Psicoanalisi appunti

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Psicoanalisi appunti

Psicoanalisi Disciplina che ha avuto origine dall’opera di Sigmund Freud. Il termine indica sia un metodo di studio della psiche umana (intesa come luogo di processi inconsci), sia una prassi terapeutica, sia un insieme di teorie in cui sono organizzati gli elementi raccolti nella ricerca e nella pratica psicoanalitiche.
Sigmund Freud: Ideatore della psicoanalisi, Sigmund Freud elaborò fondamentali teorie sull'inconscio, sulla psicopatologia e sulla sessualità. Pubblicati a partire dagli ultimi anni dell'Ottocento, i suoi scritti destarono inizialmente reazioni di ostilità e scetticismo; solo in seguito furono accolti e studiati dall'ambiente scientifico. Tra le opere più famose di Freud si ricordano L'interpretazione dei sogni (1900), Psicopatologia della vita quotidiana (1901), Totem e tabù (1913), L'Io e l'Es (1923).

GLI STUDI DI FREUD
L'inconscio
Il fondatore della psicoanalisi, paragonò la psiche a un iceberg. La parte che emerge dall'acqua rappresenta il conscio, mentre la parte immersa nell'acqua rappresenta l'inconscio. Diversamente dall'Io e dal Super-Io, che sono costituiti da una parte conscia e una inconscia, l'Es è completamente inconscio.
La prima innovazione introdotta da Freud fu il riconoscimento di processi psichici inconsci, che seguono leggi profondamente differenti da quelle, razionali, che operano sui processi coscienti. A partire dal riconoscimento dell’esistenza di processi psichici inconsci, Freud poté comprendere e spiegare fenomeni come il sogno, gli istinti e le pulsioni sessuali, nonché i meccanismi di difesa che la psiche dell’individuo mette in atto per compensare traumi, complessi e impulsi disturbanti. Freud, infatti, sostenne che i sogni svolgono una funzione protettiva del sonno, in quanto esprimono in forma simbolica, e quindi più accettabile, gli impulsi disturbanti, collegati alle esperienze della veglia. In questo modo, gli impulsi inaccettabili (contenuto latente) vengono tradotti in rappresentazioni più accettabili (contenuto manifesto) anche se non sempre chiare per il soggetto. Grazie al trattamento psicoanalitico e all'interpretazione del sogno è possibile fare emergere il contenuto latente e porre così le basi per una successiva rielaborazione degli impulsi inaccettabili.

Istinti e pulsioni

Punto basilare della teoria di Freud è che i conflitti inconsci coinvolgono degli impulsi, o pulsioni, derivanti dalla vita infantile e legati a tendenze sessuali (libidiche) e aggressive di natura essenzialmente corporea. Solo l'elaborazione di questi impulsi inaccettabili dal punto di vista cosciente, permette al soggetto di accettarli, eventualmente con l'aiuto dell'analisi.
Secondo la teoria di Freud, la sessualità adulta rappresenta il punto di arrivo di un processo complesso che ha origine durante l'infanzia e che coinvolge un certo numero di funzioni corporee e di aree deputate alla soddisfazione degli istinti che da esse scaturiscono (orale, anale, genitale). A queste fasi del processo corrispondono diverse modalità di relazione che il bambino instaura con i genitori. Di cruciale importanza, secondo la teoria, è l'insorgenza del cosiddetto complesso di Edipo, all'età di 5-6 anni, quando il bambino sviluppa un attaccamento di natura sessuale verso il genitore del sesso opposto e sentimenti di ostilità verso il genitore dello stesso sesso. A causa dell'immaturità dei processi di pensiero del bambino, questo processo – che di per sé rappresenta il primo passo verso un mondo relazionale adulto – è destinato alla frustrazione e al fallimento. Le modalità con cui il bambino riesce a superare il complesso edipico sono estremamente importanti ai fini dello sviluppo successivo e, in particolare, della possibilità di sperimentare relazioni interpersonali soddisfacenti.
I conflitti che si determinano durante le varie fasi di sviluppo non sono meno importanti, in quanto, in essi, svolgono un ruolo fondamentale le attitudini dei genitori, non solo nella loro oggettività, ma anche per come esse vengono percepite e distorte dalla fantasia del bambino.

Modelli dell'apparato mentale

 

Nei primi studi, Freud ipotizzò che la mente fosse costituita da tre strutture identificabili come "conscio" (la mente cosciente), "preconscio" (contenuti mentali non immediatamente disponibili alla coscienza, ma che diventano tali grazie all'analisi) e "inconscio" (contenuti non accessibili alla coscienza se non in termini di derivati, come i lapsus, i sogni o gli "atti mancati").

