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BREVE STORIA SOCIALE DELLA COMUNICAZIONE
Presentazione
1° Cap – Stampa e modernità
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Le premesse |
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La carta, l’inchisostro e la stampa |
Nel sec. XII si diffuse in Europa, con la mediazione degli Arabi, la fabbricazione della carta, inventata dai cinesi introno al I sec. D.c. Verso la metà del 200, la carta cominciò ad essere prodotta in Italia. I cartai italiani, presto introdussero importanti innovazioni come la collatura con gelatina animale che conferì alla carta carattere di conservabilità. |
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Nascita dell’industria tipografica. Un’industria cittadina nell’Europa del ‘500 |
Guttenberg in seguito a questo finanziamento, stampò 130 esemplari della Bibbia, ma in seguito ad una lite con Fust, quest’ultimo, si mise in società con un abile calligrafo: Schoeffer, con il quale diede vita ad una vera tipografia e pubblicò il primo libro a recare data di stampa e nome dei tipografi: Il Salterio. Intorno al 1470, la stampa era divenuta una realtà e in alcune città si avviavano delle industrie con manodopera specializzata. I primi tipografi si rivolgevano soprattutto al clero e alle università. |
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L’incontro tra la stampa e la riforma |
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Nelle città italiane e tedesche si sviluppò la stampa, ma ben presto la sua diffusione si estese e alimentò il movimento di idee che diede vita alla Riforma protestante (il primo grande conflitto ideologico in cui il materiale stampato giocò un ruolo rilevante), non solo amplificando i dibattiti sul potere del papa e della Chiesa, ma contribuendo a sviluppare il pensiero critico e le prime forme di opinione pubblica. I primi protestanti, da Lutero (che considerava la stampa il più grande dono di Dio) in poi, utilizzarono la stampa per colpire la Chiesa di Roma, dando vita a quella che è stata definita la prima offensiva mediatica. I riformatori, miravano a comunicare con il popolo e per questo motivo, cominciarono a scrivere in volgare, contribuendo, così, alla nazionalizzazione della lingua. La riforma protestante contribuì all’alfabetizzazione dividendo l’Europa protestante del centro-nord, da quella cattolica del Sud. |
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La censura e i libri proibili |
Anche i protestanti ricorsero alla censura. In Spagna, si delineò la figura del censore. Con la bolla Licet ab initio, Papa Paolo III istituì nel 1542, l’Inquisizione romana. In seguito alla pubblicazione dell’Indice dei libri proibiti, la produzione libraria di Venezia registrò un forte declino, ma nessuno riuscì ad interrompere il mercato del libro. |
2° Cap – I nuovi generi e l’incontro tra stampa e politica
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Dalle gazette alle riviste culturali |
Nell’Europa del ‘600, si colloca la nascita del giornalismo moderno. La casa commerciale Fugger dalla 2° metà del ‘500 pubblicò una gazzetta (nome derivato dalla moneta veneziana e venduto al prezzo di una gazzetta, ossia 2 soldi), con lo scopo di informare i propri corrispondenti e agenti sparsi in tutta Europa. Ad Amsterdam, nel ‘600 si pubblicò il primo giornale in francese La Gazzette d’Amsterdam. Le Gazzette, contenevano anche avvisi commerciali e veri avvisi pubblicitari. |
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I pamphlet e le lotte religiose e politiche |
Tra la fine del ‘500 e l’inizio del ‘600 si diffuse in Europa la pubblicazione di pamphlet e volantini scandalistici, con i quali si prendevano di mira sovrani, pontefici ed istituzioni. La stampa divenne presto un mezzo di informazione e di mobilitazione politica. In Inghilterra in seguito all’abolizione dell’ultimo Licensing act nel 1965, che pose fine alla censura e al controllo preventivo dei librai, vennero pubblicati ben 19 giornali. La stampa non si poteva combattere che con la stampa e l’opinione pubblica era divenuta un potere di cui chi governava doveva tener conto. |
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La nascita di un’opinine pubblica nel ‘700. Siti e luoghi del sapere |
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Le diverse forme di censura, non poterono arrestare la diffusione della stampa. Guillam Haas perfezionò il sistema di stampa ideato da Gutenberg. Nacquero le prime enciclopedie. |
