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Significato dei termini utilizzati nei libri
Stamperia del popolo romano la stamperia pontificia alla cui direzione era paolo manuzio fu ceduta da papa pio iv con motu proprio del 26 aprile 1564 al popolo romano, assumendo il nome di stamperia del popolo romano. Dopo la partenza di questi da roma e la cessione dell’azienda a fabrizio galletti, la stamperia visse ancora per una trentina d’anni tra vicissitudini varie e piuttosto stentatamente. Gli anni 1570-1573 passarono tra continue liti tra il galletti, il comune e la curia, e non ultimi gli stessi librai mossi da vari interessi intorno alla stamperia. Nel 1573 fu fatta una convenzione tra il comune e una società di librai. Ancora nel 1578 fu steso l’atto di società della stamperia tra domenico basa quale rappresentante di una compagnia di librai e il popolo romano. Nel 1582 vide la luce l’opera più impegnativa della stamperia, il corpus juris canonici, che tuttavia per l’importanza dal punto di vista commerciale diede luogo a una serie di contese portò allo scioglimento della società di librai nel 1584. Sciolta la società, diversi librai fecero proposte per una nuova società, ma prevalse giorgio ferrari e alla fine del 1585 fu rogato l’atto d’affitto. Sotto il ferrari la stamperia riacquistò nuovo impulso e decoro: fra il 1585 e il 1592 furono stampate ben 50 opere. Dal 1592 al 1595 non uscì nulla, solamente nel 1595 il ferrari riprese a stampare con la solita dicitura «in aedibus populi romani» fino al 1598. Oramai la stamperia non destava più l’interesse del pontefice che con la tipografia apostolica vaticana disponeva di un’azienda veramente efficiente, sicché la stamperia del popolo romano decadde e si spense. Bibliografia: ascarelli e menato 1989 barberi 1942 giorgetti vichi 1959.
Fonte: http://www.cricd.it/pages.php?idpagina=13&idContenuto=6151
Sito web da visitare: http://www.cricd.it/
Autore del testo: Carlo Pastena C.R.I.C.D.
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