I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
Cacciamani – Psicologia per l’insegnamento
Queste teorie introducono due problematiche essenziali nella psicologia dell’educazione:
Per lungo tempo è stato il punto di riferimento degli psicologi dell’educazione perché studio l’apprendimento
Nasce nel 1913 negli USA con Watson che vuole fondare una nuova disciplina:
In questa prospettiva il comportamento è determinato in modo casuale dall’ambiente (che presenta degli stimoli a cui l’individuo risponde)
L’apprendimento è considerato il processo di creazione di associazioni stabili tra le risposte degli individui e gli stimoli del loro ambiente. Il compito della psicologia diventa quello di individuare le condizioni che permettono l’apprendimento, rispondendo a tre domande:
Primo comportamentismo: Visione passiva dell’individuo
Condizionamento classico (Pavlov, Watson)
Neocomportamentismo (anni ’30): visione attiva dell’individuo
Condizionamento operante (Skinner)
Applicazioni in campo educativo
La traduzione in campo educativo più famosa dell’approccio comportamentista è conosciuta come Istruzione Programmata, che si basa su alcuni principi:
L’insegnante quindi struttura il lavoro in classe in una sequenza di microunità di insegnamento. In ogni unità sono presenti tre elementi:
Attenzione alla definizione dei comportamenti (misurabilità ed osservabilità)
Imitazione di modelli efficaci
Limiti: (a) poca attenzione ai contenuti disciplinari e ai metodi didattici specifici; (b) il comportamento da apprendere è separato dal contenuto disciplinare; (c) poca attenzione all’uso del linguaggio e della comunicazione in classe;
Il cognitivismo
Si sviluppa a partire dagli anni 50 negli USA assumendo una posizione critica verso il comportamentismo
Valore scientifico dello studio della mente à Metafora del computer
Prende il nome di HIP (Human Information Processing – Teoria dell’elaborazione dell’informazione) à interesse ai processi mentali
Non è un approccio omogeneo à schiera di studiosi con in comune l’interesse per i processi cognitivi e che utilizzavano la metafore del computer
L’attività di conoscenza è una serie di elaborazioni di informazioni
Input à sensi à attenzione à decodifica à rappresentazioni mentali à output
Distinzione tra vari tipi di conoscenze
Conoscenze dichiarative (sapere) à conoscenze su un oggetto
Conoscenze procedurali (saper fare) à conoscenze sul modo di usare un oggetto
Tematiche di interesse
Processi di lettura (decodifica, comprensione)
Modelli di calcolo aritmetico
Processi di soluzione dei problemi
Strategie di memorizzazione e di studio
Il tentativo è di stabilire il profilo dell’esperto elaboratore di informazioni (o conoscitore di strategie)
Molta attenzione alle differenze individuali: ogni soggetto è caratterizzato da un suo stile cognitivo, da una tendenza a prediligere alcuni modi di elaborare le informazioni piuttosto che altre. Ad esempio:
Percorsi differenziati e strategie specifiche in relazione allo stile cognitivo
A partire dagli anni 70 comincia a diffondersi l’interesse per la metacognizione (conoscenza del proprio nodo di conoscere – Cornoldi, 1995)
Flavell e Wellman (1977) elaborano un modello che prevede 4 tipi di conoscenze metacognitive:
La Brown elabora un altro modello (1978) che distingue tra diversi tipi di processi di controllo metacognitivo che svolgono una funzione di regolazione in corso d’opera dell’attività cognitiva:
A partire dalla metà degli anni 80 una serie di studio evidenzia l’importanza dei fattori affettivi e motivazionali anche nei processi metacognitivi:
- stile attributivo (tendenza ad attribuire all’interno o fuori di sé le cause di un fallimento o un successo)
- motivazione ad utilizzare un comportamento strategico
- autostima
Applicazione in campo educativo
Tentativo di facilitare l’acquisizione di processi cognitivi adeguati e strategie efficaci per affrontare i compiti scolastici
