Risorgimento riassunto

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Risorgimento riassunto

Napoleone, generale francese, aveva vinto molte battaglie e conquistato un grande Impero, ma alla fine era stato sconfitto (Waterloo).

Viene allora fatto un congresso tra le varie nazioni europee, per decidere come riorganizzare l’Europa. Questo congresso (il Congresso di Vienna, 1815) dà il via a un periodo storico che chiamiamo RESTAURAZIONE.

I principi che le varie nazioni decidono di seguire sono due:

  • il principio di legittimità: ritornano sul loro trono tutti i sovrani che sono stati cacciati in epoca napoleonica
  • il principio dell’equilibrio: si fa di tutto perché tutti gli stati abbiano uguale forza, di modo che nessuno possa conquistare gli altri

I moti del ’20 e ’21

Ci sono però popoli (come l’Italia) che cercano di ottenere riforme o l’indipendenza. Poiché non era possibile condurre una lotta politica aperta, vennero organizzate diverse società segrete, tra le quali la più famosa fu la Carboneria.
La Carboneria era organizzata con una gerarchia molto rigida e si basava su una segretezza assoluta (spesso un carbonaro conosceva solo pochi altri membri della setta).
Facevano parte della carboneria alcuni nobili, alcuni intellettuali, qualche militare e ben pochi popolani.
Cosa voleva la Carboneria? Prima di tutto, ottenere una Costituzione.

Nel ’20-21 si svolsero dunque alcuni moti rivoluzionari.

  • Nelle colonie spagnole in America Latina, che riuscirono ad ottenere l’indipendenza. Ma poi la ribellione fu soffocata con le armi.
  • In ITALIA. Qui ci furono delle sommosse (= ribellioni, disordini, piccole rivoluzioni) a Napoli e a Palermo, dove i rivoluzionari furono sconfitti.

Poi fu la volta del Piemonte, dove la Carboneria provò un’insurrezione sperando anche nell’appoggio di Carlo Alberto di Savoia, giovane principe del regno di Sardegna. Ma Vittorio Emanuele I, re del Regno di Sardegna, non concesse la Costituzione e abdicò a favore del fratello Carlo Felice

  • In Grecia, dove la ribellione ebbe successo.

 

I moti del ’30 e del ’31

1830-31 à seconda ondata rivoluzionaria:
insorgono gruppi ben organizzati di BORGHESI
(perché i governi frenano lo sviluppo economico)

  • In Francia. Il re Carlo X prese misure autoritarie e venne cacciato dal popolo parigino (dopo tre giorni di battaglia, “le tre gloriose”), che mise sul trono Luigi Filippo d’Orléans
  • In Belgio, che si rende indipendente dall’Olanda
  • In Svizzera e Polonia (dove la rivoluzione fallisce)
  • In ITALIA. Qui il moto è ancora simile a quello organizzato dai carbonari. Fu il duca di Modena Francesco IV (che ha mire espansionistiche) a originare il moto; poi, però, per paura (è preoccupato dal carattere internazionale della rivoluzione), decise di ritirarsi e fece arrestare tutti i ribelli, compreso il loro capo, Ciro Menotti, che fu impiccato.

Il progetto di Mazzini


RISORGIMENTO à processo storico che portò l’Italia alla sua unificazione nazionale.

Il Risorgimento inizia con i moti del 1820-21 e si sviluppa successivamente grazie a Giuseppe Mazzini.
Mazzini, che era stato iscritto alla Carboneria, aveva capito che essa non poteva avere successo.
Ecco gli errori dei carbonari, secondo Mazzini:

  • L’eccessiva segretezza impediva che partecipasse anche il popolo alla rivoluzione
  • La troppa fiducia nell’appoggio dei sovrani
  • La troppa fiducia nell’aiuto degli stranieri
  • La mancanza di un’organizzazione comune con un unico scopo

Mazzini allora elaborò un suo progetto politico. Il motto era:
“Italia: una, indipendente, libera, repubblicana”
Due erano le cose nuove:

  • l’idea di un’unità italiana (l’Italia era da secoli divisa in molto regni)
  • l’idea di formare una repubblica (anche negli altri Stati d’Europa l’organizzazione repubblicana non veniva presa in considerazione)

Gli strumenti per arrivare a questi obiettivi erano, per Mazzini:

  • la propaganda (à far conoscere a tutti, con linguaggio semplice, quali erano gli obiettivi)
  • l’insurrezione (à doveva essere una rivoluzione del popolo, di tutti i cittadini)

Nel 1831 Mazzini fondò per raggiungere i suoi obiettivi la Giovine Italia, organizzazione che doveva guidare il suo movimento.

