorpi antifosfolipi, evidenziati più frequentemente con metodo ELISA e più sensibilmente tramite dosaggio radio immunologico. Tali anticorpi sono per lo più presenti in pazienti affetti da LES ( 10-40% dei casi ) e ne individuano un subset clinico, caratterizzato da espisodi ricorrenti di trombosi venosa e arteriosa, piastrinopenia e aborti ripetuti. Possono essere considerati anticorpi antifosfolipidi i seguenti anticorpi:

  • L’anticorpo LUPUS anticoagulanete ( LAC ) diretto  contro alcuni fattori della coagulazione e responsabile delle trombosi arteriose, degli aborti ripetuti e della piastrinopenia.

 

  • L’anticorpo  anticardiolipina responsabile della falsa positività dei test sierologici per la lue ( 25% dei pazienti ) si suddivono a loro volta nei seguenti anticorpi :

 

  • Gli anticorpi anticardiolipina di tipo IgG, maggiormante correlati con le trombosi venose.
  • Gli anticorpi anticardiolipina di tipo IgM, correlati con gli aborti ricorrenti.

Nelle fasi di riacutizzaizone del LES si evidenziano ad alto titolo, specie nei casi con interessamento vasculitico.

Esame emocrocitometrico

Nelle artropatie croniche infiammatorie possono risultare :

  • Anemia iposideremica con bassi valori di ferro sierico, aumento della ferritina e normalità o riduzione della transferrina; espressione spesso di una ipercaptazione del ferro nel tessuto sinoviale, reperto frequente nell’artrite reumatoide.
  • Leucocitosi neutrofila ( nelle  forme infantili )
  • Leucopenia,  nella sindrome di Felty, nel Lupus sistemico e nelle reazioni collaterali da farmaci
  • Piastrinosi correlata al grado di attività della malattia

 

Enzimi muscolari

CPK, AST o GOT, ALT o GPT, Aldolasi e LDH possono risultare aumentate in corso di malattie del connettivo che interessano il tessuto muscolare (polimiosite , nelle miopatie e nella distrofie muscolari).

Esami delle urine

Importante per evidenziare l’eventuale proteinuria come indice di :

  • nefropatia da farmaci ( sali d’oro o penicillamina )
  • pielonefrite intercorrente
  • amiloidosi renale
  • interessamento renale nel LUPUS ERITEMATOSO SISTEMICO

 

Esami immunologici

Complemento sierico

Quando un anticorpo fissante il complemento reagisce con l’antigene specifico si verifica una attivitazione della cosiddetta cascata complementare. Durante tale processo i livelli di alcuni componenti del complemento possono diminuire per un vero e proprio consumo. Una caduta del complemento sierico riflette la presenza di complessi immuni. Tale reperto si osserva durante le fasi acute del LUPUS SISTEMICO oppure in corso di artrite reumatoide ( nel liquido sinoviale ).
I test più comunemente usati valutano il complemento totale ( CH5O ) o alcuni dei suoi componenti come il C3 e il C4. L’attivazione della via classica del complemento è caratterizzata dalla riduzione dei componenti C2, C3, C4, mentre l’attivazione della via alternativa determina una caduta dei livelli sierici del C3 e del fattore B della properdina, lasciando ilivelli normali del C2 e C4. Tuttavia un ipercomplementemia è osservabile in alcune malattie infiammatorie ed infettive come reperto aspecifico per aumento di alcune frazioni proteiche ( alfa2 e gamma globuline ),oppure per un’aumentata sintesi dovuta ad ipercosnumo.

