Stili educativi genitoriali

Stili educativi genitoriali

 

 

 

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Stili educativi genitoriali

Lo stile educativo è definito come quell’insieme di atteggiamenti che il padre e la madre manifestano nei confronti dei figli e che, considerati globalmente, creano il clima emotivo nel quale i genitori attuano i propri comportamenti specifici, volti ad ottenere determinati risultati educativi.

Lo stile genitoriale è:

  • la modalità educativa e accuditiva con cui i genitori svolgono le funzioni genitoriali e, in generale, si rapportano ai propri figli
  • il modo di esercitare la propria autorità sui figli
  • orienta la costruzione della relazione con i figli, influenza lo sviluppo sociale e il percorso di socializzazione
  • è influenzato dalle caratteristiche del bambino e del genitore, dalle credenze genitoriali e dai modelli socioculturali di riferimento.

Due importanti variabili definiscono lo stile educativo:
1. controllo: le richieste che i genitori fanno ai figli per integrarli nella famiglia e nella società, sollecitando comportamenti maturi, esercitando controllo e supervisione.
2. supporto: le azioni finalizzate a favorire l’individualità, l’autoregolazione e l’individualità, l’autoregolazione e l’affermazione di sé attraverso espressioni di sostegno e calore (vicinanza affettiva) e disponibilità a soddisfare bisogni e richieste del figlio.

A secondo di come si miscelano le due variabili si ottengono degli stili educativi.

 

Ci sono 4 modelli di stili genitoriali:

  • STILE AUTORITARIO

alto controllo e basso supporto.
Si dà importanza all’ubbidienza, al rispetto delle regole, non si scende a compromessi e non si spiegano le regole, ricorrendo anche a metodi coercitivi.
Lo stile autoritario è caratteristico di quei genitori che impongono regole rigide e immodificabili, senza alcuna spiegazione, che frequentemente alzano la voce e perdono la pazienza e che non accettano di essere contraddetti, a meno di severe punizioni. Le regole sono spesso imposte con la forza ed eventuali trasgressioni sono punite severamente.  Crescere in un ambiente così rigido impedisce al bambino di sperimentare sbagliando e di comprendere il valore delle regole. Questi bambini solitamente mostrano una scarsa stima di sé e delle proprie capacità, sono dipendenti e non sanno agire da soli, sono meno maturi anche da un unto di vista intellettuale e tendono ad assecondare passivamente il volere degli altri. In questo clima educativo i figli crescono insicuri e incapaci di scegliere da soli, perché non hanno avuto la possibilità di sperimentarsi, anche sbagliando, in modo autonomo. Non gli è stato, infatti, permesso di interiorizzare il valore delle regole. Per questo sono individui che tenderanno ad assecondare passivamente la volontà degli adulti oppure ad opporvisi pregiudizialmente. Hanno rapporti non soddisfacenti con i genitori.

 

genitore

FIGLIO

  • pretende obbedienza e non dà informazioni
  • usa intimidazioni e punizioni rigide
  • distaccato, afferma il proprio potere e controllo senza calore
  • raramente loda o apprezza, ma esprime valutazioni e giudizi
  • impone regole assolute/inflessibile
  • tenta di plasmare il figlio a seconda di un suo ideale (direttivo)
  • non accetta il figlio per quello che è
  • scoraggia il dialogo e una comunicazione a due vie

 

  • tende al ritiro sociale, a stati ansiosi, alla frustrazione, alla bassa autostima
  • mancanza di spontaneità
  • ubbidiente ma poco affettuoso
  • ragazze dipendenti e carenti di motivazione rispetto agli obiettivi
  • ragazzi con tendenze aggressive e provocatorie nei confronti degli altri (problemi di condotta/sociali, rifiuto da parte de compagni)

 

 

  • STILE PERMISSIVO

alto supporto basso controllo.
Molto tollerante poche punizioni, ma c’è in genere ansia da parte del figlio. I genitori permissivi pretendono raramente dai figli comportamenti responsabili e spesso non esercitano su di loro né controllo né autorità.
Lo stile permissivo non produce risultati migliori; la mancanza di regole può ingenerare confusione e angosce. I genitori spesso non impartiscono regole e punizioni, e quando lo fanno, queste non sono chiare e coerenti. Consentono ai figli di regolarsi da soli. I figli di genitori che non esercitano la loro autorità non possono far affidamento su una guida sicura, per cui potrebbero sperimentare un falso senso di onnipotenza, da cui possono derivare notevoli problemi nelle relazioni sociali e nell’inserimento in gruppi amicali. Da adolescenti, inoltre, possono sviluppare comportamenti di tipo antisociale e devianti. Hanno una scarsa fiducia in sé e appaiono meno maturi dei coetanei. In questo clima educativo i figli crescono ugualmente insicuri e incapaci di scegliere ciò che è bene per loro, proprio perché mancano riferimenti. Quando interagiscono con il mondo esterno (scuola, gruppo degli amici, ecc…) possono incorrere in vari insuccessi perché non sono stati educati al senso del proprio limite.

