Riassunto storia del Cristianesimo

Riassunto storia del Cristianesimo

 

 

 

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Riassunto storia del Cristianesimo

INTRODUZIONE

STORIA: successione di eventi probabili dal punto di vista scientifico. Nel mondo ebraico designava il racconto del rapporto tra Dio e il popolo ebraico. Secondo il senso moderno e occidente, derivato dal mondo greco , Historia, ovvero ricerca dei fatti avvenuti seguendo una successione cronologica.

CRISTIANESIMO: s’intende la religione monoteista derivata dall’ebraismo e fondata sugli insegnamenti di Gesù Cristo.

Oggi non esiste una sola Chiesa cristiana, ma una molteplicità di Chiese che hanno in comune la fede nella persona della Trinità e che si rifanno agli insegnamenti di Gesù tramandati dai Vangeli. La separazione di origine delle Chiese cristiane dalle altre è dovuta a motivazioni di volta in volta differenti.

 

STORIA DELLE CHIESE CRISTIANE

Caratteristiche delle Chiese cristiane è la fede nelle 3 persone della Trinità.

CHIESE OCCIDENTALI: CHIESA CATTOLICA il cui punto di riferimento è il Papa; CHIESE NATE DALLA RIFORMA le quali vengono designate protestanti dalla visione cattolica.

CHIESE ORIENTALI: CHIESE ORTODOSSE, in realtà non esiste una vera e propria Costantinopoli.

ANTICHE CHIESE ORIENTALI: si rifanno ad alcune eresie, non si differenziano dalle altre ma sono opposte tra di loro. MONOFISMO: i loro sostenitori ammettono l’unità della natura di Cristo, ovvero la presenza di una sola volontà, quella divina. NESTORIANESIMO: i loro sostenitori separano in Cristo la natura umana da quella divina. Ritengono che Gesù in croce soffrì da uomo e non da Dio.

CULTI DI ORIGINE CRISTIANA: TESTIMONI SI GEOVA e MORMONI. Sono nate successivamente e hanno modificato alcune parti del testo cristiano.

CULTI ORMAI ESTINTI: ARIANESIMO, ERESIA DEGLI ALBIGESI O CATARI.

 

PRIMA DIVISIONE: V-VI sec a.C.

LE ANTICHE CHIESE ORIENTALI

Le Chiese attuali che professano il Monofismo sono: CHIESA COPTA ORTODOSSA (Egitto); CHIESA ORTODOSSA ETIOPICA (Etiopia); CHIESA ORTODOSSA SIRIACA (Siria); CHIESA APOSTOLICA ARMENA (Armenia).

L’unica Chiesa che oggi professa il Nestorianesimo è la CHIESA ASSIRA.

 

SECONDA DIVISIONE 1054 d.C.

LE CHIESE ORTODOSSE E LA CHIESA CATTOLICA

1054 d.C.: data del Grande Scisma, in cui il Papa Leone IX e il Patriarca Michele I Cerulario si scomunicarono a vicenda. Le divergenze, principalmente politiche, furono:

  • il papa, vescovo di Roma, rivendicava il primato, non solo onorifico, su tutti i patriarchi d’oriente, perché successore di S. Pietro
  • inserimento nel credo del FILOQUE: nel credo originariamente, Lo Spirito Santo procede solo dal Padre. Nel 2° Concilio di Lione, al Padre venne aggiunto anche il Figlio. Questa “aggiunta” non venne accettata dalla Chiesa ortodossa.
  • Variazione di alcuni riti liturgici. Le liturgie orientali sono più prolisse e dettagliate rispetto alle liturgie della Chiesa cattolica.

 

LA CHIESA CATTOLICA

Dal greco catolicos cioè “universale” e la Chiesa cristiana che riconosce il primato di autorità al Papa di Roma. La Chiesa cattolica si divide in: CHIESA LATINA che ha come patriarca il Papa; CHIESE CATTOLICHE DI RITO ORIENTALE; CHIESA CATTOLICA  ARMENA;  CHIESA  CATTOLICA  COPTA;  CHIESA  CATTOLICA  ETIOPE;  CHIESA  CATTOLICA   MARONITA; CHIESE GRECO-CATTOLICHE: albanese, rimena, russa

 

LA CHIESA ORTODOSSA

Ortodossia dal greco ortoxia “retta dottrina”. Le Chiese ortodosse delle varie nazioni sono autocefale, cioè si governano autonomamente ma riconoscono un primato d’onore al Patriarca di Costantinopoli, il quale ha il compito di presiedere i concili dei vescovi e ha la funzione principale di portavoce della comunità ortodossa. Le Chiese ortodosse più importanti sono: CHIESA ORTODOSSA GRECA ( Costantinopoli, Alessandria, Antiochia, Gerusalemme, Cipro); CHIESA ORTODOSSA RUSSA; CHIESA ORTODOSSA SERBA; CHIESA ORTODOSSA RUMENA. Le caratteristiche sono: riconoscimento dei 7 sacramenti della Chiesa cattolica; il vescovo è eletto fra i celibi (per i cattolici ciò è scontato); i sacerdoti possono essere sia celibi che sposati però non  in 2° nozze, ma se celibi non si possono sposare dopo l’ordinazione; si avvicinano alle Chiese nate dopo la Riforma.


TERZA DIVISIONE: XVI sec

LUTERANI DI MARTIN LUTERO

La Riforma protestante nasce verso la fine del 1500, quando Martin Lutero fu disgustato dalla corruzione e dalle indulgenze, i cui soldi servivano per completare la Chiesa di S. Pietro a Roma.

DOTTRINA DELLA GIUSTIFICAZIONE: Martin Lutero era un monaco agostiniano. S. Agostino parlava della colpa, sosteneva che nessuno era perfetto e che il merito della salvezza dell’uomo doveva essere attribuito a Dio, il quale ci dà la Grazia. L’uomo è giustificato solo per merito di Dio.

Martin Lutero fece una personale lettura del Vangelo e fu il primo a tradurla in lingua tedesca.

CALVINISTI DA CALVINO

Il nome “calvinisti” e “riformati” è uguale. Condividono la dottrina della giustificazione di Martin Lutero. Ritengono però che le Scritture devono essere lette senza commenti altrui.

VALDESI

Da Pierre Valdes o De Vaux (XII sec). tutt’oggi è abbastanza diffusa. Predicano povertà. Lettura della Bibbia autonoma. Nel XII sec il Papa approva la povertà ma non la lettura autonoma. Nel 1532 aderiscono al protestantesimo riformato. Si avvicinano ai calvinisti. Partecipano alla Sante Cena.

PRESBITERIANI

Nati già nel XVI sec. dal calvinismo. Diffusi soprattutto in Scozia, Inghilterra e in Irlanda. La loro organizzazione si basa su un consiglio formato da anziani “presbiteri”. Partecipano alla Santa Cena.

BATTISTI

Nati nel XVII sec. Fanno il Battesimo da adulti. Aderirono alla corrente calvinista. Partecipano alla Santa Cena.

PENTACOSTALI

Enfasi sul Battesimo nello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste. Partecipano alla Santa Cena.

ANGLICANESIMO

Emessa nel 1533. Non nacque dalla riforma di Martin Lutero ma solo nello stesso periodo. Nacque nel momento in cui Enrico VIII, re d’Inghilterra, divorziò e venne scomunicato. Ha delle caratteristiche proprie vicine a cattolicesimo. Nel 2005 Chiesa anglicana e Chiesa cattolica firmarono un testo congiunto: “MARIA: GRAZIA E SPERANZA IN CRSTO”. Nel testo i cattolici e anglicani riconoscono “Maria come modello di santità, di fede e di obbedienza per tutti i cristiani” ed affermano che “Maria può essere vista come una figura profetica della Chiesa. Con a Chiesa ortodossa cristiana vi è un problema per quanto riguarda il sacerdozio delle donne. Per i protestanti, quest’ultimo non era un problema, in quanto non venivano riconosciuti neanche gli uomini.

METODISMO

Dottrina cristiana fondata dal pastore anglicano John Wesley nel XVIII sec. Originariamente la sua intenzione era di creare un movimento di risveglio all’interno della Chiesa anglicana che portasse a una maggiore attenzione degli evidenti problemi sociali della Gran Bretagna all’epoca della rivoluzione industriale. Quindi una sorta di azione sociale.

 

 SACRAMENTI: BATTESIMO E EUCARESTIA O SANTA CENA

Nella Bibbia sono presenti solo questi 2 sacramenti, gli altri 5 sono nati successivamente dal’evoluzione della Chiesa. Per tutte le Chiese non vi è alcun dubbio sul Battesimo, vi sono solo discussioni su quando si debba eseguire. Ad es. i BATTISTI ritengono che si debba eseguire da adulti. I primi cristiani lo eseguivano da adulti dopo aver partecipato al catecumenato.

EUCARESTIA

LUTERO: non accettava la TRANSUMAZIONE ovvero la reale conversione del pane e del vino nel corpo di Cristo. Lutero parla di CONSUSTANZIAZIONE ovvero il pane e il vino mantengono la loro struttura fisica anche se divengono anche corpo e  sangue di Cristo.

CALVINO: la presenza è solo spirituale, un ricordo del sacrificio in croce fatto da Cristo

ZWINGLI: significato puramente simbolico del pane e del vino.

 

Alcune confessioni (riformati, presbiteriani) riconoscono anche la CONFERMAZIONE, cui però non attribuiscono valore di sacramento.

Molti riconoscono il sacramento come vero e proprio sacramento ma come atto.

IL PROBLEMA DEI SANTI

I Santi non sono riconosciuti da tutte le Chiese nate dalla Riforma, credono nel loro esempio eroico, ma no nella loro duplicità umana e divina. Nessuno mette in discussione il rapporto delle persone della Trinità.

MARIA

  • CONCILIO DI EFESO (431): Maria madre di Dio
  • VANGELO DI MATTEO: Maria concepì Gesù per virtù dello Spirito Santo
  • 1854: non Immacolata

  • CONCILIO DI COSTANTINOPOLI (553): non sempre vergine (cfr “i fratelli di Gesù). Le Chiese dopo la riforma non riconoscono la verginità di Maria perché Gesù aveva dei fratelli. La Chiesa ortodossa cattolica traduce il termine adelphos con parente stretto.
  • 1950: non Assunta. L’assunzione di Maria è conosciuta dalla Chiesa ortodossa da tempi antichi.
  • Una delle eresie monofisite non attribuisce a Maria l’appellativo di madre di Dio, in quanto Maria ha generato solo la parte umana mentre Dio la parte divina.

 

PROBLEMI Più GROSSI SONO:

riconoscimento della figura dei Ministri “protestanti” e l’autorità del Papa

 

UN PASSO IN AVANTI VERSO LA COMUNICAZIONE DELLA CHIESA

Le Chiese luterane e la Chiesa cattolica hanno redatto una “DICHIARAZIONE CONGIUNTA SULLA DOTTRINA DELLA GIUSTIFICAZIONE A TUTTI I CRISTIANI ORTODOSSI DELLA TERRA E DELLE ISOLE”, venne firmata ad Augsburg (vicino

Monaco) nel 1999. Il testo dice: “Insieme confessiamo che non in base ai nostri meriti, ma soltanto per mezzo della grazia, e nella fede nell'opera salvifica di Cristo, noi siamo accettati da Dio e riceviamo lo Spirito Santo, il quale rinnova i nostri cuori, ci abilita e ci chiama a compiere le buone opere”.

 

QUARTA DIVISIONE: XIX sec

LE CHIESE VETERO-CATTOLICHE E IL RISTORAZIONISMO

CHIESA VETERO-CATTOLICA

Raggruppa quelle comunità cattoliche che si separano dalla Chiesa romana nel 1870-1871 in polemica con la proclamazione del dogma dell’infallibilità papale, promosso da papa Pio IX e definito dal Concilio Vaticano I con la costituzione dogmatica Pastor Aeternus. Per il resto è uguale al cattolicesimo.

RISTORAZIONISMO

Desiderio di tornare alla Chiesa cristiana delle origini. Tra queste vi sono:

AVVENISTI: si chiamano così perché predicavano l’avvento della fine del mondo. Iniziatore William Miller, il quale fallì nel momento in cui non si verificò l’evento. Dai sopravvissuti nacque la Chiesa cristiana avventista del 7° giorno.

MORMONI: libro di Mormon tradotto in inglese dall’americano Joseph Smith nel 1830.

TESTIMONI DI GEOVA: nati in America ne 1870. Non sono riconosciuti come cristiani a causa del loro: antitrinitarismo, rifiuto della natura divina in Gesù, rifiuto della natura spirituale e immortale dell’anima, interpretazione loro delle Sacre Scritture.

 

FONTI STORICHE DEL CRISTIANESIMO ANTICO

SECOLI I – II d.C.

FILONE DI ALESSANDRIA (I sec a.C. – I sec a.C.). scrisse “Legatio ad Caium” nel 40 d.C. (Caium è Caligola). Era un filosofo ebreo e scrisse diverse opere. Alessandria era aperta dal punto di vista culturale e dal III sec a.C. la comunità ebrea che vi risiedeva aveva una mente più aperta rispetto alla comunità ebrea di Gerusalemme. Egli fa parte del giudaismo alessandrino.  Le sue opere sono scritte in greco. Sono opere filosofiche che cercano di spiegare in termini ellenistici il giudaismo e utilizza molto tecniche allegoriche.

N.B. Caligola non aveva simpatia per gli ebrei perché non gli consentirono di erigere una sua statua a Gerusalemme.      FLAVIO GIUSEPPE (I sec d.C.). scrisse “Antichità giudaiche”. Era un storico ebreo. La sua opera ,oltre all’Antico Testamento, è importante per conoscere il popolo giudaico.

IL NUOVO TESTAMENTO: i Vangeli; gli Atti degli Apostoli; le Epistole; l’Apocalisse

TACITO (dal 55 al 117 circa). Scrisse gli “Annales”, in 16 o 18 libri, di cui ci sono pervenuti solo alcuni, dalla morte di Augusto fino a quella di Tiberio, e il regno di Claudio e quello di Nerone con alcune lacune. Scrisse anche le “Historiae” in 14 libri, di cui ci sono rimasti interi solo i primi 4, dovevano arrivare fino alla morte di Domiziano ma noi possediamo solo il racconto degli avvenimenti del 69-70. Grazie a Tacito possiamo conoscere i primi contatti tra mondo cristiano e mondo pagano romano (le prime persecuzioni cristiane).

SVETONIO (vissuto tra il 70 e il 122 circa). Scrisse “La vita dei Cesari”, 12 biografie degli imperatori da Giulio Cesare a Domiziano. Ci è pervenuta integralmente perché in quel periodo era molto letta in quanto raccontava diversi aneddoti sugli imperatori (gossip attuale). Non possedeva conoscenze corrette sul cristianesimo.

PLINIO IL GIOVANE (vissuto tra il I e il II sec d.C.)

GIUSTINO (II sec, morì martire nel 165). Era un autore cristiano. Verso il 153 scrisse “Apologia” indirizzata all’imperatore Antonino Pio e di conseguenza anche a Marco Aurelio e Lucio Vero ( i quali erano stati adottati da Antonino Pio). Scrisse “Dialogo con Trifone”, è un dialogo immaginario tra un ebreo e un cristiano, nel quale gli ebrei accusavano i cristiani di essersi allontanati dalle origini. Alla fine l’ebreo Trifone si converte. Giustino è importante perché è il 1° esponente dell’Apologia e perché si occupa di 2 dialoghi: quello con il mondo pagano e quello con il mondo ebraico.

N.B. gli apologisti erano coloro che scrivevano opere per difendere i cristiani dalle accuse che gli venivano rivolte.


IRENEO DI LIONE (II sec) scrisse “Contro gli eretici). Quest’opera è rivolta a tutti i cristiani e ha lo scopo di illustrare i problemi che insorsero nell’ambito cristiano in modo da avvertirli dei pericoli insiti nelle eresie. Quest’ultime erano in contrasto con i cristiani ortodossi (ortodosso: inteso come retta via)

EUSEBIO DI CESALEA (IV sec d.C.) fu contemporaneo dell’imperatore Costantino. Scrisse “Storia ecclesiastica) che rappresenta la fonte delle origini del Cristianesimo, in quanto ne racconta la storia a partire dal I sec con la nascita di Gesù fino agli inizi del IV sec

 

SECOLO d.C.

IPPOLITO: scrisse “Confutazione di tutte e eresie” (222 d.C.). Anche lui infatti si preoccupa di individuare quali siano le eresie da confutare.

CLEMENTE DI ALESSANDRIA (circa 150-215 d. C,). Si pone il problema della formazione dei cristiani, i quali devono essere istruiti per poi essere battezzati. Per questo motivo in contrapposizione delle scuole pagane fonda una scuola la quale si sofferma sulle dottrine cristiane. A questo proposito scrive “Il Pedagogo” che rappresenta una sorta di manuale introduttivo e generale rispetto all’opera “Gli Stromata” in cui ne trattare alcuni punti del cristianesimo scende più nel particolare. Nell’opera “Prolettico ai Greci” si occupa di difendere i cristiani.

ORIGENE DI ALESSANDRIA (185-253). In qualche modo è connesso alla scuola aperta da Clemente. Scrive parecchie opere. Fu il 1° commentatore sistematico delle Sacre Scritture. Scrisse gli “Exaplà” (significa 6 colonne) che corrisponde alla 1° edizione critica della Bibbia. Essa è divisa in 6 colonne:

1° colonna: testo della Bibbia in ebraico con caratteri ebraici; 2° colonna: testo della Bibbia in ebraico con caratteri greci Nelle altre 4 colonne vi sono le traduzioni greche, più importanti, della Bibbia.

3° colonna: Bibbia dei 70; 4° colonna: Aquila; 5° colonna: Simmaco; 6° colonna: Teodozione

Alessandria in quel periodo era un centro culturale importante e gli ebrei che masticavano la lingua greca, utilizzarono la versione della Bibbia dei 70. I 70 sarebbero i 70 dotti che si sarebbero ritirati in punti diversi del deserto e avrebbero tradotto la Bibbia con le stesse parole. Scrisse l’apologia“Contro Celso” (8 libri). Celso fu il 1° filosofo pagano a documentarsi seriamente sul cristianesimo. Celso scrisse un opera a noi non pervenuta contro i cristiani accusandoli di cose vere ( a differenza delle altre accuse false). Origene scrive quest’opera per rispondere e confutare punto per punto le accuse fatte ai cristiani. Questo si rivelò un lavoro difficile in quanto le accuse fatte erano veritiere.

TERTULLIANO DI CARTAGINE (fine del II – inizio del III d.C.). Era un autore latino pagano che si convertì al cristianesimo. Scrisse l’opera “Apologetico” (197) in risposta alle accuse false mosse contro i cristiani. Ciò non fu difficile perché non erano del tutto veritiere e anziché rispondere punto per punto come fece Origene, rispose in modo più generale. Scrisse “Contro Marcione”, in 5 libri (composti tra il 207 e il 212), in cui tratta il tema dell’eresia, infatti Marcione era un eretico. Scrisse “Sugli spettacoli” (200 circa). Egli fu il 1° cristiano ad essere drastico nei confronti degli spettacoli, in quanto egli era contrario alla morte degli uomini e al supplizio degli animali. Esortava i cristiani a non andare agli spettacoli in modo da non essere contaminati. Scrisse “Sulla Corona” (211) in cui dice che così come gli atleti quando vincono vengono incoronati con una corona d’alloro così i martiri quando si sacrificano ottengono una corona celeste. Tertulliano non era soddisfatto del rigorismo del cristianesimo ortodosso e infatti se ne distacca e aderisce ad una setta. Non contento neanche di quest’ultima, ne fonda una propria ancora più rigorosa.

CIPRIANO (circa 210-258). Fu vescovo di Cartagine. Il III secolo è il periodo in cui gli imperatori capiscono come colpire i cristiani ovvero colpendo la gerarchia ecclesiastica (i sacerdoti), in modo che i cristiani non avessero una guida. Nel 250 durante le persecuzioni di Decio, Cipriano va via da Cartagine e per tale motivo venne accusato dai nemici di esser andato via proprio nel momento più difficile, lui si giustifico dicendo che lo fece per garantire una guida alla comunità. Ne 257 durante la persecuzione di Valeriano, Cipriano decise d rimanere in città con la consapevolezza che sarebbe morto, per tale motivo viene considerato un martire. Scrisse “Epistolario” che consiste in corrispondenze con la sua comunità, con la Chiesa di Roma, viene trattato il tema della pestilenza che in quel periodo colpì soprattutto l’Africa e come i cristiani si comportavano davanti ad essa (pestilenza degli anni 252,254). Scrisse “De lapsis”: durante le persecuzioni di Decio, quest’ultimo chiese a tutti i sudditi dell’impero di sacrificare gli dei pagani per la salute degli imperatori. Questo mise a dura prova i cristiani e vi furono 3 reazioni:

    • Chi non voleva sacrificare veniva ucciso e gli venivano confiscati i beni.
    • Chi sacrificava veniva etichettato traditore (LAPSI), però ottenevano il libretto che attestava il loro sacrificio.
    • Chi non sacrificava però si procurava un libretto comprandolo era un LIBELLATICI

Gli ultimi 2 furono considerati traditores e vi furono diverse opinioni sulla loro riammissione alle comunità cristiana: chi non voleva riammetterli; chi voleva riammetterli però dovevano essere ribattezzati. Nel concilio di Cartagine del 251 si decise di riammetterli nella comunità cristiana però i LAPSI solo n punto di morte, dopo una lunga penitenza; i LIBELLATICI dopo un determinato periodo di penitenza. Il Concilio di Cartagine del 252 concesse il perdono a tutti i LAPSI che avevano cominciato la penitenza, ciò venne fatto perché si ebbe paura, a causa della 2° persecuzione, che questi si riallontanassero di nuovo dalla comunità cristiana.


