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I rapporti fra il pensiero schellinghiano e la ricerca scientifica furono realmente molto stretti, favoriti anche dalla crisi del pensiero meccanicistico.
Meccanicismo: concezione che riduce i parametri esplicativi di un settore determinato della realtà a due soli: materia e movimento locale. Se è esteso a tutta la realtà, allora coincide col materialismo.
Il successo del meccanicismo, nel pensiero moderno, è legato alla rivoluzione scientifica quando, a partire da Galilei, la meccanica riceve un impulso potente dalla fondazione della dinamica, cioè della scienza del movimento dei corpi. Principio d’inerzia: la materia è priva di attività propria; con esso si nega l’oggettività delle qualità sensibili. Descartes estende il meccanicismo anche ai viventi (più tardi il materialismo di La Mettrie). I filosofi idealisti successivi a Kant sosterranno le posizioni più critiche nei confronti del meccanicismo.
In effetti, il razionalismo meccanicistico del Settecento si era rivelato insufficiente a stabilire un’effettiva continuità fra l’uomo e la natura. Anche la fisica meccanicistica, posta a contatto con problemi quali l’azione a distanza, la continuità\discontinuità dell’azione di contatto, le proprietà delle particelle di materia, aveva visto sorgere l’indirizzo dinamista, che riconduceva la materia all’azione di forze contrapposte agenti su punti inestesi. Gli sviluppi della chimica, della fisica dei gas, dell'elettrologia degli ultimi anni del ‘700 richiamavano l’attenzione su un campo di fenomeni in base ai quali gli stessi processi biologici assumevano una luce nuova e di fronte ai quali si trovava in difficoltà un’interpretazione di tipo meccanico.
Tali fenomeni presentavano un particolare tipo di trasformazione continua, di scambio e iterazioni reciproche per cui si faceva strada l’idea che la continuità fra di essi dovesse essere ricercata, oltre che in una molteplicità di strutture materiali o in una pluralità di sostanze specifiche, cioè in fluidi ponderabili e imponderabili, anche in un’iterazione di forze analoga a quella con cui i dinamisti cercavano di interpretare le condizioni meccaniche della materia.
Il primo tentativo di dare luogo ad una fisica dinamista, in contrapposizione all’atomismo meccanicista, lo si ebbe con Kant (Primi principi metafisici della scienza della natura – 1786 -): l’estensione dei corpi non è dovuta a una sostanza materiale, ma all’effetto di forze repulsive agenti su punti geometrici inestesi. La materia era dunque un prodotto della forza o del movimento ed in ciò si vedeva, su un piano filosofico-metafisico, la possibilità di stabilire una comune matrice per il mondo della natura e per quello dell’uomo. Studio dei vari tipi di iterazione tra i fenomeni, ammettendo una continuità fra di essi; l’idea di un’unica forza appariva un criterio di giustificazione estremamente suggestivo.
Schelling si propone di dare luogo ad una metafisica speculativa (riduzione della molteplicità dei processi della natura all’azione fondamentale di un particolare principio empirico – ossigeno, luce -).Da questo presupposto si origina la sua riflessione sulla natura, che considera insufficiente il meccanicismo, in quanto non si può pensare la natura senza forza (e, viceversa, la materia è ciò che riempie lo spazio).
L’insufficienza del meccanicismo emerge in modo ancora più evidente se si considera l’organismo il quale, poiché porta in sé la ragione del proprio essere ed è causa ed effetto di se stesso, istituisce un rapporto di circolarità non riconducibile alla meccanica. L’organismo, afferma Schelling, è un tutto unitario cui preesiste un concetto. Immanenza del concetto di natura. La materia si organizza da se stessa, è unità originaria di materia e spirito (meglio di Dio). Tutte le parti della natura sono connesse e coinvolte in un rapporto organico di reciproca causalità.