 

Immunoglobuline

  • IgG aumentate a livello sierico, si riscontrano nel LUPUS Sistemico, nell’artrite reumatoide, nella connettivite mista e nella sclerosi sistemica.
  • IgM aumentate, si riscontrano nell’artrite reumatoide
  • IgA aumentate, si osservano nell’artrite reumatoide, nelle connettiviti e nel reumatismo articolare acuto 

 

 

 

Fibromialgia

La fibromialgia o fibrosite  è una forma di reumatismo anarticolare, caratterizzata da dolori cronici e rigidità in varie parti del corpo, tra cui muscoli, legamenti, inserzioni tendinee, aree periarticolari ed  il tessuto sottocutaneo. L’aumento della dolorabilità è localizzata in alcuni  punti anatomici precisi, chiamati “trigger points“ ( punti dolorosi correlati a sintomatologia dolorosa ).   Questi punti sono stati così definiti perchè la pressione su di essi provoca dolore in zone lontane, come la pressione sul grilletto ( trigger ) di una pistola provoca effetti lontani.
I dolori e la rigidità sono molto spesso localizzati ai tessuti molli del collo, della spalla, del gomito, delle cosce, dei  glutei,  delle gambe e della schiena ( fig. 56 )
I sintomi della fibrosite sono aggravati dal freddo, dall’umidità, dalla tensione emotiva, mentre risentono favorevolmente del calore, di una moderata attività e dei periodi di vacanza e distensione. L’insonnia è frequente come anche la cefalea, spesso a carattere emicranico, oppure come un dolore sulla regione occipitale.
La forma può essere primaria, se non è associata a cause note.
La fibrosite secondaria può essere associata a traumi, ai processi artrosici, all’artrite reumatoide e alle connettiviti.
Il freddo, l’umidità, stress muscolare, la mancanza di sonno, fattori psicogeni, tutti contribuiscono ad aggravare la sindrome cronica ed a perpetuare il circolo vizioso dolore-spasmo-dolore. Possono essere considerati criteri obbligatori per la diagnosi di fibromialgia :

  • La presenza di dolori e rigidità generalizzata in 3 o più sedi anatomiche, per almeno 3 mesi.
  • Presenza di almeno 5 punti dolorosi tipici e stabili
  • Attenuazione dei sintomi da esercizi fisici moderati; dal nuoto; doccia e bagni caldi.

Per il trattamento della maggior parte dei disturbi dolorosi causati dai processi infiammtori di tipo reumatico, sono appropriati i seguenti medicinali :

 

  • BH 202 Arnica
  • BH 203 Bryonia Guajacum
  • BH 204 Calcium Fluoratum ( in caso di decalcificazione )

 

 

 

Ernia Discale

                       

Sporgenza posteriore o laterale di parte di contenuto del disco. Le serie più frequenti di ernie discali sono gli ultimi due dischi cervicali e gli ultimi due dischi lombari. Si rende manifesta clinicamente quando comprime una radice nervosa, causando una sintomatologia di disturbi sensitivi e motori in vicinanza dell’ernia stessa ( a livello del rachide ) e periferici ( lungo il decorso della radice stessa ).

 

 

 

Ernia discale  cervicale

 

La sintomatologia vertebrale riguarda il dolore cervicale, violento che lentamente si trasforma in rachialgia. Rigidità della colonna vertebrale che obbliga in un atteggiamento antalgico  per  torcicollo.

 

Sintomatologia periferica

  • Compressione della radice C6, l’irradiazione del dolore viene riferita sulla superficie antero-laterale del braccio,  dell’avambraccio e del pollice.
  • Compressione della radice C7, l’irradiazione del dolore è riferito sulla regione  postero-laterale del braccio, avambraccio e sul dorso del pollice e dell’indice.
  • Compressione della radice C8, l’irradiazione del dolore è riferito al tratto postero-mediale dell’arto superiore.

 

Disturbi dei riflessi   

  • Radice affetta  C6 il riflesso bicipitale è indebolito o abolito.
  • Radice affetta  C7 il riflesso tricipitale è indebolito o abolito.
  • Radice affetta  C8 non si rilevano alterazioni.

