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EMOZIONI - DEFINIZIONI
(V. Slepoj, Capire i sentimenti. Milano 1996).
(U. Galimberti, Dizionario di Psicologia, UTET, Torino '92).
Le emozioni sono stati complessi (stati dell'io, della persona) accompagnati da una accresciuta percezione di un oggetto o di una situazione, da profonde modificazioni fisiologiche, da una consapevolezza di attrazione o repulsione cosciente e da una condotta di avvicinamento o di allontanamento.
Una delle più forti esperienze soggettive dell'emozione è la spinta all'azione, che esprime determinate forme di approccio con l'ambiente.(Dizionario di psicologia, ed. Paoline, Milano 198
Furia |
Pena
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Ansia |
Shock
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Felicità |
Accettazione |
Disprezzo |
Senso di colpa
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CLASSIFICAZIONE DELLE EMOZIONI SECONDO
PLUTCHIK
RIMORSO
SCHIFO
DISGUSTO
DELUSIONE
DISPREZZO
TRISTEZZA
COLLERA
RABBIA
ACCETTAZIONE
ATTESA
ASPETTATIVA
PAURA
SORPESA
SPAVENTO
GIOIA
OTTIMISMO
SOTTOMISSIONE
AGGRESSIVITA'
AMORE
COMPONENTI PRINCIPALI DI UN PERCORSO DI ALFABETIZZAZIONE ALLE EMOZIONI
(adatt. da D. Goleman, Intelligenza emotiva., Rizzoli 1996, pagg. 348-349)
§§§§
U. Galimberti parla della necessità di riscoprire l'anima, l'emozione, che costituisce la natura più vera ed autentica dell'essere umano (cfr. "Che brutta questa scuola senz'anima" articolo 1996).
Egli sostiene che parte del disagio giovanile sarebbe da imputare alla condizione di massima estraneità con la quale si comunica a scuola, stabilendo rapporti di diffidenza, di distanza formale, pur parlando spesso, come nelle discipline umanistiche, di contenuti squisitamente umani.
"Le emozioni personali sono tenute rigidamente da parte e quelle suscitate nell'uditorio non raccolte". Se i modelli di cultura restano contenuti nella mente senza diventare spunti del cuore, "il cuore comincerà a vagare senza orizzonte in quel nulla inquieto e depresso che nemmeno il baccano della musica giovanile riesce a mascherare".
La non conoscenza delle emozioni negate può poi portare a restarne travolti quando esse sgorgano incontrollate ed improvvise.
Freud definì "perturbante ciò che si crede noto e invece si scopre improvvisamente sconosciuto, in grado di generare spavento, angoscia, scompiglio proprio nel momento in cui emerge dal mondo della notte, dal sottosuolo, dall'inconscio e si consegna alla luce del giorno, alla consapevolezza razionale".
Per capire che cos’è vediamo un esempio. Scegliamo un protagonista diverso dal la persona di mezza età, almeno per due motivi:
Si tratta di Luca – studente di seconda superiore – che non esce mai di casa. Si isola da tutto e da tutti rifiutando ogni rapporto relazionale con coetanei e con adulti.
Scrive sul suo diario:
“ Io non piaccio alle ragazze… e so anche perché. Mi specchio e capisco bene il loro disgusto nei miei confronti. Anzitutto… i foruncoli! maledetti foruncoli ; più li schiacci e più quelli saltano fuori. E poi c’è il naso, orribile, con quella sua base mostruosa. E la fronte? È già stempiata, alla mia età! Per non parlare del viso, largo fino a sembrare una luna piena.
Alle ragazze piacciono invece i visi allungati, fini, con quel tantino di nobile… E quando cammino? Sembro un bersagliere, tutto dritto ed impettito. Ma quando provo a darmi una mossa, ecco che mi scambiano per una femmina…>>
Continua la sua vivisezione il povero Luca, amplificando a dismisura alcuni difetti e ignorando ogni sua caratteristica positiva.
In tal modo le emozioni negative non si contano: esse vanno dall’amarezza alla delusione, dallo sconcerto alla frustrazione e finanche alla rabbia a al desiderio di chiusura.
I pensieri che, a monte, favoriscono l’insorgere di queste emozioni, sono molteplici e ruotano intorno ad un drastico –e per lui drammatico - <<non piaccio e non piacerò mai>>
Come aiutare Luca?
Come è possibile aiutare Luca a non farsi schiacciare da questi pensieri negativi? Ci viene in aiuto una teoria/tecnica, messa a punto da Albert Ellis, chiamata RET, da cui è ricavato lo SPEC.
