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CORSO DI MUSICA
PIANOFORTE
Le scale:
Molti brani associano all’accompagnamento una parte di assolo, usando quindi delle scale.
L’assolo è un momento di liberazione espressiva per un artista, perciò diventa necessario introdurre almeno le tre scale fondamentali: maggiore, minore, pentatonica necessarie a lanciarsi in sicurezza.
NOTA: alla terza nota della scala si fa slittare il pollice dopo il medio:
si parte suonando la prima nota della scala col pollice, poi seconda e terza nota si usa l’indice ed il medio; nel frattempo si fa slittare il pollice ad occupare il quarto tasto, ripartendo con l’indice per il quinto fino al mignolo che riesce in tal modo a raggiungere l’ottava nota della scala. A ritroso, questo passaggio viene compiuto nel medesimo punto. In alcune tonalità con i tasti neri si cerca di recuperare in modo opportuno ma sempre con lo stesso metodo.
La scala maggiore:
Iniziamo dalla scala maggiore di DO, che è la più semplice poiché prende tutti i tasti bianchi.
Sono sottolineati i passaggi in cui va slittato il pollice sia a salire che a scendere:
DO – RE – MI – FA – SOL – LA – SI – DO – SI – LA – SOL – FA – MI – RE – DO
Sembrerebbe che ogni nota della scala sia distante un tono dalla precedente, ma provate a contare i semitoni: i passaggi MI-FA e SI-DO distano un semitono: non c’è il tasto nero!
Per ottenere le varie scale maggiori relative agli altri accordi, partendo sempre col pollice dalla tonica, si procede aumentando di un tono o di un semitono sempre secondo tale schema.
+1 (tono) +1 (tono) + ½ (tono) + 1 (tono) + 1 (tono) + 1 (tono) + ½ (semitono)
Ad esempio, per ottenere la scala in Re maggiore, partendo dal RE:
NOTA: Chi intravede l’accordo in RE? Gli accordi sono una porzione opportunamente armonica di una scala;
diventa quindi chiaro che durante l’esecuzione di un accordo è lecito sicuramente utilizzare le note della sua scala.
La scala minore:
Come visto negli accordi, di per se “minore” indica una flessione che la rende triste, melanconica.
A cambiare, lo abbiamo visto negli accordi, è il cambio di un semitono. La sequenza esatta è:
+1 (tono) + ½ (tono) +1 (tono) + 1 (tono) + ½ (semitono) + 1 (tono) + 1 (tono)
Iniziamo dalla scala minore di LA, che anche prende tutti i tasti bianchi.
Evidenziamo la transizioni tra maggiore e minore:
NOTA BENE: non è un caso che DO e LA minore sfruttino le medesime note: in armonia si dicono scale di tonalità enarmonica, note anche come “quinte”. Se si parte dal DO si ha l’impressione di suonare una scala maggiore, partendo dal LA invece si evidenzia la caratteristica”triste” del minore. (Es. Pink Floyd – is there anybody out there?)
Come esercizio, provare sul pianoforte le scale maggiori e minori delle 7 note.
(non è male cercare anche le scale in diesis, ed a questo punto, anche gli accordi in diesis!)
La scala pentatonica:
Nasce come un misto tra le due scale. Si può suonare su accordi maggiori o minori, ha uno spirito libero e irriverente. Vediamo quale principio sfrutta:
+1 ½ (un tono e mezzo) + 1 (tono) + 1 (tono) + 1 ½ (un tono e mezzo) + 1 (tono)
Il nome pentatonica significa “cinque note”, ma su questo schema a seconda della melodia che fa da base si possono inserire tratti di scala maggiore o di minore, creando i cosiddetti cromatismi. Tratteremo questa scala a lungo tra poco nel blues, nel jazz, nel rock, quasi ovunque.
Per ora illustriamo la pentatonica intonata in MI, che sta bene quasi su tutto:
NOTA BENE: stiamo usando le stesse distanze che intercorrono tra i tasti neri: di per se, la pentatonica in MI bemolle si suona solo sui tasti neri, se si escludono i cromatismi.
Fonte: http://www.rpssrl.com/dispense/pianoforte04.doc
Sito web da visitare: http://www.rpssrl.com
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