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Il dorso curvo giovanile
L’evoluzione ha portato la specie umana ad abbandonare la posizione quadrupede per conquistare infine la posizione eretta in bipedia.
Questo ha comportato necessariamente per quanto riguarda la colonna vertebrale la scomparsa della unica grande curva in cifosi consentita e necessaria per lo scarico anteriore delle forze attraverso gli arti superiori ed il formarsi di una serie di cuve e controcurve di compenso, di cui due a concavità anteriore (la cifosi dorsale e quella sacrale) e due a concavità posteriore (la lordosi cervicale e quella lombare). In tal modo quindi la cifosi dorsale rappresenta i resti delle vestigia della grande unica cifosi ancestrale.
Allo stato attuale diversi studi statistici hanno mostrato come nella norma la cifosi dorsale sia in media rappresentata da 37° gradi Cobb (vedi figura) con deviazioni standard di + o - 9°, per cui angoli Cobb compresi fra i 28° ed i 46° devono essere considerati nei limiti della norma e sono perfettamente compatibili con una vita normale.
L’aumentata sedentarietà dell’uomo, la diminuzione della necessità di attività lavorative in posizione eretta e la sempre maggiore tendenza ad acquisire posture prolungate in cifosi (utilizzo del computer, lavoro d’ufficio, lavoro al banco, etc.), hanno fatto sì che la cifosi dorsale sia favorita rispetto alle altre curve, e come un ritorno al passato riemerga frequentemente. E questo non sarebbe un gran male se anche la postura dell’uomo tornasse alla posizione quadrupede normale; la necessità invece di utilizzare una biomeccanica in cui sia prevista una regolare ed equilibrata rappresentazione porta, nel caso di presenza di una ipercifosi dorsale, la conseguenza di un sovraccarico anteriore a livello dei corpi vertebrali con dolore, alle volte cuneizzazione degli stessi corpi, sofferenza delle curve sopra e sottostanti con comparsa di sovraccarichi a livello cervicale e lombare, oltre all’indubbio danno estetico.
Come per altre patologia vertebrali il momento più delicato per l’instaurarsi di un dorso curvo vero è rappresentato dalla pubertà, periodo in cui la colonna assume i connotati definitivi dell’età adulta ed è più predisposta all’aggravamento delle patologia per il rapido accrescimento cui spesso consegue una mancata robustezza dell’osso vertebrale ed uno scorretto rapporto biomeccanico con la muscolatura.
E’ quindi di fondamentale importanza una attenta monitorizzazione clinica del soggetto in via di accrescimento, in modo da identificare precocemente sia quelle forme posturali da deficit muscolare o scorretto atteggiamento che ben risentono della rieducazione motoria e dell’attività sportiva, sia le vere forme di ipercifosi con sofferenza dei nuclei di accrescimento vertebrali e inevitabilmente gravemente evolutive.
Difatti una volta avveratasi e stabilizzata la deformità ipercifotica, dopo la fine dell’accrescimento, gli interventi, anche i più importanti, non potranno in via di massima ottenere il miglioramento della curva, ma il più delle volte solo una sua stabilizzazione ed un miglioramento della sintomatologia connessa.
In protocollo del Centro Europeo della Colonna Vertebrale prevede un trattamento rieducativo libero da ortesi per le forme più leggere di ipercifosi senza compromissione strutturale dei corpi vertebrali dove le capacità di recupero attivo lasciano ancora un ampio margine di azione, ed un trattamento ortopedico conservativo per le forme gravi e strutturate capaci di evoluzione e di esitare in patologie reali nell’età adulta.
Nel primo caso dopo un bilancio clinico completo vengono identificate le strategie più adatte alla correzione dell’atteggiamento: corretta ergonomia scolastica, aggiustamento della postazione di studio e di lavoro, indicazione per l’attività sportiva effettuata o da effettuare, programma di rieducazione motoria specifica, eventuale adozione nei casi meno semplici di supporti ortesici.
Nei casi di diagnosi di ipercifosi strutturata vera, con segni radiografici di distrofia ossea di crescita, dolore, rigidità, od in caso di valori angolari Cobb della curva cifotica maggiori di 55°, viene adottato il trattamento ortopedico conservatore (T.O.C.), il cui protocollo prevede:
I risultati del TOC del dorso curvo diversamente da quelli ottenuti nella cura della scoliosi, dove tutto il trattamento mira nella media a bloccare l’evoluzione della deformità, sono molto confortanti. Infatti è possibile ottenere nella maggior parte dei casi una vera e propria guarigione con ripristino di una curvatura fisiologica.
Riportiamo i risultati del TOC dell’ipercifosi controllati a distanza minima di due anni dalla rimozione del corsetto riguardanti 207 casi e presentati al 25° Congresso di Ginnastica Media – Medicina Fisica e Riabilitazione di Firenze il 23 Marzo 2001.
Come si vede dalla tabella , oltre ai dati statistici riguardanti sesso, età, altezza, i risultati mostrano un ottimo miglioramento dell’angolazione Cobb iniziale di circa 60° in gesso. Dalla rimozione del gesso in poi la correzione diminuisce fino ad assestarsi a circa 47° a distanza di due anni dalla rimozione del corsetto ortopedico ed è sostanzialmente confermata nei 37 casi controllati a 5 anni dalla rimozione. I dati ci confortano quindi sulla possibilità, attraverso un trattamento ortopedico completo e ben condotto, di ottenere un miglioramento vero e stabile nel tempo della curva ipercifotica, a patto di intervenire in maniera efficace ed in fase precoce.
Fonte: http://www.docvadis.it/matteopennisi/document/matteopennisi/ipercifosi_e_dorso_curvo_giovanile/fr/metadata/files/0/file/1_Il%20dorso%20curvo%20giovanile%20dispensina.doc
Sito web da visitare: http://www.docvadis.it/matteopennisi
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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