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Stampa politica e rivoluzioni |
Negli USA i giornali furono i protagonisti di tutte le battaglie politiche nei singoli Stati, ma poi anche del più generale movimento per l’indipendenza. |
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La rivoluzione francese e il giornalismo militante |
Lo scrittore Thomas Paine fece da ponte ideologico fra la rivoluzione americane e quella francese, sostenendo il valore delle idee democratiche e repubblicane contro il sistema oligarchico inglese e la monarchia. La rivoluzione americana fu una rivoluzione per l’indipendenza e non innestò una spirale di guerra civile come in Francia. La popolazione francese venne influenzata soprattutto dai livres philosophique. Le svolte più cruente della rivoluzione, videro come protagonista Marat e il suo giornale l’ami du peuple. Il Palais Royale divenne il luogo di incontro preferito da artisti, intellettuali, scrittori e giornalisti. |
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Come nascono le rivoluzioni. Il rovesciamento del paradigma della rivoluzione |
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La più recente storiografia sulla rivoluzione francese, quella revisionista, ha rovesciato il paradigma elaborato dalla storiografia marxista che la spiegava come prodotto dell’ascesa della borghesia e ne vedeva le origini nella crisi economica. Robert Darnton ha intitolato un capitolo del suo saggio I libri provocano le rivoluzioni, quasi a rovesciare il paradigma interpretativo della rivoluzione e spingendosi fino a rivedere criticamente il concetto di sfera pubblica borghese, elaborato da Habermas. I libelli furono, secondo Darnton, il più potente strumento di delegittimazione dell’ancien regime, contribuendo a porre le premesse della mentalità rivoluzionaria. I libelli offrirono un commento agli avvenimenti politici e assimilarono nuovo materiale e nuove tecniche retoriche per creare un nucleo narrativo, una sorta di storia politica popolare, organizzata attorno ad un unico tema: la monarchia era degenerata in dispotismo. Napoleone affermò che 4 giornali ostili erano più pericolosi di 100 baionette e fece sopprimere tutte le testate giornalistiche tranne una decina, a lui favorevoli. |
3° Cap – L’ottocento: un secolo in movimento
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La rivoluzione dei trasporti e delle comunicazioni: 2 rivoluzioni intrecciate |
La 2° rivoluzione industriale, sospinta dal vapore e dall’elettricità, e la contemporanea rivoluzione delle comunicazioni, si intrecciarono e si cumularono come parti di uno stesso processo. Si modificò la percezione del tempo e dello spazio grazie anche all’apparire di nuovi media: telegrafo, fotografia, telefono, cinematografo e la radio. Tale periodo fu paragonato all’invenzione di Gutenberg. Il telegrafo si sviluppò quasi contemporaneamente alla ferrovia, per ovviarne i problemi di segnalazione e traffico che si erano andati creando. Prese il via un vero e proprio processo di globalizzazione che investì nell’800 ogni continente. |
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La prima rete: Il telegrafo |
Uno dei pionieri dell’invenzione del telegrafo fu Claude Chappe: Nel 1844 fu inaugurata la prima linea telegrafica con il sistema Morse (divenuto poi la base dell’informatica), che collegava Washington con Baltimora. La fortuna del telegrafo, si era intrecciata con quella della ferrovia e dei canali navigabili. Il telegrafo accelerò i tempi delle comunicazioni e ne ridusse i costi. |
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La 2° rivoluzione della stampa: i giornali come locomotiva sociale |
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Nell’800 si assistette ad una nuova rivoluzione della stampa grazie all’evoluzione tecnologica e alla diversificazione dei prodotti (la carta viene fabbricata in continuo e si ricorse alla pasta di legno). I giornali furono definiti locomotiva sociale per il potere che esercitavano sugli orientamenti dell’opinione pubblica, e per il loro fare da traino ai processi tecnologici più innovativi. Gli editori erano spesso anche tipografi, ma ben presto, divennero dei veri imprenditori. La stampa periodica abbassando i costi, aumentò il numero dei lettori. In quegli anni ci fu anche il trionfo del romanzo. I giornali venivano letti nei club e nei caffè e ci si rese presto conto, che costituivano un vero e proprio potere. |