– V SECOLO d.C.

EUSEBIO (vissuto dal 256 al 337 circa). PROVENIENTE DA Cesanea di Palestina. Scrisse la vita di Costantino in 4 libri (in cui ne esalta solo le qualità) e la storia ecclesiastica in 10 libri, dalla fondazione della Chiesa al 324. Scrisse anche una Cronaca in cui vi sono elencati gli avvenimenti principali dalla nascita di Abramo (2016-2015 a.C.) sino al 303 d.C.)

TEODORETO (vissuto dal 393 al 466). Storia ecclesiastica che continuava quella di Eusebio, con il racconto degli avvenimenti dal 323 al 428 d.C.

SOCRATE DI CSTANTINOPOLI (vissuto tra la 2° metà del IV e la prima metà del V sec). Scrisse una Storia ecclesiastica in 7 libri, che trattano gli avvenimenti dal 305 al 439.

SOZOMENO DI COSTANTINOPOLI Contemporaneo di Socrate. Scrisse una Storia ecclesiastica in 9 libri dal 324 al 425. Teodoreto, SOCRATE E Sozomeno furono continuatori dell’opera di Eusebio. Tra questi vi sono alcuni racconti analoghi che ci danno una certezza in più sulla loro veridicità.

AMMIANO MARCELLINO (vissuto dal 330 al 400 circa). Fu un greco di Antiochia di Siria. Fu uno scrittore pagano e nonostante fosse greco scrisse in lingua latina. Scrisse i “Rerum gestarum” libri XXXI, dal 96 al 378, ma ci sono pervenuti i libri 14-31, relativi agli venni menti dal 357 al 378 (regni di Giuliano, Valentiniano e Valente). Egli fu importante perché ammiratore di Giuliano il quale difese il paganesimo. A tal proposito la sua testimonianza è importante su come Giuliano condusse la sua vita (non    vista    solo        da    punto    di    vista    cristiano) BASILIO DI CESAREA (vescovo), GREGORINO DI NAZIANZO (studioso), GREGORIO DI NISSA (fratello di Basilio): sono considerati i padri più importanti sia nel mondo greco ortodosso che in quello cattolico. Hanno gettato le basi della Chiesa. Furono i Padri della Chiesa orientale e si occuparono della questione trinitaria elaborando la concezione dello Spirito Santo che venne approvata nel Concilio di Costantinopoli.

AMBROGIO (vescovo di Milano), AGOSTINO (vescovo di Ippona), GIROLAMO (studioso): Padri della Chiesa d’occidente scrivono in latino.

L’OPERA STORICA DI OROSIO (che si chiude con il 417). 7 libri di storia contro i pagani. Orosio non fu uno storico di moltissima importanza, era molto legato ad Agostino. Agostino quando scrive l’opera “La città di Dio” ingaggia Orosio, il quale descrive le diverse calamità sottolineando che queste sono sempre esistite e non sono state causate dai cristiani.

ZOSIMO: (V sec) scrive in greco in 6 libri la storia romana nuova da Romolo fino al 410. È un pagano, è il contraltare di Orosio, in quanto non può vedere i cristiani.

 

VI SECOLO d.C.

CASSIADORO (490-583 circa). Ebbe incarichi presso il re Teodorico il Grande. Scrisse “Varie” in 12 volumi. Questi volumi sono testimonianza del regno di Teodorico e de cristianesimo. Inoltre consistono in corrispondenze epistolarie con vari personaggi. Cassiadoro visse dopo la caduta dell’Impero d’Occidente.

GREGORIO MAGNO fu papa dal 590 al 640 d.C. Tra le sue opere ricordiamo: i Discorsi, commenti e biblici. Epistole amministrative sui possedimenti in Sicilia.

 

LE PRIME CORRENTI DEL PENSIERO GIUDAICO (DAL “RITORNO” A POMPEO)

L’ESILIO (VI sec a.C.) E IL POST ESILIO (IV sec a.C.)

L’esilio a Babilonia avvenne con 3 deportazioni successive: 597; 587/6; 582/1 a.C. ad opera di Nabucodonosor, sovrano dei Babilonesi. Questo una volta conquistata Israele, deportò tutti gli abitanti di questa in Babilonia. Inoltre distrusse sia Gerusalemme e il tempio di Gerusalemme, il quale era stato costruito da Salomone. Quando Nabucodonosor conquistò la regione, i sovrani del regno di Giudea e del regno d’Israele persero la loro indipendenza politica. Il sovrano di Giudea non avendo più potere autonomo divenne principe vassallo ebraico, lo divenne però a Babilonia in modo tale che Nabucodonosor potesse sorvegliare il suo operato. Nel 439 a.C. i Babilonesi vennero sconfitti da Ciro, re dei Persiani. Ciro era favorevole alla religione giudaica e a differenza di Nabucodonosor non voleva né estirparla né imporre i propri culti. Anzi egli ristabilisce i culti giudaici e i giudei possono tornare a Gerusalemme. Durante l’esilio in Babilonia, i Giudei non potendo più contare sull’indipendenza politica e religiosa, a loro interno si riorganizzarono in modo da non perdere la loro identità religiosa. Prima dell’arrivo di Ciro, i Giudei diedero vita alla figura del sommo sacerdote, il quae veniva scelto tra la famiglia dei discendenti di Sadoq (di cui faceva parte il ramo di Leviti). Da Sadoq proviene il termine “Sadociti”, poi divenuto “Sadducei”. Prima dell’esilio esistevano tanti sacerdoti i quali dovevano essere discendenti dei Leviti. Quindi con la figura del sommo sacerdote viene sintetizzata la figura di tutti i sacerdoti. Durante il regno di Dario (successore di Ciro), al nuovo sovrano vassallo viene affiancato il 1° sommo sacerdote Giosuè. In questo modo vi sarà la scissione del potere regale e religioso. Il sovrano Dario diede l’autorizzazione ai sacerdoti di ricostruire il tempio di Gerusalemme (fine VI sec inizi V sec). quando il principe di discendenza davidica muore, non viene nominato nessuno al suo posto e per gli ebrei l’unica figura di riferimento è il sommo sacerdote. (è come quando cadde l’impero romano d’Occidente, il papa Gregorio Magno fu unico punto di riferimento per tutti). Sotto i successori di Dario, Serse (486-465 a.C.) E Artaserse (465-423 a.C.) continua la ripresa del popolo giudaico in quanto: gli  viene concesso di costruire le mura per difendere la città di Gerusalemme; viene approvato dai Persiani il codice legale deuteronomico valido però solo per i Giudei. Il codice legale deuteronomico conteneva le trascrizioni dei profeti Esdraa e


Neemia a cui gli ebrei dovevano attenersi. Il deuteronomico è uno dei 5 libri del Pantateutico. Grazie a questa possibilità data dai sovrani persiani Gerusalemme è cresciuta d’importanza. La fonte di questi argomenti è Flavio Giuseppe.

EPOCA ELLENISTICA

L’epoca ellenistica inizia con la morte di Alessandro Magno (323 a.C.) Sua moglie e suo figlio vennero uccisi e il suo regno venne diviso tra i suoi comandanti. Tra questi:

  • TOLOMEO: che s’insediò in Egitto dando vita alla famiglia del Lagidi.
  • SELEUCO: che s’insediò in Asia dando vita alla famiglia dei Seleucidi

Queste 2 famiglie si contesero la Palestina in quanto questa era situata tra i possedimenti egiziani e la Siria (attuale Turchia). Tra i sovrani ebbe la meglio Antioco III, il quale annette la Palestina ai domini siriaci (200 a.C.). Il successore di Antico III, Antioco IV, fa una trasformazione sia dal punto di vista politico, sia dal punto di vista strutturale, sia dal punto di vista religioso. Suo intento è quello di convertire i Giudei al paganesimo, infatti: Jahwè viene equiparato a Giove Olimpio; viene vietata la circoncisione; viene vietata l’osservanza ovvero le regole che i Giudei dovevano osservare per essere dei buoni fedeli. Di fronte a questo tentativo di ellenizzazione forzata i giudei cercano di ribellarsi. Il movimento di opposizione principale fu guidato dai Maccabei (166-160 a.C.), famiglia di sacerdoti di discendenza non sadocitica ma dei Levicidi. Usanza dei Giudei, che facevano parte della discendenza sadocitica, era di non combattere il sabato, in quanto giorno di riposo designato da Dio. i maccabei invece dissero che la regola del sabato come giorno di riposo non si deve osservare in tempo di guerra quando si veniva attaccati. Ciò non venne accettato da molti sacerdoti e da alcune frange estremiste, ma nonostante ciò i Maccabei ebbero la meglio e nel 141 a.C. resero indipendente Gerusalemme e vennero cacciati gli ultimi sovrani siriani. I discendenti dei maccabei, detti Asmonei, si comportarono come piccoli sovrani, litigano per chi deve assumere il potere fino ad attuare delle lotte fratricide (si uccidono tra loro). Nel frattempo Pompeo avendo ricevuto poteri straordinari, assoggetta molte regioni, le quali divengono provinciae romane tra queste anche la Giudea. Ciò fu possibile grazie ad Ircano II, il quale fu nominato, dallo stesso Pompeo, sommo sacerdote. Quando Pompeo entrò nel tempio di Gerusalemme rimase deluso in quanto non trovò nulla di ciò che si aspettava (bottino) ma solo una barca (di Noè). A causa dell’ingresso di Pompeo (che era un pagano) nel Tempio, i Giudei ottennero dai Romani il permesso di poter purificare il Tempio di Gerusalemme.

 

DUE MODI DI VEDERE IL RAPPORTO CON DIO

Questi 2 modi appartengono al popolo giudaico ma risalgono a 2 momenti diversi e riguardano l’alleanza fra Dio e il popolo:

  • Prima il sovrano essendo unico punto di riferimento rappresentava il tramite tra il popolo e Dio, e inoltre assicurava la protezione di Dio (esilio).
  • Quando viene a mancare la figure del re, rimane solo quella del sommo sacerdote, che rappresenta l’osservanza della legge in cambio della quale Dio avrebbe assicurato la protezione al suo popolo (IV sec a.C.).

L’ideologia dell’osservanza s’impose nell’epoca del post-esilio quando venne a mancare la figura del re. Verso la metà del V sec

a.C. con la riforma esdrina, l’osservanza trionfa e un gruppo di famiglie sacerdotali impose norme (più rigide) di purità, razziale e rituale. Questi 2 modi di vedere il rapporto con Dio sono rintracciabili nelle 2 scuole che hanno redatto il testo biblico:    SCUOLA DEUTERONOMISTICA: alleanza tramite il sovrano (riscontrabile nel libro del deuteronomio) (esilio)

SCULA CRONISTA: rapporto con Dio grazie all’alleanza (riscontabile nel libro delle cronache) (IV sec a.C.)

 

OPPOSIZIONE IDEOLOGICA ALL’OSSERVANZA

I SAMARITANI: costoro avevano un tempio in Samaria, fondato da un figlio di un sommo sacerdote che aveva sposato una samaritana. Vi era una diffidenza dei Giudei nei confronti dei Samaritani.

“FRONDA IDEOLOGICA”: in alcuni libri biblici, vi sono delle idee cosiddette “eretiche” dagli ebrei, dove si parla delle origini non esclusivamente ebraiche di Davide e di persone non circoncise ma ugualmente gradite a Dio.

L’APOCALITTICA: in particolare il libro di Enoc che contiene idee “eretiche” come l’immortalità dell’anima e la retribuzione nell’aldilà (in cui però credevano i farisei; dottrina dei diavoli; credenze secondo cui solo alcuni, gli eletti, sono salvati.

Però tutti gli ebrei saranno salvati. L’immortalità dell’anima verrà ripresa dal cristianesimo.

 

LA BIBBIA

La parola Bibbia deriva dal greco “tà Biblìa” ovvero “i libri”. Il documento più antico a riguardo che prova l’uso del nome è una lettera di Clemente Alessandrino, scritta intorno al 150 d.C.

 

LA FORMAZIONE DELLA BIBBIA

Nel post-esilio (dopo il VI sec a.C.) venne redatta la forma definitiva di molti libri della Bibbia, in particolare il Pantateuco (5 libri). Intorno al IV a.C. al Pantateuco furono aggiunti i testi dei Profeti composti in epoche diverse. Nel II sec. a.C. furono aggiunti gli Scritti (composti in epoche diverse). Già nel II sec si faceva la distinzione tra libri autentici e libri non autentici.

Nel III sec a.C. venne iniziata la traduzione greca, detta dei 70, che però aggiunse ai 39 libri della Bibbia ebraica altri 7, detti DEUTEROCANONICI perché fanno parte di un 2° canone diverso dal canone della Bibbia greca. Questi 7 libri erano: Tobia; Giuditta; 1-2 Maccabei; Sapienza; Siracide; Baruc. Nel 70 d. C., dopo la distruzione del 2° Tempio di Gerusalemme, fu fissato il


canone delle scritture giudaiche; un 1° canone esisteva già nel II sec a.C. il canone definitivo venne fissato, perché una volta distrutto il 2° Tempio di Gerusalemme, gli Ebrei non avevano alcun punto di riferimento.

LA BIBBIA EBRAICA

La Bibbia ebraica comprende 39 libri (del 1° Testamento). È divisa in grandi sezioni, le cui iniziali compongono il nome Tanzkh, con cui si designa tutta la Bibbia. Mentre per i cristiani ogni libro ha lo stesso valore, per gli Ebrei hanno più valore i libri più antichi (trascrizioni a cui il popolo ebraico doveva attenersi). La Torah è la legge comprendente i libri detti dai Greci, Pentateuco (primi 5 libri della Bibbia) è la parte più importante per gli ebrei e comprende: Genesi; Esodo; Levitico; Numeri; Deuteronomio.

Poi vi sono i “ketuvim” ovvero Scritti; Salmi; Proverbi; Cantico dei Cantici; Rut; Lamentazioni; Qoelet; Ester; Daniele; Esdra; Neemia, 1-2 Cronache.

 

LE BIBBIE DELLE CHIESE DELLA RIFORMA

Le Bibbie delle Chiese della Riforma riconoscono solo i libri della Bibbia ebraica + 27 Scritti del Nuovo Testamento. Non accettano i ibri inclusi nei Settanta detti deuteronomici.

 

LA BIBBIA CATTOLICA

La Bibbia Cattolica riporta invece 46 testi dell’Antico Testamento o (Primo) Testamento, seguendo la disposizione attestata nella versione dei Settanta. Ad essa aggiunge i 27 scritti del Nuovo Testamento. Si usa il termine “Primo” anziché “Vecchio” per evitare che il Nuovo Testamento venga interpretato come soppianto dell’Antico Testamento anziché conferma.

PRIMO TESTAMENTO: nella Bibbia cattolica vi è una divisione in 4 parti anziché 3. Pentateuco

  • Pentateuco
  • I Libri Storici: Giosuè; Giudici; 1-2 Samuele; 1-2 Re; 1-2 Cronache; Esdra, Neemia; Tobia; Giuditta; Ester; 1-2 Maccabei.
  • I Libri Sapienzali: Giobbe; Salmi; Proverbi; Qoelet; Cantico dei Cantici; Sapienza; Siracide.
  • I  Libri  Profetici:  Isaia;  Geremia;  Ezechiele;  I  12  profeti  minori  +  Baruc  e  alcune  parti  del  libro  di  Daniele. NUOVO TESTAMENTO: Il canone dei 27 libri del Nuovo Testamento fu fissato nel II sec d.C., ma lista fu trasmessaci da Ireneo di Lione e il frammento muratorio non presentano tutte le lettere “cattoliche” per lettere cattoliche non s’intende approvate dalla Chiesa cattolica (X d.C.) ma lettere indirizzate a tutte le comunità cristiane. Il termine cattolico si deve tradurre con il termine “universale”. La Divisione è accettata dai cattolici, dagli ortodossi e dalla Chiesa della Riforma.
  • Vangeli e Atti degli Apostoli: secondo la tradizione gli Atti degli Apostoli furono scritti da Luca. Rappresentano una fonte per il 1° cristianesimo. Sono narrati gli atti degli apostoli dopo la morte di Cristo.
  • Le 13 Lettere attribuite a Paolo ma solo 7 sono con certezza attribuite a lui: Tessalonicesi; Romani; Corinti; Galati;

Filippesi; Filemone.

  • Le cosiddette Lettera agli Ebrei: non è stata scritta da Paolo, non è una lettera perché è scritta in forma di trattato e non è indirizzata agli Ebrei ma tratta di temi cari agli Ebrei.
  • Le 7 Lettere Cattoliche: così chiamate perché indirizzate a tutti i credenti: lettera di Giacomo; 2 lettere di Pietro; lettera

di Giuda; 3 lettere di Giovanni.

  • L’Apocalisse: attribuita a Giovanni.

 

CRITERI DI CLASSIFICAZIONE CRISTIANA

I criteri della classificazione cristiana, con cui vennero scelti dei libri anziché altri sono 3: criterio dell’apostolicità (legame con gli apostoli); criterio della fedeltà agli insegnamenti di Gesù (vi furono molti scritti sulla vita di Gesù ma non vennero accettati tutti: apocrifi); criterio liturgico (perché questi precetti erano già stati applicati nella prima comunità cristiana).

 

LINGUE DELLA BIBBIA

EBRAICO; ARAMAICO (parte del libro di Daniele e di quello di Esdra e alcune espressioni di Gesù); GRECO ( i libri deuterocanonici e il Nuovo Testamento). La prima traduzione della Bibbia in LATINO fu fatta probabilmente in Africa intorno al 150 a.C. e venne chiamata “AFRA” e nel V sec venne sostituita con quella di Girolamo chiamata “VULGATA”.

 

LA GIUDEA DAL 64 a.C. AL PRINCIPATO DI TIBERIO

DA PARTE DEL VINCITORE

La Palestina in mano romana è stata sottoposta al controllo del governatore della Siria. Nel 49 a.C. scoppia la guerra civile a Roma: Iacano e il ministro Antipatro si schierano dalla parte di Pompeo, mentre il fratello di Ircano; Aristebulo e i suoi figli diventarono cesariani. Dopo Farsalo, anche Antipatro e Ircano abbracciarono la causa di Cesare e lo aiutarono in Egitto, guadagnandogli, tra l’altro, l’appoggio della minoranza giudaica egiziana. In seguito Cesare ricompensò gli Ebrei dell’impero, con esenzioni fiscali e nominò Ircano, ETNARCA DEI GIUDEI (capo del popolo giudaico) mentre conferì ad Antipatro la cittadinanza romana e lo installò PROCURATORE DELLA GIUDEA. Il vero sovrano era di fatto Antipatro, che nominò i suoi 2 figli governatori; l’uno (Fasaele) di Gerusalemme, l’altro (Erode) della Galilea. Nel 44 a.C. con l’assassinio di Cesare, passarono tutti dalla parte dei cesaricidi, ma all’indomani della battaglia i Filippi (42 a.C) si schierarono tutti con Antonio. Mentre Antonio raggiunse trionfante Cleopatra in Egitto, Antigono, nipote di Ircano (figlio di Aristobulo), si impadronì di Gerusalemme con l’appoggio di un esercito persiano e diventò re e sommo sacerdote (42 a.C.)


Il REGNO DI ERODE (37-43 a.C)

Erode sfuggì alla cattura e si rifugiò a Roma, dove Antonio convinse il senato a nominarlo re della Giudea. Con l’aiuto di Antonio, Erode riconquistò Gerusalemme (39-37 a.C.) e sposò una nipote di Ircano e Aristobulo, Mariamme. Questa unione legittimava di fatto la sua ascesa al trono. I primi anni del regno di Erode furono contrassegnati da accondiscendenza nei confronti di Antonio, che ridimensionava il territorio della Giudea in favore di Cleopatra. Erode non potendo divenire sommo sacerdote perché era idumeo e non essendoci più asmonei maschi disponibili, scelse come sommo sacerdote un’appartenente a un’influente famiglia sacerdotale babilonese. Dopo la battaglia di Azio (31 a.C.) Erode si affrettò ad offrire ad Ottaviano la propria corona: Ottaviano gliela rese e gli confermò il possesso dei territori donati da Antonio e Cleopatra.

LE STRAGI FAMILIARI DI ERODE:Erode fa giustiziare: Ircano, Mariamme e la suocera Alessandrina (questi furono gli ultimi asmonei).

PROSPERITA’ DELLA PALESTINA: Costruzione di nuove città, di fortificazioni difensive e di templi per i pagani, anche a Gerusalemme, questo fu visto come una non molta fede per i padri, ma nonostante ciò ebbe un gran potere.

LAVORI PER LA COSTRUZIONE DEL TEMPIO: Il tempio era un edificio più modesto di quello di Salomone: Erode lo volle riportare all'antico splendore. Di questi lavori ce ne parla Giuseppe Flavio nell'opera “Guerra Giudaica”.

