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CORSO DI MUSICA
PIANOFORTE
Gli accordi:
Per accordo si intende l’unione di più note diverse che stanno bene tra loro, suonate insieme.
Il modo migliore per cominciare è dagli accordi in maggiore. Producono un suono allegro, gioviale.
Per imparare quasi tutti gli accordi basta focalizzare i primi due: l’accordo di DO e di RE maggiore:
In entrambi i casi la prima nota dell’accordo identifica la tonalità ricercata: l’accordo in DO inizia dal DO e l’accordo in RE inizia dal RE. (1) Ma se spostiamo la forma ad esempio dell’accordo in DO maggiore usando il FA ed il SOL come prima nota, abbiamo gli accordi in FA e SOL maggiore:
Per gli accordi in MI e LA si usa la forma del RE, con prima nota quella che intona l’accordo:
Infine, una forma un po’ anomala del SI.
In tutti i casi le distanze, a partire dalla prima nota tonale sono +4 e +3 semitoni.
Anticipazioni sugli altri accordi:
Non sempre è utile far partire l’accordo dalla nota iniziale: un accordo rivolto è un accordo che sfrutta le stesse note senza però iniziare dalla tonale. Ad esempio l’accordo in SOL rivolto:
Posso ripescare il RE finale all’inizio: SOL maggiore (rivolto)
Mentre per ottenere l’accordo in minore, più triste e melanconico, vedendo l’accordo in maggiore basta spostare il dito centrale di un semitono indietro: ad esempio se si vuole il RE minore:
Sposto il centrale di un semitono: RE minore (RE FA LA)
Tratteremo questi ed altri accordi in modo più approfondito tra molto poco. Per adesso è sufficiente sperimentare i suoni degli accordi, ma soprattutto fare pratica di cambi di accordi.
Knocking on heaven’s door - Bob Dylan
È il momento di iniziare a suonare un po’ il nostro strumento. La semplicità vedremo è disarmante.
Chiunque conosce questo brano: è stato reinterpretato da Eric Clapton fino ai Guns’n’Roses.
Una canzone popolare o folk spesso usa un giro di accordi che tende a rimanere fisso.
Una volta la sequenza è SOL – RE – LA minore, una volta SOL – RE – DO. Useremo un po’ di rivolti, ma è facile. Il ritmo per ora va bene a sentimento. Ecco gli accordi per tutta la canzone:
SOL maggiore (riv) RE maggiore DO maggiore
Knock’ – knock’ Knocking on the heaven’s door …
SOL maggiore (riv) RE maggiore LA minore (riv)
Knock’ – knock’ Knocking on the heaven’s door …
NOTA: come vedremo tra poco, le battute sono quattro, perciò l’ultimo accordo si ripete due volte!
Sintassi del pentagramma:
In parallelo all’esercizio pratico è utile procedere con un po’ di “teoria”, al fine unicamente di saper almeno distinguere alcuni segni fondamentali che potremmo incontrare sui pentagrammi:
Ritmo: (dal greco ρεω = scorrere)
Un pentagramma è da leggersi come un sequencer: compiamo questa operazione anche leggendo un testo scritto: l’occhio va avanti scorrendo come un cursore riconoscendo lettera per lettera le parole.
Musica e poesia devono la loro potenza alla regolarità: certe rime avvengono ad una certa cadenza fissa, per questo le parole riescono a divertire o far riflettere l’ascoltatore.
Come nelle poesie ci sono le strofe, a determinare la metrica, andando a capo ogni tot sillabe:
E l'altro, cui pareva tardar troppo,
gridava: «Leno, sì non furo accorte
le gambe tue a le giostre dal Toppo!».
E poi che forse li fallia la lena,
di sé e d'un cespuglio fece un groppo.
Così in musica ci sono le battute, evidenziate sul pentagramma da un segno netto trasversale:
Un brano è suddiviso e costituito da più battute. Una battuta è divisa in quarti (molti gruppi prima di iniziare il brano contano:”one-two-three-four.”), ed ogni ritmo è visto come una frazione di battuta. Ora in poesia lo sappiamo, la quantità di sillabe è libera, ad esempio il sopraccitato Dante era in endecasillabo, 11 sillabe a strofa. In musica sarebbe un 11/4, undici sillabe a battuta.
I ritmi di base per iniziare sono i seguenti:
Tipico della marcia, soddisfa la battuta in due colpi (unò – duè )
Tipico del Walzer, soddisfa la battuta in tre tempi ( zum – pà – pà )
Tempo regolare, quattro tempi ( ùno – due, tre, quattro )
Indicato con una lettera unica C (completa)
La velocità con cui si legge non sempre è la stessa: immaginando una recita di un brano lungo, un racconto: alcuni passi vanno letti velocemente, altri soppesando maggiormente le parole, usando diverse voci. In ogni tratto della lettura manteniamo costante la velocità del cursore.