Nel 1923, nell’opera L’Io e l’Es, formulò un nuovo modello, detto "strutturale" (1923) in quanto prevedeva la presenza di tre strutture mentali distinte: Es, Io e Super-Io. Sulla base di questo modello, l'inconscio non è più un "luogo" distinto, ma, in misura diversa, una caratteristica di tutte e tre le strutture.
Secondo la teoria di Sigmund Freud, il complesso di Edipo si svilupperebbe dai tre ai cinque anni di età, durante lo stadio fallico dello sviluppo psicosessuale. La sua mancata risoluzione costituirebbe il conflitto nucleare della nevrosi.
Freud si occupò principalmente dello sviluppo del complesso di Edipo nei maschi, in quanto riteneva che il conflitto fosse più intenso per i bambini, piuttosto che per le bambine. Secondo Freud, il bambino proverebbe desiderio sessuale per la propria madre e non vorrebbe condividerla col padre; contemporaneamente il bambino avrebbe paura che il padre, per punizione, lo possa castrare. Questa situazione provoca nel bambino una profonda angoscia, che lo spinge a rimuovere (vedi rimozione) sia il desiderio per la madre sia l’avversione per il padre. Il principale risultato del complesso di Edipo è che il bambino maschio si identifica con il padre, sviluppando il Super-Io e i modi di agire adatti al proprio sesso.
Le bambine, secondo Freud, entrano in un conflitto molto simile, ma non simmetrico a quello dei maschi, in cui l’oggetto del desiderio è, naturalmente, il padre. La bambina prova quella che Freud chiama “invidia del pene”. Anche per la bambina, come per il maschio, vale lo stesso divieto all’espressione del desiderio per il genitore. Tuttavia la bambina si sente meno minacciata dalla madre in quanto non deve aver paura della castrazione, che crede sia già avvenuta. Secondo Freud, poiché la bambina prova una minore angoscia opera una rimozione minore, con la conseguenza che l’identificazione con la madre è più debole, come pure lo sviluppo del Super-Io.I modelli psicoanalitici successivi a Freud hanno rivisto questo concetto, in parte spostando l'attenzione sulla relazione tra il bambino e la madre prima della costituzione del complesso di Edipo (teorie psicoanalitiche kleiniane e sviluppo del concetto di attaccamento), in parte sottolineando l'importanza, nello stabilirsi delle diverse forme di psicopatologia, di relazioni e di eventi evolutivi successivi al periodo edipico.

Interpretazione psicoanalitica del sogno:
All'inizio del XX secolo Sigmund Freud ipotizzò che i processi mentali del sogno fossero differenti da quelli della veglia e li chiamò "processi di pensiero primario": l’evento che appare alla coscienza durante il sonno, e che viene poi ricordato come sogno, è il prodotto dell’attività psichica inconscia che si svolge mentre la persona dorme. Questa attività, per la sua intensità, rischia di disturbare il sonno stesso. L’individuo che dorme, invece di svegliarsi, sogna.
L’esperienza cosciente compiuta durante il sogno può essere ricordata o meno al risveglio, in ogni caso Freud definisce tale esperienza “sogno manifesto”, mentre le parti che lo compongono vengono denominate “contenuto onirico manifesto”. I pensieri e i desideri inconsci che tentano di svegliare la persona che dorme, sono designati come “contenuto onirico latente”. Le operazioni psichiche inconsce che trasformano il contenuto onirico latente in sogno manifesto, costituiscono quello che Freud chiama “lavoro onirico”.
Il contenuto onirico latente comprende le impressioni sensoriali della notte, i pensieri e le idee collegate alle preoccupazioni della vita e gli impulsi dell’Es che sono stati rimossi (vedi rimozione). Quest’ultima parte del contenuto onirico latente è solitamente infantile, poiché ha origine dai desideri, caratteristici della prima infanzia, divenuti inconsci.
Il sogno manifesto rappresenta la fantasia, sotto forma di immagini, che il desiderio latente possa essere soddisfatto. Il contenuto manifesto di un sogno è la trasposizione deformata di questa fantasia di realizzazione di un desiderio, cosicché spesso il contenuto latente non è comprensibile.
Il lavoro onirico consiste appunto in questa trasformazione del contenuto latente, in cui interviene quella che Freud chiama censura onirica, cioè un’operazione di difesa dell’Io. I contenuti inconsci o rimossi riescono a comparire nel sogno, seppure in forma mascherata, perché durante il sonno la forza delle difese dell’Io è notevolmente indebolita.
Nel processo pulsionale Freud distingue tre aspetti: la fonte della pulsione che è uno stato di eccitazione fisica; la meta che è il fine dell’eccitazione o gratificazione; l’oggetto della pulsione che è il mezzo per raggiungere la meta. Il concetto di pulsione è al limite tra la sfera biologica e quella psichica: la pulsione produce uno stato di eccitazione che spinge l’organismo a compiere un’attività rivolta alla fine dell’eccitazione stessa.
Nella prima teoria delle pulsioni (fino al 1920), Freud distingue tra pulsioni sessuali e pulsioni dell’Io, che hanno come scopo l’autoconservazione dell’individuo. Il conflitto tra le due diverse cariche energetiche, quelle sessuali e quelle dell’Io, dà origine alla nevrosi, in seguito alla rimozione delle pulsioni sessuali. Con la pubblicazione di Al di là del principio di piacere Freud definisce la pulsione sessuale come pulsione di vita (Eros), includendovi anche le pulsioni dell’Io, e la oppone alla pulsione di morte, ossia la spinta alla riduzione di tutte le tensioni al fine di ricondurre l'essere vivente allo stato inorganico. Quando è rivolta all’esterno la pulsione di morte si esprime nell’aggressività e nella distruttività.

