Riassunto sociologia dei media McQuail

Riassunto sociologia dei media McQuail

 

 

 

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Riassunto sociologia dei media McQuail

SOCIOLOGIA DEI MEDIA
Denis McQuail

CAPITOLO 1

 

«mass media»: mezzi di comunicazioni diffusi e familiari. Confini incerti. I cosiddetti “nuovi media” non comportano necessariamente il loro declinio.

MASS MEDIA E POLITICA

  • Mass media elemento essenziale della democrazia. Essi forniscono un’arena di dibattito e diffondono pluralità di informazione e d’opinione.
  • Mass media mezzo per esercitare il potere, poiché politici e governanti possono accedere ad essi.

MASS MEDIA E CULTURA

  • Mass media fonte importante per la trasmissione di immagini della realtà sociale. Espressione di una identità comune
  • Mass media principale elemento di intrattenimento e savago
  • Mass media sempre più forti economicamente; industria mediale sempre più forte nel mercato
  • I media dipendono dalla società e soprattutto dal potere politico ed economico
  • I media creano, diffondono e memorizzano il significato degli avvenimenti della vita sociale pubblica

MASS MEDIA E SOCIETA’

Due principali differenze di prospettiva:

  • Separazione tra approcci media-centrici e approcci socio-centrici
  1. Media centrici – forte autonomia e influenza della comunicazione. Attività propria dei media
  2. Socio centrici – media come riflesso delle forze politiche ed economiche
  • Approccio culturalista e materialista
  1. Culturalista – teorici legati al mondo della cultura e delle idee
  2. Materialista – teorici legai a forze e fattori materiali

Quindi: 4 TIPI DI PROSPETTIVE NELLO STUDIO DEI MEDIA

    1. PROSPETTIVA MEDIA-CULTURALISTA – concentrare l’attenzione sul contenuto dei mesaggi dei media
    2. PROSPETTIVA MEDIA-MATERIALISTA – privilegiare gli aspetti politico-economici e tecnologici dei media
    3. PROSPETTIVA SOCIO-CULURALISTA – influenza dei fattori sociali su produzione e ricezione dei media
    4. PROSPETTIVA SOCIO-MATERIALISTA – media come riflusso delle condizioni economiche della società

4 TIPI DI TEORIE RELATIVE ALLA COMUNICAZIONE DI MASSA:

  • Teoria socio-scientifica. Serie di enunciati su natura e effetti della comunicazione di massa. Teoria corposa, poco organizzata, a tratti incoerente.
  • Teoria normativa. Come i media devono operare per salvaguardare determinati valori sociali. Contribuisce a legittimare e plasmare i media.
  • Teoria operazionale. Riguarda le idee pratiche del lavoro dei professionisti dei media. Serve a organizzare l’esperienza quando si tratta di scegliere notizie, soddisfare il pubblico, rispettare il lecito ecc. talvolta si sovrappone alla teoria normativa.
  • Teoria del senso comune. Capire cpme un mezzo di comunicazione si inserisce nella nostra vita quotidiana; come si “leggono i media, quali differenze ci sono tra i media. Può condizionare il dibattito pubblico sui media e le sue conclusioni.
    • Definizione Berger-Chafee della comunicazione di massa e suo studio:
      • TENTATIVO DI CAPIRE LA PRODUZIONE, IL CONSUMO E GLI EFFETTI DEI SISTEMI DI SIMBOLI E SEGNALI SULLA BASE DI TEORIE VERIFICABILI CONTENENTI LEGITTIME GENERALIZZAZIONI CHE SPIEGHINO I FENOMENI LEGATI ALLA PRODUZIONE, AL CONSUMO, AGLI EFFETTI.
    • Questa definizione è orientata unicamente verso lo studio quantitativo. Una sola definizione non può abbracciare tutta la ricerca
    • La comunicazione può verificarsi a livelli MICRO-SOCIALI o MACRO-SOCIALI. Esiste quindi una GRANDE RETE PUBBLICA DI COMUNICAZIONE.

Distribuzione piramidale della comunicazione:

RETE DI COMUNICAZIONE mezzo di offerta e scambio, flusso di messaggi a cui tutti partecipano attivamente.

    1. Società a livello regionale. Struttura mediale parallela
    2. azienda o unità produttiva
    3. istituzioni (scuola, governo…) si richiede molta comunicazione
    • Tipi di rete ancora più numerosi e vari:
      • AMBIENTE (es.quartiere)
      • INTERESSE (es. musica)
      • BISOGNO (es. cura dei bambini)
      • ATTIVITA’ (es. lo sport)

Questioni chiave: ATTACCAMENTO, IDENTITA’, COLLABOAZIONE E FORMAZIONE DELLA NORMA

    • Questo modello abbastanza nitido è stato complicato dalla GLOBALIZZAZIONE DELLA VITA SOCIALE
      • Chi comunica a chi? – Fonti e riceventi
      • Perche? – Funzioni e scopi
      • In che modo? – Canali, linguaggi, codici
      • Su che cosa? – Contenuto, tipi di informazione
      • Con quali effetti? – Intenzionali, inintenzionali

Questo è lo SCHEMA DI LASSWELL (per la ricerca sulla comunicazione) ADATTATO DA McQUAIL

    • Per la ricerca e lo studio della comunicazione, si individuano 3 principali approcci alternativi.
      • APPROCCIO STRUTTURALE – Il suo punto di partenza è socio-centrico. Attenzione rivolta ai sistemi e alle organizzazioni mediali e ai loro rapporti con la società
      • APPROCCIO COMPORTAMENTALE – Muove dalla psicologia e dalla psiclogia sociale. Oggetto principale è il comportamento umano individuale. Tende a utilizzare metodi sperimentali
      • APPROCCIO CULTURALE – Muove da studi umanistici, dall’antropologia e dalla sociolinguistica. Tende a eesere media-centrico. I suoi metodi privilegiano l’analisi qualitativa.

COMUNICAZIONE DI MASSA (è un’idea più che una realtà [ideal-tipo di Max Weber]) = INTERAZIONE SOCIALE TRAMITE MESSAGGI (Gerbner, 1967)
MASS MEDIA= insieme delle attività e delle organizzazioni mediali avente regole formali o informali di funzionamento, all’interno di quadri giuridici e politici imposti dalla società.
Caratteristiche dei media:

    • Collocati nella «sfera pubblica» (in teoria aperti a tutti): trattano materie di interesse generale che formano una OPINIONE PUBBLICA
    • Godono di un ampio grado di LIBERTA’ come soggetti economici, politici e culturali.
    • Privi di potere , MA possono influenzare e avere determinati EFFETTI
    • Partecipazione ai media VOLONTARIA e SENZA VINCOLI SOCIALI
CAPITOLO 2

 

Nella storia dei mass media incontriamo 3 elementi princpali:

  • INSIEME DI SCOPI, BISOGNI O USI, come ad esempio informazione, intrattenimento, espressione culturale.
  • INSIEME DI TECNOLOGIE per comunicare pubblicamente a distanza
  • FORME DI ORGANIZZAZIONE SOCIALE – diffusione tecnologie neel’ampio contesto sociale

Mezzi di comunicazione, storia.

  • LIBRO – nel medioevo ad uso religioso. Venivano copiati a mano. In seguito il cambiamento di contenuti portò alla trasformazione del mondo medievale.
  • PRIMO GIORNALE – il suo precursore è la lettera (circolazione notizie). Caratteristiche: uscita regolare, base commerciale, finalità multiple, carattere pubblico, individualismo, orientamento realistico, nell’utilità, laicità; il giornale risponde cioè agli interessi di una nuova classe in ascesa: la BORGHESIA
  • STAMPA D’OPPOSIZIONE – contro il potere costituito. Battaglia per la libertà di stampa, in seguito a restrizioni legali e a controlli raffinati.
  • STAMPA POLITICA – una tipica forma di stampa era il FOGLIO DI PARTITO; oggi l’organo di partito ha ceduto il passo alla stampa commerciale.
  • STAMPA DI PRESTIGIO – 1850-1900: fase altoborghese della storia della stampa trionfo del liberalismo, fine censura diretta. Nuova classe capitalistica e formazione di establishment economico-professionale. Indipendenza formale dello Stato, cronaca obiettiva degli avvenimenti.
  • STAMPA COMMERCIALE – gestita da imprese monopolistiche per lucro, dipende pesantemente dalla raccolta pubblicitaria (ATTUALE STATO DELLA STAMPA)
  • CINEMA – nasce alla fine dell’ottocento offrendo storie, spettacoli, musica…. Il cinema appagava gli interessi della classi medio-basse e operaie. Nuova forma di SHOW BUSINESS. Inoltre si distinguono 3 filoni nella storia del cinema: uso propagandistico, scuola d’arte cinematografica, cinema sociale documentaristico. Alcuni film contenevano PROPAGANDA IMPLICITA per un mix di forze: tentativi dichiarati di controllo sociale, adozione di valori populisti o conservatori, ricerca del successo a tutti i costi. 2 momenti importanti: nascita della TV e americanizzazione dell’industria e della cultura cinematografica. Il cinema è un creatore di cultura.
  • RADIO E TELEVISIONE – derivano da telefono, telegrafo, fotografia… Peculiarità storiche: diretta osservazione e registrazione degli avvenimenti mentre accadono, alto controllo da parte dell’autorità pubblica, distribuzione dal centro alla periferia, legame tra TV e vita politica. La televisione è in grado di coltivare COINVOLGIMENTO PERSONALE
  • NUOVI MEDIA – due innovazioni principali: COMUNICAZIONE VIA SATELLITE e COMPUTER (e PROCESSO DI DIGITALIZZAZIONE). Esistenza anche dei «quasi media», tipo videogiochi, realtà virtuale ecc… I nuovi media sono perloppiù INTERATTIVI. Installazione di sistemi via cavo/via satellite. Internet e connesione di più computer che operano in base a protocolli prestabiliti.
    • Oggi continuano a diminuire le differenze tra un mezzo di comunicazione e l’altro. Le differenze riguardano libertà e controllo e lo scopo del mezzo
    • La questione LIBERTA’/CONTROLLO è centrale nella dimensione politica
      • LIBRO – quasi totale libertà anche perche ha perso molto del suo potenziale data la sua relativa emarginazione
      • GIORNALE – libertà d’azione, ma anche industria importante e quindi libertà di produrre è una condizione indispensabile al suo successo
      • RADIO E TV – libertà piuttosto limitata. Al servizio dell’«interesse pubblico»
    • Il controllo politico è maggiore per i media più seguiti, anche se in teoria tutti i mezzi di comunicazione di massa hanno un potenziale sovversivo
    • TRE DIMENSIONI DELLA PERCEZIONE E FRUIZIONE DEI MEDIA
  1. in casa o fuori
  2. esperienza individuale o comune
  3. pubblica o privata

TV – collettivo, domestico, pubblico
GIORNALE – pubblico, meno domestico, individuale
RADIO – privata, non solo domestica, individuale

CAPITOLO 3

 

Rapporti tra media e società. Tre correnti di pensiero:
POTERE dei media
INTEGRAZIONE sociale
ACCULTURAMENTO del pubblico
La credenza nel potere dei mass media si era rafforzata con la 1° guerra mondiale e la forte opera di propaganda

    • Condizioni per l’affermarsi del POTERE DEI MEDIA:
      • Industria dei media nazionale capace di raggiungere la maggioranza della popolazione
      • Un certo grado di controllo monopolistico o autoritario al vertice o al centro
      • Un pubblico affezionato ai media e sensibile al loro fascino
    • SOCIOLOGIA: fine ottocento, primi del novecento, problemi di COESIONE SOCIALE I mass media potevano favorire un nuovo tipo di coesione in grado di unire i singoli individui in una cimune esperienza nazionale/locale
    • I riformatori politici e sociali vedevano una possibilità nei media al fine di EDUCAZIONE DELLE MASSE – benefici educativi e culturali
    • I media sono stati utilizzati come CAPRO ESPIATORIO per le varie forme di panico morale, protesta politica violenta, terrorismo
    • Concetto di MASSA: moltitutide, folla Ma con accezione negativa. Viene utilizzato con accezione positiva nella tradizione socialista (massa come coesione della classe operaia)
    • Il processo di comunicazione è unidirezionale e impersonale e porta inevitabilmente a rapporti massificati fra emittenti e riceventi. Il fruitore dei media è stato spesso considerato SPETTATORE PASSIVO
    • Il messaggio è fabbricato in modi standardizzati – PRODUZIONE DI MASSA non è (mai) unico, mutevole o imprevedibile
    • ASIMMETRIA: divario economico e sociale tra emittente (più potere, prestigio risorse, autorità) e ricevente
    • PUBBLICO DI MASSA: il ricevente non ha contatti con i suoi simili e non ne conosce l’identità
    • Herbert BLUMER (sociologo) – sue definizioni di GRUPPO, FOLLA, PUBBLICO, MASSA
      • GRUPPO – tutti i membri si conoscono, condividono le stesse esperienze, gli stessi valori. Hanno rapporti stabili nel tempo
      • FOLLA – ristretta entro confini osservabili. È TEMPORANEA e raramente si riforma nello stesso modo. Struttura sociale disordinata
      • PUBBLICO – tende a essere grande, disperso e stabile. Caratteristico delle moderne democrazie liberali
      • MASSAdisaggregata. Priva di autocoscienza e identità. Eterogenea
    • Tentativo di controllo sulle masse da parte del potere politico. Massa considerata in termini quantitativi, esponenti visti solo come consumatori
    • Contenuto dei media: storie, informazioni, immagini – CULTURA DI MASSA [cultura del popolo, non cultura per il popolo]
    • Gli intellettuali vedevano nella massa una grave PERDITA CULTURALE
    • Bauman: la cultura di massa non è stata creata dai media, sarebbe nata comunque; i media hanno contribuito a plasmarla. Egli parla di CULTURA UNICERSALE O STANDARDIZZATA
    • Bourdieu: le differenti concezioni di capitale culturale sono legate alle differenze di classe sociale
    • Tradizione della ricerca; 2 paradigmi:
      • PARADIGMA DOMINANTE – semplificazione di un complesso insieme di idee
      • PARADIGMA ALTERNATIVO – posizioni più critiche verso i media e la società
        • Il PARADIGMA DOMINANTE collega visione onnipotenza media con studi delle scienze sociali. Visione NORMATIVA della società. Società giusta è la società liberale, democratica, pluralista, ordinata – America anni 50.

Analisi funzionalista – il primo fu Lasswell (1948), la comunicazione favorisce l’integrazione, la normalità sociale, ma può anche avere effetti negativi. Approccio teorico ormai superato.
Teoria dell’informazione – efficienza tecnica dei canali che portano l’informazione. Elaborata da Shannon e Weaver (1949).
Comunicazione: FONTESEGNALE su un CANALE DI COMUNICAZIONE – RICEVENTE ----- elaborazione per successiva destinazione.
Modello considerato valido per studiare gli effetti della comunicazione di massa: 1. intenzionali 2. involontari (TEORIA DEL PROIETTILE MAGICO – visione unidirezionale della comunicazione)

  • Il PARADIGMA ALTERNATIVO contesta una serie di idee e pratiche diverse. Rifiuto del modello democratico liberal-capitalista – ideologia alternativa; le radici di questo paradigma stanno nel MARXISMO; primo impulso: Scuola di Francoforte: MEDIA COME STRUMENTO DI MANIPOLAZIONE E DI OPPRESSIONE.

Mills (1959) – denuncia dell’inganno liberale del controllo pluralista.
Ricerca più qualitativa sulla cultura.
APPROCCIO ALTERNATIVO = ELEMENTI CRITICI + ELEMENTI INTERPRETATIVI E QUALITATIVI.
Potter individua 3 metodi di ricerca

  • SCIENZA SOCIALE
  • INTERPRETATIVO
  • ANALISI CRITICA

4 modelli (alternativi) di comunicazione:

    • MODELLO DELLA TRASMISSIONE – definizioni più semplici della comunicazione: i 5 punti di Lasswell. La comunicazione di massa non esiste senza la interpolazione di un nuovo ruolo di agente della comunicazione tra la società e il pubblico:

EVENTI E VOCI NELLA SOCIETA’ – CANALE/COMUNICATORE – MESSAGGIO – RICEVENTE
Cioè, gli agenti della comunicazione di massa (es. giornalisti) «trasferiscono» a un pubblico potenziale il loro resoconto di quanto avviene NELLA società.