 

Dopo tanto splendore gli ultimi anni del regno sono segnati da una lotta spietata in vista della successione. I dissidi cominciarono fra il 15 e il 10 a.C. Con denunce e contro denunce fra i vari figli, con appelli al tribunale imperiale. L'accusa era quella di cospirazione a danni del padre. Da Augusto, massima autorità giudiziaria dell'impero, Erode ottenne il premesso di far uccidere prima i figli della 2° moglie Mariamme (ultimi discendenti della dinastia asmonea) e poi il suo primogenito Antiatro (4 a.C.). Nel 4 a.C. Anch'egli morì. Erode è il sovrano di cui parla Mt 2,1: “Gesù nacque a Betlemme d Giudea, al tempo di Erode”.

 

NASCITA DI GESÙ

Dubbi riguardo la nascita di Gesù, proprio per questo vi sono 2 fonti: Matteo (regno di Erode 4 a.C.) E Luca (periodo del censimento che condusse Gesù a Betlemme 6 a.C.). La nascita di Gesù è datata al 6 a.C. Grazie ad un passo del vangelo di Luca (2,1-2): “In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria. Andavano tutti a farsi registrare ciascuno nella sua città”. I primi censimenti venivano fatti solo a Roma, quando Augusto diventa re. Di questo censimento non si sa se fu generale o solo della Giudea. Si è certi che ci fu perchè ce ne parlò sia Luca sia Giuseppe Flavio. Siccome venne fatto questo censimento Giuseppe dovette andare a Betlemme dove poi nacque Gesù. Siccome questo censimento fu fatto il 6 a.C. Questa data fu considerata possibile per la nascita di Gesù (oltre che il 4 a.C. Data incerta della nascita di Gesù). Giusppe e Maria che abitavano a Nazareth, villaggio della Galilea, dovettero scendere in Giudea, perchè Giuseppe era della casa di Davide.

M 2t: Racconto dei Magi e fuga in Egitto; strage degli innocenti e morte di Erode.

Dopo la morte di Erode, Augusto divide il regno tre i figli di Erode, rispettando il testamento.

 

FIGLI DI ERODE

ARCHELAO

Ebbe la Giudea, la Somalia e Idumea. Figlio della IV moglie. Era malvisto dai Giudei, che nel 6 d.C. Ottennero da Augusto il suo allontanamento. La Giudea fu annessa alla provincia di Siria e fu nominato per essa un legato imperiale (Ponzio Pilato) di rango equestre, sottomesso al governatore ella Siria. Cesare di Palestina, fondata da Erode in onore di Augusto, divenne capitale amministrativa.

ANTIPA

Ebbe la Galilea e Perea. Figlio della IV moglie. Governò dal 4 a.C. Al 39 d.C. E Come il padre costruì palazzi e città. In omore  di Tiberio, fondò Tiberiade, nuova capitale del suo regno, costruita nel disprezzo delle norme di purità giudaiche e abitata solo da stranieri, avventurieri e mendicanti. Sposò in 2° nozze Erodiade, figlia di un fratellastro, che aveva avuto figli dal 1° marito: per questo fu criticato dai Giudei osservanti e da Giovanni Battista, che poi venne da lui decapitato (Mt 14. 1-2; Mc 6, 17-29). la causa vera della sua rovina fu Agrippa, fratello della moglie.

 

AGRIPPA

Agrippa capito che il futuro della Palestina si giocava a Roma, vi giunse e strinse rapporti di amicizia con Caligola, il quale secondo Agrippa doveva sostituire l'imperatore Tiberio. Per queste sue idee Caligola finisce in carcere e verrà liberato solo quando Caligola divenne imperatore. Caligola dona ad Agrippa catene d'oro dello stesso peso di quelle con cui era stato imprigionato, gli concede il titolo di re e gli affida tutti i territori del nord della Palestina. Antipa ed Erodiade decidono di contrattaccare chiedendo all'imperatore che almeno gli fosse concesso il titolo di re e regina. Lo scontro finì a Roma con la sconfitta di Antipa, il quale fu deposto ed esiliato con la moglie Erodiade e le sue terre passarono ad Agrippa (40 d.C.) Successivamente Agrippa ritorna a Gerusalemme (41 d.C.) e nel 44 d.C. Morirà all'improvviso.

 

AGRIPPA II

Agrippa II viene ritenuto immaturo da Claudio, così la Giudea ridiventa provincia romana (dal 44 al 66). alla morte di Erode di Calcide (48 d.C. Fratello di Erodiade), Agrippa ne eredita il regno che gli fu tolto da Claudio nel 53 d.C. E sostituito con un regno più vasto che comprendeva la Batanea e Traconitide. Agrippa II governò sempre secondo il volere dei Romani. Successivamente riceverà nuove terre dal nuovo imperatore. Agrippa II, sposò la sorella Berenice, incesto che provocò molto scandalo tra i Giudei.

 

LIBRO DELLA PARABOLA E L'EPISTOLA DI ENOC

LIBRO DELLE PARABOLE: compaiono gli angeli peccatori e il Diavolo, loro capo. Il testo però parla solo della punizione degli angeli e non quella del Diavolo. Il peccato angelico consiste nell'aver rivelato all'umanità la scienza, le arti e soprattutto la costruzione delle armi da guerra. Tutta la conoscenza è quindi peccato. Così come la conoscenza è stata una rivelazione da parte di esseri sovraumani, così la SALVEZZA sarà una rivelazione conoscitiva proveniente dal mondo celeste.


EPISTOLA DI ENOC: secondo quest'opera non esiste il peccato angelico. Esiste però il peccato umano e la responsabilità personale.

 

GRUPPI RELIGIOSI DELLA PALESTINA DAL III SEC a.C. AL II SEC d.C.

Questi gruppi religiosi hanno un'influenza politica e sono citati nel vangelo. SADDUCEI

Rappresentano la classe sacerdotale ebraica, che tramandava questa da padre in figlio. Quando iniziò l'ascesa degli Asmonei si preoccuparono. Sono discendenti di Sadoc. Sono visti di buon occhio da Giuseppe Flavio. Sono visti di malo occhio dagli Asmonei, Cristiani e Farisei. Dopo il ritorno da Babilonia, essi si sono legati profondamente al tempio, punto di riferimento per loro, perchè svolgevano lì tutte le loro pratiche. Nella rivolta dei MACCABEI i ZELANTI (difensori della legge) decisero di non combattere di sabato, infatti costoro erano degli ebrei che osservavano e volevano far osservare a tutti gli altri Ebrei, le norme legali. Dai Zelanti s crea un gruppo a parte chiamato i FARISEI

I Sadducei hanno la caratteristica di rispettare la loro discendenza ed erano legati fisicamente al tempio. I Farisei rispettavano la legge in tutto e per tutto, ma erano anche innovatori e rimproveravano ai Sadducei di non rispettare la legge e di essere troppo legati al tempio. Mentre si era Sadducei per nascita, si poteva essere Fariseo per educazione.

FARISEI

Nel I sec a.C. e d.C. C'erano 2 scuole farisee: SCUOLA HILLEL e SCUOLA SHAMMAI. Dagli atti degli apostoli apprendiamo l'esistenza di una 3° scuola: GAMALIEL di cui fu alunno Paolo. Ad un certo punto i Sadducei dovettero entrare in rapporto con i Farisei, perchè da essi, potevano imparare come svolgere il culto all'interno del tempio. Tutti gli ebrei osservavano le leggi, mentre per i Sadducei, il tempio era un punto di riferimento, per i Farisei no.

I Sadducei nascono per primi, sono la classe sacerdotale predominante e sono legati alla figura del tempio. Nel i SEC NASCONO I Farisei che rispettano in toto le leggi e dopo che combattono con i Sadducei entrano in compromessi con i Farisei, facendosi indicare come svolgere i riti nel tempio. Dopo la distruzione del II tempio (70 d.C.), I Sadducei andarono perdendosi, mentre i Farisei legati alla legge iniziarono a diventare il gruppo predominante. Dai Farisei nacquero i RABBINI, dall'ebraico Rabbi che significa maestro, dottore della legge. I Sadducei perdono l'importanza, ma quando si volle far costruire il tempio molti rabbini si opposero, per evitare la risalita dei Sadducei. L'imperatore Giuliano voleva far ricostruire il tempio, egli si convertì al paganesimo e fu nominato APOSTATA dai cristiani ovvero traditore. Volle ricostruire il tempio nonostante fosse pagano, perchè così avrebbe colpito la base del cristianesimo.

 

ESEMPI PER CAPIRE PERCHÈ I FARISEI ERANO LEGATI ALLA LEGGE

  • Perchè i Rabbini procedettero alla stesura del canone delle Sacre Scritture, eliminando i libri che per loro erano inautentici, ovvero non ispirati di Dio. Un criterio per scartare i libri era la lingua, infatti vennero scartati i libri in greco. Un altro criterio per decidere qual'era il libro sacro, era quello secondo cui andando a prendere i libri conservati se ci si sporcava le mani non erano sacri e quindi inautentici.
  • Perchè non avendo più il tempio, il posto comune, tipico delle leggi, veniva fatto a casa dai capi famiglia, questo sempre rispettare le leggi.
  • (Luca 18. 9-14) Attraverso l'episodio del Fariseo e il pubblicano (esattore delle tasse), si capisce che i Farisei rispettavano le leggi perchè convinti che così facendo andavano dritti dritti in cielo.

 

ESSENI

di moda negli ultimi 50 anni, perchè sono stati trovati rotoli che comprendevano sia testi sacri, che sono antecedenti alla revisione dei rabbini, libri del vecchio testamento non riconosciuti da ebrei e cristiani, al di fuori dei 70, altri contengono le norme da applicare nelle comunità essene (zona del Mar Morto). Questi manoscritti sono importanti perchè ci permettono di conoscere una comunità a noi molto sconosciuta, ce ne aveva parlato un po' G. Flavio in modo critico. Inoltre sono importanti perchè sembra che ci siano frammenti che sono stati riportati da alcuni cristiani, in particolari alcuni studiosi abbinano quel frammento ad una parte del vangelo di Marco e questo non farebbe altro che rivalutare l'importanza cronologica di questo vangelo, che diventerebbe il più antico. Gli esseni erano degli ultraosservanti. Erano convinti che tutti gi altri Giudei fossero contaminati e che le pratiche di purificazione non erano più in grado di funzionare. Le pratiche purificatorie erano efficaci solo se si aderiva ala setta (essenismo). Riproponevano la comunità giudaica ideale e all'interno vi era un organizzazione piramidale al cui vertice vi era il CONTROLLORE o l'EPISCOPO. In queste comunità erano presenti:

VERGINI

SPOSATI: Solo per adempiere ai precetti divini. dopo 2 figli rinunciavano ad avere rapporti SACERDOTI: Non potevano toccare ebrei, non mangiare da mani d'uomo, ma solo di loro sacerdoti

 

GIOVANNI BATTISTA

Le fonti su di lui sono: Giuseppe Flavio; Atti degli Apostoli; i vangeli di Marco e Luca. Nacque ai tempi di Erode il Grande, da famiglia di stirpe sacerdotale. Il battesimo era la caratteristica principale della sua predicazione ed era ritenuto efficace per la remissione dei peccati.

Il vangelo di Marco si apre con la predicazione di Giovanni Battista, quello di Luca ci dice qualcosa su Giovanni Battista perchè racconta l'infanzia di Gesù. L'attività di Giovanni Battista si svolse presso il Giordano. Era un giudeo osservante più dei Farisei e degli esseni, tanto che mangiava miele e si vestiva di peli di animali morti cosa che gli esseni non facevano. Veniva considerato esseno ma come abbiamo visto non lo era. Predicava una purificazione fuori dal tempio e la conversione in questo era simile ai cristiani infatti dai cristiani viene indicato come precursore di Gesù, però dal punto di vista storico non è detto che sia stato così. Le concezioni di Giovanni Battista erano pericolose per 2 motivi: 1) tutto ciò che proviene da Dio è puro, quindi giacchè tutto proviene da Dio, nulla è impuro. Questa fu la prima scusa che i cristiani usarono per sottrarsi all'osservanza. 2) l battesimo di Giovanni Battista veniva eseguito  lontano  dal  tempio, senza sacerdoti, senza offerte. Questo rendeva inutile la stessa  funzione del tempio   e  dei   sacerdoti. Inoltre,   Giovanni   Battista   avrebbe   avuto   un’importante   carattere apocalittico: egli


prevedeva la fine del mondo entro breve tempo. Inoltre annunciò la venuta di un individuo con caratteristiche divine, che i cristiani identificarono con Gesù Cristo.

 

GESÙ

Le fonti principali su Gesù sono 2 Vangeli (Matteo e Luca)+ 2 passi di G. Flavio. In un passo G. Flavio scrive: “ Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo saggio, se pure bisogna chiamarlo uomo: era infatti autore di opere straordinarie, maestro di uomini che accolgono con piacere la verità, ed attirò a sé molti Giudei, e anche molti dei greci. Questi era il Cristo. E quando Pilato, per denunzia degli uomini notabili fra noi, lo punì di croce, non cessarono coloro che da principio lo avevano amato. Egli infatti apparve loro al terzo giorno nuovamente vivo, avendo già annunziato i divini profeti queste e migliaia d’altre meraviglie riguardo a lui. Ancor oggi non è venuta meno la tribù di quelli che, da costui, sono chiamati Cristiani”. Da   questo passo deduciamo che

G. Flavio dubitava del fatto che Gesù si potesse definire uomo, Egli era per lui una sorta di entità intermedia tra uomo e Dio. Gesù compì tanti miracoli, fu maestro di molti uomini, era CRISTO. Venne condannato sotto Ponzio Pilato e da lui deriva la stirpe dei cristiani. È stato messo in dubbio che fu G. Flavio a scrivere questo passo soprattutto per la frase “ se pure bisogna chiamarlo uomo”. Si ritiene che sia stato interpretato dagli amanuensi cristiani i quali hanno poi 'hanno trascritto.

 

VANGELI E I 4 EVANGELISTI

I 2 Vangeli sono concordi nel ritenere che Gesù e la sua famiglia dopo la fuga in Egitto andarono ad abitare a Nazareth. Non abbiamo dubbi sul fatto che Gesù fosse di Nazareth anche perchè sappiamo che i suoi discepoli parlavano il dialetto della Galilea (ad es. Pietro). I vangeli di Luca, Matteo e Marco sono detti SINOTTICI. Vengono chiamati così perchè se si mette il testo dei 3 vangeli su tre colonne parallele, si possono notare somiglianze per quanto riguarda la narrazione, la disposizione degli episodi evangelici, frasi uguali o leggermente differenti. Già a partire dal IV sec d.C. E poi successivamente ogni evangelista veniva interpretato con un animale diverso.

MATTEO: è rappresentato come un UOMO LUCA: è rappresentato come un BUE MARCO: è rappresentato come un LEONE GIOVANNI: è rappresentato come un' AQUILA IL VANGELO DI MATTEO

Matteo è rappresentato come un uomo perchè nel suo vangelo dà molta attenzione alla figura di Gesù come uomo. Il vangelo di Matteo ha la caratteristica di insistere sulla continuità e novità del messaggi cristiano rispetto a quello ebraico. È  una genealogia: parla della nascita di Gesù, della venuta dei magi, della fuga n Egitto.

IL VANGELO DI MARCO

Il vangelo di Marco inizia con la predicazione di Giovanni Battista (voce che grida nel deserto). Inizia in modo dirompente ed è per questo motivo che viene rappresentato come un leone. Il suo vangelo è più sintetico a proposito della passione.

IL VANGELO DI LUCA

Luca è rappresentato come un bue per la sua mitezza. Il vangelo di Luca si sofferma molto sulla figura della donna, soprattutto quella di Maria. È l'unico vangelo che parla dell'annunciazione, del discorso che l'angelo fece a Maria. Il suo vangeloinizia con la nascita di Giovanni Battista, poi c'è l'annunciazione e poi la nascita di Gesù.

IL VANGELO DI GIOVANNI

Giovanni è rappresentato come l'aquila perchè gli antichi ritenevano che l'aquila era molto vicina a Dio e che guardava in faccia il cielo. Scrive un vangelo molto profondo che inizia con un paragrafo molto teologico. Secondo gli antichi egli fu l'unico ad avvicinarsi molto all'essenza di Cristo.

 

La genealogia di Matteo è discendente ovvero parla dal 1° progenitore (Abramo) fino a Giuseppe quindi a Gesù. La genealogia di Luca è ascendente ovvero parla da Giuseppe (padre di Gesù) ad Abramo. Queste genealogie hanno l'obiettivo di dire che Gesù da parte di padre era di discendenza davidica (ebraica), quindi di stirpe regale (re Davide), questo perchè si diceva che sarebbe venuto il messia, il re, che avrebbe liberato il popolo. Luca sottolinea che la madre era di stirpe aronnitica, quindi da parte di madre era di discendenza sacerdotale. Giovanni fa coincidere i miracoli di Gesù con la partecipazione di Maria e Giuseppe alle nozze di Cana. Mentre per i vangeli sinottici la predicazione di Gesù dura 1 anno, per il vangelo di Giovanni la predicazione dura 2/3 anni. Non sappiamo la data certa della morte di Gesù, perchè la Pasqua ebraica variava in quanto legata all'equinozio della primavera. Tutti i vangeli sono concordi nel dire che Gesù morì di venerdì sotto Ponzio Pilato. Le date più probabili sono quelle che vanno dal 30 al 33 d.C. Sicuramente non oltre il 36 perchè in quest'anno avvenne il martirio di Santo Stefano. Santo Stefano fu il 1° martire dopo la morte di Gesù e venne marterizzato sotto il sommo sacerdote Carfa. Inoltre dal racconto del martirio di S. Stefano si evince che le comunità cristiane erano ben organizzate di conseguenza dovevano essere passati alcuni anni dalla morte di Gesù. Giovanni Battista riteneva ce le cose provenienti da Dio erano pure, mentre quelle provenienti dagli uomini erano contaminate. Invece Gesù diceva che il MALE è solo una realtà spirituale. A questo proposito nel vangelo di Marco c'è scritto: “ Non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo...Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male” (Mc 7, 14-15). Quindi non sono le cose materiali che hanno il potere di contaminare l'uomo ma le cose che escono da lui, la malvagità dell'uomo. Gesù si allontanò dalle idee puriste farisaiche, e alcuni suoi miracoli  sono esemplari:  quando  Gesù  tocca  un  lebbroso  e  lo  guarisce,  anziché  venirne contaminato,  la  sua  potenza   lo guarisce.

 

IL LEGAME CON IL TEMPIO

Per Giovanni Battista la purificazione avveniva nel Giordano. Gesù rispettava il tempio ma non aveva la stessa venerazione che avevano gli ebrei. I Sadducei davano una importanza al tempio maggiore rispetto a quella che aveva. A questo proposito abbiamo come fonte:

PASSO DEL VANGELO DI MARCO (Mc 13, 1-2): “Mentre egli usciva dal tempio, uno dei suoi discepoli gli disse: <Maestro, guarda che pietre e che edifici!> Gesù gli disse:< Vedi questi grandi edifici? Non sarà lasciata pietra su pietra che non verrà diroccata>


PASSO DEL VANGELO DI LUCA (Lc 21, 5-7) RACCONTO DELL'OBOO E DELLA VEDOVA

Un'altra caratteristica della predicazione di Gesù, oltre all'innovazione riguardo alla dottrina giudaica di quel  tempo,  era l'apertura di Gesù nei confronti dei pagani. Una fonte di ciò è il PASSO DEL VANGELO DI MARCO (Mc 7,24-30): “Poi, partito di là andò nel territorio di Tiro e Sidone, ed entrò in una casa desiderando che nessuno lo sapesse; ma non poté restare nascosto,

*perché una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito immondo, appena sentì parlare di Gesù, venne e gli si gettò ai piedi. *La donna, pagana e sirofenicia di origine, lo pregava di scacciare il demonio dalla sua figliola. *Ma Gesù le disse: Lascia che prima siano saziati i figli; non è bene togliere il pane ai figli e gettarlo ai cagnolini. *Ma essa replicò: Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli. E Gesù: Per questa tua parola, và, il demonio è uscito dalla tua figliola. * E la donna, tornata a casa, trovò la fanciulla coricata sul letto: il demonio l'aveva lasciata.” le novità assolute della predicazione di Gesù che non sono state riscontrate in altri sono: il PERDONO che deve essere fondato sull'AMORE DEL PROSSIMO e L'AMORE RECIPROCO (Gv 15, 12-13).

 

IL CRISTIANESIMO ALL'ALBA DEL II SECOLO

Gli elementi che accomunavano le varie correnti cristiane erano: fede monoteistica; Gesù, profeta di Nazareth, era venuto per portare salvezza; Gesù battezzato da Giovanni Battisti; Gesù in varie regioni della Palestina ha predicato e compiuto miracoli; crocifisso dai Romani a Gerusalemme; tutti i seguaci di Gesù erano tenuti a riunirsi in “chiese”. Le discussioni sorgevano per delle sfumature, a proposito, ad esempio del contenuto della risurrezione, delle funzioni e dei rapporti delle Chiese. Anche quei cristiani che sono detti dagli altri “ebrei” ( e tali si considerano) sono in rotta con le sinagoghe rabbiniche che non riconoscono la messianicità di Gesù. Questo solco aumenta con la rivolta di BAR KOCHBAH, perchè i cristiani non lo accettano come messia e non accettano le censure rabbiniche che tendono a dimenticare tutte le istanze messiniache. Si gettano le basi per la Grande Chiesa, di influenza ellenistico-paolina, che chiamerà ORTODOSSIA la propria concezione e chiamerà ERETICHE le posizioni differenti dalla propria. Inoltre chiamerà CANONICI i propri libri religiosi e APOCRIFI quelli degli altri.