Questa concezione della natura permette di risolvere tre problemi:
Problema dell’organismo: centralità del processo chimico della combustione, realizzantesi attraverso la combinazione di vari corpi con l’ossigeno. Questa sostanza (ossigeno) è il principio attivatore di tutti i fenomeni naturali, poiché all’ossidazione si possono ricondurre tutti i processi chimici. Il carattere originario dell’azione chimica è dimostrato dal fatto che realizza un legame di continuità fra mondo inorganico e viventi, poiché l’ossigeno bruciato dagli animali con la respirazione viene rigenerato dalle piante. L’azione chimica non viene mai meno (ciclicità) e può mantenere il suo ruolo attivatore dei fenomeni naturali.
Schelling cerca anche la connessione dei fenomeni chimici con i fenomeni elettrici e magnetici (possiedono la comune qualità di attrazione e repulsione più altre svariate congetture).
Dualità di forze, secondo Kant costituenti la materia stessa. Schelling ritiene però che da questa sia possibile giungere a concepire anche la variabilità della materia e, in base a questa, contro Kant, anche la sua mutazione qualitativa.
Altrove Schelling sostiene che i principi del meccanicismo e dell’organismo sono gli stessi (necessità che la linea retta meccanica – autodistruttiva all’infinito – abbia bisogno di rifluire su se stessa tramite l’organismo). Meccanicismo di cause ed effetti che rifluisce su se stesso in modo da condurre il movimento generale alla sua sorgente.
Forza primitiva inesauribile della natura che si nasconde dietro i singoli fenomeni e si diffonde in tutte le materie attraverso lo spazio cosmico. Questo proteo agisce come luce, come materia energetica capace di attivare tutti i processi naturali. Presenta la stessa dualità originaria della materia che è causa di movimento (forza espansiva – etere – e attrattiva – ossigeno - ). Necessità di un’alterazione dell’equilibrio per permettere il movimento (principio del movimento astronomico e principio della vita).
Più avanti, nel momento in cui la natura assumerà caratteri completamente oggettivi, egli esclude ogni causa ad essa estranea e ne afferma l’autonomia. Non è più sufficiente allora la spiegazione dualistica, soprattutto perché non riesce a spiegare come la materia, costituitasi come massa, riesca a gravitare intorno ad altri corpi. La gravitazione sarà dovuta a un terzo fattore, ad una forza specifica del peso, che può essersi prodotta nel corso dell’evoluzione cosmica (corpi staccatisi dal corpo centrale ne hanno subito l’influenza dominante).
Esplosione e successive sfere di affinità.
Più che un’ipotesi cosmologica, a Schelling interessa costruire una genesi ideale per la molteplicità del mondo naturale.
Il biologo Karl Friedrich Kyelmayer riduce la molteplicità dei vari organisma a tre fattori: la forza riproduttiva, l’irritabilità e la sensibilità. Per Schelling invece essa si produce tramite il mescolamento di magnetismo, elettricità e chimismo. Derivazione di un fenomeno dall’altro (Goethe: espansione e concentrazione successive dall’albero alla foglia).
Magnetismo, elettricità, processo chimico: tutti e tre insieme (galvanismo) costituiscono la base fisica dell’irritabilità, cioè della vita animale.
Galvanismo: complesso dei fenomeni dell’elettricità animale (contrarre il muscolo di una rana con un arco di due diversi metalli).
Ricorso alla triplicità di fattori: paradigma fondamentale nella costruzione dei fenomeni.
Terzo fattore: peso prototipo della qualità della materia (chimismo: luce\galvanismo: vita).
L’assunzione dei vari schemi o paradigmi duali o triadrici di iterazione o di combinazione dei fenomeni appare dunque ora più suggerita da un'indicazione empirica, comune alla scienza del tempo, ora più coinvolta in una sistemazione speculativa del processo costruttivo della materia. In Schelling tale sistemazione speculativa tende ad assumere sempre più importanza.
Fonte: http://www.liceomeda.it/new/documenti/materialedidattico/filosofia/schelling_e_la_scienza.doc
Sito web da visitare: http://www.liceomeda.it
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