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“Materiali Ed Analisi Di Testi” Antelmi – Rocca
Parte Prima
Capitolo 1
La Griffe
Definizione : marchio di una ditta o di uno stilista prestigioso, su capi o accessori di abbigliamento
Non sono da intendersi firme nel senso letterale del termine quanto iscrizioni relative all’artista fatte da altre persone.
Queste iscrizioni possono essere pubbliche (su edifici, sculture, etc.) o private ( su oggetti domestici).
Esistono anche iscrizioni realizzate su tessuti ma risalgono per lo più all’età imperiale così come documenta Plinio Il Vecchio (tra queste le più numerose quelle realizzate ex – voto ).
La categoria più ricca è quella degli instrumentum domesticum; a partire dal VII secolo infatti le iscrizioni vanno a siglare i manufatti propri di un artigiano.
L’iscrizione può essere:
È comunque difficile stabilire se la firma è pura e semplice o se si tratta di un dono (es. X committente mi fece per commissione di Y); lo si può capire solo da una giusta comprensione del contesto in cui situare il testo e dall’ambiente culturale.
Nel caso di “dono fatto per” o di “istruzioni d’uso” il verbo si presenta:
Molto importante l’onomastica:
Questo per sottolineare la differenza di status sociale tra i due.
A partire dal VI – VII secolo il riconoscimento dell’artista diventa più difficile in quanto si pensa che le opere comincino ad essere realizzate dagli schiavi.
Iscrizioni importanti sono anche quelle relative ai nomi di donna, in particolare che fanno riferimento al nome della patrona di una bottega di artigiani (mito della fanciulla corinzia che ha inventato la coroplastica insieme al padre ceramista).
Capitolo 2
Iscrizioni Parlanti
Definizione : tipologia di testi realizzati secondo una strategia testuale in cui l’oggetto si esprime in prima persona
In queste iscrizioni l’oggetto si pone come l’ “io” parlante che viene espresso tramite pronomi personali di 1^ persona o dal verbo essere anche esso in 1^ (in relazione alle caratteristiche strutturali della lingua).
Viene utilizzato il pronome “ego”, in seguito sostituito con “sum”.
La posizione può essere influenzata da fenomeni di topicalizzazione (ovvero messa in rilievo); in questo caso si parla di “marcato”, ovvero un ordine non regolare della struttura della lingua.
Queste iscrizioni sono diffuse sia in Italia che in Grecia e presentano caratteristiche peculiari dovute probabilmente dall’utilizzo di schemi linguistici preconfezionati; a partire dal V secolo ci sarà una flessione nel numero e una diversa scelta dello schema formulare.
In alcune iscrizioni manca del tutto una corretta struttura linguistica nella quale è l’oggetto stesso ad autoproclamarsi o l’iscrizione stessa a parlare.
Capitolo 3
Ex Voto
Definizione : doni votivi dedicati per lo più alle divinità come ringraziamento per il beneficio ricevuto
Possono essere di vario tipo (vasellame, armi, utensili domestici, etc.) , per lo più rappresentano piccole statue (divinità salutifere) o parti di corpo che si desiderava guarisse.
Gli Ex voto venivano conservati all’interno di “fosse” dette stipi allorché non fosse possibile conservarli nei templi, stipi che spesso erano allestite lontane dai santuari e permettevano ai fedeli di poter depositare il dono a cielo aperto (soprattutto per quanto riguarda il culto delle acque).
In Italia il ritrovamento di queste stipi ha permesso di collocarle in un lasso di tempo che va dall’età del bronzo al tardo impero romano.
Tipi di Ex voto:
L’iscrizione può:
Nelle lingue italiche è spesso presente la formula “brat data” che, in latino, corrisponde a “gratia”, ovvero “per grazia ricevuta”.
Non sempre le iscrizioni degli ex voto presentano una costruzione linguistica corretta, spesso sono presenti abbreviazioni.
Capitolo 4
Pubblicità E Manifesti Elettorali
Ci sono due tipologie:
Data l’ampia autonomia di cui godevano le città romane e la vasta importanza dei magistrati, durante il periodo elettorale, le elezioni erano considerate un evento importantissimo.
Le città venivano tappezzate interamente di scritte propagandistiche, dipinte su muri intonacati per l’occasione, in nero o rosso.
Il testo era, nella maggior parte dei casi, molto stringato; solo in alcune circostanze presentava un invito più lungo a votare per un determinato candidato (in questo caso era usata la formula “ Oro vos faciatis”, ovvero “vi prego di eleggere”).