    • MODELLO RITUALE O ESPRESSIVO – il modello della trasmissione è semplicistico. Importante esponente: Carey. Questo modello pone l’accento sul gradimento intrinseco dell’emittente. È celebrativa anziché utilitaristica. Ha conseguenza per la società e per i rapporti sociali. Il rituale serve a unire e a impegnare sentimento e azione
    • MODELLO DELLA PUBBLICITA’ – l’obiettivo primo e diretto dei media è quello economico, quello indiretto è vendere l’attenzione del pubblico agli inserzionisti ATTENZIONE = CONSUMO = GUADAGNI. Il dato dell’attenzione conta più della qualità di quest’ultima.

LOGICA DEI MEDIA: la sostanza del messaggio è subordinata alle tecniche di presentazione. Quindi: competitività, attualità/transitorietà, obiettività/distacco.
Queste sono le principali caratteristiche dei media commerciali.

    • MODELLO DELLA RICEZIONE – ha origine nella teoria critica e nella semiologia. «i messaggi mediali sono polisemici e sono interpretati secondo la cultura del ricevente». Gli agenti della comunicazione manipolano i messaggi a fini ideologici e istituzionali. Il pubblico (riceventi) può decodificare i messaggi e annularne l’influenza ideologica.

Modello della codifica e decodifica, Hall (1980)

      • I vari modelli vengono applicati in modo vario e differente
      • l’informazione, e più in generale i media, è sempre al centro di dibattiti soprattutto per la definizione di problemi quali l’identità culturale, l’ineguaglianza, il razzismo, il degrado ambientale la fame il caos sociale – I MEDIA HANNO UN RUOLO SEMPRE PIU’ CENTRALE NELL’ORGANIZZAZIONE DELLE SOCIETA’
CAPITOLO 4
    • Buona parte della teorie sui media fanno riferimento ai rapporti cone la SOCIETA’ e con la CULTURA
      • La sfera della società riguarda la base materiale, i rapporti sociale nelle diverse collettività e i ruoli sociali e le attività che sono regolate dalle strutture della vita collettiva
      • La sfera della cultura concerne in particolare significati e  pratiche e anche abitudini personali
    • Rosengren: la struttura sociale influenza la cultura e la cultura influenza la struttura sociale

STRUTTURA SOCIALE ó CULTURA

    • Rapporto tra mezzi di comunicazione e società. 4 opzioni:
      • MATERIALISMO: mass media come “aspetto della società”. Chiunque controlli i media può sccegliere di regolarli a suo piacimento
      • IDEALISMO: media considerati in base al loro CONTENUTO. Le idee e i valori veicolati dai media sono considerati la causa principale di mutamento sociale, indipendentemente da chi li controlli
      • INTERDIPENDENZA: mass media e società si influenzano reciprocamente. L’industria culturale favorisce un nuovo clima socio-culturale. Media e società sono concepibili separatamente
      • AUTONOMIA: non crede alla grande potenza dei media soprattutto ad incoraggiare il conformismo. Non crede nemmeno, quindi, nel funzionamento dell’ “imperialismo culturale”
    • I media sono visti come progressisti dal paradigma dominante e come reazionari dal paradigma alternativo
    • Nel processo macro-sociale, i media sono visti come produttori e distributori del sapere. Inoltre i media sono una fonte decisiva di canoni, modelli e norme.
    • I media si frappongono fra noi e il mondo lontano dalla nostra osservazione diretta. Siamo esposti a una CULTURA MEDIALE
    • Concetto di mediazione: trasmissione di versioni di avvenimenti e situazioni che non possiamo osservare direttamente. Si riferisce anche al modo indiretto in cui ci facciamo un’idea su realtà a noi estranee.

I RAPPORTI MEDIATI tendono a essere distanti, impersonali e deboli.
Prime elaborazioni del concetto di mediazione. Separazione tra:

  • Sfera pubblica – visione comune della realtà
  • Sfera personale – comunicazione libera
    • Thompson ha elaborato 3 tipi di interazione, anche in realzione alle nuove tecnologie
      • INTERAZIONE FACCIA-A-FACCIA
      • INTERAZIONE MEDIATA implica i mezzi tecnici per la comunicazione a distanza. I due “interlocutori” non condividono gli stessi sistemi spazio-temporali e devono fornire informazioni aggiuntive
      • QUASI-INTERAZIONE MEDIATA realzioni stabilite dai mass media. I partecipanti non sono orientati verso interlocutori specifici. Le forme simboliche vengono prodotte per una gamma indefinita di riceventi. Il flusso di comunicazione è UNIDIREZIONALE.
  • Per quanto riguarda il POTERE, sappiamo che i media hanno un valore economico, e sono sempre legati alla struttura dominante di potere economico e politico.

I mass media sono considerati validi strumenti di potere e di influenza

    • Chi controlla i media e nell’interesse di chi?
    • Quale visione del mondo viene offerta?
    • I media raggiungono gli obiettivi che si prefiggono?
    • I media favoriscono l’uguaglianza sociale?

2 modelli: EGEMONIAPLURALISMO

  • Modello dell’ EGEMONIA – i media sono subalterni alle altre istituzioni che a loro volta sono interrelate. I media sono controllati da un numero ristretto di interessi forti e hanno finalità analoghe.

Il pubblico è costretto ad accettare il modello proposto in modo acritico. Le voci alternative non filtrano.

  • Modello del PLURALISMO – ammette grande diversità e imprevedibilità. Sostiene che non esiste un’elite dominante e che il controllo democratico dei media non è impossibile
    • Duplice prospettiva nei confronti di mass media e integrazione sociale:
      • Il processo della comunicazione di massa è stato etichettato come INDIVIDUALISTICO, IMPERSONALE e ANOMICO. I media hanno portato l’idea delle nuove merci, hanno disegnato valori alternativi indebolendo quelli tradizionali
      • I media sono capaci di unire in un unico grande uditorio gli individui isolati. Tali processi possono servire a cementare una società differenziata
    • Le varie teorie vanno classificate anche in termini di ottimismo/pessimismo.

TENDENZE CENTRIGUGHE = cambiamento, libertà, diversità, frammentazione
TENDENZE CENTRIPETE = ordine, controllo, unità, coesione…..
Quindi: 4 posizioni teoriche

  • Livelli di INTEGRAZIONE:
    • INTEGRAZIONE FUNZIONALE – assenza di conflitto, cooperazione
    • INTEGRAZIONE NORMATIVA – comunanza di valori e norme
  • H.Hardt (1979): la stampa “cementa” le componenti della società, offre una guida al pubblico, favorisce lo scambio di idee.
  • Scuola di Chicago (Park, Blumer…): ruolo positivo dei mass media nell’assimilare, ad esempio, gli immigrati
  • I media possono provocare integrazione o disgregazione sociale. Le varie teorie si differenziano perché combinano insieme diversamente tre elementi fondamentali:
  • la tecnologia di comunicazione e la forma e il contenuto dei media
  • i cambiamenti nella società (struttura sociale
  • la distribuzione in una popolazione di opinioni, credenze valori e pratiche

à questioni teoriche su POTERE, INTEGRAZIONE e CAMBIAMENTO

  • Mills: i mass media esercitano una forma di controllo antidemocratico «dall’alto», con poche possibilità di replicare
  • Kornhauser: l’assenza di un’organizzazione sociale solida e il relativo isolamento degli individui spingono i leader a mobilitare e manipolare le masse

USO CINICO E MANIPOLATORIO DEI MEDIA – DISINTERESSE VERSO LA POLITICA

  • I nuovi media incoraggiano una nuova visione della società in netto contrasto con la società di massa
  • Pensiero marxista – l’industria dei media corrisponde al modello capitalistico, con rapporti di produzione. I media sono monopolizzati da una classe di capitalisti e sono quindi al servizio della classe dominante – SFRUTTAMENTO DEI LAVORATORI, ACCESSO NEGATO A VOCI ALTERNATIVE – ECONOMIA POLITICA CRITICA
  • La TEORIA MARXISTA postula un legame diretto tra le proprietà economica e la diffusione di messaggi che affermano la legittimità e il valore di una società classista.

à Althusser: i media hanno come effetti ideologici quelli di legittimare la superiorità della classe dominante e la subalternità della classe operaia.

  1. APPARATI IDEOLOGICI DELLO STATO – tutti i mezzi di socializzazione (quindi anche i mass media)
  2. APPARATI REPRESSIVI DELLO STATO – esercitp, polizia….

à Marcuse: i media vendono e impongono un intero sistema sociale che è, allo stesso tempo, desiderabile e repressivo – SOCIETA’ UNIDIMENSIONALE
La soluzione marxista: creazione di una forma collettiva di mezzi di comunicazione alternativi per controbilanciare (e sovvertire) il potere della classe operaia

  • Secondo il PENSIERO FUNZIONALISTA i mezzi di comunicazione avvantaggiano tutta la società. Il funzionalismo non attribuisce un’ideologia precisa ai media, ma li descrive come un MECCANISMO CHE SI AUTOREGOLA – affermazione conservatrice: i media lasciano la società così com’è e non favoriscono mutamenti radicali
    • Teoria funzionalista della dipendenza: la dipendenza del pubblico verso i mass media è misurabile – QUANTO PIU’ IL PUBBLICO DIPENDE DAI MEDIA, TANTO MAGGIORE SARA’ IL POTERE CHE I MEDIA HANNO
  • Principali funzioni della comunicazione secondo Lasswell:

Laswell 1948 à 1. controllo dell’ambiente 2. correlazione della parti della società nel reagire all’ambiente 3. trasmissione del patrimonio culturale 4. intrattenimento (Wright 1960) 5. mobilitazione (Mendelsohn 1966)

  • La teoria funzionalista serve unicamente a spiegare i fenomeni relativi all’ integrazione sociale. I mass media sono solo una delle istituzioni per il CONTROLLO e il CONSENSO, essi tendono a riprodurre i valori della società nel suo insieme.

à FUNZIONE DI INTEGRAZIONE SELETTIVA ad esempio le riviste periodiche femminili cementano una cultura basata sull’importanza della solidarietà e identità di genere.

  • I mezzi di comunicazione più seguiti sono CONFORMISTI
  • L’analisi funzionalista sostiene che NEWS e informazione sono sempre NORMATIVE: volontà di rinsaldare l’attaccamento alla società
  • TEORIA ECONOMICA-POLITICA CRITICA – orienta la ricerca verso l’analisi empirica della struttura proprietaria e di controllo dei media e verso il modo di operare del mercato dei media. Il prodotto mediale dipende soprattutto dagli interessi del proprietario – ricavare profitto (concetto del valore di scambio). CONSEGUENZE: riduzione fonti indipendenti, concentrazione dei mercati più grandi, eliminazione rischi d’impresa, margializzazione dell’opposizione. Inoltre i media producono pubblico: modellano il comportamento degli utenti in determinate direzioni.
  • Corrente di pensiero DETERMINISTICA – ricerca dei legami tra la tecnologia della comunicazione e i tratti essenziale della società.
    • H.M.Innis fondatore della Scuola di Toronto diceva che le tecniche dominanti della comunicazione generano civiltà: la comunicazione riflette la realtà sociale. 2 principi ispiratori di Innis:
    • i mezzi di comunicazione e distrubuzione del sapere tendono a essere, prima o poi, monopolizzati da un gruppo o da una classe
    • le dimensioni più importanti di un impero sono SPAZIO e TEMPO
    • McLuhan: l’estensione tipografica dell’uomo ha fatto nascere il nazionalismo, l’industrialismo, i mercati di massa e una cultura universale
  • A proposito delle conseguenze delle tecniche di comunicazione, il sociologo Gouldner (1976) giustifica così il declino dell’IDEOLOGIA:

da SIMBOLISMO CONCETTUALE a SIMBOLISMO ICONICO à scissione tra APPARATO CULTURALE (produce ideologia) e INDUSTRIA DELLA COSCIENZA (controlla il pubblico di massa) à DECLINO DELLA IDEOLOGIA
quindi:
IL DETERMINISMO afferma che le rivoluzioni nella comunicazione portano a rivoluzioni nella società

CAPITOLO 5

  • Prospettiva CULTURALISTA, influsso di studi umanistici, si diatacca un po’ dalle teorie socio-scientifiche. Questo approccio ha a che fare con l’idea di TESTO e con l’assunzione di significato da parte di quest’ultimo. L’approccio culturalista comprende tutti gli aspetti della produzione, le forme, e la ricezione dei testi e i discorsi intorno ad essi.
    • Carey (1975) – la comunicazioneè il processo simbolico grazie a cui la realtà è prodotta, mantenuta, aggiustata e trasformata. Deve avere quindi un ruolo più centrale
  • La cultura è qualcosa di collettivo e comune, una forma di espressione. Ha molto a che fare con la comunicazione. Per studiare la cultura dobbiamo poterla cercare in tre luoghi:
  1. nella GENTE
  2. nelle COSE (testi, manufatti..)
  3. nella PRASSI UMANA (modelli di comportamento sociale)
  • Le tematiche trattate dal paradigma culturalista sono:
  1. carattere della nuova cultura di massa generata dai mass media
  2. conseguenze delle nuove tecnologie
  3. aspetti economico-politici della produzione organizzata della cultura
  4. mercificazione della cultura
  5. internazionalizzazione della produzione

4 e 5 sono conseguenze del punto 3
studio sulle CONSEGUENZE PER L’IDENTITA’ CULTURALE
à corrente di pensiero fortemente critica – alcuni esponenti: Hoggart, Williams, Hall – parlano di SVILIMETNO CULTURALE e prendono le difese dei lavoratori consumatori di cultura di massa.
à altra scuola critica di ispirazione marxista: Scuola di Francoforte, alcuni esponenti: Horkheimer, Adorno, Lowenthal, Marcuse, Benjamin. Le ideologie della classe dominante avevano condizionato la base economica, instillando una «falsa coscienza» nelle masse operaie e favorendo la loro integrazione nella società capitalistica. Il capitale aveva raggiunto questo successo grazie alla produzione massificata di merci

    • Marcuse (1964) la società comunista è «unidimensionale»

Ostilità con cui la Scuola di Francoforte guardava alla cultura di massa era anticapitalistica e antiamericana

    • Marx e la mercificazione: gli oggetti, invece di avere soltanto un valore intrinseco d’uso, si mercificano acquisendo un valore di scambio. Anche i prodotti culturali si mercificano e possono essere acquistati dai consumatori per gratificazione personale – ILLUSIONE sulla nostra collocazione nel mondo – VIENE NASCOSTA LA REALE STRUTTURA DELLA SOCIETA’ E LA NOSTRA SUBALTERNITA’ AL SUO INTERNO

à Più arte e cultura sono mercificate, più perdono potere critico.

  • EGEMONIA = insieme di idee dominanti che permeano una società, ma in modo tale da far sembrare sensato, pacifico e naturale l’assetto vigente di potere. L’egemonia tende a liquidare l’opposizione allo STATUS QUO come dissidenza e devianza. I rapporti capitalistici sono legittimati dal consenso involontario delle masse operaie.
  • SCUOLA DI BIRMINGHAM (fondatore Stuart Hall) – spinta all’assimilazione e subordinazione dei soggetti sociali potenzialmente ostili o devianti.
    • Si occupa dei messaggi, ma anche del PUBBLICO (approccio socio-culturale) come, cioè, i messaggi vengono letti dal pubblico.

Hall e il modello di codifica/decodifica; 3 codici fondamentali

  • SIGNIFICATI DOMINANTI ASSOCIATI AL POTERE
  • «NEGOZIATO»- MEDIA COME VETTORI NEUTRALI DI INFORMAZIONI
  • «OPPOSITIVO» - CHI SA LEGGERE CRITICAMENTE E “TRA LE RIGHE”

modello di decodifica secondo cui l’ideologia emessa non equivale a quella ricevuta

    • Fiske difensore della CULTURA POPOLARE: lo stesso prodotto culturale può essere letto in modi differenti. TESTO MEDIALE = RISULTATO DELLA SUA LETTURA POLISEMIA DI UN TESTO.