Programmi per migliorare la metacognizione ed aumentare la motivazione ad apprendere
Due filoni di interventi educativi:
Nell’ottica metacognitiva un ambiente di apprendimento si caratterizza per tre condizioni:
La teoria di Piaget
Sviluppo cognitivo come forma di adattamento
Nello studi dell’intelligenza distingue tra aspetti funzionali e strutturali
2 aspetti funzionali (invarianti funzionali)
- tendenza all’organizzazione (la nostra mente si organizza nel tempo, costruisce strutture cognitive che le permettono di agire sempre più efficacemente sulla realtà, dagli schemi alle operazioni)
- tendenza all’adattamento (assimilazione e accomodamento)
Le strutture cognitive vengono modificate dal soggetto nel corso del suo sviluppo secondo una sequenza non modificabile ed universale
Periodo sensomotorio
Periodo preoperatorio
Periodo operatorio concreto
Periodo operatorio formale
Applicazioni in campo educativo
L’applicazione ai contesti educativi non è univoca (Piaget non si è occupato molto di questo tipo di problema)
Un ambiente di apprendimento costruito in prospettiva piagetiana pone attenzione a tre aspetti:
relativamente alla sequenza, la teoria piagetiana è stata spesso interpretata come una teoria che definisce ciò che un bambino è pronto o meno ad imparare à l’insegnante in questo senso deve individuare lo stadio di sviluppo raggiunto dall’allievo, attraverso il colloquio, l’osservazione e le prove per poter progettare un intervento efficace à deve seguire il ritmo dei cambiamenti dei bambini
influenza pure sui contenuti: vengono privilegiati i contenuti legati alle scienze ed alla matematica per fare acquisire i concetti logico-matematici. Solo in tempi più recenti si sono rivalutati altri contenuti_ giudizio morale, aspetti economici e politici, relazioni sociali
interesse verso le strutture cognitive sottostanti le prestazioni e i comportamenti à la messa in atto di un comportamento adeguato davanti ad una prestazione non presuppone una reale comprensione della situazione
metodologia: ruolo fondamentale dell’autoscoperta e dell’apprendimento attivo à lo studente manipola oggetti concreti per risolvere problemi o discute con altri compagni ipotesi ed esiti di esperimenti condotti insieme
conflitto cognitivo tra dati dell’esperienza e convinzioni del soggetto
Approccio socioculturale (Vygotskij)
Tre aspetti principali:
(1) teoria dello sviluppo cognitivo che riguarda quattro ambiti:
- dominio filogenetico (sviluppo della specie)
- dominio storico-culturale (sviluppo storico e culturale dell’umanità)
- dominio ontogenetico (sviluppo del singolo individuo)
- dominio microgenetico (sviluppo del singolo processo psicologico)
quando si parla di sviluppo del singolo individuo si deve tenere conto degli altri livelli
(2) Ruolo degli strumenti
Lo sviluppo consiste in una crescente capacità di dirigere e controllare il comportamento, tale padronanza è resa possibile dall’emergere di nuove forme e funzioni psichiche e dall’uso di segni e strumenti
differenza tra funzioni psichiche elementari e naturali (biologiche) e funzioni psichiche superiori e culturali (apprese, si servono dei segni e strumenti)
differenza tra strumenti e segni
strumenti e segni sono prodotti di una cultura che dà una forma particolare alle attività e alle interazioni sociali (es. posta elettronica)
(3) Legge genetica generale dello sviluppo culturale:
ogni funzione psicologica appare due volte nel corso dello sviluppo (interpsicologico à intrapsicologico)
L’interiorizzazione delle funzioni avviene attraverso l’interazione con la persona più competente (adulto) in quattro fasi:
Applicazioni in campo educativo
Vygotskij si oppone a Piaget à lo sviluppo non ha il primato sull’apprendimento, ma l’apprendimento può precedere lo sviluppo
Zona di sviluppo prossimale
Scaffolding: processo attraverso il quale vengono forniti aiuto e guida necessari per risolvere problemi che vanno oltre le capacità di chi apprende
