Tifo violento

SANO AGONISMO NELLO SPORT
IL PROBLEMA DEL TIFO VIOLENTO

Lo sport riproduce su un piano simbolico la realtà della vita, che è impegno, sacrificio, lotta, sofferenza, ma anche gioia, speranza, soddisfazione e felicità.
La capacità di rinnovare sempre la sfida di vincere o di perdere, elaborando la vittoria o la sconfitta per poi tornare a confrontarsi serenamente, dovrebbe essere anche il fondamento della nostra vita.
Metodo, preparazione, applicazione, tenacia, allenamento, ricerca dell’eccellenza, rivisitazione costante della prestazione, del gesto tecnico e dello stile di gioco al fine di rivederlo, ripensarlo, aggiornarlo e perfezionarlo. Così è nello sport, ma così è anche nella vita quotidiana e nel lavoro.
Resta l’urgenza di una mentalità propriamente sportiva: una cultura dello sport che è visione dell’uomo e fedeltà al senso di giustizia e sana competitività. Se questo obiettivo
resta nitido e capace di orientare gli sforzi di allenatori, dirigenti e genitori, allora lo sport potrà educare davvero al gusto della sfida e al senso del limite, allo spirito di squadra e al sano confronto con se stessi e gli altri, al rispetto dell’avversario (che non è mai da considerare un nemico) e dell’autorità.

Purtroppo, si fa spesso una gran confusione tra essere
sportivi ed essere tifosi.

Frequentare immancabilmente lo stadio per assistere
alla partita, tifare per questa o quella squadra, leggere il “Corriere dello Sport” o la “Gazzetta dello Sport”, discutere accaloratamente con gli amici della Juve o del Milan, significa per tanti essere uno sportivo.
In realtà, ciò vuol dire essere semplicemente un tifoso, cioè un appassionato seguace ed estimatore di un certo atleta o di una certa squadra.

Lo sport vero e proprio è tutt’altra cosa : è attività motoria, partecipazione attiva, impegno diretto, fatica, sudore, soddisfazione personale. Si fa sport quando si agisce e si gareggia in prima
persona, non quando, come avviene nel tifo, ci si accalora per le competizioni degli altri.

A differenza dello sport, il tifo non determina la crescita fisica e psicologica della persona ; anzi spessissimo, per le sue facili deviazioni, può determinare regressioni sul piano comportamentale (c’è gente che, per difendere i colori della propria squadra, sarebbe disposta a tutto, anche a commettere atti vandalici o partecipare a risse che spesso hanno epiloghi drammatici).

In italia ci sono troppi tifosi e pochi sportivi.

Comunque, se mantenuto entro certi limiti di civiltà, il
tifo rappresenta un fenomeno accettabile e positivo. Ciò significa che è
naturale, assistendo ad una partita, sostenere ed incitare la propria squadra (cioè la squadra dei propri amici, della propria scuola, della propria città, della propria nazione) ; diviene invece un fenomeno assurdo quando è frutto di puntiglio, di scommesse, di morboso attaccamento ai colori di una maglia e scusa per liberare tensioni e disagi interiori attraverso atti di violenza contro persone e cose. 

Spesso si fanno chiamare tifosi coloro i quali si  meriterebbero
un altro appellativo assai meno onorevole : quello di teppisti.