Tutti i testi possono essere letti “al contrario” e la loro ideologia ribaltata. Cultura popolare è DEL POPOLO, dipende dal suo potere. Il potere del popolo, quindi, è essenzialmente semiotico. Per Fiske esistono 2 economie autonome: quella CULTURALE e quella SOCIALE; egli respinge, cioè, l’idea che il capitale culturale ricalchi quello economico
à il problema della tesi del riscatto della cultura popolare è hce ignora totalmente la diseguaglianza semiotica ancora esistente che fa si che una minoranza colta e ricca abbia accesso alla cultura sia “popolare” sia “impopolare”

    • La critica della cultura di massa comprende anche la critica verso la COMMERCIALIZZAZIONE (concetto inconciliabile con l’idea del riscatto popolare poiché la popolarità è un requisito del successo commerciale)
  • Il termine «COMMERCIALISMO» si riferisce anche al contenuto mediale in quanto prodotto in serie e «venduto» come merce sul mercato. Contenuto commerciale incentrato sullo svago, superficiale, conformista. Il profitto diviene l’unica cosa che conta veramente – soffocamento di ogni possibilità di INNOVAZIONE e CREATIVITA’
    • Blumer e Gurevitch (1995): nascita di un nuovo genere mediale – L’INFOTAINMENT: confusione tra informazione e intrattenimento- incoraggia l’ignoranza e il distacco dalla partecipazione politica
  • Marshall McLuhan – studio dei differenti mezzi di comunicazione di massa. I suoi studi:
  1. tutti i media sono «prolungamenti dell’uomo»
  2. conseguenza del passaggio da comunicazione ORALE a comunicazione SCRITTA
  3. non è importante cio CHE sperimentiamo, ma COME sperimentiamo
  4. tutti i media operano all’unisono à VILLAGGIO GLOBALE : utopia di McLuhan in cui INFORMAZIONE ed ESPERIENZA sarebbero state alla portata di tutti
  5. media freddi – privi di attrito meedia caldi – impegnano un unico senso
  • McLuhan definisce le sue teorie SEMPLICI INTUIZIONI. Non è mai stata prodotta nessuna conferma o smentita delle sue idee
  • Altheide e Snow (1979) – concetto di LOGICA DEI MEDIA: indica l’influenza dei media sugli avvenimenti stessi del mondo reale, oltre che sulla loro rappresentazione – viene spesso inscenato un evento mediale che spesso serve ai personaggi pubblici per avere visibilità nei media e poter esercitare appieno la loro influenza.ù
  • Influenza della tecnologia sulla cultura – concetto di DISTORSIONE.

Cinque tipi di distorosione:

  • distorsione dell’esperienza sensoriale mondo come immagini (+ o – visive)
  • distorsione della forma e rappresentazione messaggi fortemente codificati (es. stampa) o non codificati (es fotografia)
  • distorsione del contenuto del messaggio maggiore o minore realismo o polisemia
  • distorsione del contesto d’uso alcuni media hanno una ricezione privata e individualizzata, mentre altri sono più collettivi e condivisi
  • distorsione del rapporto media a senso unico e media interattivi
  • Coltivazione e mediazione dell’identità: la nostra esperienza è mediata dalle parole e dalle immagini del mezzo di comunicazione dominante del nostro tempo.

Il pensiero di Gerbner:

  • Importanza della comunicazione di massa non tanto nella “massificazione”, ma nella TRASFORMAZIONE della società
  • PUBBLICAZIONE  trasformazione dei sistemi di conoscenza da privati a pubblici, che crea nuove basi di PENSIERO COLLETTIVO
  • La televisione è responsabile di un grande processo di COLTIVAZIONE e ACCULTURAMENTO – le persone sono esposte ad una visione selettiva della società; vengono plasmate le idee e i valori dei singoli individui
  • Meyrowitz (1985) l’esperienza umana è stata sempre divisa fra “sfera pubblica” e “sfera privata”. La televisione appare mettere sulla scena pubblica tutti gli aspetti dell’esperienza sociale – ne derivano NUOVE IDENTITA’ DI GRUPPO – il risultato è una cultura senza un senso preciso dei confini sociali o fisici – esperienza mediata
  • I costi più bassi di trasmissione di SUONI e IMMAGINI ha portato all’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLA COMUNICAZIONE DI MASSA – i contenuti mediali vengono prodotti pensano che verrano trasmessi su scala internazionale – conseguenza: declassamento della specificità culturale dei temi e degli ambienti e una predilezione per formati e generi ritenuti più universali. Il contenuto transnazionale è spesso identificato col modello mordamericano – minaccia alle culture originarie riceventi
  • Condizione post-moderna – come filosofia socio-culturale, il postmodernismo mette in discussione l’idea tradizionale di una cultura fissa e gerarchica, privilegiando forme di cultura caduche, effimere, superficiali, che mobilitano i sensi più che la ragione. Le vecchie idee di qualità artistica e serietà dei messaggi sono considerate inequivocabilmente «borghesi». L’idea di postmodernità serve a definire lo spirito e l’ethos dominanti della nostra epoca e certe tendenze estetiche e culturali.

Estetica culturale del postmoderno – rifiuto della tradizione, ricerca della novità, piacere effimero, euforia, nostalgia, incoerenza.

    • POSTMODERNISMO CONSERVATORE atteggiamento secondo cui “tutto è permesso”
    • POSTMODERNISMO CRITICO comprensione dei limiti e dei fallimenti del “progetto incompleto della modernità” (Habermas)

à CONCETTO DI SIMULACRO la differenza tra immagine e realtà ha perso importanza – i mass media ci propongono tantissime immagini che si sostituiscono all’esperienza: difficoltà a scindere realtà e finzione

  • Tuttavia il concetto di postmodernismo ha poca sostanza e manca di un significato precis: per come viene usato sembra quasi una caricatura di se stesso.

CAPITOLO 6

  • Un mezzo non è solo la tecnologia applicata per trasmettere un contenuto simbolico, UN MEZZO INCARNA ANCHE UN INSIEME DI RELAZIONI SOCIALI CHE INTERAGISCONO CON LE CARATTERISTICHE DELLA NUOVA TECNOLOGIA.
    • DIGITALIZZAZIONE – tutti i testi possono essere tradotti in codice binario; CONVERGENZA tra le diverse forme mediali esistenti riguardo organizzazione, distribuzione, ricezione, regolamentazione
  • I NUOVI MEDIA non vanno visti sotto l’ottica della sostituzione, ma in un’ottica di compresenza
    • INTERNET:
  • PRODUZIONE dei messaggi
  • DISTRIBUZIONE dei messaggi
  • ELABORAZIONE dei messaggi
  • SCAMBIO dei messaggi
  • MEMORIZZAZIONE dei messaggi
  • Il funzionamento dei NUOVI MEDIA non è organizzato nella maniera professionale e burocratica tipica dei mass media
  • Poster (1999) l’essenza di internet è la sua indeterminatezza
  • Livingston (1999) la novità di internet sta nella combinazione tra interattività e le caratteristiche dei media tradizionali (gamma illimitata do contenuti, portata di pubblico, natura globale della comunicazione…)
      • RUOLI e RELAZIONI: differenze tra vecchi e nuovi media
  • L’AUTORE – i nuovi media hanno aumentato le opportunità di diventare autore. I riconoscimenti (la fama) si raggiungono con l’importanza della pubblicazione, ma anche con l’attenzione pubblica. È difficile diventare famosi attraverso internet senza passare per i media
  • L’EDITORE – fino ad ora il ruolo dell’editore è stato ricoperto da imprese commerciali o istituzioni pubbliche. Con i  uovi media ci sono forme nuove di pubblicazione, che possono diventare una sfida per l’editore tradizionale
  • La PRODUZIONE e la DISTRIBUZIONE – le nuove tecnologie hanno contribuito a risolvere molti problemi, quali ad esempio quello delle barriere spazio-temporali, hanno reso inutili alcune strutture di produzione e distribuzione, che tuttavia non sono scomparse
  • Il PUBBLICO – il consumatore mediale non è più membro di una massa indistinta; egli è membro autonomo. Inoltre l’attività del pubblico non è più semplice ricezione, ma ricerca, consultazione, interazione

 

COMUNICAZIONE DI MASSA

  1. NOTIZIE E INFORMAZIONE
  2. PUBBLICITA’
  3. FORMAZIONE DELL’OPINIONE PUBBLICA
  4. ADVOCACY
  5. PROPAGANDA
  6. INTRATTENIMENTO DI MASSA

Tutto questo è una SOCIETA’ DELL’INFORMAZIONE
SOCIETA’ DELL’INFORMAZIONE – incremento esponenziale della produzine e del flusso di ogni tipo di informazione.
I mezzi di comunicazione sono solo una delle forme di produzione di informazione, ma sono sempre più integrati in altri flussi tramite infrastrutture comuni.
à La quintessenza dei nuovi media elettronici è che sono tutti collegati.

  • Van Dijk (1999) la società sta diventando una NETWORK SOCIETY: una forma di società le cui relazioni si strutturano sempre più secondo reti mediali che si stanno gradualmente sostituendo o affiancando alle reti sociali basate sulla comunicazione faccia-a-faccia
  • L’idea di INTERCONNETTIVITA’  si lega all’alto grado di DIPENDENZA dagli altri mezzi
  • È diventato ormai estrmamente comune pensare all’informazione come a una “cosa”: l’informazione si misura – ma è stata trascurata la dimensione culturale di tale fatto – alcuni teorici ipotizzano la nascita di una CULTURA DELL’INFORMAZIONE
  • Molti autori hanno preannunciato la morte dei mezzi di comunicazione di massa proprio a causa della nascita delle nuove tecnologie dell’informazione, che li renderebbero obsoleti.
    • Everet Rogers si definisce un “determinista tecnologico blando”; egli individua 3 aspetti principali delle nuove tecnologie
  • interattività
  • natura individualizzata e demassificata
  • natura asincrona dei nuovi sistemi di comunicazione

nonostante le differenze, i nuovi media vengono utilizzati allo stesso modo dei media tradizionali, cioè per vendere, fare pubblicità, persuadere…..

  • Alcune teorie dei vecchi media non risultano adattabili ai nuovi media. 3 grandi questioni teoriche: potere e diseguaglianza, integrazione e identità sociale, cambiamento sociale, nei nuovi media
    • È molto difficile localizzare i nuovi media in relazione alla detenzione e all’esercizio del POTERE, poiché il lorob accesso non è monopolizzato. Inoltre non è possibile la “direzione” dominante dell’influenza dei flussi di informazione – la libertà è in aumento. I nuovi media non sono utilizzati per gli interessi di una classe dominante, anche se non mancano le disuguaglianze di classe in ordine all’accesso e all’uso
    • Per quanto riguarda INTEGRAZIONE e IDENTITA’ il principale interrogativo è se i nuovi media siano una forza di frammentazione o di coesione della società. Le caratteristiche dei nuovi media consentono la diffusione al di fuori dei confini geografici creando così basi alternative per la costruzione di processi di identificazione e consentendo la formazione di reti sociali
    • CAMBIAMENTO SOCIALE – comunicazione come agente di cambiamento. Mentre i mass media possono essere sottoposti agli obiettivi di uno sviluppo pianificato attraverso la persuasione e l’informazione di massa, i nuovi media hanno usi più aperti e senza fini particolari – perdita di direzione e di controllo sul contenuto da parte dell’emittente
  • Possiamo distinguere inoltre 4 categorie di nuovi media:
  • mezzi basati sulla COMUNICAZIONE INTERPERSONALE (telefono, posta elettronica…) – contenuto privato e deperibile
  • mezzi basati sui VIDEOGIOCHI INTERATTIVI (giochi per computer) – “alternativa funzionale” a determinati usi dei media
  • mezzi basati sulla RICERCA DI INFORMAZIONE (internet) – interattività come variabile discriminante più utili
  • mezzi basati sulla PARTECIPAZIONE COLLETTIVA (video-conferenze) – usi possono essere strumentali, ma anche affettivi ed emotivi
  • Possiamo individuare alcune variabili che ci permettono di differenziare i media “vecchi” da quelli “nuovi”:
    • Il grado di INTERATTIVITA’ – rapporto tra possibilità di risposta e libertà di iniziativa da parte dell’utente e l’offerta dell’emittente.
    • Il grado di PRESENZA SOCIALE – senso di contatto sociale con altri individui permesso dall’utilizzo del mezzo. Ricchezza dei media: capacità di coinvolgere il più possibile tutti i sensi
    • Il grado di AUTONOMIA – se e quanto l’utente esercita un controllo sul contenuto e sull’utilizzo
    • Il grado di LUDICITA’ – usi finalizzati all’intrattenimento
    • Il grado di PRIVACY – uso di un mezzo e/o suo contenuto peculiare
  • Morris e Ogan (1996) internet va concettualizzato dal punto di vista del pubblico, ma il problema è che è molto frammentario come mezzo
  • Lindlof e Schatzer (1998) internet va concettualizzato dalla prospettiva dell’etnografia del pubblico, considerando la vaarietà delle sue forme.

à i nuovi media hanno un grado più alto di interattività, maggiore presenza sociale, uso più privato, maggiore autonomia.

    • Internet aiuta la socialità, ma in primo luogo ci deve essere solitudine dell’utente.
  • 4 modelli di traffico informativo (Bordewijk, van Kaam 1986):
  • ALLOCUZIONE – l’informazione è distribuita simultaneamente dal centro a molti riceventi periferici (es conferenza, funzione religiosa, concerto). Comunicazione A SENSO UNICO, possibilità abbastanza ridotta di FEEDBACK individuale
  • CONVERSAZIONE – i soggetti interagiscono direttamente (anche scambio epistolare, posta elettronica..). in questo modello lo scambio è PARITARIO
  • CONSULTAZIONE – situazione in cui un individuo cerca informazioni in un archivio o memoria centrale. In teoria il modello è applicabile anche all’uso di un giornale (DALLA PERIFERIA AL CENTRO)
  • REGISTRAZIONE – un centro “richiede” e riceve infomrazioni da un utento periferico (centralino telefonico, sistemi di allarme elettronici, accertamento automatico dei consumi televisivi..)
  • In questi 4 modelli sono riscontrabili  2 VARIABILI
  • controllo centrale o individuale delle informazioni
  • controllo centrale o individuale del tempo e scelta del contenuto

  • L’idea di COMUNITA’ è stata a lungo predominante nella teoria sociale come strumento per valutare l’impatto dela cambiamento sociale e come contrappeso all’idea di “massa”. Nel termine originario, nel concetto di comunità entravano in gioco anche altre componenti quali lo STATUS, i RAPPORTI GERARCHICI, l’ORGANIZZAZIONE SOCIALE.

à MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA – omogeneità di contenuti e quindi ostacolo per INDIVIDUALISMO e DIVERSITA’

  • Anni 60-70, l’arrivo della tv via cavo:
  • modo per superare i limiti della TV tradizionale
  • strumento positivo per la creazione dim una COMUNITA’ CABLATA

MA

    • problemi legati al finanziamento e all’orgtanizzazione
    • si rivelò solo un ALTRO MEZZO DI DIFFUSIONE DI MASSA
  • Arrivo della COMUNITA’ MEDIATA DAL COMPUTER (CMC) – idea di COMUNITA’ VIRTUALE (numero illimitato di utenti attraverso Internet). Le COMUNITA’ ON-LINE si basano su interessi comuni.

à la CMC permette una comunicazione motivata e interattiva che né i mass media né l’ambiente fisico sono in grado di offrire.
Spesso le identità on-line non sono esplicitate, ma esistono una sortra di “personaggi” volti a mascherare identità e genere.