Ma quando venne l’ora dell’azione, i moti mazziniani furono un fallimento!


Il federalismo

C’era anche chi la pensava diversamente da Mazzini. Molti infatti erano più moderati di Mazzini e non credevano che la guida dell’Italia potesse essere consegnata al popolo.
I moderati sostenevano il federalismo (gli Stati si uniscono in una federazione; questa federazione ha un governo centrale che organizza quelli che sono gli interessi comuni a tutti gli Stati; gli Stati però conservano anche una loro autonomia)
Tra i moderati ricordiamo:

  • Vincenzo Gioberti. Gioberti diceva che l’Italia era moralmente superiore a tutti perché al suo interno c’era il papato. Pensava allora di creare una federazione di Stati italiani sotto il governo del papa.
  • Cesare Balbo. Voleva una federazione italiana governata dai Savoia.
  • Carlo Cattaneo. Proponeva di creare una confederazione repubblicana (seguendo il modello americano).

Tutti erano comunque d’accordo su una cosa: gli Stati italiani erano arretrati sotto tutti gli aspetti e ci volevano delle riforme!

Le riforme

Tra il 1846 e il 1848 molti Stati concessero delle riforme. Quello che fece sperare più di tutti fu il nuovo papa, Pio IX, che appena arrivato prese delle iniziative interessanti per tutti coloro che aspiravano all’unità.
Nel 1848 ci fu una grave crisi economica: il popolo era irrequieto. Per questo molti sovrani accettarono (per evitare sommosse) di concedere nuove Costituzioni. Concessero una Costituzione: Ferdinando II, il granduca di Toscana Leopoldo II, Pio IX e infine il re di Sardegna, Carlo Alberto (lo statuto Albertino è rimasto per 100 anni la legge fondamentale del nostro Paese!).

Italia prima del 1848

 

Prima guerra di indipendenza

1848 à Nuova grande ondata rivoluzionaria in Europa (prima in Francia, poi a Budapest e Vienna). In pratica, è successo un quarantotto

Nel 1848-49, in Italia, sotto la guida del re di Savoia (Carlo Alberto) si svolge la prima guerra d’indipendenza italiana, conclusasi però con un fallimento (sconfitta di Custoza).

Le 5 giornate di Milano e la Prima guerra d’indipendenza

In ITALIA insorgono Venezia e Milano.
A Milano (con le “cinque giornate”) la popolazione riuscì a cacciare gli austriaci, che si ritirarono radunandosi nel cosiddetto Quadrilatero (Mantova, Verona, Legnago, Peschiera).
Ora bisognava approfittare di questa vittoria per cacciare definitivamente gli austriaci dall’Italia. Ma per farlo serviva un vero esercito! Così i rivoltosi chiesero aiuto a Carlo Alberto, re del regno di Sardegna.
Carlo Alberto accettò; a lui si unirono il re di Napoli, il granduca di Toscana e il papa (che avevano paura delle reazioni dei loro sudditi se non si fossero uniti a Carlo Alberto): inizia così la Prima guerra d’indipendenza.
Dopo alcune vittorie però il papa, Pio IX, si ritirò (aveva paura di uno scisma dei cattolici austriaci), seguito a ruota da Leopoldo II e Ferdinando di Borbone. Carlo Alberto fu sconfitto prima a Custoza e poi a Novara e dovette abdicare in favore del figlio Vittorio Emanuele II.
Gli austriaci tornarono così a occupare la Lombardia.

