Strumenti musicali storia

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Strumenti musicali storia

La storia degli strumenti musicali
Le origini
L’uomo per sopravvivere ha dovuto usare con la massima attenzione tutti i suoi sensi per riuscire ad adattarsi alla natura. Fra questi, l’udito è stato uno dei sensi fondamentali per la sopravvivenza dell’uomo. La percezione acustica degli elementi naturali che lo circondavano, come lo scorrere dell’acqua, il vento, i fenomeni metereologici, le eruzioni vulcaniche, i terremoti e i versi degli animali gli hanno permesso di sviluppare comportamenti in risposta alle diverse esigenze. Tutto questo ha contribuito in maniera decisiva sul progresso dell’uomo. Come la percezione anche la produzione di suoni è stato una parte indispensabile per l’avanzamento della civiltà. Con l’evoluzione l’uomo ha iniziato a produrre suoni, quasi sicuramente la produzione vocale è stato la prima perché la più accessibile, mentre nei gesti della vita quotidiana troviamo le origini degli strumenti musicali. Ogni attività è accompagnata da suoni e rumori, essi sono indicatori di eventuali successi, basti immaginare lo strofinare di due pietre insieme che portava alla produzione del fuoco, percuotere un frutto per intuirne la maturazione o il colpo dato ad un detrito di selce faceva capire se si sarebbe staccato bene. Numerosi autori affermano che si possa far coincidere la nascita degli strumenti musicali con la produzione di suono priva di praticità e carica di un significato simbolico-rituale. Ne sono testimoni reperti archeologici che mostrano oggetti realizzati con materiale ricercato e decorati.

Le popolazioni mesopotamiche
Sono numerosi i reperti archeologici di strumenti musicali risalenti ad un periodo compreso tra il V e il I millennio a. C. ritrovati nella terre della Mesopotamia. Molti dei questi appartenenti alle popolazioni degli Assiri, Sumeri e Babilonesi. Le popolazioni mesopotamiche avevano sviluppato diversi strumenti musicali e a ciascuno di essi era attribuito un significato ben specifico e una propria sacralità, in quanto ogni strumento era assegnata una divinità. In una tavoletta risalente al 1300 a. C. è descritta una cerimonia svoltasi nel tempio di Lumha (dio della saggezza) dove il tamburo lilissu viene ricoperto da una pelle di toro. Gli strumenti più comuni erano: sistri, arpe a tracollo, tamburi, campane, campanelle, flauti doppi e semplici, trombe e cimbali. A testimonianza di questi vi sono anche diverse rappresentazioni iconografiche e sono stati ritrovati testi Sumeri riguardanti annotazioni di componenti musicali per l’intonazione i quali hanno preceduto di secoli i Greci. Altri reperti importati sono stati rivenuti presso il cimitero Reale di Ur quali: strumenti a fiato, arpe, lire e liuti. I materiali utilizzati per realizzare gli strumenti erano ossa, legno e metallo.

Gli Ebrei
La musica ebraica ha influenzato molto la nascita dei canti cristiani medievali, che si ispireranno alla recitazione cantata dei testi sacri ed all'esecuzione dei salmi. I canti ebraici in epoca biblica erano accompagnati dalla musica strumentale, purtroppo non sono stati rinvenuti strumenti o raffigurazioni di strumenti palestinesi dell’epoca, per coglierne le origini è necessario analizzare i testi biblici. Gli strumenti principali sono a corda a fiato e a percussione. Gli strumenti sono: a corda è il kinnon, a 10 corde pizzicate; a fiato lo shophàr un corno di capra o di montone, versione antica dello strumento oggi in uso nelle sinagoghe, hazozerah una tromba in metallo e l'ugabh un flauto dritto o zampogna usato nella musica profana; a percussione lo zelzelim dei cimbali e il toph tamburo a mano.

Gli Egiziani
Anche gli Egiziani come le popolazioni mesopotamiche, attribuivano gli strumenti musicali alle divinità ed erano quindi di maggior uso durante le manifestazioni religiose. Il dio Bes viene raffigurato con un’arpa in mano, con il sistro si usava richiamare l’attenzione del dio Amon verso i mortali, la tromba invece era collegata ad Osiride e il dio Thoth in alcuni geroglifici viene raffigurato come il creatore della musica. Il sistro è un sonaglio (si diffonderà anche nella cultura greco-romano), che veniva suonato in onore della dea Osiride. Inoltre si usavano anche le cetre, i crotali, i flauti e un liuto con il manico lungo. I fine nel III secolo a.C. ad Alessandria d'Egitto, nasce l’antenato dell’ organo, l’hydraulos, creato sulla base del principio dei vasi comunicanti. Attraverso raffigurazioni murali e sculture da noi considerate “fonti indirette”, possiamo constatare che gli antichi egizi utilizzavano complessi strumentali coordinati da un direttore che batteva con un bastone con andamento ritmico.