 

 

Disturbi motori 

  • Compromissione radice C6 : Il bicipite, il brachiale anteriore ed il flessore radiale del carpo sono ipovalidi ed ipoeccitabili
  • Compromissione radice C7 : Il muscolo tricipite, gli estensori delle dita e gli estensori del carpo; compromissione motoria del secondo e terzo dito ( indice e medio ).
  • Compromissione radice C8 :ipotonia motoria del quarto e quinto dito ( anulare e indice )

 

Disturbi della sensibilità   

 

  • Compromissione radice C6 : Intorpidimento ed ipoestesia del pollice e lungo  la regione del bicipite, brachiale anteriore, ed il tratto laterale dell’arto superiore.
  • Compromissione radice C7 : Intorpidimento ed ipoestesia al secondo e terzo dito e lungo la regione poster-laterale dell’arto superiore.

Compromissione radice C8 : Ipoestesia  o intorpidimento al  quarto e quinto dito ( anulare e mignolo ) e al tratto postero-mediale dell’arto superiore.

Trattamento terapeutico

BH 200 Symphytum Spigelia ( sindrome spalla-braccio; cefalee; cervico-brachialgie; radicoliti della regione cervicale,  parestesie e torpore  delle estremità superiori )

BH 22 ( processo degenerativi del disco intervertebrale; protusioni ed ernie discali, sofferenza della radice nervosa per compressione meccanica )

BH 204 Calcium Fluoratum ( proprietà fondamentali del rimedio sono la durezza e la resistenza della fibra elastica, il deficit di questo comporta la  perdita di elasticità che riguarda  l’anello fibroso che avvolge ed è parte integrante del disco intervertebrale; indurimento delle fasce muscolari  )


Ernia discale  lombare

 

Dolore radicolare; il dolore quasi sempre viene esacerbato da tutte quelle azioni che portano all’aumento della pressione intrarachidea, quali il tossire, lo starnutire, defecare. Segni di compressione radicolare rappresentati da turbe della forza, della sensibilità e dei riflessi osteotendinei, consentono spesso una precisa diagnosi di sede dell’ernia.

Ernia L3-L4 si caratterizza per il dolore radicolare sulla faccia anteriore della coscia e su quella mediale della gamba. Il deficit del quadricipite può essere valutato con il paziente in posizione prona e l’arto flesso al ginocchio, opponendo resistenza all’estensione della gamba. Il riflesso rotuleo può essere ridotto o abolito.

  • Ernia L4-L5 provoca un dolore che si distribuisce sulla faccia postero-laterale della coscia e della gamba, l’ipoestesia può interessare l’alluce ed il territorio compreso fra l’alluce ed il secondo dito. L’ipoestesia dell’estensore lungo dell’alluce ( L5 ) è spesso il primo segno di danno motorio, seguito, nei casi più gravi da deficit della dorsiflessione del piede.

Ernia L5-S1 determinano dolore radicolare che si distribuisce sulla faccia posteriore della coscia e del polpaccio. L’ipoestesia rispetta la stessa distribuzione dermatomerica. Nei casi più gravi si associa una debolezza del gastrocnemio con conseguente deficit della flessione plantare del piede e dell’alluce. La compromissione della radice S1 può determinare ipovalidità del muscolo grande gluteo. Il riflesso achilleo può essere ridotto o abolito, in contrasto con l’integrità del riflesso rotuleo.

 

I segni più importanti sono:

  • Rigidità lombare per contrattura delle masse muscolari paravertebrali.
  • Scoliosi. Nell’ernia del disco è precocissima e compare a breve distanza dall’inizio dei dolori ( scoliosi antalgica ).
  • Iperalgesia farado-cutanea. Dolore vertebrale che si risveglia con la stimolazione faradica o con la semplice pressione o percussione della cute nella regione paravertebrale corrispondente al livello ed al lato dell’ernia.

Sintomatologia periferica

Sciatalgia  con sintomatologia dolorosa riferita alla natica, lato posteriore della coscia, polpaccio, piede, seguendo il decorso del nervo sciatico.

  • Compressione della V radice lombare, l’irradiazione del  dolore viene riferita sulla regione antro laterale della gamba e anteriore del piede.
  • Compressione della I radice sacrale, l’irradiazione del dolore viene riferito sulla regione posteriore della gamba, sul polpaccio e sul calcagno.

