L’amore dura

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L’amore dura

L’amore dura!
“Non è vero come dicono le statistiche, che il matrimonio scade. Può durare finché la morte non separa gli sposi se si attivano corrette strategie…”, spiega Carlo Lazzari, psicoterapeuta a Londra e studioso di dinamiche familiari. Chi ce la fa non è un superman dei sentimenti, ma una persona normale che, nella società dello zapping generalizzato, ha trovato, comunque, la formula per tenere alto il tenore emotivo della coppia. Ma vediamo come e perché un matrimonio sfaldarsi o durare per sempre con l’aiuto dello psicoterapeuta e di alcune testimonianze.

LE INSIDIE DELLE INFATUAZIONI INFANTILI
“Quando ero bambina divoravo i romanzi rosa. Mia madre mi suggeriva di lasciar perdere perché l’amore non è solo moto del cuore, come spiega molta letteratura, ma anche atto di volontà. Ho cancellato quelle parole che mi sembravano crudeli nella mia mente: mi sono innamorata e sposata sull’onda dell’adrenalina messa in moto dalla cotta. Non ho valutato se mio marito e io potevamo essere compatibili, se fra noi c’era quel quid di affinità o determinazione indispensabili per stare insieme. Desideravo solo che la nostra nuvola rosa fosse eterna”, racconta Marta, 33 anni, insegnante. Dopo circa un anno ho cominciato ad avvertire che qualcosa non andava: non sopportavo più alcune sue cattive abitudini come lasciare a me tutte le incombenze domestiche o esplodere di rabbia la sera quando sul lavoro qualcosa non aveva funzionato e così giorno dopo giorno, ci siamo allontanati e poi lasciati”. Prosegue Vittoria, 30 anni, impiegata: “Durante i primi mesi di matrimonio eravamo sempre insieme, condividevamo tutto. Poi non so perché, ma ho cominciato a sentirmi soffocare finché ho provato disgusto per le sue sinfonie di Bach, le sue mostre d’arte, la passione per i cavalli. E l’infatuazione bambina che mi dava la carica necessaria per accettare la sua diversità si è come dissolta. Il silenzio è sceso su di noi”. L’amore formato colla, o addirittura quello legato a un cronico bisogno insoddisfatto di affetto, sono campanelli di allarme che dovrebbero spingerci a lavorare prima su noi stesse per evitare di idealizzare il partner e desiderare da lui la perfezione. Non per tutte le coppie funziona il copione: innamoramento finito = matrimonio in crisi. Angelica, 50 anni, racconta: “Proprio quando il mio cuore ha smesso di essere accelerato e le gambe non tremavano più alla vista di mio marito ho cominciato a costruire un rapporto vero. I difetti del mio partner mi facevano ridere anziché esasperarmi, in più, anche nei momenti difficili, quando ero proprio stanca, mi sono sempre ripetuta come un mantra che mio marito non aveva le mie abitudini, i miei gusti… era diverso, un’altra persona rispetto a me e così la relazione ha cambiato di segno. E ho cominciato a volergli bene non per quel che mi dava o per le emozioni che era in grado di suscitare in me. Da quel momento ho concentrato la mia attenzione sui suoi aspetti positivi: non è un buon manager, ma un uomo molto affettuoso con i bambini. E questo è sicuramente un buon ingrediente per far durare un matrimonio”.