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Dal telefono al telegrafo senza fili: la rete universale |
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L’11 giugno 2002 il Congresso degli Stati Uniti ha approvato la risoluzione che riconosce ufficialmente ad Antonio Meucci il merito di aver inventato il telefono. L’invenzione del telefono è stata prima di allora, attribuita all’americano Alexander graham Bell. Meucci presentò un caveat per il suo telettrofono, ma non riuscì a pagarsi il brevetto definitivo, perché troppo costoso. |
4° Cap – Dalla fotografia al cinema: la lung marcia della comunicazione per immagini
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La fotografia |
La comunicazione contemporanea è permeata di immagini. Già nel ‘700 si era diffusa in Europa la moda delle vedute ottiche, si trattava di macchine di legno in cui si inserivano fogli di vedute ottiche. |
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Miti e società di massa |
La rivoluzione che ha avuto luogo nell’800 è partita dall’incrocio tra la tecnologia dei sistemi di trasporto (ferrovie, vapore) e dei sistemi di comunicazione. Le ferrovie non si sarebbero potute sviluppare senza il telegrafo. La velocità dei trasporti e della comunicazione aveva reso possibile la riduzione dei limiti spazio-temporali. |
Parte seconda
Dal 900 ai giorni nostri
5° Cap – Il giornale come primo media di massa. Fra intrattenimento e informazione
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Introduzione |
Alla fine dell’800 e inizio del ‘900 si assiste al configurarsi di un campo della comunicazione definito di massa. Inizialmente i protagonisti di questo cambiamento furono i giornali e i periodici. Negli USA si gettarono le basi per l’industrializzazione del giornalismo. La penny press creò le premesse di questo cambiamento e decretò un aumento di pubblico e la nascita della nuova professione del giornalista. In Europa questo processo fu più lento. |
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La Penny press |
La Penny Press (così chiamata perché i giornali allora costavano un penny), fu un fenomeno che vide la trasformazione dei giornali in vere e proprie imprese commerciali volte a vendere sempre di più giornali e spazi pubblicitari. Questi giornali rivendicavano una propria autonomia finanziaria tramite gli abbonamenti e la vendita diretta per strada con gli strilloni. Il 1° penny paper fu The New York Sun (1833). Nel 1840 negli USA c’erano ben 138 quotidiani. La Penny Press, inventò il concetto di notizia. Oltre alle notizie di politica, venivano pubblicati articoli sulla polizia, le strade, i tribunali. La stampa rifletteva l’intera vita sociale. |
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Una notizia per tutti |
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Oltre a rappresentare la realtà sociale, il giornalismo attirava l’interesse dei lettori su alcuni temi specifici e le questioni sociali divennero così oggetto di dibattiti pubblici. I fatti anche più insignificanti ..”possono essere gonfiati a questioni di grande attualità”…I fatti della vita quotidiana divengono newsworthiness acquisendo il valore di notiziabilità- Il giornalismo popolare fu criticato da parte di altri giornali, di involgarire l’informazione nel nome del sensazionalismo. I Penny paper replicarono che il vecchio giornalismo era dedicato solo alle élites. |
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L’esperienza critica durante la guerra |
Lo scoppio della guerra segnò un’altra tappa nello sviluppo della comunicazione di massa. Quasi ogni paese belligerante, anche i più democratici, adottarono forme di censura preventiva e di controllo della stampa. La censura era in primis rivolta ad impedire la diffusione di notizie militari, in seguito a colpire le notizie che potevano turbare l’ordine pubblico e poi mediante la diffusione di notizie che potessero risollevare lo spirito pubblico. Ci furono Governi che predilessero la censura alla propaganda. Negli USA venne creata un’agenzia governativa per la produzione di materiale di propaganda, come il celebre manifesto dello Zio Sam Uncle Sam wants you. I governi capirono che una guerra non si vinceva solo militarmente, ma anche facendo ricorso a delle tecniche di comunicazione in grado di toccare l’emotività della gente. |
