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LA MODA FEMMINILE FUTURISTA di A. Cocchi
La moda futurista si manifestò alcuni anni più tardi rispetto alla pubblicazione di Filippo Tommaso Marinetti del Manifesto del Futurismo, avvenuta nel 1909 sul quotidiano parigino Le Figaro, ma introdusse comunque un cambiamento determinante per l'innovazione del costume del '900.
L'estetica futurista promossa dagli artisti italiani Balla, Boccioni, Carrà, Russolo, Prampolini, Depero, Thayath, ebbe un peso rilevante nel panorama artistico internazionale delle avanguardie del Novecento. Immediatamente il Futurismo si estese non solo a tutti i campi dell'arte, della letteratura, del teatro, della musica, del cinema, ma anche ai campi delle cosiddette arti applicate, come la grafica, la pubblicità, l'arredamento, il design, e la moda.
Dopo i più noti manifesti della pittura, della scultura, dell'architettura e il manifesto tecnico, il manifesto della moda futurista è stato pubblicato nel 1914 da Giacomo Balla con il titolo Le vetement masculin futuriste. Manifeste. Dopo l'attentato di Sarajevo il manifesto venne ripubblicato in Italia con il titolo Il vestito antineutrale che si apriva con la frase:
"glorifichiamo la guerra, sola igiene del mondo."
In tutti i campi in cui si espresse, il Futurismo tese sempre a diffondere un particolare modello di pensiero caratterizzato sia da una precisa impronta ideologica sia da una forma estetica dirompente. L'entusiasmo per la modernità esaltato attraverso i nuovi miti della macchina, della velocità, dell'elettricità e della tecnologia coinvolse anche la moda. Gli artisti quindi contrapposero a quello che Balla definiva un aspetto "desolante funerario e deprimente" del modo di vestire abituale, abiti colorati e vivaci, con effetti di asimmetria e dinamismo.
Nella publicazione del Vestito antineutrale si trovano diversi modelli, tra cui il Vestito rosso in un solo pezzo di Carlo Carrà, il Vestito bianco-rosso-verde di Umberto Boccioni, il Maglione verde e giacca rossa e bianca di Luigi Russolo.
Negli anni dopo la guerra gli artisti futuristi aprirono in diverse città italiane nuovi laboratori in cui attuarono un'ampia produzione di oggetti di arte applicata che andavano dall'arredamento, al design, alla moda.
Giacomo Balla disegnò diversi tessuti, capi di abbigliamento e accessori sia maschili che femminili, come camicie, scialli, cinture, ventagli, borse, cappelli.
Si trattava comunque di capi che esprimevano un atteggiamento anticonformista, senza la volontà di una progettazione finalizzata alla produzione industriale di serie o alla diffusione commerciale. Componente fondamentale del lavoro dei futuristi, nella moda come negli altri campi dell'arte, era la sperimentazione e l'innovazione.
A Firenze Thayath (nome d'arte di Ernesto Michahelles), sviluppando l'abito rosso di Carrà, inventò la tuta: un indumento da infilare intero, con abbottonatura davanti e cintura. che poteva essere abbinato a una giacca e un cappello diversi a seconda delle occasioni. A partire dal 1921 egli iniziò una produttiva collaborazione con l'atelier francese di Madeleine Vionnet, che durò quattro anni.
Un'altra delle più famose creazioni della moda futurista è il gilet ad assemblage, realizzato in diverse versioni da Giacomo Balla e Fortunato Depero negli anni Venti, con composizioni geometriche e colori a contrasto.
Il Manifesto della moda femminile futurista
Il 29 febbraio 1920 viene pubblicato in «Roma Futurista» [1] il Manifesto della moda femminile futurista di Volt (Vincenzo Fani) [2], estremamente significativo giacché rende definitivamente esplicito l'interesse dei futuristi per il sistema della moda femminile in quanto tale, ritenuta da Volt infatti «stata sempre più o meno futurista», cioè un «equivalente femminile del futurismo». Dice, appunto, Volt: «Basterà centuplicare le virtù dinamiche della moda, spezzando tutti i freni che le impediscono di correre, trasvolando sulle vertigini dentate dell'Assurdo». Le sue proposte sono sviluppate in tre paragrafi: «genialità», «ardire», «economia». Il primo paragrafo chiede una direzione artistica di «un grande poeta o un grande pittore» delle grandi case di moda femminile. Infatti: «La moda è un'arte come l'architettura e come la musica». Il secondo paragrafo chiede appunto «ardire» «nel portare le nuove fogge di abbigliamento». Infatti «La moda femminile non sarà mai abbastanza stravagante». Ed ecco le proposte specifiche. Anzitutto abolizione della simmetria, linee più aggressive e colori più squillanti, con uso di spirali e triangoli. Bello è quel "proclama": «Idealizzeremo nella donna le conquiste più affascinanti della vita moderna». Quanto al terzo paragrafo Volt (relativamente ad una situazione di crisi postbellica) combatte l'impiego di materiali ricchi, cioè «scarpe di cuoio e seta». «Il regno della seta deve finire nella storia dell'abbigliamento femminile». Si "proclama" perciò l'uso di «100 nuove materie rivoluzionarie» . «Noi spalancheremo le porte degli ateliers di moda alla carta al cartone al vetro, alla stagnola, all'allumino, alle maioliche, al caucciù, alla pelle di pesce, alla tela d'imbalaggio, alla stoppa, alla canapa, ai gas, alle piante fresche e agli animali viventi». Il Futurismo nella moda è stato un fulmine che velocemente (la velocità è una delle cose che più associamo al Movimento Futurista) ha illuminato il mondo dell'abbigliamento, incentivandone, in termini radicalmente nuovi, la incessante creatività.