  • Per quanto riguarda il RAPPORTO TRA MEDIA E DEMOCRAZIA va detto che i prmi media erano inizialmente considerati utili per la democrazia anche se in seguito sono stati riscontrati gli EFFETTINEGATIVI quali la PREVALENZA DI UN FLUSSO VERTICALE e l’ELEVATA COMMERCIALIZZAZIONE DEL MERCATO MEDIALE.

I NUOVI MEDIA sono un’alternativa alle democrazie di massa perché operano unilateralmente e organizzano la militanza con il minimo di negoziazione – elevato grado di feedback tra leader e sostenitori. Inoltre: INFORMAZIONE ISTANTANEA, ESPRESSIONE DIRETTA DI IDEE anche con i propri leader politici – DEMOCRAZIA ELETTRONICA. Inoltre per i governi non è facile controllare il contenuto di alcuni siti Internet, ma non è nemmeno impossibile

  • Le nuove tecnologie sono globali nella loro stessa struttura e nel loro funzionamento, promuovendo una notevole conformità quanto alla lingua e alla modalità d’utilizzo.

Le telecomunicazioni e l’informatica non sono chiusi all’interno di frontiere nazionali ANCHE SE il contenuto informatico reso disponibile dalle NUOVE TECNOLOGIE favorisce ampiamente i paesi ricchi. I costi della tecnologia continuano a favorire gli stessi beneficiari privilegiati.

  • Ithiele de Sola Pool (1983) – internet è libertà. Questa affermazione scaturiva prendendo in considerazione il semplice accesso al Web. In realtà le ragioni di espansione di internet sono economiche, frutto dell’interesse de gestori delle telecomunicazioni. Tuttavia internet rimane libera e senza regolamentazione anche se non sono mancati i tentativi di porre limiti a questa libertà. Da una apparente ANARCHIA dei gestori dei  servizi on-line si sta passando a una situazione di mercato più strutturata (alcuni contenuti saranno presto a pagamento). Anche i mezzi di comunicazione sono sottoposti al controllo di polizie attente alla criminalità a la terrorismo. Secondo i più pessimisti stiamo andando verso il totale CONTROLLO SOCIALE (sia traffico informatico che contatti interpersonali)
  • Tutte le famiglie possono disporre delle nuove tecnologie – VIDEOTOPIA: l’accesso universale al capitale culturale e informativo è assicurato a tutti ma l’acquisto e l’utilizzo di internet è possibile solo ai ricchi mentre i “poveri d’informazione” restano esclusi.

à internet continuerà a rimanere libera e gratuita solo nella misura in cui ciò potrà assecondare gli interessi commerciali che vi stanno dietro.

CAPITOLO 7

 

  • Nella società contemporanea i media svolgono alcune funzione importanti se non fondamentali – NECESSITA’ di un sistema mediale che operi secondo i principi della società:
    • GIUSTIZIA
    • EQUITA’
    • DEMOCRAZIA

Più valori sociali e culturali
L’obiettivo primo di tutti i mass media è quello di fare profitti.
à i mezzi di comunicazione di massa sono stati ovunque soggetti al controllo e alla regolamentazione con l’idea di far fare loro ciò che la “società” vuole che facciano o per evitare che facciano ciò che la società non vuole

  • Ai media dovrebbe essere garantita una certa indipendenza sufficiente per salvaguardare la libera espressione

à i cittadini dovrebbero aver accesso ai mezzi di comunicazione che riflettono le loro idee e che vengono incontro ai loro interessi e alle loro necessità.

  • Nei regimi autoritari il controllo viene esercitato muovendo dal prestesto della SICUREZZA DELLO STATO. In democrazia, invece, i pretesti che generano il controllo legittimo sono L’INTERESSE PUBBLICO e il SEGRETO DI STATO.
  • I media si trovano spesso ad affrontare problemi quali la PRIVACY, il COPYRIGHT e il DIRITTO ALL’ANONIMATO.
  • Idea della LIBERTA’ DI STAMPA – diritto di pubblicazione senza censure.
    • I POTERI NELL’INGHILTERRA DEL XVIII SECOLO
  • I Lord
  • La Chiesa
  • I Comuni
  • La stampa – “Quarto potere”
  • John Milton – meccanismo di autocorrezione – la verità liberamente espressa trionferà sull’errore una volta che entrambi vengano diffusi senza limitazioni. La stampa, invece di portare i valori di libertà e democraiza, si trasformò in uno strumento di propaganda per le nuovi potenti classi “capitaliste”
  • 1947, istituita una COMMISSIONE D’INCHIESTA PRIVATA
  • fu la prima di molte inchieste per indagare sull’incapacità dei mezzi di comunicazione di venire incontro alle esigenze della società
  • primo momento in cui veniva contemplata la necessità dell’intervento del governo nel sanare i mali della stampa, e questo nel paese culla del capitalismo
  • la commissione fu un modello per altri paesi
  • debolezza della stampa e accesso limitato a chi non faceva parte di una ristretta cerchia di privilegiati o potenti
  • elaborazione del CONCETTO DI RESPONSABILITA’ SOCIALE
  • resoconto completo per tutti
  • opinioni e critiche
  • diffusione dei valori della società

La responsabilità sociale prevedeva l’autoregolamentazione. Secondo la responsabilità sociale l’attività dei media è una FORMA DI BENE PUBBLICO e non privato

  • Nascita di una PROFESSIONALITA’ nel giornalismo – codici deontologici:
    • Offerta di un’informazione attendibile
    • Difesa dell’indipendenza dei giornalisti rispetto alle pressioni degli editori
    • Visione più ampia del ruolo del giornalismo nella società.

Laitila (1995) classifica le responsabilità in 6 tipi:

  • nei confronti del pubblico
  • delle fonti e dei referenti
  • dello Stato
  • dell’acquirente
  • per l’integrità professionale
  • per la salvaguardia dello STATUS della professione
  • Decalogo di Deontologia Giornalistica (1993)
      • Idea di un “diritto all’informazione”
      • Rispetto dei valori universali e della diversità delle culture
      • Promozione dei diritti umani, della pace, del rpogresso sociale e della democrazia
  • Le accuse di Mancini al giornalismo – i codici sono inadeguati. In realtà i giornalisti lavorano in simbiosi con governi, potenti interessi economici, altre autorità.
  • La stampa assume sempre le forme e le sfumature delle strutture sociali e politiche entro cui opera. Soprattutto essa riflette il sistema del controllo sociale – 4 TEORIE DELLA STAMPA (Siebert et al. 1956)
  • TEORIA AUTORITARIA – ogni società deve preservare la pace e l’ordine pubblico. La llimitazione dell’opinione è GIUSTA POLITICAMENTE. Questa teoria e fondamentalmente priva di contenuto teorico
  • TEORIA SOVIETICA – l’obiettivo dei media è la diffusione e il rinforzo dell’ideale marxista e il raggiungimento di una società senza classi. Forte richiamo ai diritti della società piuttosto che a quelli dell’individuo
  • TEORIA LIBERTARIA – battaglia per la LIBERTA’ e la DEMOCRAZIA, la verità alla fine trionfa sull’errore e porta al LIBERO MERCATO delle IDEE
  • TEORIA DELLA RESPONSABILITA’ SOCIALE
  • Il libro fu al centro di numerose polemiche e dibattiti. Debolezza teorica della teoria liberatoria per 4 punti:
    • la teoria finisce con l’identificare la libertà di stampa con i diritti di proprietà trascurando le barriere economiche e gli abusi del potere monopolistico
    • la libertà di stampa è considerata come concetto negativo, cioè come libertà DAL governo
    • la teoria è applicabile quasi esclusivamente ai mezzi a stampa e alle funzioni del giornalismo
    • la teoria è molto vaga riguardo a chi dovrebbe beneficiare del diritto alla libertà
  • Servizio pubblico radiotelevisivo – sistema regolato dalla legge e finanziato da fondi pubblici, con un’ampia libertà d’azione
  • Gli obiettivi comuni ai diversi sistemi sono:
  • COPERTURA COMPLETA DEL TERRITORIO
  • DIVERSITA’ DELL’OFFERTA
  • OFFERTA PER MINORANZE PARTICOLARI
  • ATTENZIONE A CULTURA, IDENTITA’ E LINGUAGGIO NAZIONALI
  • ATTENZIONE A NECESSITA’ DEL SISTEMA POLITICO
  • IMPARZIALITA’ SU QUESTIONI CONTROVERSE
  • ATTENZIONE ALL “QUALITA’”
  • Tali obiettivi costituiscono il cosiddetto INTERESSE PUBBLICO. Nel sevizio pubblico c’è il problema della contraddizione e del conflitto tra INDIPENDENZA e CONTROLLO e tra INTERESSE PUBBLICO e  CONSUMO DI MASSA
  • Habernas nozione di SFERA PUBBLICA: si riferisce a uno “spazio” metaforico che costituisce un’arena più o meno autonoma e più o meno aperta per il dibattito pubblico. Questo “spazio” si situa tra la “base” e il “vertice” della società (base= sfera privata; vertice= istituzioni politiche). La prima versione storica della sfera pubblica è rappresentata dai CAFFE’ DEL XVIII SECOLO – discussioni di politica. Obiettivo primo era di mantenere CONTROLLO SUL GOVERNO attraverso un’opinione pubblica informata e influente. La prima forma di spazio pubblico è definita come una sfera pubblica “borghese”. Secondo Habermas i media tendono a manipolare il loro pubblico piuttosto che aiutarlo nella formazione di un’opinione razionale.
  • L’idea di dfera pubblica si inserisce nell’idea di SOCIETA’ CIVILE

à diverse istituzioni intermediate costituiscono una zona protetta per i cittadini nelle loro relazioni con lo Stato.

  • Schulz (1997): SFERA PUBBLICA COSTRUITA DAI MEDIA – i mezzi di comunicazione di massa assumono un ruolo centrale nell’attività del sistema politico. La notevole FIDUCIA nei media si è accompagnata a un aumento del cinismo e nel DISINCANTO nei confronti della politica
  • Carey (1999) senza le istituzioni o lo spirito della democrazia i giornalisti si riducono a propagandisti o a intrattenitori. Una soluzione proposta dai giornalisti americani – giornalismo civico o pubblico – scopo: dovrebbe provare a migliorare la qualità della vita civica.
  • Vi è un certo accordo su come i media debbano contribuire alla vita di una società democratica. Si pensa che i media debbano darsi almeno 4 obiettivi:
  • COSTANTE SORVEGLIANZA SUGLI EVENTI e conseguente flusso informativo
  • CRITICA  radicale e indipendentre DELLA SOCIETA’
  • MESSA A DISPOSIZIONE dei mezzi per l’ACCESSO, L’ESPRESSIONE e la PARTECIPAZIONE
  • contribuire alla COSTRUZIONE di una COSCIENZA e di una IDENTITA’ socialmente condivise
  • Nordenstreng (1997) ha elaborato una classificazione che comprende 5 PARADIGMI TEORICI NORMATIVI:
  • PARADIGMA LIBERALE-PLURALISTA         vede l’interesse pubblico come ciò che interessa al pubblico
  • PARADIGMA DELLA RESPONSABILITA’ SOCIALE il diritto alla libertà di stampa si accompagna a una serie di obblighi nei confronti della società che vanno aldilà dell’interesse privato
  • PARADIGMA CRITICO la libertà di espressione è vista come un asse con i poteri repressivi o egemonici da una parte, e le masse oppresse dall’altra. I media sono un potenziale per l’emancipazione, ma solo in forme che sfuggono al controllo istituzionale dominante
  • PARADIGMA AMMINISTRATIVO esalta l’idea di un giornalismo obiettivo fondato su fonti autorevoli e che fornisca una informazione autorevole e affidabile su questioni importanti. Tende a beneficiare le èlite manageriali e politiche piuttosto che le masse
  • PARADIGMA DELLA NEGOZIAZIONE CULTURALE rifiuta una razionalità universale e gli ideali dell’efficienza e delle competenza burocratico-professionale. Incoraggia la comprensione intersoggetiva e un senso reale di comunità

CAPITOLO 8

  • Tema della struttura  e prestazione dei media secondo 6 principi: LIBERTA’, EGUAGLIANZA, DIVERSITA’, QUALITA’ DELL’INFORMAZIONE, ORDINE SOCIALE E SOLIDARIETA’, ORDINE CULTURALE.
  • LIBERTA’ diritto alla libera espressione e formazione delle opinioni. Nell’offerta culturale dei media l’indipendenza è associata a creatività, originalità, diversità. LIBERTA’ DEI MEDIA richiama i seguenti elementi: condizioni strutturali, condizioni operative, possibilità per le diverse “voci” nella società di accedere ai canali, benefici della qualità dell’offerta per i “fruitori” secondo criteri di pertinenza, pluralismo, affidabilità, interesse, originalità…
  • EGUAGLIANZA non vengono favoriti IN NESSUN MODO i detentori del potere, l’accesso ai media viene garantito anche agli avversari politici e alle opinioni, posizioni e rivendicazioni opposte o devianti. Eguaglianza implica ASSENZA DI DISCRIMINAZIONE E PREGIUDIZIO
  • DIVERSITA’ rafforza i normali meccanismi di cambiamento nella società che le forme pluralistiche di democrazia dovrebbero liberare. La DIVERSITA’ DELL’OFFERTA si misura secondo una serie di parametri: tipo di media, genere, dimensione del sistema mediale, pubblico mirato o raggiunto, identità culturale, politica, ideologia. L’offerta dovrebbe rispecchiare nella giusta proporzione le diverse realtà e l’interesse del pubblico.
  • QUALITA’ DELL’INFORMAZIONE i requisiti informativi hanno una duplice origine 1. SOCIETA’ INFORMATA e  FORZA-LAVORO QUALIFICATA 2. ESISTENZA DI UNA CITTADINANZA CHE PARTECIPA DEMOCRATICAMENTE ALLA DECISIONE POLITICA. Il concetto implica anche l’OBIETTIVITA’: distacco e neutralità verso l’oggetto dell’informazione, imparzialità, assenza di secondi fini o favoritismi. Legami di questo concetto con i concetti di libertà e eguaglianza. Separazione dei fatti dalle opinioni.
  • ORDINE SOCIALE E SOLIDARIETA’ differenza di prospettive tra autorità costituite e individui e gruppi minoritari. I media devono essere contraddistinti dal pluralismo, ma non devono appoggiare tendenze sovversive. I mass media hanno l’obiettivo latente di mantenere l’ordine sociale costituito.
  • ORDINE CULTURALE suddivisione in sfere culturali; divisione tra una cultura “dominante”, ufficiale o organizzata, e un insieme di possibili alternative o subculture
  • Per quanto riguarda il concetto di RESPONSABILITA’ Feintuck (1999) propone 2 definizioni:
  • la responsabilità e l’esigenza di dare conto delle proprie azioni direttamente in pubblico o attraverso autorità pubbliche
  • responsabilità : essere sanzionabili se ritenuti autori di violazione di doveri o aspettative connessa all’esercizio del potere
  • RESPONSABILITA’ DEI MEDIA = tutti quei processi volontari o involontari attraverso i quali i media rispondono direttamente o indirettamente alla società di appartenenza in merito alla qualità e/o alle conseguenze di quanto da essi diffuso, con particolare riferimento alle questioni di bene pubblico. La responsabilità dei media dovrebbe soddisfare 3 criteri:
  • Rispettare il diritto di libertà di diffusione
  • Prevenire o limitare i danni agli individui derivanti dalla diffusione di particolari contenuti
  • Promuovere gli aspetti positivi della diffusione, limitandone gli aspetti restrittivi

I media per evitare sanzioni operano spesso controllo autoregolamentato. Responsabilità significa rispondere a qualcuno per qualcosa secondo un certo criterio e secondo diversi gradi di obbligo da parte dei media.
2 diversi modelli della responsabilità:

  • modello dell’obbligo pone l’attenzione su danni e pericoli potenziali che potrebbero derivare dalla diffusione di contenuti ad opera dei media. Le SANZIONI sono MATERIALI (in base a leggi)
  • modello della garanzia non prevede lo scontro privilegiando il ricorso al dibattito, alla negoziazione, alla volontarietà. Le SANZIONI sono VERBALI come pure gli strumenti di controllo

la responsabilità comporta una relazione tra i media e le altre istituzioni 2 diversi livelli di responsabilità: INTERNO ed ESTERNO

    • serie di controlli a catena all’INTERNO dell’istituzione mediale tale che la diffusione di determinati contenuti avviene sotto la responsabilità dell’organizzazione mediale e dei suoi proprietari—tensione fra LIBERTA’ e RESPONSABILITA’ spesso genera una STRETTA AUTOCENSURA
    •  
    • relazioni ESTERNE tra i media e coloro che sono danneggiati dalla diffusione di determinati contenuti o che hanno un interesse in essa
  • I media sono spesso ritenuti responsabili nei confronti di
  • ISTITUZIONI SOCIALI
  • OPINIONE PUBBLICA
  • GRUPPI DI INTERESSE E DI PRESSIONE

  • Esistono diverse CORNICI FONDAMENTALI DELLA RESPONSABILITA’ dove ognuna è caratterizzata dal proprio discorso, dalla propria logica…

Le 4 principali cornici del controllo sono: LEGGE E REGOLAMENTAZIONE, FINANZA E MERCATO, RESPONSABILITA’ PUBBLICA, RESPONSABILITA’ PROFESSIONALE.
1°CORNICE LEGGE E REGOLAMENTAZIONE l’obiettivo dovrebbe essere quello di creare e mantenere le condizioni per una comunicazione libera all’interno della società

  • MECCANISMI documenti regolativi riguardo a cosa i media devono e non devono fare. Più regole formali
  • VANTAGGI esiste un certo margine di potere che permette ai media di esigere i benefici rivendicati dalla società
  • SVANTAGGI paura delle sanzioni genera  autocensura, talvolta troppo stretta.