Seconda guerra di indipendenza

Nel 1852 Camillo Benso conte di Cavour diventa primo ministro nel Regno di Sardegna. Cavour voleva: 1) modernizzare il Regno di Sardegna, sviluppando agricoltura ed economia; 2) inserire il Regno di Sardegna nel contesto internazionale.
Nel 1859 Cavour pensò che fosse finalmente giunto il momento di sfidare l’Austria: così il Regno di Sardegna si mise a capo della seconda guerra di indipendenza italiana

Camillo Benso di Cavour fu dal 1852 il Primo ministro di Vittorio Emanuele II. Cavour era un liberale, moderato e monarchico. Voleva continuare la lotta contro l’Austria non solo per motivi ideali, ma soprattutto per espandere il territorio del Regno di Sardegna.
Il progetto di Cavour era questo:

  • Modernizzare il Piemonte à Per questo fece numerose riforme (costruzione di strade, sviluppo dell’industria, riorganizzazione dell’esercito, riordino delle finanze e dell’amministrazione, sviluppo dell’istruzione pubblica ecc.)
  • Fare del Regno di Sardegna uno Stato costituzionale moderato (lontano dall’estremismo dei mazziniani e dei democratici)
  • Inserire il Piemonte nel contesto internazionale delle potenze à L’occasione per inserirsi nel gran giro delle potenze straniere venne nel 1855 con la guerra di Crimea: Francesi e Inglesi infatti chiesero la collaborazione dell’esercito sabaudo (del Regno di Sardegna). Così, alla fine, Cavour partecipò al Congresso di pace a Parigi insieme alle grandi potenze.

Cavour poi (1858, dopo l’attentato di Felice Orsini al sovrano francese, il quale considerò poi con più attenzione la situazione italiana…) riuscì ad allearsi con Napoleone III (che in realtà da questa alleanza sperava di prendere il controllo dell’Italia): l’accordo (avvenuto in segreto, a Plombières) diceva che se gli austriaci avessero dichiarato guerra al Piemonte, Napoleone III avrebbe mandato in aiuto le sue truppe (in cambio di Nizza e Savoia).

CAVOUR
di Sardegna dal 1852

Seconda guerra di indipendenza

B) Accordo segreto di Plombières (1858) con Napoleone III:
Se gli austriaci avessero dichiarato guerra al Piemonte, Napoleone III avrebbe mandato in aiuto le sue truppe (in cambio di Nizza e Savoia; in realtà voleva assumere il controllo dell’Italia...)

  


Per Cavour era finalmente arrivato il momento di cacciare gli austriaci dall’Italia; e voleva farlo senza coinvolgere il popolo (come voleva invece Mazzini). Per questo pensò di incaricare Giuseppe Garibaldi di formare un esercito: l’Austria, che ovviamente non vedeva di buon occhio queste manovre e di certo non voleva la formazione di un esercito italiano, dichiarò guerra al regno di Sardegna (1859).
Inizia così la seconda guerra di indipendenza italiana: grazie all’intervento (come promesso) di Napoleone III i piemontesi ebbero la meglio sugli austriaci. E, mentre gli austriaci abbandonavano la Lombardia, in Emilia–Romagna e in Toscana ci furono delle insurrezioni popolari che rovesciarono le autorità: anche queste due regioni decisero di sottomettersi a Vittorio Emanuele II (re del Regno di Sardegna).

Ma non era finita qui, anche se la Francia, a questo punto, decise di ritirarsi (luglio 1859, armistizio tra Francia e Austria e, poi, pace di Zurigo), ottenendo comunque Nizza e Savoia.

