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IGIENE E SANITA PUBBLICA
Metodica Epidimiologica
Epidemiologia – una branca della medicina che studia le malattie epidemiche e loro trattamento.
Epidimiologia Clinica – lo studio dei fattori diagnostici, prognostici, terapeutici e reabilitativi dei soggetti ammalati.
I principali compiti e funzioni della epidemiologia sono:
Misure della frequenza/occorrenza degli eventi sanitari
Lo studio epidemiologico, e per primo un studio di misurazione precisa dei fenomeni sanitari, e la loro interpretazione, con riferimento a fattori come tempo, luogo ecc. prima della descrizione dei calacoli, alcuni definizioni:
→ Frequenza assoluta – e lo numero di una condizione che vorremo descrivere. X esempio, lo numero dei malati di AIDS in italia. E un numero molto importante x studi epidemiologici, xche aiuta a descrivere i rapporti alla popolazione generale o parte della popolazione. X esempio, se prendiamo il numero di malati con AIDS con il numero della popolazione generale, possiamo valutare il % dei malati, e se aumenta o riduce.
→ Rapporto – il rapporto e la frazione determinato se prendiamo 2 numeri assoluti x descrivere gradi di rischio x esempio. Se abbiamo un gruppo di 20 malati, da cui 5 sono ♀ e 15 sono ♂, si puo dire che il rapporto dei malati in questo esempio e 3:1 (♂:♀). un altro tipo di rapporto e quello che descrive lo % dei malati x un certo numero determinato. X esempio, se abbiamo 50 malatti da popolazione di 2 milioni, si puo dire che il rappoto di malati e 2,5 x ogni 100,000.
→ Proporzione – e un altro tipo di rapporto, ma che viene espresso in % (esmpio da prima, 20 malati da cui 5 sono ♀ - lo proporzione e 25%).
→ Tasso – e lo rapporto tra la frequenza degli eventi che verificano in un determinato periodo di tempo e la popolazione a rischio. X esempio – il tasso di nuovi casi di tumore della mamella in italia e 117,8 casi x 100,000 abitanti x anno (il nuovo fattore qua e lo tempo).
- Tasso di mortalita
-
Tasso di mortalita neonatale
- Tasso di mortalita materna
→ Incidenza – l’incidenza e lo numero di nuovi casi di malattia che si verificano nella popolazione a rischio x un predefinito periodo di tempo. L’incidenza puo essere calcolata in 2 modi, come proporzionale di incidenza o tasso di incidenza:
→ Prevalenza – e la proporzione del numero di individui malati sul totale della popolazione considerata in uno specifico momento (prevalenza puntuale) o in un periodo di tempo (prevalenza periodale). Si differisce dalla incidenza, nel fatto che vengono in considerazione non solo i casi nuovi, ma tutti i casi.
- la prevalenza e usata principalmente x descrivere lo stato di una malattia e quindi la probabilita di averla. E usata principalmente x malattie di lunga durata (quelle breve hanno tanti ∆ al no.). la prevalenza e anche l’unico calcolo x malattie con data di insorgenza mal definita (come obesita, artrosi, AS ecc.), ed influenzata dalla incidenza (↑incidenza→↑prevalenza), e dalla durata della malattia (Prevalenza = incidenza X durata media della malattia).
Epidemiologia delle malattie infettive
E lo studio delle malattie infettive nella popolazione allo scopo di individuare ed analizzare le cause ed i fattori di rischio che determinano l’insorgenza delle malattie infettive.
Le malattie infettive sono causati da tanti tipi di μ-organismi: patogeni (μorg in grado di penetrare l’individuo, superare i mecc di difesa, moltiplicarsi e causare danno al ospite), opportunisti (μorg che causa danni solo in presenza di condizioni predisposti), commensale (μorg che norm vive sulla cute/mucose del individuo senza causare danni al ospite), residente (μorg norm non patogenico che e presente abitualmente in un distretto dell’organismo).
Primo contatto tra il agente eziologico della malattia ed l’individuo
Fase di incubazione
La Diffusione puo essere:
Fattori legati all’agente patogeno |
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Fattori legati all’ospite |
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Condizioni ambientali |
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Trasmissione orizzontale |
Trasmissione diretta |
Il patogeno trasferisce dal malato/ portatore all’ospite sano senza passare al ambiente esterno (m. sessuali) o con breve passagio nel aria. |
Trasmissione indiretta |
Il patogeno soggiorna + o - a lungo nell’ambiente esterno prima della invasione (tetano) |
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Trasmissione verticale |
Via tras placentare |
Durante la gravidanza, dalla madre al feto |
Veicoli inanimati |
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Veicoli Animati (Vettori) |
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Fattori influenzanti lo sviluppo della malattia:
Numerosi fattori influenzano lo sviluppo o meno della patologia infettiva. Questi fattori sono distinti in base alla loro pertinenza in:
Profilassi delle Malattie infettive
Profilassi – l’insieme di interventi che hanno lo scopo di prevenire l’insorgenza della malattia e la sua diffusione nella popolazione. Esistono 3 tipi di profilassi:
** la profilassi e la prevenzione delle malattie viene dettagliata piu avanti nei appunti.
Nella prevenzione del rischio biologico devono essere identificate tutte le fasi operative significativamente associate al rischio di insorgenza di una malattia infettiva. In ambiente sanitario i fattori di rischio sono:
Valutazione del rischio:
In ambiente sanitario devono essere segnalati tutti i casi di infortunio quali puntura, taglio, schizi o imbrattamenti per registrare le situazioni di rischio che indirizzano verso la prevenzione. La registrazione delle malattie nel personale è poco efficace a tale scopo.