2°CORNICE FINANZA E MERCATO il mercato è un importante mezzo per equilibrare gli interessi delle organizzazioni mediali e quelli dei loro pubblici

  • MECCANISMI domanda e offerta di libero mercato. Dovrebbe incoraggiare una “buona” prestazione. Controllo tramite vendite
  • VANTAGGI dovrebbe incoraggiare il miglioramento tramite la concorrenza. Il sistema è autocontrollato e autoregolato
  • SVANTAGGI media troppo commercializzati. Libertà e benessere dei proprietari dei media non dei media stessi

3°CORNICE RESPONSABILITA’ PUBBLICA le organizzazioni mediali svolgono alcune importanti funzioni pubbliche. La società ha delle aspettative dei media.

  • MECCANISMI attività dei gruppi di pressione attraverso cui essa si esprime
  • VANTAGGI le necessità di una società ossono essere espresse in maniera diretta. Interazione continua tra media e società: i pubblici possono replicare ai media
  • SVANTAGGI carattere di volontarietà: alcuni media possono usare la propria libertà per sottrarsi al controllo. Tendenze conservatrici

4°CORNICE RESPONSABILITA’ PROFESSIONALE deriva dalle norme deontologiche dei professionisti che lavorano nei media

  • MECCANISMI insieme dei principi adottati dai professionisti e serie di procedure contro particolari comportamenti dei media
  • VANTAGGIO non è coercitivo e incoraggia l’automiglioramento. I media funzionano nel loro stesso interesse
  • SVANTAGGIO modello troppo ristretto, non organizza forti presioni contro le organizzazioni potenti. Ha una applicazione molto frammentaria
  • Alcuni media accettano solo le responsabilità di mercato

CAPITOLO 9

  • Bisogna anche considerare i media come INDUSTRIA essi fanno parte anche del mondo degli affari
  • In una democrazia i media hanno una funzione politica che implica un CARATTERE PUBBLICO. Le informazioni e le idee non devono essere monopolizzate dai privati
  • Esistono diversi punti di vista per definire i media in base all’economia:
    • PROSPETTIVA ECONOMICO-INDUSTRIALE si guarda alla peculiarità dei media come imprese economiche
    • PROSPETTIVA CRITICA ECONOMICA-POLITICA critica del capitalismo, dei poteri della proprietà, della commericalizzazione
    • INTERESSE PUBBLICO criteri normativi di condotta e prestazione
    • PROSPETTIVA PROFESSIONALE distinta dalla prospettiva commerciale
  • Media al centro di 3 forze: ECONOMIA, POLITICA, TECNOLOGIA

  • I  SISTEMI DEI MEDIA possono essere vari – i media possono essere PRIVATI, STATALI, “MISTI”, FACENTI CAPO A UN MINISTERO. All’interno di un sistema ci sno diversi tipi di media, chiamati anche SETTORI
  • Linea fondamentale di demarcazione nell’industria dei media è tra MERCATO DEI CONSUMATORI e MERCATO PUBBLICITARIO:

MERCATO

  • MERCATO DEI CONSUMATORI
    • Mercato dei prodotti per il singolo individuo
    • Mercato per i servizi mediali
  • MERCATO PUBBLICITARIO
  • Alcuni media si reggono soltanto sulla pubblicità (es. giornali gratuiti). Più i media dipendono da risorse pubblicitarie, meno indipendente è il loro contenuto dagli interessi degli inserzionisti. Inoltre i media che si reggono sulla pubnblicità:
    • FINANZIAMENTO: si ripagano priam ancora di essere prodotti
    • Sono valutati in base al numero e tipo di consumatori
    • Puntano a pubblici omogenei
  • “la concorrenza per un’unica fonte di reddito si traduce in una uniformità imitativa” (Tunstall 1991) “questo spiega la bassa qualità dei contenuti mediali”
  • per quanto riguarda le  strutture di costo, individuiamo:
    • COSTI FISSI impianti, attrezzature, rete distributiva
    • COSTI VARIABILI materiali, software, lavoro…

Gli alti costi fissi scoraggiano le NUOVE IMPRESE che aspirano ad entrare nell’industri mediale. I NUOVI MEDIA hanno costi più bassi

  • Fondamentale è anche la PROPRIETA’ Altschull “i contenuti dei media rispecchiano sempre gli interessi di quelli che li finanziano”

Finanziatori : investitori privati, inserzionisti, consumatori, governi…
Proprietari : imprese commerciali, enti privati senza fini di lucro, settore pubblico

  • I media devono avere bilanci in attivo per sopravvivere.
  • La concorrenza dovrebbe portare alla diversità, favorire la varietà, e invece porta al MONOPOLIO o almeno al’OLIGOPOLIO. La concentrazione dei media è solitamente distinta tra orizzontale e verticale:
    • La CONCENTRAZIONE VERTICALE è un modello di proprietà che si estende a differenti stadi di produzione e di distribuzione (es casa cinematografica che acquista sale) o che si allarga geograficamente (es un quotidiano nazionale che compra dei giornali cittadini o locali)
    • La CONCENTRAZIONE ORIZZONTALE riguarda le fusioni all’interno dello stesso mercato. Ciò non riduce il pluralismo dei media, ma può accrescere il potere dei media.
  • De Ridder distingue 3 livelli di concetrazione :
  • PROPRIETARIO sempre maggiori poteri della proprietà. Le unità che compongono questa impresa possono rimanere editorialmente indipendenti
  • EDITORIALE difficile da valutare
  • DEI PUBBLICI riguarda il controllo di quali e quante quote del mercato
  • Concentrazione mediale controllo di PRODUZIONE, OCCUPAZIONE, DISTRIBUZIONE  e CONSUMO
  • Il grado di concentrazione può variare dalla concorrenza perfetta al monopolio totale. La ragione principale che spinge alla concentrazine è la ricerca di economie di scala e di mercati sempre più grandi. Un’ulteriore spinta alla concentrazione viene dalla RICERCA DI SINERGIE: Murdok (1990) osserva che “in un sistema culturale costruito sulle sinergie di più non significa diverso; significa la stessa solita merce che appare in differenti mercati e in una varietà di mercati”. Una situazione di questo tipo porta alla concentrazione verticale, poiché l’unico modo di sopravvivere e crescere.
  • L’ecnomia dei media si distingue per alcuni tratti tipici:
  • I media sono ibridi o misti. Spesso operano in un difficile mercato e sono anche assai diversificati
  • Le strutture di scosto sono caratterizzate da un forte impegno di capitale umano e da alti costi fissi
  • Alto grado di incertezza e anche di unicità del prodotto. L’incertezza è legata alla valutazione del consumatore
  • Molti prodotti mediali possono, e devono, essere di continuo differenziati e raramente possono essere rivenduti nella stessa esatta forma
  • I media sembrano particolarmente esposti alle tendenze concentrazioniste perché il potere e il prestigio sociale affascinano gli aspiranti “magnati” dei media
  • A causa degli alti costi fissi e di lancio, senza grandi disponibilità di capitali è particolarmente difficile entrare nel business mediale
  • I media devono tenere conto dell’ interesse pubblico e tendono a essere caricati di una responsabilità pubblica.
  • Per quanto riguarda la regolamentazionje dei media, Pool (1983) applica TRE MODELLI DI BASE: per la stampa, per radio e televisione, per telecomunicazione.
    • LIBERTA’ DI STAMPA significa libertà da ogni regolamento e controllo del governo che potrebbe significare censure o limitazioni. Tuttavia questo modello è spesso alterato: la stampa riceve spesso PROTEZIONE LEGALE e SUSSIDI ECONOMICI, l’una e gli altri comportano controllo e sorveglianza pubblica
    • la radio e la televisione sono stati oggetto fin dall’inizio di forte irregimentazione che spesso comportava la diretta proprietà pubblica. Il MODELLO RADIOTELEVISIVO pubblico ha alcuni tratti tipici:
      • è un servizio universale
      • finanziato da tutti i cittadini
      • c’è un controllo pubblico per assicurare l’imparzialità
      • democrazia
      • qualità.

Non solo finanziamento pubblico, ma anche pubblicità – tendenza alla privatizzazione e alla commercializzazione; ciò ha comportato il trasferimento delle reti e delle attività dalla proprietà pubblica a quella privata

    • modello del COMMON CARRIER o VETTORE UNIVERSALE perché riguarda i servizi come posta, telefono e telegrafo. La regolamentazione è stata inserita per via di “monopoli naturali” nell’interesse dell’efficienza e del consumatore
  • nel corso di un secolo di sviluppo della comunicazione possiamo individuare TRE FASI PRINCIPALI delle politiche dei media
  • 1°FASE NASCITA DELLE POLITICHE DEI MEDIA dalla fine del XIX secolo fino alla comparsa della radio negli anni 20 – non è ravvisabile un obiettivo uniforme nelle politiche adottate al di là degli interessi di governo e della nazione. L’assunto era: libro principale mezzo di diffusione di cultura, giornale strumento della vita politica
  • 2°FASE SERVIZIO PUBBLICO apice nell’Europa anni 70 consapevolezza dell’importanza dei media per la vita politica, sociale e culturale. I media proibiscono certi tipi di comportamento che potrebbero danneggiare la società.

  • 3°FASE NUOVO PARADIGMA tuttora in corso – centralità delle telecomunicazioni, tendenza all’innovaione, alla crescita e alla concorrenza. Gli obiettivi economici hanno preso il posto del welfare sociale e politic, mentre i valori di quest’ultimo sono state ridefiniti
  • A proposito dei legami tra sitemi mediali e sistemi politici è utile indicare alcune connessioni relative alla STRUTTURA, alla CONDOTTA e alla PRESTAZIONE. Ogni paese ha un corpus di leggi, ma  in alcuni paesi i governi hanno l’ultima parola su un settore pubblico dei media e la dirigenza di queste organizzazioni è legata a interessi politici. Nel caso di media privati, iproprietari hanno interessi finanziari e strategici che richiedono influenza sulle decisioni politiche. Inoltre i quotidiani danno spesso appoggio a un partito politico

POPO

CAPITOLO 10
  • Alcuni media hanno un carattere nazionale, altri internazionale:
    • LIBRO E STAMPA internazionali
    • GIORNALE nazionale
    • CINEMA nazionale
    • RADIO nazionale
  • Oggi MEDIA INTERNAZIONALI – “villaggio globale” (McLuhan 1964)

PROSPETTIVA STORICA di questa globalizzazione: i giornali, grazie alle agenzie di stampa, riferivano le notizie dall’estero. Nazionalismo e imperialismo aumentarono l’interesse verso fatti internazionali – FLUSSO GLOBALE DELLE NOTIZIE. Il cinema americano divenne un importante canale di immagini della modernità. Continua tensione fra IDENTITA’ NAZIONALE e CONDIVISIONE DI INNOVAZIONI CULTURALI E TECNOLOGICHE. Possiamo quindi affarmare che: il fattore tecnologico ha dato un notevole impulso alla globalizzazione e la principale FORZA MOTRICE è stata quella ECONOMICA – import/export di prodotti mediali. Il maggior beneficiario sono stati gli Stati Uniti grazie alla loro enorme prduzione di intrattenimento popolare, accesso a numerosi mercati, lingua inglese cime vantaggio in più. A livello internazionale la pubblicità veicola immagini che rafforzano gli stereotopi

  • Le agenzie sono fornitori “all’ingrosso” di notizie intese come merci; più CONVENIENTE  ed  ECONOMICO acquistare le notizie stere piuttosto che raccoglierle da soli – AGENZIE DI STAMPA GLOBALI nate nel XX secolo
  • L’esempio più lampante di INTERNAZIONALIZZAZIONE  della proprietà, della produzione, della distribuzione è quello dell’INDUSTRIA DELLA MUSICA POP, dove la fetta maggiore del mercato è in mano a CINQUE GRANDI COMPAGNIE: COLUMBIA, TIME-WARNER, RCA, EMI e POLYGRAM
  • La COMUNICAZIONE DI MASSA GLOBALE è un fenomeno sfaccettato che assume varie forme, tra queste abbiamo:
  • TRASMISSIONE e DISTRIBUZIONE diretta di canali mediali da un paese ai pubblici di un altro
  • Alcuni MEDIA specificatamente INTERNAZIONALI (MTv, Cnn, Bbc)
  • Contenuti di vario tipo importati e inseriti nell’offerta nazionale
  • Formati e genere di origine straniera, adattati o rielaborati per adeguarli al pubblico nazionale
  • Notizie internazionali mostrate dai media nazionali
  • Contenuti vari (eventi sportivi, pubblicità) di origine o riferimento stranieri
  • La comunicazione di massa è per sua natura globale
  • Gli Stati Uniti producono avendo in mente un pubblico mondiale
  • La LINGUA e la CULTURA sono barriere naturali alla globalizzazione

à IMPERIALISMO CULTURALE O MEDIATICO tentativvo di invadere o sovvertire lo spazio culturale altrui (con l’IMPOSIZIONE). I contenuti trasmessi riflettevano VALORI OCCIDENTALI quali l’individualismo, il secolarismo, il materialismo (CONTROLLO GLOBALE DEL MERCATO, OCCIDENTALIZZAZIONE) – promuovere il capitalismo.