 

DUE FIGLI DI REBECCA

Decisi per la formazione del giudaismo rabbinico e del cristianesimo furono: la guerra giudaica del 66-70e rivolta guidata da Bar Kochbach contro i Romani nel 132-135. Dopo il 135 vi fu una semplificazione delle mote correnti o “sette”, soltanto 2 ne sopravvissero: SETTA FARISAICA (giudaismo rabbinico incentrato attorno al nuovo tempio rappresentato dalla Torah) e SETTA CRISTIANA. Queste avevano dei punti in comune come la fede monoteistica, uso delle scritture ebraiche però vi erano anche delle differenze ad es. gli ebrei consideravano blasfemo considerare Cristo figlio di Dio.

 

PRIME COMUNITÀ CRISTIANESIMO

Fonte su questo argomento è gli Atti degli Apostoli: At 2, 42-48: “Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione dei pane e delle preghiere. Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli, Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano i I pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo”.

Le prime comunità cristiane sorgono in Oriente dove già erano presente le comunità ebraiche. Negli Atti degli Apostoli si

racconta l'apertura della fede dei pagani ed il primo che battezza i pagani è S. Pietro. S. Pietro battezzò Cornelio, un centurione romano che aveva dimostrato simpatia per il giudaismo, anche se non era circonciso. Il termine “Cristiano” venne coniato ad Antioca (Atti 11,26). nelle prime comunità erano tutti giudei osservanti, si potevano distinguere in ellenistici convertiti nell'ebraismo e in ebrei di nascita. I pagani erano esclusi ad eccezione di Cornelio. A capo di queste comunità vi era Giacomo, il quale venne ucciso da re Agrippa, mentre Pietro capo di Gerusalemme riuscì a fuggire. Dopo la morte di Agrippa e il ritorno di Pietro a Gerusalemme al vertice delle comunità vi erano Pietro, Giovanni affiancati da Giacomo fratello di Gesù. Secondo  Marco Gesù aveva 4 fratelli. Oltre ai 4 vangeli nelle prime comunità cristiane esistevano altri vangeli che chiamiamo APOCRIFI. Il vangelo più antico è quello di Marco, poi vi è quello di Luca, Matteo e Giovanni. L'Apocalisse venne scritta durante la persecuzione di Domiziano, Giovanni vedeva il potere civile come una cosa demoniaca.

 

SAN PAOLO DA TARSO

Paolo era il nome romano. Costui aveva sia la cittadinanza romana che quella di Tarso. Figlio di ebrei. Era un fabbricante di tende. Aveva fatto parte della scuola di Gamaliele. Era di osservanza farisaica. Il suo nome ebraico a Saul, e in un primo momento si schiera contro i cristiani. Egli fu tra i promotori del martirio di S.Stefano. Era deciso nell'eliminare questa setta che era nata all'interno dell'ebraismo. Si convertì al cristianesimo dopo un'apparizione. Fu considerato un apostolo anche se non lo era in quanto non conobbe mai Gesù da vivo. Ebbe una sensibilità verso tutti cloro che non erano ebrei. Paolo si rese conto che il cristianesimo per poter prendere piede doveva puntare a Roma. Egli venne arrestato 2 volte. La prima volta a Gerusalemme. La seconda volta chiese di essere giudicato dal tribunale romano in quanto egli aveva la doppia cittadinanza. La maggiore testimonianza sulla vita di S.Paolo sono gli Atti degli Apostoli. Il cristianesimo che si è affermato oltre che dai precetti di Gesù, proviene da S.PAaolo. Fu il 1° a teorizzarli e a tradurli in vita concreta per le comunità cristiane attraverso una serie di lettere. Nel Nuovo Testamento gli è attribuito un corpus di 13 lettere. La più importante è l'Epistola ai Romani, scritta ad una comunità non fondata da Paolo, ed è una sorta di testamento spirituale dell'apostolo. Paolo sostiene che nella via di Damasco, Cristo gli affidò il compito di portare il messaggio ai pagani e che tutto ciò che egli sa gli è stato rivelato. Paolo ritiene che nessuno può salvarsi perchè nessuno può essere giusto. È infatti impossibile all'uomo osservare la Legge, data la propria natura di peccatore. Di conseguenza la Legge non essendo applicabile a causa della malvagità umana, non è più strumento di salvezza. Quindi non è più necessaria l'osservanza, in quanto l'uomo viene salvato attraverso il perdono ottenuto da Cristo. Di conseguenza questa via di salvezza è valida sia per Giudei che per i pagani. Paolo affermerà che le opere non sono nulla


senza la fede, anche se queste ci vogliono. Con il viaggio di Paolo a Roma inizia la storia dei contatti più certi tra cristianesimo e impero romano. Siracusa è stata la sede della prima comunità cristiana

 

CONFRONTO CON IL MONDO PAGANO: Giudei e Cristiani a Roma

Tiberio (14-37 d.C): nel 19 d.C. Espelle i Giudei da Roma probabilmente per alcuni interessi finanziari. Gli ebrei infatti riuscivano ad avere un buon rapporto con il denaro e spesso prestavano soldi. Molto probabilmente qualche ebreo, in quel periodo, aveva presatato soldi a qualche aristocratico. Quest'ultimo si sarà lamentato del fatto che l'ebreo che gli aveva prestato i soldi era divenuto un usuraio. I Giudei poterono rientrare a Roma nel 31 d.C.

CALIGOLA (37-41 d.C.): Il conflitto contro gli ebrei sorse nel momento in cui voleva deporre la sua statua nel tempio di Gerusalemme. L'unico che riusciva a mantenere discreti rapporti con l'imperatore era Agrippa il quale resta a Roma e placa le ire antigiudaiche di Caligola. Calgola viene ucciso dai pretoriani che acclamavano imperatore Claudio, lo zio. Dopo la morte di Caligola, Agrippa torna n Palestina, in quanto essendosi schierato dala parte di Claudio riceve la Giudea e la Samaria.

CLAUDIO 841-54 d.C): in un 1° momento si comporta in maniera benevola ristabilendo i privilegi delle comunità cristiane. Successivamente intorno al 49/50 d.C. Bandisce i Giudei da Roma. Sventonio disse che ciò accadde a causa dei disordini fomentati da Chrestus. Sventonio fa una grande confusione dicendo che gli ebrei erano stati aizzati da Chrestus, dimostra di non conoscere il nome di Cristo. Nonostante visse nell'età di Traiano, Sventonio mostra di essere poco informato.

NERONE(54-68 d.C): nel 64 d.C. Scoppia un incendi a Roma. Nerone voleva essere ricordato come un uomo grandioso e secondo alcune fonti senatorie l'incendio venne appiccato in alcune proprietà di Nerone e in quelle di persone vicine a lui. Dopo l'incendio venne costruita la Domus Aurea, confermando così l'ipotesi che fosse stato lui. Nerone per discolparsi accusò i cristiani. Secondo la tradizione durante la persecuzione di Nerone vennero marterizzati S.Pitetro dove oggi sorge la basilica di S.Pietro, e Paolo in una via fuori Roma, località detta delle 3 fontane. È certo che Pietro e Paolo non furono marterizzati lo stesso anno. Nel 66 d.C. Scoppia in Palestina una rivolta antiromana, causata dal fatto che un procuratore voleva  impossessarsi di parte del tesoro del Tempio. Per protesta vengono sospesi i sacrifici quotidiani a favore dell'imperatore. A gerusalemme s'insedia un governo rivoluzionario. Nerone ordina a Vespasiano (governatore della Giudea) e a Tito di mettere ordine in Giudea. Tutta la Gallia venne occupata e nel 67 d.C. Flavio Giuseppe si presentò a Vespasiano come profeta e sacerdote e gli preannunciò la vittoria e l'impero. Quando VESPASIANO (69-79 d.C.) divenne imperatore la guerra contro gli ultimi insorti giudei, chiusi a Gerusalemme fu lasciata a Tito che iniziò un lungo assedio. La città di Gerusalemme fu presa e  fatta a pezzi nell'estate del 70 d.C.

DOMIZIANO (81-96 d.C.): si faceva chiamare “signore e Dio. Nel 93 d.C. Accusa i filosofi più intransigenti che si opponevano a ciò. Nel 95 d.C. Attua una persecuzione contro i cristiani (S.Giovanni scrive l'Apocalisse). I cristiani erano accusati di mancanza di dei. Probabilmente l'accusa era dovuta al fatto che tra gli aristocratici vi erano dei cristiani, soprattutto tra le donne. Sembra che grazie alle donne sa arrivato il cristianesimo alla corte imperiale.

Plutarco nell'opera “Sulla superstizione 2” scrive che il cristianesimo è una superstizione, ovvero un insieme di pratiche riti che sapeva di magia, inoltre erano culti stranieri cioè non facevano parte della tradizione romana.

 

COME I CRISTIAN VEDEVANO L'IMPERO

tacito e Sventonio sono le uniche fonti di come i pagani vedevano i cristiani. Di come i cristiani vedevano i pagani non c'erano voci univoche, in quanto dipendeva dal periodo storico in cui scrivevano gli scrittori.

VANGELI DI MATEO, MARCO, LUCA : vi è scritto che alcuni Giudei chiesero a Gesù se era giusto pagare le tasse ai Romani. Se Gesù avesse detto di si sarebbe stato considerato un corrotto, un filo-romano- se avesse detto di no sarebbe stato il capo espiatorio. Gesù invece facendosi dare una moneta fece notare che vi era raffigurato Cesare e rispose “Date a Cesare quello che è di Cesare, date a Dio quello che è Dio”

VANGELO DI GIOVANNI(19,10-11):Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». 11 Rispose Gesù: «Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto». La posizione del vangelo di Giovanni puntualizza che Gesù riconosceva il potere temporale ma che comunque proveniva da Dio e che comunque bisogna sempre tener conto a Dio.

SAN PAOLO (Rom. 13,1-2): « Ciascuno sia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c'è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio. Quindi chi si oppone all'autorità, si oppone all'ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono si attireranno addosso la condanna »

SAN PAOLO (Fil 3,20): “La nostra patria invece è nei cieli”. Viene fatta una distinzione tra le 2 sfere. La sfera spirituale è da attribuire a Dio.

SAN PIETRO (I EP 2,14): “Siamo sottomessi ad ogni istituzione umana per amore del Signore” APOCALISSE: critica invece il potere politico.

EPISTOLA DI CLEMENTI ROMANO alla comunità di Corinto testimonia la presenza di altri problemi, diversi dalle persecuzioni ad es. la guida delle comunità. Spesso le comunità cristiane erano guidate da persone carismatiche che non erano né sacerdoti né stati indicati dai padri spirituali. Spesso quindi nelle comunità vi erano 2 capi: quelli indicati e quelli no. Queste persone carismatiche pretendevano di guidare le comunità perchè: avevano il dono della profezia, si occupavano dei poveri e parlavano con le autorità.

 

SECOLO

I CRISTIANI DA NERVA A COMMODO

NERVA (96-98 d.C.): revoca le misure antigiudaiche di Domiziano, tra cui le misure restrittive di percezione del FISCUS IUDAICUS che consisteva in una sorta di tassa razziale in quanto doveva essere pagata solo dai Giudei. Quindi il periodo di Nerva fu di pace per i cristiani

TRAIANO (98-117 d.C.): sotto di lui fu marterizzato Ignazio di Antiochia. La sua fu la 3° persecuzione contro i cristiani ma vi era anche una sorte di tolleranza e ciò si evince dalla lettera che Traiano invia a Plinio (legatus pro praetore della provincia di Bitinia tra il 112 e il 113) in cui vi è scritto il comportamento che si deve tenere nei confronti dei cristiani. In questa lettera c'è scritto che i  cristiani non devono essere  ricercati  o perseguitati  ma se venivano denunciati e non facevano un sacrificio  agli  dei    allora


dovevano essere condannati. A coloro che venivano imprigionati per essere cristiani, veniva confiscato il patrimonio loro e dei suoi eredi. Parte di questo patrimonio andava nelle tasche di chi li aveva denunciati e all'asta. Per questo motivo spesso venivano fatte denunce anonime. I cristiani venivano accusati di sposarsi tra fratelli e sorelle consanguinei. Venivano accusati di cannibalismo, di mangiare bambini durante la cena eucaristica. Non fu una vera e propria persecuzione perchè Traiano a differenza di Nerone non dice di ricercarli.

ADRIANO (117-138): sotto Adriano si pone l'ultima sanguinosissima insurrezione giudea. Adriano infatti aveva deciso di costruire una nuova città “elia capitolina” dove sorgeva Gerusalemme, e innalzarvi un tempio a Zeus. Questa decisione dopo quella di vietare la circoncisione su tutto il territorio dell'impero, esasperò i Giudei che esplosero e diedero vita ad una rivolta costò molte vittime. Dopo 4 anni, i romani dominarono gli insorti e si procedette con la costruzione di Elia Capitolina    MARCO AURELIO (161-180): è l'imperatore filosofo. La sua filosofia era inerente allo stoicismo. Da filosofo non capisce la posizione dei cristiani. Scrive un'opera intitolata “Ricordi”: raccolta di brevissime massime sulla vita, sulla morte, sul governo e alcune sono tipiche dello stoicismo. In una di queste massime si riferisce ai cristiani descrivendoli come ostinati a morire senza scopo per non sacrificare all'immagine dell'imperatore. Fu l'unico imperatore del II sec a non dover scegliere un suo successore in base alle virtù in quanto fu l'unico ad avere un figlio maschio. Le attività persecutorie furono motivate dal periodo difficile che l'impero stava attraversando dal punto di vista politico, infatti dovette affrontare i Barbari. Dal punto di vista interno vi fu la svalutazione della moneta e la peste. Marco Aurelio trova nei cristiani un capo espiatorio. All'interno dell'impero oltre al cristianesimo si diffusero altri cuti come il MITRAISMO (religione orientale che insisteva sulla vita nell'aldilà). Sotto il suo regno avvenne il martirio del vescovo Smirne Policarpo, di Giustino, i martiri di Lione e i martiri scillitani.

COMMODO(180-192): per i cristiani fu un periodo di pace perchè la sua concubina era cristiana. Morì per una congiura a cui avrebbe partecipato la sua concubina Cristiana Marcia.

 

I PADRI APOSTOLICI

I Padri Apostolici erano persone autorevoli delle prime comunità cristiane e che dicevano cose che avevano una connessione con le cose dette dagli apostolici.

DIDACHÈ (anni 50-70 del I sec d.C.): cronologicamente non è collocato con certezza. Sono delle iscrizioni rivolte alle prime comunità cristiane ad es su come svolgere i riti del battesimo, dell'eucarestia...

EPISTOLE DI CLEMENTE ROMANO: vescovo di Roma dall'88 al 97

EPISOLA DI BARNABA (circa 130 d.C.): attribuita a Barnaba discepolo a noi noto dagli atti degli apostoli. Consiste in delle direttive su come guidare le comunità.

EPISTOLE DI IGNAZIO DI ANTIOCHIA (inizi II sec): si parla del clima di persecuzione EPISTOLA DI POLICARPO AI FILIPPESI

IL ASTORE DI ERMA (prima metà del II sec): strutturata in visioni. Il protagonista dice di aver visto il potere temporale in modo negativo

LETTERA A DIOGNETO

 

 

i cristiani si soffermano sul confronto con il giudaismo e il mondo pagano. Un altro tema è la lotta alle eresie che pone seri problemi alle comunità cristiane.

CONFRONTO TRA CRISTIANESIMO E GIUDAISMO

si tratta di confronti teologici condotti da intellettuali e non dal popolo il quale aveva solo problemi di convivenza (anche se sappiamo ben poco dei cristiani in Palestina).

IGNAZIO DI ANTIOCHIA: è un padre apostolico. Nelle sue lettere insiste sulla netta separazione del cristianesimo dall'ebraismo. Rifiuta l'ebraismo, perchè colpevolizza gli ebrei dell'uccisione di Gesù ed è per questo che sono stati puniti con l'esilio.

EPISTOLA DI BARNABA: è un padre apostolico. Nelle sue epistole scrive dell'alleanza tra Dio e Mosè (Israele), sostenendo che Dio voleva stringerla con i cristiani e non con gli ebrei. La vera alleanza è con i cristiani.

DIALOGO CON TRIFONE E GIUSTINO: è un confronto con il giudaismo. Vi è rispetto delle reciproche posizioni ma accuse molto gravi nei confronti degli Ebrei per la pratica della circoncisione, la quale rappresenta un marchio distintivo negativo.

OMELIA DI MELITONE SARDI: contro gli ebrei. Dirà che tutto quello che è scritto nell'Antico Testamento è in funzione di Cristo. Tutta la Scrittura prefigura il messaggio di Cristo.

MARCIONE: dai cristiani è considerato une eretico, rifiuta l'Antico Testamento sostenendo che non fa parte delle Sacre Scritture. Egli si basa solo sul Nuovo Testamento.

 

CONFRONTO TRA CRISTIANESIMO E MONDO PAGANO

Il confronto si svolge con il potere politco romano e con la filosofia e la cultura ellenistica romana del II sec. Il cristianesimo si stava diffondendo nelle varie provincie dell'impero romano grazie all'uso del greco e al processo di assimilazione con le varie forme della cultura ellenistica.

Le apologie dei cristiani

Nerone colpevolizzò i cristiani di aver bruciato Roma. Adriano colpevolizzò i cristiani per mancanza di dei. Marco Aurelio li considera il capo espiatorio per la crisi dell'Impero Romano. Nel V sec l'accusa più comune era che i cristiani avevano contribuito alla rovina dell'Impero Romano. In risposta a queste accuse i cristiani scrivono delle apologie agli imperatori dicendo che in realtà i cristiani sostenevano L'impero con le loro preghiere.

QUADRATO, APOLOGIA INDIRIZZATA AD ADRIANO: “e non vi è per me dubbio che per la supplice preghiera dei cristiani stia in piedi il mondo”. Ovvero i cristiani non fanno crollare l'impero ma lo sostengono.

ARISTIDE DI ATENE, APOLOGIA INDIRIZZATA AD ADRIANO: la più antica apologia a noi pervenuta integralmente. Vi è scritto che grazie alla presenza e alle preghiere dei cristiani il mondo riesce ad evitare la rovina.


GIUSTINO, APOLOGIA AD ANTONINO, MARCO AURELIO E LUCIO VERO: rispetto alle prime 2 apologie dice che i cristiani sono i migliori e i più leali tra i cittadini dell'impero. Riconosce l'autorità temporale degli imperatori, infatti scrive “riconosciamo voi come i principi degli uomini”

MELITONE DI SARDI, APOLOGIA INDIRIZZATA A MARCO AURELIO: dà un giudizio sulle persecuzioni, dicendo “se questo viene commesso per tuo ordine, sia ben fatto: perchè un imperatore giusto non potrebbe mai impartire alcun ordine ingiusto”, “felicissimo presagio di bene è che la nostra dottrina si sia affermata con l'impero”. Egli ancora più incline a sottomettersi all'impero politico perchè a proposito delle persecuzioni dice a Marco Aurelio che sta facendo bene. Il cristianesimo è potuto nascere durante l'Impero Romano perché vi era prosperità. Quest'ultimo concetto verrà ripreso da Dante.

TERTULLIANO, APOLOGETICO: “noi infatti, invochiamo Dio eterno in favore della salute degli imperatori”; “noi preghiamo sempre per tutti gli imperatori (e gli auguriamo) lunga vita, un impero stabile, una casa sicura, gli eserciti forti, il senato fedeli, il popolo onesto, il mondo tranquillo, ogni cosa è desiderio dell'uomo e di Cesare”

ACTA MARTYRUM SCILITANORUM: quando ai cristiani viene chiesto di fare un sacrificio all'imperatore rispondono: “l'onore lo tributiamo a Cesare in qualità di Cesare, ma il timore/reverenza a Dio”

PASSIONE DELLA SANTA PERPETUA E FELICITA: viene ripetuto lo stesso concetto detto precedentemente. Felicita nonostante sia la schiava non viene trattata dalla sua padrona Perpetua come una schiava e ciò rappresenta una peculiarità del mondo cristiano.

ORIGENE, CONTRO CELSO: apologia indirizzata ad un filosofo neoplatonico di nome Celso. Nel I sec, i pagani avevano idee confuse riguardo il cristianesimo, ma Celso si contraddistingue in quanto dimostra di essere informato sui cristiani. Le accuse di Celso quindi rappresentano un problema per i cristiani perché sono basate sul vero. L'opera di Celso non ci è pervenuta la conosciamo solo perché ci è pervenuta l'opera di Origene che è l'opera in risposta a Celso. Origene scrive che i cristiani con le loro preghiere sono utili allo stato. In uno stato cristiano i soldati combattono volentieri. Inizialmente i cristiani ebbero difficoltà nel diventare militari perché erano costretti a fare sacrifici agli dei pagani per un buon esito nel combattimento. Alcuni comandanti lo pretendevano altri no. Nel II sec vi fu un insufficienza di reclute e Costantino ribalterà la situazione. I vescovi si riunirono in un concilio ad Arelate nel 314 stabilendo la scomunica per i soldati cristiani che abbandonavano il servizio militare. La risposta dei pagani

FRONTONE: era un retore. Scrisse un'opera contro i cristiani, che no ci è pervenuta, ma di cui troviamo tracce nell'Ottavio di Minucio Felice; probabilmente fu recitata in senato. La sua accusa quasi sicuramente non era documentata come quella di Celso.