Nella valutazione di rischio si impiegano i principi di HACCP (Hazard Analysis of Critical Control Points) che definiscono il sistema di individuazione delle situazione a rischio e la loro gestione a scopo preventivo. Si devono definire i termini di base:
Vengono definiti come punti critici di controllo (CCP) le procedure che, applicate in maniera corretta in un determinato momento dell'attività lavorativa, è in grado di eliminare il pericolo precedentemente identificato.
I pericoli dell'attività sanitaria sono prevalentemente di tipo biologico e questi pericoli possono essere facilmente identificati e diagnosticati. Il pericolo biologico viene definito come contaminazione, sviluppo osopravvivenza di microorganismi patogeni.
Il calcolo del rischio biologico è fatto con la formula R=PET dove P indica la prevalenza dell'agente infettante, E – frequenza di esposizioni efficaci (in grado di trasmettere il microorganismo), T – efficacia della trasmissione dell'agente in seguito ad una singola esposizione a rischio. Visto che non è facile agire sulla prevalenza e sulle caratteristiche del microorganismo gli sforzi preventivi devono essere concentrati sulla riduzione del numero delle esposizioni efficaci.
Di maggior interesse igienistico sono:
Virus ematici:
I virus sono efficacemente neutralizzati già dall'ebollizione:
Questi virus però sono capaci di sopravvivere a lungo su superfici organiche – 3 giorni per HCV e HIV mentre il virus B è stato trovato attivo anche dopo 180 giorni.
Il rischio di infezione varia in base al tipo di esposizione:
La probabilità di sieroconversione da una singola esposizione (inoculazione di sangue infetto) varia da virus a virus:
Le modalità più frequenti di esposizione a sangue infetto:
Dai dati epidemiologici emerge che il 2% dei lavoratori sanitari sono HBV+/HCV+, meno del 0,1% sono HIV+. Per gli operatori sanitari infetti ci sono delle limitazioni quali:
Definizione del rischio:
I microorganismi sono divisi in base al rischio infettivo per il lavoratore in 4 classi di rischio crescente. I germi del 4° gruppo sono microorganismi capaci di provocare malattie gravi per le quali non esistono efficaci presidi profilattici o terapeutici (i virus Ebola, Marburg e simili). Nel 3° gruppo sono compresi germi che possono provocare malattie gravi per le quali esistono mezzi profilattici e terapeutici, HIV è compreso in questa classe di rischio.
Il dottore è obbligato per legge di assicurare un'adeguata informazione e formazione al riguardo del rischio biologico presente sul posto di lavoro. Inoltre deve fornire adeguati mezzi protettivi e effettuare le misure preventive necessarie.
Dispositivi di protezione personale:
I dispositivi di protezione personale costituiscono una barriera contro il rischio biologico residuo eventualmente presente, comprendono:
La protezione delle vie aeree è un poco più complessa. Le mascherine oronasali chirurgiche sono fatte da TNT (tessuto non tessuto – trama di fili compressi) e offrono una buona protezione e una buona capacità di retenzione di particelle. Le classiche mascherine sono fatte di tre veli di cui l'interno è di cellulosa per evitare fenomeni irritativi, il velo centrale di materiale sintetico idrorepellente. Con il respiro i vapori permeabilizzano questo strato permettendo la colonizzazione batterica. I germi accumulatisi sulla mascherina potranno essere facilmente ingeriti. Queste mascherine sono dei dispositivi medici e non dispositivi di protezione individuale i quali sono testati per offrire una barriera efficace contro le particelle sospese. I dispositivi di protezione sono i respiratori che possono essere composti da 1,2 o 3 strati filtranti (FFP – filtrante faciale di polveri, proteggono anche da particelle minori di 2 micron). Una sottocategoria di respiratori (FFP-SL) offre anche protezione contro aerosol e nebbie organiche. Questi respiratori sono studiati per l'industria ma entrano sempre di più in uso medico e odontoiatrico. Sul campo chirurgico infetto per un'ottimale protezione dovrebbero usati i respiratori SL.
Prevenzione
Si basa su tre principi:
Possiamo distinguere da 3 tipi di prevenzione:
Prevenzione primaria:
ci sono 2 approcci possibili di prevenzione primaria:
Esempi di interventi sanitari di prevenzione primaria sono:
Gli strumenti principali della prevenzione primaria sono l'informazione e l'educazione sanitaria, nonché le vacinazioni.
