I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
MIO FIGLIO VA ALLA SCUOLA DELL’INFANZIA
Consigli pratici per i genitori
Riadattamento della guida “Per la nuova scuola dell’infanzia” – C. Signorelli ed.
Paure, ansie, dubbi, gioie e soddisfazioni che provoca questo evento
La riflessione
Andare alla scuola dell’infanzia è un evento eccezionale nella vita del bambino.
Perché un genitore vive con ansia il momento dell’ingresso del figlio alla scuola dell’infanzia?
Perché un genitore è convinto di mandare il figlio alla scuola dell’infanzia?
Nella professione di genitore spesso certezze e dubbi si accavallano: da una parte siamo contenti che il nostro bambino faccia questa grande esperienza, dall’altra abbiamo paura che non si trovi bene, che soffra e che resti senza la nostra protezione.
L’azione positiva
Qual è il nostro contributo per aiutarlo a superare questo primo passo?
<<Sei fortunato, solo i bambini grandi come te possono andare a scuola!>>
<<Capisco che ti trovi in un posto nuovo e forse non proprio a tuo agio, ma hai la fortuna di conoscere tanti bambini e giocare con qualcuno di loro.>>
<<E poi…ci sono le maestre che si prendono cura di te quando mamma e papà non ci sono.>>
E’ consigliabile farsi vedere contenti e pieni di entusiasmo per questa esperienza nuova, anche se dentro di noi non è proprio così. Dare fiducia al bambino significa essere certi che ce la può fare a superare un momento difficile, e questa fiducia va soprattutto a suo vantaggio. Il bambino non deve sentirsi allontanato da noi.
Le sue esigenze
Se conosciamo nostro figlio, sappiamo che ha bisogno del suo tempo per inserirsi a scuola.
Rispettare il suo tempo. Come?
Perché…”se la mamma parla bene, io mi posso fidare”.
Se il bambino è sereno, è disposto ad accettare quello che “il nuovo mondo” (la scuola) gli propone.
Atteggiamenti sì
Atteggiamenti che aiutano il bambino a superare questo momento:
Atteggiamenti no
Atteggiamenti che portano insicurezza al bambino:
E ancora…
Non fate tragedie se torna a casa con un graffio sul viso o col vestito sciupato: sono incidenti da prevedere nel…programma. Se rivela qualche difficoltà di inserimento, l’insegnante ve ne metterà al corrente per cercare insieme una soluzione al problema.
Qualora vostro figlio abbia bisogno di seguire una dieta particolare informatene l’insegnante e provvedete a fornire il certificato medico: saranno prese le misure necessarie per tutelare la sua salute.
Se non ci sono problemi lasciate che mangi tutto ciò che il menù della scuola prevede, non rimpinzatelo con patatine o dolciumi che gli farebbero più male che bene. Non abituate il bambino a portare a scuola caramelle: fra i suoi compagni potrebbe esserci qualcuno che soffre di allergie!
A scuola ogni bambino ha bisogno di correre, giocare, sperimentare con i compagni: dategli la possibilità di farlo senza ricevere danno alla salute…vestitelo con abiti semplici, pratici e sovrapponibili (è utile che anche d’inverno abbia una maglietta a manica corta sotto la felpa e il grembiule, in modo che si possa spogliare se ha caldo).
Sarebbe buona abitudine aiutarlo ad andare a letto presto: dopo una giornata di intensa attività ha bisogno di molto riposo. Nessuno ha mai calcolato quanti chilometri fa un bambino in un giorno!
Se notate che ad un certo punto non vuole più andare a scuola, o ci va malvolentieri accampando tutte le scuse possibili, certamente è successo qualcosa a casa o a scuola, indagate accuratamente: il motivo c’è senz’altro. Se è il caso, parlatene con l’insegnante per richiedere informazioni sull’inserimento del vostro bambino nel gruppo degli amici, sulla sua capacità di fare amicizia, sulle difficoltà emerse. Spesso i bambini offrono delle sorprese circa il loro comportamento: a casa si comportano in un modo, a scuola in un altro.
Vivendo quotidianamente con gli altri coetanei provenienti da ambienti familiari diversi, è facile che vi “porti a casa” parolacce e gesti che non apprezzate: sappiate adeguare i vostri interventi alla sua età e alla sua capacità di comprendere, evitando punizioni e minacce spropositate.
Quando a casa fa i capricci non ditegli che presto la scuola e le maestre lo costringeranno ad essere buono. Penserà ad un luogo tipo “castello delle streghe” anziché ad un ambiente in cui si vive serenamente in compagnia di tanti bambini come lui. Chiedete se desidera parlare di ciò che è successo a scuola: questo vostro interessamento lo convincerà che gli siete vicini anche quando non è con voi e andrà più volentieri a scuola.
Tutto quello che è stato scritto fin qui riguarda entrambi i genitori. Per l’educazione del bambino sono necessari la presenza e l’interessamento della madre e del padre.
Per approfondire…
☻Thomas Gordon, GENITORI EFFICACI. Educare figli responsabili, ed. La Meridiana
☻Daniele Novara, IL GENITORE CHE ASCOLTA. La funzione educativa dei padri e delle madri nella costruzione dell’autonomia dei figli e delle figlie, ed. Berti
☻John Gottman, INTELLIGENZA EMOTIVA PER UN FIGLIO, ed. Bur Rizzoli
☻Ashia Phillips, I NO CHE AIUTANO A CRESCERE, ed. Feltrinelli
☻Roberta Giudetti e Michela Eccli, SEMPRE CAPRICCI? Storie “psicologicamente corrette” da leggere insieme ai bambini, ed, Erikson
Fonte: http://nuke.up3m.org/LinkClick.aspx?fileticket=mBYqRHShP4E%3D&tabid=69&mid=545
Sito web da visitare: http://nuke.up3m.org/
Autore del testo: indicato nel documento di origine
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