 

GENITORE

FIGLIO

  • non è severo e non pretende nulla dai figli
  • poco coerente sulla disciplina, poche regole o assenza di esse
  • non punisce
  • non guida il figlio nelle sue scelte
  • non si sente responsabile di correggere i figli
  • consulta il bambino sulle decisioni da prendere
  • presente con manifestazioni affettive
  • soddisfa ogni desiderio anche se privo di senso
  • accettante, comprensivo e centrato sul bambino
  • accetta il figlio per quello che è

 

  • privo di obiettivi, poco interessato e poco assertivo
  • positivo e vitale nell’umore, ma immaturo e carente nell’autocontrollo, nella responsabilità sociale e nella fiducia in sé stesso
  • tendenza all’aggressività
  • considera il genitore privo di interessi nei suoi confronti
  • si sente privo di sostegno nei momenti difficili

 

 

  • STILE TRASCURANTE/RIFIUTANTE

basso controllo basso supporto.
I genitori negligenti sono quelli che per vari motivi non sono in grado di fornire ai figli una base sicura e quel punto di riferimento di cui hanno bisogno in tutto l’arco evolutivo.
Né esigenti, né recettivi ma sono distaccati, possono ignorare le necessità dei figli, scarso interesse per ciò che i figli fanno; non forniscono strumenti di comprensione del mondo.

 

GENITORE

FIGLIO

  • non controlla i figli, non chiede loro nulla
  • dà pochi strumenti di comprensione del mondo e delle regole
  • non fornisce sostegno, non dà affetto
  • non sente responsabilità educative
  • totale disimpegno
  • si preoccupa esclusivamente delle proprie attività
  • non coinvolto rispetto ai figli e non interessato alle loro attività
  • evita la comunicazione a due vie e non tiene conto delle opinioni e dei sentimenti del bambino

 

  • scarso controllo su impulsi ed emozioni
  • carente interesse per la scuola, tendenza a fare assenze ingiustificate e ad assumere droghe
  • tendenza al malumore e mancanza di concentrazione
  • poco maturo, isolato, rischio di devianza

 

 

  • STILE AUTOREVOLE

alto controllo e alto supporto.
Volendo quantificare è lo stile migliore. I genitori autorevoli valorizzano l’indipendenza, giustificano le loro richieste e utilizzano metodi disciplinari non punitivi; valorizzano l’autonomia a fanno anche valere l’autorità rinforzando in modo coerente le regole e aspettandosi comportamenti maturi e responsabili.
Lo stile educativo più consono a una buona educazione del bambino è quello autorevole. I genitori autorevoli sono in grado di fornire al bambino regole chiare, coerenti e adeguate al livello di sviluppo del figlio e di spiegare il perché di eventuali divieti o proibizioni; accettano negoziazioni e sono pronti a mettere in discussione il proprio parere: le regole esistono, sono chiare e accessibili, e allo stesso tempo possono essere negoziate, se ci sono valide motivazioni. I genitori possono far ricorso a punizioni, ma ne spiegano ai figli i motivi, dandogli la possibilità  di replicare e di esprimere la propria opinione. Questi bambini crescono con una buona fiducia in sé e una maggiore autostima rispetto agli altri, hanno maturità e responsabilità, competenza sociale, autonomia e rapporti positivi e di dialogo con i genitori, sono rispettosi delle regole delle regole, ma non le seguono passivamente, le interiorizzano e le fanno proprie. Costoro avranno minori difficoltà di relazione con i coetanei e saranno più competenti nell’esprimere e portare avanti le proprie idee.
Richiede rispetto e stabilisce regole adatte alle età, è affettuoso e coerente, non è invadente, incoraggia e promuove l’’autonomia,fornisce strumenti di comprensione del mondo, si assume le sue responsabilità e sa dire di no.

 

GENITORE

FIGLIO

  • ha un’idea chiara del tipo di disciplina (regole)
  • controlla i figli e richiede risultati
  • rispetta i desideri del bambino
  • si aspetta che si comportino coerentemente con la loro età e le loro capacità (aspettative realistiche)
  • caloroso, sollecita le opinioni e i sentimenti del bambino
  • dà spiegazioni per le decisioni che assume
  • si pone in una relazione asimmetrica all’insegna della reciprocità
  • mostra i suoi sentimenti in modo autentico
  • si interroga circa i messaggi veicolati da taluni comportamenti
  • accetta incondizionatamente il figlio, ma non sempre approva i suoi comportamenti
  • ascolta il figlio con empatia valorizzando le sue parole, sentimenti ed esperienze, senza sostituirsi a lui
  • manifesta stima e fiducia verso sé e verso il figlio
  • sa essere assertivo

 

  • fiducioso nelle proprie capacità, competente, interessato
  • indipendente, assertivo, propositivo, amichevole con i coetanei, cooperativo con i genitori, felice, motivato nei confronti dei risultati da raggiungere
  • sviluppa senso critico, sicurezza e buone capacità di adattamento
  • buon livello di autostima

 

Lo stile autorevole è correlato ad esiti sociali più adattivi.