Prevenzione secondaria:
Lo strumento principale della prevenzione secondaria è lo screening. Ci sono alcuni tipi di screening:
L'esame di screening per essere adatto a tale scopo deve avere alcuni requisiti quali:
Per attuare un programma di screening devono essere soddisfatti criteri relativi alla malattia e al test proposto:
Infezioni Ospedaliere e la loro prevenzione
Def: l’infezione nosocomiale o ospedaliera e un processo infettivo causato da μ-org patogeni ed opportunisti, che si manifesta in un paziente ricoverato e che non era presente, ne era in incubazione al momento del ricovero. Si deve essere manifestata dopo un periodo di tempo superiore al periodo di incubazione noto della forma infettiva in causa.
Epidemiologia - in italia, si estima che 5-8% dei pz ricoverati vengono infettati da patogeni nosocmoiali, quindi tra 450,000 e 700,000 infezioni nosocomiali x anno. Si estima che 32% di questi possono essere prevenuti. Gli infezioni nosocomiali hanno un costo sia dal punto di vista del pz e sia economico molto alto, e xcui la prevenzione ed importante.
Eziologia – vedi sotto. Ed importante notificare i stafilococchi (MRSA, MRSE) ed il pseudomonas aeruginosa, che sono molto resistenti in ambiente ospedaliero, e si presentano una problema clinica vera e grave.
Prevenzione delle malattie nosocomiali (ed altri)
La prevenzione delle malattie nosocomiali richiede un intervento globale che investe tutti i settori dell’ospedale, attraverso la collaborazione di tutti gli operatori sanitari. Come abbiamo detto prima ci sono alcuni tipi di profilassi:
Principali raccomandazioni x la prevenzione delle infezioni ospedalieri
Il CDC (center for disease control and prevention) di Atlanta (con altri istituzioni) hanno pubblicato nei ultimi 20 anni, una seria di linee guida concernenti x la prevenzione delle infezioni nosocomiali. Si raccomandano alcune azioni efficaci x la prevenzione:
Il CDC ha definito una classificazione della forza delle raccomandazioni:
Disinfezione e Sterilizzazione
E l’insieme delle tecniche di profilassi diretta che hanno lo scopo di colpire direttamente l'agente patogeno, presumibilmente eliminato dal corpo umano e presente su matrice organica.
Definizioni:
Strumentazione:
La strumentazione medica va classificata in base al rischio che il suo uso possa trasmettere agenti patogeni:
Mezzi disinfettanti:
I mezzi disinfettanti sono distinti in fisici e chimici:
Modalità di disinfezione col calore e altri mezzi di disinfezione fisica:
Calore: Considerato il mezzo più sicuro, rapido ed economico che non lascia residui. Il limite del calore dipende ai materiali termolabili su cui viene applicato il calore. Visti i vantaggi il calore è la prima scelta come disinfettante. La sensibilità dei microorganismi al calore varia con il contenuto di essi in acqua percui i virus (sopratutto quelli epatitici) sono più resistenti dei batteri e le spore sono le più resistenti in assoluto. Il calore può essere secco o umido (più efficace). Raccomandazioni di disinfezione con calore:
Incenerimento: raggiunge temperature >900°C, distrugge materiali di vario tipo ma non permette il riciclaggio. L'incenerimento viene usato nel trattamento del materiale ospedaliero potenzialmente infettante.
Aria calda: usa la stufetta di Pasteur, può essere usata su materiali termostabili (solidi o liquidi) negli ospedali non si impiega più. Siccome l'aria non è un buon conduttore di calore la disinfezione necessita di regimi lunghi:
Autoclave : calore umido - vapore a pressione: l'autoclave impiega un vapore saturo al 100% in condizioni regolabili di temperatura, pressione e tempo. Con l’↑del pressione, si cresce la temperatura di ebollizione dell'acqua e quindi si possono raggiungere temperature di vapore sopra i 100°. La saturazione del 100% del vapore è importante in quanto eventuali bolle d'aria rimaste compromettono il raggiungimento di temperature più elevate e quindi compromettono la sterilizzazione. Le moderni autoclavi hanno un sistema di generazione del vuoto. I regimi di autoclave sono:
Il funzionamento dell'autoclave è controllato da diversi sistemi:
La durata della sterilità ottenuta con autoclave dipende dalla modalità di confezionamento dello strumento:
Ebollizione: 100°C per 10 minuti ha effetto microbicida nei confronti di batteri, virus (anche epatitici) e protozoi. L'ebollizione è un metodo semplice adatto ad uso domestico. L'ebollizione è un metodo di disinfezione in quanto non vengono uccise tutte le spore.
Filtrazione: la filtrazione è un metodo molto efficiente ma di stretto impiego laboratoristico e nella preparazione di acqua potabile alla clorazione. La filtrazione riesce a trattenere anche i virus.
Radiazioni ionizzanti: i radioisotopi usati sono il Co60 e il Cs137. la sensibilità del microorganismo alle radiazioni ionizzanti è funzione del suo contenuto in DNA. In generale i batteri gram+ sono più sensibili dei gram-, la sensibilità di miceti e protozoi è identica a quella batterica mentre i virus e le spore sono più resistenti. Le radiazioni ionizzanti sono di norma impiegati nella sterilizzazione dei materiali monouso come siringhe, aghi, guanti chirurgici etc.