Potevano anche essere presenti elementi più originali facenti riferimento alle virtù del candidato.
Spesso questi manifesti erano dipinti sulle pareti di un qualche noto e autorevole sostenitore del candidato per indurre a votare.
I testi potevano essere graffiti ( i più conservati), dipinti con carbone, mattoni o altro materiale di fortuna.
Vi era una squadra addetta all’esecuzione dei manifesti: i programmatur scriptores.
Tutti i membri della squadra, che agivano di notte quando la città era più tranquilla, venivano assunti per l’occasione ma, nella restante parte dell’anno, svolgevano altri lavori.
Una volta terminata la campagna questi manifesti non venivano cancellati.
Una categoria da ricordare in questo capitolo è quella degli ostraka , vale a dire cocci di vaso rotto sui quali venivano scritti i nomi di coloro che dovevano essere “ostracizzati” (ovvero espulsi dalla città).
Gli ostraka erano diffusi in Grecia, per quanto siamo a conoscenza della loro versione romana detta petalismo (in quanto i nomi degli esiliati venivano scritti su foglie, dette appunto petala).
Non tutti erano in grado di scrivere, rilegavano quindi il compito a coloro che erano in grado; si può addirittura supporre che venissero fatti cocci prestampati da distribuire a coloro che non erano in grado di leggere e scrivere.
Solitamente veniva messo solo il nome, a volte erano però presenti anche parole di biasimo o qualcosa che definisse meglio il personaggio.
Lo spoglio dei cocci veniva fatto in presenza degli arconti e i risultati resi pubblici attraverso un araldo.
Capitolo 5
I Graffiti
Ci sono due diversi tipi di epigrafi:
Gli esempi più significativi ci vengono da Pompei dopo che,l’eruzione del 79D.C. li ha fossilizzati
La lingua utilizzata è lontana dal registro classico.
Capitolo 6
Iscrizioni Sportive
La cultura sportiva nel mondo antico era connessa alla dimensione religiosa,ai riti funebri,ai riti di fondazione delle prime città e,a volte,anche agli aspetti politici.
Le testimonianze ci vengono sotto forma di ceramica figurata,di rilievi ed iscrizioni e di statue in bronzo e in marmo.
In Grecia esistevano i giochi olimpici,le cui gare si svolgevano davanti al pubblico con regole ben precise e facevano del vincitore un elemento importante,usato a volte anche come strumento di propaganda politica.
L’importanza dei giochi olimpici è sottolineata anche dal fatto che per secoli il tempo veniva misurato a partire dalla prima Olimpiade(776),dando ad ogni periodo di quattro anni il nome del vincitore della gara di corsa.
Durante le Olimpiadi venivano rappresentate le opere dei tragici e dei comici,venivano sospese le guerre(per consentire agli atleti e ai tifosi di raggiungere Olimpia,città considerata sacra a partire dal 570).
I giochi si tenevano tra la metà di Agosto e la metà di Settembre e duravano cinque giorni,di cui il primo e l’ultimo erano completamente dedicati alle preghiere agli dei.
Nei tre giorni di gare si tenevano:le gare equestri e il pentatlon,le gare di corsa, quelle di lotta e il pancrazio.
A partire da Alesando Magno e alla conseguente divisione della Grecia assistiamo al declino dello sport.
A questo va aggiunto che, nel 300/250 A.C.,Roma diviene centro politico e militare.
Anche nel mondo etrusco/italico lo sport aveva carattere originariamente religioso con delle eccezioni:gli italici fecero dei giochi un elemento d’obbligo di qualsiasi evento pubblico e privato,gli etruschi lo intendevano come un vero e proprio spettacolo(le loro manifestazioni presentavano un carattere cruento e si concludevano con la morte dei protagonisti).
Nel mondo romano lo sport divenne espressione di spettacolo e di strumento di produzione degli organizzatori.
Più volte,a partire da Augusto si cercò di riportare in vita le antiche tradizioni greche senza successo.
Lo stesso Augusto,dopo aver dato vita ai collegia iuvenum(collegi dove si curava l’educazione dei giovani delle classi sociali più alte),cambiò rotta organizzando feste più vicine al gusto dei cittadini.
Le iscrizioni,la maggior parte delle quali,come già detto,sono state rinvenute a Pompei,non riguardavano solo gli atleti ma anche i cavalli.