LUCIANO DI SAMOSATA, MORTE DI PEREGRINO: Ha scritto una serie di opere satiriche, sicuramente Morte di Peregrino è la più importante. Prende in giro la religione cristiana, in particolare il fanatismo, la credenza nell'immortalità, il disprezzo dei beni materiali, il rifiuto egli dei greci. Peregrino era un pagano che si converte al cristianesimo perché i cristiani praticavano la comunione dei beni. Lui pur non possedendo nulla aveva la possibilità di usufruir di questi beni. Luciano di Samostata reputa questi cristiani ingenui in quanto hanno creduto nella conversione di Peregrino

Celso “DISCORSO VERO”: l'opera di Celso ci è pervenuta grazie ad Origene. I punti presenti in quest'opera sono:

. conoscenza delle sacre scritture: Celso dimostra di essere documentato

. cristianesimo: religione troppo recente; che non rifiuta l'Antico Testamento. Quindi il cristiano è pur sempre un ebreo.

. Celso diceva che per colpa dei cristiani l'impero decadeva

. gesù era un mago

. natura misteriosa della comunità cristiana: i cristiani si estraniavano e non si interessavano di ciò che avveniva nel mondo. Era come se nascondessero qualcosa.

. critica della credenza della resurrezione dei corpi che andava contro la dottrina platonica dell'immortalità dell'anima.

. il cristianesimo era uno stile di vita e non una filosofia che attirava soprattutto il popolo, non tanto i ricchi perché il Vangelo predicava la povertà.

. l'importanza dell'uomo: antropocentrismo nella visione cristiana, era inconcepibile che il mondo ruotasse intorno all'uomo e che Dio crea tutto con amore; anche perché il Dio della tradizione platonica è impersonale e impassibile.

. critica l'abbandono totale alla religione, vi è una resa totale, senza critiche della fede. Celso diceva che bisognava ragionare e non credere e accettare tutto per fede.

. Polemiche tra le varie sette cristiane che si andavano diffondendo. Celso accusa i cristiani di essere divisi in varie sette.

. tra le varie accuse vi è quella di costituire un elemento disgregante nello stato. Da parte di Celso vi è un invito ad inserirsi nello Stato.

Invece Origene dirà che i cristiani sono i migliori cittadini dello stato.

 

TRA ERESIA E ORTODOSSIA

Il termine ERESIA viene dal greco aireo che significa scelta o separare. L'eresia è quindi una separazione dal ceppo principale, ma anche una scelta diversa. All'eresia si contrappone l' ORTODOSSIA che significa retta dottrina. Un altro termine per  indicare una forma di contrapposizione all'ortodossia è STASIS che significa rivolta. Quest'ultimo termine lo ritroviamo nella lettere di Clemente Romano alle comunità di Corinto in cui si parla dei problemi interni delle comunità cristiane.

 

DOCETISTI

la 1° eresia con cui i cristiani vennero in contatto fu quella dei docetisti ( da docheo che significa sembrare). Sostenevano che l'incarnazione di Cristo era solo apparenza. Contro questa eresia si scagliarono Ignazio e Policarpo.

 

GNOSTICISMO

la 2° eresia del II sec fu lo GNOSTICISMO dal greco gnosis che significa conoscenza. La conoscenza era una condizione particolare che Dio secondo i cristiani eretici concedeva solo ad alcuni. Solo alcuni avrebbero capito i misteri di Dio e la salvezza. Le scuole gnostiche furono diverse. I capiscuola gnostici furono: BASILIDE ad Alessandria; MARCIONE a Roma; VALENTINO a Roma nella metà del II sec. L'iniziatore dello gnosticismo fu SIMON MAGO, un mago denominato dai suoi discepoli “La grande potenza di Dio”.. costui vide che gli apostoli donavano lo Spirito Santo e gli chiese se per soldi erano disposti a passargli questo carisma. Gli gnostici avevano una differente visione della creazione rispetto all'Antico Testamento. Costoro parlano di Teogonia (generazione di dei). Loro si credevano parte della creazione perché entità a metà tra l'uomo e Dio. La teogonia si avvicina al neoplatonismo.


 

 

MONTANISMO

la 3° eresia è il montanismo, nacque in Frigia, in Asia Minore tra il 151 e il 171. tertulliano si accostò al montanismo per poi creare una setta ancora più rigorosa. Montano insieme a 2 profetesse, riteneva che lo Spirito Consolatore gli appartenesse e che lo potesse dare agli altri. In realtà negli Atti degli Apostoli c'è scritto che Gesù disse vi manderò lo Spirito e non vi darò. Montano era una personalità molto carismatica e aveva grandi doti di organizzatore. Siccome, secondo lui a breve ci sarebbe stata la fine del mondo organizzò e divise i compiti per far propagandare l'annuncio apocalittico. Inoltre per prepararsi degnamente al giudizio si predicava uno stile di vita rigoroso.

 

PERSECUZIONI DEL III SECOLO

il numero dei cristiani aumentò sia per la crisi spirituale sa per gli scambi favoriti dall'impero romano. Ma nel III sec questo numero viene drasticamente diminuito dalle persecuzioni degli imperatori.

SETTIMIO SEVERO: fu la 1° persecuzione del III sec. Anche se non fu una vera e propria persecuzione ma solo un editto contro il proselitismo giudaico e cristiano, ovvero venivano accusati di accattivarsi la simpatia di altre persone. Sotto di lui avvenne il martirio delle 2 donne: Perpetua e Felicita. Il testo “Passione della Santa Perpetua e Felicita” perché è uno degli atti più veritieri dei martiri. La prima parte venne scritta da Perpetua, le ultime pagine da un compagno d prigionia. Perpetua era madre di un bambino piccolo che a causa della sua prigionia non potè più allattare. Per questo motivo il marito le chiese di abiurare alla fede cristiana per evitare la sua morte e di conseguenza quella del bambino non potendolo più allattare. Prima del martirio Perpetua sogna che di fronte al suo aguzzino si trasforma in maschio ma non fisicamente. Costei sente di aver assunto una forza e un vigore al martirio che non potevano essere quelle di una donna ma di un uomo. Per le donne era importante assumere le caratteristiche degli uomini e per tale motivo alcune donne rinunciavano all'avere figli, al matrimonio.

CARACALLA: mostra indifferenza nei confronti dei cristiani

ELIOGABALO:  era  molto  giovane  e  su  consiglio  della  madre  fonda  un  nuovo  culto  incentrato  sul  dio  sole ALESSANDRO SEVERO: manifesta grande apertura di fronte a tutte le religioni. Abbraccia il SINCRETISMO RELIGIOSO. Il suo impero è sincretista e non filo-cristiano. Si è ipotizzata una simpatia verso i cristiani perché sua madre aveva invitato a corte Origene. Le HISTORIA AUGUSTA è una raccolta di biografie degli imperatori. Scritta nel IV sec. Comprende gli imperatori da Adriano a Caro, Caino e Numeriano (prima di Diocleziano). Questa fonte dagli storici moderni non è stata molto apprezzata perché racconta molte favolette (usa molto la fantasia). A proposito del sincretismo nelle Historia Augusta c'è scritto “Nel tempietto dei lari teneva le immagini dei principi divinizzati (Augusto, Traiano, Adriano) e delle anime più sante (Apollonio, uomo del I sec a cui si attribuiscono diversi fatti prodigiosi; di Cristo; di Abramo; di Orfeo) insieme alle statue dei suoi antenati”. Si è detto che questo poteva essere una forma di sincretismo, di scelta di esempi morali, in cui tanti popoli si identificavano in quelle figure (si può parlare di realismo politico). Il passo citato prima però è misterioso perché dice che nell'erario in cui teneva queste immagini professava cose divine, faceva sacrifici. Però è anche vero che Cristo, Apollonio e Abramo non ricevevano sacrifici.

MASSIMINO TRACE: attuò persecuzioni contro i cristiani

FILIPPO L'ARABO: durante il suo impero vi fu un periodo di pace e tolleranza. Anche in questo caso si parla d'impero sincretistico o addirittura filo cristiano anche se non è molto dimostrabile.

DECIO: diede un colpo duro alla nuova religione. Dalla storiografia pagana è stato considerato come colui che ha danneggiato l'impero romano, perché durante il suo regno si separarono 2 tronconi:

  • IMPERIUM GALLIARUM (a occidente) comprendeva Gallia, Britania e parte della Spagna.
  • REGNO D PALMIRA (a oriente) situato nella penisola arabica. Divenne potente grazie al suo sovrano Odonate, il quale riuscì a creare un impero in oriente togliendo pezzi all'impero romano.

Decio  riconobbe  Odonate  anche  perché  gli  conveniva,  mentre  il  sovrano  dell'imperium  galliarum  venne  considerato  un

usurpatore. Decio separò la carriera politica da quella militare indebolendo i senatori. Venne considerato un inetto. In realtà Decio non lo era perché ebbe la brillante idea di colpire i cristiani in modo deciso. (persecuzione nel 250). pronunciò un editto conro tutti i sudditi dell'impero che non sacrificavano. Si dovevano presentare in un giorno stabilito da un pretore e dovevano fare un sacrificio all'immagine dell'imperatore. A questo proposito nacque la questione dei libellatici e dei lapsi. Durante la persecuzione di Decio avvenne il martirio di S.Agata.

VALERIANO (253-260): nel 257-258 emanò 2 editti. Si scaglia contro il clero. 1° EDITTO: con cui venivano chiuse le chiese , inviati in esilio tutte le gerarchie ecclesiastiche altrimenti venivano marterizzati se si opponevano. 2° EDITTO: i senatori e i cavalieri cristiani perdevano le loro cariche e i beni, e se insistevano ancora con la loro fede venivano uccisi.

GALLIENO (260-268): periodo di tolleranza e abrogò tutti gli editti di valeriano

DIOCLEZIANO: si conclude l'epoca delle persecuzioni. Riprende Decio emanando un editto contro i cristiani che non sacrificavano. 1° EDITTO con cui dovevano essere distrutte chiese, libri sacri. Rimozione di cariche pubbliche per i cristiani. Le classe elevate perdevano privilegi. Gli schiavi cristiani non potevano più essere liberati. 2°EDITTO: arresto di tutti i capi delle comunità cristiane. 3° EDITTO: il clero imprigionato se sacrificava veniva liberato. Durante il suo regno vennero marterizzati S.Lucia e S.Euplio.

 

ROMA, ALESSANDRIA E CARTAGINE

inizialmente i 2 centri principali erano Roma e Alessandria successivamente lo diventerà anche Cartagine.

ROMA: sul cristianesimo a Roma dei primi secoli non sappiamo molto. Sicuramente però sappiamo che ne facevano parte alcune matrone e senatori. A Roma vi erano casse ricche rivolte a vedove e poveri anche se non di Roma. Ippolito accuserà Papa Callisto di non aver saputo gestire bene i soldi delle comunità.

ALESSANDRIA: prima che nascesse il cristianesimo già ad Alessandria era presente una scuola esegetica ne fecero parte Clemente e Origene. CLEMENTE non si schierava conro la filosofia greca perché riteneva che fosse indispensabile per  capire


le scritture cristiane perché consentiva sia una lettura morale sia di difendere la fede dagli attacchi nemici. Costui non disprezzava i beni materiali. Infatti non vedeva la ricchezza come un male in sé in quanto dipendeva da come la si utilizzava. Aveva l'idea di un uomo in continuo cammino verso la perfezione. ORIGENE fu figlio di un martire. I cristiani lo colpevolizzarono per essersi evirato. Lui si difese sostenendo che l'aveva farro per i Regni dei Cieli. Rinunciò alla propria mascolinità. Ebbe tantissimi meriti nei confronti del cristianesimo infatti ha redatto un edizione del Primo Testamento su 6 colonne. Venne condannato per alcune sue teorie ad es: il male è solo un assenza temporanea di bene; anche il diavolo sarà salvato. Sotto Origine e per iniziativa del vescovo Demetrio, si formerà il DIDASKALEION (scuola catechetica).

CARTAGINE: presente cristianesimo di lingua latina. Tertulliano e Cipriano erano di Cartagine.

COSTANTINO

Tra le forme di Diocleziano vi fu la tetrarchia (governo di 4). Questa riforma nasceva dall’esigenza di evitare le lotte dinastiche per la successione. Il sistema tetrarchico funzionava così: vi erano i 2 AUGUSTI (collegio superiore) che nominavano i 2 CESARI (collegio inferiore). Gli augusti dovevano abdicare volontariamente e ne momento in cui cessavano la carica, i cesari diventavano augusti e di conseguenza dovevano nominare i nuovi cesari. Delle riforme di Diocleziano, compresa questa, nessuna ebbe fortuna. Diocleziano abdicò prima del tempo per vedere se la sua riforma politica funzionasse, ma assistette impotente al suo sfaldamento. GALERIO, cesare dell’Occidente, divenne Augusto. Prima di morire, costui, emanò un editto di tolleranza, in quanto attribuì la sua malattia all’ira del Dio dei cristiani, ma ciò non gli servì a salvare la sua vita. COSTANTINO, figlio dell’augusto Cloro, venne nominato imperatore dal popolo e dall’esercito. I 2 augusti LICINO E COSTANTINO dopo la battaglia del Ponte Milvio emanarono l’editto di MILANO (313), un editto di tolleranza in cui viene detto che tutti erano liberi di professare il proprio culto, anche se c’è da dire che l’unico culto ad essere perseguitato era il cristianesimo. Verranno sospese  le persecuzioni. Costantino emanò questo editto perché secondo:

LATTANZIO: costantino avrebbe avuto un sogno in cui Cristo gli avrebbe detto di incidere un monogramma cristiano (una chi e una ro abbozzata) negli scudi dei soldati

EUSEBIO: costantino avrebbe avuto una visione in cui Cristo gli avrebbe detto di incidere una croce negli scudi dei soldati. Questo fu un modo, anche di giustificare la sua politica filo-cristiana.

 

CONVERSIONE DI COSTANTINO

In oriente è stato acclamato come 13° apostolo. Venne sepolto nella bailica di Santa Sofia a Costantinopol che lui stesso fece costruire. Ultimamente gli studiosi ritengono che la sua conversione sia legata ad interessi politici. Infatti costantino s era reso conti che il cristianesimo stava travolgendo l’impero e che quindi era necessario fare delle riforme in questo camp. La politica di Costantino è stata a favore dei cristiani. La tradizione ci dice che sia stato battezzato, da un vescovo ariano, in punto di morte in modo da potersi purificare e presentarsi pulito dinanzi a Dio. Alcuni studiosi preferiscono considerare che in lui vi sia stata un’evoluzione religiosa.

 

CARATTERISTICHE PAGANE DI COSTANTINO

Non ha deposto il titolo di Pontefice Masssimo (massima carica pagana religiosa), lo farà successivamente Graziano. Fece redigere un arco di trionfo a Roma dopo aver sconfitto Masssenzio in cui viene raffigurato come se avesse agito per opera di una divinità. Nelle monete venivano rappresentate le immagini delle antiche divinità.

 

CARATTERISTICHE CRISTIANE DI COSTANTINO

Si presentava come epikopos tov extas cioè vescovo di fuori, ovvero di quei laici che non appartenevano alle gerarchie ecclesiastiche. Fece costruire le prime basiliche in onore di S.Pietro, S.Paolo e S.Sofia a Costantinopoli. Nelle riforme d  Costanti ebbe molta influenza la madre S.Elena. con costei inizieranno una sere di pellegrinaggi verso Gerusalemme. in uno pellegrinaggi S.Elena trovò la croce in cui era stato crocifisso Gesù. Divise i frammenti a molte chiese e con i chiodi fece costruire un elmo e un morso di cavallo che donò a suo figlio. Prese dei provvedimenti specifici a favore del clero e della chiesa. A favore di coloro che appartenevano alle gerarchie ecclesiastiche fece una riforma che li esentava dai MUNERA CURIALI (obbligo della curia). Le curie erano parte del corpo cittadino. A questi obblighi dovevano sottostare tutte le persone più ricche. In età della repubblica erano delle cariche onorifiche, invece durante l’impero diventano onerose, e costoro si trovavano costretti a pagare determinate spese (ad es opere di ristrutturazione). Queste cariche nessuno voleva più ricoprirle e nell’età dei Severi divennero obbligatorie. Costantino abolisce tutto ciò. Riconosce capacità giuridica alla chiesa, cioè diventa come una persona giuridica e di conseguenza poteva ricevere testamento. Prima di questa riforma i testamenti venivano fatti alla chiesa tramite altre persone giuridiche come i vescovi e sacerdoti , i quali se ne approfittavano. Diede sovvenzioni alle fasce più deboli: orfani vescovi e sacerdoti. Le chiese ottennero il diritto di esilio, ovvero le persone che si rifugiavano all’interno delle chiese non potevano uscire per essere condannate.

 

Fece alcune leggi su questioni sociali e morali che non devono per forza essere qualificate come filo-cristiane anche se comunque tenevano conto dei nuovi costumi cristiani: vietò i giochi gladiatori; messa al bando della crocifissione; divieto di marchiare gli schiavi in viso; proclamazione della festività domenicale. Inoltre limitò la possibilità di divorziare ciò venne fatto in favore della famiglia che per lo stato romano rappresentava un punto di riferimento.

 

SINODI E CONCILI

SINODI: riunione dei vescovi che avevano però un importanza locale o al massimo riguardava un'intera provincia.

CONCILI: hanno una portata più ampia. Quando vengono definiti ecumenici vuol dire che sono approvati da tutte le Chiese e che quindi i suoi effetti si espanderanno su tutte le Chiese. Anche se la presenza a questi concili in questi primi secoli fu molto ridotta. I concili ecumenici sono 4: CONCILIO DI NICEA 325; CONCILIO DI COSTANTINOPOLI 381, 2 CONCILI DI EFESO ma solo quello del 431 fu ecumenico; CONCILIO DI CALCEDONIA 452. A questi concili partecipavano maggiormente le chiese orientali, principalmente per due motivi. 1) le chiese orientali erano più organizzate anche perché in oriente rispetto all'occidente il cristianesimo era più diffuso. 2)le chiese orientali si occupavano di problemi teologici, mente le Chiese occidentali di problemi pratici, morali.


 

 

DONATISMO

è un es di aspetto pratico. Fondatore del donatismo fu Donato di Cartagine, questo movimento ebbe molta fortuna in Africa. Donato mise in discussione la nomina a vescovo di un certo Ceciliano. Questa nomina venne messa in discussione perché il vescovo Felice che l'aveva ordinato aveva abiurato ovvero aveva sacrificato durante la persecuzione di Diocleziano. Donato riteneva che questa persona era rientrata nel cristianesimo in un modo non corretto e che non si era comportato in modo coerente, di conseguenza non poteva essere coerente neanche l'ordinazione di Ceciliano. Donato dimostra di essere molto rigorista. La chiesa invece diceva che l'ordinazione non dipendeva dalla purezza del ministro che la concedeva. Donato era stato nominato vescovo di Cartagine ma venne deposto per le sue posizioni così rigoriste. Il Donatismo morì con l'occupazione dell'Africa da parte dei Vandali.

 

CONCILIO DI NICEA

in questo periodo all'interno del cristianesimo vi fu un grosso scisma da cui nacque l'ARIANESIMO. L'arianesimo deriva da Ario che era un semplice sacerdote, il quale ad un certo punto riflette sulle persone della Trinità (in realtà solo su 2 persone, perché lo spirito santo verrà introdotto successivamente). Ario non metteva in dubbio l'esistenza del padre e del figlio. Costui si occupò del rapporto che legava padre e figlio. Ario dice che il padre in un tempo atemporale ha creato il figlio. Dire così voleva dire che il figlio era subordinato al padre, quindi inferiore. Però mentre Ario diceva che padre e figlio erano di simil sostanza; la chiesa dicevano che erano di uguale sostanza. I primi ad apprezzare la posizione di Ario furono gli imperatori tra cui lo stesso Costantino, infatti il vescovo che lo battezzò era ariano. Infatti come il figlio era subordinato al padre così il popolo era subordinato all'imperatore. Invece con la posizione della chiesa il popolo aveva lo stesso valore dell'imperatore e quindi poteva prendere decisionii insieme a lui. Per risolvere questa questione nel 325 venne convocato il concilio di Nicea. Questo concilio fu presieduto da Costantino il quale però aveva slo il compito di dirigere, e decisioni venivano prese dai vescovi. In questo concilio il vescovo di Roma non partecipò ma inviò 2 sui rappresentanti. Il concilio si concluse con la condanna di Ario. Lo stesso imperatore lo fece esiliare in quanto doveva mettere in atto ciò che era stato deciso nel concilio. Durante questo concilio venne elaborato il credo niceno: ”Credo in un solo Signore, Gesù Cristo,unigenito Figlio di Dio,nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da   Dio,   Luce   da   Luce,   Dio   vero   da   Dio   vero,   generato,   non   creato,   della   stessa   sostanza   del   Padre; state create.”

