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CORSO DI MUSICA
PIANOFORTE
Gli accordi in minore:
Riprendiamo le forme degli accordi in maggiore della precedente dispensa. In un primo tempo e come regola pratica utile precedentemente anticipata, per ottenere l’accordo in minore, più triste e melanconico, vedendo l’accordo in maggiore basta spostare il dito centrale di un semitono indietro: ad esempio se si vuole il DO minore, ma è valido anche per FA e SOL:
sposto il centrale di un semitono: DO minore (DO RE# SOL)
Per l’altra forma, quella del RE minore, valida per il MI e il LA
sposto il centrale di un semitono: RE minore (RE FA LA)
Infine la posizione del Si minore:
sposto il centrale di un semitono: SI minore (SI RE FA#)
Per onore di cronaca riportiamo anche gli altri, sebbene sia utile assorbire la regola in primis.
Mi ninore (MI SOL SI) FA minore (FA SOL# DO) SOL minore (SOL LA# RE) LA minore (LA DO MI)
Chi suona chitarra sa bene che, dato un accordo in maggiore usando il barrè, per renderlo minore si retrocede di una tacca. Come vedremo tra breve, tutto in realtà dipende dalle scale, ma l’approccio a tale realtà mediante gli accordi è forse il modo più semplice.
Gli accordi rivolti:
Non sempre è utile far partire l’accordo dalla nota iniziale: un accordo rivolto è un accordo che sfrutta le stesse note senza però iniziare dalla tonale. Ad esempio l’accordo in SOL rivolto:
Posso ripescare il RE finale all’inizio: SOL maggiore (rivolto)
Si tratta quindi di osservare l’intera tastiera ed evidenziare mentalmente i tasti che concorrono a formare lo stesso accordo. Partendo dalle forme ad esempio degli accordi in maggiore si può rivoltare l’accordo facendolo partire non necessariamente dalla tonica, ovvero dalla nota che denomina l’accordo:
Nello schema sono riportati i rivolti “a scendere”, ma ovviamente si deve far pratica anche individuando i rivolti “a salire” verso note più alte.
Per esercizio, di ogni accordo studiato, maggiore e minore, trovare i rivolti ascendenti e discendenti.
Uso dei rivolti:
Quando si esegue un brano di musica popolare la semplicità dei cambi di accordi può portare a posizioni più comode della mano per l’esecuzione: se si sfruttano i rivolti si muovono due dita di poche tacche e si ottiene l’accordo successivo. Altre volte per rintracciare la melodia si è praticamente costretti ad utilizzare i rivolti (Es. il RE iniziale di Vasco Rossi – anima fragile)
Pentagramma - la chiave di basso:
Il piano si suona con due mani: la destra di solito si occupa della melodia e utilizza i toni più acuti, mentre la sinistra si occupa dei bassi, l’accompagnamento necessario a dare corpo alla musica.
A volte tale apporto è di una nota (Es. Beethoven – moonlight sonata) a volte sono giri di basso, altre volte sono veri accordi suonati con ritmo marcato, a volte è una melodia assolutamente a parte ma assolutamente complementare (Es. Bach – toccata e fuga in RE minore).
In generale, per distinguere le partiture tra mano destra e mano sinistra, si riportano due pentagrammi legati tra loro all’inizio da un segno di parentesi graffa. Il primo riceve la chiave di violino, in SOL, la seconda riceve una chiave in FA, sul quarto rigo, detta chiave di basso:
Si disegna con un pallino sul quarto rigo da cui parte un abbellimento grafico pseudo-semicircolare ed ulteriori due punti sullo spazio del MI e del SOL Per effetto di tale clavatura, ogni nota in tale pentagramma assume una posizione più bassa di due posizioni rispetto alla chiave di violino.
Knocking on heaven’s door su pentagramma:
Sfruttate I pentagrammi vuoti sottostanti e riportate almeno due strofe a piacere del brano studiato:
Fonte: http://www.rpssrl.com/dispense/pianoforte03.doc
Sito web da visitare: http://www.rpssrl.com/
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