Disturbi dei riflessi

  • Ernia sulla I radice sacrale :  areflessia o iporeflessia dell’achilleo
  • La lesione della V lombare non da alterazione dei riflessi.

 


Disturbi motori

  • Radice lesa L5 : ipovalidità dell’estensore lungo delle dita, dell’estensore lungo dell’alluce, del tibiale anteriore.
  • Radice lesa S1 : ipovalidità del tricipite surale, del bicipite, del grande gluteo.

 

Crualgia  con sintomatologia dolorosa riferita alla regione inguinale, anteriore della coscia, al ginocchio e faccia mediale della gamba, cioè lungo il decorso del nervo crurale o femorale, causata dalla compressione della IV radice lombare.

Disturbi dei riflessi   

  • Ernia sulla IV radice lombare  :  areflessia o iporeflessia del riflesso rotuleo

Disturbi motori

  • Radice lesa della IV radice lombare comporta deficit del quadricipite femorale, tensore fascia lata e adduttori della coscia.

Il movimento di estensione della gamba sulla coscia è ipovalido; il malato trova difficoltà nel salire le scale, perché non “fa forza” sul ginocchio.

 

Disturbi della sensibilità   

Ipoestesia o anestesia in riferimento alla perdita della sensibilità incompleta o completa; intorpidimento o formicolii, nelle regioni sopra menzionate per compressione della radice nervosa.

Trattamento terapeutico

 

BH 201 Symphytum Ledum  (radicoliti della regione lombo-sacrale; parestesie e torpore  dell’estremità inferiori; sciatalgia; crualgia; lombalgia;  tensione e crampi dei muscoli scheletrici )

BH 22 ( processo degenerativi del disco intervertebrale; protusioni ed ernie discali, sofferenza della radice nervosa per compressione meccanica )

BH 204 Calcium Fluoratum ( proprietà fondamentali del rimedio sono la durezza e la resistenza della fibra elastica, il deficit di questo comporta la  perdita di elasticità che riguarda  l’anello fibroso che avvolge ed è parte integrante del disco intervertebrale; indurimento delle fasce muscolari  )

 

 


Sindrome del tunnel carpale

 

Fattori causali

Compressione del nervo mediano da stress lavorativo che impegna le dita delle mani ( sarte, impagliatrici ecc. ), è una tenovaginite cronica sclerosante ed ipertrofica

  • Cervico- brachialgie causate da cervicoartrosi, riduzione di lordosi fisiologica, discopatie, ernie discali ecc.

Cause reumatiche

 

Si instaura una tenovaginite delle guaine dei tendini flessori con lacinie fibrose che avvolgono e inglobano il nervo mediano, portando ad una tenovaginite cronica, sclerosante ed ipertrofica.

Endocrinopatie  ( ipo e ipertiroidismo, acromegalia, diabete, iperparatiroidismo ) contraccettivi orali, oltre a poter produrre artromilagie  può in casi isolati determinare la sindrome del tunnel carpale.

Nella sezione trasversale del polso è ben definito il canale poggiato sulla culla delle ossa del carpo e coperto dal legamento traverso del polso.

 

Sintomi

 

Disturbi  dolorosi, formicolii e ipoestesia localizzati alle prime 3 dita della mano ( pollice, indice e medio ) specialmente avvertita nei polpastrelli. In riferimento alle ernie del disco sulla sesta o settima radice cervicale la distribuzione delle aree di dolore e di anestesia sono più sul dorso che sul palmo della mano.

Ipovalidità ed ipotrofia  dell’eminenza tenar, grave difficoltà  nell’afferrare qualsiasi oggetto fra il pollice e l’indice.