 

FIGLI DI COSTANTINO

Costantino morì nel 337 e divise il suo impero tra i suoi 3 figli: COSTANTINO II (Gallia e altre province occidentali), COSTANTE (Italia e altre provincie occidentali), COSTANZO II (tutta la parte orientale dell'impero). Costanzo I moirà mentre muoverà guerra contro Costante. Costante rimarrà quindi unico imperatore della parte occidentale ma morirà presto. Quindi unico imperatore rimarrà Costanzo II. Nel momento in cui il territorio dell'impero da gestire divenne ampio, probabilmente sotto influenza della moglie Eusebia, Costanzo II, nominò il cugino Giuliano, Cesare della Gallia, dove si erano verificate delle ribellioni. In realtà Costanzo II non vide mai di buon occhio il cugino Giuliano, infatti si cercò di eliminare la discendenza del fratello di Costantino I. di questa discendenza rimasero in vita solo 2 cugini: Giuliano, Gallo che poi comunque sarà ucciso da Costanzo II.

Per quanto riguarda la posizione religiosa dei figli di Costantino sappiamo ben poco di Costantino II, costante era filo-niceno così come tutto l'occidente, Costanzo II era ariano come buona parte dell'oriente. I figli di costantino I emanarono molti provvedimenti in favore del clero ad es. potevano essere giudicati solo da un sinodo di vescovi, ebbero privilegi fiscali. Costante impose la cessazione dei sacrificio, stessa cosa Costante però lui aggiunse che se questi venivano fatti vi era la pena di morte.

 

GIULIANO

era un soldato. Era molto amato dalla popolazione della Gallia, in quanto aveva cercato di fare degli sgravi fiscali. Infatti precedentemente Diocleziano aveva diviso l'impero in iugere e fece calcolare quanti uomini erano presenti. Nelle province più popolate ogni singolo uomo doveva coltivare meno iugera, mentre nelle province dove la densità della popolazione era più bassa doveva rendere conto a più ettari di terreno e quindi pagare più tasse. Giuliano venne nominato Augusto dalle truppe della Gallia. Davanti a ciò Costanzo II mosse guerra contro il cugino giuliano, ma morì all'improvviso prima che lo scontro avvenisse. Governerà solo 3 anni dal 361 al 363. giuliano era un filosofo che aveva ricevuto un educazione cristiana, però ad un certo punto quando viene mandato ad Atene per degli studi filosofici si innamora della filosofia pagana. La conversione di Giuliano al paganesimo deriva anche dal vedere l'incoerenza dello zio Costantino I e dei suoi cugini, i quali nonostante si definissero cristiani avevano trucidato la famiglia di Giuliano. Giuliano per tutta la vita sarà assillato dalla coerenza, da quello che si crede e da quello che poi si fa. Il problema della coerenza si riversò nell'educazione dei fanciulli. Si dice che si sia scagliato contro i maestri cristiani, anche se in realtà non è del tutto vero. Giuliano divenuto pagano, aveva il sogno di  restaurare il paganesimo come religione principale dell'impero e per far si che ciò accadesse capì che doveva puntare sull'educazione dei fanciulli. Emanò una costituzione “DE DOCTORIBUS ET MAGISTRUS” ne giugno del 362. in cui dice che la scelta dei maestri deve essere fondata su 2 elementi: ELOQUENZA e COSTUMI (cioè sulla base della morale). Questa costituzione quindi non è proprio contro i cristiani, anche se c'è da dire che fu accompagnata da una lettera di Giuliano indirizzata a tutti i maestri in cui punta e chide COERENZA, cioè non insegnare ciò in cui non credono riferendosi alle opere classiche tra cui quelle di Omero in cui vi erano comportamenti negativi di dei che non venivano concepiti ne dai cristiani ne dai pagani. PLUTARCO: il quale si rivolgeva a studenti che avevano superati i 16/18 anni e che affrontavano studi superiori, precisò come leggere i classici. Bisogna leggerli per intero e poi fare una cernita e non imitare i comportamenti negativi. Questi bisogna leggerli perché sono esempi di stile ed eloquenza. S. BASILIO DELLA CAPPADOCIA: il quale si rivolgeva a coloro che frequentavano quella che noi oggi chiamiamo 3° media in un trattato “oratio ad adulescentes” dirà le stesse cose che aveva detto Plutarco tranne sul fatto che secondo Basilio bisogna leggere solo le parti buone ed evitare quelle cattive. Inoltre riteneva utile leggere i classici pagani perché aiutano alla riflessione e quindi anche alla lettura delle sacre scritture. Secondi alcuni l'oratio ad adulescentes fu scritta nel 362-363 in risposta alla costituzione di Giuliano. Secondo altri fu scritta molto dopo intorno al 370 e quindi non vi sarebbe più una connessione con Giuliano, il quale morì nel 363 e con la sua morte decadde anche la riforma. Nel progetto di restaurazione del paganesimo in tutto l'impero oltre ad esservi la riforma scolastica, vi furono altre iniziative come; nuove sovvenzioni ai pagani, le quali erano state abolite dagli imperatori cristiani. Inoltre si preoccupò personalmente della scelta dei sacerdoti e di controllare la loro condotta. La più famosa lettera che esprime bene il programma di restaurazione del paganesimo è l'EPISTOLA 84 contenuta nell'epistolario di Giuliani, in cui vengono illustrate le caratteristche principali che dovrebbe avere un sacerdote pagano e la religione che costui professa. In questa lettera sembra esaltare il cristianesimo, molto probabilmente le sue espressioni risultano influenzate dall'educazione cristiana ricevuta. Esorta a costruire degli ospizi ed accogliervi tutti. I cristiani furono i primi a creare strutture di assistenza che accoglievano tutti. La posizione di Giuliano risulta scomoda ai cristiani. Da costoro venne odiato, in particolare in Oriente, ad Antiochia, città molto cristiana. Quando Giuliano si recò ad Antiochia i cittadini anziché accoglierlo gli mostrarono la loro disapprovazione per la figura dell'imperatore. E a questo proposito Giuliano scrisse un trattato intitolato Misopogin che significa odiatore della barba ed era indirizzato a coloro che lo odiavano perché pagano. Giuliano portava la barba e in questo si ispirava ai filosofi greci pagani e  agli imperatori come Adriano, Marco Aurelio. Giuliano inoltre favorì i pagani inserendoli nei vertici della burocrazia imperiale. Ormai in quasi tutto l'impero il cristianesimo si era esteso e si verificò un rovescio della medaglia, in quanto furono i cristiani ad attuare una sorte di persecuzione ad es incendiando i templi pagani. E giuliano potè fare ben poco. Nel 363 quando Giuliano morì colpito da una lancia, cadde la sua riforma, e gli imperatori successivi si preoccuparono di ripristinare il cristianesimo.


 

 

GIOVIANO: governò 1 anno e abrogò alcune leggi di Giuliano VALENTINIANO I: era filo-niceno e governava la parte occidentale VALENTE: era filo-ariano e governava la parte orientale.

 

VALENTINIANO I

orosio, a proposito di Valentiniano I scrive che era di fede integra, che abbandonò il servizio militare perché riteneva che il giudizio di Dio era più severo e migliore delle sue promesse. Valentiniano I cercò di essere imparziale durante il suo governo e prese delle posizioni. Prese dei provvedimenti nel campo della medicina: i medici non dovevano curare solo per il guadagno, ma dovevano curare soprattutto i poveri. Ebbe 2 mogli, la 2° volta si sposò senza aver divorziato dalla prima. A proposito di ciò, ovvero della bigamia di Valentiniano I, si sono poste delle domande su come questo possa esser stato accettato. Ebbe 2 figli: GRAZIANO (figlio avuto con la 1° moglie. Era filo niceno. E quando salì al potere era adulto) e VALENTINIANO II (figlio avuto con la 2° moglie, Giustina. Quando salì al potere era piccolo infatti le sue scelte saranno influenzate dalla madre).

 

GRAZIANO

Fece togliere l' ARA DELLA VITTORIA, la quale era posizionata nella curia dove si riuniva il senato a Roma. Era un simbolo pagano che rappresentava la potenza di Roma. La scelta di togliere l'ara della vittoria fu molto criticata dai pagani, soprattutto dai senatori, tra i quali vi era SIMMACO, il quale richiederà più volte senza successo il reinserimento Fu il 1° imperatore a deporre il titolo di Pontefice Massimo e probabilmente in questo fu influenzato da Ambrogio. Suo maestro spirituale fu Ambrogio. S.AMBROGIO ebbe una carriera politica molto veloce perché bravo ed in qualità di funzionario imperiale successo per le sue abilità politiche. Venne fatto vescovo senza esser battezzato. In realtà egli stava per essere battezzato dal vescovo di Milano. Quest'ultimo morì prima che ciò avvenisse e il popolo elesse S. Ambrogio vescovo. Quindi fu battezzato e ricevette la nomina di vescovo contemporaneamente. In questo periodo era il popolo che sceglieva le persone più autorevoli (come vescovi, magistrati) e venivano scelte in base alle capacità che facevano nel difenderli dai potenti. Sant'Ambrogio fu più importante del papa a Roma, perché interlocutore e oppositore delle scelte imperiali, soprattutto quando il potere passò nelle mani di Valentiniano II (quindi di Giustina). A Milano erano presenti sia le chiese ariane e quelle nicene e Giustina voleva far chiudere quest'ultima. Inoltre Sant'Ambrogio fu la strada maestra nella conversione di Sant'Agostino. Sant'Agostino era un avvocato brillante in Africa, il quale conobbe a Milano Ambrogio. Ambrogio inoltre fu l'unico a far tacere Teodosio I.

 

TEODOSIO E CONCILIO DI COSTANTINOPOLI

teodosio si rivelò un grande imperatore, il quale fece 2 scelte molto importanti dettate dalla nuova situazione che si era creata. Nel 378, morto Valente, i barbari erano sempre più aggressivi e l'esercito non era abbastanza cospicuo da poter difendere le frontiere. Alcuni provvedimenti per quanto riguarda l'esercito erano stati già presi da Costantino come abbassamento della soglia d'altezza richiesta, dovevano prestare servizio militare anche coloro che avevano il pollice amputato (molti si amputavano il pollice per non prestare servizio militare). Nonostante ciò l'esercito da solo non bastava. A questo punto Teodosio fu costretto a fare un trattato/foedus con i Goti i quali volevano le terre fertili dell'impero. Teodosio concesse ai Goti di potersi stanziare nelle fasce di confine dell'impero, in cambio però questi avrebbero dovuto difendere confini dell'impero e di conseguenza anche le loro proprietà. L'altro problema era quello del cristianesimo. L'imperatore Graziano togliendo l'ara della vittoria e rinunciando al titolo di Pontefice Massimo aveva tagliato i ponti con la religione pagana. Teodosio in accordo con Graziano e Ambrogio fa il diventare il cristianesimo (niceno), la religione di Stato, e ciò viene affermato nel 380 con l 'editto di Tessalonica “De fide catholica” e vengono vietati tutti i sacrifici nei templi anche se questi vengono lasciati aperti. Garanti di questo principio dovevano essere Damaso (vescovo di Roma in Occidente) e Pietro (vescovo di Alessandria in Oriente). Teodosio in qualità di imperatore cristiano, imita Costantino, e nel 381 convoca il Concilio di Costantinopoli in cui verranno risolti problemi religiosi. Tre il 325 e il 381 sale alla ribalta un altro problema quello del posto da assegnare allo Spirito Santo. Lo Spirito Santo inizialmente era stato menzionato dai Vangeli e da Gesù ma in questi non era stato precisato né che era Dio né il rapporto che aveva con altre 2 persone della Trinità. Ovviamente questo problema sorse in Oriente, la dove venivano posti problemi di natura teologica. In questo periodo era sorto un gruppo di intellettuali chiamati dagli ortodossi PNEUMATACHI ovvero coloro che combattono contro lo Spirito. (pneuma: spirito/soffio; machi: battaglia). I pneumatachi non riconoscevano la divinità dello Spirito Santo e credevano che questi fosse subordinato al Padre e al Figlio. Già nel 358 fu convocato un sinodo (quindi di portata locale) ad Ancira, che proclamava la divinità dello Spirito Santo, ma nonostante ciò la controversia non si placò, anzi il dibattito continuò  ad essere più acceso. Nel frattempo i 3 padri della Chiesa Orientali: Basilio di Cesarea, Gregorio di Nazzianzo e Gregorio di Nissa avevano cominciato attraverso i loro i trattati e le loro opere ad affermare la divinità dello Spirito Santo e a collocarlo come


3° persona della Trinità. In sostanza dopo che questi portarono tale contributo alla Chiesa, venne convocato un Concilio a Costantinopoli per risolvere definitivamente il problema. In questo concilio parteciparono solo le Chiese d'Oriente, nonostante ciò venne detto ecumenico, perchè le decisioni prese vennero accettate da tutte le Chiese. Il Concilio si concluse con l'elaborazione di un nuovo credo che era quello niceno rivisto in alcuni punti e per questo si chiamò niceno-costantinopolitano. Nel nuovo credo fu aggiunto la parte dello Spirito Santo: “Credo nello Spirito Santo che procede da Padre e dal Figlio e con il padre ed il figlio è adorato e glorificato e ha parlato per mezzo dei profeti”. Nel concilio del 381, in realtà, venne approvata solo la parte in cui o Spirito procede dal Padre, “e dal Figlio” venne aggiunto dalla Chiesa cattolica nel XI. Oggi la Chiesa ortodossa non ha l'aggiunta del Figlio. Anche il credo niceno-costantinopolitano indica il rapporto di successione temporale in un tempo atemporale tra Dio, Figlio e Spirito Santo. Lo spirito santo è indicato come 3° persona della perchè Gesù stesso ha parlato del Padre il quale è superiore, poi viene Gesù il Figlio e infine lo Spirito Santo. Inoltre viene indicato come 3° persona perchè è  stato scoperto dopo e perchè nell'economia del Vangelo è inserito dopo. Lo Spirito Santo è l'amore che intercorre tra madre e figlio. “è adorato è glorificato” vuol dire che è una divinità ed è uguale alle altre 2 persone, quindi bisogna prestare lo stesso rispetto dato alle altre 2 persone. Il concilio presentò una novità dal punto di vista della politica ecclesiastica. L'anno prima (380) Teodosio aveva proclamato il cristianesimo religione di stato e come garanti aveva nominato il vescovo di Roma e il vescovo di Alessandria. Nel concilio di Costantinopoli vennero approvati 4 canoni. Il 1° riguardava la condanna delle eresia; il 2° e il 4° vietavano ai vescovi delle diocesi di intervenire nelle questioni che riguardavano un'altra diocesi; nel 3° si decise che Roma doveva avere il primato d'onore su tutte le altre Chiese in quanto era la città dove erano morti S.Pietro e S.Paolo che sono considerati le 2 colonne della Chiesa. In 2° battuta, il primato viene affidato a Costantinopoli perchè con Costantino si era creata la 2° Roma a Costantinopoli. In realtà questa fu una scelta politica in quanto Costantinopoli era la sede di Teodosio. In questo 3° canone viene esclusa Alessandria e all'interno vescovile nascono delle lotte puramente politiche e non religiose. Bisogna sottolineare che questi 2 primati erano solo di prestigio e non giurisdizionale, cioè non si potevano prendere decisioni per le  altre sedi. Durante il regno di Teodosio accaddero episodi spiacevoli di intolleranza da parte dei cristiani, nei confronti dei non cristiani, gli eretici e gli ebrei. Il 1° episodio fu nel 388 a Callinico sull'Eufrate in Asia dove i cristiani distrussero la sinagoga ebraica e un santuario degli eretici. Teodosio che in quel momento si trova a Milano impose, da imperatore super partes, che gli edifici venissero ricostruiti a spese della comunità cristiana. Il vescovo Ambrogio da Milano, protestò a tale decisione e disse  che non avrebbe terminato di celebrare la cerimonia religiosa. Teodosio di fronte a questa netta presa di posizione, abbassò il capo e rinunciò alla decisione di ricostruire gli edifici. Nel 390 vi fu un episodio ancora più rave a Tessalonica. Tutti amavano i giochi anche i cristiani, a prescindere da quello che diceva Tertulliano. Quando il popolo si riunì nell'Ippodromo per assistere ai giochi, ordinò all'esercito di sterminarli tutti. Questa sua reazione scaturì dal fatto che un comandante goto aveva arrestato un auriga, che non liberò per farla partecipare ai giochi dell'Ippodromo. La folla si ribellò e il comandante venne ucciso. Teodosio per questo massacro fu scomunicato da Ambrogio. Anche questa volta si dovette piegare ad Ambrogio e fare penitenza prima di ricevere il perdono della Chiesa. Teodosio per riabilitare la sua posizione da cristiano vietò i culti pagani e promulgò degli editti contro gli eretici. Come Massenzio (pagano) fece con Costantino (cristiano), anche Eugenio (pagano cercò di usurpare il potere di Teodosio (cristiano). Eugenio, durante l'impero di Teodosio, venne nominato imperatore da Arbogaste, il quale aveva ucciso l'imperatore Valentiniano II. Eugenio promosse nuovamente una politica in favore del paganesimo: nell'aula del senato fece riportare l'ara della vittoria, restituì i beni confiscati ai senatori pagani e abolì le misure antiereticali. Nel 394 vi fu lo scontro decisivo tra Eugenio e Teodosio. Secondo lo storico Rufino, si preparano così: TEODOSIO pregò, digiunò, chiese aiuto ai martiri e agli apostoli; EUGENIO fece sacrifici. La vittoria fu di Teodosio, il quale secondo lo storico Orosio vinse grazie ad un  intervento divino che mise in fuga le truppe avversarie (un vento violentissimo). Teodosio pubblicizzò questo evento come una vittoria del cristianesimo contro il paganesimo.

 

ONORIO E ARCADIO

Alla morte di Teodosio succedettero i suoi 2 figli: ONORIO e ARCADIO che come Valentiniano II erano dei prncipes pueri (principi fanciulli). Onorio soprattutto era molto piccolo. La loro tutela venne affidata a Stilicone (comandante dell'esercito), il quale era di origine barbaro-romana. Come aveva fatto precedentemente Teodosio, anche Stilicone cercò di fare un accordo  con i Goti ma venne accusato di aver tradito i Romani e di colludere con i Barbari. Sia Onorio che Arcadio erano filo-niceni. Ad Arcadio venne affidato l'Oriente quindi la parte più prestigiosa perchè era più grande. Ad Onorio venne affidato l'Occidente. L'arianesimo continuò tra i Barbari perchè le persone che evangelizzarono i barbari erano di fede ariana, comunque all'interno dell'impero vi furono poche sacche ariane. Nel frattempo in Asia si diffuse un'altra eresia detta PRISCILLIANESIMO. Il nome del suo fondatore era Priscilliano. Quest'eresia riguardava cose pratiche, quindi problemi di tipo morale, fanatismo e rigorismo. Professavano una ascetismo eccessivo rispetto alla Chiesa. Contro questa eresia si scagliarono Orosio, Sant'Agostino, Severo Sulpicio. Il movimento venne sconfessato e Priscilliano condannato nel sinodo Ispano-Aquitano del 380. priscilliano però si fece ordinare dai suoi vescovi, vescovo di Avila e continuò la sua battaglia. Venuto in Italia non ottenne l'appoggio di papa Damaso e del vescovo Ambrogio però ottenne che fosse arrestato Itacio, il suo oppositore più accanito. Itacio successivamente accusò Priscilliano presso l'usurpatore Massimo e lo convinse a convocare un nuovo sinodo a Bordeaux nel 384, dove Priscilliano venne nuovamente condannato. Priscilliano si appellò a Massimo e si presentò al processo a Treviri. Qui le accuse di eresia divennero di magia e lui e i sui seguaci furono condannati a morte. Per la 1° volta un eretico venne giustiziato. Un'altra eresia famosa fu il Pelagianesimo, sorta sempre in Occidente e quindi riguardava un problema pratico. Il fondatore Pelagio era di origine britannica, quando si spostò in Africa venne attaccato da Sant'Agostino, poi andò a Roma e venne attaccato da Girolamo. Pelagio fu il responsabile dello scisma luterano. Pelagio era un uomo positivo e sosteneva che l'uomo poteva riuscire a non peccare e quindi essere punto davanti a Dio grazie a un cammino di continuo miglioramento di sé. Secondo Pelagio il peccato originale era stato originato da Adamo e che questo non era stato trasmesso ai suoi discendenti. Di conseguenza il battesimo e la redenzione di Cristo, 2 capisaldi della Chiesa cristiana, furono sminuiti della loro importanza. Pelagio fu avversato da tutti in particolare da Sant'Agostino, il quale scrisse una serie di trattati in cui ribadiva che l'uomo è un peccatore e che può essere salvato solo dall'intervento di Dio. Lutero era un monaco agostiniano che seguiva, di conseguenza, la dottrina di Sant'Agostino. Secondo la dottrina della giustificazione di Lutero l'uomo si può salvare solo con l'intervento di Dio, mentre la Chiesa diceva che l'uomo con le sue azioni poteva contribuire a salvarsi. Agostino dice che esiste il libero arbitrio, ma è anche vero che Dio sa se quell'individuo peccherà o no, ma nonostante ciò la persona ha la facoltà di scegliere se peccare o no. La dottrina del pelegeaniesimo non venne condannata subito da tutti anche gli stessi papi non presero decisioni precise. Fu Onorio


a bandire il peleagianesimo e Pelagio da Roma con un editto che lo condannava come superstitio. I trattati che Sant'Agostino scrisse contro Pelagio furono diversi, tra questi: De natura et gratia, Contro Iulianum (Giuliano era un seguace di Pelagio). Sia Arcadio che Onorio si preoccuparono di continuare i provvedimenti a favore dei cristiani, in particolare dell'ortodossia. Ad es. aumentarono il numero delle esenzioni per le Chiese e per i chierici che già Costantino e i suoi successori avevano concesso. L'eresia venne definita come criminem pubblico. Nel frattempo il mondo occidentale era in subbuglio perchè invasa dai Goti. Dopo 8 secoli, nel 410 Roma venne saccheggiata per la prima volta dai goti di Alarico. Venne rivalutata d'importanza la Sicilia molti vi si trasferirono anche perchè ancora non era stata attaccata da invasioni, ma nel 430 sarà invasa dai Vandali. Per questo motivo alla Sicilia furono concesse esenzioni. Dopo Onorio vi fu Valentiniano III in Occidente e fu sotto la vigenza della madre Galla Placida. Su di lui influì il Papa Leone Magno, il quale nel 452 fermò Attila. Valentiniano III prese un provvedimento in cui vietava l'apertura dei templi pagani. Nel 455 Roma venne nuovamente saccheggiata. In Oriente invece vi era Teodosio II, figlo di Arcadio. Egli fu promotore del CODEX TEODOSIANO (raccolta delle costituzioni imperiali da Costantino a Teodosio II.