Raggi UV: si usano radiazioni con lunghezza d'onda di 240-280nm che non hanno un significativo potere di penetrazione e sono efficaci a distanza massima di 30-40cm dall'oggetto (agiscono mediante trasformazione biochimica delle basi pirimidiniche del DNA). Un requisito peculiare è la perfetta limpidità dell'ambiente. L'impiego principale delle radiazioni UV è nel mantenere l'asepsi di strumenti già sterilizzati. I sistemi a raggi UV non sono adatti alla disinfezione di materiali potenzialmente infettanti o contaminati da sangue o derivati.
Disinfezione con mezzi chimici:
La norma riportata nello schema accanto deriva da una norma legislativa che si applica a tutti gli strumenti usati sull'uomo ed è serve piutosto per la protezione del lavoratore.
Per cominciare a trattare la disinfezione chimica bisogna confermare che e adatto x perla disinfezione:
Visto ciò un disinfettante ideale non esiste, ma si deve scegliere quello più adatto. I fattori che condizionano l'azione del disinfettante possono essere riassunti in:
Disinfezione di livello alto, intermedio, basso -
|
batteri |
miceti |
virus |
|||
Livello di disinfezione |
vegetativi |
M. tubercolosis |
spore |
Con envelope |
Senza envelope |
|
Alto livello |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
+ |
Intermedio |
+ |
+ |
- |
+ |
+ |
+ |
Basso livello |
+ |
- |
- |
+/- |
+ |
- |
La minore resistenza dei virus con envelope deriva dall'alto contenuto di lipidi del pericapside che è facilmente aggredibile dai detergenti.
I principi attivi germicidi sono molteplici, prendiamo in esame alcuni classi più importanti da quelli di alto livello (detti anche sterilizzanti a freddo) fino a quelli di basso livello germicida:
Glutaraldeide: liquido idro- e alcool-solubile. Ha azione sterilizzante a concentrazione del 2% (perde l'efficacia sotto l'1%), ha il vantaggio di non alterare il substrato percui può essere applicato su strumenti fini come gli endoscopi. Agisce a pH basico (ma è conservata in ambiente acido) percui per la sua efficacia bisogna "attivarla" con bicarbonato di sodio. Come tutte le aldeidi ha tempo di azione lungo: 30min-1 ora per una buona disinfezione (uccide il micobatterio ma non dà la certezza di eliminare le spore), 10-12 ore di tempo di contatto per avere la sterilizzazione. La glutaraldeide è irritante e allergizzante percui il suo uso richiede guanti e lo strumento sterilizzato con glutaraldeide deve essere risciacquato al termine del processo (con acqua sterile). Secondo le normative quando il titolo scende al di sotto dell'1% la glutaraldeide va smaltita in vasche tramite l'inceneritore essendo definita agente tossico lesivo.
Aldeide formica: è un gas solubile in acqua (in soluzione acquosa prende il nome di formalina), cancerogeno. L'uso della formaldeide è attualmente molto limitato: può trovare impiego nella disinfezione terminale – disinfezione di ambienti pericolosi e altamente infettivi.
Acqua ossigenata: H2O2. Ha attività sporicida a concentrazioni maggiori del 6% ma è fortemente caustica a queste concentrazioni. H2O2 al 3% si usa nell'antisepsi di ferite: non è una concentrazione sporicida ma la schiuma di ossigeno liberata aiuta nella pulizia della ferita rimuovendo detriti e contaminanti. Le concentrazioni necessarie per una disinfezione di alto livello non sono compatibili con i tessuti umani.
Acido peracetico: la caratteristica di questo sterilizzante a freddo è la decomposizione con liberazione di acqua ossigenata (non ha impatto ambientale). L'effetto sporicida si raggiunge a concentrazioni molto basse e in tempi brevi. L'acido peracetico è impiegato per la sterilizzazione di strumenti critici (dopo la loro pulizia) e ha una buona efficacia anche su materiali organici:
Esiste una macchina sterilizzante a ciclo chiuso che impiega l'acido peracetico a 0,2% che viene messo a contatto con il materiale da sterilizzare per 12min a 50°C raggiungendo la sterilità. Il ciclo completo dalla pulizia al risciacquo richiede 40 minuti.
Ossido di etilene: gas incolore che liquefa a 10,7°C, solubile in acqua e in molti solventi organici. Agisce per alchilazione ottenendo un risultato sporicida. L'azione dell'ossido di etilene dipende essenzialmente da quattro fattori:
Non alterando il substrato è utilizzabile come sterilizzante a freddo ma il suo difetto maggiore risiede nell'essere infiammabile ed esplosivo, inoltre è dotato da una tossicità per cui il materiale sterilizzato deve essere degassificato. Negli ospedali si impiega nelle autoclavi per sterilizzazione a basso costo di materiali termolabili.
Sterilizzazione "gas-plasma": in una camera (autoclave) viene introdotto il perossido di idrogeno e viene generato un campo magnetico percui si liberano radicali liberi (sopratutto OH-) con elevatissima attività sporicida. In questi sistemi gli strumenti da sterilizzare sono confezionati in buste speciali (Taivec) che permettono la penetrazione dei radicali liberi. Con questo sistema la sterilizzazione è raggiunta a 50°C entro 1 ora e 15 minuti. Ovviamente anche per questo sistema ci sono vari sistemi di controllo tra cui gli indicatori biologici sono i più importanti.