 

Trattamento terapeutico

 

BH 202 Arnica    ( disturbi da compressione del nervo mediano da stress lavorativo e tenovaginite cronica sclerosante )

BH 200 Symphytum Spigelia ( sindrome del tunnel carpale  bilaterale causata da cervico-brachialgie; discopatie, ernie discali ecc )

BH 203 Bryonia Guajaum ( sindrome del tunnel carpale concomitanti ad affezioni  infiammatorie di tipo  reumatico  )


Cenni di fisiopatologia dell’osso

La maggior parte del tessuto osseo è costituita da materiale extracellulare composto da una fase organica ( 95% rappresentata da fibre collagene e di una piccola quantità da mucopolisaccaridi ) e da una fase minerale costituita da piccoli cristalli deposti sopra o all’interno delle fibre collagene. I minerali sono costituiti da fosfato basico di calcio .
Questo materiale extracellulare calcificato è circondato da uno strato di piccole cellule cubiche, chiamati osteoblasti.
Questi sono deputati alla sintesi della matrice organica dell’osso. E’ stato provato che gli osteoblasti sintetizzano il collagene e i mucopolisaccaridi e che questa sintesi è controllata da numerosi fattori ormonali e dalla età del soggetto.  Nel produrre la matrice organica dell’osso, gli osteoblasti vengono intrappolati nel materiale da essi sintetizzato, trasformandosi in osteociti.
Un altro tipo di cellule ossee è costituito dagli osteoclasti, che si trovano in scarso numero nell’osso normale, essendo confinati nell’aree dove ha luogo un vivace riassorbimento osseo. Essi sono deputati al riassorbimento dell’osso con meccanismi in parte sconosciuti e controllati da fattori ormonali ( paratormone ). Accenniamo ora brevemente all’azione degli ormoni sul tessuto osseo.
Il paratormone :
Attiva la funzione degli osteoclasti liberando calcio, fosfato e idrossiprolina ( uno degli aminoacidi più importati del collagene osseo ), attiva la osteolisi periosteocitaria ed è in grado di garantire ancor più degli osteoclasti la immissione di rilevanti quantità di calcio nel sangue. L’ormone paratiroideo stimola anche l’attività degli osteoblasti, per cui negli iperparatiroidismi si assiste ad un alternarsi di fasi di decostruzione e di fasi di ricostruzione del tessuto osseo : un alto  “ turnover “ dello scheletro .
Il cortisolo e gli altri glicorticoli :
Ritardano la crescita del sistema scheletrico, inibiscono la sintesi proteica nei tessuti connettivi, bloccano l’attività osteoblastica , riducono l’assorbimento del calcio a livello intestinale.
La tiroxina :
Blocca la sintesi proteica nel tessuto osseo.
L’ormone della crescita :
Stimola l’accrescimento della cartilagine di coniugazione, eccita l’attività osteoblastica ed aumenta la fissazione di aminoacidi nell’osso .
Gli androgeni :
Favoriscono la mineralizzazione della trama organica dell’osso, inibiscono il riassorbimento osteoclastico. Si oppongono all’effetto catabolico del cortisolo e della tiroxina; accellerano la maturazione dello scheletro.
Gli estrogeni :
Hanno un’azione simile a quella degli androgeni. Stimolano l’attività osteoblastica, favoriscono la deposizione calcica sulla matrice organica e inibiscono il riassorbimento osteoclastico .
La calcitonina :
Prodotto dai mammiferi dalle cellule parafollicolari distribuite nel contesto della ghiandola tiroidea. Insieme alla vitamina D ed al paratormone, partecipa alla regolazione del metabolismo fosfocalcico. Inibisce la fase di riassorbimento osseo, promuove un aumento dell’escrezione urinaria di fosfato con effetto calciurico.
Vitamina D :

Favorisce l’assorbimento intestinale del calcio e riproduce a livello osseo l’azione del paratormone.
OSTEOPOROSI 

 

L’osteoporosi è una malattia metabolica dello scheletro caratterizzata da una riduzione della matrice proteica dell’osso, che risulta normalmente mineralizzata. La diminuita densità dello scheletro è una condizione non specifica che può derivare da un gran numero di cause che includono, disturbi del metabolismo minerale, del collagene, cause endocrine, alterazioni neoplastiche e immobilizzazione.
E’ un fatto noto che la percentuale di osso presente nello scheletro diminuisce con l’età, più significativamente nelle donne e nella razza bianca.
Nosograficamente l’osteoporosi si distingue in forme primitive ed in forme secondarie.
Osteoporosi primitiva. – Nell’ambito di questa possiamo distinguere una osteoporosi involutiva, che a sua volta comprende una forma postclimaterica,  una forma senile  ed una osteoporosi idiopatica.