Greci e Romani
La civiltà greca sviluppatasi dal II millennio a.C. fino alla conquista romana nel 146 a.C. con la creazione di importanti città stato, è fonte di una cultura ricca e fiorente, tanto considerevole da gettare le basi della cultura occidentale e diventare un modello culturale da seguire. Greci e Romani hanno cambiato per sempre la storia degli strumenti musciali. All’interno di queste civiltà è impossibile ignorare la musica, a partire da alcuni trattati teorici che mostrano un sistema musicale ricco e articolato. Durante il periodo arcaico la musica ha una connotazione sacrale, ed è tangibile attraverso molti miti arrivati fino a noi (Orfeo, la siringa di Pan, l’àulos di Atena, la lira di Ermes). Nei poemi omerici si intuisce il nuovo modo di considerare la musica anche con funzione edonistica e ricreativa e viene usata per accompagnare i poemi durante le rappresentazioni teatrali. Inoltre i greci attribuivano alla musica vocale un valore più importante poiché legata al testo poetico e quindi più utile rispetto alla musica strumentale considerata solo un piacere per i sensi. Gli strumenti più utilizzati erano la cìtara e l’àulos. La cìtara o lira era composta da tre a dodici corde della stessa lunghezza e da una cassa armonica composta inizialmente dal guscio di tartaruga e sviluppatasi successivamente in materiale ligneo, veniva suonata con una mano o con un plettro e con l’altra mano si attenuava il suono. L’àulos era uno strumento aerofono di canna ad ancia con un suono potente simile a un oboe e poteva essere composto da una o due canne e le lunghezze ne determinavano suoni più acuti o più bassi, l’esecuzione di questo strumento richiedeva una pressione di fiato costante ed è per questo che veniva considerato inferiore rispetto alla cìtara poiché non permetteva di parlare.

Roma costituitasi tra il X e l’VIII sec. a.C. fu capitale di un dominio che nel II sec. a.C. comprendeva dall’Africa all’Inghilterra, dalla Penisola Iberica alla Mesopotamia. Dal punto di vista culturale fu fortemente influenzata dalla Grecia, conquistata nel 146 a.C. ne ereditò gran parte del patrimonio artistico e culturale, infatti la musica ha una finalità religiosa e cerimoniale ma anche ricreativa. Inoltre come nella cultura greca viene utilizzata nelle rappresentazioni teatrali e nelle cerimonie militari. I principali strumenti musicali erano il lituus corrispettivo della tromba, il cornu o bùccina uno strumento a fiato lungo più di tre metri che veniva appoggiato a una spalla grazie all’asta fissata al centro, la tibia uno strumento simile all’àulos ad ancia doppia, lo scabellum un tamburo che veniva percosso con i piedi e l’hydraulis un organo a pressione d’aria compressa basato sul principio dei vasi comunicanti.

Il Medioevo
Con la caduta dell’impero romano nel 476 d.C. il cristianesimo si radica e si diffonde, apportando numerose inversioni di marcia in ambito sociale e culturale. La storia degli strumenti musicali cambia radicalmente: la musica non è più considerata un arte, bensì è un supporto liturgico. Si ha un assoluto predominio della voce, i riti religiosi sono accompagnati da canti che invocano la preghiera dando vita a quello che verrà chiamato canto gregoriano. La musica strumentale diviene una esclusiva profana. Solo dopo l’anno 1000 viene considerata arte, e si diffonde anche nelle corti con l’invenzione di danze. In questo periodo gli strumenti di spicco sono: la ghironda, un cordofono le cui corde sono messe in vibrazione dallo sfregare di una ruota messa in moto attraverso una manovella; la viella e la ribecca, strumenti a corda molto simili, ma con la differenza che la seconda ha un fondo bombato e i piroli sono disposti lateralmente.

Il Rinascimento
Con l’avvento del Rinascimento si ritorna ad una visione antropocentrica e si ha una rinascita delle arti. Il discostamento dal cristianesimo lascia più spazio all’arte che ormai trova casa nelle corti dei nobili. Grazie ai commerci tra nord e sud Europa e al progresso delle tecniche di costruzione degli strumenti musicali viene favorita la nascita e la diffusione di alcuni strumenti musicali diretti antenati di quelli attuali come: strumenti ad arco, prototipi di violino; organi a mantice, organi con meccanismi simili a quelli attuali; trombe e corni; liuto, uno strumento a corde composto da un manico sul quale l'esecutore preme con le dita le corde e da una cassa armonica; clavicembalo, uno strumento a corde pizzicate tramite tastiera.

