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L’ hip hop italiano è un genere musicale adottato sulla falsa riga della musica hip hop, nata negli USA durante gli anni ’70 e diffusasi poi a livello internazionale. Già nel 1987 un dj italiano incide il suo primo disco: “Jovanotti for president”, non si può parlare di un vero e proprio lavoro hip hop, ma i testi sono interpretati “rappando” in inglese i contenuti volutamente leggeri. Jovanotti è il primo ad incidere un rap cantato in italiano che scala la classifiche.
All’inizio degli anni ’90 nacque il movimento delle “posse” (termine inglese che significa gruppo), che si sviluppò principalmente nell’ambito dei centri sociali, i quali trovarono in questo stile un mezzo per poter esprimere le proprie opinioni e diffonderle. Seguì un periodo molto prolifico, nel quale emersero personaggi come Frankie hi-nrg mc e Assalti frontali, tuttora in circolazione. Questa voglia di comunicare lasciò il posto a produzioni più accurate, dove non bastava più inventare qualche rima, ma era fondamentale la ricerca di uno “stile”.
I gruppi più significativi di questo periodo sono gli Otr e i Sangue misto. Questi ultimi elaborarono un rap cupo e ossessivo, estremamente personale, tanto che il loro disco “SxM” conquistò il titolo di disco italiano più importante di questa cultura.
Comincia così quella che viene definita la “Golden Age” del rap italiano. Protagonisti di quest’epoca sono indubbiamente Neffa, dj Gruff, Kaos one, Esa e più in generale i messaggeri della Dopa; questi ultimi danno vita all’associazione culturale Zona Dopa, con la quale si promuovono tantissime manifestazioni e jam in tutta Italia.
Di quegli anni è anche l’esplosione degli Articolo 31, spesso criticati e considerati fuori da quest’ondata perché troppo “commerciali”, e portatori di messaggi spesso disimpegnati.
Impossibile da dimenticare quell’ometto tondo, non troppo alto con la camicia leopardata…un super cafone: Er piotta.
Dopo un periodo di stanchezza di circa due anni, nel 2006 diversi artisti riescono ad ottenere un contratto discografico con delle majors: Mondo Marcio, giovane rapper milanese e Fabri Fibra, apprezzato e contestato “artista” di Senigallia, ma anche i romani cor veleno e amir. Mentre questi ultimi non hanno riscosso molto successo, se non tra gli appassionati del genere, Mondo Marcio e Fabri Fibra ne hanno riscosso molto… se non troppo.
Mondo Marcio proviene dal quartiere meneghino di Porta Vittoria, suo padre è uno dei più noti avvocati della Lombardia. Gianmarco, questo il suo vero nome, ha frequentato il liceo classico a Milano
Nel maggio del 2004 è uscito il suo esordio ufficiale “Mondo Marcio”, apprezzato dall’underground italiano. Nei suoi testi, continuamente accenna ad un mondo marcio, in cui la gente viene etichettata come i suoi marci, e di marci ce ne sono parecchi visto che l’album ha superato le 40.000 coppie vendute, diventando disco d’oro.
Ma adesso raga… “applausi per FIBRA, applausi, applausi”.
Il rapper ha iniziato la sua carriera incidendo il primo brano a diciassette anni. Il rap di Fibra, ricco di intrecci lirici e metrici, riscuote un discreto successo tra i cultori del genere, rendendo Fabri Fibra uno dei rapper più importanti dello scenario italiano. Nel 2002 esce il suo primo album da solista intitolato: “Turbe giovanili”. Che non sia un’ autobiografia, vista la sua faccia? Esce il 4 aprile 2006 il singolo-tormentone “Applausi per Fibra”, tratto dall’ album “Tradimento” che ottiene un clamoroso successo commerciale entrando nella prima posizione nella classifica delle vendite.
Questo lavoro solleva critiche per il linguaggio esplicito, la disinvoltura nell’affrontare argomenti provocatori, come la violenza e la droga, oltre che lo scarso rispetto per la donna contenuto nei testi.
Fonte: http://www.larapedia.com/musica_dalle_origini_del_rap_fino_a_Fabri_Fibra/dalle_origini_del_rap_fino_a_Fabri_Fibra.html
Sito web da visitare: http://www.larapedia.com
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