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Realtà raccontata dal giornalismo e realtà provocata dal giornalismo |
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Il codice etico dell’associazione americana dei giornalisti affermò nel ’26 che il diritto al popolo a sapere era la missione prioritaria dei mass media. |
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Nella morsa dei totalitarismi |
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Nei regimi totalitari il controllo sui media da parte dello Stato era totale. La propaganda e la censura segnarono prepotentemente i contesti da cui emersero il comunismo in Urss, il nazismo in Germania e il fascismo in Italia. |
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Nuove narrazioni tra tofogiornalismo e sviluppi tecnologici |
A partire dagli anni 30 l’informazione su carta, si accompagnò a quella radiofonica e a quella dei cinegiornali, che combinavano il sonoro alle immagini. La stampa dovette pensare a nuove strategie per risultare concorrenziale e si sottolineò l’aspetto di riflessione e approfondimento che il giornale poteva offrire. Sui giornali apparsero gli opinion makers che offrivano il loro punto di vista sui temi più importanti del giorno. Nelle redazioni, venne affidata ai capiservizio la responsabilità dei diversi settori informativi: politica, cronaca, esteri etc. Con le macchine per stampare in rotocalco si potevano stampare foto su carta non patinata e avere un numero di tiratura molto elevato. Nel ’35 furono introdotte pellicole per diapositive. |
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Nuove sfide e dilemmi nel giornalismo contemporaneo |
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Le guerre hanno sempre influito sui destini del giornalismo, mettendo a rischio la libertà di informazione. Il controllo messo in atto da Hitler e Mussolini, poteva avere luogo anche nei paesi più democratici. Negli USA i giornalisti avevano cmq acquisito una propria indipendenza. Anche la guerra del Vietnam fu documentata da foto e tv, ma spesso le rappresentazioni dei fatti, mostravano solo una parte di verità, si pensi alla foto del poliziotto di Saigon che uccide un ragazzo vietnamita (del quale non si sapeva che aveva ucciso una donna con i suoi figli). Il giornalismo assunse il ruolo di watch dog, che in nome dell’interesse pubblico, cercava di documentare gli orrori della guerra e di smascherare gli intrighi politico-finanziari. Si affermarono 2 processi informativi:
All’inizio degli anni ’80, la presenza dei primi pc nelle redazioni, preparò la rivoluzione digitale degli anni ’90 e il configurarsi di un giornalismo on line. |
6° Cap – Storie per immagini: il cinema
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Signore e signori, ecco il cinematografo |
I fratelli Lumiere il 28 dec 1895 proposero al presso di un franco, la prima esibizione del cinematographe a 33 spettatori. |
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Il consolidamento di un’industria |
In Italia la produzione cinematografica nacque dopo lo sviluppo dell’esercizio cinematografico. In Italia all’inizio, ci si limitò al solo esercizio. Filoteo alberini diede inizio all’attività di produzione nel 1905 e fondò una casa di produzione la Cines. Introno al 1909 la cinematografia mondiale subì una battuta di arresto. In questo periodo il sistema italiano di produzione era in forte sviluppo. Torino era la mecca del cinema. Il film storico all’italiana ebbe un grande successo, si pensi ai primi lungometraggi: La caduta di Troia, L’inferno, la Gerusalemme liberata. |
3 |
La nuova industria dell’intrattenimento tra aspirazioni culutrali e sbocchi commerciali |
Tra il 1905 e il 1922 in America, si affermò lo Studio sistem che concentrava produzione e distribuzione filmica insieme, grazie agli interventi delle grandi banche. In Italia, invece, produzione, noleggio ed esercizio funzionavano separatamente l’uno dall’altro, ma nel 1919 nacque l’Unione Cinematografica Italiana UCI. L’UCI comprendeva le maggiori case di produzione italiane e sorse per bloccare la concorrenza USA, ma non disponeva delle risorse finanziarie per attuare piani produttivi a lunga scadenza. Dalla metà degli anni ’20 la cinematografia america introdusse nel cinema criteri di produzione industriale. Vennero studiate storie accattivanti con l’happy end e la distribuzione delle pellicole venne affidata anche alla pubblicità. L’attività cinematografica era concentrata attorno a 7 majors: Paramount, Fox, Universal, Warner Bros, MGM, United Artisti e la Columbia. |
