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Significato dei termini utilizzati nei libri
Libro per ragazzi il libro per ragazzi insieme al libro per bambini contribuisce a definire il genere di letteratura amena dedicato all’infanzia. Una ben definita tipologia del libro per ragazzi si può ravvisare nel romanzo di formazione. Mentre la fiaba è fortemente ancorata a un passato, seppure indefinito, solitamente tradotto in un’iconografia tutta versata in un’epoca medievale, surrealista, sospesa e ferma, che non possiede un tempo reale, e che tale rimarrà per sempre, il romanzo di formazione cammina verso il futuro, in un lungo viaggio d’iniziazione che porterà i protagonisti a integrarsi nella società che è regolata da molti codici. Ma nelle fiabe possiamo trovare indizi del romanzo di formazione e in questo, tracce di fiaba e una dimensione surreale a volte fiabesca e a volte anche grottesca. Tra la letteratura per l’infanzia e il romanzo corrono sottili coincidenze. Prendiamo a esempio le avventure di pinocchio oppure le avventure di tom sawyer, dove si trova il percorso formativo a partire già dal titolo, avventure, che presume il dinamico divenire nel tempo. Ma possiamo anche aggiungere a questi, la fiaba di alice nel paese delle meraviglie e attraverso lo specchio e quello che alice vi trovò, che in un mondo di non sense, sembra proprio dispensare senso. Milena bernardi, nel suo saggio il cassetto segreto, scrive: «la fiaba iniziatica dà il via al processo delle rappresentazioni del percorso che l’eroe, il personaggio, il bambino e il giovane intraprendono nell’essere nel mondo, ponendo il protagonista nel bel mezzo di un rito di passaggio e isolandolo nella cornice liminare, la letteratura per l’infanzia, comprendendo anche il fiabesco, anticipa e è propedeutica alla bildung [processo formativo], il romanzo di formazione classico disegna l’iter contraddittorio e spesso discontinuo del processo formativo esaltando le opposizioni tra incanto e disincanto, illusione e delusione-disillusione, utopia e realtà, fino a condurre verso il compromesso dell’io con il mondo, là dove sia accettato e comunque incluso nella metafora fondante del divenire dell’uomo. Può essere […] anche di confluenza e accompagnamento verso altri territori letterari del sapere, e verso la vita stessa, e di questa sua capacità magistrale continua a far bella mostra, però, quasi soltanto attraverso grandi storie narranti ampi paesaggi interiori e visioni d’insieme che comprendano i grandi temi della maturazione colti in innumerevoli sfaccettature intrecciate tra loro». È appena il caso di ricordare che quello che si definisce romanzo di formazione, nelle sue connotazioni sociali e popolari, soprattutto la sua nascita, si pone nel periodo che segue la rivoluzione francese, per cercare di fornire risposte alle diseguaglianze sociali - che furono percepite e vissute come tali, soltanto dopo il terremoto rivoluzionario - e per cercare di ristabilire equilibri rassicuranti, che però non rassicuravano. Esso anzi tese a rendere più esplicite le contraddizioni socio-culturali che traduceva letterariamente. La sua caratteristica è costituita dall’ambientazione del processo di formazione nel vasto contesto della borghesia europea. Il romanzo di formazione si può considerare un genere abbastanza tipico che in passato aveva lo scopo di seguire l’evoluzione spirituale del personaggio principale, dagli anni della fanciullezza fino all’età adulta, e di promuoverne l'integrazione sociale. Il genere nasce in germania tra la fine del 1700 e il 1800 con il nome di bildungsroman. È infatti proprio nel ‘700 che l’uomo acquista una nuova centralità, come testimonia soprattutto la nascita in quest’epoca delle nuove scienze umane quali l’antropologia e la psicologia. Dal punto di vista letterario, questa nuova dignità dell’individuo si rispecchia anche nello sviluppo della moderna autobiografia. Il documento più noto è gli anni di apprendistato di wilhelm meister, scritto nel 1769 da johann wolfgang goethe, in cui il protagonista, un giovane borghese, è iniziato alla vita e all'arte attraverso un viaggio, sia materiale sia spirituale attraverso l'europa. Friedrich leopold von hardenberg, grande poeta del romanticismo, con lo pseudonimo di novalis, pubblicava, nel 1801, enrico di ofterdingen ove, in polemica con goethe, esaltava la ricerca del fiore azzurro, con cui identificava la poesia pura e il suo universo, scevro dal male, dove l’essere raggiunge l’eternità rimanendo puro come un fanciullo e vivendo nella spensierata beatitudine dell’infanzia. In francia il romanzo di formazione fiorì con stendhal (pseudonimo di henri beyle) che nel 1830 scrisse il romanzo il rosso e il nero e, nel 1869, gustave flaubert, faceva pubblicare l'educazione sentimentale. In inghilterra, nel ‘700, agli inizi della grande stagione del romanzo inglese, samuel richardson con pamela, scritto nel 1740, può essere considerato un antesignano del genere, seguito da henry fielding, con tom jones. Charlotte brontë