Bibbia in volgare

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Significato dei termini utilizzati nei libri

 

Bibbia in volgare

Bibbia in volgare la prima bibbia cristiana in una lingua moderna fu stampata da johan mentelin a strasburgo nel 1466, in tedesco. A questa fece seguito quella del camaldonese niccolò malerbi che pubblicò a venezia la prima traduzione italiana nel 1471, che ebbe un grande successo editoriale con undici edizioni fino al 1494, e un mezzo plagio, nel 1471 ancora a venezia a opera dello stampatore adam di ambergau con sei vignette xilografate colorate a mano. Sulla liceità dei volgarizzamenti biblici furono avanzati dubbi e sospetti dalle autorità cattoliche. In un’epoca in cui non vi era ancora un textus receptus riconosciuto come canonico, la discussione riguardava quale dovesse essere il testo autentico, e chi fosse autorizzato a leggerlo e utilizzarlo. Divieti di carattere locale contro le traduzioni diffuse dai movimenti ereticali erano stati emanati dai singoli vescovi fin dal xii secolo ma la politica censoria prevalente consisteva non tanto nella proibizione, quanto nel controllo attraverso la promozione di versioni con glosse esplicative e commenti ortodossi a cura di predicatori domenicani. Il pericolo del libero esame in assenza della mediazione ecclesiastica apparve via via più chiaro, e sempre più spesso fu associato alla nascita di movimenti ereticali. La prima traduzione in lingua inglese risaliva a esempio al 1380-82 e era opera dei discepoli di j. Wycliffe, riformatore religioso che rifiutò la gerarchia della chiesa e alcuni sacramenti, e negò la transustanziazione. Ciononostante la questione assunse i caratteri dell’urgenza solo quando la circolazione delle bibbie in volgare fu ampliata dalla stampa. Nel 1492 l’inquisizione spagnola proibì le traduzioni della bibbia, nell’ambito della persecuzione degli ebrei e dei conversos. La più antica versione spagnola del solo antico testamento, detta bibbia alba, risaliva al 1422-1433 ed era dovuta a un ebreo, m. Arangel, non fu risparmiata comunque neppure la versione catalana del domenicano bonifazio ferrer (1478), di cui non si conosce alcun esemplare giunto fino a noi. Ebrei di origine spagnola commissionarono un’altra versione dell’antico testamento a ferrara, attirando sul ducato le pressioni spagnole, seppure inefficaci. La prima bibbia in spagnolo completa non si ebbe che nel 1569 a basilea, a cura del protestante b. De cassiodoro. Quando la riforma mise in campo il concetto teologico della sola scriptura, cioè la bibbia come unica fonte della rilevazione, con esclusione dell’altra fonte cristiana, cioè la tradizione, si ebbe la preoccupazione di arginare le idee protestanti, ben presto associate alla bibbia in volgare e alla libera interpretazione del testo sacro. In inghilterra l’edizione del nuovo testamento di w. Tyndale (worms, 1525-1526) si scontrò subito con la proibizione del vescovo di londra, seguito nel 1530 da un divieto di enrico viii, ancora cattolico. Assunto il controllo della stampa, il re vietò immediatamente le volgarizzazioni bibliche, poiché disseminavano errori tra il popolo. In francia l’edizione del nuovo testamento in francese di lefevre d’etaples (1523) provocò un dibattito che si concluse nel 1526 con un editto proibitorio del parlamento di parigi. La successiva versione francese della bibbia, la saint bible di r. Benoist del 1566 fu condannata all’istante dalla facoltà di teologia di parigi e poco più tardi da papa gregorio xiii, per le palesi affinità con traduzioni francesi calviniste, pubblicate a ginevra. Così sul finire del xvi secolo le versioni protestanti erano associate alle traduzioni in volgare. Infatti in volgare erano le bibbie adottate dalle chiese protestanti: in tedesco, la bibbia di lutero (1522-1534 e definitiva 1545), e quella di zwingli, o bibbia di zurigo (1524), in francese, la bibbia calvinista, usata dai valdesi, di p.R. Olivètan (1535), in inglese, la bibbia di re giacomo (1611). I padri conciliari riuniti a trento decisero nel 1546 di sottoporre le bibbie in volgare al controllo dei vescovi, incaricandoli dell’esame, dell’approvazione e eventualmente del divieto. Le traduzioni furono tassativamente vietate, fatto salvo il permesso di lettura rilasciato dal sant’uffizio, nel primo index librorum prohibitorum del 1559, questa proibizione era stata anticipata nell’agosto del 1558 da un divieto promulgato dal sant’uffizio di venezia, allora principale centro di produzione editoriale del testo biblico. Una parziale apertura si ebbe con l’indice tridentino del 1564, che portò a una momentanea ripresa delle impressioni, e un’ultima bibbia in volgare italiano fu pubblicata a venezia nel 1567, lo stesso anno in cui ne era sancita la definitiva proibizione, confermata tra molte polemiche con la promulgazione dell’indice clementino del 1596. Sempre nel 1596 i volgarizzamenti biblici furono autorizzati per i cattolici dell’europa centrosettentrionale e orientale. Importante la katholische bibel tedesca del 1622, che raccoglieva le versioni uscite dal 1527 al 1630. Posteriore alla riforma, in lingua francese, fu la cattolica douai-reims bible (1582-1610), mentre rimasero proibiti i volgarizzamenti in italia, spagna e portogallo. Qui la censura colpiva non solo le traduzioni integrali della bibbia, ma anche i volgarizzamenti parziali, le traduzioni in versi, le antologie e le parafrasi omiletiche o liturgiche. Una scelta ristretta di questi materiali poteva essere letta previo permesso di lettura, tutto il resto fu sottoposto a sequestri e dato alle fiamme. Il mercato clandestino ovviamente trovò spazi e modi per esercitare una certa distribuzione di bibbie in volgare provenienti soprattutto d’oltralpe, in particolare da lyon, ginevra, parigi e norimberga. Tuttavia il possesso di tali libri era rischioso, benché discretamente diffuso. La censura totale durò fino al 1758, quando benedetto xiv, sulla scorta di un precedente decreto della congregazione dell’indice, autorizzava chiunque alla lettura delle versioni in volgare commentate e approvate dalla santa sede. La produzione di bibbie cattoliche in lingua italiana (per i protestanti era uscita nel 1601 la versione di diodati) riprese nel 1773 con la revisione di a. Guerra nella traduzione del malerbi, e poi con la traduzione della vulgata di a. Martini (1769-1781), i paesi iberici dovettero attendere la sospensione del divieto dell’inquisizione spagnola nel 1790 e la traduzione spagnola della bibbia di f. De san miguel pubblicata nel 1790-1793. Bibliografia: barbierato 2002, s.V.

 

Fonte: http://www.cricd.it/pages.php?idpagina=13&idContenuto=6151

Sito web da visitare: http://www.cricd.it/

Autore del testo: Carlo Pastena C.R.I.C.D.

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