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Significato dei termini utilizzati nei libri

 

Doi

Doi acronimo di digital object identifier. Stringa di caratteri usata per identificare in maniera univoca un oggetto digitale. Così come le opere a stampa possiedono l’isbn, per le riviste elettroniche esiste il codice doi, lo standard per l’identificazione di oggetti digitali quali file di testo, immagini, file musicali, audiovisivi. Come l’isbn è registrato presso un’agenzia nazionale e da quel momento è associato in modo univoco a un soggetto digitale, indipendentemente dal luogo in cui l’oggetto è stato spostato. Il doi assume, nel commercio elettronico dei contenuti, un ruolo simile a quello che i codici a barre hanno nel commercio di beni fisici. L’agenzia italiana di registrazione del codice doi è la medra srl (multilingual european doi registration agency) costituita tra l’aie (associazione italiana editori) e il cineca di bologna, consorzio di università italiane, fornitore di tutti i servizi tecnologici dell’agenzia. Il progetto medra, sostenuto dalla commissione europea all’interno del programma econtent, è nato grazie all’iniziativa di aie con la collaborazione del ministero delle attività produttive, all’interno dell’accordo di settore per l’editoria libraria e multimediale. L’utilizzo del codice doi infatti, rende possibile per autori, editori, distributori e utenti di contenuti digitali, registrare il proprio identificativo, garantendo un sistema persistente di citazione, la gestione delle relazioni tra oggetti digitali e il deposito volontario di opere. Attraverso questo codice, chiunque potrà infatti raggiungere, sempre e dappertutto, il documento (o informazioni sul documento) cui è interessato. Il doi, identificando il contenuto invece che l’indirizzo, consente di raggiungere il documento citato anche in caso di spostamento da un indirizzo all’altro. Questo codice costituisce anche la prova che in una data precisa è stata pubblicata una determinata opera. Il doi così si distingue da altri indicatori internet (url, ecc.), Perché identifica l’oggetto indipendentemente da dov’è collocato. Inoltre è differente da altri identificatori di proprietà intellettuale perché è immediatamente azionabile sul web (motori di ricerca, certificazioni di autenticità, ecc.). Il codice doi è costituito da una stringa di caratteri alfanumerici divisa in due parti: un prefisso e un suffisso (a es.: 10.332). Il prefisso è assegnato da medra mentre il suffisso è assegnato dal registrante. Sono distinte due tipologie di registrazione: 1. Novità, per le opere pubblicate negli ultimi 24 mesi prima della firma del contratto, 2. Catalogo, per le opere pubblicate più di 24 mesi prima della firma del contratto.

 

Fonte: http://www.cricd.it/pages.php?idpagina=13&idContenuto=6151

Sito web da visitare: http://www.cricd.it/

Autore del testo: Carlo Pastena C.R.I.C.D.

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