nel 1847, con il drammatico jane eyre, scandalizzò i benpensanti dell’epoca per la descrizione della passione amorosa della protagonista. Charles dickens, nel 1850 con david copperfield, descrisse dolori, paure e innamoramenti dell'infanzia che si concludono con un felice inserimento sociale del protagonista. Sempre di dickens, grandi speranze può essere annoverato tra i romanzi di formazione. George eliot (pseudonimo di mary ann evans) nel 1872 pubblicava a puntate middlemarch: studi di vita in provincia, interessante saggio di psicologia e descrizione d'ambiente. In italia si può citare ippolito nievo con il suo romanzo autobiografico le confessioni d'un italiano, pubblicato nel 1858, in cui l'autore rivive la propria infanzia alla luce della raggiunta maturità che allude alla raggiunta unità nazionale. Per milena bernardi: «le trame dei romanzi di formazione si situano nel passaggio di potere tra aristocrazia e borghesia, esercitando una funzione di filtraggio nei rapporti di forza da una classe-categoria sociale all’altra e, inoltre, mostrando la possibilità di lasciar filtrare ciò che si vuole salvare, prendere e far proprio, in una sorta di scambio in cui è il mondo borghese a calamitare su di sé certi stili e certi modi e forme sedimentati nell’aristocrazia». E i meno abbienti, i poveri, nei romanzi proletari, non godevano dei benefici riservati alla classe borghese, a essi era preclusa la mobilità sociale. Non avevano diritti e, schiacciati dalla miseria, erano emarginati e soggetti a una doppia esclusione, non erano più cittadini del popolo e non potevano far parte della borghesia. I protagonisti del romanzo di formazione classico dalla fine del ‘700 ai primi del ‘900 vissero la loro storia sullo sfondo di quella storia che li aveva creati e che aveva determinato per loro, vittorie e fallimenti, conquiste e disfatte, illusione e disincanto, ma che aveva pur permesso loro il piacere dell’avventura, della scoperta e della conquista, che aveva contribuito a costruire il senso di cui i protagonisti avevano bisogno, e, a sprazzi appariva, vivace, il sentimento del tempo. Infatti, ciò che è evidente nel romanzo di formazione è innanzitutto il sentimento del tempo che accompagna e rende più consistenti le trame avviando i personaggi a quella trasformazione che li renderà adulti. In secondo luogo, il rapporto con la realtà e l’enfatizzazione del quotidiano come osserva ancora la bernardi: «amplificano la rappresentazione delle vite giovanili sottolineandone la potenza metaforica, derivata, come ogni forma simbolica di traduzione della realtà, dalla complessità costante delle vite reali: vite in cui si annunciano soluzioni di compromesso, rinunce, disillusioni, negoziazioni pretese e avanzate dal sistema sociale sovente impietoso e implacabile verso i sogni, le illusioni, le fantasie dei giovani eroi». Infatti, nel romanzo si assiste spesso all’infrangersi impietoso di tutte le speranze, e la realtà vince sui sogni, e questa relazione così complessa con il reale, ha segnato la storia delle trame che hanno accompagnato il processo di formazione dei ragazzi vissuti tra ‘700 e ‘900, fino agli anni della prima guerra mondiale quando inizia il declino del romanzo di formazione, e il genere diventa sempre più romanzo di disillusione. Già alla fine del diciannovesimo secolo, ma soprattutto nel ventesimo secolo, vari fattori rendono il modello del romanzo di formazione inadeguato. Il protagonista del romanzo inizia a raccontare le proprie emozioni, sentimenti, progetti e azioni, visti nel loro nascere dall'interno, e portandoli alle estreme conseguenze. In particolare, viene meno, con la filosofia nietzschiana e quella di ernst mach, ma anche con la psicanalisi di freud, la fiducia in un’unica identità dell’io e quindi anche della possibilità di un’esperienza individuale unitaria della percezione del reale. L’oggetto del romanzo non è più l’evoluzione dell’io attraverso l’incontro con la realtà, ma piuttosto la disintegrazione della realtà nel poliprospettivismo di un soggetto multiforme (ne sono un esempio alcuni romanzi di alfred döblin, oppure il romanzo un uomo senza qualità e i turbamenti del giovane törless, di robert musil e ancora, dedalus, ovvero ritratto dell’artista da giovane, di james joyce). All’inizio del ventesimo secolo vi sono anche opere che continuano la struttura del romanzo di formazione come a esempio molta parte della produzione letteraria di hermann hesse che si può porre tra gli epigoni di questa letteratura. Thomas mann ha, addirittura, fornito una sorta di parodia del bildungsroman nel suo ultimo romanzo le confessioni del cavalire d’industria felix krull, iniziato nel 1910 e pubblicato incompiuto nel 1954. Bibliografia: bernardi 2007, 2009, 2011, beseghi 2011, hamelin 2010, libri per ragazzi 2011. (Maria mondello)
Fonte: http://www.cricd.it/pages.php?idpagina=13&idContenuto=6151
Sito web da visitare: http://www.cricd.it/
Autore del testo: Carlo Pastena C.R.I.C.D.
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