  • 2 PARADIGMI
  • PARADIGMA DELLA DIPENDENZA si basa sui dati quantitativi del flusso comunicativo e su limitate intepretazioni delle tendenze ideologiche dei contenuti, senza prove empiriche degli effetti ipotizzati
  • PARADIGMA DEL LIBERO FLUSSO ritiene che gli effetti siano minimi dal momento che il pubblico compie volontariamentele proprie scelte – INNOCENZA ideologica dei prodotti mediali commercializzati globalmente
  • La globalizzazione della cultura può essere vista anche positivamente rispetto ai tratti di ETNOCENTRISMO, NAZIONALISMO e XENOFOBIA che hanno caratterizzato alcuni media nazionali. La prospettiva ottimista della globalizzazione nasce dal presupposto che l’OFFERTA nasce da una DOMANDA.
  • XIX secolo: nasce la GLOBALIZZAZIONE DELLE NOTIZIE – la notizia è stato il primo prodotto mediale ad essere mercificato. In una notizia le immagini raccontano una storia, ma le parole cefiniscono il significato voluto. SQUILIBRIO INFORMATIVO: i paesi in via di sviluppo sono massicci importatori di notizie, mentre i paesi sviluppati producono un’enorme quantità di notizie. Dibattito sullo squilibrio delle notizie 2 FAZIONI
  1. INDUSTRIA DELLE NOTIZIE avversava tutto ciò che potesse impedire alla stampa o al mercato delle notizie di continuare a operare
  2. PAESI DIPENDENTI DALL’INFORMAZIONE l’obiettivo era di cambiare i termine della diffusione internazionale delle notizie con l’istituzione di un decalogo normativo
  • I paesi in via di sviluppo rientrano tra le notizie occidentali solo nel caso di eventi che possono costituire una minaccia per gli interessi economici o strategici delle “grandi potenze” – selezione notizie estere. Fattori che influenzano le notizie estere:
    • FATTORI LEGATI ALL’ORGANIZZAZIONE hanno anche conseguenze ideologiche la raccolta delle notizie deve essere organizzata verso eventi e storie che ben si adattano alla macchina della selezione
    • FATTORI LEGATI AL GENERE preferenza per eventi-notizia che rispondano all’aspettativa del pubblico e che possano essere facilmente inquadrate in una cornice intepretativa
    • FATTORI SOCIO-CULTURALI si legano all’interesse nei confronti dei personaggi pubblici come pure verso vicende negative, violente o drammatiche.
  • È difficile rendere notiziabili processi a lungo termine come ad esempio quelli di SVILUPPO  e di DIPENDENZA
  • La televisione ancora caratterizzata da una produzione inserita in sistemi nazionali e rivolta a pubblici nazionali, con contenuti culturali molto specifici della società di appartenenza.
  • Prima del crollo del comunismo l’imperialismo culturale verso i paesi dell’Est era molto contenuto
  • Paura della AMERICANIZZAZIONE della cultura, l’Europa ha 2 obiettivi
  1. PROGETTO POLITICO-CULTURALE DI UN’EUROPOA PIU’ UNITA
  2. GRANDE MERCATO INTERNO EUROPEO

Entrambi gli obiettivi erano ostacolati dal flusso unidirezionale dei contenuti provenienti da oltreoceano

  • Il prezzo delle esportazioni si basa sull’affinità culturale (più bassa è l’affinità, più basso è il prezzo)
  • Tutela dell’IDENTITA’ CULTURALE paura che l’importazione impedisca lo sviluppo di una cultura indigena
  • Schlesinger (1987) afferma che una IDENTITA’ COLLETTIVA dura nel tempo ed è refrattario al cambiamento
  • L’invasione culturale dei media può essere respinta o ridefinita:spesso l’internazionalizzazione è una scelta e non il risultato dell’imperialismo
  • I media non si impegnano granchè a diffondere le culture realmente diverse – DANNO CULTURALE
  • DUE TENDENZE CONTRADDITTORIE CENTRIPETA (verso al COESIONE) e CENTRIFUGA (verso la FRAMMENTAZIONE)
  • CULTURA MEDIALE GLOBALIZZATA – è possibile che l’internazionalizzazione dei media porti a una maggiore omologazione o a una sincronizzaizone culturale. Questa cultura porta i valori del capitalismo occidentale.
  • Le condizioni principali per lo svilupparsi di questa cultura globalizzata sono:
    • Esistenza di un LIBERO MERCATO dei prodotti mediali
    • Effettivo DIRITTO ALL’INFORMAZIONE (libertà politica, di parola…)
    • Serie di TECNOLOGIE
CAPITOLO 11

 

Le strutture istituzionali (dimensioni, forme di proprietà…) sembrano avere conseguenze dirette sulla condotta di particolari organizzazioni mediali, che a sua volta influenza la prestazione, nel senso della quantità e del tipo di contenuto prodotto e offerto al pubblico

  • Ricerca sulle organizzazioni mediali (anni 60)
  1. INTERESSE per tratti caratteristici del contenuto mediale
  2. INTERESSE a sapere come la società influenzi i media
  • Rapporti media-società società-media. Shoemaker e Reese: 5 approcci allo studio delle influenze reciproche:
  1. IL CONTENUTO RISPECCHIA LE REALTA’ SOCIALE
  2. IL CONTENUTO E’ INFLUENZATO DALLA SOCILIZZAZIONE E DAGLI ATTEGGIAMENTI DEI LAVORATORI DEI MEDIA
  3. IL CONTENUTO E’ INFLUENZATO DALLE ROUTINE ORGANIZZATIVE
  4. IL CONTENUTO E’ INFLUENZATO DALLE ISTUTUZIONI E FORZE SOCIALI
  5. IL CONTENUTO E’ IN FUNZIONE DELLE IDEOLOGIE E DIFENDE LO STATUS QUO
  • I ruoli che i media possono svolgere nella società sono di due tipi:
    • ATTIVO E PARTECIPANTE – CRONISTA PARTECIPANTE (Cohen 1963)
    • NEUTRALE – CRONISTA NEUTRALE (Cohen 1963)
  • I giornalisti preferiscono essere neutrali e non impegnati politicamente
  • Weaver e Wilhoit (1986) – triplice articolazione del ruolo:
    • INTERPRETE: analizzare questioni complesse, controllare le dichiarazioni del governo, discutere le scelte politiche nazionali.
    • DIVULGATORE: informare il pubblico, rivolgersi ad un pubblico più ampio possible
    • ANTAGONISTA: verso governo e industria. Ritenuto valido da una maggiornaza di giornalisti
  • A proposito della PROFESSIONALITA’, Burns distingue tre principali orientamenti sui compiti professionali (1977)
    • SERVIZIO PUBBLICO per il progresso socio-culturale
    • Fare una BUONA TV
    • Professionalità vs dilettantismo
  • Per Tuchman il giornalista (1978):
    • Deve essere abile nel confezionare il prodotto-notizia richiesto
    • Deve avere un alto grado di OBIETTIVITA’
    • Ossessiva fedeltà ai fatti
    • NEUTRALITA’ di atteggiamento
  • Nell’azione dei media intervengono anche molti GRUPPI DI PRESSIONE. Questi cercano di limitare o influenzare l’azione dei media specialmente quando ci sono di mezzo interessi commerciali.
  • Altschul (1984) – il contenuto dei notiziari rispecchia sempre gli interessi di chi finanzia la stampa.
  • Anche i PROPRIETARI esercitano pressioni molto forti: i proprietari, ad esempio, sono liberissimi di utilizzare un telelgiornale per fare propaganda
  • Nel SERVIZIO RADIOTELEVISIVO PUBBLICO non esistono proprietari, ma solo manager e amministratori.
  • Un altro gruppo di pressione è rappresentato dagli INSERZIONISTI. Le organizzazini mediali più esposte alla pressioni delgli inserzionisti sono quelle i cui unici introiti vengono dalla pubblicità
  • Altheide (1974) – ricerca sui media: le TV favoriscono una visione cinica del pubblico come stupido, incompetente e rozzo.
  • Visione del pubblico come INDICE DI ASCOLTO (= vendite del prodotto).
  • ISOLAMENTO:
  1. i media devono prendere decisioni prima della reazione del pubblico
  2. non si può conoscere un pubblico così ampio e diversificato

creazione di una immagine astratta del destinatario; i giornalisti scrivono in primo luogo per i direttori e per i colleghi.

    • Due percorsi alternativi:

à il ruolo dell’organizzazione subordina o dissimula le caratteristiche personali
à potere e prestigio consentono al comunicatore di essere libero

  • modello distintivo di esperienza sociale o di valori sociali. I giornalisti appartengono al CETO MEDIO, con un buon stipendio
  • Johnstone (1976) – in ogni società i responsabili della comunicazione di massa tendono a provenire dagli stessi strati sociali di coloro che controllano l’economia e la politica
  • Gaus (1979) – la collocazione borghese della pprofessione giornalistica è una garanzia di stabilità e di lealtà al sistema
  • Herman e Chomsky (1988) – i giornalisti sono un’elite conservatrice al servizio soprattutto degli interessi della classe dominante o della grande industria

CAPITOLO 12

 

  • GATEKEEPING – il meccanismo con cui avvengono le scelte nel lavoro mediale, ma in accezione più ampia, questo concetto si riferisce al potere di dare o negare l’accesso a voci differenti della società, ed è per questo luogo di CONFLITTO. Questo concetto presenta alcuni punti deboli:
    • Assunto che vi sia un “cancello” iniziale e un insieme principale di criteri di selezione
    • Visione semplicistica dell’”offerta” delle notizie e la sua tendenza a individualizzare i processi di decisione
  • Shoemaker (1991) – il gatekkeping comporta diversi atti di selezione.

Spesso i processi di decisione non sono individuali, ma collettivi, e non riguardano solo i contenuti, ma anche il tipo di pubblico.

    • INFLUENZE ORGANIZZATIVE – routine burocratiche
    • INFLUENZE IDEOLOGICHE – valori e condizionamenti
  • il contenuto dei mezzi di informazione tende a seguire quasi sempre lo stesso schema
    • VALORI-NOTIZIA – quali notizie colpiscono il pubblico in relazione a criteri di interesse
    • FATTORI IDEOLOGICI – valori insiti nella società occidentale come materialismo e individualismo
  • Alcuni eventi hanno più probabilità di diventare notizia perché si prestano ai meccanismi formali di accolta e trattamento
  • Il principale limite del concetto di GATEKEEPING: dà per scontato che esiste una data realtà fenomenica nel mondo reale ben definibile che i media hanno il compito di SELEZIONARE. In realtà la notizia arriva ai media per diverse vie e sooto forme differenti. Hanno una grande importanza i processi di COSTRUZIONE E SELEZIONE. La selezione delle notizie avviene secondo gli schemi interpretativi e valutativi delle istituzioni burocratiche che sono fonti o produttori di informazione (polizia, tribunali, partiti…)
  • I principali fattori che influenzano la SELEZIONE degli eventi sono:
    • CRITERI RELATIVI ALLE PERSONE – tendenza a “personalizzare” gli eventi, dare notizie su un personaggio di rilievo. Alcune volte è più importante cosa dice un personaggio di un evento che l’evento stesso. Reese (1994): le fonti si concentrano su un numero limitato di personaggi, le cui opinioni vengono usate per convalidare le notizie
    • CRITERI RELATIVI AL LUOGO – è molto più facile che un evento diventi notizia se accade in prossimità del luogo del pubblico di riferimento (PROSSIMITA’ GEOGRAFICA). Tuchman (1978): rete di notizie in cui lo status ricoperto all’interno di esse determina di chi siano le informazioni che possono diventare notizia. Questa rete si intreccia con i luoghi di concentrazione del potere. Esistono luoghi che vengono tenuti d’occhio per la probabilità che in essi si verifichino eventi-notizia
    • CRITERI RELATIVI AL TEMPO – la tempestività è un elemento essenziale. Dimensione temporale (Tuchman 1978): il tempo sottolinea la tipizzazione degli eventi come notizie.
      • CATEGORIE PRINCIPALI DI NOTIZIE
  • NOTIZIE FORTI – gli eventi immediati
  • NOTIZIE SOFT – di sfondo o atemporali
  • NOTIZIE SPOT – i flash dell’ultimora
  • NOTIZIE IN VIA DI SVILUPPO
  • NOTIZIE CONTINUATIVE
      • DIMENSIONE TEMPORALE DELLE NOTIZIE
  • NOTIZIE PRE-PROGRAMMATE – tipo scadenziario, eventi noti dalla copertura pianificata nel tempo
  • NOTIZIE INASPETTATE – accadono improvvisamente e devono essere diffuse immediatamente
  • NOTIZIE NON PROGRAMMATE – notizie soft che possono essere immagazzinate e diffuse a discrezione del medium
  • Per i MEZZI D’INFORMAZIONE è importantissimo il rapporto con le FONTI. Vi sono alcuni aspetti da considerare:
    • PIANIFICAZIONE i media devono “ordinare” il contenuto anticipatamente (si tratti di notizie, fiction o intrattenimento)
    • SQUILIBRIO alcune fonti sono più potenti di altre grazie al loro status nel mercato – accesso privilegiato dei potentati economici e politici
    • ASSIMILAZIONE quando esiste un interesse reciproco da parte dei media e degli eventuali comunicatori esterni
  • ORGANIZZATORI DELL’EVENTO coloro che sono in grado di controllare e manovrare gli eventi
  • PSEUDO-EVENTI eventi creati per mettere in mostra un personaggio. Tecnica utilizzata spesso in campagna elettoral; serve per conquistare il favore dell’opinione pubblica
  • La notizia subisce un trattamento prima di arrivare alla stesura della scaletta.

  • STANDARDIZZAZIONE le  idee o i contenuti inizialmente diversi o unici sono adattati a forme familiari agli operatori dei media e al grande pubblico.
  • Altheide e Snow (1979) LOGICA DEI MEDIA – natura sistematica delle definizioni preesistenti di come deve apparire un certo tipo di contenuto. La logico mediale premia l’immediatezza, il ritmo sostenuto, i presentatori attraenti e i formati rilassanti
CAPITOLO 13

 

  • Grande numero di MESSAGGI e SIGNIFICATI veicolati dai media. Il MESSAGGIO è fisso, mentre il SIGNIFICATO è variabile
  • Primi studi sul contenuto dei media: interesse per gli effetti dei media, contenuto informativo, uso propagandistico, pregiudizi razziali.
  • Studio del contenuto dei media:
    • Descrizione comparativa dell’offerta dei media descrivere il contenuto di determinati mezzi o canali
    • Confronto tra il ocntenuto dei media e la realtà sociale rapporto tra messaggio dei media e realtà. I media rispecchiano la realtà? E la realtà di chi?
    • Contenuto dei media come ruflesso del sistema di valori e di credenze sociali e culturali contenuto dei media come indicatore culturale
    • Funzione ed effetti dei media attenzione a effetti intenzionali, non voluti, nascosti, ideologici
    • Valutazione della prestazione dei media ricerca relativa alla qualità dei media a partire da determinati criteri
    • Ripercussione dell’organizzazione sul contenuto la composizione sociale delle professioni dei media e le modalità della produzione mediale possono avere degli effetti sistematici sul contenuto
    • Analisi del pubblico metodi che diano conto dell’interpretazione del contenuto da parte del pubblico
    • Genere, analisi testuale e del discorso, narrazione e altri formati l’oggetto di studio è il testo stesso, come funziona, e effetti desiderati dagli autori sul pubblico
  • Fiske (1987) definizione di DISCORSO – linguaggio o sistema di rapresentazine sviluppato socialmente per produrre e far circolare un insieme coerente di significati riguardo a un determinato argomento
  • Approcci marxisti:  RAPPORTO DEL CONTENUTO MEDIALE CON LE DIFFERENZE E IL CONFLITTO DI CLASSE
  • Grossberg (1991) individua tre APPROCCI MARXISTI CLASSICI
  1. falsa coscienza nei testi dei media è insita un’immagine della realtà favorevole alla classe dominante
  2. approccio ermeneutico interpretativo
  3. approccio discorsivo

caratteristiche dei media:

  • non si media la realtà, ma si costruiscono significati
  • le notizie hanno un significato ideologico
  • dominio ideologico della classe dominante (ECONOMIA)

La notizia:

  • maschera la realtà
  • ignora la natura della società classista
  • frammenta gli interessi
  • unità e coerenza immaginarie (comunità, nazione…)

approccio marxista alla pubblicità – IDEOLOGIA DELLA PUBBLICITA’.
Il prodotto commerciale diventa un modo di acquisire lo status sociale o culturale e di essere il tipo di persona che desideriamo – SENSO IMMAGINARIO DI NOI STESSI E DELLA REALTA’

  • williamson (1978) MERCIFICAZIONE il modo in cui la pubblicità trasforma il “valore d’uso” dei prodotti in “valore di scambio” consentendoci di sperare di raggiungere (comprare) la felicità o altri stati ideali

tutto ciò è ILLUSORIO e DEVIANTE ed è una parte del processo di ALIENAZIONE a causa del quale perdiamo contatto con la natura e con la cultura