Cloro (Cl2):il cloro in soluzione è impiegato sia per disinfezione ambientale che per la strumentazione. Il cloro è un ossidante molto efficace quando il materiale trattato è libero da materiale organico (che consuma il cloro attivo) e in questo caso raggiunge attività sporicida. In soluzione acquosa il cloro dà origine all'acido ipocloroso (HClO) che è il cloro attivo il cui titolo indicato sulla confezione è il parametro da considerare. L'HClO penetra attraverso le pareti cellulari, virali e delle spore e agisce ossidando le proteine componenti. Il cloro è vantaggioso anche sotto l'aspetto economico. Gli svantaggi dell'uso di cloro sono:
I composti clorati impiegati nella disinfezione sono vari:
Iodio: lo iodio è un eccellente microbicida, è un disinfettante di livello intermedio-alto. Lo iodio non è solubile in acqua, perciò deve essere solubilizzato in alcool – tintura di iodio che è un disinfettante molto aggressivo che non va usato su cute lesa e su mucose per la sua istolesività. L'alcool evapora laciando sulla superficie una pellicola di iodio dotata di effetto sporicida.
Gli iodofori sono composti di iodio coniugato a tensioattivi per solubilizzarlo in acqua. Queste soluzioni non sono istolesive e possono essere usati su mucose e su ferite in funzione di antisettico molto efficace ma i contenitori possono venire contaminati sopratutto da germi gram-.
Composti fenolici: sono usati come disinfettanti ambientali di livello intermedio-basso (sono attivi contro il bacillo tubercolare) e sono meno influenzati dalla presenza di materiale organico. Oggigiorno vengono usati preparati sintetici derivati dal benzene e sono di elevata purezza con meno odore sgradevole dei composti fenolici predecessori (creolina). Si mipiegano miscele (aromatizzate) di polifenoli con tensioattivi che garantiscono una distribuzione uniforme sulla superficie trattata, non sono corrosive e sono dotate di un'elevata capacità di penetrazione in materiali organici. Alcune preparazioni sono impiegate in decontaminazione dello strumentario chirurgico, altre come saponi chirurgici per le mani.
Clorexidina: agisce sia su gram+ che su gram- ma è un pricipio di disinfezione di livello basso. È un detergente usato (in soluzione alcolica) per la disinfezione della cute – detergente per le mani nelle sale operatorie. La clorexidina tollera la sterilizzazione e ci sono preparati sterili per la disinfezione di ferite, piaghe da decubito, ustioni etc.
Alcool: è un disinfettante efficace ma essendo volatile la sua evaporazione non permette di raggiungere il tempo di contatto necessario (raggiungibile solo per immersione) ed è stato bandito dagli ospedali anche per la sua istolesività e infiammabilità.
Composti tensioattivi: sono distinti in anionici, non anionici, anfoteri e cationici. I tensioattivi cationici sono detergenti disinfettanti. Sono derivati dell'ammonio quaternario che sono ottimi batteriostatici (sopratutto nei confronti dei gram+) e acquisisce caratteristiche battericide già a concentrazioni dell'1%. Le soluzioni diluite invece permettono la crescita microbica dei gram- ambientali rendendo possibile la contaminazione del contenitore. Non essendo corrosivi e non volatili i tensioattivi son di uso prevalentemente domestico.
Vaccinoprofilassi
La vaccinazione è un'importante arma della prevenzione primaria che ha lo scopo di prevenire la malattia infettiva mediante induzione di immunità specifica contro il germe patogeno.
Le strategie vaccinali hanno lo scopo di controllare ed eliminare la diffusione delle malattie infettive attraverso due meccanismi principali:
Quando si vaccina qualcuno, si riduce la probabilità che il soggetto si sviluppa la malattia, ma in oltre si anche riduce il rischio che quel soggetto si infetta altri. Quindi, si tratta di controllo + eliminazione insieme che alla fine portano al eradicazione della malattia (l’esempio classico e il vaiolo o la poliomielite).
Una malattia infettiva viene considerata eradicabile quando si presenta:
L'agente ideale per l'immunizzazione dovrebbe avere le seguenti caratteristiche:
Tipi di vaccini:
Vie di somministrazione:
Ogni preparazione vaccinale ha la sua via di somministrazione:
Vaccini combinati:
I vaccini possono essere somministrati come vaccini combinati che contengono più componenti immunizzanti. I questo modo al DTP si sono aggiunti altri tre principi (vaccino di Salk, anti-HiB e anti-HBV) per renderlo esavalente. Nello stesso modo altri vaccini polivalenti sono:
La somministrazione di più vaccini nella stessa seduta può essere denominata vaccino associato. Infatti non tutti i vaccini sono compatibili in modo da combinare un unico vaccino tutto-comprendente.
Vaccinazione post esposizione:
Questa vaccinazione terapeutica può essere realizzata per poche malattie infettive con un lungo periodo di incubazione e un breve tempo di azione del vaccino: rabbia e epatite B. Di solito il trattamento con la vaccinazione si associa ad una immunoterapia passiva con anticorpi preformati.