Il livello di supporto deve decrescere progressivamente (fading)
Importanza dell’interazione sociale sull’apprendimento
Apprendistato cognitivo à le abilità devono essere praticate nel loro contesto naturale d’uso
Due differenze con l’apprendistato classico:
la conoscenza è situata nei contesti in cui la elaboriamo, non può essere appresa se staccata artificiosamente da essi à nei contesti reali il rapporto tra simboli che usiamo per rappresentare le conoscenze, gli oggetti e i significati che essi rappresentano viene mantenuto
la conoscenza è distribuita tra le persone e negli strumenti che le persone utilizzano nello svolgimento delle attività
all’interno di un contesto di apprendimento la competenza (expertise) relativa ad un determinato oggetto di studio si può considerare distribuita tra persone diverse (insegnanti e studenti), differenti fonti di informazione, strumenti tecnologici e interlocutori anche esterni alla scuola
ciascuno può sviluppare e approfondire le proprie conoscenze interagendo con soggetti più esperti o riferendosi a fonti informative diverse, dentro e fuori la classe
ridefinizione del ruolo dell’insegnante à diventa simile al coordinatore di un laboratorio di ricerca: guida il lavoro, lo monitora, sostiene le attività degli studenti, favorisce lo svolgimento di ragionamenti collettivi su problemi reali anche mediante tecnologie diverse
Cap. 2. Le teorie più recenti sull’apprendimento
Jerome Bruner
Comincia negli anni 40 negli USA
Anni 50-60 à interesse per lo sviluppo cognitivo e per l’educazione
Cerca di integrare l’approccio di Piaget con quello di Vygotskij
Ipotizza l’esistenza di tre sistemi di rappresentazione della conoscenza:
questa suddivisione ricalca la successione stadiale di Piaget
tali sistemi di rappresentazione sono strettamente legati e interdipendenti à non esiste una relazione gerarchica tra le forme di pensiero (al contrario di Piaget)
Attribuisce un ruolo molto importante alla CULTURA
il processo di crescita dell’individuo prevede l’interiorizzazione dei modi di agire, di immaginare e di usare i simboli che esistono nella sua cultura, veicolati da strumenti che rappresentano degli amplificatori dei suoi poteri
Applicazioni in campo educativo
È stato un punto di riferimento per la psicologia dell’educazione e la pedagogia italiana (stesura dei programmi della scuola media del 1979 e della elementare del 1985)
La scuola deve insegnare a pensare: le diverse discipline non sono un insieme di informazioni che gli insegnanti devono trasmettere e gli studenti memorizzare, ma linguaggi per leggere la realtà, strumenti per agire su di essa e idee fondamentali che ne costituiscono il nucleo centrale e sono allo stesso tempo abbastanza semplici da poter essere apprese da studenti più giovani, se esemplificate (es. regolo per le procedure di calcolo)
L’insegnante deve partire dal presupposto che di ogni capacità o conoscenza esiste una versione adeguata che può essere impartita ad ogni età
L’insegnante deve portare lo studente a pensare per proprio conto attraverso le categorie tipiche di una disciplina à l’attività didattica non deve essere incentrata solo sulle conoscenze disciplinari, ma soprattutto sulle procedure che permettono di produrre le conoscenze (metodo sperimentale per le scienze, ricostruzione della storia, ecc.)
Nel 1997 Bruner introduce 4 criteri fondamentali per costruire ambienti in cui l’apprendimento sia significativo:
è molto importante adottare un approccio per problemi che guidi lo studente verso la costruzione di conoscenza in quel particolare ambito del sapere
2. Gardner e le intelligenze multiple
Riprende il discorso di Bruner e concentra l’attenzione sui sistemi simbolici (insiemi di simboli che usiamo in ogni ambito di sapere nella nostra cultura à notazione musicale, linguaggio di programmazione, ecc.)
