Penna d’oca taglio della

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Significato dei termini utilizzati nei libri

 

Penna d’oca taglio della

Penna d’oca, taglio della esistono diverse maniere di tagliare la penna d’oca per scrivere, a seconda del tipo di scrittura che si vuole ottenere. L. Arrighi, nella sua opera il modo de’ temperare le penne con le varie sorti de littere, roma, 1533, fornisce questa descrizione: «[...] Adonque la penna sie legera, che sia rotonda, lucida, e dura, e che non sia molto grossa, communemente di occa sono le megliori. E similmente si pigliera un coltellino di buon acciaio, e ben tagliente, la cui lama sia dritta, e stretta, e non incavata, come qui ti ho notato, percio che la panza, la largeza e la incavatura del coltello non lasciano, che la mano il possa governare a suo modo. E letto che haverai la penna e il temperatoio, prima guarderai quella parte di essa penna, che suol stare verso l’animale, la quale ha uno canaletto, che va, da onde termina il rotondo fino a la sommita di lei, e da questa parte farai un taglio circa un dito o poco piu sopra il principio di essa, cioe sopra quella parte, che sta fitta nell’ala, e per esso potrai trarmi la midolla de la penna, cosa che si fa agevolmente con la cima, che si taglia via da la penna. E dico che’l taglio sia da la parte del canaletto, percio che communemente le penne sonno dritte, ma pendeno verso detta parte, benche alcune pendono anchora verso la parte dextra, e pero in questo bisogna haver cura, che la curvita de la penna penda alquanto verso la inforcatura del dito grosso, e dell’indice. Hor fatto questo, con dui tagli assottigliarai l’un lato e l’altro poco di sotto dal primo taglio, facendo che la vada in punta a guisa di vomero, overo a guisa di becco di sparavieri, la quale parte tutta di sotto dal primo taglio chiamaremo il vomero da la penna. E bisogna fare che detto vomero sia da l’una parte e da l’altra equalmente tagliato, come ne lo exemplo vedi, cioe chel taglio non penda piu da la parte di dentro, che da quella di fuori. E fatto questo prenderai detta penna, e ponerai il vomero di essa con la parte di dentro sopra l’ungia tua del pollice, e col coltello prendendo da la parte di fuori, e venendo in sguinzo a l’ingiu verso la punta per spacio di meza costa di coltello, o poco meno, farai la temperatura, la quale se vorrai che la penna geti sottile farai acuta, ma se vorrai che geti grosso la farai piu larghetta. Oltra di questo, bisogna ne la fine del sguinzo, cioe ne l’ultima parte de la punta temperata, tagliare un poco di essa punta temperata per dritto, e senza sguinzo, percio che se la fosse tutta in sguinzo, sarebbe troppo debile, tal che per aveutura farebbe la lettera bavosa, ma a questo modo facendo sempre le penne geteranno benissimo. Poi se qualch’uno, che havesse la mano leggiera, volesse che la tinta piu facilmente scorresse, potra con la punta del temperatoio fendere la punta del vomero de la penna in due parti uguali, cominciando la fessura poco poco di sopra dal sguinzo, et hara quello che cerca, e questo bastera quanto al temperare de le penne, le quali per piu tua chiareza ti ho quivi designato». Penna stilografica [penna, lat. Pĭnna, «piuma, ala» incrociato con pĕnna, «ala», comp. Del lat. Stilus, «stilo» e -grafico, sul modello dell’ingl. Stylographic (pen)]. Penna in cui l’inchiostro necessario per scrivere è contenuto in un apposito serbatoio o cartuccia. Fabbricata secondo concezioni diverse e con successivi perfezionamenti, si ritiene che la sua ideazione debba riportarsi già all’inizio del secolo xix, anche se fu introdotta con lenta progressione nell’uso soltanto nel penultimo decennio dell’ottocento, per merito del newyorkese l. E. Waterman. Antecedenti della penna stilografica si trovano nell’opera erquickstunden di e. Schwender comparsa nel 1636, dove si trova per la prima volta la descrizione di una penna d’oca con un serbatoio per l’inchiostro. In seguito nel journal d’un voyage à paris en 1657-58, si trova la citazione di penne d’argento contenenti inchiostro speciale, con cui si poteva scrivere una pagina senza intingere. Altre notizie di penne con serbatoio per l’inchiostro si hanno nel 1725, 1748, 1783, 1791. Bibliografia: gusmano 2011. Penna stilografica a cartuccia [penna, lat. Pĭnna, «piuma, ala» incrociato con pĕnna, «ala», comp. Del lat. Stilus, «stilo» e -grafico, sul modello dell’ingl. Stylographic (pen), cartuccia, der. (Propr. Dim.) Di carta, dal lat. Charta e dal greco chártēs, dapprima «rotolo di papiro», e dal medioevo, la carta di stracci, ricalca il fr. Cartouche e l’ingl. Cartridge]. In questo tipo di penna stilografica l’inchiostro è contenuto in un involucro di plastica sigillato che si perfora quando viene montato sulla penna.

 

Fonte: http://www.cricd.it/pages.php?idpagina=13&idContenuto=6151

Sito web da visitare: http://www.cricd.it/

Autore del testo: Carlo Pastena C.R.I.C.D.

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