Reazioni avverse:
Le reazioni avverse gravi sono rare:
Sono più frequenti le reazioni locali e modeste come edema e dolore e le reazioni generalizzate quali febbre.
Legislazione vaccinale:
Attualmente sono obbligatori in Italia i seguenti vaccinazioni:
Sono invece non obbligatorie ma vivamente consigliate:
Inoltre le vaccinazioni anti-HiB e antipneumococcica sono consigliate al giorno d'oggi.
Calendario vaccinale:
Il calendario vaccinale è stato introdotto nel 1999 ed è stato successivamente modificato. Il calendario comprende le vaccinazioni obbligatorie e quelle consigliate e prevede il termine delle vaccinazioni entro la fine delle scuole d'obbligo. Il calendario corrente è riportato nella pagina seguente.
La vaccinazione anti-HBV alla nascita è prevista per neonati da madri HBV-positive in associazione con una dose di Ig specifiche. La vaccinazione antiinfluenzale è consigliata a soggetti a rischio. L'attuale vaccino antipoliomielitico è un vaccino con virus inattivato (dal 2002). La seconda dose del MPR è prevista quando la copertura vaccinale supererà l'80%.
Immunoprofilassi passiva e chemioprofilassi:
Si effettua laddove la vaccinazione non abbia senso: sopratutto nella post-esposizione.
L'immunoprofilassi passiva conferisce una protezione temporanea mediante la somministrazione di anticorpi ed è considerato un intervento d'emergenza. Le immunoglobuline usate possono essere normali (ricavate da soggetti sani) o iperimmuni che vengono usate nella profilassi post-esposizione (HBV, rabbia, tetano, morbillo, rosolia, parotite, varicella).
La chemioprofilassi post-esposizione con antibiotici o chemioterapici si effettua in esposti a varie malattie (meningite, tubercolosi). La chemioprofilassi secondaria consiste nella somministrazione di antibiotici prima della manifestazione dei sintomi clinici della malattia.
Sieroprofilassi
Def: prevenzione di una malattia infettiva, realizzata attualmente attraverso la somministrazione di gammaglobuline specifiche, un tempo con l’impiego di un siero immune per gli anticorpi in esso contenuti.
Si puo dividere l’immunità contro le malattie infettive a 3 tipi principali:
La sieroprofilassi e principalmente una immunita passiva.
Cmq, la durata di questi varia da poche settimane fino ad alcuni mesi.
Sieri immuni
Ig Umane
Malattia da siero
La malattia da siero (o reazione da siero) è una reazione avversa a un antisiero il cui meccanismo patogenetico consiste in una ipersensibilità mediata da immunocomplessi. La malattia da siero ha una notevole importanza storica, essendo stata la prima affezione a patogenesi immunitaria riconosciuta, e ha importanza teorica in quanto offre un modello paradigmatico per le reazioni patologiche da immunocomplessi, ossia aggregati di antigene (Ag) e anticorpo (Ab) in circolo.
Malattie infettive
Poliomielite
E una malattia infettiva acuta virale causata dal polio virus hominis, un virus RNA che fa parte della famiglia degli enterovirus.
4-5% malattia minore (niente sintomi SNC)
1-2% meningite asettica non paralitica
<1% - paralisi
→ Vaccino di Salk (o IPV – inactivated polio virus vaccine) – cost da virus inattivo, somm x IM. E preparato da ceppi inattivati con formolo e ultra filtrati, ed viene potenziato con passagio da Θ di rene di scimmia. Puo contenere anche antibiotici (streptomicina, neomicina ecc), e si richiede 3 dose x avere efficacia di 99%.
→ Vaccino di Sabin (OPV – oral polio virus vaccine) – preparato da ceppi originali, o ceppi che hanno passato non piu di 5 passaggi dal ceppo originale. Viene coltivato in Θ renali di scimmia, somm x OS, e contiene anche antibiotici (IDEM), ed e considerato molto efficace xche ha alta capacita di indurre la produzione di Ab contro il polio virus, ed inoltre si causa la produzione di IgA intestinali, che riducono anche la diffusione del virus.
Tetano
Una malattia infettiva acuta non contagiosa causata da un batterio anaerobio obbligato, gram +, sporigeno – il clostridium tetani.
La malattia presenta ancora casi nel mondo occidentali, pero quelli sono in declino significativo nei ultimi 50 anni, grazie alla vaccinazione (in italia – declino di 86% nei casi da gli anni 50’).
♠ la vaccinazione antitetanica viene somm tante volte sotto forma combinata DT (con vaccina antidifterica), DTaP (+ anti pertosse) e Td. Sono indicati tante volte a soggetti con ferite in rischio di sviluppare complicanze tetaniche o da altri patogeni, non vaccinati o vaccinati da lungo tempo. Sono dati in dose + alte rispetto al vaccino normale.
Epatite B
Causata da un virus DNA che fa parte della famiglia degli Hepadnaviridae.
→ Prevenzione della trasmissione perinatale.
→ Vaccinazione obbligatoria in bambini ed adolescenti.
→ Vaccinazione di determinati gruppo a rischio (conviventi e contatti con HBsAg+, tossicodipendenti, omosessuali, emodializzati, personale sanitario ecc.)