Di solito noi passiamo velocemente dalla situazione al comportamento, ignorando o non riconoscendo pensiero ed emozione.
Si vive una situazione, immediatamente si passa ad un comportamento… oppure, quando si assiste ad un fatto, immediatamente si giudica l’azione senza considerare la portata dell’emozione ed il peso del pensiero che l’ha attivata.
Il comportamento è orientato (secondo alcuni addirittura determinato) dall’emozione: se si prova rabbia si è spinti ad un certo modo di agire, se si prova gioia ci si comporta diversamente.
Conta poi molto il livello di intensità dell’emozione provata. Per questo è utile avere dentro di sé una sorta di termometro delle emozioni, considerato come consapevolezza del proprio mondo interiore.
Pensiamo ad un’insegnante che accompagna i suoi alunni in visita ad una fattoria di campagna. Mentre la scolaresca avanza sul viottolo che porta alla casa, ecco apparire un grosso cane. Filippo e Roberto camminano affiancati quando, all’improvviso, il primo sbianca in volto e si blocca in preda al panico mentre il secondo si lancia in avanti, entusiasta, per correre incontro all’animale.
La situazione è la stessa, eppure la reazione è molto diversa. Perché? Perché le emozioni provate dai due ragazzi sono decisamente diverse: nel primo caso paura, ansia, finanche terrore, nel secondo gioia, entusiasmo, allegria.
E le emozioni sono diverse perché diversi sono, a monte, i pensieri (intesi nella vasta accezione del termine, cioè vissuti, ricordi, esperienze dirette od indirette, racconti…) Il panico può essere causato anche da una evocazione: magari Filippo ha vissuto negli anni infantili una aggressione… Può anche averla rimossa, ma nel suo mondo interiore qualcosa è rimasto.
Per Roberto probabilmente il cane è stato suo fedele compagno di gioco.
A volte si pensa che se la famiglia di provenienza è la stessa, se l’educazione ricevuta è la stessa, anche il comportamento attivato di fronte ad una medesima situazione deve essere lo stesso. L’ esperienza del quotidiano smentisce questa convinzione. Infatti esperienze tanto diverse sono state vissute anche da fratelli, cresciuti cioè nella stessa famiglia, con la stessa educazione.
Sostituire i pensieri negativi!
Dobbiamo fare il possibile per aiutare Luca ad allontanare i pensieri negativi, che non lo aiutano, sostituendoli con altri positivi, in grado di dare emozioni di fiducia, di speranza…
Partiamo dalla sua analisi distruttiva. I foruncoli? Trattasi di un fenomeno transitorio, peraltro molto diffuso a quell’età. Tra qualche tempo non avrà più nulla! E poi… esistono i dermatologi, bisogna pure farli lavorare!
Luca nomina di sé tante parti del corpo, ma non fa alcun cenno alla statura, di tutto rilievo – metri 1,80! – agli occhi, molto belli ed espressivi, all’arcata dentale, pressochè perfetta. E si potrebbe continuare. E’ necessario, per stare bene con se stessi a livello corporeo, conoscere e valorizzare ogni aspetto positivo, per riuscire poi ad accettare anche ciò che costituisce area di debolezza!
Inoltre Luca ha uno splendido carattere: molto affidabile, generoso, disponibilissimo, attento ascoltatore, capace di massima riservatezza, con una dote piuttosto rara, quella dell’umiltà. Si può definire una gran bella persona!
Anche le sue doti intellettuali sono notevoli: sveglio e creativo, coglie le cose al volo, ha notevole spirito critico, è ricco di interessi …
Si tratta per lui di riuscire a vedersi anche da un altro punto di vista, senza divenire ossessivo su ciò che non va.
La psicosomatica afferma poi che tali negazioni/repressioni possono portare a malattie fisiche anche molto gravi (asma, ulcera, allergie, cancro, leucemia...)
Se ciò non avviene, essa si pone con l'irruenza di un fiume in piena, con pericolo per se stessi e per gli altri.
Ecco alcuni effetti positivi di ricaduta di una sana emozionalità:
IO ---------- PRINCIPIO DI REALTÀ (tutto ciò che deriva dalla opaca quotidianità)
ES ---------- PRINCIPIO DI PIACERE (bisogni, istinti pulsioni, desideri)
(2) Adattamento da Gilberto Gillini e Mariateresa Zattoni, Alternativa, testo di educazione religiosa per il biennio della scuola media superiore, La Queriniana, Brescia 1996
Fonte: http://www.aplaparma.it/immagini/elem27345172149_all.doc
Sito web da visitare: http://www.aplaparma.it/
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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