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Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
Significato dei termini utilizzati nei libri
Retino [dim. Di rete, dal lat. Rēte, di orig. Oscura]. 1. Schermo costituito da due cristalli, otticamente perfetti, su cui sono incise con apparecchiature di precisione linee equidistanti (successivamente annerite), unite tra di loro in modo che le linee risultino a angolo retto, mediante il quale si ottiene la scomposizione del colore in tanti puntini di diversa dimensione che determinano le varie tonalità dell’immagine da riprodurre. Visto in controluce, il retino presenta microscopiche quadrettature trasparenti, la cui superficie si misura in percentuale dal 10 al 90% circa, rispetto al nero pieno. Oltre che quadrettato, può avere altre figurazioni, per esempio rettangolari, a losanga o altre forme particolari, ottenute attraverso altri tipi di tracciato. Può anche essere stampato su supporto trasparente (pellicola). Quando si dice retino 24, si intende che ci sono 24 punti in un centimetro come nei giornali, mentre per le illustrazioni dei libri si usa il retino 48, 54 o 60. La riproduzione è tanto più fedele quanto più fitto è il retino, ma esso si deve adattare al tipo di carta perché l’inchiostro non s’impasti. I retini più fitti si possono usare con la carta patinata. La sua invenzione è attribuita all’americano talbot (1852) con successivi perfezionamenti dell’ives nel 1886 e del levy nel 1892. 2. In calcografia, l’insieme dei segni, incisi a bulino o con altro strumento, che creano una decorazione a maglia di rete, particolarmente diffuso nella calcografia. (V. Anche lineatura).
Fonte: http://www.cricd.it/pages.php?idpagina=13&idContenuto=6151
Sito web da visitare: http://www.cricd.it/
Autore del testo: Carlo Pastena C.R.I.C.D.
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