Manifesto della moda femminile futurista di Tommaso Marinetti
La moda femminile è stata sempre più o meno futurista. Moda, equivalente femminile del futurismo. Velocità, novità, coraggio della creazione. Bile giallo-verdastra dei professori contro il futurismo delle beghine contro la moda. Per il momento, queste ultime possono rallegrarsi! La moda attraversa un periodo di stasi e di stanchezza. La Mediocrità e la Meschinità tessono ragnatele di grigio sulle aiole colorate della moda e dell'arte.
Le foggie attuali (blouse e robe chemise) cercano invano di nascondere sotto le false insegne della distinzione e della sobrietà la loro originaria povertà di concepimento. Ecclisse totale dell'originalità. Clorosi della fantasia. L'immaginazione dell'artista relegata ai dettagli e nelle sfumature. Litanie stucchevoli della santa semplicità della divina simmetria e del cosidetto buon gusto. Velleità di riesumazioni storiche. «Torniamo all'antico!» Esaurimento. Rammollimento. Rimbambimento.
Contro questo stato di cose, noi futuristi intendiamo reagire colla massima brutalità. Non avremo bisogno di fare una rivoluzione. Basterà centuplicare le virtù dinamiche della moda, spezzando tutti i freni che le impediscono di correre, trasvolando sulle verigini dell'Assurdo.
A) GENIALITA'
Occorre assolutamente proclamare la dittatura del Genio artistico sulla moda femminile contro le ingerenze parlamentaristiche della speculazione inintelligente e della routine. Un grande poeta o un grande pittore dovranno assumere l'alta direzione di tutte le grandi case di mode femminili. La moda è un'arte come l'architettura e come la musica. Una veste femminile genialmente ideata e ben portata ha lo stesso valore di un affresco di Michelangiolo o di una Madonna del Tiziano.
B) ARDIRE
La donna futurista dovrà avere nel portare le nuove foggie di abbigliamento, lo stesso coraggio, che noi avemmo nel declamare le nostre parole in libertà, contro la ribelle asineria delle platee italiane e straniere. La moda femminile non sarà mai abbastanza stravagante. Anche qui noi cominceremo con abolire la simmetria. Faremo dei decolletés a zig zag, maniche diverse l'una dall'altra, scarpe di forma colore e altezza differenti. Creeremo toilettes illusionistiche sarcastiche sonore rumorose micidiali esplosive: toilettes a scatto a sorpresa a trasformazione, armate di molle, di pungiglioni, di obiettivi fotografici, di correnti elettriche, di riflettori, di fontane profumate, di fuochi d'artifizio, di preparati chimici e di mille congegni atti a giocare ai corteggiatori maldestri e agli innamorati sentimentali i tiri più birboni e le burle più sconcertanti. Idealizzeremo nella donna le conquiste più affascinanti della vita moderna. Avremo così la donna mitragliatrice, la donna thanks-de-Somme, la donna antenna-radio-telegrafica, la donna velivolo, la donna sommergibile, la donna moto-scafo. La signora elegante sarà da noi trasformata in un vero complesso plastico vivente. Nè si tema che a questa maniera la silhouette femminile venga a perdere la sua grazia capricciosa e provocante. Le nuove forme non dovranno nascondere, ma accentuare sviluppare esagerare i golfi e i promontori della penisola femminile. Arte-esagerazione. Noi innesteremo sulle silhouette femminili le linee più agressive e i colori più squillanti dei nostri quadri futuristi. Glorificheremo la carne della donna in una frenesia di spirali e di triangoli. Arriveremo a scolpire il corpo astrale della donna collo scalpello di una geometria esasperata!
C) ECONOMIA
Le nuove mode saranno a portata di tutte le borse delle belle donne, che in Italia sono legione. Ciò che rende costoso un abito è la stoffa più o meno preziosa, non la forma e il colore che noi offriamo in dono gratuito a tutte le italiane. E' ridicolo che dopo tre anni di guerra e di penuria di materie prime ci si ostini ancora a confezionare scarpe di cuoio e abiti di seta. Il regno della seta deve finire nella storia dell'abbigliamento femminile, come il regno del marmo sta per ora tramontare nelle costruzioni architettoniche. 100 nuove materie rivoluzionarie tumultuono in piazza, reclamando di essere ammesse nella confessione della veste mulievre. Noi spalancheremo le porte degli ateliers di moda alla carta al cartone al vetro, alla stagnola, all'alluminio, alle maioliche, al caucciù, alla pelle di pesce, alla tela d'imballaggio, alla stoppa, alla canapa, ai gas, alle piante fresche e agli animali viventi.
Ogni donna sarà la sintesi ambulante dell'Universo.
Voi avete l'alto onore di essere amate da noi, zappatori-soldati all'avanguardia di un esercito di fulmini.
Fonte: http://italianidentity.weebly.com/uploads/2/1/3/4/21348774/manifesto_della_moda_femminile_futurista.docx
Sito web da visitare: http://italianidentity.weebly.com
Autore del testo: sopra indicato nel documento di origine
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