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Le vicissitudini italiane |
Negli anni ’30 il governo fascista si adoperò per concedere aiuti economici al cinema e per porre le basi industriali sull’esempio delle majors americane. Dopo la caduta del fascismo ed in seguito alla 2° guerra mondiale, il cinema sembrava non potersi più riprendere, ma nel ’44 fu costituita l’Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche ed Affini ANICA. In seguito nacquero: la Lux, la Titanus, la Cineriz e la Dear. Nel ’54 con l’avvento della Tv il cinema andò ad occupare un posto subordinato. |
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Dopo Holliwood, Cinecittà – ANNI 50-60 |
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Dopo la 2° guerra mondiale si affacciarono nuove tecnologie: colore, cinemascope e nuovi processi sociali intervenivano sui processi culturali e artistici. Il neorealismo italiano aveva il compito di opporsi al cinema di massa all’americana, ma per essersi chiuso troppo nella sua dimensione ideologica, fu un insuccesso. Nel corso degli anni ’50 si diffuse il genere neorealismo popolare (Pane e amore, poveri ma belli…). La nascita di produzione media, passò attraverso lo sfruttamento non pianificato dei prodotti cinematografici, ma orientato unicamente all’estemporaneità della produzione e del consumo dei generi filmici. I generi nel loro succedersi italiano, seguirono un naturale processo di adattamento alle mode e alle modificazioni del tessuto sociale. I film che resero possibile la rinascita del cinema italiano negli anni ’48-58 furono: Don Cammillo, Ercole, etc. Cinecittà divenne la Hollywood sul Tevere un punto di riferimento per le produzioni americane come il Quo Vadis della MGM. In quegli anni si affacciò una nuova figura di produttore, si pensi a Carlo Ponti e a De Laurentiis. La produzione è la parte finanziario-industriale del cinema. Il produttore può agire con capitali suoi o di altri, ma mantenendo nelle sue mani il controllo finanziario del film, oppure diviene producer, organizzatore per conto di altri, che hanno il controllo finanziario e mettono a disposizione, strutture e stabilimenti. Il producer può essere un semplice organizzatore o divenire imprenditore creativo. Molti produttori italiani, furono dei bravi producer per conto delle case americane realizzando dei film italiani di nome, ma americani di fatto. |
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Il confronto con le altre cinematografie |
Verso la fine degli anni ’50 il cinema dovette far i conti con la TV. Negli USA le majors americane cominciarono a rendersi conto che il pubblico non sopportava più la ripetizione e che era indispensabile rinnovare il prodotto filmico. |
7° Cap – La radio music-box
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Introduzione |
La radiofonia si diffuse negli USA, URSS, GER, FRA e GB, solo dopo la fine della 1° guerra mondiale, mentre in Italia, procedeva a passi più lenti. A partire dagli anni ’30 la radio rappresentò per almeno 20 anni il centro di gravità del sistema dei media elettronici. Da un punto di vista economico, le vendite delle radio fecero la fortuna dei produttori. La radio è stata il primo medium di massa la cui comunicazione sia stata organizzata come flusso strutturato di materiali eterogenei distribuiti sulla base del tempo di vita domestica. |
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L’immaginazione che registra il suono |
Nell’intenzione di Edison, il fonografo era una talking machine concepita per lo svolgimento di lavori di ufficio, la cui principale utilità era quella di scrivere lettere e dettare testi. Grazie a Emil Berliner nel 1888 il fonografo si trasformò in grammofono. La musica registrata andò presto a sostituire il pianoforte casalingo. |
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verso la radio |