UNA COPPIA ADULTA
Per formare una coppia a prova di tutto l’importante è avvicinarsi al partner come persone adulte. Questo significa rinunciare a sogni infantili di vedere realizzati desideri impossibili semplicemente applicando al nostro lui la maschera del Principe Salvatore o alla nostra lei l’aureola di infermiera, di colf a tempo pieno, di robot in grado di risolvere ogni problema. Molte donne sono deluse dagli uomini perché nutrono speranze da bimbe piccole: con lui sarò felice, ricca, rispettata socialmente, coccolata… E qualcosa di simile vale anche per gli uomini che sognano principesse o top model perennemente seducenti. Non solo. Molti sperano in perenni abbracci e affetto caloroso non-stop e quando scoprono che nella quotidianità non funziona così si sentono abbandonati, soli e lasciano andare la coppia in decomposizione. Ma il problema è a monte. Per trovare l’amore vero ci vogliono cervello e cuore. La ragione deve guidare il cuore definendo mete di coppia realistiche, adeguate. Anche in amore bisogna essere un po’ atleti: saper controllare le proprie angosce e mantenere alta la capacità di concentrazione e di tolleranza allo stress. “Per avvicinarsi a un uomo o a una donna nel modo migliore dobbiamo conoscere innanzitutto noi stessi e i nostri bisogni. Solo a partire da queste condizioni non correremo il rischio di sovraccaricare l’altro e la coppia delle nostre insoddisfazioni. Con simili premesse cavalcare l’onda dell’amore sarà più lieve e piacevole. Dice Serena, 45 anni: “L’incontro con Franco, mio marito, è stato un vero colpo di fulmine. Ci siamo conosciuti vent’anni fa in un grande magazzino di articoli sportivi. E da allora non ci siamo più separati. Siamo entrambi appassionati di trekking in montagna e le nostre affinità sportive avevano creato un punto di incontro forte fin dall’inizio. Entrambi amavamo le sfide nella natura. Per due anni abbiamo messo a punto la nostra compatibilità di coppia fra alture e torrenti. Ma in seguito abbiamo scoperto anche altre affinità: molti gusti in comune, il piacere di essere liberi, di ritagliarci spazi personali, sostenendoci però, sempre a vicenda nei momenti di difficoltà. Il nostro legame ha tenuto perché ogni cosa ha avuto un suo ritmo fisiologico: conoscenza, compartecipazione ad attività comuni, apertura reciproca sui propri bisogni, parole, ma anche silenzi e sguardi che sono divenuti complici e capaci di scaldare il cuore. Credo sia questo ciò che avviene in un amore che tiene”. La formula della felicità in questo come in altri amori duraturi si può riassumere così: pochi stereotipi, zero raggiri, patti chiari e desiderio di stabilire vincoli paritari e di rispetto reciproco”, dice Lazzari. Questa formula vale anche quando i partner sembrano lontani anni luce, come Pietro 55 anni e Cristina, 34, infermiera sudamericana. “Ho conosciuto Pietro a San Paolo in Brasile mentre visitava la filiale dell’azienda in cui lavoravo. Durante la sua permanenza ci siamo frequentati per lavoro e poi scambiati l’indirizzo email. Ero colpito dalla sua gentilezza davvero inconsueta fra gli uomini del mio paese. Quando lui è partito abbiamo cominciamo a scriverci, così,  ci siamo confidati i nostri programmi di vita in inglese perché era la lingua che conoscevamo entrambi. Ora siamo sposati con due bambini che parlano italiano e spagnolo, e viviamo a Milano. Pietro ha cambiato lavoro e io anche per poter stare vicini. Siamo sereni. Il segreto della nostra felicità? “Trasformare la diversità in ricchezza, essere duttili e dinamici, non aver paura dei cambiamenti se questi sono finalizzati a rafforzare la coppia”.

IN AMORE BISOGNA DARE
La generosità è il risultato di una maturazione psicologica, ma può anche mascherare immaturità. Ci sono comportamenti apparentemente altruistici che derivano da un’ansia di auto gratificazione. Sono i casi in cui si ricercano contropartite, in cui si fa un dono al partner perché si desidera da lui altrettanto o di più. Così si chiama amore il baratto… Si può essere immaturi sia quando si ha paura a prendere sia quando si desidera solo ricevere. A volte dietro un’apparente disponibilità non c’è vera oblatività cioè capacità di dare senza aspettarsi nulla in cambio.

MATRIMONIO È ANDARE…
Infine una meditazione: sposarsi non è sostare beatamente felici in una storia, ma andare verso una meta, un obiettivo comune. Ricordiamolo: andare che sembra un semplice verbo di moto, in realtà, ha origini molto antiche. Occorre risalire ai tempi di Mosè che va nel deserto non per propria scelta, ma per salvare il suo popolo così come Dio voleva. Molti profeti andavano nel deserto, nella Chiesa i missionari vanno verso terre lontane per portare parole di speranza. Anche il matrimonio è un andare verso terre psicologiche nuove, un andare eroico, disperato, ma, a volte, anche molto felice.
MARIA  ANGELA  MASINO

 

Cf.  GIACOMONE DAQUINO, Se questo è amore, ed. Mondadori.
Eric From,  l’arte di amare, ed. Mondadori.

 

Fonte: http://angelimissionari.altervista.org/wp/wp-content/uploads/2010/10/lamore-dura.doc

Sito web da visitare: http://angelimissionari.altervista.org

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