Critica all’approccio psicometrico allo studio dell’intelligenza à l’intelligenza viene considerata una facoltà unitaria che può essere misurata attraverso test, che attribuiscono punteggi di quoziente intellettivo (QI) e permettono quindi di confrontare tra loro gli individui
Anche Piaget vedeva l’intelligenza come una funzione generale: universale nel modo di svilupparsi e unitaria nei vari ambiti di conoscenza
Questi aspetti sono stati sottoposti a critiche da diversi ricercatori à anche lo stesso Piaget (decalage)
Gardner formula una definizione di intelligenza intesa come “capacità di risolvere problemi o creare prodotti che sono apprezzati all’interno di uno o più contesti culturali”
Egli arriva a sostenere che gli esseri umani dispongono di otto intelligenze:
L’uomo realizza le proprie migliori prestazioni quando utilizza il sistema di simboli e le procedure a lui più congeniali
A differenziare gli individui sono le particolari caratteristiche di queste intelligenze e i modi in cui esse vengono chiamate in causa e combinate tra loro per portare a termine i vari compiti
È importante distinguere tra le intelligenze e i domini di conoscenza cui si applicano, per i quali sembra esserci una dinamica di interazione
Alcune intelligenze possono avere tra loro confini sfumati
Le intelligenze compaiono in età precoce (già a quattro anni i bambini presentano dei profili particolari)
Applicazioni in campo educativo
Gardner critica l’istituzione scolastica che privilegia generalmente modalità di insegnamento e di valutazione di tipo linguistico e, in misura minore, di tipo logico-matematico
Egli propone due idee:
In Italia il pensiero di G. ha trovato spazio nella stesura degli Orientamenti per la scuola materna del 1991
La scuola ha la necessità di riconoscere e valorizzare le diverse intelligenze degli alunni in 3 modi:
3. Community of Learners (Brown, Campione 1990)
Influenza dell’approccio socioculturale
Brown e Campione propongono la costruzione di un ambiente di apprendimento, la COMUNITA’ DEGLI APPRENDISTI
Metafora dell’apprendimento cognitivo: la classe, partendo da problemi reali (neanche l’insegnante ha risposte a priori) mette in atto dei processi di elaborazione volti a costruire soluzioni in modo che ogni studente possa diventare un esperto
I principi base di una COL sono:
- comunità di pratiche (la comunità concorre a determinare il percorso di sviluppo della conoscenza comune à ruoli intercambiabili di allievo, insegnante, ricercatore)
- struttura dialogica (le COL sono comunità discorsive à gruppi di discussione per favorire decisioni sul percorso di conoscenza da intraprendere à gli obiettivi dell’apprendimento sono consapevoli per tutti e intenzionali) à negoziazione, appropriazione delle idee altrui
- contestualizzazione (problemi reali di conoscenza riferiti ai loro contesti)
- zone multiple di sviluppo prossimale (il percorso di apprendimento non è definito a priori dall’insegnante ma negoziato dalla comunità à vari percorsi di sviluppo)
- legittimazione delle differenze (le differenze individuali sono una risorsa da mettere in gioco nella comunità à ognuno può trovare il suo ruolo e spazio di partecipazione)
- metacognizione (l’attività di un COL prevede spazi di riflessione sull’attività svolta per prendere consapevolezza delle strategie utilizzate e introdurre modalità per ottimizzarle)
Applicazioni in campo educativo
Assunto della conoscenza distribuita à nel contesto sono presenti diversi attori-partner, differenti strumenti e fonti di informazione
Coinvolgimento di esperti esterni alla scuola a disposizione di alunni ed insegnanti per rispondere a domande, dare chiarimenti e supportare gli studenti nelle
Gli studenti devono svolgere attività differenziate: analizzare fonti diverse (libri, cd rom, siti web, quotidiani e riviste, video), fare esperimenti, produrre materiali utilizzando diversi media, spiegare e commentare i propri lavori, fare da consulenti e supervisori del lavoro altrui