Morbillo
Una malattia infettiva causata dal morbilli virus, che fa parte della famiglia Paramyxoviridae. La malattia viene trasmessa x via aerea con goccie di saliva da un soggetto malato.
A chamber for sterilizing with steam under pressure. The original autoclave was essentially a pressure cooker. The steam tightened the lid. The device was called an autoclave (from the Greek auto, self + clavis, key) meaning self-locking.
Rosolia
Una malattia infettiva molto contagiosa, con decorso breve e benigno nel adulto e bambino, che puo essere pericolosa al 1˚ trimestre della gravidanza con danni notevoli al embrione, che possono finire in aborto, e mettono in pericolo anche la madre. L’agente eziologico e il virus Rubivirus dalla famiglia Togavirus.
Meningite meningococcica
Neisserria meningitidis è presente in 3 sierotipi – gruppi A, B e C e la loro esistenza è importante per vaccini specifici in ambienti a rischio di epidemie.
Diagnosi confermata: N. meningitidis isolato da una sede sterile
Diagnosi presunta: diplococchi gram-negativi in un fluido sterile (liquor)
Diagnosi probabile: test antigenico positivo sul liquor con un quadro clinico compatibile.
♠ Meningite da Haemofilus influenzale B - L'Haemophilus influanzae di gruppo B (HiB) è un coccobacillo gram-negativo che colpisce sopratutto in età di 1-3 anni ed è diffuso in tutto il mondo. La trasmissione è il periodo di incubazione sono sovrapponibili a quanto detto per il meningococco.
Dall'introduzione del vaccino l'incidenza della meningite da HiB è calata, per quasi scomparire negli Stati Uniti. La clinica è meno violenta e l'esito infausto è meno frequente in paragone alla MCSE. La diagnosi di certezza è laboratoristica.
La terapia si basa sulle penicilline semisintetiche o cefalosporine di III generazione in ceppi produttori di β-lattamasi. La protezione dei contatti si basa sulla rifampicina e si effettua solo in famiglie che abbiano un altro bambino che possa essere colpito (va coperta però tutta la famiglia per il rischio di infezione ping-pong).
La meningite da HiB richiede notifica (classe V). la prevenzione si basa su:
Vaccinazione: i.m. al 3°, 5° e 11° mese di vita
Influenza
Un infezione virale che colpisce prevalentemente le alte vie respiratorie, naso, gola, bronchi e polmoni. Ha durata di circa settimana ed e caratterizzata dalla comparsa improvvisa di febbre elevata, mialgia, cefalea, tosse non produttive, angina e rinite. Nella maggioranza dei casi la malattia si risolve spontaneamente entro 1-2 settimane, senza qc tp. In soggetti in rischio (bambini, anziani, immunocompressi, soggetti con altre malattie concomitanti) l’influenza puo sviluppare complicanze come polmoniti, e in alcuni casi, causare anche morte. La malattia e causata dai virus della influenza A,B,C che fanno parte della famiglia Orthmyxoviridae.
Antigenic drift (deriva antigenica) ed interessa i virus influenzali A e B. Nonostante l’immunità vasti episodi epidemici si susseguono periodicamente x la comparsa di ceppi virali che in seguito a mutazioni hanno acquisito modificazioni strutturali nelle proteine del peplos e in particolare nell’emoagglutinina.
Antigenic shift -> nel caso dei virus influenzali A, possono occasionalmente comparire nella popolazione umana stipiti virali completamente nuovi, caratterizzati da modificazioni antigeniche consistenti x il possesso di sottotipi di emoagglutinina o neuraminidasi totalmente diverse rispetto a quelli presenti nei virus precedentemente in circolazione. È la conseguenza di un fenomeno di riassortimento genomico che si verifica tra un virus influenzale A umano ed un virus influenzale A animale (che si ritiene essere il terreno + idoneo x il verificarsi di questo fenomeno, il suino). Quindi i virus influenzali A che circolano negli animali soprattutto tra i volatili domestici rappresentano un rischio potenziale x la specie umana .
Vaccinazione x Papillomavirus umano
L’HPV e un gruppo di virus a DNA, che ha proteine (E6,E7) ad attivita trasformante, che interagiscono con alcuni oncosoppresori, e sono stati identifiace come uno delle eziologie\ fattori di rischio x carcinoma del cervice uterino. Tra i diversi gruppi ci sono virus con rischio basso, intermedio e alto x causare la carcinoma (sono stati identificati 13 ceppi con capacita oncogena). Si estima che 70% dei carcinomi cervicali sono causati da i 2 ceppi piu pericolosi – HPV 16 e 18. la presenza del HPV e principalmente in donne giovane (15-25) e si scende con gli anni. Il virus causa alterazioni genetiche e morfologiche che possono sviluppare entro 10 anni a carcinoma (il tumore del cervice ha sviluppo molto lento).