  • scuola di Francoforte: tutte le forme di cultura di massa sono alienanti e fondate sullo sfruttamento
  • Schroder (1992) tre tipi di standard culturali:
    • ESTETICO multidimensionale
    • ETICO relativo a valori, integrità
    • ESTATICO misurabile attraverso popolarità, gradimento
  • STRUTTURALISMO il modo di costruzione del significato nei testi. Il termine si applica a certe “strutture del linguaggio” fatte di segni, racconti o miti. La semiologia è una versione più specifica dell’approccio strutturalista
    • SEGNO – veicolo fisico fondamentale del significato in una lingua
    • SIGNIFICANTE – elemento fisico (parola, immagine, suono)

SIGNIFICATO – concetto mentale evocato da un segno fisico

  • DENOTAZIONE descrive il rapporto all’intenro di un segno tra il significante e il significato. L’ovvio significato letterale di un segno è la sua denotazione.
  • CONNOTAZIONE è il significato accessorio che può essere evocato dall’oggetto significato

DENOTAZIONE

      • Universalità
      • Obiettività

      CONNOTAZIONE

      • Variabilità (in base a cultura)
      • Valutazione
        • Positiva
        • Negativa
  • Barthes il MITO – serie di idee preesistenti e cariche di valore desunte dalla cultura e trasmesse con la comunicazione
  • La semiologia è utile per scoprire l’ideologia latente e la distorsione del contenuto dei media
  • Ricerca del significato: scelta del metodo di ricerca segue la distinzione tra il PARADIGMA DOMINANTE (EMPRICO) e quello ALTERNATIVO (CRITICO)

PARADIGMA DOMINANTE

  • APPROCCIO QUANTITATIVO (EMPIRICO) soprattutto ANALISI DEL CONTENUTO (per descrizione obiettiva, sistematica e quantitativa)

      PARADIGMA ALTERNATIVO

  • APPROCCIO QUALITATIVO (CRITICO) i significati più importanti sono quelli nascost, latenti che non sono desumibili da dati numerici
  • ANALISI DEL CONTENUTO: sequenza di base
  1. scegliere un universo o campione di contenuto
  2. fissare una cornice categoriale di riferimenti esterni rilevanti ai fini dell’indagine
  3. scegliere un’”unità di analisi” (una parola, una frase..)
  4. classificare il contenuto calcolando la frequenza dei riferimenti agli item rilevanti nelle categorie
  5. presentare i risultati come distribuzione dell’universo o del campione di contenuto in base alla frequenza con cui sono presenti i riferimenti cercati
  • la procedura si basa su DUE ASSUNTI PRINCIPALI:
    • il legame tra l’oggetto esterno e il riferimento ad esso nel testo sarà abbastanza chiaro e inequivocabile
    • la frequenza dei riferimenti rivelerà sicuramente il significato prevalente del testo
  • i LIMITI dell’analisi del contenuto sono:
    • RISCHIO che il ricercatore imponga il proprio sistema di significati anziché “dedurlo” dal contenuto
    • Vi è la PRESUNZIONE che i codificatori possano essere istruiti a giudicare categorie e significati in modo attendibile
    • Più si allentano i requisiti di affidabilità, più facile è introdurre categorie e variabili che saranno utili ai fini dell’intepretazione ma scarsamente obiettive e piuttosto ambigue
  • Strutturalismo e semiologia – avversione per ogni QUANTIFICAZIONE. Prestano attenzione al significato latente, ritenuto più importante. Lo strutturalismo è SISTEMATICO, ed esclude che  il mondo della realtà sociale e culturale, il messaggio e il fruitore implichino tutti lo stesso sistema di significati.
  • Pubblico diviso in comunità interpretative, ognuna con la sia capacità esclusiva di attribuire significati
  • Lo strutturalismo non è un modo di riassumere il contenuto come può essere spesso l’analisi del contenuto; spesso si utilizzano APPROCCI IBRIDI – unire un’analisi rigorosa e quantitativa ad uno studio del significato culturale più profondo. Altri metodi:
    • PSICANALITICO
    • ANALISI DELLA STRUTTURA NARRATIVA
    • STUDIO DELLE FUNZIONI DEL CONTENUTO

CAPITOLO 14

 

  • Definizione di GENERE: ogni categoria di contenuto con le seguenti caratteristiche
    • IDENTITA’ COLLETTIVA riconosciuta da produttori e fruitori
    • Questa identità riguarda i suoi FINI, la sua FORMA e il suo SIGNIFICATO
    • Si è affermato nel tempo e segue convenzione note a tutti
    • Un particolare genere segue una struttura narrativa o una successione di azioni prevedibile
  • Hall (1980) il genere è legato all’uso di un particolare codice o sistema di significato. Si può parlare di genere quando codifica e decodifica sono molto vicine (quindi il significato è abbastanza lineare)
    • FILM WESTERN – ha elementi come: ostentazine del coraggio, svolgersi del destino nelle grandi praterie, lotta tra bene e male.
    • SOAP OPERA – forma sessista di TV per alcuni TRATTI FEMMINILI, quali: forme del racconto, preponderanza dei dialoghi sull’azione e attenzione ai valori delle grandi famiglie e al ruolo di madre e casalinga.
  • Il concetto di genere ci serve per classificare l’enorme quantità di prodotti mediali
  • Altheide e Snow (1979) introducono due nuovi termini:
    • LOGICA MEDIALE – insieme di regole e norme implicite che disciplinano il trattamento e la presentazione del contenuto
    • FORMATO MEDIALE – routine per trattare temi specifici all’intenro di un genere
  • Mazzoleni (1987) nella comunicazione politica, la “logica mediale” ha quasi scalzato la “logica politica”, specialmente nelle campagne elettorali
  • Fiske (1987) intertestualità di fondo dei generi
  • Il genere NOTIZIA
    • Lippman (1922) – LA NOTIZIA NON E’ UNO SPECCHIO DELLA SITUAZIONE SOCIALE, MA LA CRONACA DI UN ASPETTO CHE SI E’ IMPOSTO ALL’ATTENZIONE
    • Park (1940) LA NOTIZIA E’ SITUATA AL CENTRO DI UN CONTINUUM CHE VA DALLA “CONOSCENZA SUPERFICIALE” AL “SAPERE SCIENTIFICO”
  • Caratteristiche della notizia
    • Tempestiva
    • Sistematica
    • Effimera
    • Tratta eventi insoliti
    • Servew a calamitare l’attenzione. NON sostituisce il sapere.
    • Prevedibile

NOTIZIA – ciò che è inaspettato e nuovo, nei limiti di ciò che è familiare

  • Galtung e Ruge (1965) i principali fattori che influenzano la scelta delle notizie estere:
    • FATTORI ORGANIZZATIVI – i più universali e i meno evitabili. Hanno alcuni effetti “ideologici”
    • FATTORI LEGATI AL GENERE – predilezione per gli eventi che rispettano le aspettative del pubblico
    • FATTORI SOCIO-CULTURALI – i valori-notizia tendono a favorire gli eventi che riguardano le èlite, i paesi più importanti e gli eventi negativi
  • Tuchman (1978) attribuisce a Goffman (1974) l’idea che l’organizzazione di informazioni avvenga attraverso un frame, cioè una cornice cognitiva
  • Entman (1993) i frames individuano dei problemi, ne diagnosticano le cause, formulano dei giudizi morlai e suggeriscono i rimedi. Il framing implica SELEZIONE e SALIENZA
  • Quando le notizie arrivano ai media sono già “incorniciate”
  • Esempi di frame:
    • Relazioni razziali presentate come un problema per la società, non per le minoranze di immigrati
    • Nella guerra fredda le notizie erano viste nell’ottica del “nemico sovietico”
    • L’inghilterra si considerava unica vittima nel conflitto con l’irlanda
  • Più la fonte è potente e il flusso di informazione controllato, più il processo di framing è influenzato
  • Altri frames riguardano la demonizzazione di alcuni personaggi (Saddam Hussein, Milosevic, Bin Laden ecc.) allo scopo di ottenere e mantenere l’appoggio dell’opinione pubblica e contrastare i frames alternativi
  • I notiziari sono costruiti per catturare l’attenzione del pubblico, diversificare l’offerta, aggiungere notizie futili e curiosità. Secondo il Glasgow Media Group il fine o l’effetto occulto di tutto ciò è di rafforzare un quadro di normalità e controllo e una visione del mondo in fondo ideologica. Il mondo ne esce “naturalizzato” (Tuchman .
  • 1978)
  • Gran parte dei contenuti dei media (TG, fiction, talk-show, pubblicità…) racconta “STORIE”. Considerando la notizia come una narrazione possiamo apprezzare il modo in cui essa impiega e rielabora i miti dominati di una società, con un inevitabile carico ideologico (Bird e Dardenne, 1988)
  • Il linguaggio della notizia è lineare. Il RACCONTO può essere:
    • PERFORMATIVO – modo interpretatio e “affabulatorio”
    • CONSTATIVO – modo “dimostrativo” e fattuale
  • Gerbner (1964) non esiste un sistema di raccolta e trattamento delle notizie che sia realmente non ideologico, apolitico, imparziale
  • Due diverse definizioni di TESTO:
  1. messaggio
  2. incontro tra il contenuto e il lettore
  • un programma televisivo può produrre molti testi differenti con significati differenti. Un programma è prodotto dall’industria, un testo dai suooi lettori (Friske 1987)
  • il testo mediale ha molti possibili significati alternativi che possono tradursi in differenti letture. Perciò il contenuto dei mass media è in linea di principio POLISEMICO
  • Newcomb (1991) i testi sono fatti di molti LINGUAGGI e SISTEMI DI SIGNIFICATO differenti
  • Hall (1973;1980) MODELLO DI CODIFICA/DECODIFICA: in un testo c’è sempre codificata una lettura privilegiata, cioè il significato che l’emittente vorrebbe comunicare al ricevente.
  • I CODICI sono sistemi di significato le cui regole e convenzioni accomunano i membri di una cultura o di quella che è stata definita una “comunità interpretativa”. Noi capiamo la realtà che ci circonda tramite la nostra comprensione dei codici e delle convenzioni linguistiche.
  • Un contenuto mediale può essere più o meno aperto o chiuso. Eco (1983) un testo aperto è quello il cui discorso non cerca di vincolare il lettore a un particolare significato o interpretazione. La differenza fra testi aperti e testi chiusi ha un possibile SIGNIFICATO IDEOLOGICO. Schlesinger (1983) – una rappresentazione più aperta produce anche punti di vista alternativi, mentre una chiusa tende a rafforzare la visione dominante o consensuale.
  • Principali differenze fra SERIE TELEVISIVE E SERIALS:
    • SERIE
      • Episodi distinti
      • Trattamento lineare
    • SERIALS
      • Storia continua
      • Trattamento parallelo
  • Il realismo dei media dipende dall’atteggiamento secondo cui quello che è rappresentato è verosimile, “potrebbe” accadere.
  • Fiske (1987) realismo dei media è REAZIONARIO perché fa sembrare normale (inevitabile) lo status quo.
  • Si è detto che il significato varia a seconda dell’interpretazione, ma esiste una “codifica interessata” – SIGNIFICATI PRIVILEGIATI
  • LETTORE INSCRITTO (Sparks e Campbell 1987) è il lettore a cui è innanzitutto indirizzato un messaggio. Un concetto simile è quello di PUBBLICO SOTTINTESO. Il meccanismo di funzionamento è stato anche chiamato interpellanza o appello
  • Nella pubblicità viene riprodotto un consumatore modello, per poi invitare i “lettori” a riconoscersi in quel modello
  • Si sostiene che molti tipi di contenuto mediale sono sessisti, hanno cioè insita una distorsione di genere /ad esmpio SOAP OPERA)

CAPITOLO 15

 

“pubblico” (AUDIENCE) sta a indicare i “riceventi” nel modello sequenziale più semplice del processo della comunicazione di massa. I problemi riguardo tale concetto sono dovuti al fatto che si descrive con una sola parola un pubblico sempre più composito e complesso. La maggior parte del pubblico non è normalmente osservabile. Solitamente il pubblico viene definito in base al LUOGO, alle PERSONE, al tipo di MEZZO o CANALE, al TEMPO.

  • Blumer (1939) concetto di MASSA – gruppo ampio e disperso; i membri non si conoscono tra di loro, la sua composizione è mutevole e priva di ogni senso di autoidentità, a causa della sua grandezza e eterogeneità.
  • MERCATO MEDIALE aggregato di consumatori reali o potenziali dei servizi e dei prodotti dei media, di cui è noto il profilo socio-economico [emittente e riceventi sono legati da un rapporto interessato]. I membri del pubblico non hanno la consapevolezza di far parte di un mercato – discorso implicitamente MANIPOLATORIO.
  • Secondo Ang (1991) gli “indici d’ascolto” portano alla mercificazione del pubblico. Sono i mezzi di comunicazione ad essere serviti dai loro ascoltatori e non viceversa.
  • Ricerca sul pubblico in base agli usi che i media fanno di esso. Tali usi comprendono:
    • Misurare l’ampiezza e la composizione per scopi pubblicitari
    • Manipolare e pilotare il comportamento di scelta del pubblico
    • Ricercare nuove nicchie di pubblico
    • Sperimentare nuovi prodotti e verificare l’efficacia della comunicazione
    • Valutare la prestazione dei media
  • Jensen e Rosengren (1990) – 5 tipi di ricerca sul pubblico
    • EFFETTI
    • USI E GRATIFICAZIONI
    • CRITICA LETTERARIA
    • CULTURAL STUDIES
    • ANALISI RICEZIONE

à 3 principali approcci

      • STRUTTURALE (studio pubblico in base a “penetrazione” dei media)
      • COMPORTAMENTALE (studio su usi e effetti dei media)
      • SOCIO-CULTURALE (pubblici come “comunità interpretative)
  • Ricerca sul pubblico dei media, soprattutto su:
    • COMPORTAMENTALE
      • EFFETTI – pubblico come vittima passiva
      • USO – pubbico come fruitori/consumatori
    • SOCIO-CULTURALE
      • CULTURAL STUDIES – pubblici come comunità interpretative METODI DI RICERCA QUALITATIVI E IN PROFONDITA’, PREFERIBILMENTE ETNOGRAFICI
  • Media e pubblico – 2 diverse prospettive:
  1. I MEDIA RISPONDONO ALLE NECESSITA’ DEL PUBBLICO
  2. I PUBBLICI SONO CREATI DAI MEDIA
  • La distinzione teorica tra DOMANDA CREATA DAL RICEVENTE e DOMANDA CREATA DALL’EMITTENTE è utile per tracciare una mappa delle differenti versioni di pubblico.