Dimensione collaborativa (anche a distanza à PC)
Gli insegnanti hanno un ruolo strategico à organizzano le attività della classe, favoriscono l’individuazione degli oggetti di indagine e mantengono il lavoro sugli argomenti e sugli obiettivi individuati
Hanno anche una funzione di modeling riguardo alle diverse tecniche utilizzate (insegnamento reciproco, gruppi a mosaico, utilizzo di vari media…) à si offrono come modello per mostrare lo svolgimento delle attività)
Hanno una funzione di scaffolding nel processo di costruzione delle conoscenze à non sostituendo gli studenti e rendendoli sempre più autonomi
[…]
Knowledge building community
Knowledge building pedagogy (Scardamalia e Bereiter, 1992) à pedagogia della costruzione della conoscenza: la scuola può organizzarsi come una comunità scientifica che costruisce conoscenza
La comunità costruisce conoscenza e l’individuo, condividendone le pratiche, diviene un esperto
Non condividono la visione del progresso scientifico come un progressivo avvicinamento alla verità
à il progresso è un continuo miglioramento delle conoscenze attualmente esistenti, che falsificano le teorie del passato (Popper, 1962)
Popper (1972) parla di:
Mondo 1 – realtà fisica
Mondo 2 – conoscenza come insieme di rappresentazioni che esistono nella mente dei singoli individui
Mondo 3 – conoscenza come sistema di idee condiviso tra diverse persone, esistente e manipolabile nella comunità sociale (conoscenza contenuta in ogni cultura)
Conoscenza come oggetto sociale e culturale (mondo 3)
Questi principi sono alla base della KBC à cambiamento della scuola da struttura che promuove apprendimento ad organizzazione che produce conoscenza
I tentativi di introdurre nella scuola le modalità di apprendimento che riproducono il modello della ricerca scientifica (apprendimento per scoperta) rimangono spesso focalizzati sul singolo individuo e sulle modalità di acquisizione del sapere (Mondo 2) e non riescono a modificare il funzionamento della classe in termini di comunità scientifica
La KBC mira invece a sviluppare conoscenza a livello di Mondo 3, dando priorità all’indagine condotta dalla classe-comunità su problemi reali
La classe impegnata sulla produzione di idee che abbiano un valore per la comunità à ogni studente non deve concentrarsi sulle proprie prestazioni ma sulla cooperazione
Principi guida:
Riflessione sull’individuo (knowledge builder):
questo modo di agire rende l’individuo capace di agire come un ESPERTO, figura che ha tre caratteristiche:
Applicazioni in campo educativo
L’attività della classe si configura come un’indagine che parte da un problema significativo per l’esperienza degli studenti
La classe si suddivide spesso in gruppi di ricerca che effettuano simulazioni o esperimenti riguardo i problemi studiati
In seguito, vengono formulate ipotesi che sono discusse e sottoposte a falsificazione
A questo punto l’indagine può prevedere:
- sessioni di reciprocal teaching (gli studenti esaminano insieme il materiale bibliografico, si pongono domande sui testi e cercano di formulare risposte)
- immissione di dati in una banca-dati comune a cui gli studenti hanno accesso tramite una rete di pc
- periodici incontri del gruppo-classe con lo scopo di fare il punto sull’organizzazione dell’indagine, scambiarsi informazioni sul problema studiato, individuare questioni irrisolte e decidere direzioni future della ricerca
Ruolo dell’insegnante à è un costruttore di conoscenza à non controlla “da fuori” il processo di apprendimento predefinendo gli obiettivi da raggiungere a priori e prescrivendo metodologie di lavoro, ma è implicato “dentro” il processo di ricerca
3. Motivazione ad apprendere
È una delle sfide più importanti per gli insegnanti
Cosa significa motivazione allo studio (o ad apprendere)?