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Fu l’inventiva di Marconi a permettere l’ideazione di apparecchi acustici sempre più grandi, ma mai si sarebbe pensato di poter avere una radio nelle abitazioni. Fu l’invenzione della valvola termoionica da parte di Fleming a rendere possibile la nascita della radio. Nel 1906 Fessenden diede vita alla prima trasmissione radiofonica. La sua audience era composta dagli equipaggi e dai passeggeri di navi. I radioamatori s’ingegnarono in proprie produzioni economiche di radio al cristallo. Nel 1906 Lee De Forest appassionato di musica, inventò l’audion, poi gli interventi di Harold Arnold della American Telegraph and Telephon e di Irving Lamur della General electric promossero l’invenzione del tubo a vuoto che durava 1000 ore, contro le 50 dell’audion. Il vacum tube rese più facile la trasmissione e grazie ad esso fu possibile trasmettere un concerto dalla Tour Eiffel e il concerto di Caruso dal New York Metropolitan Opera. |
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La svolta americana |
Nel 1919 negli USA si costituì la Radio Corporation of America (RCA). La RCA tra i suoi soci registrava la General Electric (che nel frattempo aveva comprato le azioni dell’affiliata americana di Marconi), la ATT e la Westinghouse. Sarnoff divenne il primo responsabile commerciale della RCA, che oramai aveva scansato la concorrente Marcony Company. |
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La radio come music e information box |
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La Westinghouse rese possibile la radiodiffusione come emissione continua grazie anche ad un suo dipendente Frank Conrad che inventò apparecchi più potenti. Conrad cominciò a trasmettere in ore serali e le sue trasmissioni vennero captate da alcuni radioamatori, i quali cominciarono a richiedere trasmissioni ad orario continuato. Conrad si ingegnò e utilizzando la musica del proprio fonografo, cominciò a proporre selezioni musicali effettuate da un amico rivenditore di dischi. La Westinghouse lavorò alla costruzione di un trasmettitore più potente e progettò una prima radio commerciale rivolta al grande pubblico la radio music box. Il 2 nov 1920 fu fondata a Pittsburgh la stazione kdka che trasmise il primo programma radiofonico. Fu annunciato via radio che sarebbero stati trasmessi i risultati delle elezioni presidenziali via radio. In pochi anni le stazioni radio si diffusero a macchia d’olio. Tutte le aziende produttrici di apparecchi erano coinvolte nella proprietà di stazioni. |
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Oltre la Grande depressione |
Nonostante la crisi del ’29, fu proprio alla fine degli anni ’20 che la radio visse i suoi giorni più gloriosi: i radio days. La radio divenne presto un medium di massa. La soap opera, insieme al notiziario, era il genere più seguito. Nel 1938 Orson Welles, trasmise il racconto a puntate La guerra dei mondi (tratto dal romanzo di Gorge Herbert Wells) che fu molto verosimile, tanto da seminare il panico tra il pubblico. Nel 1940 Edwin Howard Armstrong presentò la radio a modulazione di frequenza onde fm. Si determinò presto la complementarietà di media che inizialmente sembravano concorrenti: la radio faceva pubblicità ai dischi i quali davano la possibilità di riempire di contenuti musicali le stesse trasmissioni radiofoniche. |
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Lo sviluppo della radio in Europa |
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Si profilarono 2 modelli: quello Europeo basato sul monopolio e sul controllo statale della radio e quello USA basato sull’iniziativa privata.
Ma per le circostanze storico politiche e sociali, era sullo Stato che il sistema radiofonico europeo si doveva appoggiare per tentare di affermarsi. Nella dimensione europea, la radio era considerata un bene pubblico che offriva un servizio alla collettività. |
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La radio in Italia |
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Le trasmissioni radiofoniche in Italia si svilupparono solo a partire dagli ’20. L’avvio e il successivo sviluppo della radio furono accompagnati dall’instaurarsi del regime nazista. L’inizio ufficiale ebbe luogo nel 1924, quando il diritto di radiodiffusione fu concesso in esclusiva all’Unione Radiofonica Italiana URI. Nel 1927 l’URI divenne EIAR (Ente italiano audizioni radiofoniche). Era previsto un abbonamento e all’inizio, per ragioni di maggior benessere, la radio si diffuse soprattutto nel Nord Italia. Inizialmente il regime organizzò un progetto pubblico orientato a diffondere la radio nelle scuole di campagna come ascolto collettivo: la radio rurale. |