I loro nomi infatti si trovano scritti sui bordi delle lampade e sui pavimenti di mosaico.
Capitolo 7
Defixiones
Definizione: testi incisi su tavolette,per la maggior parte di piombo,contenenti maledizioni atte a inchiodare i propri nemici al volere delle divinità infere
Le tavolette venivano ripiegate su loro stesse e inserite nelle tombe di defunti che avevano il compito di far giungere la missiva alla divinità destinataria.
Vi erano diversi tipi di defixiones:
Presentano uno o più nomi di individui seguiti dalla menzione della madre,il verbo che esprime la maledizione,il nome della divinità che deve eseguire le richieste,l’elenco delle parti del corpo che s’intendono colpire e l’indicazione di ciò che deve capitare.A volte sono anche presenti segni o ritratti della persona maledetta.
Queste tavolette sono presenti nel mondo greco,comprese le colonie dell’Italia meridionale,in quello romano,italico,celtico e semitico.
Uno dei testi più antichi è quello sulla statua da Tell Fekheriye,a nord-est della Siria,datata al IX secolo A.C.,con iscrizione bilingue.
Da Selinunte e da altri siti siciliani provengono numerose defixiones che costituiscono un unicum sia quantitativamente sia per l’epoca cui appartengono(VI – V sec a.C.).
Alcune si presentano solo come una lista di nomi, altre esplicitano le maledizioni, altre ancora sono giudiziarie contro accusatori o testimoni.
Si nota a volte una confusione nell’uso di lettere di diversi alfabeti greci, dovuta probabilmente al sopraggiungere di questi da varie località attirati prima dai tiranni e poi dalla rifondazione democratica della città.
Parte Seconda
Capitolo 1
Slogan
Definizione : espressione sintetica, coniata con fini persuasori, usato tanto in campo politico, quanto in campo pubblicitario
Caratteristiche dello Slogan :
Propria dello slogan è, senza dubbio, la comunicazione persuasiva che mira alla realizzazione di uno scopo mediante la mediazione linguistica.
Lo slogan costituisce tipicamente un messaggio pubblico, non privato, atto a convincere un destinatario, per questo motivo i suoi contenuti sono tratti dall’attualità. Si tratta di una comunicazione “da uno a molti” senza possibilità di feedback, che sfrutta per lo più il canale scritto. Tuttavia lo slogan presenta anche caratteristiche del parlato dialogico, recuperate attraverso accorgimenti grafici e di punteggiatura che mimano elementi paralinguistici come i gesti di intonazione.
È raro che uno slogan si trovi in isolamento; spesso è racchiuso in quello che G. Klein definisce “testo chiuso”( ovvero il contorno linguistico – grafico).
Ad esempio: dato che tutti i partiti politici cercano di fare leva sui temi generali cari al pubblico, lo slogan appare non connotato politicamente (lo slogan di Berlusconi dice di volere le stesse cose di quello di Prodi!!). La sua appartenenza è riconoscibile solo grazie al testo chiuso in cui è inserito.
A differenza del testo scritto, (che può essere pianificato e presenta una struttura sintattica ipotattica), quello parlato è caratterizzato da una scarsa pianificazione, dalla possibilità di fare riferimento al contesto e dalla struttura paratattica.
Anche lo slogan politico, così come quello pubblicitario, è più oratorio che argomentativo, dunque prevale il pathos sul logos, si dà ampio spazio all’inventio e necessita che il politico sia un bravo oratore.
La ricerca degli argomenti è sempre subordinata alla conoscenza dell’uditorio al quale è diretto il discorso (uditorio universale o uditorio particolare).
Capitolo 2
I Manifesti Seriali
Al giorno d’oggi vengono impiegati manifesti di grande formato per la pubblicità che, nel caso particolare di quelli murali, possono essere politici o pubblicitari.
Prendendo ad esempio le pubblicità – propaganda di Esselunga e Berlusconi possiamo notare come queste siano un esempio dell’abbandono della logica di sollecitazione all’acquisto nel breve termine, mentre lavorano a consolidare sulla marca i valori positivi della comunicazione, costruendo una sorta di advertising personality.
Puntano insomma a definire uno stile ricorrente attraverso il quale rendersi riconoscibili.
Questi due esempi ci fanno capire come le campagne “seriali”, (che utilizzano quindi uno stile ricorrente variando in piccolo per dare l’idea di continuità e allo stesso tempo di dinamicità), impostino un tipo di discorso basato sulla comunicazione piuttosto che sulla persuasione e, come a sua volta, possano avvalersi di stili ironici e ludici volti alla soddisfazione di un gusto estetico del destinatario.