Distinzione tra motivazione intrinseca ed estrinseca
Motivazione intrinseca à disponibilità di una persona a impegnarsi in un’attività di apprendimento per il gusto di farlo, indipendentemente da un riconoscimento esterno
Motivazione estrinseca à caratterizza le situazioni in cui le persone si impegnano in determinate attività non per un reale interesse ma per fini strumentali (es. premio)
Approccio comportamentista alla motivazione ad apprendere
Per lungo tempo è stato l’approccio principale in questo ambito
Concetto centrale à RINFORZO à è sufficiente produrre soddisfazione nello studente attraverso uno stimolo rinforzante positivo per garantire un comportamento di studio motivato (m. estrinseca)
Il limite di questo approccio è quello di ancorare in modo eccessivo lo studio al rinforzo esterno à come fanno gli studenti a cogliere l’importanza e l’utilità dello studio in sé se lo percepiscono soltanto come attività strumentale rivolta al conseguimento di un premio (senza legami col contenuto da imparare)
Ford (1996) sostiene che dare una ricompensa diminuisce la motivazione intrinseca, in particolare quando crea un conflitto di obiettivi:
quindi l’utilizzo di questo approccio è a rischio
Approccio cognitivista
Due contributi alla riflessione sulla motivazione
Teoria dell’autodeterminazione di Deci e Ryan (1985)
Un comportamento è motivato non solo se volto a realizzare un obiettivo, ma anche in quanto risponde a bisogni fondamentali di un individuo
La motivazione è orientata da tre bisogni fondamentali della persona:
la possibilità di soddisfare questi bisogni porta la persona a percepirsi come agente efficace, in grado di fare e decidere autonomamente e a sentirsi padrone delle proprie azioni e del proprio sviluppo
motivazione di tipo intrinseco: è una fonte di energia rivolta ad apprendere ed a crescere in maniera positiva, come tendenza naturale che non ha bisogno di essere indotta quanto piuttosto di avere un ambiente che le consenta di emergere à è una tendenza innata ad esplorare il proprio mondo interno ed esterno e si manifesta come curiosità e interesse
un concetto centrale è quello di interesse come disposizione dell’individuo che si manifesta davanti ad attività o situazioni che si presentano come nuove, piacevoli, stimolanti
Secondo Deci l’interesse è disposizionale,cioè differenziato da individuo a individuo secondo tre elementi:
Deci e Ryan riconoscono che la motivazione estrinseca non ha necessariamente una connotazione negativa à se la ricompensa viene percepita come feedback informativo sulla propria capacità di eseguire un compito, la ricompensa stimola il senso di competenza e autodeterminazione e aumenta l’interesse per il compito à se è percepita come una forma di controllo esterno, l’interesse diminuisce
Indicazioni per l’insegnante:
Teoria dei sistemi motivazionale di Ford (1992, 1996)
Quando studiamo lo sviluppo di un comportamento competente distinguiamo tre aspetti:
i processi motivazionali non comprendono le funzioni di attenzione, percettive, di elaborazione e memorizzazione, e le abilità di problem solving
la motivazione è data dalla combinazione di tre elementi:
i processi motivazionali sono orientati al futuro, poiché attraverso di essi le persone immaginano o prevedono eventi e risultati per loro importanti, preparandosi ad agire o a reagire per costruire uno scenario desiderato o evitarne uno indesiderato
Ford suggerisce di immaginare gli obiettivi personali come il comandante di una nave che stabilisce quale destinazione raggiungere, mentre emozioni e percezioni di efficacia sono come consulenti che aiutano a decidere l’opportunità di realizzare il viaggio indicando i fattori che potrebbero aumentare o no le possibilità di successo
In questa prospettiva, l’insegnante per favorire la messa in atto di comportamenti motivati deve:
Approccio socioculturale
Mentre la prospettiva cognitivista si focalizza sull’individuo e sui processi che avvengono all’interno della sua mente, in questo approccio la motivazione viene studiata ponendo l’accento sulle interazioni dell’individuo con le altre persone e con il contesto in generale