  • L’osteoporosi primitiva idiopatica è rara nell’uomo giovane, prima dei cinquanta anni. Ha un andamento rapidamente progressivo e sembra riconducibile ad una riduzione dell’osteogenesi.
  • L’osteoporosi postmenopausale è riconducibile probabilmente alla carenza di estrogeni. Questi ultimi, infatti, più che stimolare l’osteogenesi, sembrano inibire il riassorbimento osseo direttamente, o riducendo la sensibilità degli osteoclasti   al paratormone. Sembra inoltre che gli estrogeni siano in grado di stimolare la secrezione di calcitonina. Comunque sia, l’osteoporosi postmenopausale è determinata da un aumentato riassorbimento scheletrico eccedente rispetto al processo di osteoformazione, che risulta normale o ridotto.
  • L’osteoporosi senile come quella menopausale , colpisce prevalentemente il sesso femminile, ed è più precoce nella donna rispetto all’uomo. L’eziopatogenesi di tale affezione morbosa è sicuramente multifattoriale : la riduzione dell’attività fisica, un diminuito apporto di calcio e vitamina D, turbe dell’assorbimento intestinale degli stessi, invecchiamento della funzionalità osteoblastica, nonché la concomitante carenza estrogenica nel sesso femminile.

Osteoporosi secondarie.

  • Sindrome di Cushing e  Terapia corticosteroidea protratta, entrambe legate all’inibizione esercitata dai corpi steroidei sull’attività osteoblastica ed al ridotto riassorbimento intestinale del calcio.
  • Ipertiroidismo, osteoporosi secondaria  ad un prevalente riassorbimento osseo osteoclastico;
  • Acromegalia, osteoporosi secondaria al maggior fabbisogno di calcio del paziente acromegalico ;
  • Insufficienza gonadica per carenza estrogenica
  • Diabete
  • Emocromatosi
  • Malattie dell’apparato digerente ( malassorbimento intestinale, gastrectomia , cirrosi epatica ) dovuta all’ipoprotidemia ed all’insufficiente assorbimento della vitamina D, responsabile della concomitante osteomalacia; l’osteoporosi da carenza di vitamina C, secondaria ad un deficit di formazione della matrice organica, poiché l’acido ascorbico è indispensabile per l’idrossidazione della prolina e quindi per la sintesi del collagene ;
  • Terapia eparinica protratta, causa osteoporosi legata  al potenziamento dell’attività del paratormone, delle vitamine A e D sul tessuto osseo che si traduce in un accelerato riassorbimento osteoclastico;
  • Artrite reumatoide, osteoporosi  legata alla flogosi, all’immobilizzazione, alla terapia cortisonica protratta;  
  • Immobilità, traumi e fratture, causano osteoporosi  legate ai ridotti stimoli trofico-meccanici ed al prevalere del riassorbimento osseo.

Esame di laboratorio

 

La calcemia, la fosforemia, la fosfatasi alcalina, la calciuria e la fosfaturia  sono in genere normali nell’osteoporosi senile e postmenopausale. Nell’osteoporosi senile la calciuria può essere anche inferiore alla norma.

L’immobilizzazione e l’inattività muscolare concorrono sicuramente ad aggravare un processo osteoporotico in rapporto alla mancanza dei normali stimoli che mantengono il trofismo dell’osso. Ne deriva una esaltazione dei processi di riassorbimento con possibile ipercalcemia e ipercalciuria e litiasi renale conseguente.

