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Significato dei termini utilizzati nei libri
Positivo all’albumina (1885-1920) il più comune tipo di positivo fotografico ottocentesco. Reso pubblico nel 1850 da blanquart-evrad, questo procedimento ebbe un vastissima diffusione. La fortuna dell’albumina coincise con l’utilizzo dei negativi al collodio. L’instabilità delle carte albuminate, che tendono a ingiallirsi, costituì una delle principali cause dell’abbandono di questo procedimento. La superficie dell’immagine appare comunemente lucida o semilucida. Osservando l’immagine con uno strumento di ingrandimento è possibile distinguere le fibre della carta presenti sotto lo strato di legante. Queste non si notano in maniera così evidente come nel caso dei positivi privi di legante. Il colore dell’immagine comprende una vasta gamma di tonalità brune tendenti, in caso di alterazione, al giallognolo. Generalmente l’immagine presenta una minuta cretattura superficiale, che può essere estesa oppure localizzata. Molto spesso si riscontrano segni di ingiallimento delle zone più chiare dell’immagine generalmente accompagnate da uno sbiadimento generale o locale. Il supporto primario è costituito da un foglio di carta generalmente sottile. I positivi su carta albuminata possiedono una spiccata tendenza a incurvarsi. Il supporto secondario è quasi sempre presente, poiché le albumine non montate su supporto rigido tendono a incurvarsi. Comunemente il supporto secondario consiste in un cartoncino di medio spessore. Spesso le albumine erano montate su cartoncino formato carte-de-visite, ecc. Bibliografia: fotografia 1990, 98.
Fonte: http://www.cricd.it/pages.php?idpagina=13&idContenuto=6151
Sito web da visitare: http://www.cricd.it/
Autore del testo: Carlo Pastena C.R.I.C.D.
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