Nel cognitivismo la dimensione sociale è uno tra i tanti strumenti di lavoro, a disposizione dell’insegnante per aumentare la motivazione ad apprendere
Nell’approccio socioculturale, invece, l’apprendimento viene considerato per sua natura un’attività sociale à non ci può essere apprendimento senza interazione con un partner che concorre a costruire la conoscenza
Wigfield et al. (1998), Ajello (1999) analizzano il contesto scolastico per vedere come l’organizzazione della classe e le pratiche di istruzione influenzano la motivazione
Gli Autori distinguono tra
Aspetti di tipo organizzativo riguardanti la classe
Aspetti legati alle pratiche dell’insegnante
Riguardo il clima della classe, diverse ricerche hanno messo in luce che:
Riguardo la strutturazione degli obiettivi della classe, Ames (1984) distingue tre tipi:
nelle strutture competitive gli studenti si focalizzano di più sull’autovalutazione delle proprie abilità à in genere, le differenze nelle abilità sono amplificate: le abilità dei vincenti sono supportate e potenziate mentre quelle dei perdenti sono frustrate
nelle strutture individualistiche viene maggiormente sviluppato un orientamento motivazionale rivolto verso obiettivi di padronanza à lo studente si preoccupa principalmente di migliorare le proprie abilità (confronto con se stesso) e di dimostrare di essere più capace degli altri
nelle strutture cooperative viene enfatizzato lo sforzo condiviso e l’interdipendenza tra gli studenti piuttosto che la percezione di abilità personali à la prestazione del gruppo diventa l’oggetto dell’orientamento motivazionale e la percezione delle abilità diventa meno cruciale (es. cooperative learning)
Riguardo le pratiche di raggruppamento degli alunni in base alle abilità spesso vengono realizzate dagli insegnanti partendo dal presupposto che gli studenti saranno motivati ad imparare se il materiale o l’attività verranno adeguati al loro livello di competenza (alte abilità vs. basse abilità)
à ciò conduce a risultati paradossali perché varie ricerche dimostrano che gli studenti collocati nei gruppi con alte abilità ottengono delle buone prestazioni, mentre quelli collocati nei gruppi con basse abilità non migliorano
Riguardo le pratiche dell’insegnante, è importante prendere in considerazione quelle connesse alla valutazione, al controllo delle attività degli studenti e al supporto fornito
La valutazione dell’insegnante può offrire agli alunni importanti informazioni sulla propria prestazione à è importante il modo e la forma in cui tale informazione viene data (pubblica o privata; con o senza motivazioni). Quando la valutazione è legata alle differenze di competenza o usata come strategia di controllo della classe la motivazione intrinseca viene ridotta
Un punto cruciale del controllo dell’insegnante sugli studenti riguarda l’uso delle ricompense per motivare gli studenti e le loro modalità di somministrazione à le ricompense possono assumere varie forme (es. concrete o simboliche) e possono diventare controproducenti per la motivazione intrinseca se assumono per gli studenti il significato di strumenti di controllo in mano all’insegnante, se li distraggono dall’obiettivo interno dell’attività o se alterano il significato psicologico del compito
Secondo diversi autori esistono tre diverse tipologie di scenari relazionali tra studenti ed insegnanti:
Proposte di applicazione didattica di Mc Combs e Pope (1996) che si ispirano alle teorie di matrice cognitivista e socioculturale
Cambiamento della visione dell’apprendimento à da trasmissione di conoscenze a processo attivo di costruzione di conoscenze significative per gli studenti
Per motivare gli studenti si devono seguire alcuni principi:
L’insegnante per strutturare un ambiente motivante deve:
Per ciascuna di queste aree, gli autori individuano obiettivi e strategie di intervento
Prima area (capire funzionamento psicologico e migliorare il senso di autoefficacia)
Obiettivi: aiutare gli studenti a capire le relazioni tra sentimenti-emozioni e pensieri e la possibilità di controllare le prime attraverso i secondi
Strategie: viene proposto di invitare gli studenti a lavorare sul “ciclo del pensiero” (v. fig.)