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Il confronto con la TV |
Quando apparve la Tv, il mercato radiofonico sembrava destinato al declino, ma con l’invenzione dei transistor, che permettevano di realizzare delle radio di modeste dimensioni, questo pericolo fu scongiurato. In Europa si cominciarono a diffondere le prime radio pirata. Negli anni ’80 venne inventato il walkman. Nel 1944 l’EIAR divenne RAI. Nacquero molte radio pirata e successivamente delle radio private che, potevano trasmettere a livello locale. La radio risalì la china nelle preferenze degli italiani, soprattutto negli anni ’70, con le nuove emittenti private. |
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a nuova vita |
Autoradio e ascolto radio tramite Internet grazie al DAB (digital audio broadcast) che consente di trasmettere oltre al sonoro, anche immagini e parole. |
8° Cap – La televisione, seconda rivoluzine inavvertita
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Il media più popolare |
La tv è senza dubbio il media più democratico (non è richiesta alfabetizzazione come per il giornale). Proprio per la sua larga accessibilità, la tv si è diffusa come mezzo di comunicazione di massa in grado di raggiungere grandi pubblici. La Tv si è venuta identificando con l’ambiente domestico. Un consumo che dalla visione collettiva è divenuto prettamente a consumo individuale. Recentemente si è sviluppato il narrowcasting con Tv a tema. |
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Figlia sperimentale della radio |
Nel ’35 la Ger diede il via al primo programma televisivo del mondo, trasmesso per 4 ore e mezza alla settimana. Nello stesso anno furono trasmesse le Olimpiadi di Berlino. |
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L’onda lunga |
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La diffusione della Tv divenne significativa a partire dagli anni ’50. A soffrire della diffusione della TV, fu soprattutto il cinema. La Tv divenne la 3° attività giornaliera dopo il lavoro e il sonno. La prima pubblicità fu quella della Bulova nel ’41. La pubblicità televisiva venne ridimensionata, in seguito allo scandalo payola (bustarella), emerso nell’ambito di quiz il Twenty-One, nel quale si facevano vincere i telespettatori più telegenici che assicuravano più alti indici di ascolto. Si optò poi per lo spot. |
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4 |
La tv via cavo: primo esempio di narrow casting |
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Alla fine dei ’40, in USA cominciarono a diffondersi i cable operator systems che attraverso linee via cavo trasportavano il segnale televisivo nelle case di chi voleva usufruirne. Tale sistema produceva immagini più nitide. Questa possibilità convinse le società ad offrire dei canali a pagamento. |
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5 |
La via italiana alla tv, passando per gli stati uniti |
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La tv opera nella convivenza di 2 sistemi produttivi:
In Europa accanto ai monopoli pubblici verso gli anni ’70, si affiancarono le tv private e commerciali |
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6 |
L’originalità italiana |
In ITA la diffusione della TV giocò un importante ruolo sociale, in una realtà che stava vivendo un’importante trasformazione economica e politica e che in pochi anni trasformò il paese da agricolo a industriale. Processi che la TV italiana spesso riuscì a rappresentare, presentando tante italie. Come per il cine, la tv svolse una funzione di coesione culturale e identitaria della collettività nazionale. La tv italiana più che modificare la società italiana, l’ha accompagnata in un momento di grande trasformazione culturale, politica e sociale. |
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Uno srumento di ineguagliabile unificazione nazionale |
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L’avvento della Tv ha coinciso con i grandi mutamenti dovuti ai processi di modernizzazione che in Italia sono avvenuti molto rapidamente. In Ita la TV ha preceduto i processi di scolarizzazione di massa, modificò i rapporti spazio-temporali allargando i confini di una mobilitazione sociale e culturale diffusa in gran parte della popolazione italiana.