 

CONTROVERSIE, CONCILIO DI EFESO E CALCEDONIA

origene scrisse molti commenti ai testi biblici, però dal punto di vista personale condusse una vita strana dovuta alla sua interpretazione letterale del Vangelo di Matteo. Egli evirò. Questa posizione non lo fece accettare come santo dalla chiesa. Le sue teorie furono soggette a ctitiche perchè durante la controversia ariana, gli ariani si appellarono alle idee di origene, nonostante quest'ultimo non fosse ariano. Successivamnte la figura di origene verrà rivalutata dagli scritti di Basilio e Gregorio. Nel IV sec il vescovo Epifanio di Salamina (sull'isola di Cipro) pretese il rifiuto delle idee origeniane. Ciò sfociò nella questione origeniana. Gerolamo, che inizialmente aveva apprezzato le opere di Origene, si schierò contro Origene. Invece Rufino di Aquilea difese le idee di Origene. Dopo la morte di Origene scoppia una polemica tra Gerolamo e Rufino di Aquilea. Rufino scrisse un'apologia contro Gerolamo. Gerolamo scrisse un'apologia contro Rufino. Sia Rufino che Gerolamo erano accomunati dalla paura che le loro idee non fossero considerate ortodosse. Tra i 2 prevalse Gerolamo. Accanto a questa controversia ve ne furono altre che riguardavano le diverse chiese, in quanto da un lato l'editto di Tessalonica e dall'altro il Concilio di  Costantinopoli avevano posto il problema di quale dovessero essere le sedi principali della cristianità. In Oriente la controversia fu causata dal fatto che Alessandria non accettava la preminenza di Costantinopli, la quale era stata affermata nel Concilio di Costantinopoli. Anche la chiesa di Antiochia non accettò la preminenza di Costantinopoli, anche perchè se per breve tempo Antiochia era stata sede imperiale. Alessandria pretendeva la supremazia in quanto era più antica, era stata una delle prime sedi del cristianesimo. Inoltre Alessandria era la sede della scuola di Alessandria, di cui fecero parte Clemente e Origene. Le caratteristiche della scuola di Alessandria erano di interpretare il testo biblico in modo allegorico, a differenza della scuola di Antiochia che ne dava un'interpretazione letterale. Il 1° episodio increscioso si ebbe quando venne nominato vescovo di Costantinopoli Giovanni Crisostomo(detto “bocca d'oro”). Egli fu uno degli scrittori più prolifici, scrisse più di 100 opere. Si rivelò un ottimo pastore, fu molto amato dal suo popolo, in quanto riusciva a mettere in moto tante opere di carità tra le persone meno abbienti. Sicuramente non era un politico. Era così schietto da non rendersi conto di essersi alienato le simpatie della corte di Costantinopoli. Vescovo di Alessandria era Teofilo che a differenza di Giovanni Crisostomo era un vero e proprio politico. Egli riuscì a organizzare un sinodo in modo illegale in cui venne condannato Giovanni Crisostomo per alcuni pretesti. Nonostante ciò Giovanni Crisostomo fu richiamato a furor di popolo, ma poi fu nuovamente esiliato perchè ritenuto una persona scomoda. L'imperatore poté esiliare Giovanni perchè aveva potere anche in ambito ecclesiastico. A partire dai figli di Costantino gli imperatori potevano legiferare in ambiti religiosi e costruire nuovi episcopati. Tutto ciò coincise con le CONTROVERSIE CRISTLOLOGICHE. Il IV sec fu il secolo delle controversie trinitarie, le quali erano incentrate sul rapporto tra le 3 persone della Trinità. Possiamo affermare che questa controversia fu in qualche modo giustificata normale, perchè nel Vangelo non era spiegato il tipo di rapporto. Le controversie occuparono metà V sec. Dalle controversie cristologiche si aprì il dibattito sulle 2 nature di Cristo. Il dibattito si aprì in modo strano. Nel 428 Nestorio divenne vescovo di Costantinopoli. Egli era un monaco proveniente dalla Siria (Antiochia). Le accuse generate contro di lui erano dovute al fatto che si fosse pronunciato sull'appellativo THEOTOKOS secondo Maria era la generatrice di Dio. Questo termine in quel periodo andava molto in voga. Chi utilizzava questo termine diceva che Maria era madre Gesù e di Dio. Nestorio invece disse che Maria non poteva avere l'appellativo di madre di Dio, almeno non come divinità ma come uomo. Questa sua affermazione scatenò un putiferio perchè intervenne Cirillo, il vescovo di Alessandria (nipote di Teofilo), il quale accusa Nestorio. In questa  sua  accusa/polemica coinvolge il papa Celestino. Cirillo si rivela una persona scorretta perchè prende i testi di Nestorio che erano scritti in greco e li manda a Celestino però tradotti in latino, non facendo una traduzione letterale. Celestino, basandosi sui documenti inviati da Cirillo appoggia quest'ultimo. Cirillo aveva accusato Nestorio di aver detto che Cristo aveva 2 nature distinte: natura umana e divina; per cui Maria era madre della natura umana, mentre Dio padre della natura divina. Questa affermazione volutamente fraintesa (perchè Nestorio non dsse ciò) vanificava tutte le vicende di Gesù. Gesù veniva visto solo come uomo quando era in terra e quindi veniva messo in discussione il suo sacrificio, la sua azione salvifica e la sua resurrezone; praticamente tutte le decisioni che Gesù aveva preso in terra le aveva prese come uomo. Nestorio in realtà aveva solo detto che Maria non era madre di Dio. Nestorio fu invitato a retrattare ma non o fece e per questo nel 431 Teodosio II convocò un concilio ecumenico, il quale iniziò senza aspettare alcuni vescovi orientali, i delegati del Papa e lo stesso Nestorio. Cirillo fece pressione per iniziare i lavori del CONCILIO DI EFESO. Il giorno dopo che iniziò il concilio, Cirillo lesse le proprie tesi, le quali contrastavano l'eresia di Nestorio. Queste tesi vennero approvate da tutto il concilio come consone al credo niceno. Cirillo per avvalorare le sue tesi  disse che il papa lo appoggiava e per dimostrare ciò lesse il carteggio (corrispondenza epistolare) con Celestino. Nestorio così venne scomunicato. Cirillo sosteneva che in Gesù vi era un unica natura: divina e umana (monofisita). Dopo che il concilio si concluse con la scomunica di Nestorio arrivarono gli altri vescovi mancanti e i delegati del papa. I delegati del papa accettarono ciò che era stato deciso anche perchè non potevano contrastare il papa. Invece un gruppo di vescovi orientali guidati da un  certo GIOVANNI DI ANTIOCHIA presero una contro decisione: condannarono il fare frettoloso di Cirillo e deposero Cirillo come vescovo di Antiochia. Alla fine Teodosio II per mettere ordine depose sia Cirillo che Nestorio, onde evitare motivi per altre contese. Però accadde che Nestorio fu effettivamente deposto, mentre Cirillo quando tornò ad Alessandria fu acclamato a furor di popolo. Nel 433, 2 anni dopo il concilio di Efeso fu redatto un documento da Teodosio II chiamato FORMULA D'UNIONE in cui veniva accettato l'appellativo theotokos riferito a Maria dal punto di vista teologico, dal punto di vista pratico venne accettata la deposizione di Nestorio. Tutto ciò venne accettato anche da Giovanni di Antiochia. E per un pochino le cose andarono bene. I nestoriani nonostante nel 436 furono condannati non si arresero e continuarono a professare. La chiesa assira tutt'oggi  professa il credo nestoriano (credo niceno rivisto). Il 1° scisma della chiesa avvenne nel V sec dopo il concilo di Efeso. Alcuni anni dopo il concilio di Efeso, un abate di Costantinopoli EUTICHE, rilesse le tesi di Cirillo e le fece sue ma con mota più enfasi (cirillo era già morto). Le dottrine di Eutiche vennero definite MONOFISITE perchè facevano leva solo su una natura di Cristo ovvero quella divina. Di conseguenza quello che Gesù avrebbe patito sulla croce l'avrebbe patito in modo allegorico e quindi non era asceso al nostro livello e non poteva capire davvero il dolore della sofferenza umana. Anche qui veniva sminuito il valore dell'incarnazione. Eutiche non accettò la formula d'unione e si alleò con il vescovo di Alessandria DIOSCORO, il quale vide di buon occhio la posizione di Eutiche (abate di Costantinopoli) a favore di un vescovo di Alessandria. Eutiche e Dioscoro riescono a convocare un altro concilio ad Efeso, nella mente di entrambi questo sinodo (499) doveva essere contro il concilio di Efeso. Mentre il 1° concilio di Efeso fu ecumenico, il 2° concilio non fu ecumenico perchè vennero convocati solo alcuni vescovi, solo coloro che erano favorevoli. Il papa Leone si rese conto della pericolosità di questo concilio e vi mandò con i suoi delegati dei documenti e delle lettere in cui vi dichiarava le sue posizioni cntrarie e a favore della formula d'unione. Dioscoro ignorò le lettere di papa Leone, fece parlare solamente Eutiche e i vescovi favorevoli, e fece condannare i vescovi contrari. Il papa Leone intervenne a cose fatte, condannò il concilio e lo definì LATROCINIO DI EFESO. Nel frattempo Teodosio era morto e questo discorso doveva trovare una soluzione definitiva. Pulcheria, sorella di Teodosio II, divenne reggente, ma siccome non poteva governare perchè non aveva figli maschi sposò Marciano, un generale in auge. I 2 fecero voto d castità. PULCHERIA e MARIANO il CONCILIO DI CALCEDONIA per cercare di risolvere i problemi. Inizialmente il concilio doveva avere luogo a Nicea, successivamente si decise Calcedonia perchè era più vicina alla corte imperiale. In questo concilio tutti ebbero le idee chiare, vi fu una delegazione più massiccia dall'Occidente, il papa inviò 3 delegati, parteciparono anche 2 vescovi africani e Pascasino vescovo di Lilibeo (odierna Marsala). Questo concilio condannò Dioscoro, Eutiche e il monofismo e fu importante per 2 motivi. Dal punto di vista teologico si risolve il problema delle 2 nature di Cristo ovvero viene affermato che Cristo ha 2 nature e che queste sono unite in una sola persona e in una sola sostanza. Alla madonna venne ridato l'appellativo theotokos anche se già era stato confermato nella formula d'unione. Il monofismo continuò ad essere professato, infatti tutt'oggi vi sono chiese che si rifanno ad esso. Dal punto di vista politico vennero riconosciuti i 5 patriarcati: Roma, Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme. Il primato d'onore però spettava sempre a Roma e Costantinopoli. Fonte dei concili sono gli ATTI DEI CONCILI.


 

 

DIFFUSIONE DEL CRISTIANESIMO (IV-V sec)

una fonte preziosissima è rappresenta dagli ATTI DEI CONCILI. Infatti i vescovi, nel documento redatto alla fine del concilio, mettevano nome e luogo. Di conseguenza vediamo che l'aumento delle sedi vescovili corrispondeva a una maggiore diffusione del cristianesimo. In Occidente era diffuso in: Italia, Africa settentrionale, Gallia meridionale, Spagna meridionale (tutte parti romanizzate). Le altre regioni erano quelle in mano ai barbari/germani. Bisogna ricordare che i germani vennero evangelizzati dal vescovo Ulfila (IV sec), il quale era originario della Cappadocia. Da bambino fu rapito dai barbare si ritrovò oltre il Danubio. La sua famiglia era ariana, di conseguenza diede ai barbari il credo ariano. Il cristianesimo si diffuse anche in Armenia ad opera del cristiano Gregorio che era di origine partica ed ebbe il merito di evangelizzare Tiridate, sovrano dell'Armenia. L'Armenia nel 305 divenne il 1° stato cristiano (lo divenne quindi prima dell'Impero Romano). Come era scritto negli Atti degli Apostoli, il cristianesimo era presente anche in Etiopia ma in questo periodo diventa più cristianizzato. La Persia aderirà e seguirà il credo nestoriano. Un'altra caratteristica del cristianesimo è che si diffuse soprattutto nelle città. Anche perché la modernizzazione avveniva prima nelle città e poi nelle campagne. Questo fenomeno città-campagne è ben visibile in Sicilia e ciò lo possiamo vedere anche dalle iscrizioni che nelle campagne sono a carattere pagano mentre nelle citttà a carattere cristiano. In Sicilia il cristianesimo si espanderà sotto il dominio bizantino. Il modello della Basilica deriva dalla Basileia Romana. Molti templi pagani furono utilizzati come chiese cristiane (ad es. il Duomo di Siracusa). Il cristianesimo non assunse solo caratteristiche pagane nella sua struttura. Il giorno di Natale, 25 dicembre, per i pagani corrispondeva al dio Sole e segnava il passaggio dall'autunno all'inverno. In Oriente la festa più importante è l'Epifania, la visita dei Re Magi, perché in quell'occasione venne riconosciuta la regalità e la divinità di Cristo. La Pasqua si modellò su una festa ebraica, però mentre quella ebraica cambia di giorno, quella cristiana avviene sempre di domenica. Nel concilio di Nicea del 325 si cercò di unificare le varie tradizioni e vene imposto a tutte le Chiese di festeggiare la Pasqua secondo l'uso romano e alessandrino ovvero nella 1° domenica dopo la prima luna piena seguente l'equinozio di primavera, ma l'unità alla fine non venne raggiunta. Un ultima caratteristica riguarda i giorni della settimana. I pagani non avevano un giorno di riposo fisso, per ovviare a ciò vi erano molti giorni di festa che spesso erano superiori a quelli lavorativi. Per gli ebrei il giorno di riposo è il sabato perché scritto nella Genesi. Per i cristiani il giorno di riposo è la domenica, giorno della Risurrezione. Questo giorno prima venne introdotto da Costantino e poi fu confermato da Teodosio. Tutti gli altri giorni della settimana avevano nomi pagani ad eccezione del sabato che proveniva dal termine ebraico: LUNEDÌ: giorno della luna; MARTEDÌ: giorno di marte; MERCOLEDÌ: giorno di mercurio; GIOVEDÌ: giorno di Giove; VENERDÌ: giorno di venere; SABATO: giorno di saturno questa somiglianza è rimasta nel termine inglese Saturday)

 

LA MESSA

Comincia a delinearsi una messa ben precisa, divisa in due parti: la prima aperta a tutti,  di  lettura  di  testi  biblici  e  omelie.  La seconda riservata ai battezzati era incentrata  sul  sacrificio  del  pane  e  del  vino.  Inizialmente avveniva  solo  di  domenica, poi  si  estese  a  tutti  i  giorni  della  settimana  anche  più  volte  al  giorno,  per  andare  in  contro  alle  esigenze dei  fedeli. Anche  per  la  messa  la  possibilità  di  officiarla  fu  estesa  ai preti.

 

CULTO DEI MARTIRI, DEI SANTI, DELLE RELIQUIE

Dopo Costantino si diffuse anche il  culto  dei  santi  e  dei  martiri  e  delle  reliquie, tanto che la diocesi dovette organizzare  una liturgia specifica. Si cominciò a festeggiare i martiri nel giorno in cui ricorreva la loro morte (diversamente dai pagani che festeggiavano la ricorrenza della nascita). Altra forma di devozione fu il pellegrinaggio; con Costantino vi fu  una cristianizzazione di Gerusalemme con edifici e spedizioni volte al recupero di reliquie. L’oriente di fine 300 si fa sempre più monastico, e spesso sono i monaci ad avventurarsi in pellegrinaggi in terra santa. Anche Roma, però, come  Gerusalemme,  era  considerata  città  santa, e  quindi  fu  meta  di  molti fedeli giunti per vedere il luogo in cui furono martiri gli apostoli. I viaggi


in Terra Santa veniva fatto o per ripercorrere l'itinerario umano di Cristo o come strumento per acquisire i meriti o un viaggio che vuole essere senza ritorno ovvero per rompere definitivamente con la vita precedente.

 

L’ORGANIZZAZIONE ECCLESIASTICA

nel corso del IV sec la gran parte dei capoluoghi (nelle regioni dell'impero) diventa sede vescovile. La successione dei vescovi di alcune città la conosciamo grazie alle “liste episcopali”, anche se però capitava che vi erano inseriti nomi inventati con lo scopo di rendere apostolica una determinata comunità. Inizialmente, non vi è un metodo per scegliere vescovi e sacerdoti, si procede per acclamazione popolare, come nel  caso  di  Ambrogio  a  Milano.  Teoricamente,  i  vescovi  hanno  tutti   pari dignità, ma per l’importanza della chiesa locale, della città  o  il  prestigio  influiscono su questo  punto. Il patrimonio ecclesiastico serve a sostenere le vergini,  gli  orfani  e  le  vedove,  ed  è  amministrato  dal  vescovo.  Dopo Costantino  il  clero  viene  formato  mediante  un’istruzione  e  un indottrinamento,  e  un  posto  nel  clero  cominciava  ad  essere  ambito  per i privilegi che all’occorrenza portava. Quando Damaso salì al soglio pontificio, strette ancor più i rapporti con le piccole chiese dell’impero, in modo da poterle coordinare tutte nello  stesso  modo.  Con  Damaso  si pongono  le  basi  del  futuro  stato pontificio e della potenza della chiesa medievale. Sulla stessa linea proseguì Innocenzo I, il quale rivendicò anche la centralità della  città  di  Roma.  Chiamato  da Agostino  e  altri  vescovi  a pronunciarsi  sulla  questione  pelagiana,  Innocenzo si espresse  con  rigore contro  tale  eresia,  affermando  così  l’autorità  del  pontificato  anche  in materia  dottrinale.  Solo  però  con  Leone  il  Grande  la  superiorità  di Roma sarà ribadita con rigore ed inculcata anche ai vescovi in oriente.

 

IL MONACHESIMO

il fenomeno inizia nel III sec. Il 1° illustre personaggio del monachesimo fu Sant'Antonio Abate, il quale dall'Egitto decise di ritirarsi nel deserto. Il monachesimo ha diverse manifestazioni. Sull'origine della parola monaco ci sono 2 interpretazioni. Sicuramente la parola monaco deriva dal greco monos che significa solo/uno.

GEROLAMO: (interpretazione più letterale) ovvero prende il nome da colui che sceglie di vivere in solitudine. SANT'AGOSTINO: (interpretazione più ecclesiale) prende il nome da colui che vuole formare un unità molto stretta inscindibile con i suoi fratelli.