Il Barocco
Uno dei periodi più interessanti per la storia degli strumenti musciali è senza dubbio il barocco. Durante il periodo barocco la musica strumentale acquista una sua autonomia divenendo indipendente grazie all’affermarsi di diverse forme musicali puramente strumentali come: la sonata, il concerto grosso, il concerto solista, la suite e la fuga. Per la prima volta i compositori introducono sulle partiture annotazioni sugli strumenti musicali per le singole sezioni. Il clavicembalo vive in questa epoca il suo maggior momento di fortuna, si afferma divenendo un sostegno armonico. Le tecniche degli strumenti progrediscono notevolmente grazie ai grandi liutai cremonesi e bresciani. Si deve alle famiglie di liutai l’invenzione del violino, nato inizialmente presso la bottega di Gasparo De Salò, perfezionato dalle famiglia Amati e Guarnieri e in fine ultimato da Antonio Stradivari che ne diede una forma e una dimensione ideale.

Tra il XVIII e XIX secolo
Nel 1700 con la diffusione delle idee illuministe, la musica prese la direzione verso l’equilibrio ispirandosi all’arte classica. In questo periodo ci fu un grande cambiamento per la storia degli strumenti musicali. Si ampliarono le vedute nei riguardi della musica strumentale, nacquero infatti le sale da concerto guidate da società filarmoniche, ideate appositamente per l’esecuzione di musica strumentale. Nacquero inoltre nuovi generi destinati alla produzione strumentale come la sinfonia e il quartetto d’archi. Gli strumenti di spicco di questo secolo sono il clarinetto e il pianoforte nato nei prima anni del 1700, strumento in grado di produrre suono attraverso la percussione di corde con appositi martelletti azionati per tastiera. Il 1800 è caratterizzato dall’influenza delle idee del Romanticismo e nascono forme brevi e più libere per pianoforte, per esprimere in maniera immediata le emozioni . In questo secolo il pianoforte è lo strumento più usato tanto da divenire simbolo della musica romantica. Il belga Adophe Sax studiò gran parte della sua vita gli strumenti a fiato, inventò dispositivi per apportare migliorie nell’uso di questi strumenti. Dopo aver studiato a lungo i clarinetti, Sax costruì un prototipo di strumento che univa l'imboccatura ad ancia del clarinetto e il corpo dell'oficleide, uno strumento di forma conica che racchiudeva in sè il sistema di chiavi simile al clarinetto, all'oboe ed al flauto creando così un ibrido molto simile al attuale sassofono.

Il XX secolo
I grandi traguardi tecnologici raggiunti ormai in questo secolo, rivoluzionano l’idea di musica precedente. Da qui la storia degli strumenti musciali prende una nuova strada. Il nuovo concetto introdotto è quello della musica elettronica. Il primo strumento elettrofono di cui si può parlare compare alla fine dell'Ottocento, il singing arc: uno strumento elettronico munito di tastiera che sfruttava il ronzio dei sistemi di illuminazione in uso. E’ solo nei primi anni del 1900 che nascono gli strumenti elettrofoni più rilevanti, i quali si faranno strada verso un progresso che coinvolgerà tutto il mondo nel corso del secolo. Uno di questi è il Theremin, prodotto nei primi anni ‘20 , un elettrofono privo di interfaccia fisica di controllo che usa un difetto dell'oscillatore a battimenti, secondo cui all'avvicinarsi o allontanarsi di un corpo, questo cambia la sua frequenza di oscillazione. Tramite il movimento delle mani dell'esecutore attorno alle due antenne è possibile stabilire altezza e intensità di un suono caratteristico dello strumento tutt’ora in uso. Adolph Rickenbacker negli anni ‘30 realizzò il primo dispositivo elettronico in grado di trasformare le vibrazioni delle corde in impulsi di tipo elettrico ed iniziò ad applicarlo ai normali strumenti acustici: gettò le basi per la chitarra e il violino elettrico. Con la diffusione dell’elettronica molti approfondirono la produzione di suoni derivanti dalle nuove tecnologie, ma a causa dei costi delle apparecchiature fino agli ’60 rimase una pratica per pochi. Con l’introduzione di macchine per la produzione di strumenti musicali elettronici avvenuta a partire dagli anni ‘70, tali strumenti divennero di uso comune.

 

Fonte: http://altiebassi.weebly.com/uploads/2/5/3/7/25371904/gt.docx

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