Animation su la vaccinazione: http://www.youtube.com/watch?v=yxF05eaDFXI
Igiene dell’ambiente
Acqua potabili
Oltre il 96% della popolazione italiana riceve acqua potabile da acquedotti gestiti perlopiù da enti pubblici. L'80% dell'acqua potabile è ricavata da acque profonde (filtrata dagli strati di terreno) e solo il 20% deriva da fonti superficiali (acqua raccolta lontano da centri abitati). Circa un terzo della popolazione italiana non ha approvo idrico garantito e sufficiente per tutto l'anno. L'efficienza della conduzione degli acquedotti non è perfetta e viene perso circa il 10-15% dell'acqua convogliata lungo il tragitto. I punti di perdita possono costituire porte di ingresso per i germi patogeni nonché per sostanze chimiche contaminanti o tossiche.
L'accesso per trivellazione (drilling) alle acque profonde mette in comunicazione queste con le falde superficiali meno pure creando le premesse per la contaminazione delle sorgenti profonde con sostanze chimiche, spesso non biodegradabili. In sintesi, l'inquinamento dell'acqua deriva da 3 fonti:
Malattie trasmesse con acqua:
Dalle statistiche degli Stati Uniti emergono i seguenti dati riguardo alla patogenesi delle malattie legate all'uso di acqua (intesa sia come acqua da bere che acqua usata per igiene personale):
Legionella spp.: 20%. Il problema Legionella emerge chiaramente da questi dati e si tratta di acqua per usi di igiene (sopratutto docce che prevedono la nebulizzazione dell'acqua prima stagnante). Non si conoscono i fattori di suscettibilità a questo germe che può colpire anche individui apparentemente sani, salvo condizioni di immunodepressione. Sono molto pericolosi i batteri del genere Legionella in ambienti ospedalieri dove trovano un substrato comodo e spesso sono dotati di resistenze ai farmaci.
Caratteristiche di acqua potabile:
Per saggiare la potabilità di acque non di acquedotto (che subiscono comunque un trattamento di potabilizzazione), cioé acque di pozzo o di sorgenti, vengono definite sul piano chimico le caratteristiche dell'acqua:
Caratteristiche organolettiche: pH, temperatura alla sorgente, sapore, odore, colore, conducibilità (riflette il contenuto di sali) e portata della sorgente. Devono allarmare come indici di contaminazione le eventuali variazioni maggiori di portata, caratteristiche di conducibilità e altri parametri. La temperatura deve anch'essa mantenersi stabile, se ci sono oscillazioni grandi tra le varie stagioni è indice di superficialità della fonte dell'acqua.
Caratteristiche di mineralizzazione:
Residuo fisso: misura il contenuto salino totale dell'acqua. In base ad esso si fa la classificazione delle acque:
- <50mg/L: acqua minimamente mineralizzata.
- 50-500mg/L: acqua oligominerale
- 500-1500mg/L: non viene classificata essendo la norma dell'acqua potabile abituale
- >1500mg/L: acqua fortemente mineralizzata.
Durezza: la durezza riflette il contenuto in calcio (Ca) e magnesio (Mg) che danno origine al calcare precipitando come sali di bicarbonato al caldo. I depositi calcarei diventano sede comoda per il biofilm batterico. La durezza dell'acqua (entro certi limiti) non dà problemi sanitari salvo in inversione del rapporto Ca/Mg (normalmente di circa 3-4) – la prevalenza del magnesio conferisce effetti lassativi alla soluzione. Le acque dure creano invece problemi industriali (lavastoviglie, lavatrici, macchine del caffé come esempi banali) in quanto provocano concrezioni che interferiscono con la funzione del macchinario. Pertanto queste aqcue vanno addolcite tramite il passaggio in una resina a scambio ionico (contenente permutati di sodio) che lega ioni calcio e magnesio rilasciando invece ioni sodio. L'acqua addolcita in uesto modo è pertanto ipersodica. Le resine a scambio ionico devono subire un'accurata manutenzione che comprende la disinfezione periodica (con cloruro) che previene la formazione del biofilm. Ci sono altri sistemi per l'addolcimento delle acque dure che sono basati sull'osmosi inversa o sulla ionizzazione dell'acqua che non aumentano il contenuto di sodio.
Sicurezza alimentare
La ristorazione collettiva può essere suddivisa in due grandi categorie:
Ristorazione di servizio: detta anche ristorazione sociale, include le mense scolastiche, aziendali, ospedaliere e di altre collettività.
Ristorazione pubblica (commerciale): alberghi, ristoranti, trattorie, bar, gastronomie, etc.
Il maggior rischio igienico è a carico della prima categoria.
Dagli anni '40 i germi patogeni responsabili di danni alla salute connessi all'alimentazione si sono fatti più numerosi e questo fatto deve essere messo in relazione allo sviluppo di nuove strategie di conservazione degli alimenti che creano ambienti adatti alla crescita di questi cepppi patogeni.
Infezioni:Salmonelle animali: 70,8% ; Stafilococco: 3% ; Clostridium perfrigens: 1,7% ; Clostridium botulinum: 1%
Intossicazioni: Funghi: 6%; Sgombrotossina (pesce azzurro): 1% ; Biotossina algale: 0,2% ; Agente non identificato: 12%
Fonte: http://www.appuntimedicina.it/tp-downloads/igiene_e_sanita_pubblica.doc_2.doc
Sito web da visitare: http://www.appuntimedicina.it/tp-downloads/
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