LIBIDO:
Secondo la teoria di Sigmund Freud, la libido è l’energia psichica che muove le pulsioni, considerata come base dei mutamenti della pulsione sessuale riguardo all’oggetto, alla meta e alla fonte dell’eccitazione sessuale.La libido può perdere il suo carattere sessuale solo dopo una rinuncia alla meta propriamente sessuale. In un primo momento Freud pone la libido in antitesi alle pulsioni di autoconservazione (o dell’Io), ma in seguito include anche queste ultime nella libido, che, a questo punto, diventa pulsione di vita e, come tale, si oppone alla pulsione di morte.
Freud distingue due tipi diversi di libido in relazione all’investimento, cioè al suo impiego, che può essere diretto verso un oggetto (libido oggettuale) o verso l’Io. L’investimento si realizza prima sull’Io, in quello che viene detto “narcisismo primario”, e in un secondo momento si dirige verso gli oggetti esterni. Questi due modi di investimento della libido sono in equilibrio fra loro, nel senso che se aumenta la libido dell’Io, diminuisce quella oggettuale.
Lo psichiatra svizzero Carl Gustav Jung confutò l'origine sessuale della libido, considerandola invece espressione di una più generale energia psichica, che rappresenta tutto ciò che ha il carattere di “tendenza verso”.

INCONSCIO:
I contenuti dell’inconscio, costituiti dalle pulsioni, sono regolati dal processo primario e dal principio del piacere. Essi sono formati, in particolare, da desideri dell’infanzia, rimasti immutati, il cui accesso alla coscienza è impedito dalla rimozione. Alcuni contenuti dell’inconscio possono accedere alla coscienza dopo essere stati modificati dai meccanismi di difesa.
Il termine inconscio è usato da Freud sia come aggettivo, per designare quei contenuti non presenti alla coscienza, sia come sostantivo per indicare la zona dell’apparato psichico che ospita i contenuti inconsci.
Meccanismi di difesa:
In psicoanalisi, processi messi in atto dall’Io quando avverte dei pericoli che minacciano la sua integrità. I meccanismi di difesa sono risposte automatiche e inconsce dell’Io a conflitti tra l’Es e il Super-Io, che si strutturano progressivamente nel corso dello sviluppo psichico. Essi sono usati per difendersi dall’ansia e realizzano un compromesso tra le richieste dell’inconscio e quelle del Super-io. I meccanismi di difesa possono funzionare o bloccando un impulso sessuale o aggressivo, con lo scopo di mitigare l’ansia e il senso di colpa provocati da questo impulso; oppure modificando la natura stessa dell’impulso, mitigando quindi il senso di colpa e l’ansia e permettendo una nuova gratificazione dell’impulso.
I meccanismi di difesa fanno parte integrante del comportamento normale. Tuttavia essi possono assumere un ruolo decisivo nella costituzione e nel mantenimento di molti disturbi psichici. La classificazione dei meccanismi di difesa è differente secondo le varie scuole, che concordano però nel distinguere i meccanismi che si instaurano molto precocemente (ad esempio, la proiezione, mediante la quale il soggetto blocca pensieri, sentimenti e desideri inaccettabili e li attribuisce ad un’altra persona), da quelli che appartengono a stadi di sviluppo successivi.

 

 

 

Fonte: http://studentiduca.altervista.org/appuntissocpsicoanalisi.doc

Sito web da visitare: http://studentiduca.altervista.org/

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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