Capitolo 3
Pubblicità Per Tutti
La cosiddetta “piccola pubblicità”, vale a dire quella delle inserzioni sui quotidiani o sulle riviste settimanali specializzate, è molto diffusa ma presa meno in considerazione rispetto alla “grande pubblicità”.
Malgrado la disparità di mezzi e l’impossibilità di contare su attrattive estetiche proprie dello spot e dell’immagine stampate, la finalità del messaggio è la stessa: convincere l’acquirente a scegliere quel prodotto anziché gli altri.
Lo spazio a disposizione è poco ma, questo genere di pubblicità, ha il vantaggio di rivolgersi a lettori già orientati all’acquisto.
La necessità di distinguere il proprio annuncio dagli altri fa sì che, nello spazio breve di 20-50 parole, si accumulino informazioni e bugie, superlativi e particolari suggestivi, spesso noncuranti della brevità e schiettezza raccomandate (brevità che dipende dalla disponibilità economica dell’inserzionista e da quella offerta dalla rubrica in questione).
Ci sono diversi tipi di inserzioni:
Capitolo 4
Testi Multimodali
Definizione : testi comunicativi che sfruttano i diversi canali (visivo, verbale, iconico e sonoro)
Sono diffusi prevalentemente nel settore turistico e servono ad avvicinare il destinatario attraverso la personalizzazione (testimonial) e la dialogizzazione (uso del “tu”), intrattenendolo con giochi visivi – verbali che deve interpretare.
Spesso in questi testi si ricorre agli etnostereotipi, vale a dire i luoghi comuni legati alla storia e alla cultura del paese (ad. Es gli spaghetti in Italia, la cioccolata in Austria, etc. )
La pubblicità turistica è un testo complesso costituito da più sezioni indipendenti, fruibili anche in modo non lineare (zapping) :
Esempio pubblicità della Toscana: “C’è una toscana dentro ognuno di noi”
Mezzi retorici: la Toscana diventa la toscana per antonomasia, dove il nome comune assume su di sé le caratteristiche proprie della regione che sono espresse dall’immagine dl paesaggio, il quale diviene una metafora visiva.
Il claim informativo recita: Toscana/paesaggio interiore, con ellissi del verbo.
L’informazione è quindi distribuita in due blocchi che si presentano come due facce di una stessa medaglia: TEMA(Toscana) e REMA(paesaggio interiore)
Retorica dell’immagine: lo scorcio del paesaggio boschivo allude alla serenità, tranquillità ed equilibrio che vengono conferite alla regione
Dimensione pragmatica: la dimensione relazionale è espressa dal pronome “noi” che ingloba tutti.
La dimensione temporale, resa dal “c’è”, sottrae alla sfera cronologica l’affermazione, e l’assegna ad un presente durativo e atemporale
Richiamo ai sensi: il body copy, attraverso l’immagine, richiama sensazioni uditive, visive, olfattive e psichiche
Etnostereotipi: si cerca di dare della Toscana l’immagine di natura incontaminata e riposante
Capitolo 5
Testi Che Divertono
Definizione di infotainment : modalità comunicative in cui l’intento informativo si unisce ad una volontà ludica di intrattenimento
L’etichetta si adatta soprattutto ad un certo tipo di informazione, che tende verso la spettacolarizzazione e la seduzione, cercando di catturare l’attenzione di un lettore sempre più abituato a brevi colpi d’occhio e allo zapping.
Le figure di suono si trovano quindi in testi che dovrebbero fornire semplicemente informazione; la paronomasia in particolare va intesa come un mezzo retorico dotato di valore argomentativo e non solo uno strumento per procurare pathos nella elocutio.
Il calembour (gioco di parole) trova la sua massima espressione in testi che devono condensare in poche parole il loro messaggio, come slogan pubblicitari, politici e titoli di giornale.
Nel titolo non si trova l’intento persuasorio ma in esso è comunque palese la volontà di attrarre e divertire il lettore e di invitarlo ad approfondire.
L’utilizzo del calembour fa sì che la comprensione del messaggio da parte del destinatario avvenga non per decodifica ma attraverso un processo inferenziale ( ovvero deve interpretare il messaggio).