Inoltre, un altro appuntamento storico fu Sanremo che ebbe la sua prima edizione radiofonica nel ’51 e nel ’54 per la Tv. Fin dal ’54 un genere molto seguito fu lo sceneggiato: I promessi sposi ’67, L’odissea ’68. |
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8 |
Un turbolent environment |
Già alla fine degli anni ’60 il modello monopolistico RAI, cominciava a scricchiolare. Il pubblico sempre più numeroso e acculturato, non si accontentava più della scarsa programmazione RAI, anche in considerazione del rapporto con le reti straniere che si riuscivano a captare anche in alcune zone dell’Italia: Radio Capodistria e Tele Montecarlo. Nel ’71 nacque a Biella la prima TV privata che cominciò a trasmettere via cavo e che fu seguita da altre emittenti come Telemilano fondata nel ’74 da Berlusconi. Nel ’74 a Corte costituzionale sancì il diritto alla diffusione via etere dei programmi provenienti dall’estero e a quella via cavo dei programmi Tv. |
9 |
La svolta televisiva |
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Nel ’75 venne varata la legge di riforma RAI che stabiliva il passaggio del suo controllo dallo Stato al Parlamento, la divisione in 3 reti e il decentramento regionale con la partecipazione attiva di tutti i partiti nella gestione dell’ente, e della gestione delle nomine dei dirigenti RAI. Questa pratica degenerò nella lottizzazione. |
9° Cap – Da Internet alla convergenza multimediale nei tempi della globalizzazione
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Per colpa dello Sputnik. Verso la nascita di Internet |
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Il 4 ott ’57 l’Unione Sovietica inviò nello spazio il primo satellite artificiale lo Sputnik. Questo evento, avvenuto in piena guerra fredda, fu letto dagli Usa come una sconfitta che, quindi subito si adoperarono per un riscatto. Nacque l’ARPA che dopo pochi mesi trasferì i suoi programmi spaziali direttamente alla NASA. che si rivolgeva ad un nuovo filone di ricerche legate al problema delle interfacce tra uomo e pc. |
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2 |
Quella magica @. La nascita della e-mail |
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Con il riconoscimento dell’utilità della rete Arpanet, nel ’72 si fece strada l’idea della posta elettronica. Ray Tomlison un ingegnere del dipartimento della difesa USA, realizzò un sistema di messaggistica elaborato per un minicomputer per più utenti. Nel ’78 prese il via un protocollo separato in 2 parti:
Il protocollo adottato dalla rete Arpanet gettò le basi per l’avvio di Internet. |
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3 |
New media e società |
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Da una ricerca del 2004 è emerso che se la maggior parte degli italiani ammette di voler comprare un telefonino di 3° generazione, solo una minima parte conosce bene la nuova tecnologia UMTS. Lo stesso dicasi per l’uso di Internet che è ancora percepito come difficile da molte persone. Il sociologo Manuel Castells afferma che Internet e le nuove tecnologie di comunicazione sono globali nella loro portata, ma territorialmente irregolari nella loro disposizione e fruizione. Si va dunque definendo un Digital Divide che indica le disuguaglianze nelle dotazioni e nell’accesso ai nuovi media tra i paesi più sviluppati e quelli del Sud del mondo. La dotazione e l’accesso alle nuove tecnologie, segna un discrimine per poter usufruire e accedere ai nuovi rapporti di inclusione o esclusione sociali indotti dai processi di globalizzazione politica ed economica, per questi motivi la proposta di rimedi al divario digitale è una priorità dei principali summit tra i quali il : World Summit on The information society, organizzato dalle Nazioni Unite. L’agenzia ONU ha predisposto un indice (Digital acces index che tiene conto anche delle possibilità complessive degli individui di disporre e usare le nuove tecnologie. La classifica globale del digital divide prevede 4 categorie:
Per riequilibrare il Digital Divide occorre orientare gli sfori soprattutto verso la dimensione culturale relativa a una nuova distribuzione della conoscenza. |
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La censura nel tempo della rete |
I mezzi di comunicazione di massa contribuiscono alla circolazione delle idee, per questo tutte le forme di potere hanno sempre cercato di controllarne l’uso e di ridurne le potenzialità. La storia dei regimi totalitari: fascismo, comunismo etc. sono pieni di esempi in questo senso. Ma l’isolamento, in un contesto di comunicazioni crescenti, crea le premesse della crisi dei sistemi chiusi. Le authority garantiscono l’impedimento di monopoli nel campo della comunicazione. In Cina e in molti paesi islamici c’è una forte censura. In Cina, il Governo promuove l’utilizzo di Internet per l’economia, ma al contempo riesce ad esercitare il controllo dei contenuti della rete che reputa pericolosi. |
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Dopo L’11 settembre 01 |
L’evoluzione del lerning process innescato dopo gli attentati dell’11 settembre, spinge l’umanità a muoversi verso una comunicazione convergente, antidoto della comunicazione disturbata. La realtà reale ci è sempre più sconosciuta, poiché i media non riescono più a raccontarla. Gli scoop e le bombe medianiche minano l’informazione. Occorre una svolta comunicativa per fronteggiare la nuova e crescente opacità sociale. |
Fonte: http://www.controcampus.it/wp-content/uploads/2012/06/Breve-storia-sociale-della-comunicazione1.doc
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