In realtà sono vere entrambe perché si riferiscono a 2 tipi diversi monachesimo. Diciamo che la 1° interpretazione si riferisce all'EREMITISMO. È il 1° in ordine di comparsa. Alla fine del III sec e inizi del IV sec, alcune persone intesero letteralmente che il rapporto con Dio dovesse essere curato in un rapporto individuale.. una forma estrema dell'eremitismo era lo STILISMO dalla parola greca stilos che significa colonna. Infatti queste persone salivano nelle colonne del deserto e vi si ritiravano. Molti monaci come Antonio si ritiravano nel deserto ma non riuscivano però a sfuggire completamente al contatto umano. Alcuni  si rifugiavano in delle grotte naturali facili da raggiungere per le persone che erano in cerca di risposta sulla loro salute o in cerca di consigli veraci. Questi monaci spesso operavano miracoli. Solitamente erano seguiti da qualche discepolo, s rifugiavano in grotte vicine ma separate. La seconda interpretazione della parola monachesimo si riferisce al CENOBITISMO dal greco koinos che significa comune e bios che significa vita. Fu il monachesimo che ebbe più fortuna. Ebbe come 1° esponente Pacomio, il quale intorno al 320 diede vita ad una comunità di persone che si ritiravano dal mondo e convivevano secondo una REGOLA ben precisa. Il cenobitismo proponeva un ideale di vita ascetica in cui vi era un isolamento dal mondo e una condivisione di principi. Le Regole venivano scritte dai fondatori della comunità, quindi ve ne furono diverse ad es quelle di S.Basilio, di Benedetto... Tutte queste comunità avevano la caratteristica di lavorare, normalmente coltivavano la terra (in alcuni casi vi  erano anche artigiani) all'interno del monastero. Il frutto del loro lavoro serviva per il sostentamento del monastero e dei poveri.  Il lavoro, così come le preghiere e i pasti avevano delle ore stabilite. I cenobiti dormivano ognuno in una cella (inizialmente  erano delle abitazioni, piccole capanne) e dovevano prestare POVERTÀ, CASTITÀ e OBBEDIENZA. L'obbedienza era nei confronti della Regola e di conseguenza nei confronti dei propri superiori che dovevano controllare che essa venisse rispettata. Un altro tipo di monachesimo è quello di SANTA MELANIA. Costei era figlia unica di una delle più importanti famiglie di Roma. Costei decise di seguire la strada della nonna ovvero di dedicarsi a Dio. Suo padre contrariato, le combinò un matrimonio con Piniano. Costui fu d'accordo per la castità, però prima dovevano avere 2 figli. Li avranno ma il maschietto morirà subito dopo il parto e la femminuccia morirà a 12 anni. I 2 decisero di sperperare tutto ciò che avevano in favore dei poveri. Santa Melania si ritirò in solitudine a Gerusalemme anche se le fu difficile perché era molto ricercata. Fonderà dei monasteri a Gerusalemme. Anche SAN MARTINO DI TOURS fonda un monastero. Costui fu colui che divise il suo mantello in 2 parti per difendere un mendicante dal freddo. Abbiamo tantissime opere che ci parlano degli eremiti tra cui le Historia Lausiaca. Tra il IV, V e il VI sec il cristiano per eccellenza era colui che si ritirava dal mondo. Chi non era sacerdote poteva raggiungere la santità divenendo eremita. Le donne potevano seguire l'esempio di Santa Melania. Per le donne abbracciare questo tipo di stato significava raggiungere quella indipendenza e caratteristiche dell'uomo come forza e libertà. Queste ultime non potevano essere raggiunte dalle mogli e dalle madri perché era più soggette alla volontà di qualcun altro.

 

BARBARI

Con l’invasione dei barbari l’Occidente fu profondamente  scosso. sorprendentemente, il cristianesimo conquista anche i  predoni germanici, e si diffonde anche ai ceti alti della società. Si allontanarono le due Chiese, e con lo sparire della lingua  greca in Occidente perfino comunicare divenne difficile. L’Occidente sviluppò un  vero  e  proprio  odio  razziale  contro  i  barbari invasori, che si erano radicati  nella  loro  cultura  assorbendone  usi  e costumi. I barbari venivano visti come nemici  che attentano sia all'integrità territoriale e politica dell'impero sia all'integrità religiosa. Il cristianesimo germanico era sostanzialmente ariano, preferito a  quello  niceno  perché  più  semplice.  Solo  i  vandali  però  imposero  il  loro credo  in  Africa sotto il dominio di Genserico che mandò a morte molti cattolici che si rifiutavano di convertirsi all’arianesimo. Le personalità  ecclesiastiche  tentarono  di  stabilire  un  dialogo  con  gli invasori:  Leone  Magno  convinse  Attila  a   non attaccare Roma, e se non riuscì a  fare  lo  stesso  con  Genserico,  per  lo  meno  risparmiò  il  massacro degli  abitanti  e  il rogo  delle  abitazioni. La  conversione  dei germani  al cattolicesimo si ebbe con Clodoveo, re dei franchi, che lo impose in tutti il suo regno.Secondo il racconto di Gregorio Tours, Clodoveo nella battaglia contro gli alemanni invocò Dio e vinse. Grato dell'aiuto  ricevuto  si  convertì  al  cristianesimo  e  si  fece  battezzare  a  Reims  dal  vescovo  Remigio.  La  conversione della monarchia longobarda al cattolicesimo avrà luogo ai tempi di Gregorio Magno, ad opera del re Agilulfo e di sua moglie Teodolina.


 

 

LEONE I

Di Leone I Magno (440-461) possediamo i suoi scritti:

97 SERMONI: costituiscono la 1° collezione compatta a noi pervenuta di omelie di un pontefice romano.

173 LETTERE: inviate per lo più a vescovi e documentano i suoi rapporti sia con la Chiesa Occidentale sia con la Chiesa Orientale.

Dalle lettere e da alcuni sermoni si evince che tutti i vescovi sono uguali, però il vescovo di Roma viene considerato l'erede e il vicario di S.Pietro. Dalle sue lettere si evince che condannava Eutiche e il monofismo, sappiamo però che queste sue lettere non furono prese in considerazione durante il 2° concilio di Efeso.

 

SCISMA ACACIANO

Nel 484, un editto che mirava a ristabilire l’unità dell’impero ne provocò lo scisma [scisma acaciano]: si trattava dell’editto di Henotikon ( DI CUI Acacio fu l'ispiratore), che andava contro le dispense caledoniane. La pace fu ristabilita solo nel 519.

 

SCISMA LAURENZIANO

avvenne quando due fazioni vollero imporre  il loro  papa:  da  una  parte  Simmaco  e  dall’altra  Lorenzo.  Teodorico intervenne a favore di Simmaco, sostenendo  che  la  sua  elezione  era avvenuta  per  prima.  Simmaco  introdusse  la  clausola che il pontefice  in carica designasse egli stesso il suo successore. Nel 501 Simmaco festeggiò la  Pasqua  il  25 marzo, e riesplose  il  conflitto  con  Bisanzio.  Inoltre gli avversari lo accusarono di costumi immorali (soprattutto di aver  rapporti con prostitute). Teoderico convocò il papa presso di sé, ma questi si chiuse in San Pietro temendo un tranello. Il pontificato fu assunto da un commissario, come se il posto fosse vacante , e fu celebrata una nuova Pasqua il 22 aprile. Nell'autunno del 501 furono indetti altri 2 sinodi a Roma: riguardava la gestione dei beni ecclesiastici: vene stabilita la preminenza del vescovo su tutto il clero, anche nelle questioni economiche e il suo diritto all'amministrazione patrimoniale. Riguardava le accuse di indegnità contro Simmaco: Simmaco venne definito non processabile in quanto non poteva essere convocato dinanzi ad alcun tribunale umano. Teoderico riconsentì che Simmaco riprendesse il pieno governo della Chiesa Roman

 

CHIESA E SOCIETÀ NEL VI SECOLO DISPUTA TEOPASCHITA O QUESTIONE SCITA

quattro monaci si presentarono a Costantinopoli per combattere ogni residuo di eresia nestoriana  e  pelagiana:  la  loro  dottrina venne chiamata  teopaschita,  proponeva  delle  aggiunte dogmatiche rispetto a Calcedonia, ribadendo che Cristo aveva sofferto sulla croce come  dio.  A  Costantinopoli  la  formula  venne  considerata  troppo distante da quella caledoniana, e i monaci si spostarono a Roma, accolti da Ormisda. Pur mostrandosi inizialmente neutrale, in seguito alle pressioni che arrivavano da Bisanzio condannò le tesi teopaschite definendole causa di confusione, sovvertimento della retta fede. E i 4 monaci dovettero lasciare Roma e ritornare a Bisanzio.

 

IL DIBATTITO DEI TRE CAPITOLI

Giustiniano promulgò un editto che condannava gli scritti di tre esponenti della chiesa antiochena. Papa Vigilio fu tenuto ostaggio  a  Costantinopoli  per  sette  anni,  finché  non  si  convinse ad  approvarlo  in  seguito  ad  un  concilio.  Le  reazioni   in occidente furono  talmente  violente  da  indurre  il  papa  a  chiedere  che  si  svolgesse  un  altro  concilio,  quinto ecumenico, per discutere la questione. L'editto venne attaccato dai monofisiti e dai cattolici. Nel maggio del 553 Giustiniano  aprì un concilio. Alcuni giorni dopo papa Vigilio pubblicò un Constitutum, che rifiutava molte proposizioni dei 3 antiocheni, senza però condannare in blocco l'opera. Nel mese successivo, nella seduta conclusiva venne confermata la condanna dei 3 capitoli.  Il papa accettò ciò che era stato elaborato nel concilio e promulgò una 2° Constitutum che condannava i 3 capitoli. Soltanto così gli fu permesso a papa Vigilio di ritornare a Roma.

 

LA CHIESA NELL'ITALIA LONGOBARDA E GREGORIO MAGNO

Nel 569 invasero l’Italia i Longobardi. Essi non  si  adattarono  ai  costumi dell’impero,  e  reintrodussero  l’arianesimo  con  molte analogie pagane, ostacolando il cattolicesimo degli odiatissimi romani. Pur non riuscendo a sradicare il cattolicesimo, decimarono la popolazione soprattutto  fra  i vescovi  e  preti.  Gregorio  si  fece  monaco  e  trasformò  in  monastero  la  vecchia casa paterna. Diventato consigliere di fiducia del Papa, alla sua morte nel 590 il popolo lo acclamò come suo successore, e Gregorio accettò solo dopo molte rimostranze. La Roma che  prese  in  mano  non  era  più  la gloriosa sede  della cristianità, era una città decimata nella popolazione che aveva perso le sue caratteristiche di splendore. Alla fine del suo pontificato sarà acclamato come  il precursore del nuovo stato pontificio. Custode del suo  popolo,  della  fede   e   difensore. Egli non  esitò  ad  assumersi  responsabilità  militari  e  politiche:  si  occupò  di  eserciti,  approvvigionamenti,  riscatti. Patteggiò la ritirata  dei  longobardi  con l’imperatore  con  un  pagamento,  e  questo  scandalizzo  la  parte  bizantina dell’impero, che lo vide come un tradimento. Ottenne che l’assedio  fosse tolto  in  cambio  di  una  rendita  annuale  d’oro. Senza affermare la subordinazione dello Stato  alla  Chiesa,  sottintese  il  primato  della spiritualità e giudicò complementari i due poteri. Il potere economico della Chiesa crebbe a  dismisura,  e  Gregorio  si  premurò  di  metterlo  in  mano  a uomini  fidati. Il patrimonio servì a sovvenzionare gli eserciti, gli interventi in favore di popolazioni lontane. Scrisse i Dialogi su varie problematiche e il Registrum epistolarum. Quest'ultimo ci dà preziose notizie sulla Sicilia. Il papa aveva la parte più grossa della Sicilia e si rivelò un ottimo amministratore di queste proprietà e mostrò interesse per i coloni che vi lavoravano.


MONOGRAFICO

Palladio è un autore che ha scritto aneddoti sui monaci. Palladio nella sua Historia Lausiaca racconta che ad Alessandria c'era una donna consacrata, al servizio di Dio che era molto attaccata alle sue ricchezze. Un santo di nome Macario volle metterla alla prova e punirla per questo suo attaccamento alle cose materiali. Macario propose alla donna di acquistare delle pietre preziose, questa accetta ma non vuole figurare nella trattativa perché a quel tempo le donne non potevano mostrarsi attaccate alle cose materiali, tanto più se erano consacrate. La donna da i soldi a Macario il quale dovrà acquistare queste pirte. Macario però anziché comprare le pietre, investe i soldi della donna in un ospizio per lebbrosi. La donna dopo un po' di tempo chiederà a Macario di vedere le pietre. Macario invece le mostrerà l'ospizio. La donna impara la lezione e riconosce al sacerdote il merito di averla salvata dall'attaccamento per le cose materiali. La malattia spirituale della donna era l'avarizia. In genere i Padri della Chiesa esortavano i fedeli a non essere attaccati alle cose materiali e di tener conto dei più bisognosi. Il cristianesimo in genere è considerato la religione del paradosso. Sicuramente quello più noto è quello di un Dio morto in croce che per i giudei rappresenta uno scaldalo mentre per i greci stoltezza; i primi saranno gli ultimi; una persona apparentemente sana può essere malata e viceversa

 

MALATTIE CORPORALI E MALATTIE SPIRITUALI: RICCHI E POVERI A CONFRONTO

esistono 2 tipi di malattie quelle corporali e spirituali. Di fronte alle malattie corporali ci sono 2 atteggiamenti:

  • influiscono sul comportamento e sull'umore di chi ne è colpito
  • provocano ribrezzo a chi li guarda.

A proposito del 2° punto Agostino testimonia che un comportamento diffuso era quello di sputare addosso ai lebbrosi. Gerolamo invece dirà che colui che soffre è un nostro simile e tutto quello che patisce lui lo possiamo patire anche noi.

Esistono anche delle malattie spirituali che nel mondo cristiano vennero identificate con i 7 vizi capitali: lussuria, avarizia, gola, accidia, superbia,invidia, ira. A tal proposito Cassiadro dirà che “ogni peccato è la malattia delle anime”. Cassiano tra il IV e il V sec dedicherà un'opera intitolata “Sugli istituti dei cenobiti e sui rimedi degli 8 vizi” i vizi sono 8 perché in questo elenco è presente la tristezza. Il denominatore comune delle malattie spirituali è la noncuranza del prossimo.

Le malattie spirituali erano già presenti nel mondo ebraico, nel momento in cui viene sviluppato il concetto di interiorizzazione della malattia. Anche secondo la tradizione letteraria, filosofica e medico greco-romana (stoici, epicurei) desideri, tristezza, gioa non erano una cosa buona perché causavano turbamenti. Nella tradizione medico-filosofica antica si parlava di malattie mentali alcune delle quali secondo il pensiero cristiano sono dovuti ad una scarsa considerazione dei bisogni altrui, di conseguenza si deve parlare di malattie spirituale. Cromazio, vescovo di Aquileia, scrisse che “chi è malato nella mente/spirito è malato nell'anima”. Quindi vi è un equivalenza tra le malattie mentali greco-romane e le malattie spirituali del mondo cristiano. Tutti gli uomini possono essere soggette ad entrambe le malattie (spirituali e corporali). Nel mondo cristiano s'insiste nell'immagine del povero sofferente ma virtuoso (ciò è sottolineato nel vangelo nel passo di Lazzaro). I poveri venivano giustificati perché la virtù dell'anima viene messa a dura prova, perché l'umana fregilità è priva di tutti i beni. Poi vi sono i poveri che fingono di essere malati. Questo atteggiamento viene aspramente criticato dagli autori cristiani come Ambrogio e sanzionato dagli imperatori. Ambrogio dirà che ci sono i poveri che potrebbero ma che non vogliono lavorare, e tolgono l'elemosina a chi ne ha veramente bisogno. Gli imperatori Graziano, Valentiniano e Teodosio emanarono una costituzione che prevedeva che il mentire sulla propria salute era un crimine. Se si era sicuri sulla buona salute del corpo e dell'anima, questi finti malati, venivano consegnati al delatore e se erano di nascita libera divenivano coloni, se erano di nascita servile divenivano schiavi. Contrapposti a questi falsi malati ci sono i poveri vergognosi, cioè quelli che prima avevano un certo grado sociale e che caduti in povertà si vergognano a chiedere l'elemosina. Sia nel mondo cristiano che in quello romano si ha sempre avuto rispetto per questi.  Nerone ad es. avrebbe dato sussidio a quei senatori caduti in povertà per mantenere lo stesso stile di vita. Ad es Gregorio Magno mandava attraverso il suo personale una scodella di cibo. Nel concilio di Aurelianense del 511, venne detto: “Il vescovo dispensi, per quanto ne abbia la possibilità, ai poveri o agli infermi, che per la loro debolezza fisica non possono lavorare con le proprie mani il cibo”. Con a legge di Caio Gracco i ricchi e i poveri che avevano la tessera di cittadino romano ricevevano cibo. Ne 531 Giustiniano mette un provvedimento che si occupa degli indigenti e di sovvenzionare

  • l'ospizio della città di appartenenza
  • in presenza di più strutture quella più bisognosa
  • in assenza di centri di accoglienza all'interno del territorio venivano dati al vescovo o all'economo locale

nel 455 Valentiniano e Marciano stabilirono che non s potesse contestare un testamento emesso nei confronti dei poveri. L'esecutore doveva essere il vescovo che doveva distribuire ai poveri.

  • Nell'antichità non esisteva la solidarietà di classe, i poveri venivano collocati nel gradino più basso dopo i servi, infatti quest'ultimi almeno godevano di vitto e alloggio.
  • Gregorio Magno, durante un'omelia, racconto di Servilus, un povero virtuoso che nonostante fosse indigente portava lode a Dio e si preoccupava degli altri poveri. Servilus non veniva degnato neanche da uno sguardo da un ricco che ogni giorno gli passava davanti. Il peccato del ricco è la superbia. A tal proposito Agostino si chiederà “ a che cosa serve un corpo sano se l'animo che lo abita è malato?”

 

I VIZI, MALATTIE SPIRITUALI

Dai padri della chiesa i vizi venivano considerati come le malattie più gravi.

I ricchi erano malati e poveri spiritualmente i poveri erano più ricchi dei rischi

a questo proposito sant'Agostino si chiede “che cosa ha il ricco se non ha Dio  e che cosa non ha il povero se ha Dio?”. Ambrogio precisa che per colpa dell'avidità si diventa malato sia spiritualmente che mentalmente infatti più si possiede più si desidera. Orazio sempre a tal proposito diceva: “l'avaro ha sempre bisogno di qualcosa”.

Poteva anche accadere che le 2 situazioni si capovolgessero cioè che il povero fosse sano e il ricco malato. Agostino infatti dice che il ricco malato può ricevere aiuto dal povero e per questo bisogna fare attenzione perché possiamo avere sempre bisogno. Poteva anche accadere che il ricco malato invidiasse la condizione sana del povero. A questi malati l'eremita Ilarione diceva “Se quello che hai speso pagando i medici o avessi dato ai poveri, ti avrebbe curato Gesù, il vero medico”.


INTERDIPENDENZA TRA RICCHI AMMALATI SPIRITUALMENTE E POVERI INFERMI FISICAMENTE

Il ricco ha bisogno del povero per procurarsi la vita eterna

il povero ha bisogno del ricco per ricevere le cure adeguate

 

I RIMEDI PER GUARIRE DAL PECCATO, DALLA MALATTIA SPIRITUALE

I padri della chiesa propongono come rimedio l'ELEMOSINA attraverso la quale si può guarire dall'avarizia e dalla superbia. Esemplare è il comportamento di PAMMACHIO (IV sec) il quale alla morte della moglie Paolina organizza un banchetto a s.pietro in cui invita solo i poveri. Gerolamo dirà che questi poveri verranno trattati come eredi di Paolina e coeredi di Pammachio.

In una novella di Giustiano vi è scritto che le donazioni alla chiesa servivano per la salvezza dell'anima.

Un altro rimedio era la CURA PERSONALE DEGLI INDIGENTI. A volte i ricchi, volendo temporeggiare a questa richiesta mandavano qualcun altro a curare i poveri. Questo escamotage veniva utilizzato soprattutto dagli uomini, mentre le donne difficilmente si sottraevano. Ad es. durante la pestilenza del III sec in Africa sia ad Alessandria che a Cartagine, tutto il popolo cristiano curò le persone malate.

Tra le protagoniste dell'attività curativa vi fu:

FABIOLA: la quale costruì il 1° ospedale a Roma in cui si recò periodicamente per portare conforto ai degenti. PAOLA: anche lei operava nei confronti dei più deboli

FLACILLA: (moglie di Teodosio I) anche lei si prendeva cura dei malti. Si recava nelle loro abitazioni, procurando ciò che era necessario. Visitava i centri di accoglienza delle chiese e si rendeva utile

CERASIA

SANTA RADEGONDA: anche lei si occupa dei malati, non disdegnando i lebbrosi

MELANIA e il marito PINIANO: dopo la morte del figlio, spesero il patrimonio in favore dei malati, offrendo tutte le cure necessarie

GREGORIO MAGNO: non potendosi prendere cura di tutti i malati perché papa, mandava ogni giorni i suoi emissari a prestare assistenza

poi vi erano i vescovi che esercitavano la professione medica, tra questi vi fu: SEBASTE IN CAPPADOCIA, TEODOTO DI LAODICEA, BASIIO, CIPRIANO e CESARIO.

CESARIO: fondò un ospedale accanto la cattedrale e fece in modo che i malati potessero seguire le funzioni religiose che si svolgevano nella basilica accanto. In questo modo si offriva una cura spirituale e corporale.

Altri rimedi per le malattie spirituali erano:preghiera, lettura delle sacre scritture, digiuni, battesimo, eucarestia,  penitenza

e il martirio.

Nelle fonti giuridiche non vi è nessun riferimento alle malattie spirituali, però Onorio e Teodosio II emanarono una costituzione nel 419 che permetteva ai sacerdoti di entrare nelle carceri per curare i malati, nutrire i poveri, consolare gli innocenti ed eventualmente ottenere dal giudice una mitigazione della pena.

Anche i santi potevano essere considerati medici del corpo e dell'anima (tra questi S.MARTINO).

 

Fonte: http://www.riassuntisdf.altervista.org/wp-content/uploads/2012/09/STORIA-DEL-CRISTIANESIMO-.pdf

Sito web da visitare: http://www.riassuntisdf.altervista.org/

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