Nel 1860 scoppiò un’insurrezione a Palermo: da questo momento in avanti l’isnirrezione fu caratterizzata dall’attivismo dei gruppi democratici il cui progetto era l’unità nazionale (e il sovrano sabaudo pian piano si lasciò convincere). Garibadi (l’unico che per carisma e capacità fosse in grado di dare ai democratici quell’iniziativa militare che serviva) raccolse circa 1100 volontari e decise di partire per la Sicilia, allo scopo di aiutare i rivoltosi. I Mille partirono da Quarto la notte del 5 maggio 1860 e sbarcarono in Sicilia. La spedizione ebbe successo: Garibaldi, dopo aver preso Palermo, si spinse sul continente, arrivando fino a Napoli.
Mancava solo Roma per unificare tutta l’Italia. E Garibaldi pensò di andare a conquistare anche quella. Ma il re Vittorio Emanuele II sapeva che toccare Roma voleva dire scatenare una reazione da parte della Francia (cattolica) e fermò l’esercito di Garibaldi.
Il 14 marzo 1861 Vittorio Emanuele II fu proclamato re d’Italia “per grazia di Dio e volontà della nazione” (e la prima capitale fu Torino). Il nuovo regno (vedi la cartina) comprendeva l’intera penisola italiana, ad eccezione del Veneto (che apparteneva ancora all’Austria) e dello Stato della Chiesa.

Garibaldi organizza dei volontari (i Mille) e sbarca a Marsala.
Ottiene una serie di vittorie e alla fine, in uno storico incontro a Teano, consegna al re piemontese Vittorio Emanuele II il Regno delle Due Sicilie (poi annesso con un plebiscito). Il 17 marzo 1861 Vittorio Emanuele II è proclamato re d’Italia.

  


GARIBALDI. Nizzardo, formatosi come capo guerrigliero in Sud America (“eroe dei due mondi”), comandante di un gruppo di volontari in camicia rossa (i “Cacciatori delle Alpi”) è uno degli eroi del nostro Risorgimento. Celebri alcuni avvenimenti della sua avventurosa vita: le battaglie in Sud America, la spedizione dei Mille, la ferita alla gamba sull’Aspromonte, il celebre telegramma “obbedisco”.

La Terza guerra di indipendenza.
Una nuova grande potenza: la Prussia

Nel 1861 diviene re Guglielmo I (nazionalista e militarista). Nel 1862 il re nomina cancelliere il barone Otto von Bismarck, un aristocratico esponente dell’estrema destra convinto che il potere del re non dovesse essere limitato da nessun genere di Parlamento.

Nel 1863 la Prussia, insieme all’Austria, entrò in guerra contro la Danimarca. Dopo questa guerra, vinta facilmente, Bismarck si convinse della potenza della Prussia; pensò allora di entrare in guerra anche contro l’Austria. Bismarck si alleò con l’Italia, storica nemica austriaca, e ottenne una facile vittoria.
L’Italia, dopo questa guerra (Terza guerra di indipendenza) l’Italia ottiene come compenso il Veneto, che era ancora in mano austriaca.
La vittoria prussiana preoccupò moltissimo la Francia. Napoleone III decise di reagire, organizzando un esercito (1870); ma anche la Francia fu sconfitta facilmente a Sedan (questa sconfitta brucerà molto e per molto tempo ai francesi), e Napoleone III catturato. La successiva trattativa franco-prussiana a Francoforte vide pagare ai francesi un’indennità di 5 miliardi, la cessione dell’Alsazia, della Lorena e di Metz, e fu assai umiliante per i francesi.
Il 18 gennaio 1871 nacque ufficialmente il Reich (impero) della nazione tedesca: il re di Prussia Guglielmo I ne fu nominato imperatore.

La sconfitta della Francia (che proteggeva Roma) fece ripartire l’insurrezione italiana. Le truppe italiane occuparono Roma il 20 settembre 1870, dopo aver forzato le mura di Porta Pia. Il papa protestò contro “lo Stato usurpatore”, ma l’anno successivo Roma divenne la nuova capitale del Regno d’Italia.

 

Prima guerra di indipendenza
(1948-9)

 

Seconda guerra di indipendenza
Prima fase: 1959
Seconda fase: 1960-1

 

Terza guerra di indipendenza
Veneto ottenuto nel 1866
Roma nel 1870

 

 

Fonte: http://www.sdstoriafilosofia.it/download/2015%20VA/01%20risorgimento.docx

Sito web da visitare: http://www.sdstoriafilosofia.it/

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