Malgrado la sua diffusione il calembour non gode di buona reputazione perché si crede che serva troppo sforzo da parte del destinatario per interpretare il messaggio.
Negli ultimi tempi è stato rivalutato in quanto si è scoperto che la difficoltà di interpretazione del gioco di parole raggiunge lo scopo di intrattenere l’attenzione del ricevente.
Il doppio senso molto spesso si accompagna ad una componente visiva che forza all’interpretazione letterale.
Esempio di calembour nello slogan politico Ds. : “Ds. Il Polo Positivo”
Il processo di interpretazione, basato sull’accostamento di conoscenza fisica (polarità elettrica) e conoscenza di attualità politica, porta a ricostruire un giudizio di valore sullo schieramento antagonista ( Polo = negativo). Il manifesto pertanto comunica un doppio messaggio : uno di aperta valorizzazione dei DS, uno, coperto, di valorizzazione dell’avversario.
Capitolo 6
Scritte Murali
Graffiti : fenomeno nato negli anni ’70 negli U.S.A. come arte di strada, influenzato da stili musicali come l’hip hop, e consiste nel disegno, sul muro, di scritte bidimensionali in colori accesi, per mezzo di bombolette spray, senza intento comunicativo ma con ambizioni artistiche.
Scritte Murali : espressione scritta con forti componenti del parlato, relativa ad argomenti che spaziano dalla dedica d’amore al messaggio politico, dall’ingiuria all’incitamento sportivo, con intento comunicativo e spesso accompagnate da una “risposta”
Per quanto riguarda l’asse diastratico, non vi è dubbio che la provenienza sociale e il grado di istruzione di chi scrive sui muri siano prevalentemente orientati verso il basso (la stessa concentrazione di queste scritte in quartieri poveri e scuole di seconda scelta lo dimostra).
Possono distribuirsi, quanto a contenuti e finalità, in due categorie:
Caratteristiche del linguaggio giovanile nelle scritte murali:
Capitolo 7
Iscrizioni Parlanti e Pubblicità Parlante
Rara, ma non inesistente, vi è un genere di pubblicità che si serve di forme verbali alla prima persona, in cui il soggetto enunciante è apparentemente l’oggetto stesso da reclamizzare.
Es. Pubblicità del “Dodo”
“Stringimi. Il Pulcino”
La firma che segue l’enunciato indica che il referente del pronome, e soggetto dell’enunciazione, è il pulcino, sebbene l’immagine rende ambiguo questo riferimento perché il testimonial, per il colore della camicia e per l’espressione, può essere inteso come “pulcino”
Es. pubblicità Dior
“J’adore. Dior”
Identificazione completa tra prodotto e testimonial con perfetta fusione anche del ruolo di enunciatore.
Capitolo 8
Ex Voto
Gli ex – voto costituiti da oggetti con iscrizione non sono gli unici simboli della soluzione di un contratto con un essere soprannaturale: questo può essere effettuato anche attraverso un comportamento, un fare che, come tale, non lascia tracce visibili (es. pellegrinaggio).
Tratti extralinguistici e linguistici costanti:
Capitolo 9
Il Ritorno All’Ideogramma
Negli ultimi tempi si è assistito all’ingresso massiccio di strategie grafiche di scrittur che introducono nel testo alfabetico elementi iconici.
L’attuale evoluzione risente dell’evoluzione delle tecnologie della comunicazione che richiedono una forma di codifica del messaggio sempre più veloce e sintetica.
In realtà possiamo ritenere questo utilizzo di elementi iconici come una sorta di ritorno al passato, verso forme di scrittura alle quali si aggiungevano spesso espedienti grafici che mimavano la prossemica, immettendo nel testo scritto elementi tipici del parlato (Es. faccine). D’altronde i sistemi di scrittura logografica hanno preceduto, cronologicamente, quelli di tipo alfabetico.
Logogramma : segno grafico che indica l’intera parola di una lingua (es. + in luogo di “più”)
Acronimo : parola composta dalle iniziali di altre parole, è una sigla. La grafia varia, le lettere possono essere puntate oppure no. (es. Dc per Democrazia Cristiana).
La Computer Mediated Communication ha portato alla affermazione di nuove modalità di comunicazione i cui principali tratti osservabili, per quanto riguarda la posta elettronica, sono:
Fonte: http://www.scicom.altervista.org/semiotica/Materiali%20Ed%20Analisi%20Di%20Testi%20completo.doc
Sito web da visitare: http://www.scicom.altervista.org/
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco
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