Formazione del pubblico:

  • PUBBLICO COME GRUPPO SOCIALE – collettività che preesiste indipendentemente dalla sua identificazione come insieme di ascoltatori (Es. lettori di un giornale locale, ascoltatori della radio di una comunità…). Condivisione dello spazio e appartenenza ad una comunità residenziale.
  • PUBBLICO COME INSIEME DI GRATIFICAZIONI – persone che hanno in comune interessi, preferenze, necessità. È un prodotto della differenziazione dell’offerta mediale. CULTURA DEL GUSTO (Gans 1957) = convergenza di interessi.
  • PUBBLICO DEL MEZZO – coloro il cui comportamento o la cui percezione di sé li identifica come “utenti” reglari e fedeli di un  particolare mezzo di comunicazione (es. audience televisiva, spettatori cinematografici…). Pubblico molto importante per la pubblicità (studio del tipo di messaggio)
  • PUBBLICO DI UNO SPECIFICO CONTENUTO – quel tipo di pubblico che viene espresso in termini di “indici d’ascolto”, molto importanti per il business dei media. Pubblico come PRODOTTO dei media. Questa idea di pubblico può essere quantificata. FANDOM – insieme di sostenitori di un artista (i fans). Viene spesso associato a IMMATURITA’ e STUPIDITA’. Prodotto della manipolazione dei media.
  • Rapporto comunicativo tra fonte e ricevente. 3 modelli:
  • TRASMISSIONE – SPETTATORE COME BERSAGLIO. DEVE ESSERE CONTROLLATO
  • ESPRESSIVO O RITUALE – COMUNICAZIONE COME CONDIVISIONE. PARTECIPAZIONE
  • ATTENZIONE – CATTURARE L’ATTENZIONE DEL PUBBLICO “INSIEME DI SPETTATORI”
  • Si possono individuare 6 TIPI DI PUBBLICO raggiunto dai media
  • Pubblico potenziale – tutti colore che hanno le competenze e la possibilità di ricezine
  • Pubblico pagante – tutti coloro che pagano per un prodotto mediale
  • Pubblico attento – coloro che leggono, guardano determinati contenuti
  • Pubblico interno – coloro interessati a particolari programmi, sezioni, generi….
  • Pubblico cumulativo – percentuale di un dato pubblico
  • Pubblico “target” – segmento di pubblico potenziale preso di mira da parte di un particolare emittente
  • La ricerca sulla SELETTIVITA’ degli ascoltatori venne stimolata  all’inizio delle paure riguardo agli effeti della comunicazione di massa
  • Biocca (1988) 5 varianti nella ATTIVITA’ DEL PUBBLICO:
    • SELETTIVITA’ più c’è possibilità di scelta, più un pubblico è ATTIVO. Pubblico – attivo o passivo. Uso – ritualizzato (abituale) o strumentale – SELETTIVITA’ es noleggio cassette, acquisto libri, CD – ATTIVITA’
    • UTILITARISMO – pubblico come consumatore. Implica la selettività
    • INTENZIONALITA’ – pubblico si impoegna attivamente nell’elaborazione dell’informazione e dell’esperienza
    • REFRATTARIETA’ – capacità del fruitore di non essere influenzato dai media
    • COINVOLGIMENTO – pubblico immerso nell’esperienza mediale
  • La riflessione critica sull’esperienza mediale è un altro esempio di risposta attiva di un pubblico.
CAPITOLO 16

 

  • Studio, formazione, individuazione di un pubblico. 3 APPROCCI
    • STRUTTURALE – sistema dei media e sistema sociale
    • COMPORTAMENTALE – bisogni e motivi individuali
    • SOCIO-CULTURALE – contesto a cui appartiene un membro del pubblico/alternative mediali caricate di significato.
  • Weibull (1985) elabora uno schema in grado di connettere il sistema dei media con la posizione sociale del singolo membro del pubblico.

  • Approccio degli usi e gratificazioni – perché le perosne usano i media e per cosa li usano?. Anni 60-70 gli assunti principali erano:
    • La scelta dei  mezzi e dei contenuti è razionale e diretta a soddisfazioni e obiettivi specifici
    • I membri del pubblico sono consapevoli dei bisogni legati ai media che emergono dalle circostanze personali e sociali
    • Per la formazione del pubblico l’utilità personale è determinante
    • Tutti i motivi che portano alla formazione del pubblico sono misurabili
  • 4 categorie di interazioni media-persona:
    • INTRATTENIMENTO – evasione
    • RELAZIONI PERSONALI – compagnia, utilità sociale
    • IDENTITA’ PERSONALE – riflessività, esplorazione della realtà
    • ATTENZIONE
  • McGuire (1974) introduce altre variabili:
  • BISOGNI – cognitivi; affettivi
  • OBIETTIVI – esterni; interni
  • APPROCCIO – attivo; passivo
  • ORIENTAMENTO – crescita; stabilità

  • Rosengren (1989) relazione pubblico-media. 2 dimensioni
    • INTERAZIONE – essere portato a interagire con gli attori dello schermo
    • IDENTIFICAZIONE – coinvolgimento nei confronti di una figura mediale

ALTO GRADO DI INTERAZIONE PIU’ ALTO GRADO DI IDENTIFICAZIONE = CATTURA
BASSO GRADO DI INTERAZIONE PIU’ BASSO GRADO DI IDENTIFICAZIONE = DISTACCO

  • SEGMENTAZIONE processo per cui i prodotti mediali sono mirati con precisione a determinati settori dei consumatori mediali
  • FRAMMENTAZIONE comporta la dispersione dell’attenzione del pubblico su sempre più numerosi prodotti mediali

  • Lo schema rispecchia una potenziale “fuga” del pubblico dalla gestione e dal controllo, ma è ancora troppo presto per concludere che il pubblico di massa scomparirà – forze sociali che hanno radici molto profonde. Neuman (1991) abitudine consolidata di ascolto distratto e passivo
CAPITOLO 17

 

  • Effetti dei media – la nostra mente è colma di informazioni e impressioni ricavate dai mezzi di comunicazione di massa.
  • Negli ultimi 25 anni i media hanno cominciato a studiare se stessi e quindi ci si concentra meno sugli effetti dei media stessi
  • Quattro fasi nella storia della ricerca e delle teorie degli effetti dei media:
  1. 1°FASE fine anni 30 I MEDIA POTEVANO ESSERE ONNIPOTENTI
  2. 2°FASE anni 40-50 ricerca sugli effetti I MEDIA SONO MOLTO MENO POTENTI DI QUANTO SI PENSAVA
  3. 3°FASE anni 60-70 altra ricerca: i possessori dei media non potevano accettare l’idea che fossero poco potenti RITORNO ALL’IDEA DEI MEDIA POTENTI (cambiano le variabili della ricerca)
  4. 4°FASE fine anni 70 COSTRUTTIVISMO SOCIALE i media costruiscono significati e li offrono sistematicamente al pubblico. L’approccio considera sia il potere dei media sia quello della gente di scegliere, con in mezzo un terreno di continua negoziazione
  • carey (1988) la ragione fondamentale del passaggio da un modello di media potenti a un modello di media meno potenti e viceversa si spiega storicamente: la società stava cambiando nel frattempo. Il potere dei media cambia in base alle CONDIZIONI STORICHE
  • Gli effetti dei media si possono classificare in:
  • Cognitivi
  • Su atteggiamenti e sentimenti
  • Sul comportamento

Oggi questo schema risulta più allargato. I media possono

  • Causare un cambiamento vcluto
  • Causare un cambiamento involontario
  • Causare un piccolo cambamento
  • Agevolare il cambiamento (intenzionale o meno)
  • Rinforzare l’esistente (SPINTA AL CONFORMISMO)
  • Impedire il cambiamento (SPINTA AL CONFORMISMO)
  • Lang e lang (1981) introducono altri tipi di effetti:
    • RECIPROCO – conseguenze per una persona quando diventa oggetto del coverage dei media
    • BOOMERANG – un cambiamento nella direzione contraria a quella voluta
    • PER GLI ALTRI – convinzione che sono “gli altri” a essere influenzati e non la persona interessata

CAPITOLO 18

 

  • La differenza tra RISPOSTA e REAZIONE è che la prima necessita di interazione con il ricevente, mentre la seconda no.
  • McGuire (1973) PROCESSO DI RISPOSTA E APPRENDIMENTO IN 6 STADI: PRESENTAZIONE – ATTENZIONE – COMPRENSIONE – ACCETTAZIONE – RITENZIONE – COMPORTAMENTO PALESE
  • Il modello STIMOLO-RISPOSTA è stato spesso identificato con quello del PROIETTILE MAGICO
  • Ray (1973) – GERARCHIA DEGLI EFFETTI (valido solo per forte coinvolgimento): APPRENDIMENTO COGNITIVO – RISPOSTA AFFETTIVA – EFFETTO CONATIVO
  • Klapper (1960) – i media sono influenze che operano insieme ad altre in una situazione globale
  • Media e violenza – frequente rappresentazione – spettatori piccoli (ragazzi). L’allarme sociale ha individuato i media come possibile causa (esempio di PANICO MORALE)
  • Le ricerche anni 60 hanno portato a tre conclusioni
  1. i contenuti televisivi abbondano di violenza
  2. i bambini sono sempre più esposti a contenuti violenti
  3. la visione di contenuti violenti aumenta la possibilità di comportamenti aggressivi.
  • Wartella (1988) – 3MODELLI teorici per descrivere il processo di aprrendimento e imitazione della violenza televisiva
    • Teoria dell’apprendimento sociale – i bambini apprendono dai modelli forniti dai media quali comportamenti saranno premiati e quali puniti
    • Effetti di priming – l’osservazione di contenuti violenti attiva pensieri simili – maggiore predisposizione all’uso della violenza
    • Teoria dello script – il comportamento sociale è controllato da “copioni” che indicano come comportarsi
  • Ciò che sappiamo di sicuro è che l’esposizione alla violenza televisiva genera effetti indesiderati, ma questi effetti sono mediati da altri fattori che possono benissimo costituire la causa principale o “reale”
  • Le possibili reazioni collettive sono: PANICO DIFFUSO, EFFETTO DI AMPLIFICAZIONE (disordini di piazza), SOSTEGNO AI TERRORISTI.
  • Le CAMPAGNE:
    • Sono promosse da una collettività
    • Devono agire attraverso individui che ricevono e reagiscono ai messaggi
    • Vogliono ridistribuire attenzione pubblica, azione, denaro.
  • I FILTRI o BARRIERE del o per il pubblico sono:
    • Attenzione senza di essa non ci può essere alcun effetto
    • Percezione come viene interpretato un messaggio (possibilità di effetto boomerang)
    • Gruppi a cui la gente appartiene
    • Motivazione tipo e grado di soddisfazione che il membro del pubblico si aspetta dalla campagna.
  • INFLUENZA PERSONALE le idee spesso sono trasmesse dai media agli OPINION LEADERS e questi le trasmettono ai settori meno attivi della popolazione – FLUSSO A DUE STADI
  • La PROPAGANDA ha modalità coercitive e aggressive e non è obiettiva anche se non è necessariamente falsa. L’accettazione della propaganda da parte del pubblico dipende dalla mancanza di un’informazione obiettiva alternativa.
CAPITOLO 19

 

  • Nel terzo mondo i media sono utilizzati per avviare cambiamenti di lunga durata – idea di MEDIA COME SCUOLA DI MASSA
  • Rogers (1962) MODELLO DELLA DIFFUSIONE – SCUOLA DIFFUSIONISTA, tende a sottolineare organizzazione e pianificazione, gerarchia, struttura sociale, rinforzo, feedback
  • Kincaid (1981) MODELLO DI CONVERGENZA fa perno sul bisogno di interpretazione e risposta, portando a un grado superiore di comprensione tra emittente e ricevente.
  • Ricerca su NOTIZIA e INFORMAZIONE. 4 variabili
    • Grado di conoscenza di un dato evento
    • Importanza relativa di un evento in questione
    • Volume di informazione trasmessa in merito
    • In che misura la conoscenza di un evento proviene dai mezzi di informazione o da contatti personali.
  • La notizia viene presentata entro cornici di significato che dipendono da come è stata raccolta e trattata. La notizia è “inquadrata” tematicamente per facilitarne la comprensione. Ciò che inquadra le notizie viene chiamato FRAME o SCHEMA
  • Graber (1984) lo SCHEMA è una struttura cognitiva consistente nella conoscenza organizzata di situazioni e individui, desunta da precedenti esperienze ed usata per elaborare nuove informazini e richiamare quelle memorizzate.
  • Cappella e Jamieson (1997) il modo in cui le notizie vengono incorniciate dai giornalisti e il modo in cui le incornicia il pubblico possono essere simili o differenti
  • Schaufele (1999) due tipi di frames: FRAMES DEI MEDIA (MEDIA FRAMES) e FRAMES DEGLI INDIVIDUI (INDIVIDUAL FRAMES) – 4 processi intercorrelati di framing:
  1. uso di media frames da parte dei giornalisti
  2. trasmissione dei frames al pubblico
  3. accettazione dei frames
  4. rafforzamento dell’organizzazione
  • l’AGENDA SETTING riguarda la priorità da dare alle notizie. Esistono tre tipi di priorità:
    • dei media
    • del pubblico
    • della politica

INTERAGISCONO TRA LORO

  • Dearing e Rogers (1966):
    • Mezzi di comunicazione differenti tendono a concordare sulla salienza di un insieme di tematiche
    • Le agende dei media non equivalgono necessariamente agli indicatori del “mondo reale”
  • Concetto di PRIMING – “innesco”:  serve a innescare determinati criteri di giudizio. Gioca un ruolo importante nei tentativi di gestione delle notizie. (es. sviare l’attenzione pubblica da un fallimento politico)
  • DIVARIO CONOSCITIVO il saperecresce di più nei settori di status superiore:
    • Distribuzione generale dell’informazione globale nela società tra classi sociali – questo divario affonda le radici nelle disuguaglianze sociali che i media da solo non possono risolvere
    • Argomenti su cui alcuni risultano più informati di altri.

I media sono in grado di accrescere come di colmare questo divario

  • Arrivo di nuove tecnologie. Coloro che sono già ricchi di informazione, aumentando le proprie competenze e risorse informative, non fanno che distanziare ancora di più i poveri d’informazione.
  • EFFETTI NON INTENZIONALI DEI MEDIA A LUNGO TERMINE:

  • I media contribuiscono alla SOCIALIZZAZIONE. I media:
    • RAFFORZANO E SOSTENGONO ALTRE AGENZIE DI SOCIALIZZAZIONE
    • SONO CONSIDERATI UNA POSSIBILE MINACCIA AI VALORI STABILITI DA GENITORI, INSEGNANTI

TESI DELLA SOCIALIZZAZIONE (due aspetti)

  • McCron (1976) contraddizione perché i media:
  1. sono portatori di valori (POSITIVO)
  2. rispecchiano i valori della classe dominante (NEGATIVO)

enfatizzazione del conflitto sociale
QUINDI I MEDIA PRIVILEGIANO I VALORI DI UN ORDINE COSTITUITO

  • Concetto di SPIRALE DEL SILENZIO intereazione di quattro elementi:
  1. MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA
  2. COMUNICAZIONE INTERPERSONALE E RAPPORTI SOCIALI
  3. MANIFESTAZINI INDIVIDUALI DI OPINIONE
  4. PERCEZIONE DEI CLIMI DI OPINIONE

La teoria suggerisce che per non rimanere isolati su importanti questioni pubbliche, molti si lasicano guidare da quelle che ritengono le opinioni dominanti nel loro ambiente. Perciò le opinioni dominanti si diffondono sempre più a scapito di quelle alternative (EFFETTO A SPIRALE) – [si tratta solo di ipotesi, nessuna prova empirica]

  • I media hanno la capacità di strutturare, costruire la realtà.
    • PSEUDO-EVENTI eventi costruti per calamitare l’attenzione o creare una particolare impressione
  • Gerbner (1973) TESI DELLA COLTIVAZIONE: la televisione spinge gradualmente ad adottare le opinioni sulla natura della società conformi alla visione della realtà stereotipata, distorta e selettiva, così come viene dipinta sistematicamente nella fiction e nei telegiornali
  • CONTROLLO SOCIALE i media sono conservatori per una combinazione di forza commerciale, esigenza operative, pratiche professionali. Marxisti: i media sono borghesi e sviano l’opposizione
  • Herman e Chomsky (1988) l’informazione nei paesi capitalisti passa attraverso parecchi “filtri”
  • Media “conformisti” tendono a mantenere lo STATUS QUO. Nesso tra assuefazione alla TV e adozione di politiche moderate. Il “potere” e la “classe” sono protetti dai media.
  • Inoltre i media tendono a confondere i comuni delinquenti con gli estremisti politici (meccanismo dell’INCOLPARE LA VITTIMA)
  • Gans (1979) “l’informazione non è né conservatrice, né progressista, ma riformista”
  • Le logiche della comunicazione di massa
    • LOGICA COMMERCIALE
    • LOGICA INDUSTRIALE
    • LOGICA ORGANIZZATIVA
    • LOGICA TECNOLOGICA
    • LOGICA CULTURALE
    • LOGICA POLITICA
    • LOGICA INFORMATIVA
  • Elementi per la COSTRUZIONE DEL SIGNIFICATO:
    • IMPORTANZA
    • REALTA’ E VITA REALE
    • SPAZIO PUBBLICO/PRIVATO
    • IDENTITA’
    • SPAZIO E LUOGO
    • TEMPO

 

Fonte: http://www.classe14.altervista.org/documenti/mcquail.doc

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