In musica facciamo lo stesso: il pentagramma si legge sempre procedendo con una certa velocità, ma l’andamento è indicato all’inizio tramite parole italiane quali:
Adagio: si usano toni sommessi e si suona lentamente, in modo etereo, a volte grave.
Presto: si suona veloce, caricando di dinamicità il brano, dando enfasi e virtuosismo
Allegro: è un andamento sostenuto, adatto alle danze, a portare
Maestoso: è un modo di suonare in modo austero e pesante, drammatico.
Giga, Allemanda.. : sono andamenti importati da altri paesi, stili molto particolari.
Una battuta quindi può contenere fino a quattro suddivisioni interne. Anche la durata di una nota inserita in una battuta è ragionata con suddivisioni di ordine pari:
Semibreve – occupa un’intera battuta, in modo prolungato. Vale 4 / 4
Segnata come un pallino vuoto, orizzontale. Vale metà della breve ||O|| , in disuso.
Minima – dura la metà della semibreve, una battuta ne contiene due. Vale 2 / 4
Distinto dall’uso di una stanghetta riportata a destra, più diagonale.
Semiminima – a sua volta dura la metà della minima Vale 1 / 4
Come la minima ma con il pallino annerito
Croma – dura la metà della semiminima. Vale 1 / 8
Si aggiunge un segno alla stanghetta della semiminima.
Semicroma – dura la metà della croma. Vale 1 / 16
Ogni segno aggiunto alla stanghetta diminuisce la durata.
Biscroma – dura la metà della semicroma. Vale 1 / 32
Si trova negli assoli veloci. Una battuta ne contiene ben 32!
Semibiscroma – dura la metà della biscroma. Vale 1 / 64
Nota brevissima, quasi da trillo.
Quando si vuole indicare un certo distacco tra le note si usa un simbolo che vale come una nota ma non ha un suono, bensì rappresenta una pausa. Si riportano tutte all’altezza del 3° rigo:
Semibreve – occupa un’intera battuta, in modo prolungato. Vale 4 / 4
Minima – dura metà battuta. Vale 2 / 4
Semiminima – dura un quarto di battuta Vale 1 / 4
Croma – dura la metà della semiminima. Vale 1 / 8
Semicroma – in analogia con le crome, si aggiunge un segno Vale 1 / 16
Biscroma – dura la metà della semicroma. Vale 1 / 32
Ogni virgola aggiunta indica una pausa via via più piccola.
La somma totale di note e pause deve restituire il valore di 4 / 4 ; con tale sistema è possibile riportare con precisione le sequenze di note ed i distacchi che distinguono un brano da un altro.
Altri segni
Nel pentagramma si incontrano dei segni che servono a dare espressione al brano, come gli accenti, il punto o il punto coronato. Soffermiamoci sui più importanti e ricorrenti:
Sostegno: quando la nota è seguita da un punto si indica che bisogna prolungare il suono della metà del valore della nota.
Punto coronato: posto sopra una nota o una pausa, prolunga il loro valore generalmente fino alla metà; indica anche una momentanea sospensione.
Legatura: indica che le note vanno eseguite senza distacco.
Dalla croma in giù si congiungono tra loro le sommità delle stecchette.
Accordi: si indicano come note che vanno eseguite contemporaneamente.
In chiave di violino, questi sarebbero gli accordi in DO e SOL ben noti.
Segni di espressione: forniscono ulteriori indicazioni sul modo si eseguire le note. Dall’alto sono marcatissimo, appoggiato, marcato, utili quando non esistevano registrazioni ed il brano era sempre da interpretare dalla carta.
Le chiavi:
Vengono poste all’inizio del rigo per determinare il nome delle note: il rigo cui si riferiscono assume quella determinata nota.
Chiave di SOL – o chiave di violino
Si trova sempre con l’inizio del riccio interno sul 2° rigo ed individua il SOL.
Alcune notazioni francesi la riportano al 1° rigo, che allora comunque diventa SOL.
Chiave di FA – il rigo contenuto tra i due punti è il rigo del FA.
Assume due significati a seconda del rigo in cui è riportata:
4° RIGO - di basso 3° RIGO – baritono
Chiave di DO – il rigo passante nell’incavatura centrale è il DO.
assume diversi scopi, a seconda di dove viene riportata:
1° RIGO – Soprano 3° RIGO - Contralto
2° RIGO – Mezzo soprano 4° RIGO - Tenore
Per questo corso utilizzeremo prevalentemente la chiave di violino e quella di basso, è quindi il caso di imparare a disegnare il simboli: con la matita 4F su carta bianca, poi su carta pentagrammata.
NOTA: mentre alcuni brani di musica moderna possono essere ritrovati “ad orecchio”, i brani di musica classica, anche i più semplici, hanno strutture meno intuibili e raffinatezze nascoste, pertanto richiedono necessariamente l’uso del pentagramma e dei segni quivi descritti.
Fonte: http://www.rpssrl.com/dispense/pianoforte02.doc
Sito web da visitare: http://www.rpssrl.com
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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