“L’autorevolezza non è un bene che si può acquistare al supermercato e nemmeno una quantità che si ottenga automaticamente generando un figlio. E’ uno status che affonda la propria costruzione nell’intera vita di una persona. E’ una caratteristica che si conquista, è uno stile di rapportarsi, è presenza anche se non si è lì fisicamente in quel momento” (Andreoli 2004).

Gli stili genitoriali dipendono non solo dai genitori, ma anche dalla risposta del figlio. Influenza dell’ambiente, del momento storico e della qualità delle relazioni con gli altri membri del sistema famiglia.

 

Qual è l’utilità di dare dei limiti:

  • funzione protettiva (funzione genitoriale)
  • sentirsi al sicuro: i limiti possono rappresentare delle restrizioni e mandare il bambino su tutte le furie, ma sono anche dei cancelli, che proteggono e fanno sentire al sicuro
  • i limiti aiutano a sviluppare le proprie risorse e a tollerare la frustrazione. Il genitore che, con le migliori intenzioni, cerca di risparmiare al figlio qualsiasi sofferenza, potrebbe privarlo dell’opportunità di sviluppare degli strumenti per far fronte alle difficoltà
  • è importante che i bambini abbiano una visione realistica di quello che possono e non possono fare
  • la frustrazione stimola il bambino a fare uso delle proprie risorse, purchè naturalmente il “no” sia ragionevole e non generi disperazione
  • il sentirsi dire di non da parte dei genitori, permette al figlio di sentire il limite  senza aver paura che il rapporto venga pregiudicato
  • la capacità del genitore di “dire di no”, insegnerà al figlio il coraggio di dire di no a richieste che considerano sbagliate, inopportune, scorrette
  •  

Riflettere sul proprio stile genitoriale significa riflettere sulle regole:

  • quali scelgo
  • quali sono fondamentali e quali meno
  • quando le comunico
  • come le comunico
  • che effetti hanno

 

Come dare i limiti con uno stile autorevole

  • Esprimere le regole in modo positivo: meno divieti (“Non…”), più permessi (“Puoi…”). I divieti espressi al negativo innescano la dinamica della “tentazione”
  • Esprimere le regole con dolcezza e fermezza, senza attribuzioni negative sul bambino e solo contenendo le informazioni pertinenti (ESSERE SINTETICI!)
  • Essere concreti
  • Dare le regole nel momento giusto: parlare di regole nei momenti piacevoli, quando si sta bene, giocando…
  • Quante regole? Stabilire un numero limitato di regole, elencandole in ordine
  • L’importanza della coerenza tra genitori

 

Il senso della punizione

  • Stile autoritario: punizione inflessibile, non spiegata, mette in ridicolo, spesso anche fisica
  • Stile permissivo: non punisce, si accorge del comportamento negativo, ma “…pazienza, tanto è piccolo, imparerà…”
  • Stile trascurante: non punisce, non si accorge del comportamento negativo
  • Stile autorevole: concorda la punizione prima, come logica conseguenza del non rispetto di una regola

Non è la punizione che conta, ma quello che comunicate attraverso il vostro comportamento (non occorre una mazza per schiacciare una noce).
Non è mai utile perdere le staffe. Un comportamento incontrollato genera paura sia nell’adulto che nel bambino. Ma se qualche volta, come succede a tutti, dite o fate qualcosa che poi rimpiangete non è la fine del mondo (i veri traumi sono altrove…), il bambino imparerà che siete un essere umano e non un robot o un angelo.
Il modello che trasmettete è quello di una persona che riconsidera quello che ha fatto, si rende conto degli errori commessi, li ammette e chiede scusa.
L’importante è non venir meno alla vostra funzione di adulti.
Una punizione deve aiutare il bambino a imparare. La crudeltà insegna solo ad essere cattivi. La punizione deve mirare ad aiutarlo a riflettere di più.
Le punizioni sono veramente efficaci se promuovono lo sviluppo, quelle che terrorizzano o mortificano un bambino o lo costringono alla sottomissione non ne fanno certo un individuo sano.
La punizione è qualcosa di specifico e non comporta un giudizio globale sul bambino.
È importante che le punizioni siano messe in relazione con il bambino e non con voi.

 

Contrattare uno stile genitoriale comune
I due partner sono chiamati non solo a immedesimarsi nel compito di genitore e ad assumere gli atteggiamenti conseguenti a questo ruolo, ma devono anche contrattare insieme lo stile genitoriale da seguire. Dal punto di vista educativo, infatti, risulta fortemente confusivo il comportamento di due genitori che forniscono al figlio indicazioni e richieste assai diverse tra di loro.

 

Bibliografia

  • Gambini P. (2007), Psicologia della famiglia. La prospettiva sistemico-relazionale, Milano, Franco Angeli

 

  • Halsey C., I nostri figli-Domande e risposte, De Agostini
  • Malagoli Togliatti M., Lubrano Lavadera A. (2002), Dinamiche relazionali e ciclo di vita della famiglia, Bologna, il Mulino

 

 

Fonte: http://www.folignano1.org/wp-content/Progetti/www.pereducareunbambino.it/wp-content/uploads/2012/07/STILI-EDUCATIVI-GENITORIALI.doc

Sito web da visitare: http://www.folignano1.org

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