È un circuito vizioso che a volte si crea e si autoalimenta attraverso sequenze di pensieri o emozioni tradotti in azioni dallo studente, interagenti con le azioni degli insegnanti che rinforzano l’idea che lo studente ha di se stesso o del lavoro scolastico à es., quando lo studente pensa che il compito è troppo difficile, reagisce con rabbia e ostilità verso il docente e mette in atto comportamenti distruttivi o aggressivi, ottenendo un fallimento o un rimprovero che conferma la sua sensazione di essere incapace di affrontare quel compito
La possibilità di modificare tali circoli viziosi può contribuire a migliorare l’autostima e il senso di sicurezza
Ciclo del pensiero
Seconda area (aiutare gli alunni a valorizzare se stessi e l’apprendimento)
Obiettivi: aiutare gli studenti a esprimere i propri interessi, definire gli obiettivi personali, individuare relazioni tra obiettivi didattici e personali
Strategie: ricorso all’utilizzo di discussioni collettive, di questionari e di colloqui individuali volti ad individuare gli interessi degli alunni
È importante aiutare gli alunni a porsi degli obiettivi personali sulla base dei propri interessi (es., mi piace la musica allora voglio imparare a suonare uno strumento)
Una possibile strategia è definita goal-setting (definizione dell’obiettivo) e consiste in:
Il passo successivo è mettere in relazione obiettivi e interessi personali con l’apprendimento e gli obiettivi didattici à negoziazione per arrivare a definire gli obiettivi di un progetto didattico che contemperi le esigenze degli insegnanti e degli studenti
Terza area (creare opportunità per l’autodeterminazione)
Obiettivi: necessità di ripensare i ruoli dell’insegnante e degli studenti per promuovere l’autonomia di questi ultimi
l’insegnante è un facilitatore di un processo di costruzione delle conoscenze, una guida nell’utilizzo di strumenti di ricerca, analisi e organizzazione delle informazioni, un progettista del percorso mettendo a punto piani di azione per connettere obiettivi, interessi e contenuti
Strategie: costruzione di diversi ambienti di apprendimento con aree di lavoro individuali e di gruppo; stimolare l’assunzione di responsabilità dell’alunno nella definizione degli obiettivi in modo tale da farlo diventare un esperto
Quarta area (incoraggiare l’assunzione di rischi)
Obiettivi: importanza di prevedere l’assunzione di rischio a livello scolastico, come capacità di raccogliere la sfida davanti a problemi di conoscenza complessi e impegnativi
Strategie: riconoscere di non possedere le risposte a tutte le domande e a tutti gli argomenti; fare scegliere agli studenti i sistemi di incentivazione.
Quinta area (creare un clima positivo per l’apprendimento)
Obiettivi: importanza della creazione di un clima positivo di sostegno reciproco in cui gli alunni siano apprezzati e stimati individualmente in modo sincero à in un ambiente sicuro e positivo i sentimenti di paura e di incertezza e il senso personale di non efficacia che stanno alla base dei comportamenti demotivati si riducono
Strategie: identificare tra le proprie caratteristiche quelle che possono favorire l’instaurarsi di un clima positivo in classe; utilizzare procedure per valutare il clima in classe attraverso categorie descrittive (ambiente sicuro, regole di relazione chiare, processi decisionali in collaborazione, alte aspettative, assunzioni di responsabilità)
4. L’organizzazione del gruppo classe
L’organizzazione delle attività in classe (modalità di conduzione del gruppo, clima della classe, senso di appartenenza al gruppo) è molto importante per gli insegnanti
Ci sono diverse modalità di organizzazione che nascono da prospettive differenti
Comportamentismo: economia simbolica (token economy)
Il sistema più efficace per mantenere la motivazione è l’organizzazione delle relazioni tra le azioni degli studenti e le relative conseguenze che incentivino i comportamenti da incentivare.
I rinforzi organizzati dall’insegnante possono fare da ponte tra il comportamento di studio da incentivare e i suoi rinforzatori naturali (es. un bambino molto piccolo che impara a leggere)
Il compito della scuola è quello di organizzare le connessioni tra i comportamenti di studio e i loro rinforzatori naturali, utilizzando come tramite rinforzatori artificiali.
Un esempio è la TOKEN ECONOMY à introduce una negoziazione tra studenti e insegnante per la messa a punto di un contratto educativo, in cui si stabiliscono gli obiettivi su cui si andrà a lavorare e le regole per svolgere le attività ad essi orientate
Fonte: http://www.unikore.it/index.php/documenti-download/category/959-prof-ugo-pace-scienze-della-formazione-primaria?download=9400:dispensa-2-psicologia-educazione
Sito web da visitare: http://www.unikore.it
Autore del testo: indicato nel documento di origine
Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.
I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco
www.riassuntini.com dove ritrovare l'informazione quando questa serve