Nell’osteoporosi idiopatica il bilancio calcico è negativo mentre la calciuria ed il calcio fecale risultano aumentati. La calcolosi renale fosfocalcica è più frequente negli osteoporotici che nei soggetti normali soprattutto nell’uomo.

In corso di fratture patologiche risultano aumentate leggermente la fosfatasi alcalina sierica e l’idrossiprolina urinaria.

Nell’iperparatiroidismo primitivo si osservano le seguenti alterazioni : ipercalcemia, ipofosforemia, aumento della fosfatasi alcalina nel siero.

Quadro radiologico

L’osteoporosi viene evidenziata radiologicamente, allorché la perdita del calcio scheletrico ammonta al 30 – 40 %. Il quadro radiologico più frequente è rappresentato dalla cosiddetta  vertebra  “ listata a lutto “. Per il risalto della corticale nei confronti dell’ipertrasparenza dei corpi vertebrali la fragilità ossea determina un rimodellamento delle vertebre che assumono un aspetto biconcavo “ vertebra a pesce “ ( concavità dei margini superiore ed inferiore in proiezione laterale ). Si verificano frequenti fratture a cuneo “ vertebra a cuneo “ e da schiacciamento ( collasso vertebrale ). A livello delle ossa lunghe si evidenziano assottigliamento della corticale e fratture frequenti del collo del femore e dell’estremità del radio e dell’ulna.


Trattamento terapeutico dell’osteoporosi

 

BH 204 Calcium Fluoratum ( affezioni del metabolismi del calcio, osteoporosi: favorisce la formazione del callo osseo in caso di fratture; tendenza al rachitismo; fontanelle lente a chiudersi nei neonati; perdita di elasticità nei tessuti e debolezza del tessuto connettivo; indurimento delle fasce muscolari )

BH 214 Lilium ( osteoporosi pre e post climaterica; osteoporosi in età giovanile; osteoporosi della donna di tipo ormonale )
 

 

Studio su 24 pazienti
di sesso femminile affette da
Osteopenia o Osteoporosi
post-menopausale
di età compresa tra 50 e  68 anni

trattati

con i medicinali omeopatici:

BIOPH 204 Calcium Fluoratum  (2 fiale sublinguali al giorno)

+

BIOPH 214 Lilium ( 1 fiala al giorno )
nei soggetti i più resistenti al trattamento,
e/o in menopausa precoce  

Periodo di  trattamento della durata da  un minimo di 4 mesi ad un massimo di 20 mesi di cura.

I controlli sono stati effettuati prima e dopo trattamento terapeutico  mediante esami strumentali : esame M.O.C. e densitometria ossea.


 

 


Casi

Valori prima del trattamento

Valori dopo il trattamento

Incremento %

 

 

 

 

1

0,56

0,64

14,29

2

0,76

0,92

21,05

3

0,85

0,95

11,76

4

1,05

1,051

0,1

5

0,76

0,92

21,05

6

1,001

1,05

4,9

7

0,614

0,783

27,52

8

0,778

0,841

8,1

9

0,687

0,713

3,78

10

0,557

0,565

1,44

11

0,74

0,77

4,05

12

0,91

1,04

14,29

13

0,596

0,62

4,03

14

0,646

0,663

2,63

15

0,593

0,57

-3,88

16

0,797

0,815

2,26

17

0,843

0,869

3,08

18

0,878

0,826

-5,92

19

0,844

1,04

23,22

20

0,72

0,73

1,39

21

0,59

0,66

11,86

22

0,76

1,06

39,47

23

0,72

0,79

9,72

24

0,7

0,71

1,43

I valori prima e dopo  riportati nella tabella qui sopra  si riferiscono ai risultati ottenuti mediante esame M.O.C. 
Il paziente è stato sottoposto all’esame prima e dopo il trattamento con il medicinale :
BH 204 Calcium Fluoratum  2 fiale al giorno sublinguale o perlinguale.

 

Fonte: http://www.biopharmaceutici.it/Nuovo%20prontuario%20I.doc

Sito web da visitare: http://www.biopharmaceutici.it

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